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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 465
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 465
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 9 Apr 2024 06:01:33 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 465 del 9 aprile 2024
In questo numero:
1. Portare la pace nel Parlamento Europeo: segnaliamo il sito di "Pace Terra Dignita'"
2. Associazione "Respirare" di Viterbo: Vita, giustizia e liberta' per Leonard Peltier. Due appelli urgenti e due comunicazioni ulteriori
3. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
4. Enrico Peyretti riflette su "Elogio della mitezza" di Norberto Bobbio (1995)
1. L'ORA. PORTARE LA PACE NEL PARLAMENTO EUROPEO: SEGNALIAMO IL SITO DI "PACE TERRA DIGNITA'"
"Pace Terra Dignita'" e' la lista per le elezioni europee promossa da Raniero La Valle, uno dei maestri della cultura della pace.
E' in Italia l'unica lista, per quanto ne sappiamo, che si impegna in primis et ante omnia contro la guerra assassina, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare. In essa sono candidate alcune persone di grande valore impegnate nella riflessione nonviolenta, nella solidarieta' concreta, nella cultura e nelle prassi di autentico impegno civile.
Ne segnaliamo il sito web: www.paceterradignita.it
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Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
2. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO: VITA, GIUSTIZIA E LIBERTA' PER LEONARD PELTIER. DUE APPELLI URGENTI E DUE COMUNICAZIONI ULTERIORI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi inviamo due appelli urgenti:
1. un drammatico appello del comitato di solidarieta' americano che rappresenta direttamente Leonard Peltier sull'aggravarsi delle sue condizioni di salute e recante la richiesta che sia trasferito in un luogo in cui sia curato adeguatamente; vi preghiamo con tutto il cuore di farlo circolare e di esprimere il vostro sostegno;
2. un recentissimo appello del comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier che evidenzia perche' occorra fare adesso il massimo sforzo per persuadere il Presidente Usa a concedere la grazia.
Ed aggiungiamo due comunicazioni ulteriori:
3. la mozione approvata dal XXVII Congresso del Movimento Nonviolento per la liberazione di Leonard Peltier; e' un documento importante (anche per il prestigio internazionale del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini) ma che ci sembra abbia avuto fin qui una scarsissima circolazione e che vi invitiamo quindi a diffondere ulteriormente;
4. una lettera da inviare alla Casa Bianca con tutte le istruzioni per farlo on line; anche questa lettera vi preghiamo di far circolare ulteriormente.
Grazie fin d'ora per quanto vorrete e potrete fare,
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 19 marzo 2024
L'associazione "Respirare" di Viterbo ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
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Allegato primo: Dall'America un appello urgente per Leonard Peltier, la cui salute e la cui stessa vita sono in grave pericolo
Dal sito https://www.freeleonardpeltiernow.org/ riprendiamo e diffondiamo il seguente appello urgente.
La salute e la vita stessa di Leonard Peltier sono in grave pericolo.
Gli siano garantite condizioni e cure adeguate.
Gli sia restituita la liberta'.
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THE LEONARD PELTIER AD HOC COMMITTEE: URGENT CALL TO ACTION
Dear Relatives,
Leonard Peltier is still in need of urgent medical care. Your efforts, along with the strong advocacy of Leonard's legal team and the Ad Hoc Committee, got the attention of the Federal Bureau of Prisons (BOP). However, BOP personnel informed Leonard that he will need to wait at least 8-10 months to see an eye specialist. This is unacceptable.
The BOP has deprived Leonard of necessary medical care for decades and in doing so has sentenced Leonard to Death by Incarceration. Locked down for 22 hours a day in maximum security prison USP Coleman I, Leonard, who is almost 80 years old, suffers from multiple severe health conditions. Leonard's current conditions include kidney disease, heart condition, diabetes, high blood pressure, bone spurs, a degenerative joint disease, and painful injuries to his jaw - all of which require immediate and ongoing medical care. Leonard is in constant pain from arthritis in his hip and shoulder, has an enlarged prostate, and an aortic aneurysm. Leonard uses a walker and has only a few infected teeth left, presenting not only pain but also a choking hazard. This dangerous cocktail of neglect puts Leonard in serious risk of harm and amounts to Death by Incarceration.
Leonard has requested and been denied a wheelchair.
Our physician expert believes that not only is the BOP failing to address Leonard's medical care properly but cannot meet Leonard's medical needs at USP Coleman I. Our Legal team is working to ensure Leonard receives health care as required by the 8th Amendment and is transferred to an appropriate facility pending his release.
We do not want our vulnerable elder to be in pain and go without proper care, and we don't want him to die in prison! We need you to stand united with us for Leonard. Act now. Enough is enough.
Please call and email the following officials and tell them Leonard Peltier needs immediate medical treatment, transfer to a medical facility, and RELEASE. Sample script below.
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Senator Cory Booker
D.C. Office: (202) 224-3224
Newark, NJ: (973) 639-8700
https://www.booker.senate.gov/contact/write-to-cory
*
Sen. Richard Durbin
DC Office: 202-224-2152
Chicago Office: 312-353-4952
https://www.durbin.senate.gov/contact/email
*
Sen. Alex Padilla
DC Office: 202-224-3553
Los Angeles Office: 310-231-4494
https://www.padilla.senate.gov/contact/contact-form/
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US Rep. Maxwell Frost
DC Office: 202-225-2176
Orlando Office: 321-388-9808
https://frost.house.gov/address_authentication?form=/contact
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(Any contacts you may have.)
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Sample script
"Hello, I'm calling about immediate medical care needed for Leonard Peltier, a 79 year-old federal prisoner. His prisoner number is 89637-132, and he's in USP Coleman 1.
We need [name of Senator or Representative]'s assistance.
1) First, Leonard must see an eye specialist without further delay. His loss of vision poses serious risk of him falling, and he depends on other prisoners to perform basic life activities.
2) Second, Leonard is in constant pain and has multiple severe health conditions requiring immediate and ongoing medical care.
I am asking (Sen/Rep) to request an immediate transfer for Leonard Peltier to the Federal Medical Prison Facility in Rochester Minnesota (FCI Rochester) where he can get treatment for all of his medical conditions.
I also urge the Sen/Rep to advocate for elder Leonard Peltier's release so he can receive healthcare outside of prison and be with loved ones and community. Immediate release is proper and humane given his advanced age and medical conditions. Thank You."
(You can use your own words, but please, speak out for Leonard.)
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Contacts:
Senator Cory Booker
D.C. Office Phone: (202) 224-3224
Newark, N.J. Phone: (973) 639-8700
https://www.booker.senate.gov/contact/write-to-cory
*
Sen. Richard Durbin
DC Office: 202-224-2152
Chicago Office: 312-353-4952
https://www.durbin.senate.gov/contact/email
*
Sen. Alex Padilla
DC Office: 202-224-3553
Los Angeles Office: 310-231-4494
https://www.padilla.senate.gov/contact/contact-form/
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US Rep. Maxwell Frost
DC Office: 202-225-2176
Orlando Office: 321-388-9808
https://frost.house.gov/address_authentication?form=/contact
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(Any contacts you may have.)
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If you can, please donate to support our legal and medical efforts.
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Allegato secondo: Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
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Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
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Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
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A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
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Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
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Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
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Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
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Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
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Allegato terzo: Dal congresso del Movimento Nonviolento un importante attestato di solidarieta' per Leonard Peltier
Si e' svolto a Roma il 23-25 febbraio 2024 il XXVII congresso nazionale del Movimento Nonviolento, la prestigiosa organizzazione fondata dal filosofo, educatore, resistente antifascista ed apostolo della nonviolenza in Italia Aldo Capitini.
Il congresso ha approvato con voto unanime una mozione per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Di seguito riproduciamo il testo della mozione approvata dal congresso.
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Il testo della mozione approvata all'unanimita' dal congresso del Movimento Nonviolento svoltosi a Roma il 23-25 febbraio 2024
"Il Movimento Nonviolento ha da sempre nel suo DNA l'attenzione per le difensore e i difensori dei diritti umani, obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori e oppositori ai regimi totalitari e per chi, innocente, viene carcerato per le proprie idee. In un periodo come questo attuale in cui assistiamo quotidianamente all'intensificarsi della repressione nei confronti di queste persone diventa fondamentale non abbandonare queste persone e rinnovare anche dal nostro Congresso una ferma richiesta di garantire loro diritti basilari come liberta' e vita.
Citiamo solo a titolo di esempio i casi dell'attivista e giornalista australiano Julian Assange detenuto in Gran Bretagna, con il rischio di estradizione negli Stati Uniti, la carcerazione e morte dell'oppositore di Putin, l'attivista e blogger Aleksej Navalny e la Premio Langer 2009 e Premio Nobel per la Pace 2023, Narges Mohammadi, imprigionata per la sua lotta nonviolenta per i diritti di donne e uomini in Iran.
Il XXVII congresso del Movimento Nonviolento, riunito a Roma nei giorni 23-25 febbraio 2024, facendo proprie sia la proposta (...) del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo che l'appello di Amnesty International per un provvedimento di clemenza del Presidente degli Stati Uniti d'America che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni detenuto innocente, condannato all'ergastolo per crimini che non ha mai commesso sulla base di prove dimostratesi false e di testimonianze dimostratesi altrettanto false (come universalmente noto e riconosciuto dallo stesso pubblico ministero che sostenne all'epoca l'accusa e che da anni chiede anch'egli la concessione della grazia per Leonard Peltier);
ricordando che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, John Lennon, da numerose altre persone insignite del Premio Nobel per la Pace, da figure prestigiose come il Dalai Lama e papa Francesco, e da innumerevoli altre persone benemerite dell'umanita';
ricordando che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta anche dalla Commissione giuridica dell'Onu costituita ad hoc per riesaminare la sua vicenda giudiziaria, dal Parlamento Europeo, da numerose altre istituzioni pubbliche internazionali, statali e locali di tutto il mondo (tra cui i sindaci di molti Comuni d'Italia);
il Movimento Nonviolento si associa alla richiesta che Leonard Peltier sia finalmente liberato".
Mozione approvata all'unanimita'.
Tutti gli atti del Congresso del Movimento Nonviolento sono nel sito www.azionenonviolenta.it
Per contatti stampa: cell. 3482863190
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Allegato quarto: le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
* * *
Allegato quinto: Una minima bibliografia essenziale
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.
4. MAESTRI. ENRICO PEYRETTI RIFLETTE SU "ELOGIO DELLA MITEZZA" DI NORBERTO BOBBIO (1995)
[Dal libro di Enrico Peyretti, Dialoghi con Norberto Bobbio (Claudiana, Torino 2011) riprendiamo questo testo li' ripubblicato come Appendice 3 alle pp. 193-204.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
Sul male regnante, sulla mitezza esiliata (1).
Note sugli scritti morali di Norberto Bobbio contenuti nel suo libro Elogio della mitezza.
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I. Sul male regnante
Su un problema immenso (cioe', senza misura) come quello del male, quale sia il pensiero piu' vicino al vero lo sapremo quando cadra' l'ultimo velo. Ora e' importante accostare l'una all'altra le tradizioni di pensiero, come facemmo nel colloquio dell'8 giugno 1994, organizzato da il foglio insieme al Centro Studi Piero Gobetti, perche' puo' venirne una fecondazione reciproca. Di quell'incontro su "Il potere del male. La resistenza del bene" (tema gia' di nostri precedenti articoli) abbiamo pubblicato gli interventi di Aldo Bodrato e di Pier Cesare Bori su il foglio n. 212, luglio 1994. L'intervento di Norberto Bobbio, che egli volle rivedere, compare ora nel suo libro Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994, pp. 195-209, col titolo Gli dei che hanno fallito. Alcune domande sul problema del male.
Bobbio vede due fallimenti paralleli, di Dio e della ragione, che conducono all'eta' del nichilismo, ma dei due il piu' sconvolgente e catastrofico e' il primo, perche' la ragione umana non si e' mai ritenuta potente e infallibile come Dio, il quale non ha vinto il male, ma continua a permetterlo. Bobbio cita come molto significativo un libro di Sergio Quinzio, La sconfitta di Dio, che a me pare sconvolgente non piu' della Bibbia (ne ho scritto alcune note in il foglio n.196, gennaio 1993).
Delle due forme di male, la sofferenza e la malvagita', e' la prima, afferma Bobbio, quella che rappresenta il problema piu' drammatico: quelle sofferenze, e sono la stragrande maggioranza, che non possono essere riportate ad una colpa, come castigo. "Chi ha voluto un mondo cosi' atroce?", chiede Bobbio, guardando ad ogni dolore incolpevole, fino alla sofferenza degli animali.
Questa domanda schiettamente teologica, posta da un pensatore laico, tocca il credente. Quando leggiamo nel vangelo di Matteo 6,26: "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono nei granai, e il vostro Padre celeste li nutre"; e nei salmi 104 e 145: "Gli occhi di tutti si volgono a Te e Tu dai loro a suo tempo il cibo, apri la tua mano e sazi d'ogni vivente i desideri"; e passi analoghi nel Corano, per esempio la bella sura 16; quando leggiamo o diciamo questi testi, dobbiamo anche pensare: si', Dio nutre ogni vivente dandogli in cibo altri viventi! E per questi ultimi, Dio e' un patrigno crudele? E' buono con gli uni e cattivo o indifferente con gli altri? Bella bonta' quella che dipende dal caso di nascere bocca invece che boccone! Lo diceva Sartre da qualche parte: guardiamo la bellezza del mare e crediamo in Dio, guardiamo le sue profondita', dove il pesce grosso mangia il pesce piccolo, e non possiamo piu' credere. Lo dice qui Bobbio: il pesce piccolo sembra non abbia altra ragione di esistere che quella di farsi mangiare.
Quando il credente canta la bonta' della vita come fanno quei testi, non dice forse un solo lato della realta'? non e' un ottimista illuso? non chiude gli occhi su cio' che contraddice la sua fede? non e' dunque insincero con la verita' delle cose?
L'agnostico fa un'obiezione al credente: tu accetti tutto; nulla scuote la tua fede; di fronte alla crudelta' della natura, non puoi ricondurre tutto cio' al peccato, alla malvagita' umana; di fronte al problema del male oggi la tua teologia parla di Dio non onnipotente, ma sofferente, fragile, sconfitto; ma cosi' che cosa resta del Dio in cui credi? E' ben difficile il dialogo con te!
Direi che la fede non e' un bilancio del bene e del male, su due colonne, chiuso in attivo. Credenti, allora, sarebbero solo i fortunati (come insinua il demonio quando chiede a Dio di poter tentare Giobbe)! Del resto, sono proprio le religioni che hanno insistito sul problema del male, sia quello compiuto da Caino, sia quello patito da Giobbe, piu' di tutte le filosofie, fino ad apparire accusatrici dell'umanita' e del mondo. Con il libro di Giobbe, la Bibbia sfida ogni letteratura a porre piu' drammaticamente il problema della sofferenza incolpevole.
La fede non e' ne' ingenuita' ne' partito preso a favore dell'ipotesi Dio, ma e' vedere il maggior peso dinamico del bene rispetto al male. Male e bene non hanno lo stesso peso specifico, diciamo cosi'. Il credente vede nella realta' le stesse cose che vi vede l'agnostico, come lui ne gode e ne soffre. Soltanto, per un dono immeritato di luce interiore, che non e' opera di intelletto o cultura, che egli si spiega con l'intima presenza di un Altro, per questo dono di luce col quale puo' pensare e ragionare sulle cose, il credente legge profeticamente la realta'. Non prevede magicamente il futuro, ma coglie un significato essenzialmente, profondamente, invincibilmente buono della realta', che la nostra vista umana non coglie con pari forza. Questo significato non si impone all'osservazione, che rimane incerta, se non perplessa o negativa, ma emerge da una dinamica profonda della realta', che la speranza, come virtu' teologica, puo' cogliere. Direi che il credente crede in Dio perche' crede nella bonta' della vita, e crede in questa bonta' soltanto grazie a Dio. Dove "credere" non significa "opinare" (che sarebbe un circolo vizioso), ma sperimentare l'appoggio di un rapporto personale (dotato di certezza e di rischio, come ogni rapporto personale, ma unico in questo genere). E non crede solo perche' la vita e' stata benigna con lui: Giobbe e' il tipo degli innumerevoli credenti sommersi nella sofferenza. I quali, non tutti usano la fede per consolarsi e compensarsi, se e' vero che, non di rado, non maledicono la realta' cattiva, non la fuggono, ma vi restano e la amano per farne crescere la bonta' e la bellezza oscurata.
Nei miti biblici delle origini, questa bonta' della reala' e' affermata nella storia della creazione, culminante nell'uomo, della quale Dio prende gusto trovandola molto bella e buona, e nella quale l'uomo vive (potrebbe vivere) felice. Negli stessi miti delle origini, l'uomo si prende eroicamente e pateticamente la colpa anche del male naturale, e non solo delle proprie azioni malvagie, per giustificare Dio, autore buono della vita. Ma, progressivamente, negli sviluppi cristiani della storia della fede, si rivela che e' Dio che prende su di se' la colpa dell'uomo, per salvarlo non solo dalla colpa, ma anche dal dolore e dalla morte, come annunciano i profeti, che vedono all'orizzonte anche una realta' naturale in cui il leone e la gazzella, il bambino e l'aspide giocheranno insieme.
La teologia neotestamentaria sintetizzata, per esempio, nel capitolo 2 della lettera di Paolo ai Filippesi, contesta frontalmente la teologia filosofica di un dio avaro delle sue prerogative di impassibilita' e di onnipotenza, per riconoscerlo presente nella persona umana di Gesu', nel quale il Verbo di Dio si e' "svuotato" (ekenosen) della sua divinita', ha smesso di essere Dio nella sua vicenda storica, si e' fatto uomo fino a ridursi schiavo del male e a morire di morte non solo ingiusta ma infamante, passaggio per la sua glorificazione, che e' caparra della nostra.
E' vero che le altre due religioni del ceppo abramico non hanno questa teologia dell'incarnazione, morte, risurrezione, ma e' altrettanto vero che anche l'ebreo e il musulmano attendono con pazienza la salvezza, non pongono a Dio termini di tempo, non vedono nella sofferenza un semplice fallimento, ma una via misteriosa che non contraddice la salvezza.
Fra le ipotesi presenti nell'alveo cristiano, sottolineo quella che vede il male naturale come un residuo del nulla da cui tutto sta uscendo. In questa lettura, come la espone Michele Do, la natura e' un divenire, dal buio alla luce. Dio si e' fatto parte intima di questa realta'. Gli e' impossibile il miracolo magico, che elimini il cammino (far diventare le pietre pane, fare il cerchio quadrato). La sua potenza non e' estranea alla realta'. Il miracolo e' la crescita del fiore dalla zolla oscura alla luce (dice Simone Weil: "In realta' l'albero e' radicato nel cielo"), immagine della crescita universale. Se si vede il mistero del male come un muro, la punta dell'intelligenza vi cozza contro e si ritorce. Occorre invece vederlo come cio' che ci avvolge, in cui stare. Non sappiamo con evidenza se ci sia Dio, non lo possiamo "dimostrare", e neppure facciamo "come se ci fosse". In realta', l'uomo si trascende, tutto si trascende. Dio sorge, ci appare, appunto in questo trascendimento. E' come la luce che attira il seme fuori dal buio della zolla. Gesu' ha rivoluzionato la religione, perche' ha mostrato l'opera di Dio nelle umili e comuni cose quotidiane, non fuori, come potenza intima e partecipe, non separata. Le cose non sono soltanto cose. Il senso di tutto e' un drammatico interrogativo. Eppure, senza "sapere", ci gettiamo oltre: non puo' essere tutto senza senso. Dire Dio e dire senso, e' lo stesso. (Il riferimento e' alla conversazione di Michele Do, col titolo Il male e' il miracolo del fiore di campo, riportata in Servitium n. 102, novembre-dicembre 1995, “Resistenza al male”, pp. 54-59).
Sul piano filosofico, e' vicina a questo pensiero teologico la riflessione di Luigi Pareyson, nel libretto Filosofia della liberta', gia' citato nei precedenti articoli di questa serie, e anche da Bobbio nell'esposizione orale di questo suo saggio.
Scrive Pareyson: "Dire "Dio esiste" non significa se non dire "E' stato scelto il bene"". Il male e' in Dio come possibilita' vinta, come "traccia" e "impronta", come "un passato che mai fu presente e un'immagine che mai fu reale". E' l'uomo che ha "ridestato il male dormiente in Dio", con la propria potentissima liberta' (pp.24-27). Pareyson parla poi del disvalore punitivo della sofferenza e, invece, del suo valore redentivo e rivelativo. Si vedano queste sue pagine. Al contrario di Bobbio, per lui la sofferenza meno valida e comprensibile e' quella inflitta come castigo.
Se c'e' qualcosa di vero in queste prospettive, il pensiero credente non ha soltanto l'obbligo di conciliare il Male con l'esistenza di Dio Bonta', come Bobbio richiede, ponendoli in alternativa, ma puo' dire: il male c'e', e' il peso del nulla, su cui Dio si afferma, contro il quale trae ad essere ogni cosa. Non e' questa la successione: prima affermo Dio e poi incappo nell'incidente del male. Invece: il Nulla e' l'antecedente logico di Dio.
Come la nostra vita senza cura, lavoro, civilta', ricade indietro, cosi' il mondo galleggia per opera di Dio, e di Dio nell'uomo, sul Nulla-Male, le cui onde arrivano talora, o spesso, a inondare il guscio di noce su cui navighiamo. Quella forza-sul-nulla e' colui che chiamiamo Dio, che ci costituisce essenzialmente come un Bene, a somiglianza di lui. Ma la vicenda e' in corso. Il Nulla ha ancora forza. Percio' abbiamo parlato di "resistenza del bene", perche' la pressione o il risucchio del Nulla-Male e' ancora forte, ha "potere". C'e' la morte. Essa ci turba perche' siamo la vita.
Altrimenti regnerebbe unica sovrana, e invece ha noi viventi come nemici. Essa nega la vita, e a noi, da questo punto di vista, sembra che la sommerga. Ma possiamo davvero dire che questo punto di vista sia l'unico e che da qui si veda tutto? La vicenda e' in corso. Il potere del male non e' percio' un potere decisivo e vincente. Come resistenza, almeno come protesta, indignazione, sofferenza, il bene non cessa mai di tenergli testa. L'umanita' pare una sorgente inesauribile: anche dopo aver buttato sangue e fango, torna a far scaturire la ricerca del bene, energie pure.
Il credente rivendica che la sua posizione non e' assurda, non e' piu' illogica di quella dell'ateo o dell'agnostico. Ma la sua fede, senza gli argomenti contrari, sarebbe piu' povera. Avviene il reciproco per l'agnostico e l'ateo? Raramente il credente lo avverte. Raramente sente assumere da chi non crede una problematica teologica, come in questo scritto di Bobbio, anche se si sente interpellato a discuterla.
In fondo, l'argomento del credente e' la vita di persone credenti e credibili; di persone che hanno vissuto coerentemente nell'ipotesi che il Bene e' piu' vero e potente del Male e cosi' hanno realizzato la loro umanita'. E' una linea di vite vissute che risale fino a Gesu' per i cristiani, fino ad Abramo, padre di tutti i credenti. Per chiunque, e' questo segno ogni persona che porti in se' un profumo di umanita', tanto da aiutarci a non disperare della nostra sorte.
Nella contraddizione da risolvere tra Bene e Male, vita e morte, c'e' anzitutto, per noi, una scelta da fare. In questa scelta, Dio ci aiuta? come? e, anzitutto, quale nostra immagine di Dio? quale nostro rapporto con lui?
Mi pare, anche da altri scritti e parole sue, che Bobbio prenda in considerazione un'immagine di Dio essenzialmente come legislatore e giudice di infinita potenza. Cio' spiegherebbe come mai egli riferisca il problema del male a Dio, come sua colpa ("Chi ha voluto un mondo cosi' atroce?"), applicandogli lo stesso schema morale-giuridico, di colpa-castigo, che, a ragione, vede applicato all'uomo nelle forme religiose piu' elementari (quelle colpite dalla critica decisiva del libro di Giobbe). Ma Dio puo' essere pensato anche come ispiratore del cuore umano, accompagnatore intimo del nostro lungo cammino, non solo come regolatore esteriore della natura e delle azioni nostre. Questo cambia molto sul modo di affrontare l'enigma del male.
Bobbio dice, alla fine, che, per salvare la comprensibilita' di Dio, dobbiamo pensare la sua Divina Indifferenza. Altro che Divina Provvidenza! Sinceramente, un simile dio, se ne fossimo certi, meriterebbe solo il nostro disprezzo: avere una tale potenza e non usarla per la vita, per l'essere anziche' per il nulla! Egli varrebbe meno di noi, che sentiamo la pieta' e facciamo qualcosa di quel poco che possiamo. Meriterebbe solo la nostra accusa, fino al ripudio, perche' sarebbe un sovrano egoista, un nemico, un Satana. Ormai, non possiamo piu' ammirare il Dio di Aristotele e di Epicuro. Io credo che chi lo conosce soltanto cosi' debba ripudiarlo. Il problema e' se in realta' egli e' cosi', se solo questi sono i segni che possiamo avere di lui.
La conoscenza di Dio che ci testimoniano concordemente, nonostante immagini di potenza umana minacciosa, legate al linguaggio di quelle culture, la Bibbia ebraica, quella cristiana, il Corano, e' essenzialmente quella di miseri/cordia, com/passione. A questo Dio posso credere. Se Dio non ha sofferto e non soffre con noi, non gli credo, non so che farmene di lui. Puo' anche esistere, ma non esiste per me. Ad un essere chiuso nella sua perfezione sono indifferente io, prima che lui lo sia verso di me! Perche' lui, se e' cosi', e' meno buono di me!
Credo che Dio sia potente (della potenza che e' vita), piu' di noi perche' piu' vivo di noi, ma che lo sia in modo sorprendente, non nel modo che noi intendiamo attribuirgli e aspettarci da lui. Giobbe alla fine si tappa la bocca. Tutti, credenti e non credenti, siamo tentati dalla nostalgia uterina di una salvezza onnipotente secondo la nostra ottica, e poniamo a Dio questa condizione per fidarci di lui. Siamo disposti a credergli se corrisponde al ruolo che gli diamo. Invece, la realta' di Dio ci delude, ma ci rispetta profondamente: la sua potenza ci salva non senza di noi, non senza fare con noi il cammino intero dal buio alla luce, da questo inferno al paradiso, dalla morte e dal nulla in cui nasciamo alla vita risorta in cui, sui suoi passi, stiamo entrando.
E se "in questo mondo non c'a' giustizia" (ultime parole del saggio di Bobbio) oppure "la giustizia non e' di questo mondo", ebbene, avviciniamo questo mondo alla giustizia, perche' sappiamo bene che cosa questa e', ne abbiamo in cuore il segno e il sogno indelebile, il seme non sradicabile, altrimenti neppure sapremmo che il mondo non e' giusto e non saremmo qui a parlare di giustizia per cercarla, e neppure, come i piu' fanno, ci getteremmo nel di/vertimento per non soffrirne l'assenza, ma vivremmo soltanto come bruti, senza altre esigenze che quelle biologiche. La risposta piu' seria all'enigma del male e' l'agire bene, quanto meglio possiamo.
*
II. Elogio della mitezza esiliata (2)
E' bello leggere un autorevole Elogio della mitezza nel momento in cui compaiono due volumi dal titolo Elogio dell'Inquisizione (con una penosa introduzione assolutoria scritta da Vittorio Messori) e Elogio del Sillabo.
Il saggio di Norberto Bobbio in lode della virtu' della mitezza apre e da' il titolo alla raccolta di scritti morali, pubblicata dalle edizioni della rivista Linea d'Ombra, di cui ho gia' scritto nel numero scorso. Conservo con piacere la copia dell'edizione di questo saggio, allegata alla rivista nel dicembre 1993, gentilmente regalatami dall'Autore con dedica personale "in concordia discors". In questo spirito rileggo ora questo scritto di grande finezza e riporto qui alcune annotazioni di lettura. Nel libro, il saggio e' seguito da un intervento critico di Giuliano Pontara, filosofo della nonviolenza, con risposta di Bobbio e replica di Pontara.
L'Autore cita un pensiero del filosofo torinese Carlo Mazzantini, che lo ha colpito: "Il violento non ha impero perche' toglie a coloro ai quali fa violenza il potere di donarsi. Ha impero invece chi possiede la volonta', la quale non si arrende alla violenza, ma alla mitezza" (p.20). In altre righe che Bobbio riassume, Mazzantini dice che la mitezza e' l'unica suprema "potenza", che consiste "nel lasciar essere l'altro quello che e'". Il che - commenta Bobbio - "e' virtu' sociale nel senso proprio, originario, della parola" (p.20). Poi, pero', la definisce "virtu' non politica" e addirittura "l'antitesi della politica" in questo capoverso conclusivo del saggio: "Avete capito: identifico il mite con il nonviolento, la mitezza con il rifiuto di esercitare la violenza contro chicchessia. Virtu' non politica, dunque, la mitezza. O addirittura, nel mondo insanguinato dagli odi di grandi (e piccoli) potenti, l'antitesi della politica" (p.31).
Questa e' la nota posizione di Bobbio, che troviamo gia' in un suo intervento del 1975 (contenuto nel volume Il problema della guerra e le vie della pace, Ed. Il Mulino 1979, pp.191-209), nel quale, alla domanda "La nonviolenza e' un'alternativa?" da' una risposta "piu' negativa che positiva" (p.204), anche se, nello stesso libro, afferma la propria convinzione che si debba "rimettere in onore il tema della nonviolenza, cominciare a considerarlo il tema fondamentale del nostro tempo" (p.13). Ed anche se ha scritto, nella Introduzione a Il potere di tutti, di Aldo Capitini, alcune delle pagine piu' belle tra le sue e tra quelle che si possono leggere sulla nonviolenza.
"Impero", "volonta'", "potenza", "virtu' sociale": non suggeriscono questi termini che la mitezza, cioe' la nonviolenza, e' essenzialmente e sanamente politica? E che la "politica insanguinata" e' la negazione della politica?
Mi chiedo se questo elogio della mitezza-nonviolenza la intenda: 1) come esterna, estranea, antitetica alla politica (p.31), percio' soltanto privata (personale e interpersonale); in tal caso, l'elogio della mitezza sarebbe la condanna della politica; oppure 2) come virtu' essenzialmente sociale ("essere verso l'altro", p.27), anticipazione di un "mondo migliore" (ivi) e non soltanto di singole persone migliori.
Essa e' "l'altra faccia della politica" (p.23), "oltre la politica" (p.24) nel senso che e' altra cosa (come il testo qui dice, adottando l'accezione machiavellica e schmittiana della politica), oppure e' un'altra modalita' della politica? Anche nella lotta politica democratica (che non ricorre alla violenza) "gli uomini miti non hanno alcuna parte" (cfr p.24) e sono "gli eterni sconfitti" (cfr p.25)? Oppure la mitezza e' quella "potenza" che diceva Mazzantini e che - commentava Bobbio - e' autentica "virtu' sociale"? Ed anche, direi, virtu' politica in senso proprio, perche' ha, piu' della violenza, proprio la "potenza" di regolare la vita comune senza schiacciare, comprimere, offendere, ma con/vincendo, per/suadendo, permettendo a ciascuno di essere e di dare cio' che ha di proprio ed originale alla vita sociale, se dice il vero quel pensiero di Mazzantini: "Il violento non ha impero..." (v. sopra). Credo che ci sia qui una verita', la stessa detta da Boris Pasternak ne Il dottor Zivago: "Penso che se la belva che dorme nell'uomo si potesse fermare con una minaccia di pena, non importa quale, o con la ricompensa dell'oltretomba, l'emblema supremo dell'umanita' sarebbe un domatore da circo col frustino, e non un profeta che ha sacrificato se stesso. Ma la questione sta in questo, che per secoli, non il bastone, ma una musica ha posto l'uomo al di sopra della bestia e l'ha portato in alto: una musica, l'irresistibile forza della verita' disarmata, il potere d'attrazione dell'esempio". (Boris Pasternak, Il dottor Zivago, Feltrinelli, Milano 1958, p. 58).
La mitezza, in quel pensiero di Mazzantini che Bobbio ammira, e' il potere di rispettare ed anzi sollecitare e animare quel "potere di tutti" (come lo chiamava Capitini), quel "potere di donarsi" che il violento toglie ai violentati; e' un "impero", o meglio "autorita'" (nel senso etimologico, che fa crescere), che non toglie ne' accentra, ma distribuisce impero, potere, autorita', liberta'; quindi fa veramente "polis", citta', convivenza. Non e' diversa l'idea nonviolenta della politica. Nanni Salio ragiona e adduce fatti, proprio su Il potere della nonviolenza, nel libro appena uscito con questo titolo (Ed. Gruppo Abele). I miti-nonviolenti davvero "non fanno storia", davvero sono la "non-storia" (p.22)?
"Guai ai miti: non sara' dato a loro il regno della terra" (ivi). "Beati i miti, perche' erediteranno la terra" (vangelo secondo Matteo 5,5). Due affermazioni, due sguardi opposti sulla storia umana: lo sguardo machiavellico e hegeliano (dice Bobbio), che trovo limitato ai rumorosi e per lo piu' disastrosi potenti; e un altro sguardo, che riconosce il silenzioso fermento umano con cui i miti sostengono la terra, la ricevono con gratitudine e la trasmettono senza infestarla di violenza. Chi dei due tipi umani davvero governa la terra? chi la custodisce, la conserva e la coltiva perche' possa essere luogo e corpo della storia, del lungo cammino umano? Da chi la terra e' ereditata? da chi ne fa campo di dominio, battaglia, sterminio, o da chi la cura, la lavora, la ama, nel continuo della vita quotidiana? E che i primi impongano troppo spesso arbitrio e violenza ai secondi cos'altro significa se non che essi, cosi' facendo, sono ostacolo o devastazione al crescere continuo della vita, rappresentano lo strappo e non l'ordito del tessuto della storia?
Sull'affermazione che la mitezza e' "impolitica", credo che un nonviolento possa concordare, in piu' di un significato: nel senso, cioe', che la politica, di fatto, fa uso sovrabbondante della violenza; che la nonviolenza non e' ancora maturata in politica, se non qua e la' (quanto basta, pero', per mostrare che e' possibile); e nel senso che c'e' passaggio, ma anche differenza, tra la nonviolenza personale e quella di gruppo, collettiva, concretata in istituzioni per la soluzione nonviolenta dei conflitti; e che una politica nonviolenta e' ben altra cosa da quella che vediamo per lo piu'. Se invece quell'affermazione volesse dire che la mitezza e' impolitica perche' la vita insieme nella polis e' necessitata a farne a meno, deve elogiarla e poi esiliarla, allora la conclusione sconfortata avrebbe la meglio sull'elogio di quella virtu' come vero collante sociale, percio' qualita' essenziale della politica. Su tale conclusione, il persuaso della nonviolenza non potrebbe concordare.
E' ben vero che la politica di fatto per lo piu' manda in esilio la mitezza (come la pace che Erasmo, nella Querela pacis rappresenta raminga, in cerca di casa o rifugio in ogni luogo umano), ma e' ancor piu' vero che quella non e' politica ne' buona ne' vera, ma contraffatta. C'e' pure in giro tanto vino non genuino, ma il buon vino e' un altro, e si può trovarlo. Fare buona politica e' piu' difficile, data la nostra natura, che fare buon vino. Ma diciamo almeno che la politica violenta, quella che ostracizza la mitezza, non e' politica. Essa considera la conquista del potere con qualsiasi mezzo come proprio criterio principe, e vede la sicurezza esterna nella propria capacita' di minacciare; ma il primo fatto disgrega una societa', che e' il massimo fallimento politico; il secondo fa crescere a spirale il rischio fino alla distruttivita' totale. Questa idea della politica non e' mai stata capace di garantire una pace stabile, ne' interna ne' esterna, quindi neppure la sicurezza del gruppo piu' forte: paradosso della forza che si rivela debolezza. Dunque, la violenza non e' veramente "politica", perche' non da' vera sicurezza, la quale o e' per tutti o non e' per nessuno. Questo argomento giudica fallita politicamente la teoria amorale della politica, che mette al bando la mitezza.
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PS. Nella nuova edizione dell'Elogio della mitezza (Pratiche editrice, 1998), Bobbio fa riferimento a queste osservazioni, collegandole alla teoria utopica della politica, alternativa alla teoria realistica. Purtroppo, due errori di stampa a p. 12 (ripetuti in successive edizioni) rendono incomprensibili due mie frasi citate da Bobbio. Si legga, alla settima e ottava riga, "... la conquista del potere con qualsiasi mezzo..." (e non "... un qualsiasi mezzo"), e alle righe quinta e quarta dal fondo, "... quella che ostracizza la mitezza..." (e non "... che ostracizza la politica").
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Note
1. Una edizione abbreviata fu pubblicata in "il foglio" n. 216, gennaio 1995, col titolo Sul male regnante, sulla mitezza esiliata, ma in realta' conteneva solo la prima parte del contenuto indicato nel titolo. La seconda parte, col titolo Elogio della mitezza esiliata fu pubblicata nel n. 217, febbraio 1995. Entrambi gli articoli apparvero sotto l'occhiello comune: Note sugli scritti morali di Norberto Bobbio.
2. Da "il foglio" n. 217, febbraio 1995.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 465 del 9 aprile 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Numero 465 del 9 aprile 2024
In questo numero:
1. Portare la pace nel Parlamento Europeo: segnaliamo il sito di "Pace Terra Dignita'"
2. Associazione "Respirare" di Viterbo: Vita, giustizia e liberta' per Leonard Peltier. Due appelli urgenti e due comunicazioni ulteriori
3. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
4. Enrico Peyretti riflette su "Elogio della mitezza" di Norberto Bobbio (1995)
1. L'ORA. PORTARE LA PACE NEL PARLAMENTO EUROPEO: SEGNALIAMO IL SITO DI "PACE TERRA DIGNITA'"
"Pace Terra Dignita'" e' la lista per le elezioni europee promossa da Raniero La Valle, uno dei maestri della cultura della pace.
E' in Italia l'unica lista, per quanto ne sappiamo, che si impegna in primis et ante omnia contro la guerra assassina, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare. In essa sono candidate alcune persone di grande valore impegnate nella riflessione nonviolenta, nella solidarieta' concreta, nella cultura e nelle prassi di autentico impegno civile.
Ne segnaliamo il sito web: www.paceterradignita.it
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Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
2. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO: VITA, GIUSTIZIA E LIBERTA' PER LEONARD PELTIER. DUE APPELLI URGENTI E DUE COMUNICAZIONI ULTERIORI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi inviamo due appelli urgenti:
1. un drammatico appello del comitato di solidarieta' americano che rappresenta direttamente Leonard Peltier sull'aggravarsi delle sue condizioni di salute e recante la richiesta che sia trasferito in un luogo in cui sia curato adeguatamente; vi preghiamo con tutto il cuore di farlo circolare e di esprimere il vostro sostegno;
2. un recentissimo appello del comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier che evidenzia perche' occorra fare adesso il massimo sforzo per persuadere il Presidente Usa a concedere la grazia.
Ed aggiungiamo due comunicazioni ulteriori:
3. la mozione approvata dal XXVII Congresso del Movimento Nonviolento per la liberazione di Leonard Peltier; e' un documento importante (anche per il prestigio internazionale del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini) ma che ci sembra abbia avuto fin qui una scarsissima circolazione e che vi invitiamo quindi a diffondere ulteriormente;
4. una lettera da inviare alla Casa Bianca con tutte le istruzioni per farlo on line; anche questa lettera vi preghiamo di far circolare ulteriormente.
Grazie fin d'ora per quanto vorrete e potrete fare,
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 19 marzo 2024
L'associazione "Respirare" di Viterbo ha sede presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato primo: Dall'America un appello urgente per Leonard Peltier, la cui salute e la cui stessa vita sono in grave pericolo
Dal sito https://www.freeleonardpeltiernow.org/ riprendiamo e diffondiamo il seguente appello urgente.
La salute e la vita stessa di Leonard Peltier sono in grave pericolo.
Gli siano garantite condizioni e cure adeguate.
Gli sia restituita la liberta'.
*
THE LEONARD PELTIER AD HOC COMMITTEE: URGENT CALL TO ACTION
Dear Relatives,
Leonard Peltier is still in need of urgent medical care. Your efforts, along with the strong advocacy of Leonard's legal team and the Ad Hoc Committee, got the attention of the Federal Bureau of Prisons (BOP). However, BOP personnel informed Leonard that he will need to wait at least 8-10 months to see an eye specialist. This is unacceptable.
The BOP has deprived Leonard of necessary medical care for decades and in doing so has sentenced Leonard to Death by Incarceration. Locked down for 22 hours a day in maximum security prison USP Coleman I, Leonard, who is almost 80 years old, suffers from multiple severe health conditions. Leonard's current conditions include kidney disease, heart condition, diabetes, high blood pressure, bone spurs, a degenerative joint disease, and painful injuries to his jaw - all of which require immediate and ongoing medical care. Leonard is in constant pain from arthritis in his hip and shoulder, has an enlarged prostate, and an aortic aneurysm. Leonard uses a walker and has only a few infected teeth left, presenting not only pain but also a choking hazard. This dangerous cocktail of neglect puts Leonard in serious risk of harm and amounts to Death by Incarceration.
Leonard has requested and been denied a wheelchair.
Our physician expert believes that not only is the BOP failing to address Leonard's medical care properly but cannot meet Leonard's medical needs at USP Coleman I. Our Legal team is working to ensure Leonard receives health care as required by the 8th Amendment and is transferred to an appropriate facility pending his release.
We do not want our vulnerable elder to be in pain and go without proper care, and we don't want him to die in prison! We need you to stand united with us for Leonard. Act now. Enough is enough.
Please call and email the following officials and tell them Leonard Peltier needs immediate medical treatment, transfer to a medical facility, and RELEASE. Sample script below.
*
Senator Cory Booker
D.C. Office: (202) 224-3224
Newark, NJ: (973) 639-8700
https://www.booker.senate.gov/contact/write-to-cory
*
Sen. Richard Durbin
DC Office: 202-224-2152
Chicago Office: 312-353-4952
https://www.durbin.senate.gov/contact/email
*
Sen. Alex Padilla
DC Office: 202-224-3553
Los Angeles Office: 310-231-4494
https://www.padilla.senate.gov/contact/contact-form/
*
US Rep. Maxwell Frost
DC Office: 202-225-2176
Orlando Office: 321-388-9808
https://frost.house.gov/address_authentication?form=/contact
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(Any contacts you may have.)
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Sample script
"Hello, I'm calling about immediate medical care needed for Leonard Peltier, a 79 year-old federal prisoner. His prisoner number is 89637-132, and he's in USP Coleman 1.
We need [name of Senator or Representative]'s assistance.
1) First, Leonard must see an eye specialist without further delay. His loss of vision poses serious risk of him falling, and he depends on other prisoners to perform basic life activities.
2) Second, Leonard is in constant pain and has multiple severe health conditions requiring immediate and ongoing medical care.
I am asking (Sen/Rep) to request an immediate transfer for Leonard Peltier to the Federal Medical Prison Facility in Rochester Minnesota (FCI Rochester) where he can get treatment for all of his medical conditions.
I also urge the Sen/Rep to advocate for elder Leonard Peltier's release so he can receive healthcare outside of prison and be with loved ones and community. Immediate release is proper and humane given his advanced age and medical conditions. Thank You."
(You can use your own words, but please, speak out for Leonard.)
*
Contacts:
Senator Cory Booker
D.C. Office Phone: (202) 224-3224
Newark, N.J. Phone: (973) 639-8700
https://www.booker.senate.gov/contact/write-to-cory
*
Sen. Richard Durbin
DC Office: 202-224-2152
Chicago Office: 312-353-4952
https://www.durbin.senate.gov/contact/email
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Sen. Alex Padilla
DC Office: 202-224-3553
Los Angeles Office: 310-231-4494
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US Rep. Maxwell Frost
DC Office: 202-225-2176
Orlando Office: 321-388-9808
https://frost.house.gov/address_authentication?form=/contact
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(Any contacts you may have.)
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If you can, please donate to support our legal and medical efforts.
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Allegato secondo: Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
*
Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
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Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
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A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
*
Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
*
Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
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Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
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Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
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Allegato terzo: Dal congresso del Movimento Nonviolento un importante attestato di solidarieta' per Leonard Peltier
Si e' svolto a Roma il 23-25 febbraio 2024 il XXVII congresso nazionale del Movimento Nonviolento, la prestigiosa organizzazione fondata dal filosofo, educatore, resistente antifascista ed apostolo della nonviolenza in Italia Aldo Capitini.
Il congresso ha approvato con voto unanime una mozione per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Di seguito riproduciamo il testo della mozione approvata dal congresso.
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Il testo della mozione approvata all'unanimita' dal congresso del Movimento Nonviolento svoltosi a Roma il 23-25 febbraio 2024
"Il Movimento Nonviolento ha da sempre nel suo DNA l'attenzione per le difensore e i difensori dei diritti umani, obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori e oppositori ai regimi totalitari e per chi, innocente, viene carcerato per le proprie idee. In un periodo come questo attuale in cui assistiamo quotidianamente all'intensificarsi della repressione nei confronti di queste persone diventa fondamentale non abbandonare queste persone e rinnovare anche dal nostro Congresso una ferma richiesta di garantire loro diritti basilari come liberta' e vita.
Citiamo solo a titolo di esempio i casi dell'attivista e giornalista australiano Julian Assange detenuto in Gran Bretagna, con il rischio di estradizione negli Stati Uniti, la carcerazione e morte dell'oppositore di Putin, l'attivista e blogger Aleksej Navalny e la Premio Langer 2009 e Premio Nobel per la Pace 2023, Narges Mohammadi, imprigionata per la sua lotta nonviolenta per i diritti di donne e uomini in Iran.
Il XXVII congresso del Movimento Nonviolento, riunito a Roma nei giorni 23-25 febbraio 2024, facendo proprie sia la proposta (...) del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo che l'appello di Amnesty International per un provvedimento di clemenza del Presidente degli Stati Uniti d'America che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni detenuto innocente, condannato all'ergastolo per crimini che non ha mai commesso sulla base di prove dimostratesi false e di testimonianze dimostratesi altrettanto false (come universalmente noto e riconosciuto dallo stesso pubblico ministero che sostenne all'epoca l'accusa e che da anni chiede anch'egli la concessione della grazia per Leonard Peltier);
ricordando che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, John Lennon, da numerose altre persone insignite del Premio Nobel per la Pace, da figure prestigiose come il Dalai Lama e papa Francesco, e da innumerevoli altre persone benemerite dell'umanita';
ricordando che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta anche dalla Commissione giuridica dell'Onu costituita ad hoc per riesaminare la sua vicenda giudiziaria, dal Parlamento Europeo, da numerose altre istituzioni pubbliche internazionali, statali e locali di tutto il mondo (tra cui i sindaci di molti Comuni d'Italia);
il Movimento Nonviolento si associa alla richiesta che Leonard Peltier sia finalmente liberato".
Mozione approvata all'unanimita'.
Tutti gli atti del Congresso del Movimento Nonviolento sono nel sito www.azionenonviolenta.it
Per contatti stampa: cell. 3482863190
* * *
Allegato quarto: le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
* * *
Allegato quinto: Una minima bibliografia essenziale
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)".
3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
4. MAESTRI. ENRICO PEYRETTI RIFLETTE SU "ELOGIO DELLA MITEZZA" DI NORBERTO BOBBIO (1995)
[Dal libro di Enrico Peyretti, Dialoghi con Norberto Bobbio (Claudiana, Torino 2011) riprendiamo questo testo li' ripubblicato come Appendice 3 alle pp. 193-204.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
Sul male regnante, sulla mitezza esiliata (1).
Note sugli scritti morali di Norberto Bobbio contenuti nel suo libro Elogio della mitezza.
*
I. Sul male regnante
Su un problema immenso (cioe', senza misura) come quello del male, quale sia il pensiero piu' vicino al vero lo sapremo quando cadra' l'ultimo velo. Ora e' importante accostare l'una all'altra le tradizioni di pensiero, come facemmo nel colloquio dell'8 giugno 1994, organizzato da il foglio insieme al Centro Studi Piero Gobetti, perche' puo' venirne una fecondazione reciproca. Di quell'incontro su "Il potere del male. La resistenza del bene" (tema gia' di nostri precedenti articoli) abbiamo pubblicato gli interventi di Aldo Bodrato e di Pier Cesare Bori su il foglio n. 212, luglio 1994. L'intervento di Norberto Bobbio, che egli volle rivedere, compare ora nel suo libro Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994, pp. 195-209, col titolo Gli dei che hanno fallito. Alcune domande sul problema del male.
Bobbio vede due fallimenti paralleli, di Dio e della ragione, che conducono all'eta' del nichilismo, ma dei due il piu' sconvolgente e catastrofico e' il primo, perche' la ragione umana non si e' mai ritenuta potente e infallibile come Dio, il quale non ha vinto il male, ma continua a permetterlo. Bobbio cita come molto significativo un libro di Sergio Quinzio, La sconfitta di Dio, che a me pare sconvolgente non piu' della Bibbia (ne ho scritto alcune note in il foglio n.196, gennaio 1993).
Delle due forme di male, la sofferenza e la malvagita', e' la prima, afferma Bobbio, quella che rappresenta il problema piu' drammatico: quelle sofferenze, e sono la stragrande maggioranza, che non possono essere riportate ad una colpa, come castigo. "Chi ha voluto un mondo cosi' atroce?", chiede Bobbio, guardando ad ogni dolore incolpevole, fino alla sofferenza degli animali.
Questa domanda schiettamente teologica, posta da un pensatore laico, tocca il credente. Quando leggiamo nel vangelo di Matteo 6,26: "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono nei granai, e il vostro Padre celeste li nutre"; e nei salmi 104 e 145: "Gli occhi di tutti si volgono a Te e Tu dai loro a suo tempo il cibo, apri la tua mano e sazi d'ogni vivente i desideri"; e passi analoghi nel Corano, per esempio la bella sura 16; quando leggiamo o diciamo questi testi, dobbiamo anche pensare: si', Dio nutre ogni vivente dandogli in cibo altri viventi! E per questi ultimi, Dio e' un patrigno crudele? E' buono con gli uni e cattivo o indifferente con gli altri? Bella bonta' quella che dipende dal caso di nascere bocca invece che boccone! Lo diceva Sartre da qualche parte: guardiamo la bellezza del mare e crediamo in Dio, guardiamo le sue profondita', dove il pesce grosso mangia il pesce piccolo, e non possiamo piu' credere. Lo dice qui Bobbio: il pesce piccolo sembra non abbia altra ragione di esistere che quella di farsi mangiare.
Quando il credente canta la bonta' della vita come fanno quei testi, non dice forse un solo lato della realta'? non e' un ottimista illuso? non chiude gli occhi su cio' che contraddice la sua fede? non e' dunque insincero con la verita' delle cose?
L'agnostico fa un'obiezione al credente: tu accetti tutto; nulla scuote la tua fede; di fronte alla crudelta' della natura, non puoi ricondurre tutto cio' al peccato, alla malvagita' umana; di fronte al problema del male oggi la tua teologia parla di Dio non onnipotente, ma sofferente, fragile, sconfitto; ma cosi' che cosa resta del Dio in cui credi? E' ben difficile il dialogo con te!
Direi che la fede non e' un bilancio del bene e del male, su due colonne, chiuso in attivo. Credenti, allora, sarebbero solo i fortunati (come insinua il demonio quando chiede a Dio di poter tentare Giobbe)! Del resto, sono proprio le religioni che hanno insistito sul problema del male, sia quello compiuto da Caino, sia quello patito da Giobbe, piu' di tutte le filosofie, fino ad apparire accusatrici dell'umanita' e del mondo. Con il libro di Giobbe, la Bibbia sfida ogni letteratura a porre piu' drammaticamente il problema della sofferenza incolpevole.
La fede non e' ne' ingenuita' ne' partito preso a favore dell'ipotesi Dio, ma e' vedere il maggior peso dinamico del bene rispetto al male. Male e bene non hanno lo stesso peso specifico, diciamo cosi'. Il credente vede nella realta' le stesse cose che vi vede l'agnostico, come lui ne gode e ne soffre. Soltanto, per un dono immeritato di luce interiore, che non e' opera di intelletto o cultura, che egli si spiega con l'intima presenza di un Altro, per questo dono di luce col quale puo' pensare e ragionare sulle cose, il credente legge profeticamente la realta'. Non prevede magicamente il futuro, ma coglie un significato essenzialmente, profondamente, invincibilmente buono della realta', che la nostra vista umana non coglie con pari forza. Questo significato non si impone all'osservazione, che rimane incerta, se non perplessa o negativa, ma emerge da una dinamica profonda della realta', che la speranza, come virtu' teologica, puo' cogliere. Direi che il credente crede in Dio perche' crede nella bonta' della vita, e crede in questa bonta' soltanto grazie a Dio. Dove "credere" non significa "opinare" (che sarebbe un circolo vizioso), ma sperimentare l'appoggio di un rapporto personale (dotato di certezza e di rischio, come ogni rapporto personale, ma unico in questo genere). E non crede solo perche' la vita e' stata benigna con lui: Giobbe e' il tipo degli innumerevoli credenti sommersi nella sofferenza. I quali, non tutti usano la fede per consolarsi e compensarsi, se e' vero che, non di rado, non maledicono la realta' cattiva, non la fuggono, ma vi restano e la amano per farne crescere la bonta' e la bellezza oscurata.
Nei miti biblici delle origini, questa bonta' della reala' e' affermata nella storia della creazione, culminante nell'uomo, della quale Dio prende gusto trovandola molto bella e buona, e nella quale l'uomo vive (potrebbe vivere) felice. Negli stessi miti delle origini, l'uomo si prende eroicamente e pateticamente la colpa anche del male naturale, e non solo delle proprie azioni malvagie, per giustificare Dio, autore buono della vita. Ma, progressivamente, negli sviluppi cristiani della storia della fede, si rivela che e' Dio che prende su di se' la colpa dell'uomo, per salvarlo non solo dalla colpa, ma anche dal dolore e dalla morte, come annunciano i profeti, che vedono all'orizzonte anche una realta' naturale in cui il leone e la gazzella, il bambino e l'aspide giocheranno insieme.
La teologia neotestamentaria sintetizzata, per esempio, nel capitolo 2 della lettera di Paolo ai Filippesi, contesta frontalmente la teologia filosofica di un dio avaro delle sue prerogative di impassibilita' e di onnipotenza, per riconoscerlo presente nella persona umana di Gesu', nel quale il Verbo di Dio si e' "svuotato" (ekenosen) della sua divinita', ha smesso di essere Dio nella sua vicenda storica, si e' fatto uomo fino a ridursi schiavo del male e a morire di morte non solo ingiusta ma infamante, passaggio per la sua glorificazione, che e' caparra della nostra.
E' vero che le altre due religioni del ceppo abramico non hanno questa teologia dell'incarnazione, morte, risurrezione, ma e' altrettanto vero che anche l'ebreo e il musulmano attendono con pazienza la salvezza, non pongono a Dio termini di tempo, non vedono nella sofferenza un semplice fallimento, ma una via misteriosa che non contraddice la salvezza.
Fra le ipotesi presenti nell'alveo cristiano, sottolineo quella che vede il male naturale come un residuo del nulla da cui tutto sta uscendo. In questa lettura, come la espone Michele Do, la natura e' un divenire, dal buio alla luce. Dio si e' fatto parte intima di questa realta'. Gli e' impossibile il miracolo magico, che elimini il cammino (far diventare le pietre pane, fare il cerchio quadrato). La sua potenza non e' estranea alla realta'. Il miracolo e' la crescita del fiore dalla zolla oscura alla luce (dice Simone Weil: "In realta' l'albero e' radicato nel cielo"), immagine della crescita universale. Se si vede il mistero del male come un muro, la punta dell'intelligenza vi cozza contro e si ritorce. Occorre invece vederlo come cio' che ci avvolge, in cui stare. Non sappiamo con evidenza se ci sia Dio, non lo possiamo "dimostrare", e neppure facciamo "come se ci fosse". In realta', l'uomo si trascende, tutto si trascende. Dio sorge, ci appare, appunto in questo trascendimento. E' come la luce che attira il seme fuori dal buio della zolla. Gesu' ha rivoluzionato la religione, perche' ha mostrato l'opera di Dio nelle umili e comuni cose quotidiane, non fuori, come potenza intima e partecipe, non separata. Le cose non sono soltanto cose. Il senso di tutto e' un drammatico interrogativo. Eppure, senza "sapere", ci gettiamo oltre: non puo' essere tutto senza senso. Dire Dio e dire senso, e' lo stesso. (Il riferimento e' alla conversazione di Michele Do, col titolo Il male e' il miracolo del fiore di campo, riportata in Servitium n. 102, novembre-dicembre 1995, “Resistenza al male”, pp. 54-59).
Sul piano filosofico, e' vicina a questo pensiero teologico la riflessione di Luigi Pareyson, nel libretto Filosofia della liberta', gia' citato nei precedenti articoli di questa serie, e anche da Bobbio nell'esposizione orale di questo suo saggio.
Scrive Pareyson: "Dire "Dio esiste" non significa se non dire "E' stato scelto il bene"". Il male e' in Dio come possibilita' vinta, come "traccia" e "impronta", come "un passato che mai fu presente e un'immagine che mai fu reale". E' l'uomo che ha "ridestato il male dormiente in Dio", con la propria potentissima liberta' (pp.24-27). Pareyson parla poi del disvalore punitivo della sofferenza e, invece, del suo valore redentivo e rivelativo. Si vedano queste sue pagine. Al contrario di Bobbio, per lui la sofferenza meno valida e comprensibile e' quella inflitta come castigo.
Se c'e' qualcosa di vero in queste prospettive, il pensiero credente non ha soltanto l'obbligo di conciliare il Male con l'esistenza di Dio Bonta', come Bobbio richiede, ponendoli in alternativa, ma puo' dire: il male c'e', e' il peso del nulla, su cui Dio si afferma, contro il quale trae ad essere ogni cosa. Non e' questa la successione: prima affermo Dio e poi incappo nell'incidente del male. Invece: il Nulla e' l'antecedente logico di Dio.
Come la nostra vita senza cura, lavoro, civilta', ricade indietro, cosi' il mondo galleggia per opera di Dio, e di Dio nell'uomo, sul Nulla-Male, le cui onde arrivano talora, o spesso, a inondare il guscio di noce su cui navighiamo. Quella forza-sul-nulla e' colui che chiamiamo Dio, che ci costituisce essenzialmente come un Bene, a somiglianza di lui. Ma la vicenda e' in corso. Il Nulla ha ancora forza. Percio' abbiamo parlato di "resistenza del bene", perche' la pressione o il risucchio del Nulla-Male e' ancora forte, ha "potere". C'e' la morte. Essa ci turba perche' siamo la vita.
Altrimenti regnerebbe unica sovrana, e invece ha noi viventi come nemici. Essa nega la vita, e a noi, da questo punto di vista, sembra che la sommerga. Ma possiamo davvero dire che questo punto di vista sia l'unico e che da qui si veda tutto? La vicenda e' in corso. Il potere del male non e' percio' un potere decisivo e vincente. Come resistenza, almeno come protesta, indignazione, sofferenza, il bene non cessa mai di tenergli testa. L'umanita' pare una sorgente inesauribile: anche dopo aver buttato sangue e fango, torna a far scaturire la ricerca del bene, energie pure.
Il credente rivendica che la sua posizione non e' assurda, non e' piu' illogica di quella dell'ateo o dell'agnostico. Ma la sua fede, senza gli argomenti contrari, sarebbe piu' povera. Avviene il reciproco per l'agnostico e l'ateo? Raramente il credente lo avverte. Raramente sente assumere da chi non crede una problematica teologica, come in questo scritto di Bobbio, anche se si sente interpellato a discuterla.
In fondo, l'argomento del credente e' la vita di persone credenti e credibili; di persone che hanno vissuto coerentemente nell'ipotesi che il Bene e' piu' vero e potente del Male e cosi' hanno realizzato la loro umanita'. E' una linea di vite vissute che risale fino a Gesu' per i cristiani, fino ad Abramo, padre di tutti i credenti. Per chiunque, e' questo segno ogni persona che porti in se' un profumo di umanita', tanto da aiutarci a non disperare della nostra sorte.
Nella contraddizione da risolvere tra Bene e Male, vita e morte, c'e' anzitutto, per noi, una scelta da fare. In questa scelta, Dio ci aiuta? come? e, anzitutto, quale nostra immagine di Dio? quale nostro rapporto con lui?
Mi pare, anche da altri scritti e parole sue, che Bobbio prenda in considerazione un'immagine di Dio essenzialmente come legislatore e giudice di infinita potenza. Cio' spiegherebbe come mai egli riferisca il problema del male a Dio, come sua colpa ("Chi ha voluto un mondo cosi' atroce?"), applicandogli lo stesso schema morale-giuridico, di colpa-castigo, che, a ragione, vede applicato all'uomo nelle forme religiose piu' elementari (quelle colpite dalla critica decisiva del libro di Giobbe). Ma Dio puo' essere pensato anche come ispiratore del cuore umano, accompagnatore intimo del nostro lungo cammino, non solo come regolatore esteriore della natura e delle azioni nostre. Questo cambia molto sul modo di affrontare l'enigma del male.
Bobbio dice, alla fine, che, per salvare la comprensibilita' di Dio, dobbiamo pensare la sua Divina Indifferenza. Altro che Divina Provvidenza! Sinceramente, un simile dio, se ne fossimo certi, meriterebbe solo il nostro disprezzo: avere una tale potenza e non usarla per la vita, per l'essere anziche' per il nulla! Egli varrebbe meno di noi, che sentiamo la pieta' e facciamo qualcosa di quel poco che possiamo. Meriterebbe solo la nostra accusa, fino al ripudio, perche' sarebbe un sovrano egoista, un nemico, un Satana. Ormai, non possiamo piu' ammirare il Dio di Aristotele e di Epicuro. Io credo che chi lo conosce soltanto cosi' debba ripudiarlo. Il problema e' se in realta' egli e' cosi', se solo questi sono i segni che possiamo avere di lui.
La conoscenza di Dio che ci testimoniano concordemente, nonostante immagini di potenza umana minacciosa, legate al linguaggio di quelle culture, la Bibbia ebraica, quella cristiana, il Corano, e' essenzialmente quella di miseri/cordia, com/passione. A questo Dio posso credere. Se Dio non ha sofferto e non soffre con noi, non gli credo, non so che farmene di lui. Puo' anche esistere, ma non esiste per me. Ad un essere chiuso nella sua perfezione sono indifferente io, prima che lui lo sia verso di me! Perche' lui, se e' cosi', e' meno buono di me!
Credo che Dio sia potente (della potenza che e' vita), piu' di noi perche' piu' vivo di noi, ma che lo sia in modo sorprendente, non nel modo che noi intendiamo attribuirgli e aspettarci da lui. Giobbe alla fine si tappa la bocca. Tutti, credenti e non credenti, siamo tentati dalla nostalgia uterina di una salvezza onnipotente secondo la nostra ottica, e poniamo a Dio questa condizione per fidarci di lui. Siamo disposti a credergli se corrisponde al ruolo che gli diamo. Invece, la realta' di Dio ci delude, ma ci rispetta profondamente: la sua potenza ci salva non senza di noi, non senza fare con noi il cammino intero dal buio alla luce, da questo inferno al paradiso, dalla morte e dal nulla in cui nasciamo alla vita risorta in cui, sui suoi passi, stiamo entrando.
E se "in questo mondo non c'a' giustizia" (ultime parole del saggio di Bobbio) oppure "la giustizia non e' di questo mondo", ebbene, avviciniamo questo mondo alla giustizia, perche' sappiamo bene che cosa questa e', ne abbiamo in cuore il segno e il sogno indelebile, il seme non sradicabile, altrimenti neppure sapremmo che il mondo non e' giusto e non saremmo qui a parlare di giustizia per cercarla, e neppure, come i piu' fanno, ci getteremmo nel di/vertimento per non soffrirne l'assenza, ma vivremmo soltanto come bruti, senza altre esigenze che quelle biologiche. La risposta piu' seria all'enigma del male e' l'agire bene, quanto meglio possiamo.
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II. Elogio della mitezza esiliata (2)
E' bello leggere un autorevole Elogio della mitezza nel momento in cui compaiono due volumi dal titolo Elogio dell'Inquisizione (con una penosa introduzione assolutoria scritta da Vittorio Messori) e Elogio del Sillabo.
Il saggio di Norberto Bobbio in lode della virtu' della mitezza apre e da' il titolo alla raccolta di scritti morali, pubblicata dalle edizioni della rivista Linea d'Ombra, di cui ho gia' scritto nel numero scorso. Conservo con piacere la copia dell'edizione di questo saggio, allegata alla rivista nel dicembre 1993, gentilmente regalatami dall'Autore con dedica personale "in concordia discors". In questo spirito rileggo ora questo scritto di grande finezza e riporto qui alcune annotazioni di lettura. Nel libro, il saggio e' seguito da un intervento critico di Giuliano Pontara, filosofo della nonviolenza, con risposta di Bobbio e replica di Pontara.
L'Autore cita un pensiero del filosofo torinese Carlo Mazzantini, che lo ha colpito: "Il violento non ha impero perche' toglie a coloro ai quali fa violenza il potere di donarsi. Ha impero invece chi possiede la volonta', la quale non si arrende alla violenza, ma alla mitezza" (p.20). In altre righe che Bobbio riassume, Mazzantini dice che la mitezza e' l'unica suprema "potenza", che consiste "nel lasciar essere l'altro quello che e'". Il che - commenta Bobbio - "e' virtu' sociale nel senso proprio, originario, della parola" (p.20). Poi, pero', la definisce "virtu' non politica" e addirittura "l'antitesi della politica" in questo capoverso conclusivo del saggio: "Avete capito: identifico il mite con il nonviolento, la mitezza con il rifiuto di esercitare la violenza contro chicchessia. Virtu' non politica, dunque, la mitezza. O addirittura, nel mondo insanguinato dagli odi di grandi (e piccoli) potenti, l'antitesi della politica" (p.31).
Questa e' la nota posizione di Bobbio, che troviamo gia' in un suo intervento del 1975 (contenuto nel volume Il problema della guerra e le vie della pace, Ed. Il Mulino 1979, pp.191-209), nel quale, alla domanda "La nonviolenza e' un'alternativa?" da' una risposta "piu' negativa che positiva" (p.204), anche se, nello stesso libro, afferma la propria convinzione che si debba "rimettere in onore il tema della nonviolenza, cominciare a considerarlo il tema fondamentale del nostro tempo" (p.13). Ed anche se ha scritto, nella Introduzione a Il potere di tutti, di Aldo Capitini, alcune delle pagine piu' belle tra le sue e tra quelle che si possono leggere sulla nonviolenza.
"Impero", "volonta'", "potenza", "virtu' sociale": non suggeriscono questi termini che la mitezza, cioe' la nonviolenza, e' essenzialmente e sanamente politica? E che la "politica insanguinata" e' la negazione della politica?
Mi chiedo se questo elogio della mitezza-nonviolenza la intenda: 1) come esterna, estranea, antitetica alla politica (p.31), percio' soltanto privata (personale e interpersonale); in tal caso, l'elogio della mitezza sarebbe la condanna della politica; oppure 2) come virtu' essenzialmente sociale ("essere verso l'altro", p.27), anticipazione di un "mondo migliore" (ivi) e non soltanto di singole persone migliori.
Essa e' "l'altra faccia della politica" (p.23), "oltre la politica" (p.24) nel senso che e' altra cosa (come il testo qui dice, adottando l'accezione machiavellica e schmittiana della politica), oppure e' un'altra modalita' della politica? Anche nella lotta politica democratica (che non ricorre alla violenza) "gli uomini miti non hanno alcuna parte" (cfr p.24) e sono "gli eterni sconfitti" (cfr p.25)? Oppure la mitezza e' quella "potenza" che diceva Mazzantini e che - commentava Bobbio - e' autentica "virtu' sociale"? Ed anche, direi, virtu' politica in senso proprio, perche' ha, piu' della violenza, proprio la "potenza" di regolare la vita comune senza schiacciare, comprimere, offendere, ma con/vincendo, per/suadendo, permettendo a ciascuno di essere e di dare cio' che ha di proprio ed originale alla vita sociale, se dice il vero quel pensiero di Mazzantini: "Il violento non ha impero..." (v. sopra). Credo che ci sia qui una verita', la stessa detta da Boris Pasternak ne Il dottor Zivago: "Penso che se la belva che dorme nell'uomo si potesse fermare con una minaccia di pena, non importa quale, o con la ricompensa dell'oltretomba, l'emblema supremo dell'umanita' sarebbe un domatore da circo col frustino, e non un profeta che ha sacrificato se stesso. Ma la questione sta in questo, che per secoli, non il bastone, ma una musica ha posto l'uomo al di sopra della bestia e l'ha portato in alto: una musica, l'irresistibile forza della verita' disarmata, il potere d'attrazione dell'esempio". (Boris Pasternak, Il dottor Zivago, Feltrinelli, Milano 1958, p. 58).
La mitezza, in quel pensiero di Mazzantini che Bobbio ammira, e' il potere di rispettare ed anzi sollecitare e animare quel "potere di tutti" (come lo chiamava Capitini), quel "potere di donarsi" che il violento toglie ai violentati; e' un "impero", o meglio "autorita'" (nel senso etimologico, che fa crescere), che non toglie ne' accentra, ma distribuisce impero, potere, autorita', liberta'; quindi fa veramente "polis", citta', convivenza. Non e' diversa l'idea nonviolenta della politica. Nanni Salio ragiona e adduce fatti, proprio su Il potere della nonviolenza, nel libro appena uscito con questo titolo (Ed. Gruppo Abele). I miti-nonviolenti davvero "non fanno storia", davvero sono la "non-storia" (p.22)?
"Guai ai miti: non sara' dato a loro il regno della terra" (ivi). "Beati i miti, perche' erediteranno la terra" (vangelo secondo Matteo 5,5). Due affermazioni, due sguardi opposti sulla storia umana: lo sguardo machiavellico e hegeliano (dice Bobbio), che trovo limitato ai rumorosi e per lo piu' disastrosi potenti; e un altro sguardo, che riconosce il silenzioso fermento umano con cui i miti sostengono la terra, la ricevono con gratitudine e la trasmettono senza infestarla di violenza. Chi dei due tipi umani davvero governa la terra? chi la custodisce, la conserva e la coltiva perche' possa essere luogo e corpo della storia, del lungo cammino umano? Da chi la terra e' ereditata? da chi ne fa campo di dominio, battaglia, sterminio, o da chi la cura, la lavora, la ama, nel continuo della vita quotidiana? E che i primi impongano troppo spesso arbitrio e violenza ai secondi cos'altro significa se non che essi, cosi' facendo, sono ostacolo o devastazione al crescere continuo della vita, rappresentano lo strappo e non l'ordito del tessuto della storia?
Sull'affermazione che la mitezza e' "impolitica", credo che un nonviolento possa concordare, in piu' di un significato: nel senso, cioe', che la politica, di fatto, fa uso sovrabbondante della violenza; che la nonviolenza non e' ancora maturata in politica, se non qua e la' (quanto basta, pero', per mostrare che e' possibile); e nel senso che c'e' passaggio, ma anche differenza, tra la nonviolenza personale e quella di gruppo, collettiva, concretata in istituzioni per la soluzione nonviolenta dei conflitti; e che una politica nonviolenta e' ben altra cosa da quella che vediamo per lo piu'. Se invece quell'affermazione volesse dire che la mitezza e' impolitica perche' la vita insieme nella polis e' necessitata a farne a meno, deve elogiarla e poi esiliarla, allora la conclusione sconfortata avrebbe la meglio sull'elogio di quella virtu' come vero collante sociale, percio' qualita' essenziale della politica. Su tale conclusione, il persuaso della nonviolenza non potrebbe concordare.
E' ben vero che la politica di fatto per lo piu' manda in esilio la mitezza (come la pace che Erasmo, nella Querela pacis rappresenta raminga, in cerca di casa o rifugio in ogni luogo umano), ma e' ancor piu' vero che quella non e' politica ne' buona ne' vera, ma contraffatta. C'e' pure in giro tanto vino non genuino, ma il buon vino e' un altro, e si può trovarlo. Fare buona politica e' piu' difficile, data la nostra natura, che fare buon vino. Ma diciamo almeno che la politica violenta, quella che ostracizza la mitezza, non e' politica. Essa considera la conquista del potere con qualsiasi mezzo come proprio criterio principe, e vede la sicurezza esterna nella propria capacita' di minacciare; ma il primo fatto disgrega una societa', che e' il massimo fallimento politico; il secondo fa crescere a spirale il rischio fino alla distruttivita' totale. Questa idea della politica non e' mai stata capace di garantire una pace stabile, ne' interna ne' esterna, quindi neppure la sicurezza del gruppo piu' forte: paradosso della forza che si rivela debolezza. Dunque, la violenza non e' veramente "politica", perche' non da' vera sicurezza, la quale o e' per tutti o non e' per nessuno. Questo argomento giudica fallita politicamente la teoria amorale della politica, che mette al bando la mitezza.
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PS. Nella nuova edizione dell'Elogio della mitezza (Pratiche editrice, 1998), Bobbio fa riferimento a queste osservazioni, collegandole alla teoria utopica della politica, alternativa alla teoria realistica. Purtroppo, due errori di stampa a p. 12 (ripetuti in successive edizioni) rendono incomprensibili due mie frasi citate da Bobbio. Si legga, alla settima e ottava riga, "... la conquista del potere con qualsiasi mezzo..." (e non "... un qualsiasi mezzo"), e alle righe quinta e quarta dal fondo, "... quella che ostracizza la mitezza..." (e non "... che ostracizza la politica").
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Note
1. Una edizione abbreviata fu pubblicata in "il foglio" n. 216, gennaio 1995, col titolo Sul male regnante, sulla mitezza esiliata, ma in realta' conteneva solo la prima parte del contenuto indicato nel titolo. La seconda parte, col titolo Elogio della mitezza esiliata fu pubblicata nel n. 217, febbraio 1995. Entrambi gli articoli apparvero sotto l'occhiello comune: Note sugli scritti morali di Norberto Bobbio.
2. Da "il foglio" n. 217, febbraio 1995.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 465 del 9 aprile 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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