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l'Universita' per la pace
- Subject: l'Universita' per la pace
- From: Roberto Pignoni <pignoni at mat.uniroma1.it>
- Date: Thu, 8 Nov 2001 10:23:36 +0100
FERMIAMO LA GUERRA - COSTRUIAMO UNA SOCIETA' SOLIDALE Siamo in guerra. L'Italia è in guerra. Dopo dieci anni di coinvolgimento crescente nelle avventure belliche scatenate dagli Stati Uniti e dalla N.A.T.O. in Iraq, in Somalia e in Jugoslavia, le truppe italiane si accingono a salpare alla volta dell'Afghanistan dove saranno impiegate direttamente sul terreno in un conflitto che finira' per alimentare il terrorismo, anziche' combatterlo, e causare enormi sofferenze alla popolazione civile. Come in Iraq, Somalia e Jugoslavia - dove l'intervento armato ha avuto effetti catastrofici (centinaia di migliaia di morti in Iraq, la destabilizzazione definitiva della Somalia, la pulizia etnica e la devastazione del Kossovo) in aperta contraddizione con lo scopo dichiarato di tali operazioni. Oggi si giunge a teorizzare la ''guerra infinita'', uno stato permanente di mobilitazione armata contro un ''nemico'' indefinito, capace di materializzarsi volta per volta, guarda caso, nei luoghi cruciali per il controllo, lo sfruttamento e il trasferimento delle risorse energetiche del pianeta. Un ''nemico'' che si anniderebbe nel cuore stesso delle nostre societa' e la cui presenza viene evocata per giustificare un clima di controllo, represssione ed erosione progressiva dei diritti e delle garanzie, in linea con il disegno di criminalizzazione del dissenso e di ogni forma di antagonismo sociale che si e' gia' espresso, in tutta la sua violenza, nelle giornate di Genova. E' questo, certamente, uno degli obbiettivi che si vogliono raggiungere attraverso la teoria aberrante della ''guerra infinita'': mascherare, attraverso un'insicurezza alimentata ad arte, l'insicurezza reale che nasce dalla negazione dei bisogni piu' fondamentali: lavoro, sicurezza sociale, istruzione, saluteŠ Consolidando un modello di societa' devastante, fondato sulla precarieta', sulla segregazione, sull'esasperazione delle disuguaglianze, sulla riduzione a merce di ogni aspetto dell'esperienza umana. All'universita' questo processo ha subito un'accelerazione decisiva con l'imposizione di una riforma che subordina totalmente didattica e ricerca alle esigenze delle imprese. E l'Alenia, azienda leader nella produzione di tecnologie di morte, diviene il partner privilegiato della Sapienza. Questo modello di produzione e consumo, fondato sul saccheggio sistematico delle risorse del pianeta e sulla riduzione in schiavitu' di una parte consistente della popolazione mondiale, puo' garantirsi qualche altro anno di sopravvivenza solo grazie alla guerra. Opporsi alla guerra e a ogni forma di sopraffazione e violenza e' indispensabile per aprire una prospettiva diversa, di condivisione delle risorse, di convivenza delle culture, di riduzione progressiva delle disuguaglianze, in un quadro di libera circolazione delle persone e rispetto della dignita' di ogni essere umano. Mobilitiamoci per la pace, al fianco dei migranti in lotta, dei metalmeccanici che scioperano per il contratto e di tutti i soggetti impegnati nella costruzione di una societa' ispirata a principi di solidarieta' e uguaglianza. Partecipiamo uniti al FORUM ANTILIBERISTA dell'8 e 9 novembre (ex-Mattatoio, quartiere Testaccio) e alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE del 10 novembre (ore 15.00, piazza Esedra) contro la guerra e contro il W.T.O. Comitato Universitario per la Pace - Roma
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