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[Nonviolenza] Telegrammi. 5483
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5483
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Thu, 20 Feb 2025 15:47:42 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5483 del 21 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni
2. Leonard Peltier e' uscito dal carcere. Si festeggia anche a Viterbo
3. "Il manifesto": Bentornato a casa, Leonard Peltier
4. Associazione per i popoli minacciati: Soddisfazione per il rilascio dell'attivista indigeno per i diritti civili Leonard Peltier. Preoccupazione per gli anni di Trump
5. "Pressenza": Leonard Peltier e' libero
6. Dania Ceragioli: Leonard Peltier libero: un nuovo capitolo dopo decenni di incarcerazione
7. "Radio onda d'urto": Dopo 50 anni di ingiusta detenzione, Leonard Peltier esce dal carcere
8. Salvatore Quasimodo: Ed e' subito sera
9. Salvatore Quasimodo: Rifugio d'uccelli notturni
10. Salvatore Quasimodo: Dove morti stanno ad occhi aperti
11. Salvatore Quasimodo: Isola di Ulisse
12. Salvatore Quasimodo: Alle fronde dei salici
13. Salvatore Quasimodo: Giorno dopo giorno
14. Salvatore Quasimodo: Milano, agosto 1943
15. Salvatore Quasimodo: Uomo del mio tempo
16. Salvatore Quasimodo: Anno Domini MCMXLVII
17. Salvatore Quasimodo: Il mio paese e' l'Italia
18. Salvatore Quasimodo: Ai quindici di Piazzale Loreto
19. Salvatore Quasimodo: Auschwitz
20. Salvatore Quasimodo: Ai fratelli Cervi, alla loro Italia
21. Salvatore Quasimodo: Il muro
22. Salvatore Quasimodo: In questa citta'
23. Salvatore Quasimodo: Ancora dell'inferno
24. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i caduti di Marzabotto
25. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i partigiani di Valenza
26. Ripetiamo ancora una volta...
27. Segnalazioni librarie
29. La "Carta" del Movimento Nonviolento
29. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, A TUTTE LE STRAGI, A TUTTE LE UCCISIONI
Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare tutte le vite.
L'unica politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso e' la scelta della nonviolenza.
2. INCONTRI. LEONARD PELTIER E' USCITO DAL CARCERE. SI FESTEGGIA ANCHE A VITERBO
Ieri, 18 febbraio 2025, Leonard Peltier e' uscito dal carcere dopo 49 anni di prigionia da innocente.
Un eroe perseguitato torna finalmente alla sua casa, alla sua famiglia, tra la sua gente.
Durante la sua detenzione Leonard Peltier ha continuato a testimoniare e a lottare - con la parola, con la poesia, con l'arte, con l'azione nonviolenta per quanto possibile anche nelle condizioni durissime del carcere di massima sicurezza - in difesa del suo popolo, di tutti i popoli nativi, di tutti i popoli oppressi, di tutti gli esseri umani, dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Per meta' di un secolo costretto in una cella Leonard Peltier ha continuato ad essere un luminoso testimone della dignita' umana.
Ormai vecchio e gravemente malato torna alla sua abitazione, da dove continuera' la lotta comune per il bene comune dell'umanita'.
Ogni persona decente, ogni persona senziente e pensante, in ogni luogo del mondo, gli esprime ancora una volta la sua gratitudine e si unisce finalmente alla gioia per la sua scarcerazione.
Anche a Viterbo si e' festeggiata la sua scarcerazione e il suo ritorno a casa con un incontro di riflessione e di testimonianza svoltosi la mattina di mercoledi' 19 febbraio 2025 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
Anche da Viterbo giunga a Leonard Peltier un corale ringraziamento per la sua eroica resistenza, per la sua generosita' e il suo coraggio, per il suo esempio di amore per il suo popolo e per l'umanita'.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta alcuni materiali per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, per 49 anni prigioniero innocente. E' stato scarcerato per tornare alla sua casa il 18 febbraio 2025 dopo che il Presidente statunitense Biden nell'ultimo giorno del suo mandato presidenziale gli ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Leonard Peltier non ha mai commesso il delitto per cui fu ingiustamente condannato sulla base di "testimonianze" rivelatesi false e di "prove" rivelatesi altrettanto false; ha ora ottanta anni ed e' gravemente malato.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che nei mesi scorsi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha pubblicato un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che proponeva iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", ora ridenominato "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org
*
Continuiamo a sostenere Leonard Peltier nella lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Mitakuye oyasin.
3. DOCUMENTAZIONE. "IL MANIFESTO": BENTORNATO A CASA, LEONARD PELTIER
[Dal sito del quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente trafiletto del 19 febbraio 2025]
Ieri giornata storica per Leonard Peltier e per il movimento che e' stato al suo fianco durante i 49 anni che l'attivista dell'American Indian Movement ha trascorso in cella.
Ieri Peltier ha potuto lasciare la prigione della Florida in cui stava scontando l'ergastolo, dopo la condanna nel 1976, al termine di un processo-farsa, per l'omicidio di due agenti dell'Fbi nella riserva di Pine Ridge.
Come ultimo gesto della sua presidenza, Biden il 20 gennaio ha concesso gli arresti domiciliari.
Accolto da familiari e amici, Peltier ieri ha scelto di non parlare con i giornalisti ma si e' concesso qualche scatto davanti alla sua nuova casa.
E per oggi e' prevista una grande festa in suo onore. Bentornato a casa, Leonard Peltier
4. DOCUMENTAZIONE. ASSOCIAZIONE PER I POPOLI MINACCIATI: SODDISFAZIONE PER IL RILASCIO DELL'ATTIVISTa INDIGENO PER I DIRITTI CIVILI LEONARD PELTIER. PREOCCUPAZIONE PER GLI ANNI DI TRUMP
[Dal sito www.popoli-min.it riprendiamo e diffondiamo]
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha reagito con grande soddisfazione al rilascio dell'attivista indigeno per i diritti civili Leonard Peltier dal carcere di massima sicurezza statunitense Coleman, in Florida. Finalmente Leonard Peltier e' arrivato nella riserva di Turtle Mountain, nel Nord Dakota. La sua famiglia, i suoi amici e i suoi sostenitori lo hanno accolto li'. Un lungo calvario e' finalmente giunto al termine.
Peltier ha trascorso quasi 50 anni nelle carceri statunitensi come prigioniero innocente. Durante il periodo di detenzione e' diventato un'icona del movimento per i diritti civili dei nativi americani, che ha ispirato con la sua vita e il suo atteggiamento. Organizzazioni e individui di tutto il mondo hanno dichiarato la loro solidarieta' nei suoi confronti e si sono battuti per il suo rilascio. Joe Biden ha commutato la sua condanna all'ergastolo in arresti domiciliari il 20 gennaio 2025, come uno dei suoi ultimi atti ufficiali da Presidente degli Stati Uniti.
Siamo felici per Leonard Peltier e speriamo che i suoi numerosi problemi di salute possano essere trattati in modo adeguato. Tuttavia, la lotta per i diritti dei nativi americani deve continuare senza sosta, come dimostrano gli incidenti attuali. Secondo quanto riportato dai media, alla fine di gennaio alcuni membri dei Dine' (nome proprio dei Navajo) sono stati controllati dai dipendenti dell'agenzia statunitense per l'immigrazione e l'applicazione delle dogane in Arizona e in un caso sono stati trattenuti per nove ore.
L'inasprimento della politica di immigrazione dell'amministrazione Trump sta avendo un impatto devastante anche sui nativi americani. Nei raid ordinati da Trump per scovare gli immigrati clandestini ed espellerli in massa, i nativi americani si sono trovati nel mirino delle autorita'. Sono stati filtrati solo sulla base del colore della pelle e della presunta etnia. Nei prossimi anni sara' necessario un impegno piu' forte per i diritti degli indigeni. L'annuncio del Presidente americano Trump di aumentare l'estrazione di materie prime negli Stati Uniti avra' un impatto anche sui diritti fondiari degli indigeni e quindi su una delle preoccupazioni principali dei nativi americani. Siamo certi che Leonard Peltier sara' un modello di impegno, nonviolenza e uguaglianza per i nativi americani per molte generazioni a venire.
Leonard Peltier e' un noto attivista dell'American Indian Movement (AIM), che si batte per i diritti dei nativi. E' stato condannato a due ergastoli nel 1977 per il suo presunto ruolo in una sparatoria nella riserva di Pine Ridge. Nella sparatoria del 26 giugno 1975 rimasero uccisi due agenti dell'FBI e un giovane membro dell'American Indian Movement. Ancora oggi non e' stata fatta piena luce su quanto accadde all'epoca. Peltier, che fu condannato per omicidio, ha sempre sostenuto la sua innocenza. Il processo contro di lui fu caratterizzato da prove discutibili e pregiudizi razzisti. Gli esami balistici rivelarono che i colpi fatali non erano stati sparati dalla sua arma. In seguito si e' saputo che l'FBI aveva estorto le dichiarazioni dei testimoni. Non c'erano e non ci sono prove della sua colpevolezza. Non gli e' mai stata concessa la revisione della sentenza o un nuovo processo.
5. DOCUMENTAZIONE. "PRESSENZA": LEONARD PELTIER E' LIBERO
[Dal sito di "Pressenza" riprendiamo e diffondiamo]
Finalmente Leonard Peltier e' libero e a casa sua.
Questa una delle prime foto arrivate dove e' insieme alla sua famiglia e agli amici del Comitato che sempre l'ha difeso e ne ha chiesto la liberazione.
Peltier e' stato liberato grazie a un provvedimento delle ultime ore del Presidente Biden poco prima di cedere il suo incarico. Non e' stata la grazia che tutti chiedevano dopo 49 anni di incarcerazione in base a prove inesistenti ma gli ha dato la possibilita' di essere vicino ai suoi cari e amici e di curarsi.
Questo grazie al grande movimento di solidarieta' internazionale di cui Pressenza e' lieta di essere parte, dimostrando che l'azione umana, della societa' civile, non e' un'azione inutile e senza speranza, come a volte sembra.
6. DOCUMENTAZIONE. DANIA CERAGIOLI: LEONARD PELTIER LIBERO: UN NUOVO CAPITOLO DOPO DECENNI DI INCARCERAZIONE
[Dal sito https://lavocedinewyork.com/ riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 18 febbraio 2025]
Leonard Peltier libero: un nuovo capitolo dopo decenni di incarcerazione
Il rilascio, grazie alla commutazione della pena, segna la fine di una controversa detenzione
*
Oggi Leonard Peltier potra' iniziare un nuovo capitolo della sua vita: sara' scarcerato dal Federal Correctional Complex Coleman in Florida. Tornera' a casa nella riserva indiana di Turtle Mountain, in North Dakota, dove trascorrera' quanto gli resta da vivere. Dopo quasi 50 anni di detenzione, l'attivista ha ricevuto una commutazione della pena grazie all'ex presidente Joe Biden. Sebbene non si tratti del perdono che molti dei suoi sostenitori desideravano, il rilascio in isolamento domiciliare rappresenta comunque la fine di un periodo drammatico.
L'inizio della lunga incarcerazione risale al 26 giugno 1975, al Jumping Bull Ranch di Oglala, nel South Dakota, nella riserva indiana di Pine Ridge. L'episodio rimasto tuttora controverso porto' alla morte di due agenti dell'FBI e di un membro dell'American Indian Movement, AIM, un gruppo che si dedicava a combattere la discriminazione e la brutalita' della polizia contro le comunita' dei nativi americani.
Dopo una vasta caccia all'uomo, vennero fermati tre membri dell'AIM, Dino Butler, Bob Robideau assolti poi per legittima difesa e Leonard Peltier, che invece fu estradato dal Canada con prove contestate per poi essere processato nel 1977 in un procedimento segnato da manipolazioni e intimidazioni dei testimoni. Nonostante la mancanza di prove concrete, l'uomo venne condannato a due ergastoli consecutivi per omicidio di primo grado.
Il caso di Leonard Peltier ha suscitato ampie critiche, con Amnesty International che lo aveva definito un prigioniero politico. Documenti rivelarono che l'FBI aveva soppresso prove potenzialmente scagionanti e che le analisi balistiche usate per la pena erano inaffidabili. Il detenuto e' diventato quindi un simbolo della resistenza indigena e delle ingiustizie nel sistema giudiziario statunitense.
Il 20 gennaio, nell'ultimo giorno in carica, Biden ha firmato una concessione esecutiva di clemenza, citando problemi di salute e eta' avanzata, per consentire all'imputato di scontare il resto della sua pena a casa con la famiglia, una decisione ampiamente osteggiata dalle forze dell'ordine, che chiedevano che l'attivista rimanesse in carcere.
7. DOCUMENTAZIONE. "RADIO ONDA D'URTO": DOPO 50 ANNI DI INGIUSTA DETENZIONE, LEONARD PELTIER ESCE DAL CARCERE
[Dal sito di "Radio onda d'urto" riprendiamo e diffondiamo]
Dopo quasi 50 anni, Leonard Peltier esce dal carcere. Potra' trascorrere gli ultimi anni di vita agli arresti domiciliari nella sua terra natia, il Turtle Mountain Indian Reservation (Mikinaakwajiwing), in North Dakota.
Nel 1975 era stato condannato per l'omicidio di due agenti dell'FBI, al termine pero' di un processo farsa, come riconosciuto negli anni successivi dalle stesse persone che parteciparono a quella montatura. In quell'occasione mori' un membro dell'American Indian Movement, AIM, un gruppo che combatteva la discriminazione e la brutalita' della polizia contro le comunita' dei nativi americani.
Dopo una vasta caccia all'uomo, vennero fermati tre membri dell'AIM, Dino Butler, Bob Robideau assolti poi per legittima difesa e Leonard Peltier, che invece fu estradato dal Canada con prove artefatte per poi essere processato nel 1977, in una sequela giudiziaria segnata da manipolazioni e intimidazioni.
Nonostante l'assenza di prove reali, Leonard Peltier ha passato gran parte della sua vita in carcere: entrato all'eta' di 30 anni, esce dalla prigione da 80enne. A gennaio 2025 infatti, a pochi istanti dalla fine del proprio mandato alla Casa Bianca, l'ex presidente Joe Biden ha commutato la sua condanna dall'ergastolo ai domiciliari.
8. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ED E' SUBITO SERA
[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 - Napoli, 14 giugno 1968) e' tra i maggiori poeti del Novecento; lo ricordiamo con gratitudine per la sua opera di poeta, di testimone e di lottatore per la dignita' umana e la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi. Tra le opere di Salvatore Quasimodo: Poesie e discorsi sulla poesia, Mondadori, Milano 1971, 2012; oltre l'opera in versi si legga almeno anche Il poeta e il politico e altri saggi, Mondadori, Milano 1967. Tra le opere su Salvatore Quasimodo, per una prima introduzione: Giuseppe Zagarrio, Salvatore Quasimodo, La Nuova Italia, Firenze 1969, 1974; Gilberto Finzi, Invito alla lettura di Salvatore Quasimodo, Mursia, Milano 1972, 1976; Mirko Bevilacqua (a cura di), La critica e Quasimodo, Cappelli, Bologna 1976]
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed e' subito sera.
9. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: RIFUGIO D'UCCELLI NOTTURNI
In alto c'e' un pino distorto;
sta intento ed ascolta l'abisso
col fusto piegato a balestra.
Rifugio d'uccelli notturni,
nell'ora piu' alta risuona
d'un battere d'ali veloce.
Ha pure un suo nido il mio cuore
sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.
10. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: DOVE MORTI STANNO AD OCCHI APERTI
Seguiremo case silenziose
dove morti stanno ad occhi aperti
e bambini gia' adulti
nel riso che li attrista,
e fronde battono a vetri taciti
a mezzo delle notti.
Avremo voci di morti anche noi,
se pure fummo vivi talvolta
o il cuore delle selve e la montagna,
che ci sospinse ai fiumi,
non ci volle altro che sogni.
11. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ISOLA DI ULISSE
Ferma e' l'antica voce.
Odo risonanze effimere,
oblio di piena notte
nell'acqua stellata.
Dal fuoco celeste
nasce l'isola di Ulisse.
Fiumi lenti portano alberi e cieli
nel rombo di rive lunari.
Le api, amata, ci recano l'oro:
tempo delle mutazioni, segreto.
12. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
13. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: GIORNO DOPO GIORNO
Giorno dopo giorno: parole maledette e il sangue
e l'oro. Vi riconosco, miei simili, mostri
della terra. Al vostro morso e' caduta la pieta'
e la croce gentile ci ha lasciati.
E piu' non posso tornare nel mio eliso.
Alzeremo tombe in riva al mare, sui campi dilaniati,
ma non uno dei sarcofaghi che segnano gli eroi.
Con noi la morte ha piu' volte giocato:
s'udiva nell'aria un battere monotono di foglie
come nella brughiera se al vento di scirocco
la folaga palustre sale sulla nube.
14. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: MILANO, AGOSTO 1943
Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la citta' e' morta.
E' morta: s'e' udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio. E l'usignolo
e' caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno piu' sete.
Non toccate i morti, cosi' rossi, cosi' gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la citta' e' morta, e' morta.
15. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
e' giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
16. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANNO DOMINI MCMXLVII
Avete finito di battere i tamburi
a cadenza di morte su tutti gli orizzonti
dietro le bare strette alle bandiere,
di rendere piaghe e lacrime a pieta'
nelle citta' distrutte, rovina su rovina.
E piu' nessuno grida: "Mio Dio
perche' m'hai lasciato?". E non scorre piu' latte
ne' sangue dal petto forato. E ora
che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
lasciateci un giorno senz'armi sopra l'erba
al rumore dell'acqua in movimento,
delle foglie di canna fresche tra i capelli
mentre abbracciamo la donna che ci ama.
Che non suoni di colpo avanti notte
l'ora del coprifuoco. Un giorno, un solo
giorno per noi, padroni della terra,
prima che rulli ancora l'aria e il ferro
e una scheggia ci bruci in piena fronte.
17. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MIO PAESE E' L'ITALIA
Piu' i giorni s'allontanano dispersi
e piu' ritornano nel cuore dei poeti.
La' i campi di Polonia, la piana di Kutno
con le colline di cadaveri che bruciano
in nuvole di nafta, la' i reticolati
per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti, l'esantema torrido,
le catene di poveri gia' morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
la' Buchenwald, la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; la' Stalingrado,
e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili,
dei vinti, dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge, ma i morti non si vendono.
Il mio paese e' l'Italia, o nemico piu' straniero,
e io canto il suo popolo e anche il pianto
coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri, canto la sua vita.
18. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI QUINDICI DI PIAZZALE LORETO
Esposito, Fiorani, Fogagnolo,
Casiraghi, chi siete? Voi nomi, ombre?
Soncini, Principato, spente epigrafi,
voi, Del Riccio, Temolo, Vertemati,
Gasparini? Foglie d'un albero
di sangue, Galimberti, Ragni, voi,
Bravin, Mastrodomenico, Poletti?
O caro sangue nostro che non sporca
la terra, sangue che inizia la terra
nell'ora dei moschetti. Sulle spalle
le vostre piaghe di piombo ci umiliano:
troppo tempo passo'. Ricade morte
da bocche funebri, chiedono morte
le bandiere straniere sulle porte
ancora delle vostre case. Temono
da voi la morte, credendosi vivi.
La nostra non e' guardia di tristezza,
non e' veglia di lacrime alle tombe;
la morte non da' ombra quando e' vita.
19. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AUSCHWITZ
Laggiu', ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell'aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.
Tu non vuoi elegie, idilli: solo
ragioni della nostra sorte, qui,
tu, tenera ai contrasti della mente,
incerta a una presenza
chiara della vita. E la vita e' qui,
in ogni no che pare una certezza:
qui udremo piangere l'angelo il mostro
le nostre ore future
battere l'al di la', che e' qui, in eterno
e in movimento, non in un'immagine
di sogni, di possibile pieta'.
E qui le metamorfosi, qui i miti.
Senza nome di simboli o d'un dio,
sono cronaca, luoghi della terra,
sono Auschwitz, amore. Come subito
si muto' in fumo d'ombra
il caro corpo d'Alfeo e d'Aretusa!
Da quell'inferno aperto da una scritta
bianca: "Il lavoro vi rendera' liberi"
usci' continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all'alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all'acqua con la bocca
di scheletro sotto le docce a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d'animali,
o sei tu pure cenere d'Auschwitz,
medaglia di silenzio?
Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie
d'un tempo di saggezza, di sapienza
dell'uomo che si fa misura d'armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.
Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pieta', sotto la pioggia,
laggiu', batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.
20. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI FRATELLI CERVI, ALLA LORO ITALIA
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pieta', sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra e' bella
d'uomini e d'alberi, di martirio, di figure
di pietra e di colore, d'antiche meditazioni.
Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d'amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive, su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento dal navigante
dell'isola lontana. E il ramo d'ulivo e' sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d'amore e solitudine, nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore fini' la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella citta' lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d'amore,
e anche questa e' una lettera d'amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell'Orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d'amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L'amore, la morte, in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
21. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MURO
Contro di te alzano un muro
in silenzio, pietra e calce pietra e odio,
ogni giorno da zone piu' elevate
calano il filo a piombo. I muratori
sono tutti uguali, piccoli, scuri
in faccia, maliziosi. Sopra il muro
segnano giudizi sui doveri
del mondo, e se la pioggia li cancella
li riscrivono, ancora con geometrie
piu' ampie. Ogni tanto qualcuno precipita
dall'impalcatura e subito un altro
corre al suo posto. Non vestono tute
azzurre e parlano un gergo allusivo.
Alto e' il muro di roccia,
nei buchi delle travi ora s'infilano
gechi e scorpioni, pendono erbe nere.
L'oscura difesa verticale evita
da un orizzonte solo i meridiani
della terra, e il cielo non lo copre.
Di la' da questo schermo
tu non chiedi grazia ne' confusione.
22. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IN QUESTA CITTA'
In questa citta' c'e' pure la macchina
che stritola i sogni: con un gettone
vivo, un piccolo disco di dolore
sei subito di la', su questa terra,
ignoto in mezzo ad ombre deliranti
su alghe di fosforo funghi di fumo:
una giostra di mostri
che gira su conchiglie
che si spezzano putride sonando.
E' in un bar d'angolo laggiu' alla svolta
dei platani, qui nella metropoli
o altrove. Su, gia' scatta la manopola.
23. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANCORA DELL'INFERNO
Non ci direte una notte gridando
dai megafoni, una notte
di zagare, di nascite, d'amori
appena cominciati, che l'idrogeno
in nome del diritto brucia
la terra. Gli animali i boschi fondono
nell'Arca della distruzione, il fuoco
e' un vischio sui crani dei cavalli,
negli occhi umani. Poi a noi morti
voi morti direte nuove tavole
della legge. Nell'antico linguaggio
altri segni, profili di pugnali.
Balbettera' qualcuno sulle scorie,
inventera' tutto ancora
o nulla nella sorte uniforme,
il mormorio delle correnti, il crepitare
della luce. Non la speranza
direte voi morti alla nostra morte
negli imbuti di fanghiglia bollente,
qui nell'inferno.
24. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I CADUTI DI MARZABOTTO
Questa e' memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del piu' vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesserling
e dai loro soldati di ventura
dell'ultima servitu' di Salo'
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell'altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell'uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono piu' volte
i nemici della liberta'.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini d'ogni terra
non dimenticano Marzabotto
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
25. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I PARTIGIANI DI VALENZA
Questa pietra
ricorda i Partigiani di Valenza
e quelli che lottarono nella sua terra,
caduti in combattimento, fucilati, assassinati
da tedeschi e gregari di provvisorie milizie italiane.
Il loro numero e' grande.
Qui li contiamo uno per uno teneramente
chiamandoli con nomi giovani
per ogni tempo.
Non maledire, eterno straniero nella tua patria,
e tu saluta, amico della liberta'.
Il loro sangue e' ancora fresco, silenzioso
il suo frutto.
Gli eroi sono diventati uomini: fortuna
per la civilta'. Di questi uomini
non resti mai povera l'Italia.
26. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
27. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Vasilij Grossman, Vita e destino, Adelphi, Milano 2008, 2013, pp. 758.
28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
29. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5483 del 21 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 5483 del 21 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni
2. Leonard Peltier e' uscito dal carcere. Si festeggia anche a Viterbo
3. "Il manifesto": Bentornato a casa, Leonard Peltier
4. Associazione per i popoli minacciati: Soddisfazione per il rilascio dell'attivista indigeno per i diritti civili Leonard Peltier. Preoccupazione per gli anni di Trump
5. "Pressenza": Leonard Peltier e' libero
6. Dania Ceragioli: Leonard Peltier libero: un nuovo capitolo dopo decenni di incarcerazione
7. "Radio onda d'urto": Dopo 50 anni di ingiusta detenzione, Leonard Peltier esce dal carcere
8. Salvatore Quasimodo: Ed e' subito sera
9. Salvatore Quasimodo: Rifugio d'uccelli notturni
10. Salvatore Quasimodo: Dove morti stanno ad occhi aperti
11. Salvatore Quasimodo: Isola di Ulisse
12. Salvatore Quasimodo: Alle fronde dei salici
13. Salvatore Quasimodo: Giorno dopo giorno
14. Salvatore Quasimodo: Milano, agosto 1943
15. Salvatore Quasimodo: Uomo del mio tempo
16. Salvatore Quasimodo: Anno Domini MCMXLVII
17. Salvatore Quasimodo: Il mio paese e' l'Italia
18. Salvatore Quasimodo: Ai quindici di Piazzale Loreto
19. Salvatore Quasimodo: Auschwitz
20. Salvatore Quasimodo: Ai fratelli Cervi, alla loro Italia
21. Salvatore Quasimodo: Il muro
22. Salvatore Quasimodo: In questa citta'
23. Salvatore Quasimodo: Ancora dell'inferno
24. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i caduti di Marzabotto
25. Salvatore Quasimodo: Epigrafe per i partigiani di Valenza
26. Ripetiamo ancora una volta...
27. Segnalazioni librarie
29. La "Carta" del Movimento Nonviolento
29. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, A TUTTE LE STRAGI, A TUTTE LE UCCISIONI
Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Salvare tutte le vite.
L'unica politica che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso e' la scelta della nonviolenza.
2. INCONTRI. LEONARD PELTIER E' USCITO DAL CARCERE. SI FESTEGGIA ANCHE A VITERBO
Ieri, 18 febbraio 2025, Leonard Peltier e' uscito dal carcere dopo 49 anni di prigionia da innocente.
Un eroe perseguitato torna finalmente alla sua casa, alla sua famiglia, tra la sua gente.
Durante la sua detenzione Leonard Peltier ha continuato a testimoniare e a lottare - con la parola, con la poesia, con l'arte, con l'azione nonviolenta per quanto possibile anche nelle condizioni durissime del carcere di massima sicurezza - in difesa del suo popolo, di tutti i popoli nativi, di tutti i popoli oppressi, di tutti gli esseri umani, dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Per meta' di un secolo costretto in una cella Leonard Peltier ha continuato ad essere un luminoso testimone della dignita' umana.
Ormai vecchio e gravemente malato torna alla sua abitazione, da dove continuera' la lotta comune per il bene comune dell'umanita'.
Ogni persona decente, ogni persona senziente e pensante, in ogni luogo del mondo, gli esprime ancora una volta la sua gratitudine e si unisce finalmente alla gioia per la sua scarcerazione.
Anche a Viterbo si e' festeggiata la sua scarcerazione e il suo ritorno a casa con un incontro di riflessione e di testimonianza svoltosi la mattina di mercoledi' 19 febbraio 2025 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
Anche da Viterbo giunga a Leonard Peltier un corale ringraziamento per la sua eroica resistenza, per la sua generosita' e il suo coraggio, per il suo esempio di amore per il suo popolo e per l'umanita'.
*
Di seguito riproponiamo ancora una volta alcuni materiali per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, per 49 anni prigioniero innocente. E' stato scarcerato per tornare alla sua casa il 18 febbraio 2025 dopo che il Presidente statunitense Biden nell'ultimo giorno del suo mandato presidenziale gli ha concesso la commutazione della pena dal doppio ergastolo agli arresti domiciliari. Leonard Peltier non ha mai commesso il delitto per cui fu ingiustamente condannato sulla base di "testimonianze" rivelatesi false e di "prove" rivelatesi altrettanto false; ha ora ottanta anni ed e' gravemente malato.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che nei mesi scorsi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha pubblicato un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che proponeva iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee", ora ridenominato "Leonard Peltier Official Support Group": www.freeleonardpeltiernow.org
*
Continuiamo a sostenere Leonard Peltier nella lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Mitakuye oyasin.
3. DOCUMENTAZIONE. "IL MANIFESTO": BENTORNATO A CASA, LEONARD PELTIER
[Dal sito del quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente trafiletto del 19 febbraio 2025]
Ieri giornata storica per Leonard Peltier e per il movimento che e' stato al suo fianco durante i 49 anni che l'attivista dell'American Indian Movement ha trascorso in cella.
Ieri Peltier ha potuto lasciare la prigione della Florida in cui stava scontando l'ergastolo, dopo la condanna nel 1976, al termine di un processo-farsa, per l'omicidio di due agenti dell'Fbi nella riserva di Pine Ridge.
Come ultimo gesto della sua presidenza, Biden il 20 gennaio ha concesso gli arresti domiciliari.
Accolto da familiari e amici, Peltier ieri ha scelto di non parlare con i giornalisti ma si e' concesso qualche scatto davanti alla sua nuova casa.
E per oggi e' prevista una grande festa in suo onore. Bentornato a casa, Leonard Peltier
4. DOCUMENTAZIONE. ASSOCIAZIONE PER I POPOLI MINACCIATI: SODDISFAZIONE PER IL RILASCIO DELL'ATTIVISTa INDIGENO PER I DIRITTI CIVILI LEONARD PELTIER. PREOCCUPAZIONE PER GLI ANNI DI TRUMP
[Dal sito www.popoli-min.it riprendiamo e diffondiamo]
L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha reagito con grande soddisfazione al rilascio dell'attivista indigeno per i diritti civili Leonard Peltier dal carcere di massima sicurezza statunitense Coleman, in Florida. Finalmente Leonard Peltier e' arrivato nella riserva di Turtle Mountain, nel Nord Dakota. La sua famiglia, i suoi amici e i suoi sostenitori lo hanno accolto li'. Un lungo calvario e' finalmente giunto al termine.
Peltier ha trascorso quasi 50 anni nelle carceri statunitensi come prigioniero innocente. Durante il periodo di detenzione e' diventato un'icona del movimento per i diritti civili dei nativi americani, che ha ispirato con la sua vita e il suo atteggiamento. Organizzazioni e individui di tutto il mondo hanno dichiarato la loro solidarieta' nei suoi confronti e si sono battuti per il suo rilascio. Joe Biden ha commutato la sua condanna all'ergastolo in arresti domiciliari il 20 gennaio 2025, come uno dei suoi ultimi atti ufficiali da Presidente degli Stati Uniti.
Siamo felici per Leonard Peltier e speriamo che i suoi numerosi problemi di salute possano essere trattati in modo adeguato. Tuttavia, la lotta per i diritti dei nativi americani deve continuare senza sosta, come dimostrano gli incidenti attuali. Secondo quanto riportato dai media, alla fine di gennaio alcuni membri dei Dine' (nome proprio dei Navajo) sono stati controllati dai dipendenti dell'agenzia statunitense per l'immigrazione e l'applicazione delle dogane in Arizona e in un caso sono stati trattenuti per nove ore.
L'inasprimento della politica di immigrazione dell'amministrazione Trump sta avendo un impatto devastante anche sui nativi americani. Nei raid ordinati da Trump per scovare gli immigrati clandestini ed espellerli in massa, i nativi americani si sono trovati nel mirino delle autorita'. Sono stati filtrati solo sulla base del colore della pelle e della presunta etnia. Nei prossimi anni sara' necessario un impegno piu' forte per i diritti degli indigeni. L'annuncio del Presidente americano Trump di aumentare l'estrazione di materie prime negli Stati Uniti avra' un impatto anche sui diritti fondiari degli indigeni e quindi su una delle preoccupazioni principali dei nativi americani. Siamo certi che Leonard Peltier sara' un modello di impegno, nonviolenza e uguaglianza per i nativi americani per molte generazioni a venire.
Leonard Peltier e' un noto attivista dell'American Indian Movement (AIM), che si batte per i diritti dei nativi. E' stato condannato a due ergastoli nel 1977 per il suo presunto ruolo in una sparatoria nella riserva di Pine Ridge. Nella sparatoria del 26 giugno 1975 rimasero uccisi due agenti dell'FBI e un giovane membro dell'American Indian Movement. Ancora oggi non e' stata fatta piena luce su quanto accadde all'epoca. Peltier, che fu condannato per omicidio, ha sempre sostenuto la sua innocenza. Il processo contro di lui fu caratterizzato da prove discutibili e pregiudizi razzisti. Gli esami balistici rivelarono che i colpi fatali non erano stati sparati dalla sua arma. In seguito si e' saputo che l'FBI aveva estorto le dichiarazioni dei testimoni. Non c'erano e non ci sono prove della sua colpevolezza. Non gli e' mai stata concessa la revisione della sentenza o un nuovo processo.
5. DOCUMENTAZIONE. "PRESSENZA": LEONARD PELTIER E' LIBERO
[Dal sito di "Pressenza" riprendiamo e diffondiamo]
Finalmente Leonard Peltier e' libero e a casa sua.
Questa una delle prime foto arrivate dove e' insieme alla sua famiglia e agli amici del Comitato che sempre l'ha difeso e ne ha chiesto la liberazione.
Peltier e' stato liberato grazie a un provvedimento delle ultime ore del Presidente Biden poco prima di cedere il suo incarico. Non e' stata la grazia che tutti chiedevano dopo 49 anni di incarcerazione in base a prove inesistenti ma gli ha dato la possibilita' di essere vicino ai suoi cari e amici e di curarsi.
Questo grazie al grande movimento di solidarieta' internazionale di cui Pressenza e' lieta di essere parte, dimostrando che l'azione umana, della societa' civile, non e' un'azione inutile e senza speranza, come a volte sembra.
6. DOCUMENTAZIONE. DANIA CERAGIOLI: LEONARD PELTIER LIBERO: UN NUOVO CAPITOLO DOPO DECENNI DI INCARCERAZIONE
[Dal sito https://lavocedinewyork.com/ riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 18 febbraio 2025]
Leonard Peltier libero: un nuovo capitolo dopo decenni di incarcerazione
Il rilascio, grazie alla commutazione della pena, segna la fine di una controversa detenzione
*
Oggi Leonard Peltier potra' iniziare un nuovo capitolo della sua vita: sara' scarcerato dal Federal Correctional Complex Coleman in Florida. Tornera' a casa nella riserva indiana di Turtle Mountain, in North Dakota, dove trascorrera' quanto gli resta da vivere. Dopo quasi 50 anni di detenzione, l'attivista ha ricevuto una commutazione della pena grazie all'ex presidente Joe Biden. Sebbene non si tratti del perdono che molti dei suoi sostenitori desideravano, il rilascio in isolamento domiciliare rappresenta comunque la fine di un periodo drammatico.
L'inizio della lunga incarcerazione risale al 26 giugno 1975, al Jumping Bull Ranch di Oglala, nel South Dakota, nella riserva indiana di Pine Ridge. L'episodio rimasto tuttora controverso porto' alla morte di due agenti dell'FBI e di un membro dell'American Indian Movement, AIM, un gruppo che si dedicava a combattere la discriminazione e la brutalita' della polizia contro le comunita' dei nativi americani.
Dopo una vasta caccia all'uomo, vennero fermati tre membri dell'AIM, Dino Butler, Bob Robideau assolti poi per legittima difesa e Leonard Peltier, che invece fu estradato dal Canada con prove contestate per poi essere processato nel 1977 in un procedimento segnato da manipolazioni e intimidazioni dei testimoni. Nonostante la mancanza di prove concrete, l'uomo venne condannato a due ergastoli consecutivi per omicidio di primo grado.
Il caso di Leonard Peltier ha suscitato ampie critiche, con Amnesty International che lo aveva definito un prigioniero politico. Documenti rivelarono che l'FBI aveva soppresso prove potenzialmente scagionanti e che le analisi balistiche usate per la pena erano inaffidabili. Il detenuto e' diventato quindi un simbolo della resistenza indigena e delle ingiustizie nel sistema giudiziario statunitense.
Il 20 gennaio, nell'ultimo giorno in carica, Biden ha firmato una concessione esecutiva di clemenza, citando problemi di salute e eta' avanzata, per consentire all'imputato di scontare il resto della sua pena a casa con la famiglia, una decisione ampiamente osteggiata dalle forze dell'ordine, che chiedevano che l'attivista rimanesse in carcere.
7. DOCUMENTAZIONE. "RADIO ONDA D'URTO": DOPO 50 ANNI DI INGIUSTA DETENZIONE, LEONARD PELTIER ESCE DAL CARCERE
[Dal sito di "Radio onda d'urto" riprendiamo e diffondiamo]
Dopo quasi 50 anni, Leonard Peltier esce dal carcere. Potra' trascorrere gli ultimi anni di vita agli arresti domiciliari nella sua terra natia, il Turtle Mountain Indian Reservation (Mikinaakwajiwing), in North Dakota.
Nel 1975 era stato condannato per l'omicidio di due agenti dell'FBI, al termine pero' di un processo farsa, come riconosciuto negli anni successivi dalle stesse persone che parteciparono a quella montatura. In quell'occasione mori' un membro dell'American Indian Movement, AIM, un gruppo che combatteva la discriminazione e la brutalita' della polizia contro le comunita' dei nativi americani.
Dopo una vasta caccia all'uomo, vennero fermati tre membri dell'AIM, Dino Butler, Bob Robideau assolti poi per legittima difesa e Leonard Peltier, che invece fu estradato dal Canada con prove artefatte per poi essere processato nel 1977, in una sequela giudiziaria segnata da manipolazioni e intimidazioni.
Nonostante l'assenza di prove reali, Leonard Peltier ha passato gran parte della sua vita in carcere: entrato all'eta' di 30 anni, esce dalla prigione da 80enne. A gennaio 2025 infatti, a pochi istanti dalla fine del proprio mandato alla Casa Bianca, l'ex presidente Joe Biden ha commutato la sua condanna dall'ergastolo ai domiciliari.
8. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ED E' SUBITO SERA
[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi di Salvatore Quasimodo.
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 - Napoli, 14 giugno 1968) e' tra i maggiori poeti del Novecento; lo ricordiamo con gratitudine per la sua opera di poeta, di testimone e di lottatore per la dignita' umana e la liberazione di tutte le oppresse e tutti gli oppressi. Tra le opere di Salvatore Quasimodo: Poesie e discorsi sulla poesia, Mondadori, Milano 1971, 2012; oltre l'opera in versi si legga almeno anche Il poeta e il politico e altri saggi, Mondadori, Milano 1967. Tra le opere su Salvatore Quasimodo, per una prima introduzione: Giuseppe Zagarrio, Salvatore Quasimodo, La Nuova Italia, Firenze 1969, 1974; Gilberto Finzi, Invito alla lettura di Salvatore Quasimodo, Mursia, Milano 1972, 1976; Mirko Bevilacqua (a cura di), La critica e Quasimodo, Cappelli, Bologna 1976]
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed e' subito sera.
9. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: RIFUGIO D'UCCELLI NOTTURNI
In alto c'e' un pino distorto;
sta intento ed ascolta l'abisso
col fusto piegato a balestra.
Rifugio d'uccelli notturni,
nell'ora piu' alta risuona
d'un battere d'ali veloce.
Ha pure un suo nido il mio cuore
sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.
10. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: DOVE MORTI STANNO AD OCCHI APERTI
Seguiremo case silenziose
dove morti stanno ad occhi aperti
e bambini gia' adulti
nel riso che li attrista,
e fronde battono a vetri taciti
a mezzo delle notti.
Avremo voci di morti anche noi,
se pure fummo vivi talvolta
o il cuore delle selve e la montagna,
che ci sospinse ai fiumi,
non ci volle altro che sogni.
11. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ISOLA DI ULISSE
Ferma e' l'antica voce.
Odo risonanze effimere,
oblio di piena notte
nell'acqua stellata.
Dal fuoco celeste
nasce l'isola di Ulisse.
Fiumi lenti portano alberi e cieli
nel rombo di rive lunari.
Le api, amata, ci recano l'oro:
tempo delle mutazioni, segreto.
12. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
13. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: GIORNO DOPO GIORNO
Giorno dopo giorno: parole maledette e il sangue
e l'oro. Vi riconosco, miei simili, mostri
della terra. Al vostro morso e' caduta la pieta'
e la croce gentile ci ha lasciati.
E piu' non posso tornare nel mio eliso.
Alzeremo tombe in riva al mare, sui campi dilaniati,
ma non uno dei sarcofaghi che segnano gli eroi.
Con noi la morte ha piu' volte giocato:
s'udiva nell'aria un battere monotono di foglie
come nella brughiera se al vento di scirocco
la folaga palustre sale sulla nube.
14. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: MILANO, AGOSTO 1943
Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la citta' e' morta.
E' morta: s'e' udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio. E l'usignolo
e' caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno piu' sete.
Non toccate i morti, cosi' rossi, cosi' gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la citta' e' morta, e' morta.
15. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
e' giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
16. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANNO DOMINI MCMXLVII
Avete finito di battere i tamburi
a cadenza di morte su tutti gli orizzonti
dietro le bare strette alle bandiere,
di rendere piaghe e lacrime a pieta'
nelle citta' distrutte, rovina su rovina.
E piu' nessuno grida: "Mio Dio
perche' m'hai lasciato?". E non scorre piu' latte
ne' sangue dal petto forato. E ora
che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
lasciateci un giorno senz'armi sopra l'erba
al rumore dell'acqua in movimento,
delle foglie di canna fresche tra i capelli
mentre abbracciamo la donna che ci ama.
Che non suoni di colpo avanti notte
l'ora del coprifuoco. Un giorno, un solo
giorno per noi, padroni della terra,
prima che rulli ancora l'aria e il ferro
e una scheggia ci bruci in piena fronte.
17. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MIO PAESE E' L'ITALIA
Piu' i giorni s'allontanano dispersi
e piu' ritornano nel cuore dei poeti.
La' i campi di Polonia, la piana di Kutno
con le colline di cadaveri che bruciano
in nuvole di nafta, la' i reticolati
per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti, l'esantema torrido,
le catene di poveri gia' morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
la' Buchenwald, la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti; la' Stalingrado,
e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili,
dei vinti, dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge, ma i morti non si vendono.
Il mio paese e' l'Italia, o nemico piu' straniero,
e io canto il suo popolo e anche il pianto
coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri, canto la sua vita.
18. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI QUINDICI DI PIAZZALE LORETO
Esposito, Fiorani, Fogagnolo,
Casiraghi, chi siete? Voi nomi, ombre?
Soncini, Principato, spente epigrafi,
voi, Del Riccio, Temolo, Vertemati,
Gasparini? Foglie d'un albero
di sangue, Galimberti, Ragni, voi,
Bravin, Mastrodomenico, Poletti?
O caro sangue nostro che non sporca
la terra, sangue che inizia la terra
nell'ora dei moschetti. Sulle spalle
le vostre piaghe di piombo ci umiliano:
troppo tempo passo'. Ricade morte
da bocche funebri, chiedono morte
le bandiere straniere sulle porte
ancora delle vostre case. Temono
da voi la morte, credendosi vivi.
La nostra non e' guardia di tristezza,
non e' veglia di lacrime alle tombe;
la morte non da' ombra quando e' vita.
19. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AUSCHWITZ
Laggiu', ad Auschwitz, lontano dalla Vistola,
amore, lungo la pianura nordica,
in un campo di morte: fredda, funebre,
la pioggia sulla ruggine dei pali
e i grovigli di ferro dei recinti:
e non albero o uccelli nell'aria grigia
o su dal nostro pensiero, ma inerzia
e dolore che la memoria lascia
al suo silenzio senza ironia o ira.
Tu non vuoi elegie, idilli: solo
ragioni della nostra sorte, qui,
tu, tenera ai contrasti della mente,
incerta a una presenza
chiara della vita. E la vita e' qui,
in ogni no che pare una certezza:
qui udremo piangere l'angelo il mostro
le nostre ore future
battere l'al di la', che e' qui, in eterno
e in movimento, non in un'immagine
di sogni, di possibile pieta'.
E qui le metamorfosi, qui i miti.
Senza nome di simboli o d'un dio,
sono cronaca, luoghi della terra,
sono Auschwitz, amore. Come subito
si muto' in fumo d'ombra
il caro corpo d'Alfeo e d'Aretusa!
Da quell'inferno aperto da una scritta
bianca: "Il lavoro vi rendera' liberi"
usci' continuo il fumo
di migliaia di donne spinte fuori
all'alba dai canili contro il muro
del tiro a segno o soffocate urlando
misericordia all'acqua con la bocca
di scheletro sotto le docce a gas.
Le troverai tu, soldato, nella tua
storia in forme di fiumi, d'animali,
o sei tu pure cenere d'Auschwitz,
medaglia di silenzio?
Restano lunghe trecce chiuse in urne
di vetro ancora strette da amuleti
e ombre infinite di piccole scarpe
e di sciarpe d'ebrei: sono reliquie
d'un tempo di saggezza, di sapienza
dell'uomo che si fa misura d'armi,
sono i miti, le nostre metamorfosi.
Sulle distese dove amore e pianto
marcirono e pieta', sotto la pioggia,
laggiu', batteva un no dentro di noi,
un no alla morte, morta ad Auschwitz,
per non ripetere, da quella buca
di cenere, la morte.
20. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: AI FRATELLI CERVI, ALLA LORO ITALIA
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pieta', sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra e' bella
d'uomini e d'alberi, di martirio, di figure
di pietra e di colore, d'antiche meditazioni.
Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d'amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive, su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento dal navigante
dell'isola lontana. E il ramo d'ulivo e' sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d'amore e solitudine, nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore fini' la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella citta' lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d'amore,
e anche questa e' una lettera d'amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell'Orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d'amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L'amore, la morte, in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
21. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IL MURO
Contro di te alzano un muro
in silenzio, pietra e calce pietra e odio,
ogni giorno da zone piu' elevate
calano il filo a piombo. I muratori
sono tutti uguali, piccoli, scuri
in faccia, maliziosi. Sopra il muro
segnano giudizi sui doveri
del mondo, e se la pioggia li cancella
li riscrivono, ancora con geometrie
piu' ampie. Ogni tanto qualcuno precipita
dall'impalcatura e subito un altro
corre al suo posto. Non vestono tute
azzurre e parlano un gergo allusivo.
Alto e' il muro di roccia,
nei buchi delle travi ora s'infilano
gechi e scorpioni, pendono erbe nere.
L'oscura difesa verticale evita
da un orizzonte solo i meridiani
della terra, e il cielo non lo copre.
Di la' da questo schermo
tu non chiedi grazia ne' confusione.
22. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: IN QUESTA CITTA'
In questa citta' c'e' pure la macchina
che stritola i sogni: con un gettone
vivo, un piccolo disco di dolore
sei subito di la', su questa terra,
ignoto in mezzo ad ombre deliranti
su alghe di fosforo funghi di fumo:
una giostra di mostri
che gira su conchiglie
che si spezzano putride sonando.
E' in un bar d'angolo laggiu' alla svolta
dei platani, qui nella metropoli
o altrove. Su, gia' scatta la manopola.
23. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: ANCORA DELL'INFERNO
Non ci direte una notte gridando
dai megafoni, una notte
di zagare, di nascite, d'amori
appena cominciati, che l'idrogeno
in nome del diritto brucia
la terra. Gli animali i boschi fondono
nell'Arca della distruzione, il fuoco
e' un vischio sui crani dei cavalli,
negli occhi umani. Poi a noi morti
voi morti direte nuove tavole
della legge. Nell'antico linguaggio
altri segni, profili di pugnali.
Balbettera' qualcuno sulle scorie,
inventera' tutto ancora
o nulla nella sorte uniforme,
il mormorio delle correnti, il crepitare
della luce. Non la speranza
direte voi morti alla nostra morte
negli imbuti di fanghiglia bollente,
qui nell'inferno.
24. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I CADUTI DI MARZABOTTO
Questa e' memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del piu' vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesserling
e dai loro soldati di ventura
dell'ultima servitu' di Salo'
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell'altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell'uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono piu' volte
i nemici della liberta'.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini d'ogni terra
non dimenticano Marzabotto
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
25. TESTI. SALVATORE QUASIMODO: EPIGRAFE PER I PARTIGIANI DI VALENZA
Questa pietra
ricorda i Partigiani di Valenza
e quelli che lottarono nella sua terra,
caduti in combattimento, fucilati, assassinati
da tedeschi e gregari di provvisorie milizie italiane.
Il loro numero e' grande.
Qui li contiamo uno per uno teneramente
chiamandoli con nomi giovani
per ogni tempo.
Non maledire, eterno straniero nella tua patria,
e tu saluta, amico della liberta'.
Il loro sangue e' ancora fresco, silenzioso
il suo frutto.
Gli eroi sono diventati uomini: fortuna
per la civilta'. Di questi uomini
non resti mai povera l'Italia.
26. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
27. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Vasilij Grossman, Vita e destino, Adelphi, Milano 2008, 2013, pp. 758.
28. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
29. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5483 del 21 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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