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[Nonviolenza] Giulio Vittorangeli ricorda Alfio Pannega
- Subject: [Nonviolenza] Giulio Vittorangeli ricorda Alfio Pannega
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Mon, 5 May 2025 15:12:07 +0200
GIULIO VITTORANGELI RICORDA ALFIO PANNEGA
Di seguito il testo del ricordo di Alfio Pannega scritto da Giulio Vittorangeli, responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo; ricordo che verra' letto l'8 maggio 2025 nella giornata di commemorazione del poeta antifascista nonviolento viterbese, giornata in cui vi sara' l'intitolazione ad Alfio Pannega dell'Emporio solidale di Viterbo in piazzale Porsenna nel quartiere di Santa Barbara.
*
Cogliamo l'occasione per ricordare ancora una volta che oggi, lunedi' 5 maggio 2025, per iniziativa del "Lions Club" presso la sala del teatro della parrocchia di San Leonardo Murialdo, in via Caduti del IX stormo, a Viterbo, con inizio alle ore 16,30, si svolgera' una rappresentazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, "Allora ero giovane pure io", ad Alfio Pannega dedicato.
Testo diffuso a cura delle amiche e degli amici di Alfio
Viterbo, 5 maggio 2025
Mittente: centropacevt at gmail.com
* * *
Giulio Vittorangeli: In ricordo di Alfio
Scrivo in ricordo di Alfio, ed è un ricordo parziale che abbraccia all’incirca i primi anni, dalla nascita nel 1993, del Centro Sociale Occupato Autogestito "Valle Faul" nell'ex gazometro, quando si consolidò nel corso degli anni la collaborazione con l'Associazione Italia-Nicaragua Circolo di Viterbo.
Ricordo ancora l'Assemblea provinciale che, come Italia-Nicaragua, abbiamo tenuto nell'ottobre 1998 presso il Centro Sociale "Valle Faul". Un'intera giornata che avrebbe visto la partecipazione di molte associazioni e gruppi del viterbese (oggi si direbbe del "terzo settore" e/o "non-profit"), impegnate per la pace e la solidarietà tra i popoli.
Da allora non passava fine settimana, che per un motivo o per l'altro, non si passasse al CSOA Valle Faul. Per organizzare una iniziativa, per scambiarsi opinioni, o semplicemente per il piacere di incontrarsi.
*
E' stato così che è avvenuto l'incontro con Alfio.
Al margine di una riunione, di un'assemblea, capitava di fermarsi sempre più spesso, con Giuliano e Tony, a parlare con Alfio.
La sua era una storia orale, racconti di un'epoca che apparteneva alla generazione che ci aveva preceduto, all'incirca quella dei nostri genitori, di chi era nato negli anni venti e trenta del secolo scorso. Di quella generazione che aveva vissuto sulla propria pelle l'orrore della guerra e della dittatura, le conseguenti sofferenze e privazioni.
Gente umile, per la maggioranza, che avrebbe dato un contributo determinante alla nuova Italia antifascista, consapevoli che quegli orrori (dalla shoah, alla bomba atomica) nascevano proprio all'interno della guerra, e che avrebbe scritto nella nostra Costituzione l'Articolo 11 per ripudiare appunto la guerra.
Racconto dopo racconto ho conosciuto, abbiamo conosciuto, le vicende della sua difficile vita, fatta di lavori umili (da pastore a operaio, da contadino ad artigiano), ma anche la sua straordinaria cultura, Dante e Ariosto appunto, come altri hanno già ricordato; poi l'amore per i libri e per la poesia (anche noi come Associazione Italia-Nicaragua non scherzavamo, perché la rivoluzione sandinista era conosciuta come la rivoluzione dei poeti), lui stesso bravissimo poeta a braccio.
*
Scrivo di Alfio e della poesia e mi viene in mente la predilezione di papa Francesco per la poesia. La prima cosa che ho pensato quando ho saputo della morte del papa è che forse ha pesato sulla sua salute anche il dolore per le sue inascoltate implorazioni contro la guerra e contro il riarmo. Molti dovrebbero vergognarsi per non aver ascoltato le sue esortazioni.
Forse alla fine la poesia era, per Papa Francesco, una delle poche compagnie sicure e così mi piace di pensare anche per l'antifascista e nonviolento Alfio. Così come mi piace di pensare che la poesia in fondo consente di trovare l'impossibile sintesi di fronte alla morte di un uomo, sia esso papa o semplice Alfio Pannega.
"Giuro che io salverò la delicatezza mia
la delicatezza del poco e del niente
del poco poco, salverò il poco e il niente
il colore sfumato, l'ombra piccola
l'impercettibile che viene alla luce
il seme dentro il seme, il niente dentro
quel seme. Perché da quel niente
nasce ogni frutto. Da quel niente
tutto viene"
(Mariangela Gualtieri).
*
E' importante ciò che rimane nella memoria. Quel che rimane è ciò che conta davvero.
Così scrivo per il centenario della nascita di Alfio, compagno di lotte, e spunta un sorriso tenero e nostalgico.
Giulio Vittorangeli (Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo OdV)
* * *
Di seguito il testo del ricordo di Alfio Pannega scritto da Giulio Vittorangeli, responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo; ricordo che verra' letto l'8 maggio 2025 nella giornata di commemorazione del poeta antifascista nonviolento viterbese, giornata in cui vi sara' l'intitolazione ad Alfio Pannega dell'Emporio solidale di Viterbo in piazzale Porsenna nel quartiere di Santa Barbara.
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Cogliamo l'occasione per ricordare ancora una volta che oggi, lunedi' 5 maggio 2025, per iniziativa del "Lions Club" presso la sala del teatro della parrocchia di San Leonardo Murialdo, in via Caduti del IX stormo, a Viterbo, con inizio alle ore 16,30, si svolgera' una rappresentazione dello spettacolo teatrale di Pietro Benedetti, "Allora ero giovane pure io", ad Alfio Pannega dedicato.
Testo diffuso a cura delle amiche e degli amici di Alfio
Viterbo, 5 maggio 2025
Mittente: centropacevt at gmail.com
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Giulio Vittorangeli: In ricordo di Alfio
Scrivo in ricordo di Alfio, ed è un ricordo parziale che abbraccia all’incirca i primi anni, dalla nascita nel 1993, del Centro Sociale Occupato Autogestito "Valle Faul" nell'ex gazometro, quando si consolidò nel corso degli anni la collaborazione con l'Associazione Italia-Nicaragua Circolo di Viterbo.
Ricordo ancora l'Assemblea provinciale che, come Italia-Nicaragua, abbiamo tenuto nell'ottobre 1998 presso il Centro Sociale "Valle Faul". Un'intera giornata che avrebbe visto la partecipazione di molte associazioni e gruppi del viterbese (oggi si direbbe del "terzo settore" e/o "non-profit"), impegnate per la pace e la solidarietà tra i popoli.
Da allora non passava fine settimana, che per un motivo o per l'altro, non si passasse al CSOA Valle Faul. Per organizzare una iniziativa, per scambiarsi opinioni, o semplicemente per il piacere di incontrarsi.
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E' stato così che è avvenuto l'incontro con Alfio.
Al margine di una riunione, di un'assemblea, capitava di fermarsi sempre più spesso, con Giuliano e Tony, a parlare con Alfio.
La sua era una storia orale, racconti di un'epoca che apparteneva alla generazione che ci aveva preceduto, all'incirca quella dei nostri genitori, di chi era nato negli anni venti e trenta del secolo scorso. Di quella generazione che aveva vissuto sulla propria pelle l'orrore della guerra e della dittatura, le conseguenti sofferenze e privazioni.
Gente umile, per la maggioranza, che avrebbe dato un contributo determinante alla nuova Italia antifascista, consapevoli che quegli orrori (dalla shoah, alla bomba atomica) nascevano proprio all'interno della guerra, e che avrebbe scritto nella nostra Costituzione l'Articolo 11 per ripudiare appunto la guerra.
Racconto dopo racconto ho conosciuto, abbiamo conosciuto, le vicende della sua difficile vita, fatta di lavori umili (da pastore a operaio, da contadino ad artigiano), ma anche la sua straordinaria cultura, Dante e Ariosto appunto, come altri hanno già ricordato; poi l'amore per i libri e per la poesia (anche noi come Associazione Italia-Nicaragua non scherzavamo, perché la rivoluzione sandinista era conosciuta come la rivoluzione dei poeti), lui stesso bravissimo poeta a braccio.
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Scrivo di Alfio e della poesia e mi viene in mente la predilezione di papa Francesco per la poesia. La prima cosa che ho pensato quando ho saputo della morte del papa è che forse ha pesato sulla sua salute anche il dolore per le sue inascoltate implorazioni contro la guerra e contro il riarmo. Molti dovrebbero vergognarsi per non aver ascoltato le sue esortazioni.
Forse alla fine la poesia era, per Papa Francesco, una delle poche compagnie sicure e così mi piace di pensare anche per l'antifascista e nonviolento Alfio. Così come mi piace di pensare che la poesia in fondo consente di trovare l'impossibile sintesi di fronte alla morte di un uomo, sia esso papa o semplice Alfio Pannega.
"Giuro che io salverò la delicatezza mia
la delicatezza del poco e del niente
del poco poco, salverò il poco e il niente
il colore sfumato, l'ombra piccola
l'impercettibile che viene alla luce
il seme dentro il seme, il niente dentro
quel seme. Perché da quel niente
nasce ogni frutto. Da quel niente
tutto viene"
(Mariangela Gualtieri).
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E' importante ciò che rimane nella memoria. Quel che rimane è ciò che conta davvero.
Così scrivo per il centenario della nascita di Alfio, compagno di lotte, e spunta un sorriso tenero e nostalgico.
Giulio Vittorangeli (Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo OdV)
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