l'Universita' per la pace



FERMIAMO LA GUERRA - COSTRUIAMO UNA SOCIETA' SOLIDALE

Siamo in guerra. L'Italia è in guerra. Dopo dieci anni di coinvolgimento
crescente nelle avventure belliche scatenate dagli Stati Uniti e dalla
N.A.T.O. in Iraq, in Somalia e in Jugoslavia, le truppe italiane si
accingono a salpare alla volta dell'Afghanistan dove saranno impiegate
direttamente sul terreno in un conflitto che finira' per alimentare il
terrorismo, anziche' combatterlo, e causare enormi sofferenze alla
popolazione civile. Come in Iraq, Somalia e Jugoslavia - dove l'intervento
armato ha avuto effetti catastrofici (centinaia di migliaia di morti in
Iraq, la destabilizzazione definitiva della Somalia, la pulizia etnica e la
devastazione del Kossovo) in aperta contraddizione con lo scopo dichiarato
di tali operazioni.

Oggi si giunge a teorizzare la ''guerra infinita'', uno stato permanente di
mobilitazione armata contro un ''nemico'' indefinito, capace di
materializzarsi volta per volta, guarda caso, nei luoghi cruciali per il
controllo, lo sfruttamento e il trasferimento delle risorse energetiche del
pianeta. Un ''nemico'' che si anniderebbe nel cuore stesso delle nostre
societa' e la cui presenza viene evocata per giustificare un clima di
controllo, represssione ed erosione progressiva dei diritti e delle
garanzie, in linea con il disegno di criminalizzazione del dissenso e di
ogni forma di antagonismo sociale che si e' gia' espresso, in tutta la sua
violenza, nelle giornate di Genova.

E' questo, certamente, uno degli obbiettivi che si vogliono raggiungere
attraverso la teoria aberrante della ''guerra infinita'': mascherare,
attraverso un'insicurezza alimentata ad arte, l'insicurezza reale che nasce
dalla negazione dei bisogni piu' fondamentali: lavoro, sicurezza sociale,
istruzione, saluteŠ Consolidando un modello di societa' devastante, fondato
sulla precarieta', sulla segregazione, sull'esasperazione delle
disuguaglianze, sulla riduzione a merce di ogni aspetto dell'esperienza
umana. All'universita' questo processo ha subito un'accelerazione decisiva
con l'imposizione di una riforma che subordina totalmente didattica e
ricerca alle esigenze delle imprese. E l'Alenia, azienda leader nella
produzione di tecnologie di morte, diviene il partner privilegiato della
Sapienza.

Questo modello di produzione e consumo, fondato sul saccheggio sistematico
delle risorse del pianeta e sulla riduzione in schiavitu' di una parte
consistente della popolazione mondiale, puo' garantirsi qualche altro anno
di sopravvivenza solo grazie alla guerra. Opporsi alla guerra e a ogni
forma di sopraffazione e violenza e' indispensabile per aprire una
prospettiva diversa, di condivisione delle risorse, di convivenza delle
culture, di riduzione progressiva delle disuguaglianze, in un quadro di
libera circolazione delle persone e rispetto della dignita' di ogni essere
umano. Mobilitiamoci per la pace, al fianco dei migranti in lotta, dei
metalmeccanici che scioperano per il contratto e di tutti i soggetti
impegnati nella costruzione di una societa' ispirata a principi di
solidarieta' e uguaglianza.

Partecipiamo uniti al FORUM ANTILIBERISTA dell'8 e 9 novembre
(ex-Mattatoio, quartiere Testaccio) e alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE del 10
novembre (ore 15.00, piazza Esedra) contro la guerra e contro il W.T.O.

Comitato Universitario per la Pace - Roma