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[Nonviolenza] Ebdomadario. 27
- Subject: [Nonviolenza] Ebdomadario. 27
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 11 Oct 2025 09:40:07 +0200
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 27 (speciale) dell'11 ottobre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Per la marcia Perugia-Assisi: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
2. "Ricordando Alfio Pannega e il suo appello a salvare tutte le vite, contro tutte le guerre e le uccisioni". Un incontro a Viterbo, alcuni ulteriori ricordi di Alfio, e altri documenti video, audio e a stampa
3. A Viterbo un incontro di studio e di testimonianza riflettendo su due libri di Raja Shehadeh e di Ronen Bergman e Mark Mazzetti
4. La sera di giovedi' 9 ottobre 2025 a Cura di Vetralla (in provincia di Viterbo) un incontro di festa, di riflessione, di esortazione a proseguire nell'impegno nonviolento per salvare tutte le vite
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. L'ORA. PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: SOLO LA NONVIOLENZA PUO' SALVARE L'UMANITA'
Domenica 12 ottobre 2025 mi sara' impossibile partecipare alla marcia Perugia-Assisi.
Valgano queste poche parole ad esprimere la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutte le persone partecipanti che si pongono alla sequela e alla scuola di Francesco d'Assisi, di Aldo Capitini, della nonviolenza in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 ottobre 2025
2. INCONTRI. "RICORDANDO ALFIO PANNEGA E IL SUO APPELLO A SALVARE TUTTE LE VITE, CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE UCCISIONI". UN INCONTRO A VITERBO, ALCUNI ULTERIORI RICORDI DI ALFIO, E ALTRI DOCUMENTI VIDEO, AUDIO E A STAMPA
La mattina di mercoledi' 8 ottobre 2025 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolto un incontro in memoria del poeta antifascista nonviolento Alfio Pannega e contro tutte le guerre e le uccisioni, per salvare tutte le vite, con la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, della nonviolenza.
L'incontro era parte di una serie di incontri presso la storica struttura nonviolenta viterbese che accompagna e sostiene tutte le iniziative di ricordo di Alfio nel corso di questo 2025, centenario della nascita (Alfio nacque a Viterbo il 21 settembre 1925 e a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010).
All'incontro ha preso parte Paolo Arena, amico di Alfio e scrupoloso curatore del costituendo "Archivio Alfio Pannega" in cui verranno raccolti e digitalizzati tutti i documenti che sono gia' stati e che verranno rintracciati, al fine di preservarne la memoria, la testimonianza, l'insegnamento e metterli a disposizione di tutte e tutti.
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Mentre ricordiamo che nello scorso mese di settembre si sono realizzate due delle maggiori iniziative di commemorazione di Alfio (la dedica ad Alfio da parte dei facchini della "girata" della Macchina di Santa Rosa durante il trasporto il 3 settembre; il convegno a Palazzo dei Priori il 21 settembre) segnaliamo che di qui alla fine dell'anno si spera di realizzare ancora alcune altre iniziative:
- in primo luogo la collocazione della lapide sulla casa di Alfio a Valle Faul: siamo in attesa che si concluda l'iter autorizzativo;
- varie presentazioni della nuova edizione del libro di e su Alfio pubblicato da Davide Ghaleb Editore;
- nuove rappresentazioni dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato dal titolo "Allora ero giovane pure io";
- una mostra documentaria ed artistica;
- un concerto dedicato ad Alfio, conclusivo dell'anno di commemorazioni;
- la prima provvisoria catalogazione e sistemazione del lungamente atteso "Archivio Alfio Pannega": chiunque abbia materiali puo' inviarli al curatore dell'Archivio all'indirizzo e-mail: oloap.anera at gmail.com
- la digitalizzazione dei materiali accolti e la loro messa a disposizione in spazi dedicati di alcuni siti internet che hanno dato la disponibilita' ad accogliere e preservare un adeguato ricordo di Alfio, tra cui quello dell'Anpi provinciale di Viterbo, quello di Davide Ghaleb Editore, quello dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
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Con Alfio per la salvezza dell'umanita'
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: proteggere quest'unico mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi al male facendo il bene.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: la nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Riportiamo di seguito alcuni ricordi di Alfio Pannega: quello di Luciano Bernabei consiste di alcuni frammenti estratti dal suo intervento tenuto il 21 settembre 2025 a Palazzo dei Priori; gli altri sono contributi inediti.
In calce alleghiamo alcuni riferimenti a vari materiali disponibili nella rete telematica e non solo.
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Alcuni frammenti del ricordo di Alfio Pannega da parte di Luciano Bernabei il 21 settembre 2025 a Palazzo dei Priori
Sono contento di essere qui e vi giuro non e' stato per niente facile.
Ma ripercorrere a ritroso quegli anni mi ha ridato la forza per festeggiare il compleanno del mio piu' grande amico, fratello, padre, nonno, con qui ho vissuto i miei anni migliori.
Siamo stati politicamente un centro sociale antagonista che grazie ad Alfio ha modificato essenzialmente la natura stessa di come si intendeva la lotta politica a livello locale e globale, e lo rivendico a gran voce: lui ci insegno' per prima cosa a tenere aperti i nostri cancelli invece di serrarli, e ricordo la mitica scritta su di essi: "Benvenuti nel nostro cuore che sembra marcio ma batte e combatte", e batte ancora per Alfio, il nostro sindaco.
Era l'11 luglio del 1993, ore 4 di mattina, quando occupammo l'ex-gazometro da decenni abbandonato della Valle di Faul.
In quel momento buio nacque un grande movimento di lotta per la pace e la giustizia sociale, contro la guerra e ogni forma di violenza ed oppressione, un movimento tra i piu' significativi del mondo, poi represso brutalmente fino all'omicidio di Carlo Giuliani...
Dico solo questo per coloro che non sanno che il clima che si respirava era pesante ed anche a Viterbo si faceva sentire, siamo sopravvissuti quando tirarono la molotov alla casa di Alfio, quando ci hanno sparato, i tentativi di sgombero, il regime della corruzione che prezzolava la delinquenza locale per intimorirci...
Ma ricordo le lezioni della nonviolenza, i training per gestire il conflitto, che ci hanno formati comprendendo che non c'e' pace e civile convivenza senza la cultura e la comprensione, il rispetto dell'altro, l'aiuto all'oppresso e al sofferente. E la vera brutalita' e' abusare del potere per prevaricare il piu' debole, o non avere memoria di cio' che e' stato e credere ancora nelle guerre come risoluzione dei conflitti tra i popoli.
Viterbo, il cui sviluppo per molti versi non era granche' diverso da quello tipico del sud piu' profondo e depresso, ebbe incredibilmente il suo Centro sociale Valle Faul, cosi' chiamato perche' si trovava nell'omonima valle.
Cosi' cominciammo a cambiare il volto della citta' creando cultura solidale e difendendo uno dei territori piu' importanti d'Italia per vocazione paesaggistica, archeologica e storica, un territorio che ancora amo.
Ricordo le innumerevoli lotte con cui abbiamo evitato lo scempio dell'area del Bullicame. Ricordo le lotte insieme a Vito Ferrante per difendere i diritti dei sofferenti psichici...
Auguro a tutti, nella vita, di dedicare se stessi ad aiutare gli altri ed avere la fortuna di conoscere e vivere con chi, per le piu' disparate condizioni, non ha rifugio se non nella vera bonta' dell'animo umano.
Auguro a tutti di scegliersi tra le moltitudini che percorrendo un percorso incerto e tortuoso, si cercano e trovano compagni e fratelli nella estenuante lotta in difesa della biosfera e di chi la abita.
La bontà non e' solo dare la possibilita' di possedere almeno quel poco di bene materiale per garantire a tutte e tutti un'esistenza dignitosa, ma ricambiare il bene che si riceve dalle persone; con quel sentimento che si ha quando sei innamorato della natura, della vita, di tutti i fratelli e le sorelle che vivono la brutalita' di un mondo che non li sostiene, li abbandona a se stessi, non li riconosce e non li rappresenta.
Buon compleanno Alfietto mio, che insieme ci siamo tirati fuori dal baratro della solitudine.
Buon compleanno Alfietto mio, come sostituire questo amore cosi' profondo, aperto, nudo, senza meccanismo di difesa alcuno.
Buon compleanno Alfietto nostro, che oggi ci hai di nuovo riuniti.
Vedo in questa sala i miei migliori amici: Giselle, Antonietta, Arianna, Emilio, Francesca, Gigi, Lella...
Ma soprattutto ricordo chi non c'e' piu': i miei piu' grandi amici Claudio, Marietto, Maurizio, Roland, Salvatore ed altri ancora, e l'amico professore Osvaldo Ercoli, compagno di viaggio da Aviano fino alle giornate di Genova...
Alfio, dobbiamo a te la meraviglia di tutto cio' che ci hai insegnato, te ne saremo grati per tutta la vita: solo tu potevi unire le differenze di tutti noi e trasformarci in donne e uomini di pace.
Che regalo ci hai fatto di nuovo tu oggi, Alfio: pensa come ci saremmo divertiti tutti insieme oggi quando 'sti quattro politici e intellettuali che curano la tua immensa memoria finalmente ci lasciavano liberi nella nostra quotidianita' e cantando in ottava rima durante un bel pranzo sociale con un bel bicchiere di vino, anche due, finivamo cantando "Bella ciao" e le nostre urla di dolore e rabbia per il genocidio dei nostri fratelli di Gaza tra i piu' colpiti della nostra cara Palestina devastata: al mukawama al mukawama al mukawama, resistere resistere resistere.
Alfio lo conoscevo sin da bambino: lo rispettavo, mi incuteva timore, ma gia' ne intravedevo la dignita', l'essere un giusto; rimasi sconvolto quando, conoscendo la sua popolarita' nella citta', vidi che viveva ai margini della societa', in quella valle allora desolata dove si macellavano gli animali; mio padre mi ci porto' da bambino per far uccidere il mio povero cane ormai malato, e mi disse: "Luciano, non scendere mai nella valle: ci abitano delinquenti, quel poraccio di Alfio, zingari e drogati"; di fronte si faceva il gas, l'odore del catrame, i tetti in eternit, i pozzi chimici adiacenti la casa di Alfio ricavata fra le mura nei pressi della Porta opera del Vignola. Cosi' pochi giorni dopo andai col mio motorino da solo, malgrado mio padre, scesi nella valle e conobbi tutta quella gente strana; cosi' sono diventato grande tra di loro, e da spavaldo e impavido che ero, non riconoscendomi piu' nella "Viterbo bene" che frequentavo, diventai partecipe di quella sofferenza e sensibilita' dei diversi.
L'11 luglio del '93 vi fu l'occupazione e la nascita del centro sociale, finalmente qualcosa che avrebbe dato senso a quei giorni che diventano anni di noia, apatia senza senso che consuma l'animo delle persone fino a finire nel tritacarne della omologazione: e grazie ancora Alfio per la lezione che allora come oggi continui a darci e per la quale Viterbo ti e' riconoscente finalmente tutta.
La tua immensa umanita', la cultura, la poesia, l'amore incondizionato per tutte le forme di vita del creato, gia' consapevole di una ecologia circolare, l'antifascismo militante, oggi tutti hanno capito l'antieroe che sei stato ed il prezzo alto che hai dovuto pagare.
Quel giorno entrammo nel gazometro e in quella tua piccola casetta con il giardino di catrame, da subito l'odore malsano, il secondo piano completamente adibito a discarica, le pulci, il letto ingiallito, gli altri emarginati che il primo del mese come sciacalli lo schernivano minacciavano e malmenavano e riscuotevano il loro tributo della pensione. Eppure tutti sapevano che Alfio avrebbe dato un rifugio anche ad un assassino dandogli sicuramente un pezzo di pane ed un bicchier di vino.
Ripensando all'area dell'ex-gazometro e alla storia di duro lavoro degli operai, e ripensando a Valle Faul nel suo insieme, dopo la fine dell'esperienza del centro sociale i progetti sono stati una riqualificazione senza socialita'; il simbolo: gli ascensori per salire piu' in fretta dalla valle alla Viterbo che conta e anch'essi ormai gia' abbandonati al degrado.
Come tutte le aree degradate dal processo industriale che ammala irreversibilmente la nostra terra diventano rifugio per chi distrugge se stesso e gli altri, non guarda a progetti di sostenibilita' rinnovabili, ma guarda allo scempio della speculazione per il profitto immediato. So bene di cosa parlo: come ci si puo' distruggere e come si puo' rinascere dalle ceneri di un posto abbandonato, restituendolo alla citta', ed offrire nuove alternative socio-culturali che diventano riconoscimento di umanita'.
Ecco come intendo, oggi piu' che mai, il ricordo di Alfio: spero che al piu' presto si collochi a Valle Faul la lapide in sua memoria che serva di monito, perche' Alfio rimanga il simbolo degli ultimi che sono parte integrante della societa' civile e la cui lotta, difesa e liberazione restituisce dignita' alla societa' intera.
A chi oggi lo commemora dopo avergli negato in vita i diritti fondamentali, questo posso dire: vergogna, vergogna e ancora vergogna.
Quello che ci resta e che rivendichiamo sono Alfio e i suoi ragazzi, oggi donne e uomini, che hanno condiviso il pane e la lotta: studenti, operai, emarginati, e le innumerevoli persone di Viterbo che ci hanno sostenuto e che in quegli anni hanno scritto una bella pagina di storia e solidarieta'.
Buon compleanno Alfietto, dal tuo vecchio amico e compagno
Lucianino
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Tomasso Scotolatori: Un commento al convegno per il centenario della nascita di Alfio Pannega
Il convegno che si e' svolto a Palazzo dei Priori a Viterbo il 21 settembre 2025 in occasione del centenario della nascita di Alfio Pannega ha presentato numerose testimonianze su vari aspetti della figura e dell'opera del poeta antifascista nonviolento viterbese cui la citta' ha reso omaggio nel corso di quest'anno con molte iniziative, tra cui straordinaria quella del ricordo da parte dei facchini di Santa Rosa nel corso del trasporto della Macchina il 3 settembre dedicandogli la "girata" di piazza del Comune, un onore che il popolo di Viterbo, di cui i facchini sono genuina espressione, riserva ai piu' grandi dei suoi figli.
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Tre dettagli di quel convegno vorremmo preliminarmente sottolineare, che forse non sono stati messi abbastanza in rilievo: la lettera del Prefetto di Viterbo, la presenza dei due sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini.
La prefettura di Viterbo fu presente con un suo rappresentante che intervenne l'8 maggio in occasione dell'intitolazione ad Alfio Pannega dell'emporio solidale di Viterbo; la lettera inviata ai promotori del convegno del 21 settembre ha confermato l'attenzione e il sentimento di vicinanza della prefettura, istituzione che nell'articolazione del sistema rappresentativo democratico ha un ruolo peculiare e rilevante.
I sindaci emeriti Giovanni Arena e Giulio Marini avevano gia' espresso in passato rilevanti testimonianze di affetto e considerazione per Alfio Pannega, e un ricordo particolare va alla promozione della "lectio magistralis" di Alfio Pannega nella Sala Regia di Palazzo dei Priori nel 2010, poco tempo prima della scomparsa del poeta antifascista nonviolento.
Al prefetto, ai sindaci emeriti, e naturalmente anche alla sindaca attuale, va la gratitudine di tutte le persone amiche di Alfio.
La loro partecipazione e' stato segno del riconoscimento da parte delle istituzioni dell'ordinamento giuridico italiano del valore di un uomo che in vita aveva subito sfruttamento ed emarginazione, e che per tutta la vita aveva lottato per la democrazia e per i diritti umani di tutti gli esseri umani, da membro cosciente della classe operaia, da militante antifascista, comunista e libertario, nonviolento.
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Nel convegno del 21 settembre molte voci hanno contribuito a ricostruire il volto di Alfio, e tra esse di particolare rilevanza quelle di Luciano Bernabei e di Arianna Marullo che con Alfio hanno vissuto l'esperienza del centro sociale Valle Faul, un'esperienza di solidarieta' concreta, di auto-aiuto, di profonda formazione morale e politica, di produzione e fruizione culturale non mercificata, e soprattutto di riflessione e di lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; un'esperienza che ancora attende un'adeguata ricostruzione storica che renda giustizia e merito a una vicenda che con le sue luci e le sue ombre, le sue contraddizioni e i suoi conflitti, e' stata nel suo insieme uno splendido esempio di passione etica, di impegno civile, di riconoscimento di umanita', di promozione della dignita' di tutti e di ciascuno.
Nelle loro testimonianze Luciano Bernabei ed Arianna Marullo hanno espresso con parole illuminanti quella vicenda di vicinanza e di amore tra Alfio e gli innumerevoli giovani che si posero alla sua scuola di persona buona, che insieme a lui per anni ed anni lottarono nonviolentemente per il bene comune dell'umanita'.
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Una cosa ancora vorremmo evidenziare particolarmente del convegno del 21 settembre: la presenza nella sala del convegno di quell'unica bandiera dispiegata: la bandiera della nonviolenza, con i colori dell'arcobaleno e il disegno delle mani che spezzano un fucile. A ricordare l'impegno di Alfio per la pace e il disarmo, la solidarieta' e la riconciliazione, la nonviolenza che a tutte le violenze si oppone. Ed infatti, come e' stato ripetutamente e giustamente detto nel corso di questo anno di iniziative in sua memoria, ricordare Alfio Pannega significa in primo luogo proseguirne la lotta contro tutte le guerre e le uccisioni; ogni iniziativa in sua memoria e' un appello a salvare le vite, a costruire la pace, a contrastare il male facendo il bene, ad opporsi alla violenza con la scelta della nonviolenza.
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Alle tante testimonianze su Alfio ci piacerebbe aggiungere ancora una volta in particolare il ricordo della sua appassionata militanza comunista, libertaria ed antitotalitaria; come la sua scelta esistenziale e politica della nonviolenza abbia plasmato il comune sentire delle persone che hanno partecipato all'esperienza del centro sociale Valle Faul; come in lui la consapevolezza dell'ingiustizia sociale, la memoria della ferocia fascista, la denuncia del regime dello sfruttamento, della sopraffazione e della corruzione abbiano dato luogo a un impegno morale e politico caratterizzato dal rifiuto del risentimento come del fanatismo, dall'opposizione ad ogni menzogna e ad ogni violenza, dalla costante ricerca delle azioni piu' adeguate per affermare il bene comune dell'umanita' e la salvaguardia del mondo vivente; e ancora: l'amore per la cultura che degnifica e salva tutti gli esseri umani; la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; la decisivita' dell'impegno per la pace.
Ricordare Alfio Pannega e' rievocare le ragioni della dignita' umana, invitare all'impegno affinche' tutti gli esseri umani siano di aiuto a tutti gli esseri umani, chiamare ad inverare quello che un vecchio filosofo chiamo' "il sogno di una cosa": la convivenza fraterna e sororale dell'intera umana famiglia in armonia ed empatia, nell'eguaglianza di diritti fondata sul rispetto della diversita' di ogni persona, realizzando giustizia e liberta'.
Continua a scavare, vecchia talpa.
Tomasso Scotolatori
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Lucrezio Aruetti: La Viterbo sognata e inverata di Alfio Pannega
C'e' una Viterbo diurna e una Viterbo notturna: in quella notturna c'e' il mare. Come ne "I vitelloni" di Fellini. E il mare cominciava subito fuori la porta del Vignola che apre la cinta muraria cittadina a Valle Faul. E aggrappata alla porta del Vignola c'era la casa di Alfio, e aggrappato alla casa di Alfio l'ex-gazometro da decenni abbandonato, uno spazio vasto e prezioso che all'alba dell'11 luglio 1993 fu occupato per risanarlo e restituirlo alla citta' dai ragazzi che li' realizzarono il centro sociale Valle Faul: e del centro sociale Valle Faul Alfio fu il volto, la voce, il cuore.
Ricordo come un tempo magico i primi tempi dell'occupazione: la miriade d'iniziative culturali, le frotte di giovani e giovanissimi, la loro scoperta del mondo nell'esperienza piu' propria degli esseri umani: il dialogo, le infinite assemblee in cui tutte e tutti parlavano e si ascoltavano.
Ma ancora piu' straordinari furono gli sviluppi dei mesi e degli anni successivi: il centro sociale sempre piu' si caratterizzo' come un luogo in cui si garantiva "un letto e un piatto di minestra" per chiunque ne avesse bisogno; un luogo di solidarieta' e condivisione senza riserve e senza barriere; e un luogo di studio e di formazione: innanzitutto di accostamento teorico e pratico alla nonviolenza; poi anche di lettura e commento dei classici della letteratura, della filosofia, della morale e della politica; di preparazione a come si fa un discorso in pubblico, a come si scrive un comunicato stampa, a come si gestisce democraticamente un confronto d'idee, una ricerca condivisa e un consesso deliberativo; di conoscenza degli elementi fondamentali della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione della Repubblica italiana, come anche di altri testi giuridici, dal codice penale e di procedura penale al codice civile e di procedura civile; di studio approfondito delle principali questioni sociali e politiche - prime fra tutte l'opposizione alla guerra e al razzismo -; di preparazione alla lotta per il bene comune con metodi coerenti con il fine del bene, cosi' come volevano Mohandas Gandhi e Martin Luther King, Aldo Capitini e Danilo Dolci, Lorenzo Milani e Franco Basaglia, Rosa Luxemburg e Marianella Garcia, Virginia Woolf e Simone Weil, Olympe de Gouges e Carla Lonzi, Laura Conti e Lidia Menapace, Hannah Arendt e Luce Fabbri.
E soprattutto fu il luogo in cui si prepararono, si organizzarono, si gestirono alcune grandi lotte nonviolente che ci portarono fino ad Aviano ad adoperarci per bloccare con la forza della nonviolenza il decollo dei bombardieri che di li', violando la Costituzione della Repubblica italiana, recavano strage al di la' dell'Adriatico.
L'esperienza del centro sociale di cui Alfio era anima e simbolo e' stata, nel vivo delle contraddizioni e dei conflitti e nel groviglio delle complessita', un'esperienza di convivenza e di solidarieta', di edificazione morale e civile, di speranza e di testimonianza che per chi vi ha preso parte resta una vicenda indimenticabile, un dono luminoso e nutriente, e un'interiore preziosa risorsa per affrontare il cammino della vita.
Alfio e il suo centro sociale sono stati insieme un sogno che si avvera e un appello a continuare ed estendere quella passione e quell'impegno affinche' ogni essere umano sia finalmente libero e felice.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Lucrezio Aruetti
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Allegato primo: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Allegato secondo: La nuova edizione del libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2025) celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi di poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Allegato terzo: Un rilevante documento filmato di alcune iniziative commemorative di Alfio Pannega
E' disponibile nella rete telematica la registrazione della commemorazione di Alfio Pannega svoltasi il 27 aprile 2025 al cimitero monumentale di Viterbo; la registrazione della cerimonia di intitolazione ad Alfio dell'"Emporio solidale" in piazzale Porsenna nel quartiere viterbese di Santa Barbara l'8 maggio 2025; la registrazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato rappresentato il 25 giugno 2025 presso lo spazio culturale "Lo spiffero"; la registrazione del convegno svoltosi il 21 settembre 2025 a Viterbo nella Sala delle Colonnne di Palazzo dei Priori.
Le rispettive registrazioni sono ai seguenti link:
https://www.youtube.com/watch?v=0bpS90lXmno
https://www.youtube.com/watch?v=BgSBoGZZqh8
https://www.youtube.com/watch?v=RSAwXdE1sio
https://www.youtube.com/watch?v=IPqUu8meWcs
I quattro filmati costituiscono un'unica opera documentaria e testimoniale dal titolo complessivo "Alfio Pannega 1925-2025. Il docufilm".
Ringraziamo Marco Mingarelli per aver realizzato quest'opera.
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Allegato quarto: I link ad alcuni brani musicali dedicati ad Alfio Pannega
Numerosi musicisti viterbesi e non solo, di rilevanza anche internazionale, hanno dedicato ad Alfio Pannega alcune loro composizioni.
Segnaliamo i link ad alcune di esse gia' disponibili all'ascolto nel web.
Di Luigi Andriani Il brano "Rinascimental Gratafunky" puo' essere ascoltato nell'album "Etrurian Dub" al seguente link:
https://rastakingkong.bandcamp.com/album/etrurian-dub
Di Andrea Araceli il brano "In memoria di Alfio Pannega" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/vI5lh7wtUJA?si=BjQy93a1fuxR1a2F
Sempre di Andrea Araceli segnaliamo anche un altro straordinario recente brano, "Lament for children of Gaza", che puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/-1db9WNxoDk?si=aa7LPwBo9k5m6yU2
Di Marco Brama il brano "... E la Luna disse: 'Alfio Pannega'" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/f_xMgzK2zTQ
3. INCONTRI. A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA RIFLETTENDO SU DUE LIBRI DI RAJA SHEHADEH E DI RONEN BERGMAN E MARK MAZZETTI
La mattina di giovedi' 9 ottobre 2025 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di studio e di testimonianza riflettendo su due libri di Raja Shehadeh e di Ronen Bergman e Mark Mazzetti; l'incontro era parte di un ciclo di incontri di studio e di testimonianza per la cessazione del massacro in corso a Gaza.
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L'incontro si e' aperto con una riflessione del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha espresso profonda gioia e viva speranza per gli accordi che sembrano essere stati raggiunti dai negoziatori in Egitto.
"Che abbiano immediata e completa attuazione gli accordi raggiunti nel negoziato in Egitto e riescano finalmente a fermare le stragi e a far tornare in liberta' tutte le persone rapite ancora in vita.
Che abbiano immediata e completa attuazione gli accordi raggiunti nel negoziato in Egitto e riescano finalmente a promuovere la pace, che e' prerequisito per la civile convivenza, la promozione della giustizia, il rispetto della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani", ha detto il responsabile del "Centro di ricerca per la pace".
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Si e' poi passati alla presentazione e al commento dei due libri.
Il primo dei due libri presentati e commentati e' stato quello di Raja Shehadeh, "Il pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare", Edt, Torino 2010. L'autore e' un illustre avvocato, saggista e difensore dei diritti umani palestinese che vive a Ramallah in Cisgiordania; oltre a una presentazione generale del libro sono stati letti integralmente e commentati particolarmente l'introduzione e gli ultimi due capitoli. E' una lettura commovente e straordinariamente persuasiva su come l'occupazione israeliana e la violenza dei coloni abbiamo provocato sofferenze e distruzioni indicibili. Di Raja Shehadeh e' indispensabile aver letto anche almeno il recente libro "Che cosa teme Israele dalla Palestina?", Einaudi, Torino 2024.
Il secondo dei due libri, di Ronen Bergman e Mark Mazzetti, "L'impunita' dei coloni. Come un movimento estremista ha conquistato Israele", Internazionale, Roma 2025, e' opera di due prestigiosi giornalisti d'inchiesta entrambi vincitori del Premio Pulitzer. Il libro e' stato letto integralmente e commentato approfonditamente; sulla base di testimonianze e rapporti ufficiali di autorevoli personalita' istituzionali israeliane descrive come la parte piu' spietatamente criminale e razzista dei coloni israeliani illegalmente insediatisi nei territori occupati non solo si macchi di scellerati delitti in Cisgiordania, ma stia dando l'assalto al potere in Israele per distruggerne la democrazia ed insediarvi un regime totalitario e sanguinario, anche a costo di una guerra civile, essendo gia' arrivata ormai ad avere un ruolo egemone nel governo Netanyahu e a gestire direttamente due ministeri-chiave con due personaggi palesemente criminali, razzisti, golpisti, elogiatori della violenza omicida, ed esplicitamente sostenitori del genocidio dei palestinesi.
*
Dinanzi all'orrore in corso varra' la pena tornare a dire ancora una volta alcune cose fondamentali.
Il primo dovere e' salvare le vite, tutte le vite.
E quindi occorre opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
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Cessi immediatamente il massacro della popolazione inerme di Gaza e si rechino immediatamente tutti gli indispensabili soccorsi umanitari.
Siano immediatamente liberate tutte le persone rapite da Hamas e siano immediatamente restituite alle famiglie tutte le salme delle persone da Hamas assassinate.
Tutti gli stati rappresentati nell'Onu riconoscano lo stato di Palestina e lo stato di Israele.
Siano smantellate tutte le illegali colonie in Cisgiordania, condizione necessaria affinche' lo stato di Palestina abbia l'indispensabile continuita' territoriale.
Cessi ogni aggressione razzista in qualunque parte del mondo.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. INCONTRI. LA SERA DI GIOVEDI' 9 OTTOBRE 2025 A CURA DI VETRALLA (IN PROVINCIA DI VITERBO) UN INCONTRO DI FESTA, DI RIFLESSIONE, DI ESORTAZIONE A PROSEGUIRE NELL'IMPEGNO NONVIOLENTO PER SALVARE TUTTE LE VITE
La sera di giovedi' 9 ottobre 2025 a Cura di Vetralla (in provincia di Viterbo) si e' tenuto un incontro per festeggiare l'accordo raggiunto in Egitto per il cessate il fuoco a Gaza e il ritorno alle loro famiglie dei rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023.
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, ha svolto ancora una volta una riflessione dei cui temi principali di seguito proponiamo una parziale sintesi.
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1. Il primo dovere: salvare le vite
Per quanto imperfetto e precario possa essere l'accordo raggiunto in Egitto, esso consente finalmente di far cessare l'abominevole massacro di persone inermi ed innocenti a Gaza, e di far tornare in liberta' le persone ancora vive tra quante furono rapite dai nazisti di Hamas durante il pogrom del 7 ottobre 2023.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La pace, anche la piu' imperfetta, anche la piu' ingiusta, e' comunque sempre migliore della guerra assassina. Solo la pace salva le vite, solo la pace consente di realizzare la civile convivenza, di costruire relazioni di comprensione e misericordia, di giustizia e liberta'.
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2. Lo sviluppo necessario: riconoscimento universale dello stato di Palestina e dello stato di Israele, due stati per due popoli
Ma affinche' dal cessate il fuoco si giunga alla pace occorre l'universale riconoscimento da parte di tutti gli stati del mondo dello stato di Palestina e dello stato di Israele: due stati per due popoli, due stati indipendenti e sovrani, due stati democratici.
Ma affinche' questa necessaria prospettiva si realizzi, e si realizzi tempestivamente, occorre in primo luogo smantellare tutte le colonie illegali in Cisgiordania, ed estromettere dal governo come da tutti i centri di potere israeliani i criminali genocidi dell'estrema destra razzista e stragista.
Ugualmente, occorre estromettere dalle istituzioni rappresentative e dagli organi di parziale autogoverno oggi e di governo statuale domani del popolo palestinese i criminali nazisti di Hamas.
In altre parole: occorre riconoscere il diritto all'esistenza tanto dello stato di Israele quanto dello stato di Palestina, ed operare affinche' siano due stati democratici, non razzisti, non criminali, entrambi sicuri da ulteriori minacce e aggressioni. Ovvero: occorre riconoscere a tutte le persone che li' vivono tutti i diritti democratici, tutti i diritti umani, nessuno escluso.
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3. Alcuni schiarimenti necessari
L'incontro e' stato anche occasione per alcuni schiarimenti necessari su molte sciagurate ed infami follie che sono state dette e fatte anche in Italia in questi ultimi tempi con il pretesto di ua falsa solidarieta' ed espressione invece di un effettuale razzismo ed abissale prostituzione alle ideologie e alle prassi della violenza stragista e del nazismo che torna.
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4. Non solo in Medio Oriente occorre pace e difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ma ovunque
Ovunque sono in corso guerre, conflitti e massacri occorre la pace che salva le vite e la difesa nitida e intransigente, concreta e coerente, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre innanzitutto nel cuore d'Europa, in Ucraina.
Occorre ovunque menano strage di esseri umani le tante guerre dimenticate, i tanti regimi totalitari, i sempre piu' pervasivi poteri criminali.
Occorre qui in Europa in cui tanto i governanti razzisti quanto i criminali mafiosi esercitano la piu' brutale violenza razzista e schiavista contro i migranti e gli immigrati che qui vivono.
Occorre opporsi alla violenza con la nonviolenza.
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5. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Questo convincimento morale e politico teniamo per fermo: che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Questo incontrovertibile dato razionale ci dimostra l'intera storia cosi' come l'ora presente dell'intera umana famiglia: che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la nonviolenza contrasta la violenza in modo adeguato.
Solo la nonviolenza riconosce l'umanita' di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza salva tutte le vite.
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6. Ripetendo ancora una volta alcune fondamentali conclusioni
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi sempre a tutte le uccisioni.
Porsi sempre dalla parte di tutte le vittime contro tutti i carnefici.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., Essenzialmente Pintor, Il manifesto, Roma 2025, pp. 76, euro 2,50 (in supplemento al quotidiano "Il manifesto").
- Vittorino Andreoli, Macchine e nuovi orizzonti, Rcs, Milano 2025, pp. 144, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Matteo Galletti, Etica, Rcs, Milano 2025, pp. 160, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Vittoria Garibaldi, Perugino, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
- Augusto Gentili, Giorgione, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
- Filippo Pedrocco, Tiepolo, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
*
- Andrea Camilleri, La prima indagine di Montalbano, Sellerio, Palermo 2021, Rcs, Milano 2025, pp. 402, euro 9,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Franco Cardini, Andalusia, Il Mulino, Bologna 2018, Rcs, Milano 2025, pp. 304, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Giulio Guidorizzi, Edipo. Il gioco del destino, Rcs, Milano 2025, pp. 168, euro 7,90 (in supplemento a "Gente").
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Fantascienza
- Robert Sheckley, Scambio mentale, Mondadori, Milano 2025, pp. 208, euro 7,90.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 27 (speciale) dell'11 ottobre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 27 (speciale) dell'11 ottobre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Per la marcia Perugia-Assisi: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
2. "Ricordando Alfio Pannega e il suo appello a salvare tutte le vite, contro tutte le guerre e le uccisioni". Un incontro a Viterbo, alcuni ulteriori ricordi di Alfio, e altri documenti video, audio e a stampa
3. A Viterbo un incontro di studio e di testimonianza riflettendo su due libri di Raja Shehadeh e di Ronen Bergman e Mark Mazzetti
4. La sera di giovedi' 9 ottobre 2025 a Cura di Vetralla (in provincia di Viterbo) un incontro di festa, di riflessione, di esortazione a proseguire nell'impegno nonviolento per salvare tutte le vite
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. L'ORA. PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: SOLO LA NONVIOLENZA PUO' SALVARE L'UMANITA'
Domenica 12 ottobre 2025 mi sara' impossibile partecipare alla marcia Perugia-Assisi.
Valgano queste poche parole ad esprimere la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutte le persone partecipanti che si pongono alla sequela e alla scuola di Francesco d'Assisi, di Aldo Capitini, della nonviolenza in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 ottobre 2025
2. INCONTRI. "RICORDANDO ALFIO PANNEGA E IL SUO APPELLO A SALVARE TUTTE LE VITE, CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE UCCISIONI". UN INCONTRO A VITERBO, ALCUNI ULTERIORI RICORDI DI ALFIO, E ALTRI DOCUMENTI VIDEO, AUDIO E A STAMPA
La mattina di mercoledi' 8 ottobre 2025 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolto un incontro in memoria del poeta antifascista nonviolento Alfio Pannega e contro tutte le guerre e le uccisioni, per salvare tutte le vite, con la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, della nonviolenza.
L'incontro era parte di una serie di incontri presso la storica struttura nonviolenta viterbese che accompagna e sostiene tutte le iniziative di ricordo di Alfio nel corso di questo 2025, centenario della nascita (Alfio nacque a Viterbo il 21 settembre 1925 e a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010).
All'incontro ha preso parte Paolo Arena, amico di Alfio e scrupoloso curatore del costituendo "Archivio Alfio Pannega" in cui verranno raccolti e digitalizzati tutti i documenti che sono gia' stati e che verranno rintracciati, al fine di preservarne la memoria, la testimonianza, l'insegnamento e metterli a disposizione di tutte e tutti.
*
Mentre ricordiamo che nello scorso mese di settembre si sono realizzate due delle maggiori iniziative di commemorazione di Alfio (la dedica ad Alfio da parte dei facchini della "girata" della Macchina di Santa Rosa durante il trasporto il 3 settembre; il convegno a Palazzo dei Priori il 21 settembre) segnaliamo che di qui alla fine dell'anno si spera di realizzare ancora alcune altre iniziative:
- in primo luogo la collocazione della lapide sulla casa di Alfio a Valle Faul: siamo in attesa che si concluda l'iter autorizzativo;
- varie presentazioni della nuova edizione del libro di e su Alfio pubblicato da Davide Ghaleb Editore;
- nuove rappresentazioni dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato dal titolo "Allora ero giovane pure io";
- una mostra documentaria ed artistica;
- un concerto dedicato ad Alfio, conclusivo dell'anno di commemorazioni;
- la prima provvisoria catalogazione e sistemazione del lungamente atteso "Archivio Alfio Pannega": chiunque abbia materiali puo' inviarli al curatore dell'Archivio all'indirizzo e-mail: oloap.anera at gmail.com
- la digitalizzazione dei materiali accolti e la loro messa a disposizione in spazi dedicati di alcuni siti internet che hanno dato la disponibilita' ad accogliere e preservare un adeguato ricordo di Alfio, tra cui quello dell'Anpi provinciale di Viterbo, quello di Davide Ghaleb Editore, quello dell'organizzazione di volontariato "Viterbo con amore".
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Con Alfio per la salvezza dell'umanita'
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: proteggere quest'unico mondo vivente.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: opporsi al male facendo il bene.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Alfio: la nonviolenza e' in cammino. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Riportiamo di seguito alcuni ricordi di Alfio Pannega: quello di Luciano Bernabei consiste di alcuni frammenti estratti dal suo intervento tenuto il 21 settembre 2025 a Palazzo dei Priori; gli altri sono contributi inediti.
In calce alleghiamo alcuni riferimenti a vari materiali disponibili nella rete telematica e non solo.
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Alcuni frammenti del ricordo di Alfio Pannega da parte di Luciano Bernabei il 21 settembre 2025 a Palazzo dei Priori
Sono contento di essere qui e vi giuro non e' stato per niente facile.
Ma ripercorrere a ritroso quegli anni mi ha ridato la forza per festeggiare il compleanno del mio piu' grande amico, fratello, padre, nonno, con qui ho vissuto i miei anni migliori.
Siamo stati politicamente un centro sociale antagonista che grazie ad Alfio ha modificato essenzialmente la natura stessa di come si intendeva la lotta politica a livello locale e globale, e lo rivendico a gran voce: lui ci insegno' per prima cosa a tenere aperti i nostri cancelli invece di serrarli, e ricordo la mitica scritta su di essi: "Benvenuti nel nostro cuore che sembra marcio ma batte e combatte", e batte ancora per Alfio, il nostro sindaco.
Era l'11 luglio del 1993, ore 4 di mattina, quando occupammo l'ex-gazometro da decenni abbandonato della Valle di Faul.
In quel momento buio nacque un grande movimento di lotta per la pace e la giustizia sociale, contro la guerra e ogni forma di violenza ed oppressione, un movimento tra i piu' significativi del mondo, poi represso brutalmente fino all'omicidio di Carlo Giuliani...
Dico solo questo per coloro che non sanno che il clima che si respirava era pesante ed anche a Viterbo si faceva sentire, siamo sopravvissuti quando tirarono la molotov alla casa di Alfio, quando ci hanno sparato, i tentativi di sgombero, il regime della corruzione che prezzolava la delinquenza locale per intimorirci...
Ma ricordo le lezioni della nonviolenza, i training per gestire il conflitto, che ci hanno formati comprendendo che non c'e' pace e civile convivenza senza la cultura e la comprensione, il rispetto dell'altro, l'aiuto all'oppresso e al sofferente. E la vera brutalita' e' abusare del potere per prevaricare il piu' debole, o non avere memoria di cio' che e' stato e credere ancora nelle guerre come risoluzione dei conflitti tra i popoli.
Viterbo, il cui sviluppo per molti versi non era granche' diverso da quello tipico del sud piu' profondo e depresso, ebbe incredibilmente il suo Centro sociale Valle Faul, cosi' chiamato perche' si trovava nell'omonima valle.
Cosi' cominciammo a cambiare il volto della citta' creando cultura solidale e difendendo uno dei territori piu' importanti d'Italia per vocazione paesaggistica, archeologica e storica, un territorio che ancora amo.
Ricordo le innumerevoli lotte con cui abbiamo evitato lo scempio dell'area del Bullicame. Ricordo le lotte insieme a Vito Ferrante per difendere i diritti dei sofferenti psichici...
Auguro a tutti, nella vita, di dedicare se stessi ad aiutare gli altri ed avere la fortuna di conoscere e vivere con chi, per le piu' disparate condizioni, non ha rifugio se non nella vera bonta' dell'animo umano.
Auguro a tutti di scegliersi tra le moltitudini che percorrendo un percorso incerto e tortuoso, si cercano e trovano compagni e fratelli nella estenuante lotta in difesa della biosfera e di chi la abita.
La bontà non e' solo dare la possibilita' di possedere almeno quel poco di bene materiale per garantire a tutte e tutti un'esistenza dignitosa, ma ricambiare il bene che si riceve dalle persone; con quel sentimento che si ha quando sei innamorato della natura, della vita, di tutti i fratelli e le sorelle che vivono la brutalita' di un mondo che non li sostiene, li abbandona a se stessi, non li riconosce e non li rappresenta.
Buon compleanno Alfietto mio, che insieme ci siamo tirati fuori dal baratro della solitudine.
Buon compleanno Alfietto mio, come sostituire questo amore cosi' profondo, aperto, nudo, senza meccanismo di difesa alcuno.
Buon compleanno Alfietto nostro, che oggi ci hai di nuovo riuniti.
Vedo in questa sala i miei migliori amici: Giselle, Antonietta, Arianna, Emilio, Francesca, Gigi, Lella...
Ma soprattutto ricordo chi non c'e' piu': i miei piu' grandi amici Claudio, Marietto, Maurizio, Roland, Salvatore ed altri ancora, e l'amico professore Osvaldo Ercoli, compagno di viaggio da Aviano fino alle giornate di Genova...
Alfio, dobbiamo a te la meraviglia di tutto cio' che ci hai insegnato, te ne saremo grati per tutta la vita: solo tu potevi unire le differenze di tutti noi e trasformarci in donne e uomini di pace.
Che regalo ci hai fatto di nuovo tu oggi, Alfio: pensa come ci saremmo divertiti tutti insieme oggi quando 'sti quattro politici e intellettuali che curano la tua immensa memoria finalmente ci lasciavano liberi nella nostra quotidianita' e cantando in ottava rima durante un bel pranzo sociale con un bel bicchiere di vino, anche due, finivamo cantando "Bella ciao" e le nostre urla di dolore e rabbia per il genocidio dei nostri fratelli di Gaza tra i piu' colpiti della nostra cara Palestina devastata: al mukawama al mukawama al mukawama, resistere resistere resistere.
Alfio lo conoscevo sin da bambino: lo rispettavo, mi incuteva timore, ma gia' ne intravedevo la dignita', l'essere un giusto; rimasi sconvolto quando, conoscendo la sua popolarita' nella citta', vidi che viveva ai margini della societa', in quella valle allora desolata dove si macellavano gli animali; mio padre mi ci porto' da bambino per far uccidere il mio povero cane ormai malato, e mi disse: "Luciano, non scendere mai nella valle: ci abitano delinquenti, quel poraccio di Alfio, zingari e drogati"; di fronte si faceva il gas, l'odore del catrame, i tetti in eternit, i pozzi chimici adiacenti la casa di Alfio ricavata fra le mura nei pressi della Porta opera del Vignola. Cosi' pochi giorni dopo andai col mio motorino da solo, malgrado mio padre, scesi nella valle e conobbi tutta quella gente strana; cosi' sono diventato grande tra di loro, e da spavaldo e impavido che ero, non riconoscendomi piu' nella "Viterbo bene" che frequentavo, diventai partecipe di quella sofferenza e sensibilita' dei diversi.
L'11 luglio del '93 vi fu l'occupazione e la nascita del centro sociale, finalmente qualcosa che avrebbe dato senso a quei giorni che diventano anni di noia, apatia senza senso che consuma l'animo delle persone fino a finire nel tritacarne della omologazione: e grazie ancora Alfio per la lezione che allora come oggi continui a darci e per la quale Viterbo ti e' riconoscente finalmente tutta.
La tua immensa umanita', la cultura, la poesia, l'amore incondizionato per tutte le forme di vita del creato, gia' consapevole di una ecologia circolare, l'antifascismo militante, oggi tutti hanno capito l'antieroe che sei stato ed il prezzo alto che hai dovuto pagare.
Quel giorno entrammo nel gazometro e in quella tua piccola casetta con il giardino di catrame, da subito l'odore malsano, il secondo piano completamente adibito a discarica, le pulci, il letto ingiallito, gli altri emarginati che il primo del mese come sciacalli lo schernivano minacciavano e malmenavano e riscuotevano il loro tributo della pensione. Eppure tutti sapevano che Alfio avrebbe dato un rifugio anche ad un assassino dandogli sicuramente un pezzo di pane ed un bicchier di vino.
Ripensando all'area dell'ex-gazometro e alla storia di duro lavoro degli operai, e ripensando a Valle Faul nel suo insieme, dopo la fine dell'esperienza del centro sociale i progetti sono stati una riqualificazione senza socialita'; il simbolo: gli ascensori per salire piu' in fretta dalla valle alla Viterbo che conta e anch'essi ormai gia' abbandonati al degrado.
Come tutte le aree degradate dal processo industriale che ammala irreversibilmente la nostra terra diventano rifugio per chi distrugge se stesso e gli altri, non guarda a progetti di sostenibilita' rinnovabili, ma guarda allo scempio della speculazione per il profitto immediato. So bene di cosa parlo: come ci si puo' distruggere e come si puo' rinascere dalle ceneri di un posto abbandonato, restituendolo alla citta', ed offrire nuove alternative socio-culturali che diventano riconoscimento di umanita'.
Ecco come intendo, oggi piu' che mai, il ricordo di Alfio: spero che al piu' presto si collochi a Valle Faul la lapide in sua memoria che serva di monito, perche' Alfio rimanga il simbolo degli ultimi che sono parte integrante della societa' civile e la cui lotta, difesa e liberazione restituisce dignita' alla societa' intera.
A chi oggi lo commemora dopo avergli negato in vita i diritti fondamentali, questo posso dire: vergogna, vergogna e ancora vergogna.
Quello che ci resta e che rivendichiamo sono Alfio e i suoi ragazzi, oggi donne e uomini, che hanno condiviso il pane e la lotta: studenti, operai, emarginati, e le innumerevoli persone di Viterbo che ci hanno sostenuto e che in quegli anni hanno scritto una bella pagina di storia e solidarieta'.
Buon compleanno Alfietto, dal tuo vecchio amico e compagno
Lucianino
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Tomasso Scotolatori: Un commento al convegno per il centenario della nascita di Alfio Pannega
Il convegno che si e' svolto a Palazzo dei Priori a Viterbo il 21 settembre 2025 in occasione del centenario della nascita di Alfio Pannega ha presentato numerose testimonianze su vari aspetti della figura e dell'opera del poeta antifascista nonviolento viterbese cui la citta' ha reso omaggio nel corso di quest'anno con molte iniziative, tra cui straordinaria quella del ricordo da parte dei facchini di Santa Rosa nel corso del trasporto della Macchina il 3 settembre dedicandogli la "girata" di piazza del Comune, un onore che il popolo di Viterbo, di cui i facchini sono genuina espressione, riserva ai piu' grandi dei suoi figli.
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Tre dettagli di quel convegno vorremmo preliminarmente sottolineare, che forse non sono stati messi abbastanza in rilievo: la lettera del Prefetto di Viterbo, la presenza dei due sindaci emeriti Giovanni Maria Arena e Giulio Marini.
La prefettura di Viterbo fu presente con un suo rappresentante che intervenne l'8 maggio in occasione dell'intitolazione ad Alfio Pannega dell'emporio solidale di Viterbo; la lettera inviata ai promotori del convegno del 21 settembre ha confermato l'attenzione e il sentimento di vicinanza della prefettura, istituzione che nell'articolazione del sistema rappresentativo democratico ha un ruolo peculiare e rilevante.
I sindaci emeriti Giovanni Arena e Giulio Marini avevano gia' espresso in passato rilevanti testimonianze di affetto e considerazione per Alfio Pannega, e un ricordo particolare va alla promozione della "lectio magistralis" di Alfio Pannega nella Sala Regia di Palazzo dei Priori nel 2010, poco tempo prima della scomparsa del poeta antifascista nonviolento.
Al prefetto, ai sindaci emeriti, e naturalmente anche alla sindaca attuale, va la gratitudine di tutte le persone amiche di Alfio.
La loro partecipazione e' stato segno del riconoscimento da parte delle istituzioni dell'ordinamento giuridico italiano del valore di un uomo che in vita aveva subito sfruttamento ed emarginazione, e che per tutta la vita aveva lottato per la democrazia e per i diritti umani di tutti gli esseri umani, da membro cosciente della classe operaia, da militante antifascista, comunista e libertario, nonviolento.
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Nel convegno del 21 settembre molte voci hanno contribuito a ricostruire il volto di Alfio, e tra esse di particolare rilevanza quelle di Luciano Bernabei e di Arianna Marullo che con Alfio hanno vissuto l'esperienza del centro sociale Valle Faul, un'esperienza di solidarieta' concreta, di auto-aiuto, di profonda formazione morale e politica, di produzione e fruizione culturale non mercificata, e soprattutto di riflessione e di lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; un'esperienza che ancora attende un'adeguata ricostruzione storica che renda giustizia e merito a una vicenda che con le sue luci e le sue ombre, le sue contraddizioni e i suoi conflitti, e' stata nel suo insieme uno splendido esempio di passione etica, di impegno civile, di riconoscimento di umanita', di promozione della dignita' di tutti e di ciascuno.
Nelle loro testimonianze Luciano Bernabei ed Arianna Marullo hanno espresso con parole illuminanti quella vicenda di vicinanza e di amore tra Alfio e gli innumerevoli giovani che si posero alla sua scuola di persona buona, che insieme a lui per anni ed anni lottarono nonviolentemente per il bene comune dell'umanita'.
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Una cosa ancora vorremmo evidenziare particolarmente del convegno del 21 settembre: la presenza nella sala del convegno di quell'unica bandiera dispiegata: la bandiera della nonviolenza, con i colori dell'arcobaleno e il disegno delle mani che spezzano un fucile. A ricordare l'impegno di Alfio per la pace e il disarmo, la solidarieta' e la riconciliazione, la nonviolenza che a tutte le violenze si oppone. Ed infatti, come e' stato ripetutamente e giustamente detto nel corso di questo anno di iniziative in sua memoria, ricordare Alfio Pannega significa in primo luogo proseguirne la lotta contro tutte le guerre e le uccisioni; ogni iniziativa in sua memoria e' un appello a salvare le vite, a costruire la pace, a contrastare il male facendo il bene, ad opporsi alla violenza con la scelta della nonviolenza.
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Alle tante testimonianze su Alfio ci piacerebbe aggiungere ancora una volta in particolare il ricordo della sua appassionata militanza comunista, libertaria ed antitotalitaria; come la sua scelta esistenziale e politica della nonviolenza abbia plasmato il comune sentire delle persone che hanno partecipato all'esperienza del centro sociale Valle Faul; come in lui la consapevolezza dell'ingiustizia sociale, la memoria della ferocia fascista, la denuncia del regime dello sfruttamento, della sopraffazione e della corruzione abbiano dato luogo a un impegno morale e politico caratterizzato dal rifiuto del risentimento come del fanatismo, dall'opposizione ad ogni menzogna e ad ogni violenza, dalla costante ricerca delle azioni piu' adeguate per affermare il bene comune dell'umanita' e la salvaguardia del mondo vivente; e ancora: l'amore per la cultura che degnifica e salva tutti gli esseri umani; la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; la decisivita' dell'impegno per la pace.
Ricordare Alfio Pannega e' rievocare le ragioni della dignita' umana, invitare all'impegno affinche' tutti gli esseri umani siano di aiuto a tutti gli esseri umani, chiamare ad inverare quello che un vecchio filosofo chiamo' "il sogno di una cosa": la convivenza fraterna e sororale dell'intera umana famiglia in armonia ed empatia, nell'eguaglianza di diritti fondata sul rispetto della diversita' di ogni persona, realizzando giustizia e liberta'.
Continua a scavare, vecchia talpa.
Tomasso Scotolatori
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Lucrezio Aruetti: La Viterbo sognata e inverata di Alfio Pannega
C'e' una Viterbo diurna e una Viterbo notturna: in quella notturna c'e' il mare. Come ne "I vitelloni" di Fellini. E il mare cominciava subito fuori la porta del Vignola che apre la cinta muraria cittadina a Valle Faul. E aggrappata alla porta del Vignola c'era la casa di Alfio, e aggrappato alla casa di Alfio l'ex-gazometro da decenni abbandonato, uno spazio vasto e prezioso che all'alba dell'11 luglio 1993 fu occupato per risanarlo e restituirlo alla citta' dai ragazzi che li' realizzarono il centro sociale Valle Faul: e del centro sociale Valle Faul Alfio fu il volto, la voce, il cuore.
Ricordo come un tempo magico i primi tempi dell'occupazione: la miriade d'iniziative culturali, le frotte di giovani e giovanissimi, la loro scoperta del mondo nell'esperienza piu' propria degli esseri umani: il dialogo, le infinite assemblee in cui tutte e tutti parlavano e si ascoltavano.
Ma ancora piu' straordinari furono gli sviluppi dei mesi e degli anni successivi: il centro sociale sempre piu' si caratterizzo' come un luogo in cui si garantiva "un letto e un piatto di minestra" per chiunque ne avesse bisogno; un luogo di solidarieta' e condivisione senza riserve e senza barriere; e un luogo di studio e di formazione: innanzitutto di accostamento teorico e pratico alla nonviolenza; poi anche di lettura e commento dei classici della letteratura, della filosofia, della morale e della politica; di preparazione a come si fa un discorso in pubblico, a come si scrive un comunicato stampa, a come si gestisce democraticamente un confronto d'idee, una ricerca condivisa e un consesso deliberativo; di conoscenza degli elementi fondamentali della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione della Repubblica italiana, come anche di altri testi giuridici, dal codice penale e di procedura penale al codice civile e di procedura civile; di studio approfondito delle principali questioni sociali e politiche - prime fra tutte l'opposizione alla guerra e al razzismo -; di preparazione alla lotta per il bene comune con metodi coerenti con il fine del bene, cosi' come volevano Mohandas Gandhi e Martin Luther King, Aldo Capitini e Danilo Dolci, Lorenzo Milani e Franco Basaglia, Rosa Luxemburg e Marianella Garcia, Virginia Woolf e Simone Weil, Olympe de Gouges e Carla Lonzi, Laura Conti e Lidia Menapace, Hannah Arendt e Luce Fabbri.
E soprattutto fu il luogo in cui si prepararono, si organizzarono, si gestirono alcune grandi lotte nonviolente che ci portarono fino ad Aviano ad adoperarci per bloccare con la forza della nonviolenza il decollo dei bombardieri che di li', violando la Costituzione della Repubblica italiana, recavano strage al di la' dell'Adriatico.
L'esperienza del centro sociale di cui Alfio era anima e simbolo e' stata, nel vivo delle contraddizioni e dei conflitti e nel groviglio delle complessita', un'esperienza di convivenza e di solidarieta', di edificazione morale e civile, di speranza e di testimonianza che per chi vi ha preso parte resta una vicenda indimenticabile, un dono luminoso e nutriente, e un'interiore preziosa risorsa per affrontare il cammino della vita.
Alfio e il suo centro sociale sono stati insieme un sogno che si avvera e un appello a continuare ed estendere quella passione e quell'impegno affinche' ogni essere umano sia finalmente libero e felice.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Lucrezio Aruetti
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Allegato primo: Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci, Alfonso Prota e Valentino Costa): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha con forte empatia sovente rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata per molti anni disattesa; in questi mesi si sta finalmente avviando la sua realizzazione.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, 5489, 5501-5503, 5505, 5507, 5513-5514, 5516-5518, 5523, 5526, 5528, 5530-5531, 5534, 5538, 5540-5543, 5545-5570, 5573, 5576-5580, 5582-5585, 5588-5590, 5593-5594, 5598, 5600-5601, 5603-5607, 5609-5612, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Allegato secondo: La nuova edizione del libro dedicato ad Alfio Pannega
Il libro "Alfio 100" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2025) celebra i cento anni dalla nascita di Alfio Pannega (Viterbo 1925-2025). Nella prima parte del volume sono presenti materiali inediti raccolti da amiche e amici di Alfio: rassegna stampa, galleria fotografica, autografi poetici, ricordi dei militanti del centro sociale occupato autogestito Valle Faul, di conoscenti e istituzioni, oltre ai versi di poeti dialettali. Nella seconda parte si ripropone integralmente il volume "Allora ero giovane pure io" (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010) con poesie, fotografie e storia di vita dell'autore. Chiude il volume il copione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti.
Il libro di e su Alfio Pannega puo' essere richiesto all'editore Davide Ghaleb, via Roma 41, 01019 Vetralla (Vt), sito: www.ghaleb.it, tel. 0761461258, cell. 3200897221.
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Allegato terzo: Un rilevante documento filmato di alcune iniziative commemorative di Alfio Pannega
E' disponibile nella rete telematica la registrazione della commemorazione di Alfio Pannega svoltasi il 27 aprile 2025 al cimitero monumentale di Viterbo; la registrazione della cerimonia di intitolazione ad Alfio dell'"Emporio solidale" in piazzale Porsenna nel quartiere viterbese di Santa Barbara l'8 maggio 2025; la registrazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato rappresentato il 25 giugno 2025 presso lo spazio culturale "Lo spiffero"; la registrazione del convegno svoltosi il 21 settembre 2025 a Viterbo nella Sala delle Colonnne di Palazzo dei Priori.
Le rispettive registrazioni sono ai seguenti link:
https://www.youtube.com/watch?v=0bpS90lXmno
https://www.youtube.com/watch?v=BgSBoGZZqh8
https://www.youtube.com/watch?v=RSAwXdE1sio
https://www.youtube.com/watch?v=IPqUu8meWcs
I quattro filmati costituiscono un'unica opera documentaria e testimoniale dal titolo complessivo "Alfio Pannega 1925-2025. Il docufilm".
Ringraziamo Marco Mingarelli per aver realizzato quest'opera.
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Allegato quarto: I link ad alcuni brani musicali dedicati ad Alfio Pannega
Numerosi musicisti viterbesi e non solo, di rilevanza anche internazionale, hanno dedicato ad Alfio Pannega alcune loro composizioni.
Segnaliamo i link ad alcune di esse gia' disponibili all'ascolto nel web.
Di Luigi Andriani Il brano "Rinascimental Gratafunky" puo' essere ascoltato nell'album "Etrurian Dub" al seguente link:
https://rastakingkong.bandcamp.com/album/etrurian-dub
Di Andrea Araceli il brano "In memoria di Alfio Pannega" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/vI5lh7wtUJA?si=BjQy93a1fuxR1a2F
Sempre di Andrea Araceli segnaliamo anche un altro straordinario recente brano, "Lament for children of Gaza", che puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/-1db9WNxoDk?si=aa7LPwBo9k5m6yU2
Di Marco Brama il brano "... E la Luna disse: 'Alfio Pannega'" puo' essere ascoltato al seguente link:
https://youtu.be/f_xMgzK2zTQ
3. INCONTRI. A VITERBO UN INCONTRO DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA RIFLETTENDO SU DUE LIBRI DI RAJA SHEHADEH E DI RONEN BERGMAN E MARK MAZZETTI
La mattina di giovedi' 9 ottobre 2025 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' svolto un incontro di studio e di testimonianza riflettendo su due libri di Raja Shehadeh e di Ronen Bergman e Mark Mazzetti; l'incontro era parte di un ciclo di incontri di studio e di testimonianza per la cessazione del massacro in corso a Gaza.
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L'incontro si e' aperto con una riflessione del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha espresso profonda gioia e viva speranza per gli accordi che sembrano essere stati raggiunti dai negoziatori in Egitto.
"Che abbiano immediata e completa attuazione gli accordi raggiunti nel negoziato in Egitto e riescano finalmente a fermare le stragi e a far tornare in liberta' tutte le persone rapite ancora in vita.
Che abbiano immediata e completa attuazione gli accordi raggiunti nel negoziato in Egitto e riescano finalmente a promuovere la pace, che e' prerequisito per la civile convivenza, la promozione della giustizia, il rispetto della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani", ha detto il responsabile del "Centro di ricerca per la pace".
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Si e' poi passati alla presentazione e al commento dei due libri.
Il primo dei due libri presentati e commentati e' stato quello di Raja Shehadeh, "Il pallido dio delle colline. Sui sentieri della Palestina che scompare", Edt, Torino 2010. L'autore e' un illustre avvocato, saggista e difensore dei diritti umani palestinese che vive a Ramallah in Cisgiordania; oltre a una presentazione generale del libro sono stati letti integralmente e commentati particolarmente l'introduzione e gli ultimi due capitoli. E' una lettura commovente e straordinariamente persuasiva su come l'occupazione israeliana e la violenza dei coloni abbiamo provocato sofferenze e distruzioni indicibili. Di Raja Shehadeh e' indispensabile aver letto anche almeno il recente libro "Che cosa teme Israele dalla Palestina?", Einaudi, Torino 2024.
Il secondo dei due libri, di Ronen Bergman e Mark Mazzetti, "L'impunita' dei coloni. Come un movimento estremista ha conquistato Israele", Internazionale, Roma 2025, e' opera di due prestigiosi giornalisti d'inchiesta entrambi vincitori del Premio Pulitzer. Il libro e' stato letto integralmente e commentato approfonditamente; sulla base di testimonianze e rapporti ufficiali di autorevoli personalita' istituzionali israeliane descrive come la parte piu' spietatamente criminale e razzista dei coloni israeliani illegalmente insediatisi nei territori occupati non solo si macchi di scellerati delitti in Cisgiordania, ma stia dando l'assalto al potere in Israele per distruggerne la democrazia ed insediarvi un regime totalitario e sanguinario, anche a costo di una guerra civile, essendo gia' arrivata ormai ad avere un ruolo egemone nel governo Netanyahu e a gestire direttamente due ministeri-chiave con due personaggi palesemente criminali, razzisti, golpisti, elogiatori della violenza omicida, ed esplicitamente sostenitori del genocidio dei palestinesi.
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Dinanzi all'orrore in corso varra' la pena tornare a dire ancora una volta alcune cose fondamentali.
Il primo dovere e' salvare le vite, tutte le vite.
E quindi occorre opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
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Cessi immediatamente il massacro della popolazione inerme di Gaza e si rechino immediatamente tutti gli indispensabili soccorsi umanitari.
Siano immediatamente liberate tutte le persone rapite da Hamas e siano immediatamente restituite alle famiglie tutte le salme delle persone da Hamas assassinate.
Tutti gli stati rappresentati nell'Onu riconoscano lo stato di Palestina e lo stato di Israele.
Siano smantellate tutte le illegali colonie in Cisgiordania, condizione necessaria affinche' lo stato di Palestina abbia l'indispensabile continuita' territoriale.
Cessi ogni aggressione razzista in qualunque parte del mondo.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. INCONTRI. LA SERA DI GIOVEDI' 9 OTTOBRE 2025 A CURA DI VETRALLA (IN PROVINCIA DI VITERBO) UN INCONTRO DI FESTA, DI RIFLESSIONE, DI ESORTAZIONE A PROSEGUIRE NELL'IMPEGNO NONVIOLENTO PER SALVARE TUTTE LE VITE
La sera di giovedi' 9 ottobre 2025 a Cura di Vetralla (in provincia di Viterbo) si e' tenuto un incontro per festeggiare l'accordo raggiunto in Egitto per il cessate il fuoco a Gaza e il ritorno alle loro famiglie dei rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023.
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, ha svolto ancora una volta una riflessione dei cui temi principali di seguito proponiamo una parziale sintesi.
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1. Il primo dovere: salvare le vite
Per quanto imperfetto e precario possa essere l'accordo raggiunto in Egitto, esso consente finalmente di far cessare l'abominevole massacro di persone inermi ed innocenti a Gaza, e di far tornare in liberta' le persone ancora vive tra quante furono rapite dai nazisti di Hamas durante il pogrom del 7 ottobre 2023.
Salvare le vite e' il primo dovere.
La pace, anche la piu' imperfetta, anche la piu' ingiusta, e' comunque sempre migliore della guerra assassina. Solo la pace salva le vite, solo la pace consente di realizzare la civile convivenza, di costruire relazioni di comprensione e misericordia, di giustizia e liberta'.
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2. Lo sviluppo necessario: riconoscimento universale dello stato di Palestina e dello stato di Israele, due stati per due popoli
Ma affinche' dal cessate il fuoco si giunga alla pace occorre l'universale riconoscimento da parte di tutti gli stati del mondo dello stato di Palestina e dello stato di Israele: due stati per due popoli, due stati indipendenti e sovrani, due stati democratici.
Ma affinche' questa necessaria prospettiva si realizzi, e si realizzi tempestivamente, occorre in primo luogo smantellare tutte le colonie illegali in Cisgiordania, ed estromettere dal governo come da tutti i centri di potere israeliani i criminali genocidi dell'estrema destra razzista e stragista.
Ugualmente, occorre estromettere dalle istituzioni rappresentative e dagli organi di parziale autogoverno oggi e di governo statuale domani del popolo palestinese i criminali nazisti di Hamas.
In altre parole: occorre riconoscere il diritto all'esistenza tanto dello stato di Israele quanto dello stato di Palestina, ed operare affinche' siano due stati democratici, non razzisti, non criminali, entrambi sicuri da ulteriori minacce e aggressioni. Ovvero: occorre riconoscere a tutte le persone che li' vivono tutti i diritti democratici, tutti i diritti umani, nessuno escluso.
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3. Alcuni schiarimenti necessari
L'incontro e' stato anche occasione per alcuni schiarimenti necessari su molte sciagurate ed infami follie che sono state dette e fatte anche in Italia in questi ultimi tempi con il pretesto di ua falsa solidarieta' ed espressione invece di un effettuale razzismo ed abissale prostituzione alle ideologie e alle prassi della violenza stragista e del nazismo che torna.
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4. Non solo in Medio Oriente occorre pace e difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ma ovunque
Ovunque sono in corso guerre, conflitti e massacri occorre la pace che salva le vite e la difesa nitida e intransigente, concreta e coerente, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre innanzitutto nel cuore d'Europa, in Ucraina.
Occorre ovunque menano strage di esseri umani le tante guerre dimenticate, i tanti regimi totalitari, i sempre piu' pervasivi poteri criminali.
Occorre qui in Europa in cui tanto i governanti razzisti quanto i criminali mafiosi esercitano la piu' brutale violenza razzista e schiavista contro i migranti e gli immigrati che qui vivono.
Occorre opporsi alla violenza con la nonviolenza.
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5. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Questo convincimento morale e politico teniamo per fermo: che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Questo incontrovertibile dato razionale ci dimostra l'intera storia cosi' come l'ora presente dell'intera umana famiglia: che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la nonviolenza contrasta la violenza in modo adeguato.
Solo la nonviolenza riconosce l'umanita' di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza salva tutte le vite.
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6. Ripetendo ancora una volta alcune fondamentali conclusioni
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi sempre a tutte le uccisioni.
Porsi sempre dalla parte di tutte le vittime contro tutti i carnefici.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., Essenzialmente Pintor, Il manifesto, Roma 2025, pp. 76, euro 2,50 (in supplemento al quotidiano "Il manifesto").
- Vittorino Andreoli, Macchine e nuovi orizzonti, Rcs, Milano 2025, pp. 144, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Matteo Galletti, Etica, Rcs, Milano 2025, pp. 160, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Vittoria Garibaldi, Perugino, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
- Augusto Gentili, Giorgione, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
- Filippo Pedrocco, Tiepolo, Giunti-Rcs, Firenze-Milano 2025, pp. 128, euro 9,90.
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- Andrea Camilleri, La prima indagine di Montalbano, Sellerio, Palermo 2021, Rcs, Milano 2025, pp. 402, euro 9,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Franco Cardini, Andalusia, Il Mulino, Bologna 2018, Rcs, Milano 2025, pp. 304, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Giulio Guidorizzi, Edipo. Il gioco del destino, Rcs, Milano 2025, pp. 168, euro 7,90 (in supplemento a "Gente").
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Fantascienza
- Robert Sheckley, Scambio mentale, Mondadori, Milano 2025, pp. 208, euro 7,90.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
UN EBDOMADARIO DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 27 (speciale) dell'11 ottobre 2025
Notiziario settimanale della nonviolenza in cammino proposto dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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- Prev by Date: [Nonviolenza] La sera di giovedi' 9 ottobre 2025 a Cura di Vetralla (in provincia di Viterbo) un incontro di festa, di riflessione, di esortazione a proseguire nell'impegno nonviolento per salvare tutte le vite
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