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Re: SULLA GUERRA: Dario Fò e Franca Rame
- Subject: Re: SULLA GUERRA: Dario Fò e Franca Rame
- From: "Fulvio Grimaldi" <bassottovic at libero.it>
- Date: Thu, 6 Dec 2001 11:42:38 +0100
Approvo questo scritto e ora me ne aspetto un altro sul mattatoio allestito da Israele in Palestina. Grazie. Fulvio Grimaldi ----- Original Message ----- From: "margherita" <margrita at libero.it> To: <pace at peacelink.it> Sent: Thursday, December 06, 2001 12:06 AM Subject: SULLA GUERRA: Dario Fò e Franca Rame > 2 Dicembre 2001 > > > Le bugie corrono veloci ma hanno le gambe corte > > E' sempre stato cosi'. Chi ha la nostra eta' si ricorda di come la > maggioranza dei mass media raccontavano la guerra del Vietnam. Ci > vollero decenni perche' la verita' venisse a galla. Dopo 30 anni perfino > Macnamara, che fu uno degli artefici della strategia militare, ha ammesso > che fu una guerra scellerata oltre che sostanzialmente inutile. Morirono 1 > milione di bambini e 4 milioni di adulti. > Attualmente, secondo i sondaggi, sono ancora il 93% gli statunitensi che > approvano la guerra in Afghanistan. > Ma gli ultimi sviluppi di questa guerra non possono che creare enormi > dubbi a una gran massa di persone. > In Afghanistan decine di migliaia di disperati stanno vagando, con pochi > vestiti addosso e nessun riparo di nessun tipo. Dormono per terra ai bordi > delle strade.. Milioni di persone sono in condizioni appena meno > disperate: hanno un telo o un po' di paglia e stracci per ripararsi > dall'inverno gelido. Nessuna reale azione di soccorso viene tentata per > salvare queste moltitudini dal gelo. Servirebbe impegnare mezzi logistici > enormi, armare un vero esercito di muratori, medici e sminatori e far > arrivare una teoria di camion carichi di cibo e indumenti. Ma salvare vite > umane non e' la priorita' dell'occidente. Miliardi di dollari vengono spesi > per le azioni di guerra. Al popolo afgano, che si dice di voler liberare, > vanno solo le briciole. > E poi c'e' la storia spaventosa delle migliaia di prigionieri linciati in > mezzo alla strada, torturati, fucilati a centinaia. Pare che nel carcere di > Mazar-i-Sharif ce ne fossero 600. Sono tutti morti. La versione ufficiale > parla di una rivolta di prigionieri armati. Ma molti, a partire dalla Croce > Rossa, dal responsabile dell'Onu per i diritti umani e da Amnesty > International chiedono a gran voce che venga aperta un'inchiesta. Il > ministro della guerra inglese ha gia' detto: non sognatevelo neanche! Gli > Stati Uniti non hanno nemmeno risposto. > A 'sto punto non c'e' nessuno che possa non vedere che gli Usa hanno > scelto di allearsi con i signori della guerra afgani che sono criminali > spietati che ben poco hanno da invidiare ai talebani. > Ed e' straordinario veramente il cinismo che dimostrano i sostenitori > dell'intervento armato a ogni costo: siamo costretti ad allearci con i > signori della guerra perche' non c'e' nessun'altro, a disposizione, da > lanciare contro i talebani. Sono un po' spietati, anzi sanguinari, ma non > pretenderete che si buttino in campo i nostri soldati?!? > Esattamente gli stessi argomenti che usavano negli anni '80 per > giustificare i rapporti della CIA con Bin Laden. > Ma, mentre ai tempi del Vietnam certe notizie ci mettevano anni per > arrivare, oggi le esecuzioni di massa e i linciaggi sono sotto gli occhi di > tutti. E questo ci da' la speranza che molti capiscano alla svelta quale > trappola mostruosa sia la guerra. > Non rispettare la vita dei prigionieri e' un atto di barbarie che non puo' > non ritorcersi contro l'Occidente che ha protetto i massacratori con > l'aviazione e non ha mosso un dito per impedire il macello. > Probabilmente questa caduta di immagine non l'avevano messa in conto. > E presumibilmente non avevano previsto neppure che ci fossero tante > illazioni sulle "altre" ragioni della guerra. Da giorni girano su internet > dossier assolutamente sconcertanti. Giovedi' Il Manifesto ha pubblicato > un lungo articolo di John Pilger, uno dei piu' prestigiosi giornalisti > britannici, che conferma nuovi pesanti sospetti sui retroscena della > politica estera di Bush. > Sostanzialmente si racconta che fin da luglio gli Usa stavano preparando > l'attacco all'Afghanistan, gia' allora previsto per gli inizi di ottobre. Lo > ha confermato l'ex ministro degli esteri pachistano, Niaz Naik e si dice > che Colin Powell, il segretario di stato, nello stesso periodo, abbia cercato > il sostegno per un attacco all'Afghanistan durante il suo viaggio in Asia > centrale. Sullo sfondo di questo progetto di guerra salta ancora fuori > l'oleodotto che nei progetti dei petrolieri amici di Bush deve attraversare > l'Afghanistan per portare gas e petrolio dalla Russia verso l'India e > l'Indocina. > Ed e' proprio sfortunato Bush perche' proprio in questi giorni e' > scoppiato in Usa lo scandalo della Enron, fino a ieri la settima azienda > Usa, grande multinazionale del petrolio e dell'energia, interessata > all'oleodotto afgano, grande finanziatrice di Bush. La Enron e' crollata in > borsa da 90 dollari a 40 centesimi. Si e' scoperto che sono pieni di debiti > e che gli amministratori hanno falsificato i bilanci per anni. Bella gente > questi dirigenti della Enron, da tempo erano accusati di aver complottato > per organizzare il catastrofico black out della California di un anno fa, > allo scopo di far aumentare il prezzo dell'energia elettrica (vedi La > Repubblica, 30 novembre pagina 42). > Cosi' possiamo serenamente sperare che piu' la guerra andra' avanti e > piu' la gente capira' quanto sia sporca oltre che assurda. > Qualcuno osservera' che quello dei pacifisti sembra un lavoro di Sisifo, > anni per convincere la maggioranza che la guerra del Vietnam era > sbagliata. E poi di nuovo dover cominciare da zero, a convincere i > ferventi patrioti, anche di sinistra, che questa guerra in Afghanistan si sta > risolvendo in un orribile scempio. > Ma ci sono invece buoni motivi per sperare in sviluppi futuri veramente > risolutivi. > L'opposizione alla guerra del Vietnam era infatti portata avanti da gruppi > che non erano veramente pacifisti. Eravamo contrari a quella guerra ma, > in gran parte, credevamo nell'esistenza di guerre giuste. > L'idea che la guerra, qualunque guerra, fosse sbagliata e inaccettabile, era > patrimonio di pochissimi. Quando si combatte contro una singola guerra e > non contro tutte le guerre non si crea una coscienza pacifista, si crea al > massimo la convinzione che QUELLA sia una guerra sbagliata. > Non si capitalizza niente. > E diamo ragione al Papa che ha ripetuto con straordinaria grinta: non > esistono guerre giuste ogni guerra e' orribile. > > Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo > > >
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