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R: Come Grimaldi parla di Gandhi
- Subject: R: Come Grimaldi parla di Gandhi
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Thu, 1 Nov 2001 08:55:20 +0100
Signor Grimaldi, io non La conosco. Ma leggendo che mette insieme Gandhi e il Dalai Lama con Marco Pannella, il quale non somiglia neppure lontanissimamente ai primi due, ma ne abusa (e Lei cade nell'effetto di quell'abuso), e soprattutto che mette tra i "fasulloni" (vuol dire figure molto false?) un uomo come Gandhi, la cui opera darà ancora frutti a beneficio dell'umanità quando noi saremo da secoli nell'oblio degli uomini (non di Dio), allora capisco che Lei non sa di cosa parla, e ciò mi fa dubitare fortemente di tutti gli altri Suoi argomenti. Rispettosi saluti Enrico Peyretti P. S. - E perché non si firma col Suo nome? ---------------- ----- Original Message ----- From: Fulvio Grimaldi <bassottovic at libero.it> To: <pck-pace at peacelink.it> Sent: Wednesday, October 31, 2001 10:33 PM Subject: Re: Grimaldi che ci dici di Telecom Serbia non Bombardata? > Telekom è stata risparmiata per la parte gestita da Telecom Italia... Quanto > agli arricchimenti del patriota, non cadere nella trappola degli sterotipi > applicati a tutti i nemici dell'imperialismo. Nessuno ha potuto provare o > trovare il "tesoro" di Milosevic. La famiglia Milosevic possiede una casa in > costruzione a Belgrado e, nel frattempo, sta in una residenza assegnatale > dal governo. Il tesoro di Milosevic sta nella Jugoslavia ricostruita in un > anno dopo 78 giorni di bombardamenti e in pieno embargo. L'uomo non ha mai > avuto altro che il suo stipendio di uomo di Stato, lo hanno ammesso gli > stessi quisling oggi messi al potere dai dollari USA. > Quanto alle milizie serbe, erano l'estrema, inevitabile difesa delle > comunità serbe cui il complotto spartitorio imperialista e il nazionalismo > etnico di croati, bosniaci , sloveni e albanesi aveva riservato un futuro di > minoranze emarginate e perseguitate in nuovi stati non da loro scelti. Con > la loro difesa, Milosevic finanziava la difesa dello stato più tollerante, > multietnico, multiregioso e democratico d'Europa. Il resto sono balle come > quelle che dovrebbero oggi inquietarti sugli scopi della "guerra al > terrorismo". > Infine, per il tuo sbigottimento, ritengo con te che Milosevic non meriti > per nulla la definzione di non-violento, come non la merito e non l'apprezzo > io che mi irrito a sentire disarmare i partigiani antichi e futuri. C'è una > bella differenza tra non-violento (solitamente psicologicamente > violentissimo) e anti-violenza. Lascia la nonviolenza a fasulloni come > Ghandi, Dalai Lama e Marco Panella. > iao, Bassotto. > ----- Original Message ----- > From: "Pietro Reynaud" <reynaud at inwind.it> > To: <pck-pace at peacelink.it> > Sent: Tuesday, October 30, 2001 10:49 AM > Subject: Grimaldi che ci dici di Telecom Serbia non Bombardata? > > > > Caro Grimaldi, > > ho sempre apprezzato il tuo modo di fare giornalismo di trincea, e ho > > sempre provato simpatia per la modalità con cui presentavi i tuoi servizi, > > sempre graffianti ma velati dall'ironia, aiutato in questo dalla presenza > > del tuo fido bassotto , penso perciò che anche la tua ultima debba essere > > letta attraverso le lenti dell'ironia. > > Capisco benissimo che tu parli in prima persona, per esperienze e persone > > conosciute personalmente, e come sia difficile provare con documenti cose > > successe in periodi di guerra in cui si badava poco a documentare gli > > "orrori", (solo i nazisti, forse, sono arrivati a raggiungere livelli così > > bassi, di documentare, cioè, tutti gli orrori). > > Io, personalmente, ho conosciuto molti "Rom Kossovari" rifugiati in > Italia, > > e qualche cosa ho potuto capire parlando con loro. > > Che Milosevich non fosse il nuovo Hitler lo possono capire tutti, che però > > sia un eroe della democrazia, un partigiano della pace ed un martire della > > nonviolenza (questultima non l'ha detta nemmeno tu) ... è difficile da > > credere. > > Si potrebbe allora dire che sia stato un patriota? > > Mi rimane difficile credere che un patriota finanzi miliziani della sua > > etnia per combattere altri suoi compatrioti (di altre etnie), invece di > > utilizzare la polizia, le leggi, i parlamenti e le varie istituzioni > > democratiche che, bene o male, in Yugoslavia esistevano. > > Mi rimane difficile credere che un patriota accumuli ricchezze personali, > > approfittando della sua posizione politica. > > Che poi l'UCK sia formato da farabutti, che hanno approfittato > > dell'appoggio americano per fare i loro sporchi comodi, e non abbiano mai, > > dico mai, difeso il loro popolo, quello di cui si dichiaravano i > > liberatori, è un'altra sacro santa verità ... ma le guerre, si sa, sono > > sempre roba sporca ed i ratti ci sguazzano nella Merda! I > > > > Se sei arrivato fino a qua senza inc... troppo, vorrei farti una domanda. > > Nell'ultimo numero di Mosaico di Pace, Gianni Novelli racconta del suo > > ultimo viaggio nei Balcani e dice che il grattacielo della Telecom Serba > > non ha mai cessato di funzionare durante i Bombardamenti, e che è ancora > > intatto. In effetti anche io mi ricordo il bombardamento alla torre della > > TV, la fuga dei giornalisti e la morte dei tecnici, ma non ricordo che si > > sia mai parlato della Telecom Serba. > > Le questioni che ti pongo sono quindi due: I Bombardamenti non erano stati > > utilizzati anche per interrompere le comunicazioni (tra cui le > > telefoniche, suppongo) in Serbia? Qualcuno ha mai scritto a proposito di > > Telecom Serbia e Bombardamenti? > > > > paceebene Pietro > > > > > > At 20:53 2001.10.29., you wrote: > > >Rispondo con la brevità che la lettera richiede. Capisco il fascino che > un > > >predicatore della non-violenza suscita nei seguaci nel momento in cui i > > >suoi amici si apprestano e portano a termine la più brutale e sanguinosa > > >frantumazione di una nazione multiculturale effettuata dopo la seconda > > >guerra mondiale e programmata, pianificata, organizzata e armata da un > > >feroce nazionalismo imperialista. > > >Vedi questi per me sono dati "oggettivi", e lo sono proprio, per > > >riconoscimento degli stessi autori dei delitti. Avere perplessità e poi > > >"simpatie umane" per l'UCK quando queste soldataglie delle grandi > famiglie > > >mafiose schipetare, già allora narcotrafficanti agli occhi di chiunque > > >volesse vedere, fin dagli anni '80 perpetravano pogrom e "assassini > mirati" > > >di magistrati, professori, medici, poliziotti serbi, riportati da tutta > la > > >stampa mondiale, indica un davvero intens pcifismo, anche etico. Passare > > >con disinvoltura sulla costituzione violentissima di uno Stato leghista > > >paralello, senza legittimazione democratica, etnicamente pulito ( a > > >sabotaggio di strutture pubbliche plurietniche), finanziato dal bandito > > >internazionale della speculazione finanziaria George Soros e organizzato > > >dalla signora Maria Teresa di Calcutta, nota per i tuguri in cui > ricoverava > > >i malati indiani, "fortunati perchè poveri", per le amicizie con i > dittatori > > >centroamericani finan ziatori delle sue campagne antiabortiste, è > un'altra > > >grossa prova di non-violenza, etica. > > >Tutto questo è oggettivo. > > >Oggettiva sarà anche la tua buonafede nel ritenere innocente chi si > impegna > > >a fondo a sostenere i prodromi di una guerra civile funzionale ai > > >bombardamenti Nato. > > >Ma sicuramente non è verità oggettiva il tuo racconto del Kosovo-Methoja- > > >E non è per niente oggettiva la definizione di Milosevic come > "criminale". > > >Tanto che metà del mondo non a guida USA ritiene il presidente jugoslavo > un > > >difensore della Patria e della democrazia (oggi scomparsa), un nemico > > >dell'imperialismo, una persona onesta. Tanto che oggi si trova, non in > cima > > >a una cattedra, ma nel carcere di un tribunale la cui procuratrice ha > > >affettuosamente inneggiato a Madeleine Albright come "madre del Tribunale > > >dell'Aja". > > >Che le tue verità possano essere equilibrate come il tuo stile. > > >Fulvio. > > >----- Original Message ----- > > >From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it> > > >To: <pck-pace at peacelink.it> > > >Sent: Monday, October 29, 2001 10:41 AM > > >Subject: R: Incontro con il Prof. Alberto l'Abate > > > > > > > > > > Bravo Paolo! Hai scritto cose giuste in difesa di un uomo giusto come > > > > Alberto. Mi associo. > > > > E' inspiegabile e sconcertante che una persona come Grimaldi, che > vorrebbe > > > > agire per la pace, calunni un uomo di pace e gli attribuisca simpatie > per > > >la > > > > violenza. > > > > Enrico Peyretti > > > > peyretti at tiscalinet.it > > > > enrico.peyretti at tin.it > > > > > > > > ----- Original Message ----- > > > > From: paolo nerozzi <di14907 at iperbole.bologna.it> > > > > To: <pck-pace at peacelink.it> > > > > Sent: Sunday, October 28, 2001 6:09 PM > > > > Subject: Re: Incontro con il Prof. Alberto l'Abate > > > > > > > > > > > > > Cara lista, > > > > > credo che sarebbe stato più giusto inviare questa lettera > direttamente a > > > > Fulvio Grimandi senza dover intasare la mailing-list con una > discussione > > > > povera e senza senso. Quindi se vedete tutta questa storia molto > puerile > > > > (non dico solo per Fulvio, ma credo anche per me che non riesco a non > > > > > scrivergli), vi consiglio di non perdere tempo a leggerla e > cancellatela > > > > direttamente. > > > > > La invio in mailing list per quelli che magari sono stati toccati > dai > > > > discorsi di Fulvio e si chiedono se tutto quello che lui ha scritto > sia > > > > vero. > > > > > Ciao, paolo. > > > > > --------------------------------------------------- > > > > > > > > > > Ciao Fulvio, > > > > > > > > > > > Piuttosto che esprimere il tuo leggittimo, per quanto un po' > mistico > > > > > > attaccamento a L'Abate, avresti potuto confutare quanto ho > scritto. Ma > > > > so > > > > > > che non puoi. E dunque ti tappi gli occhi, le orecchie e il naso. > > > > > > > > > > non riesco a capire perché ho dato l'impressione della mala fede. > > > > > Se ci conoscessimo e ci fossero stati tra noi delle esperienze di > > >sfiducia > > > > reciproca allora capirei maggiormente la tua diffidenza, ma perché sei > > >così > > > > convinto che le mie parole scritte siano per tapparmi gli occhi? > perché > > >dato > > > > che io ho un pensiero diverso dal tuo, sono per te in mala fede? > > > > > C'é da dire poi che non stiamo parlando di una divergenza di idee ma > di > > > > considerazioni su una persona! > > > > > Ciò che scrivi sono accuse pesanti. é come se io ora che non ti > conosco > > > > dicessi che tu sei un seguace della Nato e dell'Uck. Un tuo amico mi > > > > risponde (non accusandomi a sua volta di essere un calunniatore) > dicendomi > > > > che lui ti vede diversamente, che lui ti conosce da amico e che quello > che > > > > sto > > > > > dicendo é sbagliato. Ora io alla risposta del tuo amico gli dico che > lui > > >é > > > > in mala fede. La cosa bella é che direi queste cose di te e al tuo > amico > > > > senza conoscere bene nessuna delle due persone. Allora da che cosa mi > sto > > > > facendo questo mio castello di carta? Da quale congettura strana > > >particolare > > > > > riuscirei a pensare che avrei due persone davanti da me losche e a > dir > > > > poco mafiose? > > > > > > > > > > Le cose che scrivi sono molto pesanti, sono cose che diffamano una > > > > persona. sarebbe per me troppo facile ora riaccusare te di > un'operazione > > >di > > > > diffamazione, di distruggere l'onestà di una persona e denigrarti allo > > > > stesso modo, (anche se ciò che hai scritto sembra che vada più in > questa > > > > direzione che > > > > > in altre). Voglio invece cercare di capire perché hai questa idea > > > > distruttiva nei confronti di Alberto. Ti confesso che non é semplice > > >andare > > > > avanti su questo piano. Sarebbe più facile confrontarci su un pensiero > che > > > > non coinvolga una persona quasi come se fosse la pallina del ping > pong. E' > > > > per > > > > > questo motivo che per me questa sarà l'ultima lettera > sull'argomento. > > >Dopo > > > > puoi rispondermi come vuoi, ma se il confronto non si sposta dalla > persona > > >a > > > > quello che é sucesso in Kossovo, non risponderò più. Per me (e penso e > > >spero > > > > anche per te) le persone non sono palline da ping pong! > > > > > > > > > > La prenderò un po' larga perché penso che dobbiamo fare uno sforzo > per > > > > conoscerci un po'. > > > > > Fino allo scoppiare del cft in jugoslavia avevo idee sulla pace > tutte > > > > dirette verso la Nato, contro i "comunisti che mangiano bambini", . le > > > > "sante" armi che servono per difenderci, ecc. > > > > > C'é chi con la guerra in jugoslavia ha perso il suo pensiero e > azione > > > > pacifista e chi come me l'ha invece incominciato a trovare. In quegli > anni > > > > mi ritrovai a leggere un libro che spiegava che cosa stava succedendo > in > > > > Kossovo. Pensai subito che quello era il luogo dove dovevo impegnarmi: > la > > > > guerra > > > > > in jugoslavia é nata in Kossovo, ma la guerra si combatteva in > Croazia e > > > > Bosnia, mentre in Kossovo la gente resisteva con la lotta non armata. > poi > > > > per alcuni quella era nonviolenza. In quel periodo ritenevo importante > > > > impegnarmi per il Kossovo appunto per aiutare un fronte dove la gente > > >stava > > > > > cercando di lottare senza le armi. Poteva essere un segnale diverso > in > > > > tutta la crisi Jugoslava. > > > > > Quindi entrai all'interno della campagna Kossovo dove trovai tra gli > > >altri > > > > Alberto L'Abate. Io ero quello più esterno che stavo ad ascoltare, non > > >avevo > > > > alcuna esperienza in merito, mentre dentro al gruppo c'erano persone > che > > > > avevano già fatto dei viaggi in Kossovo che avevano esperienze in zone > di > > > > > guerre, in altre passate campagne. > > > > > La campagna nacque nel '93, quindi in tutto questo tempo si é > cercato di > > > > lavorare tanto. Dico cercato, perché non penso che qualcuno abbia la > > > > bachetta magica. > > > > > Credo che qualsiasi nostro impegno dobbiamo vederlo sempre come un > > > > cercare, senza avere delle certezze su risultati miracolosi, il nostro > > >fare > > > > non deve essere quello del presuntuoso che senza di lui non si fa > niente. > > > > Questa é anche tra l'altro l'approccio che sencondo me ha Alberto (e > come > > > > credo > > > > > che abbiano tante persone, io non ti conosco ma magari qualche tuo > amico > > > > mi direbbe la stessa cosa di te) non si é mai posto con un > atteggiamento > > >di > > > > presunzione, del sapere a priori cosa fare, del senza di lui non si va > > > > avanti,. anche se bisogna essere onesti Alberto é stato uno dei > pilastri > > > > > dell'azione della campagna Kossovo, era un riferimento per come > agire, > > >ma > > > > questo lo sentivamo noi, lui non si é mai messo in questo > atteggiamento. > > > > > All'interno degli incontri della campagna si parlava molto > schiettamente > > > > dei problemi e non ci si nascondevano dubbi o incertezze - come del > resto > > > > succede in tutte le riunioni di qualsiasi movimento. Che ricorda io > l'Uck > > >si > > > > é incominciato a sentirne parlare sporadicamente dopo gli accordi del > '95. > > > > > Il quadro completo come l'abbiamo oggi di quegli avvenimenti allora > non > > > > l'avevamo. E' normale questo tutti i fatti commentati a caldo sono > diversi > > > > da quelli commentati dopo un po' di tempo. Con il tempo hai più > notizie, > > >hai > > > > più elementi da confrontare. Così é per esempio con la guerra di oggi. > Gli > > > > > elementi che abbiamo ora sono sufficienti per dichiarci contrari > alla > > > > guerra, ma dopo la fine avremo ancora più elemnti e il quadro sarà > ancora > > > > più completo. Così anche su l'Uck é stata una scoperta man mano che > gli > > > > avvenimenti si sviluppavano. > > > > > L'Uck é sempre stata condannata dalla campagna Kossovo, nessuno si é > > > > espresso in suo favore e ne tanto meno Alberto. Anche all'interno > delle > > > > riunioni possono esserci stati mille dubbi su come valutare gli > > >avvenimenti, > > > > ma mai c'é stao un dubbio sul condannare chi imbracciava le armi. > Comunque > > > > fosse > > > > > costituita l'Uck (sia di un sincero esercito di liberazione, sia un > > > > esercito manovrato dagli Usa, ecc) é sempre in antitesi con l'agire > della > > > > nonviolenza e quindi non condivisibile. > > > > > Prima che degenerasse avevamo più volte fatto presente che si stava > > > > creando uno spostamento dell'opinione pubblica kossovaro-albanese > dalle > > > > posizioni della politica dello stato parallelo alla simpatia per > l'Uck. > > > > > E qui non voglio entrare nel merito degli errori fatti dalla politca > > >delle > > > > varie diplomazie della comunità internazionale. Credo che su questo > saremo > > > > solo a ripeterci cose condivise e risapute. > > > > > > > > > > La condanna all'Uck, non significa che all'interno ci fossero solo > > > > mafiosi, gentaglia ecc. > > > > > Quando esplose il problema febbraio-marzo 98 ci sono stati ad > esempio > > > > anche degli studenti che magari si erano impegnati nelle > manifestazioni > > > > nonviolente che si convinsero che la nonviolenza era passiva e > andarono > > > > sulle montagne a combattere. Ciò non significa sconfessare che l'Uck > non > > > > fosse poi > > > > > pilotata da finanziamenti che bla, bla, bla, ma significa che in un > > > > sistema di ingiustizie dove vivono grandi interessi di parte posso > > > > tranquillamente essere strumentalizzati tanta gente onesta. > > > > > Non può essere così anche per qualche Kamikaze islamico? > > > > > Probabilmente hai sentito parlare Alberto della complessità della > > > > situazione e magari ti é rimasto impresso l'aspetto delle persone > > > > (chiamiamole così, non mi piace assolutamente il termine che sto > pensando) > > > > "umane" che si ritrovavano all'interno dell'Uck. > > > > > > > > > > Altro fatto magari che può averti insospettito é il fatto che la > > >campagna > > > > fin dall'inizio può aver dato l'impressione di parteggiare per i > > > > Kossovari-albanesi. Ci sono cose oggettive che non possono divenire > > > > soggettive. Una di queste era appunto il fatto che la popolazione > > > > Kossovara-albanese era > > > > > tenuta dal 90-91 in uno stato di apartheit (sicuramente l'ho scritto > > >male, > > > > ma ci siamo capiti). Questo era un fatto che andava detto, come andava > > >detto > > > > che il regime di milosevic era un regime criminale. > > > > > Dire queste cose oggettive non significa che si vuole accusare la > > > > popolazione Kossovara-serba di essere criminale, e la popolazione > > > > kossovaro-serba di non essere lei stessa schiacciata dall'oppressione > del > > > > regime e dagli stessi risentimenti che potevano avere i > > >Kossovari-albanesi. > > > > > > > > > > Caro fulvio, > > > > > mi dispiace non andare avanti ma non ce l'ha faccio, mi sembrano > cose > > > > molto ovvie. Non sono mai stato bravo in italiano e per me scrivere é > > >sempre > > > > un impresa un po' "faraonica". Sto dicendo cose molto scontate e non > vedo > > >il > > > > motivo per andare avanti ulteriormente anche sul discorso Nato. Puoi > > > > > immaginarti la posizione che ha avuto la campagna. > > > > > Dico solo un ultima cosa. se Alberto fosse un tipo come l'hai > descritto > > >tu > > > > allora non vedo il motivo perché un tipo così dedicava due anni della > > > > propria cariera universitaria a stare (insieme a sua moglie Annaluisa) > in > > > > Kossovo e girare tra il Kossovo, Belgrado e L'Italia, quando nessuno > > >sapeva > > > > che > > > > > cos'era il Kossovo. Non vedo perché nel passato si é persino fatto > > > > processare per i missili a comiso, quando dovrebbe essere una persona > > > > favorevole alla Nato. Non vedo il motivo per cui si é fatto pignorare > > >dalla > > > > finanza perché non ha voluto dare i soldi delle tasse allo stato e poi > > > > dovrebbe essere > > > > > favorevole all'uso delle armi. Non vedo il motivo per cui ora ha > > >lavorato > > > > per mettere in piedi il primo corso di laurea in operatori di pace, > > >cercando > > > > di inserire dentro al mondo universitario tutti i vari contenuti a noi > > >cari > > > > e poi dovrebbe essere un guerrafondaio. > > > > > > > > > > Ciao, paolo nerozzi. > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Bassotto > > > > > > ----- Original Message ----- > > > > > > From: "paolo nerozzi" <di14907 at iperbole.bologna.it> > > > > > > To: <pck-pace at peacelink.it> > > > > > > Sent: Saturday, October 20, 2001 11:40 AM > > > > > > Subject: Re: Incontro con il Prof. Alberto l'Abate > > > > > > > > > > > > > E' un periodo che ho veramente poco tempo, e non riesco a > interagire > > > > per > > > > > > via telematica, ma a questo messaggio dovevo rispondere. > > > > > > > E' triste leggere queste parole su Alberto L'Abate. > > > > > > > Se c'é un persona che appunto mi ha insegnato a cambiare idea su > > >Nato, > > > > > > guerra, sul capire la forza della nonviolenza sia come filosofia > che > > > > come > > > > > > strategia. questa é appunto Alberto L'Abate. > > > > > > > Sono troppo giovane per aver conosciuto Aldo Capitini, ma se ora > > >posso > > > > > > immaginarmi questa figura anche nel suo aspetto di umiltà e non > > > > arroganza di > > > > > > chi come professore a volte diventa é appunto anche grazie a > conoscere > > > > > > figure come Alberto L'Abate che ne é stato un suo ragazzo. > > > > > > > Non voglio qui ricordare come Alberto L'Abate spende > quotidianamente > > > > la > > > > > > sua vita perché basta conoscerlo per capire quanto siano assurde > le > > > > parole > > > > > > scritte contro di lui. > > > > > > > Ciao, paolo nerozzi. > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > Fulvio Grimaldi wrote: > > > > > > > > > > > > > > > Nell'elenco dei meriti del L'Abate c'è una dimenticanza: il su > o > > > > totale, > > > > > > > > incondizionato e perenne appoggio alla fanteria NATO, > > > > narcotrafficante > > > > > > ed > > > > > > > > etnopulitrice, chiamata UCK e oggi in Macedonia come ieri in > > > > Jugoslavia > > > > > > > > operativa, con tagliagole formati e inviati da Bin Laden, al > > > > servizio > > > > > > della > > > > > > > > strategia USA di frantumazione di stati e popoli multietnici e > > > > > > > > multiculturali, nonchè di creazioni di enclavi etnicamente > pure, > > > > > > premiate > > > > > > > > con licenze di narcotraffico e di amministrazione mafiosa. > > > > > > > > Bassotto. > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > >
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