Re: poveri noi!



Salve a tutt*,

glr, Domenica, 3 febbraio 2002 ore 15:53:45 +0100
ha scritto a tutt* in "Re: poveri noi!"
 >Il problema è che a Porto Alegre si ospita Golia ma si bandisce
 >Davide. Tutto qua. E andrei anche a vedere le singole responsabilità
 >tra Bush e il rapinatore solitario prima di emettere giudizi "equi" e
 >apparentemente eticamente "giusti". E distinguo la lotta di resistenza
 >dalla lotta d'aggressione, in armi o meno: non è questa la
 >discriminante di giustizia, anche se la comprendo come specifico
 >metodo tattico.

Il problema è che invece, queste sono opinioni del tutto pretestuose e
gratuite su un appuntamento che da fastidio a più di qualcuno. Sicuramente
ai signori del WEF ma anche ai nostalgici revanscisti di casa nostra,
abituati a parlare nel nome di masse sfruttate senza averne titolo né
meriti, dall'alto del loro ultraminoritarismo parolaio, come si evince
dalla solita email disinformatrice del Campo Imperialista e da questa
risposta di glr. Le fonti, cari "compagni", si citano !!
La questione delle delegazioni governative a Porto Alegre non sta in piedi,
è poco meno che uno scimmiottamento della propaganda mainstream. Mentre chi
sta nel movimento da sempre sa bene cosa valgono e quale lavoro c'è dietro
da parte di chi, in termini di coerenza, non deve prende lezioni da pochi
"autorappresentanti di area", che giocano la propria sopravvivenza politica
solo in ottica egemonica o sedicente tale. Queste cose le abbiamo già
sentite e viste. Sono state già sconfitte (per fortuna).
Oggi tocca imparare altre cose: ad esempio cosa si può apprendere da un
incontro dove esperienze e lotte diverse decidono di confrontarsi e trovare
soluzioni comuni, in maniera paritaria, non gerarchica, fuori dalla
dimensione rivendicativa di chi pone al centro del proprio "ombellico"
ideologico tutto il resto del mondo. E' uno sforzo di estrema dignità che
sta coinvogendo migliaia di donne ed uomini della terra.
Tutte cose che non possono cambiare di una virgola il fatto che questo sia
un movimento globale di resistenza, lotta e proposta, che ha assunto la
nonviolenza come principio di azione alla base dell'autorganizzazione
sociale, che non ha né leaders né linee di partito, che ha fatto
dell'intelligenza collettiva, dell'eterogeneità culturale e della capacità
di essere protagonisti plurali della narrazione umana principale, tra gli
altri, i valori fondante della propria azione e del proprio dispiegamento
contro un modello unico economico, sociale, militare ignobile ed assassino.
Il resto sono le conclusioni (irresponsabili), eticamente e politicamente
orientate dalla voglia di protagonismo di glr&soci

MT.