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berlusconi, G8, la guerra
- Subject: berlusconi, G8, la guerra
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Wed, 26 Sep 2001 16:45:06 +0200
Ho capito bene? Berlusconi a Berlino - GR1 delle 13 di oggi mercoledì 26 - ha insinuato una "strana coincidenza" tra i contestatori dei G8, che "colpevolizzano l'Occidente dall'interno" criticando il mondo ricco, e i terroristi mondiali. Insomma, la quinta colonna del famoso Bin Laden. Sì, ho capito bene, perché ho riascoltato le sue parole al GR3 delle 13,45. Questo minaccioso terrorismo-anti-terrorismo dice tutta la qualità dell'uomo, che è a livello degli "inconvenienti" (che sarebbero la fame nel mondo e le terribili diseguaglianze tra i popoli) di cui parlò a Genova pochi minuti dopo la morte di Carlo Giuliani. Allora, noi diciamo a Berlusconi: la critica non è un crimine, ma un contributo, mentre il crimine dei terroristi non è una critica, ma una imitazione delle gravi violenze strutturali che ci sono nel mondo, causa di ben più vaste stragi taciute e occultate, non visibili come l'attacco alle torri di New York Poi Berlusconi si è detto certo della "superiorità della nostra civiltà". Quale? Quella della ricchezza e del consumo debordante come obiettivo di vita? Oppure quella dell'umanesimo, della tolleranza positiva che stima i valori delle altre civiltà, quella del primato della cultura e della politica sull'economia, quella dei diritti umani di tutti, che escludono schiavitù, sfruttamento, diseguaglianze offensive? Quale dei due volti dell'Occidente egli vanta? La certezza della propria superiorità e il rifiuto della critica sono una forma di totalitarismo - noi abbiamo tutto ! - che è una dichiarazione di guerra culturale. Allora, noi diciamo ancora a Berlusconi: abbiamo sofferto forse più di lui le stragi negli Usa e soffriamo certamente più di lui l'ipotesi di una guerra che non sarà "chirurgica" ma fomentatrice di nuovo odio, dolore, distruzione, pericolo. Infatti, noi nonviolenti, alla scuola di Gandhi, Capitini, Luther King, Badshah Khan (il Gandhi musulmano), e delle reali esperienze storiche ispirate da loro, escludiamo dall'orizzonte umano tanto la violenza diretta - come le stragi di stato (la guerra) e le stragi del terrorismo privato - quanto la violenza strutturale (il dominio economico) e la violenza culturale (civiltà superbe e arroganti). Il dialogo tra tutti gli stati, i popoli, le civiltà, le religioni è l'unica via d'uscita, per togliere pretesti e manodopera disperata ai manovratori di terroristi, chiunque essi siano, per qualunque obiettivo. Odiare non si deve, mai. E neppure farsi odiare. La guerra è impotenza, incapacità politica, somma incivilltà, scimmiottatura senza alcuna creatività, scorciatoia stolta, semplificazione assurda di nodi molto complessi, cecità folle e disastrosa, sommo crimine. E' sempre ingiusta, mai risolutiva. Enrico Peyretti peyretti at tiscalinet.it enrico.peyretti at tin.it
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