[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
UN SILENZIO ASSORDANTE Di Gideon Levy
- Subject: UN SILENZIO ASSORDANTE Di Gideon Levy
- From: "afp" <info.actionforpeace at tiscali.it>
- Date: Thu, 10 Oct 2002 22:19:46 +0200
UN SILENZIO ASSORDANTE di Gideon Levy a cura del Gruppo Richerca dell'Action for Peace Come mai in Inghilterra 50.000 mila persone hanno dimostrato contro la guerra in Iraq mentre in Israele nessuno lo ha fatto? Come mai in Israele non c'è dibattito pubblico sulla necessità della guerra, mentre in Europa ed anche negli Stati Uniti, tale dibattito è al culmine? E' possibile che nessuno in Israele abbia alcun dubbio sui benefici di tale guerra o che nessuno tema i suoi danni? Israele parla di nuovo ad una sola voce - la voce della guerra. Come sulla questione palestinese, su cui l'uniformità, il silenzio e l'indifferenza hanno caratterizzato il dibattito pubblico negli ultimi due anni , nessuna seria pubblica discussione si discerne sull'argomento critico della guerra che pende sull'Iraq. Il governo guida e a malapena qualcuno fa domande. L'unico rumore che si sente è quello dello strusciare dei piedi di coloro che semplicemente non possono aspettare che gli Americani facciano ciò. Il Ministro degli Esteri Simon Peres, ad esempio, che 21 anni fa si oppose coraggiosamente all'attacco israeliano al reattore nucleare iracheno, ha fatto un caratteristico flip-flop e, senza battere ciglio, ora spinge gli Americani alla guerra contro lo stesso Saddam Hussein. Cosa è cambiato nel frattempo? Solo il fatto che nel 1981 chi bombardava era Menachem Begin e Peres era il leader dell'opposizione, mentre adesso chi bombarda è George W.Bush e Peres fa parte del governo. E, anche se Peres sostiene la guerra, deve fare pure lo spaccone? Nessuno gli chiede il perché abbia cambiato opinione . Il Primo Ministro e il Ministro della Difesa sono naturalmente desiderosi di andare in guerra. Questo è loro diritto, naturalmente, ma non c'è alcun'altra opinione in Israele? Ed anche se c'è, la sua voce è stata affogata dal rumore del coro. Il gregge indistinto che è divenuto più forte in Israele dal fallimento dei colloqui di Camp David del giugno 2000 e dall'eruzione dell'intifada due mesi più tardi, si è manifestato anche per la questione irachena. I media parlano solo dei metodi autodifesa e di fuga, di dove verranno scavate le tombe di massa, di dove fuggiranno i residenti di Ramat Gan. Nessuno nei programmi degli eventi presenti avrà argomenti contro la logica della guerra o chiederà come finirà. I rappresentanti del partito Arabo-Giudaico Hadash o di Gush Shalom. sono ovviamente aldilà dello steccato . Uno straniero che entri nel paese non riuscirebbe a crederlo: Israele è l'unica nazione in Occidente i cui leaders appoggiano la guerra senza riserve ed in cui nessuna opinione alternativa ha voce, e ciò è vero mentre Israele è soggetta ad essere una vittima diretta. A volte sembra la protesta contro l'alimentazione forzata delle oche per la produzione di foie gras, una campagna giusta, è molto più diffusa, è molto più rumorosa della protesta contro l'occupazione o, con la dovuta distinzione, contro la guerra in Iraq. Una delle domande vessatorie che solleva una possibile guerra in Iraq fu chiesta la scorsa settimana, alla Commissione degli Affari Esteri e della Difesa della Knesset dal Membro del Parlamento Yossi Sarid, uno dei pochi che abbia pubblicamente osato dubitare sulla necessità di una guerra. Sarid si chiedeva cosa accadrebbe se la guerra avesse successo e Saddam venisse rovesciato e, come conseguenza, l'agitazione del mondo arabo producesse altri tre Saddam al suo posto. A parte Sarid, nessun altro ha sollevato questa possibilità, e questa naturalmente non è l'unica problematica possibilità. E' possibile essere d'accordo sul fatto che Saddam sia un governante crudele, sanguinario e, tuttavia dubitare della saggezza di una guerra che ha come unico scopo la sua rimozione. Nessuno si chiede come, all'improvviso, l'Iraq sia diventata la minaccia più grande al mondo dopo anni in cui la difesa delle istituzioni in Israele proclamava che la minaccia più grande per questo paese fosse l'Iran. Come conciliamo la contraddizione tra le molte voci di rassicurazione che si sono sentite in Israele sull'Iraq (l' ex direttore dei Servizi Segreti Militari, Amos Malka, ha detto di essere più preoccupato degli incidenti stradali) con la necessità di colpire l'Iraq per il tremendo pericolo che pone? Stiamo parlando di una guerra preventiva? Cosa accadrà se gli Stati Uniti falliscono e cambiano idea, sulla scia di pesanti perdite, come fecero in Somalia? Saddam diverrà ancora più forte. E' l'unico leader brutale al mondo? Qual è il corso dell'ossessione che ha sviluppato nei suoi confronti il presidente degli Stati Uniti? E, perché non dare un'altra giusta possibilità di risolvere il problema alle Nazioni Unite? E perché Israele deve avere parte a questa gioia di guerra? L'esempio più recente di una guerra perseguita dagli Stati Uniti offre poco incoraggiamento: Osama Bin Laden è apparentemente ancora vivo, più di tremila persone, la maggior parte di essi civili, sono stati uccise in Afganistan ed Al-Qaida continua a tessere le sue reti in tutto il mondo. Valeva la pena la guerra in Afganistan? Intelligente? Giusta? Quanto è diversa dalla guerra che si sta tessendo ora? E' evidente a tutti che gli Stati Uniti siano l'alleato più importante per Israele e che questo obbliga Israele a prendere una posizione particolare, ma neanche l'America avrebbe impedito un dibattito pubblico nella nazione che è conosciuta come l'unica democrazia del Medio Oriente. La via automatica in cui l'opinione Israeliana è formulata, come se il pubblico seguisse il governo ciecamente. Ne viene fuori che Israele non ha più una sinistra significativa, come succede negli altri paesi occidentali. Non c'è un'opposizione popolare e non c'è nessuno che parli. E ciò potrebbe risultare per Israele perfino più pericoloso della guerra contro l'Iraq.
- Prev by Date: CONTRO I MERCANTI DARMI - CONFERENZA STAMPA DAVANTI AL SENATO
- Next by Date: Bersagli
- Previous by thread: CONTRO I MERCANTI DARMI - CONFERENZA STAMPA DAVANTI AL SENATO
- Next by thread: Bersagli
- Indice: