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[Nonviolenza] Telegrammi. 5166
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5166
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 9 Apr 2024 20:43:02 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5166 del 10 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. La cosa piu' urgente: fermare la guerra
2. Malvolio Schifanoia: A sostegno della proposta di Raniero La Valle per le elezioni europee
3. Raniero La Valle: Per una riconciliazione tra israeliani e palestinesi
4. Enrico Peyretti ricorda Gianni Vattimo
5. Maurizio Acerbo: Lidia Menapace, la sua lezione questo 25 aprile
6. Vincenzo Vita: Lidia Menapace, la partigiana pacifista. Cento anni dalla nascita
7. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
8. Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
9. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
10. Omero Dellistorti: Il manichino
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
13. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. L'ORA. LA COSA PIU' URGENTE: FERMARE LA GUERRA
Nulla e' piu' necessario che fermare la guerra.
Nulla e' piu' urgente che fermare la guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. LETTERE DALLA MONTAGNA. MALVOLIO SCHIFANOIA: A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI RANIERO LA VALLE PER LE ELEZIONI EUROPEE
[Dal nostro vecchio amico Malvolio Schifanoia riceviamo e diffondiamo]
Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Mi sembrerebbe una buona cosa che una persona come Raniero La Valle fosse eletta al Parlamento Europeo.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. L'ORA. RANIERO LA VALLE: PER UN RICONCILIAZIONE TRA ISRAELIANI E PALESTINESI
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Dignita'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]
Il popolo ebreo della Diaspora e' in pericolo, come mai dopo la Shoa', perche' l'esecrazione generalizzata che sta suscitando la condotta di Israele a Gaza, si riverbera sugli Ebrei pacificamente inseriti tra i vari popoli e Stati del mondo. C'e' una sola soluzione possibile della questione palestinese: la riconciliazione.
I cattivi amici di Israele e i cattivi amici dei palestinesi rendono loro il peggiore servizio incitandoli alla reciproca sopraffazione. Da un massimo di male il rovesciamento e' possibile, e' avvenuto per molti popoli, e' avvenuto tra uomini e no, tra bianchi e neri, dopo milioni di morti, e' avvenuto anche per noi che ci siamo riconciliati con i tedeschi che avevano fatto la strage delle Fosse Ardeatine.
La riconciliazione tra palestinesi e israeliani comporta un ripensamento non dell'ispirazione ebraica dello Stato di Israele, che e' giusto sia mantenuta, ma del carattere confessionale ed etnico di questo Stato, a partire da una distinzione tra lo Stato come ordinamento politico e gli Ebrei della Diaspora, secondo l'auspicio formulato da Primo Levi prima della sua morte.
4. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI RICORDA GIANNI VATTIMO
[Dal sito de "Il foglio" (www.ilfoglio.info) riprendiamo questo ricordo del 25 settemnre 2023.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
Questo non e' il mio necrologio per Gianni Vattimo, ne' una memoria completa, ma una prima bozza per ricordarlo tra amici, come merita. Prima che il filosofo famoso (di cui mi chiesero, in un convegno in Libia, anche alcuni universitari venuti da Granada), ho conosciuto Gianni nell'Azione Cattolica, quasi entrambi ragazzi, e poi perche' eravamo vicini di casa, ci si incontrava sul tram 6. Era nato in via Germanasca 10, una via che mi e' cara. Quando lavorava per la televisione fece una ripresa sulla palestra di roccia sotto la Sacra nientemeno che con Walter Bonatti, e invito' con lui anche mio fratello Pier Giorgio, ancora ragazzo, poi forte alpinista anche lui, felice della grande occasione. Nel settembre 1964 venne a Pozzo Strada ad una messa per me importante.
Di carattere sereno era Gianni, almeno nella comunicazione e nell'espressione. Anche triste? Una "leggerezza" sana, teorizzata, ma prima vissuta nel rapporto umano. Gentile. Gli era morto il padre che era ancora ragazzo. Ironico contro le pesantezze, ma non cinico, semmai anche appassionato per la giustizia. Quando ero alla Fuci a Roma (1957-61) mi scriveva per spingere la Fuci ai cancelli delle fabbriche a lottare con gli operai. Fece anche politica, in vari partiti, ma sempre dalla stessa parte: variazioni a sinistra, non deviazioni. Buono, fino alla personale debolezza, indifeso, chiaro, non rigido. Lo chiamammo a sostituire Balducci (morto improvvisamente, 1992) in un piccolo convegno del foglio: aveva appena perduto il compagno, nel ritorno dagli Usa, ma venne e partecipo', con semplicita'.
L'ultima volta l'ho incontrato in passeggiata sotto i portici di via Po, accompagnato da una badante, mi pare: ci siamo salutati, fermati per due parole spiritose. Ha sempre mostrato interesse al foglio (era abbonato e ci teneva, anche se una volta gli estorsi la quota in ritardo, sotto casa sua in via Po), a questa area che noi un po' rappresentiamo. Cattolico semplice, tutt'altro che bigotto, ma non attivo per riformare la chiesa: accettava la sostanza, aveva le sue idee. Vedeva anche nel vangelo la "debolezza" come la intendeva lui. Famoso filosofo e povero cristo.
Intelligente, molto, si puo' condividere o meno il suo pensiero, ma credo che sia soprattutto mitezza, non nichilismo. Ha scritto anche sulla sua fede. Una sera, dopo una chiarissima conferenza per i liceali sulla filosofia attuale (conservo gli appunti), facemmo due chiacchiere nel suo "maggiolino" Volkswagen: Bontadini gli aveva detto: "Ma come, Vattimo, tu non credi piu' in Dio?". E lui gli aveva risposto: "Opino". Nel massimo della sua fama, ricordo un teatro Carignano strapieno, le studentesse in visibilio, perche' era anche bello. Disse che l'essere e' come il formaggio svizzero, pieno di buchi (credo che abbia ripetuto questa immagine).
Diciamo la verita': negli ultimi anni, scontata la fama, faceva anche interventi improvvisati, divagando con leggerezza e abilita' intorno all'argomento assegnato. Provai pena per lui vedendo qualche intervista recente in cui la stessa espressione verbale era assai poco comprensibile. Ma con un viso sorridente. Non si vergognava di incarnare la debolezza che il tempo ci da' da vivere, nella salita al valico verso l'altro modo di essere.
5. MAESTRE. MAURIZIO ACERBO: LIDIA MENAPACE, LA SUA LEZIONE QUESTO 25 APRILE
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 4 aprile 2024 dal titolo "Lidia Menapace, la sua lezione questo 25 aprile" e il sommario "Il centenario. Ricordava che la guerra segna sempre spartiacque pericolosi: Mussolini era stato interventista, Matteotti pacifista"]
L'anno scorso al corteo del 25 aprile a Milano noi di Rifondazione Comunista portammo uno striscione con la scritta "Fuori la guerra dalla storia", lo slogan che lancio' tanti anni fa Lidia Menapace, la nostra indimenticabile compagna e maestra partigiana, femminista, pacifista, comunista. Lo riporteremo anche in questo 25 aprile che speriamo registri una partecipazione enorme come ha proposto l'appello del manifesto. Nel centenario della nascita le idee di Lidia sono piu' attuali che mai.
Mentre l'Europa fa la scelta dell'oltranzismo atlantista, della guerra, del riarmo, dell'industria bellica come "pilastro" con consenso bipartisan, giova ricordare che per Lidia l'articolo 11 della Costituzione era forse l'eredita' piu' importante della Resistenza. Ne era talmente convinta che, negli anni in cui si discuteva del trattato costituzionale europeo, critico' con nettezza il governo e i partiti italiani (tranne Rifondazione) che non avevano proposto di inserirvi il ripudio della guerra e in generale i principi fondamentali della nostra Costituzione a partire dal primato del lavoro sul mercato.
Lidia si espresse con nettezza contro la proposta dell'esercito europeo proponendo invece la visione di un'Europa neutrale "che dichiara di rinunciare per se' all'uso della guerra, e di vincolarsi nei confronti della comunita' internazionale a non fare politiche aggressive che possono sfociare nel conflitto armato, non ospita basi militari di nessuno, non consente passaggio di truppe a terra ne' di aerei (...) la proposta della neutralita' e' la piu' equilibrata, realistica, moderata, gestibile sul piano del diritto internazionale e compatibile con una riconversione dell'economia di guerra in economia di pace".
Considerava "mostruose forme non-giuridiche di intervento" quelle con cui gli Stati Uniti e i loro alleati si sostituiscono all'Onu: "Le Nazioni Unite vengono degradate ad un ruolo assistenziale, non piu' di direzione politica. Bisogna uscire da questa logica (...) una Europa neutrale sarebbe proprio cio' che serve alle Nazioni Unite per tornare ad essere una difesa del diritto e non succube della violenza militarista (...) Sono abbastanza vecchia da ricordarmi che, quando la Societa' delle Nazioni fu sottoposta da parte di Hitler e Mussolini ad attacchi furibondi, e fini' in pezzi, questo fu uno dei grandi segni della seconda guerra mondiale".
Lidia non accettava narrazioni eurocentriche di superiorita' morale: "Se esamina la propria storia, l'Europa ha prima di tutto da fare un'enorme autocritica. Perche' la caratteristica della guerra moderna - cioe' dell'attributo dell'esercizio della violenza legittimato allo Stato - e' un’idea europea. L'Europa non e' stato un continente di pace. Al contrario, e' stato il continente piu' aggressivo di tutto il pianeta. Non solo al suo interno, ma nell'imperialismo, l'Europa ha battuto tutti gli altri".
Criticava anche "l'ambiguita'" delle radici cristiane con la "poco santa alleanza" tra Impero e Chiesa. Il messaggio cristiano aveva recuperato il suo contenuto di pace solo grazie all'affermarsi della laicita' dello stato, non per qualche superiorita' sulle altre religioni monoteiste.
Lidia indicava all'Europa i "semi di pace che ha dentro di se'", accanto a questo ritrovato messaggio cristiano, nella tradizione del movimento delle donne e del movimento operaio, ma la vedeva cancellata e sfigurata dall'ordoliberismo europeo. Con Rosa Luxemburg ammoniva che quando un capitalismo irriformabile entra in crisi ci pone di fronte all'alternativa tra socialismo e barbarie. Ricordava che la guerra segna sempre spartiacque pericolosi: Mussolini era stato interventista, Matteotti pacifista. Dovrebbe ricordarlo tutta l'Italia antifascista.
6. MAESTRE. VINCENZO VITA: LIDIA MENAPACE, LA PARTIGIANA PACIFISTA. CENTO ANNI DALLA NASCITA
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 2 aprile 2024 dal titolo "Lidia Menapace, la partigiana pacifista. 100 anni dalla nascita" e il sommario "Dalla Democrazia cristiana al manifesto, senza passare per il Pci, porto' una capacita' teorica e riflessiva femminista in anticipo sui tempi"]
Domani Lidia Menapace avrebbe compiuto cento anni. Nacque, infatti, il 3 aprile del 1924 a Novara, condividendo i natali nella brumosa citta' con l'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Personalita' cosi' diverse non si potrebbero immaginare.
Unite pero' da un antifascismo (certamente con gradazioni diverse) che porto' lei e lui sullo stesso tavolo di un Tribunale del popolo dopo la guerra che doveva giudicare i colpevoli dei delitti contro la Resistenza. Duri nelle valutazioni, ma entrambi contrari alla pena di morte proponevano al Presidente del Consiglio Ferruccio Parri di convertire la condanna capitale in ergastoli o in carcerazioni di venti-trent'anni.
Tale prezioso ricordo si trova in uno dei volumi pubblicati dalla deliziosa casa editrice salentina Manni, nel cui catalogo si rintracciano diversi titoli da leggere o rileggere come Canta il merlo sul frumento (2015). Il titolo gia' ci racconta molto dell'autrice: cattolica e poi comunista, coltissima (non solo erudita) riprendeva la vulgata dei canti ecclesiali, quando il "latinorum" popolare aveva tradotto il solenne "Tantum ergo sacramentum" in quel gioioso "Canta il merlo sul frumento". Per dirci, forse, che nulla e' davvero sacrale e tutto si puo' tradurre attraverso il linguaggio.
Gli studi letterari e l'insegnamento nelle scuole prima fino all'incarico all'Universita' Cattolica di Milano l'avevano portata a studiare l'insegnamento della parola e della scrittura indagando sulle modalita' di renderle popolari contro ogni elitismo. Sono riflessioni tratte da un capitolo di un volume davvero utile e completo ("Le cento maniere di non insegnare l'italiano", in Un pensiero in movimento, a cura di Carlo Bertorelle e Mariapia Bigaran, edizioni Alphabeta Verlag, Merano (Bz), 2023).
Ecco, una parte della vita di Lidia Menapace si svolse tra licei e aule universitarie, fino a che l'arrivo del '68 porto' la rivoluzione morale e intellettuale in una acuta e brillante attivista che si dimise con lettera al segretario della Democrazia cristiana, dopo averne rappresentato i colori nel 1964 a Bolzano come prima donna assessora (agli affari sociali) nella provincia autonoma.
La rottura l'aveva portata a condividere l'occupazione della ultraconservatrice Cattolica, dove perse il posto nell'accademia a causa di un saggio - "Per una scelta marxista" - che allora toccava il nervo sensibile dello smottamento di tante e di tanti verso i lidi del cattocomunismo.
Tuttavia, la scelta non fu l'ingresso nel Partito comunista italiano, un'altra Chiesa che Lidia Menapace non gradiva, bensi' il manifesto, avvistato come rivista e come gruppo politico grazie all'antica conoscenza di Lucio Magri - dalla biografia a tratti simile - e all'incontro pressoche' casuale ma illuminante con Luciana Castellina.
L'amore fu a prima vista, perche' quel mondo era un unicum, profondamente radicato ancorche' segnato dall'eresia nel comunismo democratico e nel contempo aperto alle novita' dei movimenti allora incombenti e fortissimi. Un gruppo un po' anomalo, estremista ma non troppo, strutturato ma neppure tanto, capace di parlare a Jean-Paul Sartre e agli operai di Mirafiori o dell'Alfasud o ai pastori sardi. Nonche' capace di esprimere un'esperienza editoriale, prima la rivista e dal 1971 il quotidiano, considerata un'eccellenza nella storia dell'informazione.
E cosi' Lidia Menapace si trov' ribelle educata in un territorio di ribelli educati e formo' con Luciana Castellina e Rossana Rossanda un terzetto di dirigenti donne che fecero di quell'esperienza un universo non solo maschile (lo fecero insieme alle loro compagne) secondo i dettami patriarcali egemoni. Eppure, l'ala maschile era a sua volta di eccezione: Lucio Magri, Eliseo Milani, Aldo Natoli, Michelangelo Notarianni, Valentino Parlato, Luigi Pintor, per citare alcuni nomi senza far torto ai numerosi altri portatori di storie ed esperienze in grado di formare il Pdup per il comunismo, esperienza unica nel suo genere.
Lidia Menapace porto' una capacita' teorica e riflessiva anticipatrice sui temi del femminismo, di cui e' stata massima protagonista, partecipando a lotte e vertenze anche in dissenso con alcuni filoni che riteneva alquanto aristocratici e contribuendo moltissimo al rilancio dell'Unione donne italiane.
Fu consigliera comunale a Roma, consigliera regionale del Lazio e senatrice di Rifondazione comunista nella legislatura del 2006. Non aveva aderito, tra l'altro, alla confluenza del Pdup nel Pci alla fine del 1984, cui anzi si era contrapposta. Nelle istituzioni e non solo porto' il vento del pacifismo, che era l'altro polo di riferimento ideale di una esistenza vissuta nella speranza che le culture contrarie al bellicismo soppiantassero la spirale delle guerre.
Come starebbe male oggi Lidia Menapace, che si oppose al rito delle Frecce Tricolori, ad assistere al clima orrendo che viviamo. Sicuramente si sarebbe ritrovata nelle parole di Papa Francesco, che non avrebbe perdonato magari per certe posizioni residuali sulla sessualita'.
C'e' da dire che, fino all'ultimo, una straordinaria donna capace di indagare la realta', cogliendone la complessita' contro ogni tentazione autoritaria e riduzionista, accetto' di essere chiamata solo partigiana. Una parte per il tutto, il tutto per una parte.
7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
8. APPELLI. KAIROS PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
*
Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
*
Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
*
A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
*
Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
*
Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
*
Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
*
Il comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 17 marzo 2024
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
9. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
10. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: IL MANICHINO
- Avanti, alziamoci. Piano piano, tranquilla. Coraggio, su.
- ...
- Siediti sul letto, dai. Ti aiuto io, piano piano. Brava.
- ...
- Le scarpe adesso. Ecco, te le metto. Una. E due. Perfetto.
- ...
- In piedi adesso, forza che ti tengo io.
- ...
- Il bastone, prendi il bastone.
- ...
- Ecco, tieni, e' il bastone, tienilo.
- ...
- Andiamo. Andiamo, su. Piano piano. Bene.
- ...
- Eccoci qua, piano, gira, gira, ecco. Aspetta, aspetta. Aspetta che ti aiuto, ecco.
- ...
- Faccio io, tranquilla. Aspetta, aspetta, ecco. Te li ho tirati giu'. Tranquilla. Adesso giu'. Siediti, siediti, dai.
- ...
- Brava, bene. Tranquilla. Il tempo che ci vuole. Falla tutta, eh.
- ...
- Bene, bene. Fatta tutta? Ecco la carta. La carta, eccola. Per pulirti. Dai, pulisciti. Brava.
- ...
- Bene, tranquillam dammela a me. Bene, bene cosi'. Ci penso io, tranquilla.
- ...
- Adesso in piedi, forza, non ti preoccupare, ti reggo io.
- ...
- Il bastone. Il bastone.
- ...
- Ecco il bastone, tienilo, tieni il bastone.
- ...
- Adesso andiamo. Piano piano. Ti tengo io, tranquilla, andiamo. A letto, andiamo, dai.
- ...
- Ancora un po', ancora un passo, forza. Ecco, ecco, ci siamo, gira, gira, tranquilla che ti tengo.
- ...
- Giu', giu', seduta sul letto, giu', brava.
- ...
- Ferma che ti levo le scarpe, ferma. Resta seduta, ferma. Ecco qua. Una. E due. Fatto.
- ...
- Dai, su, solleva le gambe, su, te le tengo io, ti tengo io, tranquilla, tranquilla, appoggiati piano piano, piano piano. Bene, brava.
- ...
- Si', mo' ti copro io, ecco qua, ecco qua. Bene cosi', bene cosi'.
- ...
- A posto adesso, e' tutto a posto, tranquilla. Tranquilla, dormi adesso, dormi, dormi, la luce la spengo io. Ci penso io, tu dormi. Buonanotte, dormi.
- ...
- E pure questa e' fatta. Adesso la divisa, il ferro, le catene, la tanica, e si va coi ragazzi a dare fuoco ai clandestini.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Rafael Alberti, La arboleda perdida, Alianza Editorial, Madrid 1998-1999, 3 voll. per pp. 368 + 464 + 232 (con tre inserti fotografici per complessive 24 pp.).
- Marcel Detienne (a cura di), Il mito. Guida storica e critica, Laterza, Bari 1975, pp. VIII + 296.
- Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971, 1976, pp. 250.
- Claudio Magris, Danubio, Garzanti, Milano 1986, 2006, Rcs, Milano 2014, pp. 416.
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5166 del 10 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 5166 del 10 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. La cosa piu' urgente: fermare la guerra
2. Malvolio Schifanoia: A sostegno della proposta di Raniero La Valle per le elezioni europee
3. Raniero La Valle: Per una riconciliazione tra israeliani e palestinesi
4. Enrico Peyretti ricorda Gianni Vattimo
5. Maurizio Acerbo: Lidia Menapace, la sua lezione questo 25 aprile
6. Vincenzo Vita: Lidia Menapace, la partigiana pacifista. Cento anni dalla nascita
7. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
8. Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
9. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
10. Omero Dellistorti: Il manichino
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
13. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. L'ORA. LA COSA PIU' URGENTE: FERMARE LA GUERRA
Nulla e' piu' necessario che fermare la guerra.
Nulla e' piu' urgente che fermare la guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. LETTERE DALLA MONTAGNA. MALVOLIO SCHIFANOIA: A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI RANIERO LA VALLE PER LE ELEZIONI EUROPEE
[Dal nostro vecchio amico Malvolio Schifanoia riceviamo e diffondiamo]
Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Mi sembrerebbe una buona cosa che una persona come Raniero La Valle fosse eletta al Parlamento Europeo.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. L'ORA. RANIERO LA VALLE: PER UN RICONCILIAZIONE TRA ISRAELIANI E PALESTINESI
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Dignita'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]
Il popolo ebreo della Diaspora e' in pericolo, come mai dopo la Shoa', perche' l'esecrazione generalizzata che sta suscitando la condotta di Israele a Gaza, si riverbera sugli Ebrei pacificamente inseriti tra i vari popoli e Stati del mondo. C'e' una sola soluzione possibile della questione palestinese: la riconciliazione.
I cattivi amici di Israele e i cattivi amici dei palestinesi rendono loro il peggiore servizio incitandoli alla reciproca sopraffazione. Da un massimo di male il rovesciamento e' possibile, e' avvenuto per molti popoli, e' avvenuto tra uomini e no, tra bianchi e neri, dopo milioni di morti, e' avvenuto anche per noi che ci siamo riconciliati con i tedeschi che avevano fatto la strage delle Fosse Ardeatine.
La riconciliazione tra palestinesi e israeliani comporta un ripensamento non dell'ispirazione ebraica dello Stato di Israele, che e' giusto sia mantenuta, ma del carattere confessionale ed etnico di questo Stato, a partire da una distinzione tra lo Stato come ordinamento politico e gli Ebrei della Diaspora, secondo l'auspicio formulato da Primo Levi prima della sua morte.
4. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI RICORDA GIANNI VATTIMO
[Dal sito de "Il foglio" (www.ilfoglio.info) riprendiamo questo ricordo del 25 settemnre 2023.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
Questo non e' il mio necrologio per Gianni Vattimo, ne' una memoria completa, ma una prima bozza per ricordarlo tra amici, come merita. Prima che il filosofo famoso (di cui mi chiesero, in un convegno in Libia, anche alcuni universitari venuti da Granada), ho conosciuto Gianni nell'Azione Cattolica, quasi entrambi ragazzi, e poi perche' eravamo vicini di casa, ci si incontrava sul tram 6. Era nato in via Germanasca 10, una via che mi e' cara. Quando lavorava per la televisione fece una ripresa sulla palestra di roccia sotto la Sacra nientemeno che con Walter Bonatti, e invito' con lui anche mio fratello Pier Giorgio, ancora ragazzo, poi forte alpinista anche lui, felice della grande occasione. Nel settembre 1964 venne a Pozzo Strada ad una messa per me importante.
Di carattere sereno era Gianni, almeno nella comunicazione e nell'espressione. Anche triste? Una "leggerezza" sana, teorizzata, ma prima vissuta nel rapporto umano. Gentile. Gli era morto il padre che era ancora ragazzo. Ironico contro le pesantezze, ma non cinico, semmai anche appassionato per la giustizia. Quando ero alla Fuci a Roma (1957-61) mi scriveva per spingere la Fuci ai cancelli delle fabbriche a lottare con gli operai. Fece anche politica, in vari partiti, ma sempre dalla stessa parte: variazioni a sinistra, non deviazioni. Buono, fino alla personale debolezza, indifeso, chiaro, non rigido. Lo chiamammo a sostituire Balducci (morto improvvisamente, 1992) in un piccolo convegno del foglio: aveva appena perduto il compagno, nel ritorno dagli Usa, ma venne e partecipo', con semplicita'.
L'ultima volta l'ho incontrato in passeggiata sotto i portici di via Po, accompagnato da una badante, mi pare: ci siamo salutati, fermati per due parole spiritose. Ha sempre mostrato interesse al foglio (era abbonato e ci teneva, anche se una volta gli estorsi la quota in ritardo, sotto casa sua in via Po), a questa area che noi un po' rappresentiamo. Cattolico semplice, tutt'altro che bigotto, ma non attivo per riformare la chiesa: accettava la sostanza, aveva le sue idee. Vedeva anche nel vangelo la "debolezza" come la intendeva lui. Famoso filosofo e povero cristo.
Intelligente, molto, si puo' condividere o meno il suo pensiero, ma credo che sia soprattutto mitezza, non nichilismo. Ha scritto anche sulla sua fede. Una sera, dopo una chiarissima conferenza per i liceali sulla filosofia attuale (conservo gli appunti), facemmo due chiacchiere nel suo "maggiolino" Volkswagen: Bontadini gli aveva detto: "Ma come, Vattimo, tu non credi piu' in Dio?". E lui gli aveva risposto: "Opino". Nel massimo della sua fama, ricordo un teatro Carignano strapieno, le studentesse in visibilio, perche' era anche bello. Disse che l'essere e' come il formaggio svizzero, pieno di buchi (credo che abbia ripetuto questa immagine).
Diciamo la verita': negli ultimi anni, scontata la fama, faceva anche interventi improvvisati, divagando con leggerezza e abilita' intorno all'argomento assegnato. Provai pena per lui vedendo qualche intervista recente in cui la stessa espressione verbale era assai poco comprensibile. Ma con un viso sorridente. Non si vergognava di incarnare la debolezza che il tempo ci da' da vivere, nella salita al valico verso l'altro modo di essere.
5. MAESTRE. MAURIZIO ACERBO: LIDIA MENAPACE, LA SUA LEZIONE QUESTO 25 APRILE
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 4 aprile 2024 dal titolo "Lidia Menapace, la sua lezione questo 25 aprile" e il sommario "Il centenario. Ricordava che la guerra segna sempre spartiacque pericolosi: Mussolini era stato interventista, Matteotti pacifista"]
L'anno scorso al corteo del 25 aprile a Milano noi di Rifondazione Comunista portammo uno striscione con la scritta "Fuori la guerra dalla storia", lo slogan che lancio' tanti anni fa Lidia Menapace, la nostra indimenticabile compagna e maestra partigiana, femminista, pacifista, comunista. Lo riporteremo anche in questo 25 aprile che speriamo registri una partecipazione enorme come ha proposto l'appello del manifesto. Nel centenario della nascita le idee di Lidia sono piu' attuali che mai.
Mentre l'Europa fa la scelta dell'oltranzismo atlantista, della guerra, del riarmo, dell'industria bellica come "pilastro" con consenso bipartisan, giova ricordare che per Lidia l'articolo 11 della Costituzione era forse l'eredita' piu' importante della Resistenza. Ne era talmente convinta che, negli anni in cui si discuteva del trattato costituzionale europeo, critico' con nettezza il governo e i partiti italiani (tranne Rifondazione) che non avevano proposto di inserirvi il ripudio della guerra e in generale i principi fondamentali della nostra Costituzione a partire dal primato del lavoro sul mercato.
Lidia si espresse con nettezza contro la proposta dell'esercito europeo proponendo invece la visione di un'Europa neutrale "che dichiara di rinunciare per se' all'uso della guerra, e di vincolarsi nei confronti della comunita' internazionale a non fare politiche aggressive che possono sfociare nel conflitto armato, non ospita basi militari di nessuno, non consente passaggio di truppe a terra ne' di aerei (...) la proposta della neutralita' e' la piu' equilibrata, realistica, moderata, gestibile sul piano del diritto internazionale e compatibile con una riconversione dell'economia di guerra in economia di pace".
Considerava "mostruose forme non-giuridiche di intervento" quelle con cui gli Stati Uniti e i loro alleati si sostituiscono all'Onu: "Le Nazioni Unite vengono degradate ad un ruolo assistenziale, non piu' di direzione politica. Bisogna uscire da questa logica (...) una Europa neutrale sarebbe proprio cio' che serve alle Nazioni Unite per tornare ad essere una difesa del diritto e non succube della violenza militarista (...) Sono abbastanza vecchia da ricordarmi che, quando la Societa' delle Nazioni fu sottoposta da parte di Hitler e Mussolini ad attacchi furibondi, e fini' in pezzi, questo fu uno dei grandi segni della seconda guerra mondiale".
Lidia non accettava narrazioni eurocentriche di superiorita' morale: "Se esamina la propria storia, l'Europa ha prima di tutto da fare un'enorme autocritica. Perche' la caratteristica della guerra moderna - cioe' dell'attributo dell'esercizio della violenza legittimato allo Stato - e' un’idea europea. L'Europa non e' stato un continente di pace. Al contrario, e' stato il continente piu' aggressivo di tutto il pianeta. Non solo al suo interno, ma nell'imperialismo, l'Europa ha battuto tutti gli altri".
Criticava anche "l'ambiguita'" delle radici cristiane con la "poco santa alleanza" tra Impero e Chiesa. Il messaggio cristiano aveva recuperato il suo contenuto di pace solo grazie all'affermarsi della laicita' dello stato, non per qualche superiorita' sulle altre religioni monoteiste.
Lidia indicava all'Europa i "semi di pace che ha dentro di se'", accanto a questo ritrovato messaggio cristiano, nella tradizione del movimento delle donne e del movimento operaio, ma la vedeva cancellata e sfigurata dall'ordoliberismo europeo. Con Rosa Luxemburg ammoniva che quando un capitalismo irriformabile entra in crisi ci pone di fronte all'alternativa tra socialismo e barbarie. Ricordava che la guerra segna sempre spartiacque pericolosi: Mussolini era stato interventista, Matteotti pacifista. Dovrebbe ricordarlo tutta l'Italia antifascista.
6. MAESTRE. VINCENZO VITA: LIDIA MENAPACE, LA PARTIGIANA PACIFISTA. CENTO ANNI DALLA NASCITA
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 2 aprile 2024 dal titolo "Lidia Menapace, la partigiana pacifista. 100 anni dalla nascita" e il sommario "Dalla Democrazia cristiana al manifesto, senza passare per il Pci, porto' una capacita' teorica e riflessiva femminista in anticipo sui tempi"]
Domani Lidia Menapace avrebbe compiuto cento anni. Nacque, infatti, il 3 aprile del 1924 a Novara, condividendo i natali nella brumosa citta' con l'ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Personalita' cosi' diverse non si potrebbero immaginare.
Unite pero' da un antifascismo (certamente con gradazioni diverse) che porto' lei e lui sullo stesso tavolo di un Tribunale del popolo dopo la guerra che doveva giudicare i colpevoli dei delitti contro la Resistenza. Duri nelle valutazioni, ma entrambi contrari alla pena di morte proponevano al Presidente del Consiglio Ferruccio Parri di convertire la condanna capitale in ergastoli o in carcerazioni di venti-trent'anni.
Tale prezioso ricordo si trova in uno dei volumi pubblicati dalla deliziosa casa editrice salentina Manni, nel cui catalogo si rintracciano diversi titoli da leggere o rileggere come Canta il merlo sul frumento (2015). Il titolo gia' ci racconta molto dell'autrice: cattolica e poi comunista, coltissima (non solo erudita) riprendeva la vulgata dei canti ecclesiali, quando il "latinorum" popolare aveva tradotto il solenne "Tantum ergo sacramentum" in quel gioioso "Canta il merlo sul frumento". Per dirci, forse, che nulla e' davvero sacrale e tutto si puo' tradurre attraverso il linguaggio.
Gli studi letterari e l'insegnamento nelle scuole prima fino all'incarico all'Universita' Cattolica di Milano l'avevano portata a studiare l'insegnamento della parola e della scrittura indagando sulle modalita' di renderle popolari contro ogni elitismo. Sono riflessioni tratte da un capitolo di un volume davvero utile e completo ("Le cento maniere di non insegnare l'italiano", in Un pensiero in movimento, a cura di Carlo Bertorelle e Mariapia Bigaran, edizioni Alphabeta Verlag, Merano (Bz), 2023).
Ecco, una parte della vita di Lidia Menapace si svolse tra licei e aule universitarie, fino a che l'arrivo del '68 porto' la rivoluzione morale e intellettuale in una acuta e brillante attivista che si dimise con lettera al segretario della Democrazia cristiana, dopo averne rappresentato i colori nel 1964 a Bolzano come prima donna assessora (agli affari sociali) nella provincia autonoma.
La rottura l'aveva portata a condividere l'occupazione della ultraconservatrice Cattolica, dove perse il posto nell'accademia a causa di un saggio - "Per una scelta marxista" - che allora toccava il nervo sensibile dello smottamento di tante e di tanti verso i lidi del cattocomunismo.
Tuttavia, la scelta non fu l'ingresso nel Partito comunista italiano, un'altra Chiesa che Lidia Menapace non gradiva, bensi' il manifesto, avvistato come rivista e come gruppo politico grazie all'antica conoscenza di Lucio Magri - dalla biografia a tratti simile - e all'incontro pressoche' casuale ma illuminante con Luciana Castellina.
L'amore fu a prima vista, perche' quel mondo era un unicum, profondamente radicato ancorche' segnato dall'eresia nel comunismo democratico e nel contempo aperto alle novita' dei movimenti allora incombenti e fortissimi. Un gruppo un po' anomalo, estremista ma non troppo, strutturato ma neppure tanto, capace di parlare a Jean-Paul Sartre e agli operai di Mirafiori o dell'Alfasud o ai pastori sardi. Nonche' capace di esprimere un'esperienza editoriale, prima la rivista e dal 1971 il quotidiano, considerata un'eccellenza nella storia dell'informazione.
E cosi' Lidia Menapace si trov' ribelle educata in un territorio di ribelli educati e formo' con Luciana Castellina e Rossana Rossanda un terzetto di dirigenti donne che fecero di quell'esperienza un universo non solo maschile (lo fecero insieme alle loro compagne) secondo i dettami patriarcali egemoni. Eppure, l'ala maschile era a sua volta di eccezione: Lucio Magri, Eliseo Milani, Aldo Natoli, Michelangelo Notarianni, Valentino Parlato, Luigi Pintor, per citare alcuni nomi senza far torto ai numerosi altri portatori di storie ed esperienze in grado di formare il Pdup per il comunismo, esperienza unica nel suo genere.
Lidia Menapace porto' una capacita' teorica e riflessiva anticipatrice sui temi del femminismo, di cui e' stata massima protagonista, partecipando a lotte e vertenze anche in dissenso con alcuni filoni che riteneva alquanto aristocratici e contribuendo moltissimo al rilancio dell'Unione donne italiane.
Fu consigliera comunale a Roma, consigliera regionale del Lazio e senatrice di Rifondazione comunista nella legislatura del 2006. Non aveva aderito, tra l'altro, alla confluenza del Pdup nel Pci alla fine del 1984, cui anzi si era contrapposta. Nelle istituzioni e non solo porto' il vento del pacifismo, che era l'altro polo di riferimento ideale di una esistenza vissuta nella speranza che le culture contrarie al bellicismo soppiantassero la spirale delle guerre.
Come starebbe male oggi Lidia Menapace, che si oppose al rito delle Frecce Tricolori, ad assistere al clima orrendo che viviamo. Sicuramente si sarebbe ritrovata nelle parole di Papa Francesco, che non avrebbe perdonato magari per certe posizioni residuali sulla sessualita'.
C'e' da dire che, fino all'ultimo, una straordinaria donna capace di indagare la realta', cogliendone la complessita' contro ogni tentazione autoritaria e riduzionista, accetto' di essere chiamata solo partigiana. Una parte per il tutto, il tutto per una parte.
7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.
8. APPELLI. KAIROS PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
*
Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
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Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
*
A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
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Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
*
Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
*
Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
*
Il comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 17 marzo 2024
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
9. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
10. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: IL MANICHINO
- Avanti, alziamoci. Piano piano, tranquilla. Coraggio, su.
- ...
- Siediti sul letto, dai. Ti aiuto io, piano piano. Brava.
- ...
- Le scarpe adesso. Ecco, te le metto. Una. E due. Perfetto.
- ...
- In piedi adesso, forza che ti tengo io.
- ...
- Il bastone, prendi il bastone.
- ...
- Ecco, tieni, e' il bastone, tienilo.
- ...
- Andiamo. Andiamo, su. Piano piano. Bene.
- ...
- Eccoci qua, piano, gira, gira, ecco. Aspetta, aspetta. Aspetta che ti aiuto, ecco.
- ...
- Faccio io, tranquilla. Aspetta, aspetta, ecco. Te li ho tirati giu'. Tranquilla. Adesso giu'. Siediti, siediti, dai.
- ...
- Brava, bene. Tranquilla. Il tempo che ci vuole. Falla tutta, eh.
- ...
- Bene, bene. Fatta tutta? Ecco la carta. La carta, eccola. Per pulirti. Dai, pulisciti. Brava.
- ...
- Bene, tranquillam dammela a me. Bene, bene cosi'. Ci penso io, tranquilla.
- ...
- Adesso in piedi, forza, non ti preoccupare, ti reggo io.
- ...
- Il bastone. Il bastone.
- ...
- Ecco il bastone, tienilo, tieni il bastone.
- ...
- Adesso andiamo. Piano piano. Ti tengo io, tranquilla, andiamo. A letto, andiamo, dai.
- ...
- Ancora un po', ancora un passo, forza. Ecco, ecco, ci siamo, gira, gira, tranquilla che ti tengo.
- ...
- Giu', giu', seduta sul letto, giu', brava.
- ...
- Ferma che ti levo le scarpe, ferma. Resta seduta, ferma. Ecco qua. Una. E due. Fatto.
- ...
- Dai, su, solleva le gambe, su, te le tengo io, ti tengo io, tranquilla, tranquilla, appoggiati piano piano, piano piano. Bene, brava.
- ...
- Si', mo' ti copro io, ecco qua, ecco qua. Bene cosi', bene cosi'.
- ...
- A posto adesso, e' tutto a posto, tranquilla. Tranquilla, dormi adesso, dormi, dormi, la luce la spengo io. Ci penso io, tu dormi. Buonanotte, dormi.
- ...
- E pure questa e' fatta. Adesso la divisa, il ferro, le catene, la tanica, e si va coi ragazzi a dare fuoco ai clandestini.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Rafael Alberti, La arboleda perdida, Alianza Editorial, Madrid 1998-1999, 3 voll. per pp. 368 + 464 + 232 (con tre inserti fotografici per complessive 24 pp.).
- Marcel Detienne (a cura di), Il mito. Guida storica e critica, Laterza, Bari 1975, pp. VIII + 296.
- Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971, 1976, pp. 250.
- Claudio Magris, Danubio, Garzanti, Milano 1986, 2006, Rcs, Milano 2014, pp. 416.
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5166 del 10 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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