R: nuclear madness



Bisogna che questi ottimi giuristi preparino la denuncia penale nei
confronti del governo e di chiunque sosterrà l'eventuale decisione italiana
di partecipare alla guerra, per le ragioni dette qui.
Enrico Peyretti
peyretti at tiscalinet.it
enrico.peyretti at tin.it

----- Original Message -----
From: tom <lau at elledi.it>
To: <pck-pace at peacelink.it>
Sent: Tuesday, September 25, 2001 3:23 PM
Subject: nuclear madness


> IALANA - ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI GIURISTI CONTRO LE  ARMI NUCLEARI
> MEMBRO : INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LAWYERS AGAINS NUCLEAR ARMS
>
>
>
> Dichiarazione stampa
> L'Associazione Italiana contro le Armi Nucleari di fronte allo sviluppo
> politico internazionale esprime le sue profonde preoccupazioni. Il fatto
> che in un attacco terroristico contro New York migliaia di persone inermi
> hanno perso la loro vita, impone  per se stesso un necessario momento di
> riflessione.
> L'importanza di verificare la responsabilità di questi atti criminali non
> ha bisogno  di essere ripetuta; ed altrettanto in questo contesto la
> solidarietà con il popolo americano  e il reciproco sostegno di tutti gli
> Stati civili.
> Si deve comunque ricordare all'USA e alla NATO che anche questo terribile
> attacco all'incolumità del centro del commercio internazionale non
> giustifica atti di rappresaglia nei confronti di altri paesi e della loro
> popolazione inerme.
> Le ultime notizie da parte del Pentagono, il quale ha invitato il
> Presidente degli Stati Uniti a utilizzare le armi nucleari nei confronti
> dei presunti terroristi islamici, spinge la IALANA Italia a chiedere con
> urgenza al Governo Italiano nonché a tutti gli altri Governi europei di
> ritrovare la strada della legalità. Già la dichiarazione della NATO di
> trovarsi in uno stato di guerra secondo l'art. 5 del Trattato
> Nordatlantico suscita notevole perplessità.
> "La guerra è una controversia tra due o più stati con le loro forze
armate,
> con lo scopo di vincere l'uno sull'altro e di imporre condizioni di pace
> secondo il compiacimento del vincitore" come definito da uno dei più
> importanti commentatori del diritto internazionale, Lassa Oppenheim. Un
> attacco terroristico comunque non è un atto di guerra o il casus belli che
> potrebbe giustificare l'applicazione dell'art. 5 del Trattato NATO,  salvo
> in un senso metaforico. Pertanto un tale attacco non può giustificare che
> uno Stato prenda misure di guerra contro un altro Stato come risposta a
> questo attacco, a meno che  quest'altro  non abbia assunto la sua
> responsabilità o tale  sarebbe indubbiamente constatato. Fino ad oggi non
è
> stato provato da parte del Governo americano  che l'Afghanistan, che è nel
> mirino delle armate americane, abbia la responsabilità per la tragedia di
> Manhattan. Nel senso del diritto internazionale non è sufficiente, che uno
> Stato abbia dato supporto, tollerato o ospitato un terrorista,  per poter
> iniziare una guerra. L'Arabia Saudita si è rifiutata fino ad oggi di
> consegnare 11 presunti terroristi, i quali sono sospettati di avere
> organizzato nel 1996 l'attacco terroristico al Khobar Towers nel quale
sono
> stati uccisi 19 soldati americani e 370 sono stati feriti. Nello stesso
> modo la Svizzera si è rifiutata di consegnare all'Italia Licio Gelli , che
> era sospettato di aver ordinato l'attacco terroristico contro la stazione
> di Bologna, nel quale sono morte 82 persone. Uno recente studio fatto dal
> servizio di ricerca del Congresso Americano sostiene, che il presunto
> organizzatore dell'attacco a Manhattan, Osama Bin Laden, ha delle basi e
> collegamenti organizzativi in 37 paesi del Medio-Orient, Europa e
> Nordamerica. E' evidente l'assurdità da parte della NATO, di dichiarare la
> guerra a tutti questi paesi.
> L'uso stesso delle terminologie di guerra ha gravi conseguenze, sia al
> livello psicologico, sia al livello legale. Psicologicamente il Governo
> americano incita i normali e civili   cittadini  americani, di mutare il
> loro lutto impotente in uno sfogo razziale, pieno di sete di sangue. Al
> livello legale la dichiarazione di guerra, sia all'interno dello Stato,
sia
> nel suo rapporto internazionale, comporta un'abrogazione e sospensione di
> vari diritti civili, molto più ampia  di quanto fosse in uno stato di
> emergenza nazionale. Alla dichiarazione di guerra ed alle seguenti misure
> ed atti da parte di uno Stato segue indubbiamente il diritto dello Stato
> offeso di auto-difendersi. Infatti l'Afganistan, attualmente rappresentati
> dai Taliban, ha già dichiarato la Guerra Santa in difesa del suo regime.
In
> mancanza di un sistema di missili intercontinentali ecc., i guerrieri
> talibani possono essere adesso facilmente convinti nella loro precarietà,
> di utilizzare atti terroristici nei confronti degli Stati Uniti e i paesi
> della Nato. Il ciclo di violenza nel nome della Giustizia Infinita e della
> Guerra Santa si è  già creato. In questo ciclo vizioso l'annuncio da parte
> del Governo americano di voler utilizzare armi nucleari tattiche è un
> ulteriore impulso, ad aumentare la tensione internazionale; è un ulteriore
> passo di non-ritorno verso un conflitto con milioni  di vittime innocenti,
> militari e civili.
> Tale minaccia è anche illecita.
> La Corte Internazionale di Giustizia nella sua decisione del 8.7.1996,
> Reg.Gen. No. 95/1994 ha sentenziato che "la minaccia o l'uso delle armi
> nucleari sono generalmente in contrasto con il diritto internazionale".
>
>
> Per la  sez. italiana della International Association of Lawyers Against
> Nuclear Arms
> Firenze , 24.09.2001   Dr. Joachim Lau
>
>
>
> PORTAVOCE:
> PROF. G. NEBBIA - ROMA
>
> DR. J. LAU - FIRENZE
>
>
> CONTATTO:
> C/O
> STUD. LEGALE LAU
> I- 50122 FIRENZE
> VIA DELLE FARINE 2
> TEL.055-2398546
> FAX.0575-592243
>
> SECRETARIO:
> AVV. F. TRIPPANERA
>
>
>
> CONSULENTE:
> AVV. ROMEO FERRUCCI
>
>