Dossier sugli Stati Uniti: A scuola di Terrorismo, allievi e cattivi maestri



La rivista Missione Oggi, dei Saveriani di Brescia, ha pubblicato, sul
numero di Febbraio, un interessantissimo dossier sugli Stati Uniti.
Ve lo allego: è da leggere a tutti o costi.
Leggete e fate leggere: è bene che la gente sappia!
Una saluto
Aldo



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A SCUOLA DI TERRORISMO: ALLIEVI E CATTIVI MAESTRI
Il giorno stesso in cui gli aerei statunitensi e britannici cominciavano a
bombardare l'Afghanistan, il presidente Bush affermava che "qualsiasi
governo, se sponsorizza fuorilegge e assassini di innocenti, diventa esso
stesso fuori legge e assassino". Una posizione che non si può che
condividere. Basta che valga per tutti.

Da 55 anni, Washington ospita un campo di addestramento dal quale sono
usciti diplomati, ufficiali che nella loro carriera hanno certamente ucciso
molte più persone di quelle sepolte dal crollo delle Torri Gemelle. Fino al
gennaio del 2001, si chiamava "Scuola delle Americhe". Si trova a Fort
Benning, in Georgia. E' il centro d'addestramento americano più noto. Altri
150 sono sparsi sul territorio degli Stati Uniti e all'estero. Dalla Scuola
delle Americhe sono stati licenziati 60mila poliziotti, ufficiali e soldati
provenienti dai vari paesi dell'America latina. Dalle sue aule sono usciti
a pieni voti torturatori, omicidi, dittatori e terroristi di stato che
hanno attraversato la storia di quel continente (vedi box n.3).
Ora la Scuola è stata chiusa per essere immediatamente riaperta sotto altro
nome. Vi si insegna la pianificazione per le operazioni civili-militari, di
pace e antidroga, i soccorsi in caso di disastri, varie iniziative "a
favore dei diritti umani". Insomma, le stesse materie che venivano offerte
ai corsisti dalla vecchia Scuola delle Americhe.
Non è tutto. Nel '93, alcuni miliziani arabi della jihad erano stati
addestrati all'uso delle armi presso un'associazione di tiro a segno nello
stato del Connecticut. Tuttavia l'istruzione ufficiale e formale negli
Stati Uniti era stata avviata già dal 1980, sotto l'amministrazione Carter,
un anno dopo l'inizio della guerra degli afgani contro le truppe
sovietiche, che avevano invaso il paese. Alcuni ufficiali scelti dei
Berretti Verdi, veterani del Vietnam, diedero così inizio alle attività di
preparazione per la nuova guerra in Asia meridionale. A questo scopo,
esistevano alcuni centri di addestramento paramilitare: uno gestito
direttamente dalla Cia, a Camp Peary, che avrebbe svolto un ruolo
fondamentale nell'addestramento degli specialisti in terrorismo.
Ce n'erano poi altri, come Harvey Point, in North Carolina o Fort A.P.
Hill, in Virginia. In quest'ultimo, come anche a Camp Picket, sempre in
Virginia, i Berretti Verdi e la Marina statunitense prepararono gli
ufficiali dei servizi segreti pachistani e talvolta direttamente i
mujaheddin. In diversi casi, le tecniche lì acquisite sarebbero state
utilizzate dai fondamentalisti islamici egiziani e algerini dopo il ritorno
nei loro paesi dei veterani della guerra contro i sovietici, tra la fine
degli anni '80 e i primi anni '90. Così come alcuni degli allievi egiziani
dei centri di Camp Peary, Camp Pickett e Fort Hill, avrebbero a loro volta
addestrato i volontari in partenza per la jihad afgana.

Due pesi, due misure
Girato il vento della storia, le 'forze del male ", preparate
scrupolosamente sul territorio americano, avrebbero utilizzato le loro
conoscenze per colpire i loro vecchi maestri. Tuttavia Fort Berming o Fort
Bregg, Camp Peary o Camp Hill non sono campi di addestramento di al-Oaeda,
anche se ci assomigliano molto. Quindi nessun governo occidentale
democratico, coinvolto nella campagna "Libertà duratura", penserà mai di
far chiudere queste autentiche Università del terrorismo di stato
internazionale. Il terrorismo esiste solo quando è rivolto contro di noi, e
non quando è da noi utilizzato contro gli altri. Così i miliziani dell'Uck
quando si battevano contro i serbi, erano "combattenti per la libertà";
quando invece rivolsero le loro armi per le stesse ragioni contro la
Macedonia, alleata degli Usa, diventarono da un momento all'altro
terroristi assassini.
L'Anc (African National Congress) era per Washington un'organizzazione
terroristica, quando si batteva contro l'apartheid in Sudafrica; poi il suo
leader, Nelson Mandela, è diventato un Nobel per la pace e un capo di
stato. Per gli inglesi, terroristi erano quelli dell'Irgun, gruppo armato
ebraico; Begin, il comandante dell'organizzazione, in seguito è diventato
primo ministro israeliano. Ora, per Tel Aviv, i terroristi sono quelli
dell'intifada... Basta che cambi la contingenza storica e l'interesse
politico di parte, che uno si può trovare sulla lista nera e subito dopo
elevato a stimato statista. Eppure basterebbe così poco per fare chiarezza:
applicare anche per gli atti di guerra compiuti da Washington la
definizione che di terrorismo ne hanno dato i documenti statunitensi:
"L'impiego calcolato della violenza o della minaccia di violenza per
conseguire obiettivi di natura politica, religiosa o ideologica. Il tutto
compiuto per mezzo dell'intimidazione, della coercizione o con la
diffusione della paura". Se usassimo questa definizione, non potremmo non
denunciare come azioni terroristiche molte di quelle portate avanti dal
grande fratello d'oltreoceano. E' improbabile però che ciò avvenga.
Oggi l'imperativo è un altro: si deve dimenticare, anzi si deve far
dimenticare. Allora non fa scandalo, non suscita quella giusta indignazione
morale e politica che ci si potrebbe aspettare dall'opinione pubblica, la
proposta di legittimare la tortura, nel senso di inserirla come strumento
di indagine poliziesca, ovviamente contro i presunti terroristi.
Legittimarla, cioè dare veste legale ad una pratica che è stata e continua
ad essere ampiamente praticata da polizie di stato anche di governi
"democratici", forze armate paramilitari e gruppi criminali. Opinionisti,
avvocati, docenti universitari, ex agenti della Cia, politici americani -
dopo l'11 settembre - non hanno usato mezze parole. "E' ora di pensare alla
tortura"; ",La tortura è brutta, ma in certe circostanze può essere il male
minore". Su alcuni organi di stampa, si è ventilata l'ipotesi di poter
ricorrere a "misure di pressione", appunto fino alla tortura, nei casi in
cui si debbano avere informazioni utili a impedire nuovi attentati. Basta
seminare. Qualcosa si raccoglierà.

DIPLOMA DI PERFETTI ASSASSINI
Alcuni famosi diplomati della Scuola delle Americhe: il colonnello Lima
Estrada, responsabile dell'assassinio di Juan Gerardi, vescovo di Città del
Guatemala; Roberto D'Abuísson che a capo dei suoi squadroni della morte,
uccise il vescovo Oscar Romero; 19 dei 26 soldati che nel '89 massacrarono
i gesuiti di San Salvador; istruttori cileni della polizia segreta di
Pinochet; i dittatori argentini Viola e Galtieri, i panamensi Noriega e
Torríjos, il peruviano Alvarado e l'ecuadoregno Rodriguez, il capo di uno
squadrone della morte nel Perù; quattro dei cinque ufficiali che
comandavano un battaglione in Honduras che controllava le truppe
paramilitari; l'ufficiale comandante del massacro di Ocosigo, avvenuto in
Messico nel '94, agli inizi della rivolta zapatista.
Gli uomini istruiti alla Scuola delle Americhe sono oggi impegnati nella
guerra in atto in Colombia. Human Rights Watch, due anni fa, rivelò che
sette uomini provenienti sempre da Fort Benning, attualmente a capo di
gruppi paramilitari colombiani, hanno organizzato e diretto rapimenti,
sparizioni, omicidi e massacri. Nel febbraio del 2001, un altro militare
addestrato là è stato condannato per complicità nelle torture e uccisioni
di trenta contadini compiute dalle forze speciali di Bogotà.