[Nonviolenza] Il nostro 4 novembre nonviolento: Ogni vittima ha il volto di Abele. Un discorso tenuto a Viterbo



IL NOSTRO 4 NOVEMBRE NONVIOLENTO: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. UN DISCORSO TENUTO A VITERBO

La sera del 4 novembre 2025 a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto nella sede dela storica struttura nonviolenta viterbese un discorso sul tema "Il nostro 4 novembre nonviolento: Ogni vittima ha il volto di Abele".
La mattina, nella primissima mattinata, una delegazione del Centro di ricerca per la pace aveva reso omaggio alle vittime di tutte le guerre compiendo un periplo della citta', toccando alcuni luoghi significativi della memoria condivisa, sostando in reverente silenzio dinanzi ai monumenti e alle lapidi che ricordano alcune delle innumerevoli vittime della violenza assassina.
Di seguito una sintesi dei ragionamenti svolti nel dicorso serale.
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1. Da oltre un quarto di secolo
Da ventisei anni ininterrottamente il 4 novembre il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo commemora le vittime di tutte le guerre rendendo un addolorato saluto alle persone dalla guerra uccise sostando in silenzioso raccoglimento e deponendo omaggi floreali dinanzi ai monumenti e alle tombe che in citta' ne serbano memoria.
E' l'iniziativa nonviolenta denominata "ogni vittima ha il volto di Abele", che si svolge in orari distinti e distanti dalle ipocrite commemorazioni svolte da parte delle strutture militari che addestrando all'uso delle armi e partecipando alle guerre - che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani - quelle persone hanno contribuito a far morire.
"Ogni vittima ha il volto di Abele" significa infatti che ogni essere umano ucciso e' un fratello o una sorella di tutti gli altri esseri umani; significa che uccidere e'il crimine piu' folle e scellerato; significa che l'umanita' deve abolire la guerra prima che la guerra annienti l'umanita'.
Nell'appello che dal 4 novembre 2000 ripetiamo incessantemente ogni anno abbiamo scritto: "Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".
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2. Quest'anno
Quest'anno ancora in tante parti del mondo continuano massacri indicibili.
In Ucraina continua la guerra sterminatrice e devastatrice scatenata dall'autocrate russo, con la complicita' di tutti gli stati e le coalizioni di stati che invece di adoperarsi per far cessare il massacro forniscono armi affinche' sempre piu' esseri umani muoiano.
A Gaza una fragile tregua sembra aver fermato solo dopo due anni di mostruose distruzioni e di immani stragi l'orrenda carneficina decisa dal governo fascista e razzista israeliano, come risposta folle e scellerata al mostruoso pogrom del 7 ottobre 2023 commesso dai nazisti di Hamas.
In altri paesi guerre e massacri si svolgono senza che i media internazionali ne diano neppure notizia.
Ovunque, a cominciare dall'Europa razzista e schiavista, i poter dominanti impongono di precipitare nell'abisso di un folle e scellerato riarmo il cui esito sara' un susseguirsi di ecatombi, un degradare nella barbarie, la disumanizzazione dell'umanita' e il crescente pericolo di catastrofe atomica.
E' tragicamente evidente la regressione antropologica verso il "bellum omnium contra omnes".
In una riflessione che abbiamo diffuso nei giorni corsi abbiamo scritto: "In questi ultimi anni abbiamo assistito al ritorno della guerra nel cuore d'Europa con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, ed abbiamo visto la gran parte degli altri stati europei adoperarsi non per la cessazione della guerra, ma affinche' essa fosse sempre piu' sanguinaria.
Abbiamo poi assistito all'orrore del pogrom del 7 ottobre 2023 e successivamente all'orrore della guerra di sterminio a Gaza: solo da poche settimane una fragilissima tregua e' seguita a stragi e devastazioni di proporzioni tali da configurare con assoluta certezza crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e tali da rendere obiettivamente giustificata la valutazione di tali atti come intesi alla commissione di un genocidio.
A cio' si aggiunge la generalizzata spinta al riarmo, quando gia' le sole armi atomiche presenti nel mondo sono sufficienti a distruggere piu' volte l'intera umanita'.
Ed ovviamente al quadro vanno aggiunte le tante "guerre dimenticate" di cui i mass-media delle societa' ricche non danno notizia, come non danno notizia dei crimini di regimi totalitari, delle violenza di massa commesse da milizie e mafie in tante parti del mondo.
Cosi' come occorre aggiungere le vittime del razzismo dei governi europei e dell'Unione Europea, e lo schiavismo di cui sono vittima la gran parte dei migranti che riescono a giungere in Europa e qui cadono vittime dell'economia illegale, dei poteri criminali, delle politiche segregative.
A rendere il quadro ancora piu' fosco si assiste a un crescente disprezzo da parte di un numero crescente di stati per l'Onu e il diritto internazionale, regredendo a una visione delle relazioni internazionali ridotta allo stato barbarico di "bellum omnium contra omnes", in cui conta solo la forza mentre il diritto e' costantemente schiacciato.
Tra le cause come tra gli effetti di tale situazione e' la serie sempre  piu' estesa di vittorie elettorali di forze fasciste in vari paesi del mondo, cosicche' ormai gran parte del pianeta e' governato o da autocrazie o da regimi sempre piu' autoritari.
La speranza che la lotta delle oppresse e degli oppressi potesse realizzare giustizia e liberta', speranza che nell'Ottocento e nel Novecento trovo' espressione soprattutto nell'esperienza del movimento operaio, nella resistenza antifascista, nelle lotte contro il colonialismo e gli imperialismi, nelle lotte antirazziste, per la pace e la liberazione dei popoli, nel movimento di liberazione delle donne, ebbene, sembra essere stata schiacciata dai poteri dominanti e dalle nuove tecnologie che favoriscono autoritarismo e manipolazione, ingiustizie strutturali, regressioni culturali, violenze endemiche.
Le sfide globali cui l'umanita' si trova di fronte, la difesa della biosfera, la necessita' della pace e della cooperazione internazionale, la giustizia sociale che assicuri una vita degna a tutti gli esseri umani, richiedono una scelta precisa, necessaria e urgente; richiedono la politica della nonviolenza. La nonviolenza e' la resistenza oggi necessaria. La nonviolenza e' la sola politica adeguata ai problemi che l'umanita' deve affrontare. La nonviolenza e' la voce di tutti gli esseri umani oppressi. La nonviolenza e' la sola speranza che l'intera famiglia umana non sia annientata dalla scellerata follia delle guerre e dell'ecocidio.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Difendere quest'unico mondo vivente unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe".
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3. Insorgere nonviolentemente contro tutte le uccisioni
E' tempo che l'umanita' intera si impegni concretamente e coerentemente per far cessare tutte le uccisioni; che l'umanita' intera riconosca il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che l'umanita' intera insorga nonviolentemente per abolire la guerra e gli strumenti della guerra: gli eserciti e le armi; che l'umanita' intera insorga nonviolentemente affinche' dalla politica della violenza cieca e assassina si passi alla politica della nonviolenza che salva le vite e realizza il bene comune.
Ha scritto Primo Levi nella sua indimenticabile poesia intitolata "La bambina di Pompei":

Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

Ed ha scritto Bertolt Brecht in una delle sue "Poesie di Svendborg":

Quando la guerra comincia
forse i vostri fratelli si trasformeranno
e i loro volti saranno irriconoscibili.
Ma voi dovete rimanere eguali.

Andranno in guerra, non
come ad un massacro, ma
ad un serio lavoro. Tutto
avranno dimenticato.
Ma voi nulla dovete dimenticare.

Vi verseranno grappa nella gola
come a tutti gli altri.
Ma voi dovete rimanere lucidi.

Ed ha scritto Wislawa Szymborska nella sua poesia intitolata "La fine e l'inizio":

Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.

C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.

C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.

C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.

Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.

C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.

C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

Ed ha scritto Ingeborg Bachmann nellla sua poesia intitolata "Tutti i giorni":

La guerra non viene piu' dichiarata,
ma proseguita. L'inaudito
e' divenuto quotidiano. L'eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
e' trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi e' la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.

Viene conferita
quando non accade piu' nulla,
quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,
quando il nemico e' divenuto invisibile
e l'ombra d'eterno riarmo
ricopre il cielo.

Viene conferita
per la diserzione dalle bandiere,
per il valore di fronte all'amico,
per il tradimento di segreti obbrobriosi
e l'inosservanza
di tutti gli ordini.
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4. Si vis pacem...
Abbiamo ripetuto piu' volte negli anni e nei giorni scorsi in iniziative pubbliche cosi' come in incontri di studio e di testimonianza, e ripetiamo ancora una volta stasera, alcune fondamentali verita' in forma di minime massime.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi sempre a tutte le uccisioni.
Porsi sempre dalla parte di tutte le vittime contro tutti i carnefici.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Agisci sempre nei confronti della altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Non "si vis pacem, para bellum", ma "si vis pacem, para pacem".
Non "fiat iustitia, pereat mundus", ma "vivat mundus et fiat iustitia".
Non "dulce et decorum est pro patria mori", ma "dulce et decorum est vivere et vivere sinere".

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 5 novembre 2025

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, crpviterbo at yahoo.it

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