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R: nuclear madness
- Subject: R: nuclear madness
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Tue, 25 Sep 2001 16:14:33 +0200
Bisogna che questi ottimi giuristi preparino la denuncia penale nei confronti del governo e di chiunque sosterrà l'eventuale decisione italiana di partecipare alla guerra, per le ragioni dette qui. Enrico Peyretti peyretti at tiscalinet.it enrico.peyretti at tin.it ----- Original Message ----- From: tom <lau at elledi.it> To: <pck-pace at peacelink.it> Sent: Tuesday, September 25, 2001 3:23 PM Subject: nuclear madness > IALANA - ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI GIURISTI CONTRO LE ARMI NUCLEARI > MEMBRO : INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LAWYERS AGAINS NUCLEAR ARMS > > > > Dichiarazione stampa > L'Associazione Italiana contro le Armi Nucleari di fronte allo sviluppo > politico internazionale esprime le sue profonde preoccupazioni. Il fatto > che in un attacco terroristico contro New York migliaia di persone inermi > hanno perso la loro vita, impone per se stesso un necessario momento di > riflessione. > L'importanza di verificare la responsabilità di questi atti criminali non > ha bisogno di essere ripetuta; ed altrettanto in questo contesto la > solidarietà con il popolo americano e il reciproco sostegno di tutti gli > Stati civili. > Si deve comunque ricordare all'USA e alla NATO che anche questo terribile > attacco all'incolumità del centro del commercio internazionale non > giustifica atti di rappresaglia nei confronti di altri paesi e della loro > popolazione inerme. > Le ultime notizie da parte del Pentagono, il quale ha invitato il > Presidente degli Stati Uniti a utilizzare le armi nucleari nei confronti > dei presunti terroristi islamici, spinge la IALANA Italia a chiedere con > urgenza al Governo Italiano nonché a tutti gli altri Governi europei di > ritrovare la strada della legalità. Già la dichiarazione della NATO di > trovarsi in uno stato di guerra secondo l'art. 5 del Trattato > Nordatlantico suscita notevole perplessità. > "La guerra è una controversia tra due o più stati con le loro forze armate, > con lo scopo di vincere l'uno sull'altro e di imporre condizioni di pace > secondo il compiacimento del vincitore" come definito da uno dei più > importanti commentatori del diritto internazionale, Lassa Oppenheim. Un > attacco terroristico comunque non è un atto di guerra o il casus belli che > potrebbe giustificare l'applicazione dell'art. 5 del Trattato NATO, salvo > in un senso metaforico. Pertanto un tale attacco non può giustificare che > uno Stato prenda misure di guerra contro un altro Stato come risposta a > questo attacco, a meno che quest'altro non abbia assunto la sua > responsabilità o tale sarebbe indubbiamente constatato. Fino ad oggi non è > stato provato da parte del Governo americano che l'Afghanistan, che è nel > mirino delle armate americane, abbia la responsabilità per la tragedia di > Manhattan. Nel senso del diritto internazionale non è sufficiente, che uno > Stato abbia dato supporto, tollerato o ospitato un terrorista, per poter > iniziare una guerra. L'Arabia Saudita si è rifiutata fino ad oggi di > consegnare 11 presunti terroristi, i quali sono sospettati di avere > organizzato nel 1996 l'attacco terroristico al Khobar Towers nel quale sono > stati uccisi 19 soldati americani e 370 sono stati feriti. Nello stesso > modo la Svizzera si è rifiutata di consegnare all'Italia Licio Gelli , che > era sospettato di aver ordinato l'attacco terroristico contro la stazione > di Bologna, nel quale sono morte 82 persone. Uno recente studio fatto dal > servizio di ricerca del Congresso Americano sostiene, che il presunto > organizzatore dell'attacco a Manhattan, Osama Bin Laden, ha delle basi e > collegamenti organizzativi in 37 paesi del Medio-Orient, Europa e > Nordamerica. E' evidente l'assurdità da parte della NATO, di dichiarare la > guerra a tutti questi paesi. > L'uso stesso delle terminologie di guerra ha gravi conseguenze, sia al > livello psicologico, sia al livello legale. Psicologicamente il Governo > americano incita i normali e civili cittadini americani, di mutare il > loro lutto impotente in uno sfogo razziale, pieno di sete di sangue. Al > livello legale la dichiarazione di guerra, sia all'interno dello Stato, sia > nel suo rapporto internazionale, comporta un'abrogazione e sospensione di > vari diritti civili, molto più ampia di quanto fosse in uno stato di > emergenza nazionale. Alla dichiarazione di guerra ed alle seguenti misure > ed atti da parte di uno Stato segue indubbiamente il diritto dello Stato > offeso di auto-difendersi. Infatti l'Afganistan, attualmente rappresentati > dai Taliban, ha già dichiarato la Guerra Santa in difesa del suo regime. In > mancanza di un sistema di missili intercontinentali ecc., i guerrieri > talibani possono essere adesso facilmente convinti nella loro precarietà, > di utilizzare atti terroristici nei confronti degli Stati Uniti e i paesi > della Nato. Il ciclo di violenza nel nome della Giustizia Infinita e della > Guerra Santa si è già creato. In questo ciclo vizioso l'annuncio da parte > del Governo americano di voler utilizzare armi nucleari tattiche è un > ulteriore impulso, ad aumentare la tensione internazionale; è un ulteriore > passo di non-ritorno verso un conflitto con milioni di vittime innocenti, > militari e civili. > Tale minaccia è anche illecita. > La Corte Internazionale di Giustizia nella sua decisione del 8.7.1996, > Reg.Gen. No. 95/1994 ha sentenziato che "la minaccia o l'uso delle armi > nucleari sono generalmente in contrasto con il diritto internazionale". > > > Per la sez. italiana della International Association of Lawyers Against > Nuclear Arms > Firenze , 24.09.2001 Dr. Joachim Lau > > > > PORTAVOCE: > PROF. G. NEBBIA - ROMA > > DR. J. LAU - FIRENZE > > > CONTATTO: > C/O > STUD. LEGALE LAU > I- 50122 FIRENZE > VIA DELLE FARINE 2 > TEL.055-2398546 > FAX.0575-592243 > > SECRETARIO: > AVV. F. TRIPPANERA > > > > CONSULENTE: > AVV. ROMEO FERRUCCI > >
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