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[Nonviolenza] Telegrammi. 5484
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5484
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 21 Feb 2025 15:42:33 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5484 del 22 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Tre minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
2. Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni
3. Leonard Peltier e' uscito dal carcere. Si festeggia anche a Viterbo
4. Maurizio Acerbo: Leonard Peltier fuori dalla prigione dopo 49 anni
5. Marco Benazzi: La liberazione di Leonard Peltier, una vittoria per la giustizia e la memoria
6. Piero Carcano: Leonard Peltier finalmente e' libero
7. CRED: La liberazione di Leonard Peltier
8. PCI: Leonard Peltier, il prigioniero numero 89637-132, torna a casa
9. Ripetiamo ancora una volta...
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. TRE MINIME DESCRIZIONI DELLA NONVIOLENZA E CINQUE PERORAZIONI PER IL DISARMO
I. Tre minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.
La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
*
2. Breve litania della nonviolenza
La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
*
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
* * *
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica e' il disarmo
La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanita'
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.
Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiche' vi e' una sola umanita'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
2. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, A TUTTE LE STRAGI, A TUTTE LE UCCISIONI
Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare tutte le vite.
L'unica politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso e' la scelta della nonviolenza.
3. REPETITA IUVANT. LEONARD PELTIER E' USCITO DAL CARCERE. SI FESTEGGIA ANCHE A VITERBO
Ieri, 18 febbraio 2025, Leonard Peltier e' uscito dal carcere dopo 49 anni di prigionia da innocente.
Un eroe perseguitato torna finalmente alla sua casa, alla sua famiglia, tra la sua gente.
Durante la sua detenzione Leonard Peltier ha continuato a testimoniare e a lottare - con la parola, con la poesia, con l'arte, con l'azione nonviolenta per quanto possibile anche nelle condizioni durissime del carcere di massima sicurezza - in difesa del suo popolo, di tutti i popoli nativi, di tutti i popoli oppressi, di tutti gli esseri umani, dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Per meta' di un secolo costretto in una cella Leonard Peltier ha continuato ad essere un luminoso testimone della dignita' umana.
Ormai vecchio e gravemente malato torna alla sua abitazione, da dove continuera' la lotta comune per il bene comune dell'umanita'.
Ogni persona decente, ogni persona senziente e pensante, in ogni luogo del mondo, gli esprime ancora una volta la sua gratitudine e si unisce finalmente alla gioia per la sua scarcerazione.
Anche a Viterbo si e' festeggiata la sua scarcerazione e il suo ritorno a casa con un incontro di riflessione e di testimonianza svoltosi la mattina di mercoledi' 19 febbraio 2025 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
Anche da Viterbo giunga a Leonard Peltier un corale ringraziamento per la sua eroica resistenza, per la sua generosita' e il suo coraggio, per il suo esempio di amore per il suo popolo e per l'umanita'.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta alcuni materiali per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, per 49 anni prigioniero innocente. E' stato scarcerato per tornare alla sua casa il 18 febbraio 2025 dopo che il Presidente statunitense Biden nell'ultimo giorno del suo mandato presidenziale gli ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Leonard Peltier non ha mai commesso il delitto per cui fu ingiustamente condannato sulla base di "testimonianze" rivelatesi false e di "prove" rivelatesi altrettanto false; ha ora ottanta anni ed e' gravemente malato.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che nei mesi scorsi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha pubblicato un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che proponeva iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", ora ridenominato "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org
*
Continuiamo a sostenere Leonard Peltier nella lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Mitakuye oyasin.
4. DOCUMENTAZIONE. MAURIZIO ACERBO: LEONARD PELTIER FUORI DALLA PRIGIONE DOPO 49 ANNI
[Dal sito www.ancorafischiailvento.org riprendiamo e diffondiamo]
"Oggi finalmente sono libero! Mi hanno imprigionato, ma non hanno mai preso il mio spirito!".
Dopo quarantanove anni di ingiusta detenzione e' tornato finalmente a casa il compagno Leonard Peltier tra i suoi familiari e il suo popolo nel Dakota del Nord. Peltier ha 80 anni ed e' in cattive condizioni di salute, parzialmente cieco a causa del diabete, di un ictus, di un aneurisma aortico e di ripetuti attacchi di Covid-19.
Leonard Peltier, fondatore dell'American Indian Movement, e' un eroe per i nativi americani e per chi lotta in tutto il mondo per i diritti dei popoli indigeni, contro il colonialismo, il suprematismo bianco e l'imperialismo.
L'FBI e il governo degli Stati Uniti scatenarono la repressione contro il movimento dei nativi americani guidato da una giovane generazione di attivisti come Leonard Peltier e la sua condanna fu il frutto di una montatura giudiziaria https://fazieditore.it/autore/leonard-peltier/
L'American Indian Movement nacque nel 1968 nel clima di crescente ribellione contro il razzismo e il militarismo del capitalismo imperialista USA. "Anche se ero giovane, sentivo che non potevo piu' ignorare la lotta dei nativi finche' un indiano veniva maltrattato. Come tanti altri che furono scossi dalla loro sottomissione, letargia e indifferenza durante gli anni '60, mi unii alla lotta per i diritti civili, umani e degli indiani". I movimenti per i diritti civili, il Black Power e le Pantere Nere hanno fatto da sfondo all'ascesa della militanza indiana, che e' cresciuta e si e' sviluppata parallelamente a essi https://isreview.org/issue/67/leonard-peltier-and-indian-struggle-freedom/index.html
L'occupazione dell’isola di Alcatraz nel 1969 e quella, durata settantuno giorni, di Wounded Knee nel 1973, diedero una visibilita' internazionale alla lotta dell'AIM. "Questa e' stata una rinascita della nostra dignita' e del nostro orgoglio", disse Russell Means dell'occupazione. Dennis Banks dichiaro': "Il messaggio che e' stato trasmesso e' che una banda di indiani poteva affrontare il governo degli Stati Uniti. Tecumseh ha avuto il suo giorno, Geronimo, Toro Seduto, Cavallo Pazzo. Noi abbiamo avuto il nostro". Marlon Brando rifiuto' di ritirare il premio Oscar per "Il Padrino" e mando' al suo posto l'attrice indiana Sacheen Littlefeather a leggere una dichiarazione.
Leonard Peltier negli anni della lunga prigionia non ha mai rinunciato alla lotta incoraggiando le generazioni piu' giovani:
"Uomini di ogni colore, cultura e religione devono unirsi per opporsi alle politiche genocide che tutti noi dobbiamo affrontare, mentre il mondo delle grandi imprese cerca di schiavizzare tutti e di mettere una nazione contro l'altra.
Se eviti di infrangere le leggi e fai cio' che ti viene detto e ignori i poveri, gli oppressi e gli emarginati, probabilmente non sarai disturbato. Se cerchi di correggere cio' che e' sbagliato, tuttavia, incontrerai sicuramente una grande opposizione e correrai il rischio di essere imprigionato o di morire.
Vi incoraggio a fare del vostro meglio, a essere gentili gli uni con gli altri, a cercare armonia ed equilibrio con tutta la vita naturale, a godervi la liberta' che vi e' rimasta e, soprattutto, a non arrendervi mai, mai. Nello spirito di Cavallo Pazzo".
Leonard Peltier e' sempre stato un internazionalista. Dal carcere, fin dal 1982 in occasione del massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, espresse la sua solidarieta' alla lotta del popolo palestinese: "Le truppe israeliane, nel portare avanti la loro campagna genocida, agiscono oggi come la Settima Cavalleria agi' in passato e continua ad agire nel territorio indiano. Se oggi fossi libero, porterei i nostri Guerrieri Rossi a combattere fianco a fianco con i combattenti per la liberta' dell'OLP per annientare le forze imperialiste degli Stati Uniti e di Israele". E nel 2024 mentre Israele bombardava Gaza: "Il colonialismo dei coloni e' una malattia. Noi siamo l'antidoto. Non mi stanchero' mai di ripeterlo".
5. DOCUMENTAZIONE. MARCO BENAZZI: LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, UNA VITTORIA PER LA GIUSTIZIA E LA MEMORIA
[Dal sito www.ilpopolano.com riprendiamo e diffondiamo]
Nel silenzio compresso delle aule di giustizia americana, un eco di speranza ha finalmente squarciato le tenebre. La liberazione di Leonard Peltier, attivista nativo americano, dopo quasi cinquant'anni di prigione, rappresenta non soltanto una vittoria personale, ma un simbolo di riscatto per tutte le popolazioni oppresse, per coloro che hanno visto la loro esistenza ridotta a un'ombra in un sistema che spesso si e' mostrato sordo e indifferente.
Peltier, condannato nel 1976 per il presunto omicidio di due agenti dell'FBI durante un conflitto nella Riserva indiana di Pine Ridge, ha sempre sostenuto la sua innocenza. La sua vicenda giudiziaria ha sollevato interrogativi inquietanti sulla giustizia americana, un sistema che, nel suo meccanismo implacabile, ha spesso calpestato diritti e dignita' di chi si oppone al potere. La sua detenzione e' diventata un simbolo di resistenza, un grido di allerta per una nazione che si e' dimenticata delle sue promesse di uguaglianza e di equita'.
La liberazione di Peltier giunge in un momento cruciale, quando le ferite storiche dei popoli nativi americani iniziano finalmente a essere riconosciute. La societa' contemporanea e' chiamata a confrontarsi con il passato, a fare i conti con una storia che ha visto il genocidio culturale e fisico di intere comunita'. L'azione di Peltier, il suo impegno per la giustizia sociale e la difesa dei diritti umani, ha ispirato generazioni di attivisti, diventando un faro per chi lotta contro l'ingiustizia.
Il suo rilascio non e' solo un momento di festa personale; e' un invito a riflettere. Come puo' una nazione che si proclama custode della liberta' e della democrazia giustificare la detenzione di un uomo per quasi cinque decenni, senza prove concrete e in un clima di ostilita' e pregiudizio? La vicenda di Peltier e' esemplificativa di un'epoca in cui il potere ha cercato di soffocare le voci dissidenti, di silenziare chi ha osato alzare la testa per difendere la propria terra, la propria cultura.
Oggi, mentre Leonard Peltier riabbraccia la liberta', il suo sorriso e' un messaggio potente: la lotta per la giustizia non e' mai vana. Ogni giorno in cui un oppresso resiste, ogni battaglia combattuta per la verita', contribuisce a costruire un futuro migliore. La sua liberazione e' un richiamo alla responsabilita' collettiva; non possiamo permettere che la storia si ripeta. E' il momento di ascoltare le voci che sono state messe a tacere, di dare spazio a chi ha il diritto di raccontare la propria storia.
In questo giorno di liberazione, si erge un monito: la liberta' di Leonard Peltier deve ispirare una riflessione profonda su chi siamo come societa'. E' un'opportunita' per riconoscere e riparare le ingiustizie del passato, per costruire un futuro di pace e rispetto reciproco. Perche' la vera liberta' non e' solo quella di un individuo, ma quella di un'intera nazione che abbraccia la sua diversita' e onora le sue radici. Leonard Peltier e' libero; ora, spetta a noi fare in modo che la sua liberta' significhi qualcosa di piu' grande.
6. DOCUMENTAZIONE. PIERO CARCANO: LEONARD PELTIER FINALMENTE E' LIBERO
[Dal sito www.unisinbnl.it riprendiamo e diffondiamo]
Riceviamo da Andrea De Lotto, attivista per i diritti civili, da diversi anni impegnato in tutto il mondo in particolare per il Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il nativo americano che dopo 50 anni di ingiusta detenzione ieri e' uscito e si e' unito alla sua famiglia, alla sua gente, al suo popolo, alla sua tribu' dei Lakota Sioux, che volentieri pubblichiamo, dopo aver partecipato come iscritti, come sindacato ufficialmente, in particolare alle ultime intense iniziative, empatizzando per la sua sorte e per i diritti dei nativi americani.
*
"Leonard Peltier finalmente e' libero.
Non del tutto perche' dovra' restare agli arresti domiciliari, ma speriamo che, se non potra' girare per il mondo, sia il mondo ad arrivare da lui.
Entro' in carcere nel 1976, il 6 febbraio, faceva freddo in Canada quando venne arrestato. Era un uomo giovane e forte, ma nel corso del tempo ha rivelato la sua grandissima umanita', generosita' e forza fisica e spirituale.
Per questo ha avuto molta solidarieta' intorno.
Una solidarieta' che si e' data il cambio nel corso degli anni, un fiume carsico che ogni tanto si immergeva, ogni tanto riemergeva.
Anni che passavano, attivisti che lasciavano, altri che si univano.
Ma il tamburo dei nativi continuava a battere e in questi giorni lo si e' sentito fino a qua.
Free Leonard Peltier lo abbiamo gridato, tradotto in tante lingue.
Ultimamente una commissione che si riuni' in giugno aveva la possibilita' di liberarlo per motivi di salute, sembro' a tutti noi una ottima soluzione per risolvere il tutto in maniera "indolore" politicamente. Invece no, ancora una volta fu l'FBI a mettersi di traverso, a mettersi davanti a quella porta, dicendo: "Qui non passa nessuno!".
A quel punto rimaneva a tutti e tutte noi l'ultima spiaggia, di questo ne eravamo tutti consapevoli: Biden.
E cosi' abbiamo scoperto ancora una volta che non e' chi "appare" che concretizza dei presunti slanci ideali: Obama era stata la piu' grande delusione, colui che spezzo' le gambe a Leonard e a tutta la solidarieta'. Bisogna dirlo e ripeterlo, il paladino dei diritti, premio Nobel per la pace, colui che aveva pianto dentro la cella dell'isola dove Mandela era stato in carcere, non firmo'.
Ci e' arrivato Biden, nella cosiddetta zona Cesarini, a tempo quasi scaduto, nei minuti di recupero.
Le spinte di tutti quanti hanno contato, certo.
In tanti e tante, uniti, abbiamo messo le nostre energie per far sentire il nostro urlo. Era certo: "Vita o morte". Per Leonard, ma anche un po' per noi.
Ce l'abbiamo fatta, godiamo di questo momento prezioso, coi tempi che corrono.
Teniamo a mente i nomi di tutti e tutte coloro che hanno contribuito a questa lotta che sembrava inutile.
Tra questi c'e' anche il sindacato Unisin. Ci sentiamo di ringraziarlo e lo facciamo piu' che volentieri.
Tutti e tutte siamo stati utili, e' stata la forza e la volonta' di migliaia di lillipuziani che hanno aperto quella porta.
Dolore grande e' quello che ci fa pensare a tutti coloro che dentro restano, a partire da Mumia Abu Jamal, fratello di lotta e resistenza di Leonard.
E tutti i prigionieri politici che sono dentro ingiustamente, che resistono, ma che non ce la possono fare senza di noi, formalmente liberi".
*
Grazie a nome di tutti noi, molti iscritti ci hanno chiesto nel frattempo info e si sono interessati e questo grazie a te.
7. DOCUMENTAZIONE. CRED: LA IBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
[Dal sito https://credgigi.it/ riprendiamo e diffondiamo]
Il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED) saluta la liberazione, dopo 50 anni di ingiusta detenzione, del leader nativo-americano Leonard Peltier, riconosciuto come perseguitato politico antifascista e cittadino romano onorario.
8. DOCUMENTAZIONE. PCI: LEONARD PELTIER, IL PRIGIONIERO NUMERO 89637-123, TORNA A CASA
[Dal sito www.ilpartitocomunistaitaliano.it riprendiamo e diffondiamo]
"La mia colpa e' di essere indiano d'America, e la tua?"
"Lottero' ancora un poo'... per sempre"
Il 18 febbraio 2025, dopo quasi mezzo secolo di prigionia, torna a casa il detenuto Leonard Peltier. La sua ingiusta condanna a due ergastoli e' stata commutata in regime di detenzione domiciliare.
Il processo che ha condannato un innocente alla perdita della propria liberta' personale fu chiaramente una farsa, con testimonianze inattendibili e innumerevoli prove in suo favore nascoste, archiviate, mai prese in considerazione. La sola colpa di Peltier, per il potere statunitense, e' di essere un "indiano d'America" e un attivista che lotta per i diritti del suo popolo.
Finalmente Leonard puo' riabbracciare i suoi cari e il suo popolo e, almeno virtualmente, tutte le persone che in questi decenni hanno tentato di spezzare il silenzio che lo opprimeva. Lo fa a testa alta, da uomo che non si e' mai inchinato di fronte a chi voleva distruggerlo fisicamente e spegnere la sua intelligenza.
Leonard Peltier non ha avuto quella giustizia e quel riconoscimento che gli erano dovuti ma oggi ritorna alla vita e, ne siamo certi, continuera' la sua lotta per tutti noi.
*
Leonard Peltier: Un messaggio all'umanita'
La nostra opera non sara' finita finche' ci sara'
un essere umano affamato o maltrattato,
finche' si obblighi una persona a morire in guerra,
un innocente possa languire in carcere
e chiunque sia perseguitato a causa del suo credo.
Dalla morte sorge la vita. Dal dolore sorge la speranza. Questo e' quello che ho imparato in tutti questi lunghi anni di perdita. Perdita, mai disperazione.
Non ho mai perso la speranza o una fede assoluta nella giustezza della mia causa che e' la sopravvivenza del mio popolo.
Non so come salvare il mondo. Non ho risposte né "La Risposta". Non possiedo il dono segreto di come si possono riparare gli errori delle generazioni passate e presenti. So solo che, senza compassione e rispetto per tutti gli abitanti della terra, nessuno di noi potra' sopravvivere... o lo meritera'.
Il futuro, il nostro futuro, il futuro di tutti i popoli della terra, deve fondarsi sul rispetto. Che il rispetto sia la parola d'ordine e l'impegno del nuovo millennio che sta iniziando. E, nella stessa maniera con la quale vogliamo essere rispettati, noi dobbiamo rispettare gli altri.
Siamo uniti in questo... i ricchi, i poveri, i rossi, i bianchi, i neri, i mulatti, i gialli. Apparteniamo tutti a una sola famiglia, quella umana. Condividiamo la responsabilita' della nostra Madre Terra e di tutti quelli che vivono e respirano.
Io credo che la nostra missione non finira' fino a quando esistera' un essere umano affamato o maltrattato, fino a quando si obblighera' qualcuno a morire in una guerra, ci sia un innocente a languire in prigione e qualcuno sia perseguitato per cio' in cui crede.
Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere. Credo, pero', che questo possa accadere solo con un grande sforzo. E lo sforzo e' nostro, di ognuno di noi, vostro e mio.
Dobbiamo essere pronti ad affrontare il pericolo che, senza dubbio, sara' presente. I critici ci attaccheranno, tenteranno di dividerci e ci prenderanno in giro per la nostra sincerita'. Ma, se resteremo saldi in quello che crediamo, potremo rispondere ai loro attacchi e rinforzare il nostro impegno nei confronti della Madre Terra, grazie alla nostra lotta e a quella delle generazioni future.
Non dobbiamo mai smettere di lottare per la pace, la giustizia, l'uguaglianza tra tutti i popoli. Dobbiamo persistere in tutto quello che facciamo senza permettere a nessuno di farci dimenticare la nostra coscienza. Toro Seduto disse: "e' facile tenere divise le dita di una mano ma se le uniamo quelle stesse dita formano un pugno poderoso". Possiamo vincere o perdere ma la lotta e' nostra.
*
Leonard Peltier: Il messaggio
Il silenzio, dicono, e' la voce della complicita'.
Ma il silenzio e' impossibile.
Il silenzio urla.
Il silenzio e' un messaggio,
cosi' come anche il non agire e' un fare.
Lascia che quello che sei suoni e risuoni
in ogni parola e in ogni fatto.
Si', trasformati in quello che sei.
Non puoi scappare da quello che sei
o dalla tua responsabilita'.
Tu sei quello che fai.
Tu sei la tua propria e giusta punizione.
Tu ti trasformi nel tuo stesso messaggio.
Tu sei il messaggio.
9. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Mondadori, Milano 1991, 2006, pp. LXII + 1058, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.
- Dante Alighieri, Commedia. Purgatorio, Mondadori, Milano 1994, 2006, pp. XLVIII + 1008, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.
- Dante Alighieri, Commedia. Paradiso, Mondadori, Milano 1997, 2006, pp. LX + 1316, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5484 del 22 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5484 del 22 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Tre minime descrizioni della nonviolenza e cinque perorazioni per il disarmo
2. Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni
3. Leonard Peltier e' uscito dal carcere. Si festeggia anche a Viterbo
4. Maurizio Acerbo: Leonard Peltier fuori dalla prigione dopo 49 anni
5. Marco Benazzi: La liberazione di Leonard Peltier, una vittoria per la giustizia e la memoria
6. Piero Carcano: Leonard Peltier finalmente e' libero
7. CRED: La liberazione di Leonard Peltier
8. PCI: Leonard Peltier, il prigioniero numero 89637-132, torna a casa
9. Ripetiamo ancora una volta...
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. TRE MINIME DESCRIZIONI DELLA NONVIOLENZA E CINQUE PERORAZIONI PER IL DISARMO
I. Tre minime descrizioni della nonviolenza
1. La nonviolenza non indossa il frac
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.
La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
*
2. Breve litania della nonviolenza
La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
*
3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
* * *
II. Cinque perorazioni per il disarmo
1. La prima politica e' il disarmo
La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanita'
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.
Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiche' vi e' una sola umanita'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
2. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, A TUTTE LE STRAGI, A TUTTE LE UCCISIONI
Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare tutte le vite.
L'unica politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso e' la scelta della nonviolenza.
3. REPETITA IUVANT. LEONARD PELTIER E' USCITO DAL CARCERE. SI FESTEGGIA ANCHE A VITERBO
Ieri, 18 febbraio 2025, Leonard Peltier e' uscito dal carcere dopo 49 anni di prigionia da innocente.
Un eroe perseguitato torna finalmente alla sua casa, alla sua famiglia, tra la sua gente.
Durante la sua detenzione Leonard Peltier ha continuato a testimoniare e a lottare - con la parola, con la poesia, con l'arte, con l'azione nonviolenta per quanto possibile anche nelle condizioni durissime del carcere di massima sicurezza - in difesa del suo popolo, di tutti i popoli nativi, di tutti i popoli oppressi, di tutti gli esseri umani, dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Per meta' di un secolo costretto in una cella Leonard Peltier ha continuato ad essere un luminoso testimone della dignita' umana.
Ormai vecchio e gravemente malato torna alla sua abitazione, da dove continuera' la lotta comune per il bene comune dell'umanita'.
Ogni persona decente, ogni persona senziente e pensante, in ogni luogo del mondo, gli esprime ancora una volta la sua gratitudine e si unisce finalmente alla gioia per la sua scarcerazione.
Anche a Viterbo si e' festeggiata la sua scarcerazione e il suo ritorno a casa con un incontro di riflessione e di testimonianza svoltosi la mattina di mercoledi' 19 febbraio 2025 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
Anche da Viterbo giunga a Leonard Peltier un corale ringraziamento per la sua eroica resistenza, per la sua generosita' e il suo coraggio, per il suo esempio di amore per il suo popolo e per l'umanita'.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta alcuni materiali per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, per 49 anni prigioniero innocente. E' stato scarcerato per tornare alla sua casa il 18 febbraio 2025 dopo che il Presidente statunitense Biden nell'ultimo giorno del suo mandato presidenziale gli ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Leonard Peltier non ha mai commesso il delitto per cui fu ingiustamente condannato sulla base di "testimonianze" rivelatesi false e di "prove" rivelatesi altrettanto false; ha ora ottanta anni ed e' gravemente malato.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che nei mesi scorsi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha pubblicato un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che proponeva iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", ora ridenominato "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org
*
Continuiamo a sostenere Leonard Peltier nella lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Mitakuye oyasin.
4. DOCUMENTAZIONE. MAURIZIO ACERBO: LEONARD PELTIER FUORI DALLA PRIGIONE DOPO 49 ANNI
[Dal sito www.ancorafischiailvento.org riprendiamo e diffondiamo]
"Oggi finalmente sono libero! Mi hanno imprigionato, ma non hanno mai preso il mio spirito!".
Dopo quarantanove anni di ingiusta detenzione e' tornato finalmente a casa il compagno Leonard Peltier tra i suoi familiari e il suo popolo nel Dakota del Nord. Peltier ha 80 anni ed e' in cattive condizioni di salute, parzialmente cieco a causa del diabete, di un ictus, di un aneurisma aortico e di ripetuti attacchi di Covid-19.
Leonard Peltier, fondatore dell'American Indian Movement, e' un eroe per i nativi americani e per chi lotta in tutto il mondo per i diritti dei popoli indigeni, contro il colonialismo, il suprematismo bianco e l'imperialismo.
L'FBI e il governo degli Stati Uniti scatenarono la repressione contro il movimento dei nativi americani guidato da una giovane generazione di attivisti come Leonard Peltier e la sua condanna fu il frutto di una montatura giudiziaria https://fazieditore.it/autore/leonard-peltier/
L'American Indian Movement nacque nel 1968 nel clima di crescente ribellione contro il razzismo e il militarismo del capitalismo imperialista USA. "Anche se ero giovane, sentivo che non potevo piu' ignorare la lotta dei nativi finche' un indiano veniva maltrattato. Come tanti altri che furono scossi dalla loro sottomissione, letargia e indifferenza durante gli anni '60, mi unii alla lotta per i diritti civili, umani e degli indiani". I movimenti per i diritti civili, il Black Power e le Pantere Nere hanno fatto da sfondo all'ascesa della militanza indiana, che e' cresciuta e si e' sviluppata parallelamente a essi https://isreview.org/issue/67/leonard-peltier-and-indian-struggle-freedom/index.html
L'occupazione dell’isola di Alcatraz nel 1969 e quella, durata settantuno giorni, di Wounded Knee nel 1973, diedero una visibilita' internazionale alla lotta dell'AIM. "Questa e' stata una rinascita della nostra dignita' e del nostro orgoglio", disse Russell Means dell'occupazione. Dennis Banks dichiaro': "Il messaggio che e' stato trasmesso e' che una banda di indiani poteva affrontare il governo degli Stati Uniti. Tecumseh ha avuto il suo giorno, Geronimo, Toro Seduto, Cavallo Pazzo. Noi abbiamo avuto il nostro". Marlon Brando rifiuto' di ritirare il premio Oscar per "Il Padrino" e mando' al suo posto l'attrice indiana Sacheen Littlefeather a leggere una dichiarazione.
Leonard Peltier negli anni della lunga prigionia non ha mai rinunciato alla lotta incoraggiando le generazioni piu' giovani:
"Uomini di ogni colore, cultura e religione devono unirsi per opporsi alle politiche genocide che tutti noi dobbiamo affrontare, mentre il mondo delle grandi imprese cerca di schiavizzare tutti e di mettere una nazione contro l'altra.
Se eviti di infrangere le leggi e fai cio' che ti viene detto e ignori i poveri, gli oppressi e gli emarginati, probabilmente non sarai disturbato. Se cerchi di correggere cio' che e' sbagliato, tuttavia, incontrerai sicuramente una grande opposizione e correrai il rischio di essere imprigionato o di morire.
Vi incoraggio a fare del vostro meglio, a essere gentili gli uni con gli altri, a cercare armonia ed equilibrio con tutta la vita naturale, a godervi la liberta' che vi e' rimasta e, soprattutto, a non arrendervi mai, mai. Nello spirito di Cavallo Pazzo".
Leonard Peltier e' sempre stato un internazionalista. Dal carcere, fin dal 1982 in occasione del massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, espresse la sua solidarieta' alla lotta del popolo palestinese: "Le truppe israeliane, nel portare avanti la loro campagna genocida, agiscono oggi come la Settima Cavalleria agi' in passato e continua ad agire nel territorio indiano. Se oggi fossi libero, porterei i nostri Guerrieri Rossi a combattere fianco a fianco con i combattenti per la liberta' dell'OLP per annientare le forze imperialiste degli Stati Uniti e di Israele". E nel 2024 mentre Israele bombardava Gaza: "Il colonialismo dei coloni e' una malattia. Noi siamo l'antidoto. Non mi stanchero' mai di ripeterlo".
5. DOCUMENTAZIONE. MARCO BENAZZI: LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, UNA VITTORIA PER LA GIUSTIZIA E LA MEMORIA
[Dal sito www.ilpopolano.com riprendiamo e diffondiamo]
Nel silenzio compresso delle aule di giustizia americana, un eco di speranza ha finalmente squarciato le tenebre. La liberazione di Leonard Peltier, attivista nativo americano, dopo quasi cinquant'anni di prigione, rappresenta non soltanto una vittoria personale, ma un simbolo di riscatto per tutte le popolazioni oppresse, per coloro che hanno visto la loro esistenza ridotta a un'ombra in un sistema che spesso si e' mostrato sordo e indifferente.
Peltier, condannato nel 1976 per il presunto omicidio di due agenti dell'FBI durante un conflitto nella Riserva indiana di Pine Ridge, ha sempre sostenuto la sua innocenza. La sua vicenda giudiziaria ha sollevato interrogativi inquietanti sulla giustizia americana, un sistema che, nel suo meccanismo implacabile, ha spesso calpestato diritti e dignita' di chi si oppone al potere. La sua detenzione e' diventata un simbolo di resistenza, un grido di allerta per una nazione che si e' dimenticata delle sue promesse di uguaglianza e di equita'.
La liberazione di Peltier giunge in un momento cruciale, quando le ferite storiche dei popoli nativi americani iniziano finalmente a essere riconosciute. La societa' contemporanea e' chiamata a confrontarsi con il passato, a fare i conti con una storia che ha visto il genocidio culturale e fisico di intere comunita'. L'azione di Peltier, il suo impegno per la giustizia sociale e la difesa dei diritti umani, ha ispirato generazioni di attivisti, diventando un faro per chi lotta contro l'ingiustizia.
Il suo rilascio non e' solo un momento di festa personale; e' un invito a riflettere. Come puo' una nazione che si proclama custode della liberta' e della democrazia giustificare la detenzione di un uomo per quasi cinque decenni, senza prove concrete e in un clima di ostilita' e pregiudizio? La vicenda di Peltier e' esemplificativa di un'epoca in cui il potere ha cercato di soffocare le voci dissidenti, di silenziare chi ha osato alzare la testa per difendere la propria terra, la propria cultura.
Oggi, mentre Leonard Peltier riabbraccia la liberta', il suo sorriso e' un messaggio potente: la lotta per la giustizia non e' mai vana. Ogni giorno in cui un oppresso resiste, ogni battaglia combattuta per la verita', contribuisce a costruire un futuro migliore. La sua liberazione e' un richiamo alla responsabilita' collettiva; non possiamo permettere che la storia si ripeta. E' il momento di ascoltare le voci che sono state messe a tacere, di dare spazio a chi ha il diritto di raccontare la propria storia.
In questo giorno di liberazione, si erge un monito: la liberta' di Leonard Peltier deve ispirare una riflessione profonda su chi siamo come societa'. E' un'opportunita' per riconoscere e riparare le ingiustizie del passato, per costruire un futuro di pace e rispetto reciproco. Perche' la vera liberta' non e' solo quella di un individuo, ma quella di un'intera nazione che abbraccia la sua diversita' e onora le sue radici. Leonard Peltier e' libero; ora, spetta a noi fare in modo che la sua liberta' significhi qualcosa di piu' grande.
6. DOCUMENTAZIONE. PIERO CARCANO: LEONARD PELTIER FINALMENTE E' LIBERO
[Dal sito www.unisinbnl.it riprendiamo e diffondiamo]
Riceviamo da Andrea De Lotto, attivista per i diritti civili, da diversi anni impegnato in tutto il mondo in particolare per il Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il nativo americano che dopo 50 anni di ingiusta detenzione ieri e' uscito e si e' unito alla sua famiglia, alla sua gente, al suo popolo, alla sua tribu' dei Lakota Sioux, che volentieri pubblichiamo, dopo aver partecipato come iscritti, come sindacato ufficialmente, in particolare alle ultime intense iniziative, empatizzando per la sua sorte e per i diritti dei nativi americani.
*
"Leonard Peltier finalmente e' libero.
Non del tutto perche' dovra' restare agli arresti domiciliari, ma speriamo che, se non potra' girare per il mondo, sia il mondo ad arrivare da lui.
Entro' in carcere nel 1976, il 6 febbraio, faceva freddo in Canada quando venne arrestato. Era un uomo giovane e forte, ma nel corso del tempo ha rivelato la sua grandissima umanita', generosita' e forza fisica e spirituale.
Per questo ha avuto molta solidarieta' intorno.
Una solidarieta' che si e' data il cambio nel corso degli anni, un fiume carsico che ogni tanto si immergeva, ogni tanto riemergeva.
Anni che passavano, attivisti che lasciavano, altri che si univano.
Ma il tamburo dei nativi continuava a battere e in questi giorni lo si e' sentito fino a qua.
Free Leonard Peltier lo abbiamo gridato, tradotto in tante lingue.
Ultimamente una commissione che si riuni' in giugno aveva la possibilita' di liberarlo per motivi di salute, sembro' a tutti noi una ottima soluzione per risolvere il tutto in maniera "indolore" politicamente. Invece no, ancora una volta fu l'FBI a mettersi di traverso, a mettersi davanti a quella porta, dicendo: "Qui non passa nessuno!".
A quel punto rimaneva a tutti e tutte noi l'ultima spiaggia, di questo ne eravamo tutti consapevoli: Biden.
E cosi' abbiamo scoperto ancora una volta che non e' chi "appare" che concretizza dei presunti slanci ideali: Obama era stata la piu' grande delusione, colui che spezzo' le gambe a Leonard e a tutta la solidarieta'. Bisogna dirlo e ripeterlo, il paladino dei diritti, premio Nobel per la pace, colui che aveva pianto dentro la cella dell'isola dove Mandela era stato in carcere, non firmo'.
Ci e' arrivato Biden, nella cosiddetta zona Cesarini, a tempo quasi scaduto, nei minuti di recupero.
Le spinte di tutti quanti hanno contato, certo.
In tanti e tante, uniti, abbiamo messo le nostre energie per far sentire il nostro urlo. Era certo: "Vita o morte". Per Leonard, ma anche un po' per noi.
Ce l'abbiamo fatta, godiamo di questo momento prezioso, coi tempi che corrono.
Teniamo a mente i nomi di tutti e tutte coloro che hanno contribuito a questa lotta che sembrava inutile.
Tra questi c'e' anche il sindacato Unisin. Ci sentiamo di ringraziarlo e lo facciamo piu' che volentieri.
Tutti e tutte siamo stati utili, e' stata la forza e la volonta' di migliaia di lillipuziani che hanno aperto quella porta.
Dolore grande e' quello che ci fa pensare a tutti coloro che dentro restano, a partire da Mumia Abu Jamal, fratello di lotta e resistenza di Leonard.
E tutti i prigionieri politici che sono dentro ingiustamente, che resistono, ma che non ce la possono fare senza di noi, formalmente liberi".
*
Grazie a nome di tutti noi, molti iscritti ci hanno chiesto nel frattempo info e si sono interessati e questo grazie a te.
7. DOCUMENTAZIONE. CRED: LA IBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
[Dal sito https://credgigi.it/ riprendiamo e diffondiamo]
Il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED) saluta la liberazione, dopo 50 anni di ingiusta detenzione, del leader nativo-americano Leonard Peltier, riconosciuto come perseguitato politico antifascista e cittadino romano onorario.
8. DOCUMENTAZIONE. PCI: LEONARD PELTIER, IL PRIGIONIERO NUMERO 89637-123, TORNA A CASA
[Dal sito www.ilpartitocomunistaitaliano.it riprendiamo e diffondiamo]
"La mia colpa e' di essere indiano d'America, e la tua?"
"Lottero' ancora un poo'... per sempre"
Il 18 febbraio 2025, dopo quasi mezzo secolo di prigionia, torna a casa il detenuto Leonard Peltier. La sua ingiusta condanna a due ergastoli e' stata commutata in regime di detenzione domiciliare.
Il processo che ha condannato un innocente alla perdita della propria liberta' personale fu chiaramente una farsa, con testimonianze inattendibili e innumerevoli prove in suo favore nascoste, archiviate, mai prese in considerazione. La sola colpa di Peltier, per il potere statunitense, e' di essere un "indiano d'America" e un attivista che lotta per i diritti del suo popolo.
Finalmente Leonard puo' riabbracciare i suoi cari e il suo popolo e, almeno virtualmente, tutte le persone che in questi decenni hanno tentato di spezzare il silenzio che lo opprimeva. Lo fa a testa alta, da uomo che non si e' mai inchinato di fronte a chi voleva distruggerlo fisicamente e spegnere la sua intelligenza.
Leonard Peltier non ha avuto quella giustizia e quel riconoscimento che gli erano dovuti ma oggi ritorna alla vita e, ne siamo certi, continuera' la sua lotta per tutti noi.
*
Leonard Peltier: Un messaggio all'umanita'
La nostra opera non sara' finita finche' ci sara'
un essere umano affamato o maltrattato,
finche' si obblighi una persona a morire in guerra,
un innocente possa languire in carcere
e chiunque sia perseguitato a causa del suo credo.
Dalla morte sorge la vita. Dal dolore sorge la speranza. Questo e' quello che ho imparato in tutti questi lunghi anni di perdita. Perdita, mai disperazione.
Non ho mai perso la speranza o una fede assoluta nella giustezza della mia causa che e' la sopravvivenza del mio popolo.
Non so come salvare il mondo. Non ho risposte né "La Risposta". Non possiedo il dono segreto di come si possono riparare gli errori delle generazioni passate e presenti. So solo che, senza compassione e rispetto per tutti gli abitanti della terra, nessuno di noi potra' sopravvivere... o lo meritera'.
Il futuro, il nostro futuro, il futuro di tutti i popoli della terra, deve fondarsi sul rispetto. Che il rispetto sia la parola d'ordine e l'impegno del nuovo millennio che sta iniziando. E, nella stessa maniera con la quale vogliamo essere rispettati, noi dobbiamo rispettare gli altri.
Siamo uniti in questo... i ricchi, i poveri, i rossi, i bianchi, i neri, i mulatti, i gialli. Apparteniamo tutti a una sola famiglia, quella umana. Condividiamo la responsabilita' della nostra Madre Terra e di tutti quelli che vivono e respirano.
Io credo che la nostra missione non finira' fino a quando esistera' un essere umano affamato o maltrattato, fino a quando si obblighera' qualcuno a morire in una guerra, ci sia un innocente a languire in prigione e qualcuno sia perseguitato per cio' in cui crede.
Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere. Credo, pero', che questo possa accadere solo con un grande sforzo. E lo sforzo e' nostro, di ognuno di noi, vostro e mio.
Dobbiamo essere pronti ad affrontare il pericolo che, senza dubbio, sara' presente. I critici ci attaccheranno, tenteranno di dividerci e ci prenderanno in giro per la nostra sincerita'. Ma, se resteremo saldi in quello che crediamo, potremo rispondere ai loro attacchi e rinforzare il nostro impegno nei confronti della Madre Terra, grazie alla nostra lotta e a quella delle generazioni future.
Non dobbiamo mai smettere di lottare per la pace, la giustizia, l'uguaglianza tra tutti i popoli. Dobbiamo persistere in tutto quello che facciamo senza permettere a nessuno di farci dimenticare la nostra coscienza. Toro Seduto disse: "e' facile tenere divise le dita di una mano ma se le uniamo quelle stesse dita formano un pugno poderoso". Possiamo vincere o perdere ma la lotta e' nostra.
*
Leonard Peltier: Il messaggio
Il silenzio, dicono, e' la voce della complicita'.
Ma il silenzio e' impossibile.
Il silenzio urla.
Il silenzio e' un messaggio,
cosi' come anche il non agire e' un fare.
Lascia che quello che sei suoni e risuoni
in ogni parola e in ogni fatto.
Si', trasformati in quello che sei.
Non puoi scappare da quello che sei
o dalla tua responsabilita'.
Tu sei quello che fai.
Tu sei la tua propria e giusta punizione.
Tu ti trasformi nel tuo stesso messaggio.
Tu sei il messaggio.
9. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Dante Alighieri, Commedia. Inferno, Mondadori, Milano 1991, 2006, pp. LXII + 1058, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.
- Dante Alighieri, Commedia. Purgatorio, Mondadori, Milano 1994, 2006, pp. XLVIII + 1008, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.
- Dante Alighieri, Commedia. Paradiso, Mondadori, Milano 1997, 2006, pp. LX + 1316, con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5484 del 22 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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