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Capitini e i problemi del mondo

 

 

Gli ultimi anni del 1900 e i primi del duemila hanno riaperto la discussione sugli scenari, fermi dopo la caduta de muro di Berlino, dei modi più adatti a governare l’umanità con soddisfazione di tutti.

Il neo liberismo, che da incontrastato vincitore aveva annunciato la fine della storia, si è trovato a fare i conti con due novità, il movimento mondiale di base di Porto Alegre, con le sue componenti religiose, ambientaliste, sindacali, giovanili e le sue parole d’ordine anticapitaliste, il terrorismo nel cuore di Manhattan, centro mondiale del capitalismo.

Nello stesso periodo si approfondiva la crisi della seconda potenza del capitalismo mondiale, il Giappone, con i suoi satelliti asiatici; crollava il modello liberista di un grosso paese dell’America Latina come l’Argentina: cresceva un futuro protagonista del futuro mondiale, la Cina, con il suo modello di statalismo socialista con mercato capitalista; stentava ad uscire dalla povertà e dalla corruzione il tentativo di sostituire il modello socialista totalitario con quello capitalista liberista in Russia e nei paesi ex satelliti; scendeva sul terreno di gioco la chiesa cattolica di Woytila con le sue richieste di giustizia per il poveri del terzo mondo; arrivava infine la recessione USA.

Gli scandali finanziari tipo Enron, con il coinvolgimento della politica ai massimi livelli, minavano ancora di più la già scossa credibilità del sistema capitalista liberista.

Le risposte, le ipotesi, le proposte che escono dalla discussione sono le più varie.

L’ala dura del capitalismo liberista, raccolta attorno al presidente americano Bush, ha scelto per il momento, non senza contrasti, la via della guerra infinita contro il terrorismo, che le consente di combattere la recessione con le commesse militari, di costringere le libertà democratiche, di intervenire in tutto il mondo da sola e a suo piacimento, di rifiutare di ogni intervento in difesa dell’ambiente non gradito dalle industrie.

Il summit del capitalismo mondiale, riunito a New York nel World Economic Forum gli stessi giorni di febbraio 2002 in cui a Porto Alegre era in corso il World Social Forum, prendeva atto dei problemi e si dichiarava disponibile a mettere in primo piano la lotta alla povertà nel mondo e la difesa dell’ambiente, avallando la nascita di un capitalismo con l’anima, che sappia fermare le spinte all’arricchimento selvaggio promosso finora da tutta la sua cultura.

I cinesi che hanno abbracciato l’idea dell’arricchimento sono alle prese con problemi di corruzione, di disoccupazione, di difesa dell’ambiente, di modernizzazione del loro socialismo di stato.

I cattolici, per bocca di alcuni studiosi, ipotizzano una terza via tra il liberismo e il socialismo reale, entrando poco nel merito.

L’Islam è paralizzato dalle minacce del suo fondamentalismo che fa leva sulle masse povere dei paesi islamici, dai legami dei ricchi petrolieri con gli USA, dalla secolarizzazione che lo mina alla base.

Il movimento di Porto Alegre mette in campo proposte concrete per la riduzione della povertà, come la Tobin Tax, ma non ha una strategia chiara sulla costruzione di un potere alternativo per raggiungere questo e altri obiettivi.

L’ONU si propone come organismo in grado di realizzare gli obiettivi di giustizia e di pace chiesti da tutti, ma è bloccata dalla inerzia dei governi e dalla ostilità delle grandi potenze.

Giapponesi, argentini e russi cercano e non trovano vie indolori all’uscita dalle loro crisi liberiste.

La crescita e il prestigio di un’Europa unita sono boicottati dagli USA attraverso il governo inglese di Blair e i governi di destra di Italia e Spagna

La ricerca scientifica, che potrebbe dare un notevole aiuto alla soluzione dei problemi della povertà e dell’ambiente, è compromessa da chiusure religiose e culturali, da interessi economici, da gelosie e contrasti interni.

In questo interessante contesto, senza grandi aperture di idee e di volontà ma con la necessità di trovare vie di soluzione o almeno di indirizzo, le proposte di Aldo Capitini affiorano qua e là, senza raggiungere una visione organica a causa della ignoranza diffusa sulla sua figura.

La nostra piccola cassa di risonanza non è sufficiente a diffonderle adeguatamente, ma molti segnali di interesse indicano come prossimo il loro ingresso nella riflessione in corso sullo stato delle cose mondiale.

Ricordiamole.

Il massimo di libertà, conquista universale del genere umano, tradita dal capitalismo con i regimi fascisti, dal socialismo con i regimi dittatoriali, dalle religioni con gli stati fondamentalisti teocratici.

Libertà che in economia dovrebbe chiudersi a ogni arricchimento selvaggio e aprirsi a ogni iniziativa che si muova rispettando le regole della qualità, della salute dei consumatori, dell’impatto ambientale; controllata dal basso dai cittadini, dall’alto dai settori tecnici della societa`.

Il massimo di socialismo per garantire il minimo di vita decorosa a chi non può procurarselo con il proprio studio e con il proprio lavoro, per cause non dipendenti dalla sua volontà, come malattie, incidenti, licenziamenti, vecchiaia ecc.

Aggiunta religiosa per mettere la nonviolenza come metodo inderogabile del comportamento personale e della attività pubblica.

Partecipazione di tutti all’esercizio del potere con il controllo dal basso.

Capitini aveva inventato nel 1944 i C.O.S., Centri si orientamento sociale, per ascoltare e parlare su tutti i problemi della società e della vita.

L’ultimo World Social Forum ha additato le esperienze del Bilancio Partecipato, attuate dal Partito dei lavoratori in Brasile come una scuola importante di partecipazione al potere locale, che permette ai cittadini l’addestramento per la usare la partecipazione e il controllo a tutti i livelli, realizzando il vero socialismo nella più concreta libertà.

L’educazione aperta, da proseguire tutta la vita per costruire cittadini liberi e capaci di governare e controllare, con al primo posto lo studio delle tecniche individuali e collettive della nonviolenza.

L’informazione libera per dare a tutti tutte le informazioni necessarie alla conoscenza dei problemi e alla varietà delle soluzioni possibili.

Un governo mondiale su basi federali, con organi locali, nazionali e internazionali, incaricati di preservare la sicurezza e la pace dei cittadini, di arrestare ogni violenza, usando preferibilmente le tecniche della nonviolenza.

Una società unita e solidale, che favorisca gli scambi umani, culturali ed economici, senza discriminazioni religiose, razziali, economiche e culturali.