nuclear madness



IALANA - ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI GIURISTI CONTRO LE  ARMI NUCLEARI
MEMBRO : INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LAWYERS AGAINS NUCLEAR ARMS



Dichiarazione stampa
L'Associazione Italiana contro le Armi Nucleari di fronte allo sviluppo
politico internazionale esprime le sue profonde preoccupazioni. Il fatto
che in un attacco terroristico contro New York migliaia di persone inermi
hanno perso la loro vita, impone  per se stesso un necessario momento di
riflessione.
L'importanza di verificare la responsabilità di questi atti criminali non
ha bisogno  di essere ripetuta; ed altrettanto in questo contesto la
solidarietà con il popolo americano  e il reciproco sostegno di tutti gli
Stati civili.
Si deve comunque ricordare all'USA e alla NATO che anche questo terribile
attacco all'incolumità del centro del commercio internazionale non
giustifica atti di rappresaglia nei confronti di altri paesi e della loro
popolazione inerme.
Le ultime notizie da parte del Pentagono, il quale ha invitato il
Presidente degli Stati Uniti a utilizzare le armi nucleari nei confronti
dei presunti terroristi islamici, spinge la IALANA Italia a chiedere con
urgenza al Governo Italiano nonché a tutti gli altri Governi europei di
ritrovare la strada della legalità. Già la dichiarazione della NATO di
trovarsi in uno stato di guerra secondo l'art. 5 del Trattato
Nordatlantico suscita notevole perplessità.
"La guerra è una controversia tra due o più stati con le loro forze armate,
con lo scopo di vincere l'uno sull'altro e di imporre condizioni di pace
secondo il compiacimento del vincitore" come definito da uno dei più
importanti commentatori del diritto internazionale, Lassa Oppenheim. Un
attacco terroristico comunque non è un atto di guerra o il casus belli che
potrebbe giustificare l'applicazione dell'art. 5 del Trattato NATO,  salvo
in un senso metaforico. Pertanto un tale attacco non può giustificare che
uno Stato prenda misure di guerra contro un altro Stato come risposta a
questo attacco, a meno che  quest'altro  non abbia assunto la sua
responsabilità o tale  sarebbe indubbiamente constatato. Fino ad oggi non è
stato provato da parte del Governo americano  che l'Afghanistan, che è nel
mirino delle armate americane, abbia la responsabilità per la tragedia di
Manhattan. Nel senso del diritto internazionale non è sufficiente, che uno
Stato abbia dato supporto, tollerato o ospitato un terrorista,  per poter
iniziare una guerra. L'Arabia Saudita si è rifiutata fino ad oggi di
consegnare 11 presunti terroristi, i quali sono sospettati di avere
organizzato nel 1996 l'attacco terroristico al Khobar Towers nel quale sono
stati uccisi 19 soldati americani e 370 sono stati feriti. Nello stesso
modo la Svizzera si è rifiutata di consegnare all'Italia Licio Gelli , che
era sospettato di aver ordinato l'attacco terroristico contro la stazione
di Bologna, nel quale sono morte 82 persone. Uno recente studio fatto dal
servizio di ricerca del Congresso Americano sostiene, che il presunto
organizzatore dell'attacco a Manhattan, Osama Bin Laden, ha delle basi e
collegamenti organizzativi in 37 paesi del Medio-Orient, Europa e
Nordamerica. E' evidente l'assurdità da parte della NATO, di dichiarare la
guerra a tutti questi paesi.
L'uso stesso delle terminologie di guerra ha gravi conseguenze, sia al
livello psicologico, sia al livello legale. Psicologicamente il Governo
americano incita i normali e civili   cittadini  americani, di mutare il
loro lutto impotente in uno sfogo razziale, pieno di sete di sangue. Al
livello legale la dichiarazione di guerra, sia all'interno dello Stato, sia
nel suo rapporto internazionale, comporta un'abrogazione e sospensione di
vari diritti civili, molto più ampia  di quanto fosse in uno stato di
emergenza nazionale. Alla dichiarazione di guerra ed alle seguenti misure
ed atti da parte di uno Stato segue indubbiamente il diritto dello Stato
offeso di auto-difendersi. Infatti l'Afganistan, attualmente rappresentati
dai Taliban, ha già dichiarato la Guerra Santa in difesa del suo regime. In
mancanza di un sistema di missili intercontinentali ecc., i guerrieri
talibani possono essere adesso facilmente convinti nella loro precarietà,
di utilizzare atti terroristici nei confronti degli Stati Uniti e i paesi
della Nato. Il ciclo di violenza nel nome della Giustizia Infinita e della
Guerra Santa si è  già creato. In questo ciclo vizioso l'annuncio da parte
del Governo americano di voler utilizzare armi nucleari tattiche è un
ulteriore impulso, ad aumentare la tensione internazionale; è un ulteriore
passo di non-ritorno verso un conflitto con milioni  di vittime innocenti,
militari e civili.
Tale minaccia è anche illecita.
La Corte Internazionale di Giustizia nella sua decisione del 8.7.1996,
Reg.Gen. No. 95/1994 ha sentenziato che "la minaccia o l'uso delle armi
nucleari sono generalmente in contrasto con il diritto internazionale".


Per la  sez. italiana della International Association of Lawyers Against
Nuclear Arms
Firenze , 24.09.2001   Dr. Joachim Lau



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