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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 461
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 461
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Fri, 5 Apr 2024 05:52:17 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 461 del 5 aprile 2024
In questo numero:
1. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente (Parte prima)
2. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
3. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
4. Ripetiamo ancora una volta...
1. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (PARTE PRIMA)
[Riproponiamo questo testo fondamentale, nel suo piu' recente aggiornamento del 17 marzo 2024.
Enrico Peyretti e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
Indice:
Presentazione
I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-1945 (63 schede)
II. Opere sulla Resistenza al nazifascismo (25 schede)
*
Presentazione
"Gli storicisti debbono riconoscere che sul piano storico non e' vero che il nonviolento perde sempre e il violento vince sempre, se e' vero che i partigiani giudei antiromani furono sopraffatti e venivano crocifissi, e solo si vendico' magnificamente su Cesare uno di questi crocifissi che era per la nonviolenza, e anche Spartaco e i suoi non vinsero affatto; mentre Gandhi ha vinto senza toccare un capello ai soldati inglesi e alle loro famiglie nell'India, e William Penn, quando si presento' con i suoi amici quaccheri ai pellirosse, e senza alcuna arma, i capi gettarono via le proprie armi, e sorse uno stato di pace, a differenza di tutti gli altri dell'America del Nord. Esistono vittorie senza violenza"
(Aldo Capitini, La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunita' 1962, ora in Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Pisa, Edizioni ETS 2004, p. 136)
"Esiste una storia della nonviolenza, che e' anche la storia delle lotte contro la violenza degli "uomini irragionevoli". E' sorprendente che questa storia non abbia maggiormente attirato l'attenzione degli uomini "ragionevoli" che raccomandano e giustificano la violenza".
(Jean-Marie Muller , Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Edizioni Plus, Pisa University Press, 2004, p. 297)
"E' un'idea malsana che quando c'e' guerra c'e' storia, e non quando c'e' pace. Il sangue risparmiato fa storia come il sangue versato"
(Anna Bravo, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet. Storie di sangue risparmiato, Laterza 2013)
Questa bibliografia non e' una bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Essa comprende fino ad ora 61 gruppi di libri, opuscoli, articoli, nella prima parte e circa 25 nella seconda. Ogni gruppo indica per lo piu' diversi titoli, che quindi arrivano ad essere alcune centinaia.
Questa raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata come appendice ad una mia relazione Possibilita' del pacifismo nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, in dialogo con Norberto Bobbio, il 21 gennaio 1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella relazione, su Testimonianze n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in Effe, rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39. La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche nell'Annuario di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, ed. Asterios, Trieste 2001, pp. 339-352 ed e' comparsa piu' di una volta nel quotidiano telematico La nonviolenza e' in cammino (centropacevt at gmail.com). Una selezione della bibliografia e' pubblicata in Assessorato all'Istruzione, Regione Campania, Ponti di pace sul Mediterraneo, Agenda 2004, a cura di Giuliana Martirani, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi, AQ, 2003. Una versione ridotta e' uscita in appendice al volume (da me tradotto) di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, editrice Plus, Pisa University Press, 2004. Intera, e via via aggiornata, la bibliografia si dovrebbe trovare ora (ma non sempre nella versione piu' aggiornata) nei seguenti siti: http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=63
http://www.serenoregis.org (e anche direttamente cliccando in Google "Difesa senza guerra"), come nel mio blog: http://enricopeyretti.blogspot.com . Questa bibliografia e' stata pubblicata anche, il 19 aprile 2022, in La Biblioteca di Alessandria, al link http://labibliotecadialessandria.costituenteterra.it/bibliografia-storica-delle-lotte-nonarmate-e-nonviolente/
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte nonarmate e/o nonviolente, alternative alla violenza in conflitti politici acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in questi anni. Dico nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, e nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio, pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto. Queste possibilita' e' dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi negative.
La dominante ideologia della violenza ha di fatto ignorato queste forme di resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Ma anche se non vi fosse alcuna esperienza efficace di lotta nonviolenta, sarebbe un dovere e una necessita' inventare oggi questa lotta, per chi vuole affermare la giustizia senza contribuire all'ingiustizia.
Oltre a singoli ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in History, in Usa, lo European Working Group on Peace Research in History, lo Instituto de la Paz y los Conflictos de la Universidad de Granada, Espana. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr Elise Boulding, Inventare futuri di pace, Ed. Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora dominante, ristretta sull'esclusivo e riduttivo modello armista del monopolio militare.
La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di pubblicazione. La documentazione sulle lotte nonviolente di una determinata regione, o problema, puo' trovarsi indicata in piu' di una delle voci di questa bibliografia. Si consiglia di cercare col programma "trova": per esempio Palestina, palestinesi, oppure Kossovo (o Kosovo), oppure diritti civili.
Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la biblioteca (forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel 011/53.28.24, fax 011/51.58.000; e-mail: info at serenoregis.org ; http://www.serenoregis.org. A questi indirizzi (o a quello del curatore: enrico.peyretti at gmail.com) sara' gradita ogni segnalazione che integri l'attuale aggiornamento. Ringrazio i molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo.
Evidenzio con asterisco * i lavori che mi sembrano di maggiore importanza.
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I. OPERE GENERALI O SU CASI DIVERSI DALLA RESISTENZA 1939-45
1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli, MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, 1989). Riporta casi storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43. Altri casi storici significativi Capitini elenca nel brano citato in epigrafe, tratto da La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunita' 1962.
1 bis. Mulford Q. Sibley, The quite battle - Writings on the theory and practice of non-violent rsistence, pp.386. Beacon Press, Boston, 1963. Sibley era professore di scienze politiche all'Universita' del Minnesota e un forte oppositore della guerra prima di Galtung e Sharp. Il libro e' notevole per la ricchezza di documenti allegati ad ogni personaggio/evento (segnalazione di Piero P. Giorgi).
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta non-violenta del buddismo nel Vietnam, Citta' Nuova Ed., Roma 1970.
* 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'Autore analizza la resistenza morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici.
* 4. M.K. Gandhi Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'Autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia' registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti.
5. AA.VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni.
* 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Ed. Gruppo Abele, Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920, Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino 1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali nazisti nella 2a guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968, Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e 1981, opposizione di Sacharov 1981.
* 8. Gene Sharp (1928-2018), Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel vol I, Potere e lotta, cap.III, pp.133-136, Sharp propone sette spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri precedenti, p. es. Etienne de la Boetie con Tirannia servitu' volontaria, pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita' di controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso da parte della societa' consapevole.
- Nel vol II, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Per oltre 30 anni Sharp ha promosso questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard University.
9. W.H. Conser, R.M. McCarthy, D.J. Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
* 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Ed. Sonda, Torino 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada (1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso, Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi, Claudiana, Torino 1990. Su Mubarak Awad e lo stato attuale delle correnti nonviolente in Palestina: Francesca Paci, La non violenza e' viva, in La Stampa, 22 agosto 2003. (Vedi sotto, il n. 58).
* 12. Sull'importantissimo contributo del movimento femminile e femminista ai metodi nonviolenti di lotta:
- Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, Pergamon, New York 1985), introduzione di Elisabetta Donini, Ed. Gruppo Abele, Torino 1989. Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp. 63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal 1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal 1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone, dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88).
- Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismo, Editrice Intra Moenia, Napoli 2003. Oltre la riflessione problematica sulla predisposizione delle donne alla nonviolenza, il libro - con contributi delle maggiori studiose e guide delle lotte femminili - richiama anche esperienze storiche e contiene un manuale di comportamento per l'azione diretta nonviolenta.
- Si veda anche il n. 7 della seconda parte di questa bibliografia.
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS, Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia nell'800.
* 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Ed. Sonda, Torino 1990 (1984). Il volume e' ripubblicato nel 2008 con prefazione di Elvio Arancio e Luisa Mondo, e Postfazione di Nanni Salio. Anche popolazioni guerriere e feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a capire e vivere la "nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, ed. Gruppo Abele, Torino 1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel 1975.
Sulla rivoluzione nonviolenta in Iran nel 1978-1979, posso segnalare:
- Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (ed. La Meridiana, Molfetta 1993, pp. 163) e' la traduzione della seconda edizione 1989 di Les leçons de l'histoire. Resistances civiles et defense populaire non-violente, in Les dossiers de Non-violence Politique, n. 2, che illustra ampiamente numerosi casi storici di lotte nonviolente (vedi sotto, al n. 23), tra cui anche Iran 1978-79. La traduzione italiana purtroppo esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese che descrivono il sollevamento popolare in Iran 1978-1979, il quale, opponendosi senz'armi all'esercito (in quel tempo il quinto al mondo per potenza) per lunghi mesi, porto' infine alla cacciata dello Scia' senza compiere alcuna violenza, sebbene col sacrificio di centinaia di vittime della repressione. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. Queste pagine, tradotte da Simona Di Raimondo, dei Traduttori per la Pace, sono disponibili nel mio computer per chi le richiede.
- David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Ed Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, il caso Iran 1979, insieme a vari altri casi storici. Sull'Iran, l'Autore scrive, alle pp. 138-139: "La piu' sorprendente rivoluzione basata sui mezzi di comunicazione del popolo – la cosiddetta "stampa di bazar" - per ironia qualificata "anti-moderna" e' l'esperienza iraniana".
- Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su Le Monde, 18 gennaio 1999, e col titolo Vent'anni dopo, su Internazionale, 19 febbraio 1999.
- Ryszard Kapuscinski ha scritto sull'Iran Sha in Shah (Feltrinelli, 2001). Nell'anno drammatico della rivoluzione, Kapuscinski, il grande viaggiatore, e' in Iran per uno dei suoi piu' brillanti e memorabili reportage, in cerca di risposte: come avviene la rivoluzione in Iran? Quali sono le sue origini? Quali saranno gli esiti? E riesce a temperare la complessa ricostruzione storico-giornalistica con un'appassionante capacita' narrativa.
- Sulla vicenda iraniana ha scritto anche Foucault. Devo ancora rintracciare le indicazioni precise dei suoi scritti.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento Islam, pace, nonviolenza in E. Peyretti, La politica e' pace, ed. Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131.
- Mahmoud Mohamed Taha (1909 o 1911- 1985, Il secondo messaggio dell'Islam, Emi, Bologna 2002. Taha, detto il Gandhi del Sudan, imprigionato dagli inglesi, fu condannato e impiccato come eccessivo riformatore dell'Islam. Il nuovo messaggio e' per lui quello della prima fase del Profeta, alla Mecca, libero dalle compromissioni con le esigenze politiche del periodo di Medina, percio' piu' spirituale e teso alla pace del musulmano "con se' stesso, con il suo Signore, con ogni essere e ogni cosa".
- Ramin Jahanbegloo, Leggere Gandhi a Teheran, I libri di Reset, Ed. Marsilio 2008. L'autore, filosofo iraniano, incarcerato per 5 mesi nel 2006, lavora oggi alla Toronto University, Canada. La sua interpretazione politica di Gandhi ispira una versione del pluralismo che unisce la liberta' alle tradizioni spirituali dell'oriente.
- Cfr anche il n. 24 di questa prima parte della bibliografia, sulla resistenza nonviolenta della popolazione albanese del Kossovo, in gran parte musulmana.
- Cfr anche il n. 59 sulla resistenza civile della popolazione al terrorismo integralista islamista in Algeria.
- Nel corso del 2015, di fronte alle violenze dell'Isis/Daesh, spettacolarizzate piu' che in ogni altra guerra, stanno uscendo numerosi scritti, articoli e piu' ampie pubblicazioni, che distinguono tra Islàm religioso, civile, anche nonviolento, e abuso che ne viene fatto da chi conferisce una giustificazione ideologico-religiosa a feroci lotte di potere.
- Siti consultabili anche sulle pubblicazioni recenti: www.transcend.org (col servizio settimanale di Transcend Media Service).
- Jawdat Said, Vie islamiche alla nonviolenza, Cura e Introduzione di Naser Dumairieh, Prefazione di Adnane Mokrani, Edizioni Zikkaron, Marzabotto (Bo) (koinonia.montesole at gmail.com). Vedi la recensione nel blog http://enricopeyretti.blogspot.it/
- Adel Jabbar, "L'Islam oggi. Jihad, nonviolenza e modernita'", in Claudio Tugnoli (a cura di), Maestri e scolari di non violenza. Riflessioni, testimonianze e proposte interattive, Iprase Trentino, Annali 2000, Franco Angeli, Milano, 2000; Adel Jabbar, "I musulmani di oggi e le sfide globali", in P. Naso, B. Salvarani (a cura di), La rivincita del dialogo. Cristiani e musulmani in Italia dopo l'11 settembre, EMI, Bologna, 2002.; Adel Jabbar, "Appartenenza e Alterita' nell'Islam", in Antonio Genovese (a cura di), Intercultura e Nonviolenza, Clueb, Bologna,2008; Adel jabbar, "Khan, Maestro musulmano di non violenza", Confronti, Roma, anno XXXVI, n.9, 2009; Biancamaria Scarcia Amorettii, Tolleranza e guerra santa nell'Islam, Sansoni Editore, Firenze, 1974.
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini, Ed. La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89.
* 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993, contiene un'ampia bibliografia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang. N. York, 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese, la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M.L. King e mostra dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi organizzativi, sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in Cahiers de la Reconciliation, n.1, 1998.
* 18. Sulle esperienze e ricerche di riconciliazione nella verita' e giustizia, senza violenza, nei conflitti profondi, troviamo anzitutto lavori sul caso della lotta contro la segregazione razziale in Sudafrica, poi su altri casi nel mondo:
- Eugenio Melandri, I protagonisti, Emi, Bologna 1984, contiene anche un breve profilo di Albert Luthuli.
- Michael Cassidy, Politics of Love, con introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991.
- Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold, Vintage Books, New York 1979.
- Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Luthuli, il capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta, proprio nel 1961, quando Luthuli ricevette il premio Nobel per la pace per la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur rispettando l'impegno di Luthuli per la nonviolenza.
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989
- Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana, Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente.
- Per un avvio alla conoscenza di Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta', libro autobiografico, Feltrinelli, Milano 1995.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione Verita' e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo èe' pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario dell'Universita' di Torino L'Ateneo, Anno XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilita' di una modifica della concezione del processo penale nel senso di ridurre la violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, manifestolibri ed., Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento tanto della repressione governativa quanto della lotta anti-apartheid condotta in un secondo tempo dall'African National Congress, ma indica l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della commissione, introdotto dal presidente, il vescovo anglicano Desmond Tutu, si vede la scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita' restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000: lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace interetnica, che e' problema della nostra societa'.
- A.M. Gentili, A. Lollini, L'esperienza delle Commissioni per la verita' e la riconciliazione: il caso sudafricano in una prospettiva giuridico-politica, in G. Illuminati, L. Stortoni, M. Virgilio (a cura di), Crimini internazionali fra diritto e giustizia, Torino, Giappichelli 2000, pp. 163-215.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001: "Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120). Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid alla riconciliazione. Dello stesso autore e protagonista di questa vicenda, si veda pure: Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; e Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004.
- Alejandro Bendana, Charles Villa-Vicencio, La riconciliazione difficile. Dalla guerra a una pace sostenibile, Ed Gruppo Abele, Torino 2002. La prima parte del libro, stesa da Villa-Vicencio, direttore dell'Institute for Justice and Reconciliation di Cape Town, analizza con acume critico l'esperienza sudafricana.
- Enrico Peyretti, Una giustizia ricostruttiva: la Commissione Verita' e Riconciliazione in Sudafrica, in Minorigiustizia, rivista interdisciplinare di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra minorenni e giustizia, n. 1-2/2002 (minorigiustizia at dag.it), Pinerolo, febbraio 2003, pp. 214-222. Si tratta di una relazione e ulteriore riflessione attuale sul caso sudafricano e le indicazioni che offre. Ho ripreso e aggiornato queste considerazioni nello scritto Sul processo "Verita' e Riconciliazione" in Sudafrica per uscire dalle violenze dell'apartheid, seguito da schede sui film che trattano questa vicenda, nel libro collettivo Teoria e pratica della riconciliazione, Edizioni Qualevita 2009, pp. 39-50.
- Danilo Franchi, Laura Miani, La verita' non ha colore, Aguzzini e vittime dell'apartheid testimoniano alla Commissione per la verita' e la riconciliazione sudafricana, Edizioni Comedit 2000, Milano 2003. In 200 pagine su 270 il libro riporta ventuno drammatiche testimonianze rese alla Commissione, piu' alcuni documenti tra cui le conclusioni di Desmond Tutu, presidente della TRC.
- Nell'aureo libretto di Carlo Maria Martini e Gustavo Zagrebelsky, La domanda di giustizia, Einaudi 2003, (una serie di Note a margine ho pubblicato in il foglio, n. 307, dicembre 2003, p. 6), il secondo dei due Autori dedica grande attenzione alla vicenda sudafricana (pp. 28-40), che valorizza acutamente. Egli fornisce anche una breve bibliografia, grazie alla quale integro la presente:
- R. A. Wilson, The Politics of Truth and Reconciliation in South Africa. Legitimizing the Post-Apartheid State, Cambridge University Press, Cambridge 2001.
- T. Groppi e X. Philippe, La Democratie imparfaite en Afrique du Sud, in S. Siccardi (a cura di), Le democrazie imperfette, Giappichelli, Torino 2002.
- Missione oggi, mensile dei missionari saveriani, n. 6/2004, giugno-luglio 2004, e' tutto dedicato (pp. 3-47) agli atti del convegno Verita' e Riconciliazione. Lezioni dal Sudafrica, Brescia, 8 maggio 2004, con relazioni di Massimo Toschi, Michael Lapsley, Valerio Onida, e altri, con indicazioni bibliografiche e sitografiche.
- Il film di John Boorman In my country, (2004), racconta questa vicenda sudafricana, ed esprime bene, incarnato da diversi personaggi, il civile concetto africano di Ubuntu, che significa senso di umanita', sentire gli altri come se stessi. Pur col legittimo carattere celebrativo di epopea nazionale, il film rende correttamente il singolare lavoro della Commissione Verita' e Riconciliazione, attraverso toccanti storie personali di vittime e di aguzzini, ora posti faccia a faccia, e sono storie fedeli ai documenti. Il film puo' servire bene a far conoscere al grande pubblico la nuova via sudafricana alla giustizia, nella trasformazione dei conflitti.
- A numerose altre ricerche e azioni di riconciliazione e' dedicato un numero della rivista teologica Concilium, n. 5/2003 (www.queriniana.it). La prima parte tratta di esperienze in Peru', Nepal, Australia, Stati Uniti e Canada (popoli nativi), America Centrale; la seconda parte contiene riflessioni di autorevoli rappresentanti di buddhismo, induismo, ebraismo, cristianesimo; la terza parte offre articoli sulla prospettiva delle Nazioni Unite, sul processo di riconciliazione sociale, sulla religione come risorsa di riconciliazione, sull'amore dei nemici nelle lotte sociali. Una conclusione fa il punto sul movimento verso una cultura di riconciliazione.
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict, Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in IPRI Newsletter n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute, via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011/53.28.24).
20. AA.VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam, Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume (altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente.
* 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel 081/55.10.286, fax Antonino Drago 081/239.45.08) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque Convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (I convegno, Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema 1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali (III convegno, Bologna, nov. 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, (IV convegno, Vicenza, nov. 1994), a cura di A. Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (V convegno, Roma, 4-5 novembre 1995), a cura di A. Drago, Ed. Qualevita, Torre dei Nolfi, 1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico.
* 22. Sulle esperienze di Difesa Popolare Nonviolenta: I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est, Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I precedenti storici (pp. 17-35), che raccoglie molti casi storici.
- Sui fatti dell'Europa orientale nel 1989 (vedi anche sotto, al n. 28): il n. 27 della collana Quaderni della DPN, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite, Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
* 23. Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (gia' citato sopra, al n. 15), illustra ampiamente i casi: Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr 1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire 1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia 1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col libro di Semelin Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte di questa bibliografia. Purtroppo la traduzione italiana esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese sul sollevamento popolare in Iran 1978-1979, che porto' alla cacciata dello Scia' senza alcuna violenza. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali.
Si possono aggiungere i seguenti altri Quaderni DPN e altre pubblicazioni:
- n. 20 Peace Brigades International: Dossier, 1993.
- n. 32. M.G. Bonollo, Solidarieta' e pace a Sarajevo, Un'esperienza di diplomazia popolare di "Beati i costruttori di Pace", 1997.
- Due libri a cura di Francesco Tullio, La difesa civile e il progetto Caschi Bianchi, F. Angeli, Roma, 2000; Le ONG e la trasformazione dei conflitti. Le operazioni di pace nei conflitti internazionali. Analisi, esperienze, prospettive., Edizioni Associate, Roma, 2002.
- Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, L'attivita' dei volontari civili a protezione delle popolazioni nei territori di guerra, Atti del Convegno 29 marzo 2003, Repubblica di San Marino.
* 24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di popolazione albanese (in massima parte musulmana; vedi sopra, n. 15) del Kosovo al regime di occupazione militare serba, resistenza che, se fosse stata capita e sostenuta dalla comunita' degli stati, avrebbe fatto evitare la guerra Nato alla Serbia del 1999, si possono vedere:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Ed Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Ed. EMI, Bologna 1993.
- V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar, Gorle (Bergamo), 1994.
- Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in Religioni e societa', n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Ed. La Meridiana, Molfetta 1997. Il quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione dell'Autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra annunciata, Ed. La Meridiana, Molfetta 1999. L'Abate riprende tutta la vicenda nel suo contributo Il Kossovo e la riconciliazione. Una speranza o una tradizione perduta?, nel libro collettivo gia' citato Teoria e pratica della riconciliazione, Edizioni Qualevita 2009, pp. 55-70. Ancora, L'Abate, nel suo libro L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014, ricapitola la sua esperienza in Kossovo (pp. 56-58; 65-68; 93; 117) per la prevenzione della guerra e la trasformazione nonviolenta dei conflitti.
- Campagna Kossovo, Conflitto e nonviolenza. Dieci anni di impegno, Cdrom a cura di M. Cucci, Bologna, 2003
- P. Fumarola, G. Cartelloni, Il Kossovo tra guerra e soluzioni politiche del conflitto. I care!, Sensibili alle foglie, 2000
- M. Cereghini, Il funerale della violenza. La teoria del conflitto nonviolento e il caso del Kossovo, Ist. Di Sociologia Internazionale, Gorizia 2000.
- Una sintesi di tutta la vicenda storica fino ad oggi e' nell'articolo di Alberto L'Abate e Etta Ragusa, Un'occasione perduta, in Mosaico di pace, giugno 2008, pp. 30-32.
* 25. François Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo Gentiloni, Ed. Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant, considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58). Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della non-violenza, in Il Regno-attualita', n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta' storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994. In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il 1770 e gli anni successivi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la Francia tra il 1957 e gli anni '90.
* 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono un notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995. Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
- Sul maggio cinese, vedi sotto, n. 37.
- AA. VV., Le rose sbocciano in autunno. La rivoluzione nonviolenta dell'89, Quaderni Satyagraha n. 15, Gandhi Edizioni, Pisa 2009.
- Pechino/Berlino: i due Ottantanove, fascicolo di Testimonianze, n. 466-467, luglio-ottobre 2009, pp. 31-134 (infotestimonianze at gmail.com ).
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995. Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra, Milano 1994, p.44. Questo testo riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Ed. Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
(I - Segue)
2. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
3. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 461 del 5 aprile 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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Numero 461 del 5 aprile 2024
In questo numero:
1. Enrico Peyretti: Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente (Parte prima)
2. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
3. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
4. Ripetiamo ancora una volta...
1. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE (PARTE PRIMA)
[Riproponiamo questo testo fondamentale, nel suo piu' recente aggiornamento del 17 marzo 2024.
Enrico Peyretti e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
Indice:
Presentazione
I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-1945 (63 schede)
II. Opere sulla Resistenza al nazifascismo (25 schede)
*
Presentazione
"Gli storicisti debbono riconoscere che sul piano storico non e' vero che il nonviolento perde sempre e il violento vince sempre, se e' vero che i partigiani giudei antiromani furono sopraffatti e venivano crocifissi, e solo si vendico' magnificamente su Cesare uno di questi crocifissi che era per la nonviolenza, e anche Spartaco e i suoi non vinsero affatto; mentre Gandhi ha vinto senza toccare un capello ai soldati inglesi e alle loro famiglie nell'India, e William Penn, quando si presento' con i suoi amici quaccheri ai pellirosse, e senza alcuna arma, i capi gettarono via le proprie armi, e sorse uno stato di pace, a differenza di tutti gli altri dell'America del Nord. Esistono vittorie senza violenza"
(Aldo Capitini, La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunita' 1962, ora in Aldo Capitini, Le ragioni della nonviolenza, Antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Pisa, Edizioni ETS 2004, p. 136)
"Esiste una storia della nonviolenza, che e' anche la storia delle lotte contro la violenza degli "uomini irragionevoli". E' sorprendente che questa storia non abbia maggiormente attirato l'attenzione degli uomini "ragionevoli" che raccomandano e giustificano la violenza".
(Jean-Marie Muller , Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, Edizioni Plus, Pisa University Press, 2004, p. 297)
"E' un'idea malsana che quando c'e' guerra c'e' storia, e non quando c'e' pace. Il sangue risparmiato fa storia come il sangue versato"
(Anna Bravo, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet. Storie di sangue risparmiato, Laterza 2013)
Questa bibliografia non e' una bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Essa comprende fino ad ora 61 gruppi di libri, opuscoli, articoli, nella prima parte e circa 25 nella seconda. Ogni gruppo indica per lo piu' diversi titoli, che quindi arrivano ad essere alcune centinaia.
Questa raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata come appendice ad una mia relazione Possibilita' del pacifismo nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, in dialogo con Norberto Bobbio, il 21 gennaio 1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella relazione, su Testimonianze n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in Effe, rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39. La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche nell'Annuario di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, ed. Asterios, Trieste 2001, pp. 339-352 ed e' comparsa piu' di una volta nel quotidiano telematico La nonviolenza e' in cammino (centropacevt at gmail.com). Una selezione della bibliografia e' pubblicata in Assessorato all'Istruzione, Regione Campania, Ponti di pace sul Mediterraneo, Agenda 2004, a cura di Giuliana Martirani, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi, AQ, 2003. Una versione ridotta e' uscita in appendice al volume (da me tradotto) di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace, editrice Plus, Pisa University Press, 2004. Intera, e via via aggiornata, la bibliografia si dovrebbe trovare ora (ma non sempre nella versione piu' aggiornata) nei seguenti siti: http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=63
http://www.serenoregis.org (e anche direttamente cliccando in Google "Difesa senza guerra"), come nel mio blog: http://enricopeyretti.blogspot.com . Questa bibliografia e' stata pubblicata anche, il 19 aprile 2022, in La Biblioteca di Alessandria, al link http://labibliotecadialessandria.costituenteterra.it/bibliografia-storica-delle-lotte-nonarmate-e-nonviolente/
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte nonarmate e/o nonviolente, alternative alla violenza in conflitti politici acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in questi anni. Dico nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, e nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio, pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto. Queste possibilita' e' dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi negative.
La dominante ideologia della violenza ha di fatto ignorato queste forme di resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Ma anche se non vi fosse alcuna esperienza efficace di lotta nonviolenta, sarebbe un dovere e una necessita' inventare oggi questa lotta, per chi vuole affermare la giustizia senza contribuire all'ingiustizia.
Oltre a singoli ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in History, in Usa, lo European Working Group on Peace Research in History, lo Instituto de la Paz y los Conflictos de la Universidad de Granada, Espana. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr Elise Boulding, Inventare futuri di pace, Ed. Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora dominante, ristretta sull'esclusivo e riduttivo modello armista del monopolio militare.
La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di pubblicazione. La documentazione sulle lotte nonviolente di una determinata regione, o problema, puo' trovarsi indicata in piu' di una delle voci di questa bibliografia. Si consiglia di cercare col programma "trova": per esempio Palestina, palestinesi, oppure Kossovo (o Kosovo), oppure diritti civili.
Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la biblioteca (forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel 011/53.28.24, fax 011/51.58.000; e-mail: info at serenoregis.org ; http://www.serenoregis.org. A questi indirizzi (o a quello del curatore: enrico.peyretti at gmail.com) sara' gradita ogni segnalazione che integri l'attuale aggiornamento. Ringrazio i molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo.
Evidenzio con asterisco * i lavori che mi sembrano di maggiore importanza.
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I. OPERE GENERALI O SU CASI DIVERSI DALLA RESISTENZA 1939-45
1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli, MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, 1989). Riporta casi storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43. Altri casi storici significativi Capitini elenca nel brano citato in epigrafe, tratto da La nonviolenza oggi, Milano, Edizioni di Comunita' 1962.
1 bis. Mulford Q. Sibley, The quite battle - Writings on the theory and practice of non-violent rsistence, pp.386. Beacon Press, Boston, 1963. Sibley era professore di scienze politiche all'Universita' del Minnesota e un forte oppositore della guerra prima di Galtung e Sharp. Il libro e' notevole per la ricchezza di documenti allegati ad ogni personaggio/evento (segnalazione di Piero P. Giorgi).
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta non-violenta del buddismo nel Vietnam, Citta' Nuova Ed., Roma 1970.
* 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'Autore analizza la resistenza morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici.
* 4. M.K. Gandhi Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'Autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia' registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti.
5. AA.VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni.
* 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Ed. Gruppo Abele, Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920, Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino 1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali nazisti nella 2a guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968, Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e 1981, opposizione di Sacharov 1981.
* 8. Gene Sharp (1928-2018), Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel vol I, Potere e lotta, cap.III, pp.133-136, Sharp propone sette spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri precedenti, p. es. Etienne de la Boetie con Tirannia servitu' volontaria, pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita' di controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso da parte della societa' consapevole.
- Nel vol II, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Per oltre 30 anni Sharp ha promosso questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard University.
9. W.H. Conser, R.M. McCarthy, D.J. Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
* 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Ed. Sonda, Torino 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada (1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso, Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi, Claudiana, Torino 1990. Su Mubarak Awad e lo stato attuale delle correnti nonviolente in Palestina: Francesca Paci, La non violenza e' viva, in La Stampa, 22 agosto 2003. (Vedi sotto, il n. 58).
* 12. Sull'importantissimo contributo del movimento femminile e femminista ai metodi nonviolenti di lotta:
- Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, Pergamon, New York 1985), introduzione di Elisabetta Donini, Ed. Gruppo Abele, Torino 1989. Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp. 63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal 1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal 1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone, dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88).
- Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti. Storie e testimonianze su nonviolenza e femminismo, Editrice Intra Moenia, Napoli 2003. Oltre la riflessione problematica sulla predisposizione delle donne alla nonviolenza, il libro - con contributi delle maggiori studiose e guide delle lotte femminili - richiama anche esperienze storiche e contiene un manuale di comportamento per l'azione diretta nonviolenta.
- Si veda anche il n. 7 della seconda parte di questa bibliografia.
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS, Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia nell'800.
* 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Ed. Sonda, Torino 1990 (1984). Il volume e' ripubblicato nel 2008 con prefazione di Elvio Arancio e Luisa Mondo, e Postfazione di Nanni Salio. Anche popolazioni guerriere e feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a capire e vivere la "nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, ed. Gruppo Abele, Torino 1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel 1975.
Sulla rivoluzione nonviolenta in Iran nel 1978-1979, posso segnalare:
- Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (ed. La Meridiana, Molfetta 1993, pp. 163) e' la traduzione della seconda edizione 1989 di Les leçons de l'histoire. Resistances civiles et defense populaire non-violente, in Les dossiers de Non-violence Politique, n. 2, che illustra ampiamente numerosi casi storici di lotte nonviolente (vedi sotto, al n. 23), tra cui anche Iran 1978-79. La traduzione italiana purtroppo esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese che descrivono il sollevamento popolare in Iran 1978-1979, il quale, opponendosi senz'armi all'esercito (in quel tempo il quinto al mondo per potenza) per lunghi mesi, porto' infine alla cacciata dello Scia' senza compiere alcuna violenza, sebbene col sacrificio di centinaia di vittime della repressione. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali. Queste pagine, tradotte da Simona Di Raimondo, dei Traduttori per la Pace, sono disponibili nel mio computer per chi le richiede.
- David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e pace, Ed Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran, nel paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), esamina in breve, sotto questo specifico aspetto, il caso Iran 1979, insieme a vari altri casi storici. Sull'Iran, l'Autore scrive, alle pp. 138-139: "La piu' sorprendente rivoluzione basata sui mezzi di comunicazione del popolo – la cosiddetta "stampa di bazar" - per ironia qualificata "anti-moderna" e' l'esperienza iraniana".
- Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su Le Monde, 18 gennaio 1999, e col titolo Vent'anni dopo, su Internazionale, 19 febbraio 1999.
- Ryszard Kapuscinski ha scritto sull'Iran Sha in Shah (Feltrinelli, 2001). Nell'anno drammatico della rivoluzione, Kapuscinski, il grande viaggiatore, e' in Iran per uno dei suoi piu' brillanti e memorabili reportage, in cerca di risposte: come avviene la rivoluzione in Iran? Quali sono le sue origini? Quali saranno gli esiti? E riesce a temperare la complessa ricostruzione storico-giornalistica con un'appassionante capacita' narrativa.
- Sulla vicenda iraniana ha scritto anche Foucault. Devo ancora rintracciare le indicazioni precise dei suoi scritti.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento Islam, pace, nonviolenza in E. Peyretti, La politica e' pace, ed. Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131.
- Mahmoud Mohamed Taha (1909 o 1911- 1985, Il secondo messaggio dell'Islam, Emi, Bologna 2002. Taha, detto il Gandhi del Sudan, imprigionato dagli inglesi, fu condannato e impiccato come eccessivo riformatore dell'Islam. Il nuovo messaggio e' per lui quello della prima fase del Profeta, alla Mecca, libero dalle compromissioni con le esigenze politiche del periodo di Medina, percio' piu' spirituale e teso alla pace del musulmano "con se' stesso, con il suo Signore, con ogni essere e ogni cosa".
- Ramin Jahanbegloo, Leggere Gandhi a Teheran, I libri di Reset, Ed. Marsilio 2008. L'autore, filosofo iraniano, incarcerato per 5 mesi nel 2006, lavora oggi alla Toronto University, Canada. La sua interpretazione politica di Gandhi ispira una versione del pluralismo che unisce la liberta' alle tradizioni spirituali dell'oriente.
- Cfr anche il n. 24 di questa prima parte della bibliografia, sulla resistenza nonviolenta della popolazione albanese del Kossovo, in gran parte musulmana.
- Cfr anche il n. 59 sulla resistenza civile della popolazione al terrorismo integralista islamista in Algeria.
- Nel corso del 2015, di fronte alle violenze dell'Isis/Daesh, spettacolarizzate piu' che in ogni altra guerra, stanno uscendo numerosi scritti, articoli e piu' ampie pubblicazioni, che distinguono tra Islàm religioso, civile, anche nonviolento, e abuso che ne viene fatto da chi conferisce una giustificazione ideologico-religiosa a feroci lotte di potere.
- Siti consultabili anche sulle pubblicazioni recenti: www.transcend.org (col servizio settimanale di Transcend Media Service).
- Jawdat Said, Vie islamiche alla nonviolenza, Cura e Introduzione di Naser Dumairieh, Prefazione di Adnane Mokrani, Edizioni Zikkaron, Marzabotto (Bo) (koinonia.montesole at gmail.com). Vedi la recensione nel blog http://enricopeyretti.blogspot.it/
- Adel Jabbar, "L'Islam oggi. Jihad, nonviolenza e modernita'", in Claudio Tugnoli (a cura di), Maestri e scolari di non violenza. Riflessioni, testimonianze e proposte interattive, Iprase Trentino, Annali 2000, Franco Angeli, Milano, 2000; Adel Jabbar, "I musulmani di oggi e le sfide globali", in P. Naso, B. Salvarani (a cura di), La rivincita del dialogo. Cristiani e musulmani in Italia dopo l'11 settembre, EMI, Bologna, 2002.; Adel Jabbar, "Appartenenza e Alterita' nell'Islam", in Antonio Genovese (a cura di), Intercultura e Nonviolenza, Clueb, Bologna,2008; Adel jabbar, "Khan, Maestro musulmano di non violenza", Confronti, Roma, anno XXXVI, n.9, 2009; Biancamaria Scarcia Amorettii, Tolleranza e guerra santa nell'Islam, Sansoni Editore, Firenze, 1974.
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini, Ed. La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89.
* 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993, contiene un'ampia bibliografia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang. N. York, 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese, la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M.L. King e mostra dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi organizzativi, sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in Cahiers de la Reconciliation, n.1, 1998.
* 18. Sulle esperienze e ricerche di riconciliazione nella verita' e giustizia, senza violenza, nei conflitti profondi, troviamo anzitutto lavori sul caso della lotta contro la segregazione razziale in Sudafrica, poi su altri casi nel mondo:
- Eugenio Melandri, I protagonisti, Emi, Bologna 1984, contiene anche un breve profilo di Albert Luthuli.
- Michael Cassidy, Politics of Love, con introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991.
- Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold, Vintage Books, New York 1979.
- Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Luthuli, il capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta, proprio nel 1961, quando Luthuli ricevette il premio Nobel per la pace per la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur rispettando l'impegno di Luthuli per la nonviolenza.
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989
- Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana, Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente.
- Per un avvio alla conoscenza di Nadine Gordimer, Vivere nell'interregno, Feltrinelli, Milano 1990.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta', libro autobiografico, Feltrinelli, Milano 1995.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione Verita' e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo èe' pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario dell'Universita' di Torino L'Ateneo, Anno XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilita' di una modifica della concezione del processo penale nel senso di ridurre la violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, manifestolibri ed., Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento tanto della repressione governativa quanto della lotta anti-apartheid condotta in un secondo tempo dall'African National Congress, ma indica l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della commissione, introdotto dal presidente, il vescovo anglicano Desmond Tutu, si vede la scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita' restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000: lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace interetnica, che e' problema della nostra societa'.
- A.M. Gentili, A. Lollini, L'esperienza delle Commissioni per la verita' e la riconciliazione: il caso sudafricano in una prospettiva giuridico-politica, in G. Illuminati, L. Stortoni, M. Virgilio (a cura di), Crimini internazionali fra diritto e giustizia, Torino, Giappichelli 2000, pp. 163-215.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001: "Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120). Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid alla riconciliazione. Dello stesso autore e protagonista di questa vicenda, si veda pure: Anch'io ho il diritto di esistere, Queriniana, Brescia 1985; e Anche Dio ha un sogno, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004.
- Alejandro Bendana, Charles Villa-Vicencio, La riconciliazione difficile. Dalla guerra a una pace sostenibile, Ed Gruppo Abele, Torino 2002. La prima parte del libro, stesa da Villa-Vicencio, direttore dell'Institute for Justice and Reconciliation di Cape Town, analizza con acume critico l'esperienza sudafricana.
- Enrico Peyretti, Una giustizia ricostruttiva: la Commissione Verita' e Riconciliazione in Sudafrica, in Minorigiustizia, rivista interdisciplinare di studi giuridici, psicologici, pedagogici e sociali sulla relazione fra minorenni e giustizia, n. 1-2/2002 (minorigiustizia at dag.it), Pinerolo, febbraio 2003, pp. 214-222. Si tratta di una relazione e ulteriore riflessione attuale sul caso sudafricano e le indicazioni che offre. Ho ripreso e aggiornato queste considerazioni nello scritto Sul processo "Verita' e Riconciliazione" in Sudafrica per uscire dalle violenze dell'apartheid, seguito da schede sui film che trattano questa vicenda, nel libro collettivo Teoria e pratica della riconciliazione, Edizioni Qualevita 2009, pp. 39-50.
- Danilo Franchi, Laura Miani, La verita' non ha colore, Aguzzini e vittime dell'apartheid testimoniano alla Commissione per la verita' e la riconciliazione sudafricana, Edizioni Comedit 2000, Milano 2003. In 200 pagine su 270 il libro riporta ventuno drammatiche testimonianze rese alla Commissione, piu' alcuni documenti tra cui le conclusioni di Desmond Tutu, presidente della TRC.
- Nell'aureo libretto di Carlo Maria Martini e Gustavo Zagrebelsky, La domanda di giustizia, Einaudi 2003, (una serie di Note a margine ho pubblicato in il foglio, n. 307, dicembre 2003, p. 6), il secondo dei due Autori dedica grande attenzione alla vicenda sudafricana (pp. 28-40), che valorizza acutamente. Egli fornisce anche una breve bibliografia, grazie alla quale integro la presente:
- R. A. Wilson, The Politics of Truth and Reconciliation in South Africa. Legitimizing the Post-Apartheid State, Cambridge University Press, Cambridge 2001.
- T. Groppi e X. Philippe, La Democratie imparfaite en Afrique du Sud, in S. Siccardi (a cura di), Le democrazie imperfette, Giappichelli, Torino 2002.
- Missione oggi, mensile dei missionari saveriani, n. 6/2004, giugno-luglio 2004, e' tutto dedicato (pp. 3-47) agli atti del convegno Verita' e Riconciliazione. Lezioni dal Sudafrica, Brescia, 8 maggio 2004, con relazioni di Massimo Toschi, Michael Lapsley, Valerio Onida, e altri, con indicazioni bibliografiche e sitografiche.
- Il film di John Boorman In my country, (2004), racconta questa vicenda sudafricana, ed esprime bene, incarnato da diversi personaggi, il civile concetto africano di Ubuntu, che significa senso di umanita', sentire gli altri come se stessi. Pur col legittimo carattere celebrativo di epopea nazionale, il film rende correttamente il singolare lavoro della Commissione Verita' e Riconciliazione, attraverso toccanti storie personali di vittime e di aguzzini, ora posti faccia a faccia, e sono storie fedeli ai documenti. Il film puo' servire bene a far conoscere al grande pubblico la nuova via sudafricana alla giustizia, nella trasformazione dei conflitti.
- A numerose altre ricerche e azioni di riconciliazione e' dedicato un numero della rivista teologica Concilium, n. 5/2003 (www.queriniana.it). La prima parte tratta di esperienze in Peru', Nepal, Australia, Stati Uniti e Canada (popoli nativi), America Centrale; la seconda parte contiene riflessioni di autorevoli rappresentanti di buddhismo, induismo, ebraismo, cristianesimo; la terza parte offre articoli sulla prospettiva delle Nazioni Unite, sul processo di riconciliazione sociale, sulla religione come risorsa di riconciliazione, sull'amore dei nemici nelle lotte sociali. Una conclusione fa il punto sul movimento verso una cultura di riconciliazione.
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict, Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in IPRI Newsletter n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute, via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011/53.28.24).
20. AA.VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam, Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume (altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente.
* 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel 081/55.10.286, fax Antonino Drago 081/239.45.08) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque Convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (I convegno, Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema 1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali (III convegno, Bologna, nov. 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, (IV convegno, Vicenza, nov. 1994), a cura di A. Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (V convegno, Roma, 4-5 novembre 1995), a cura di A. Drago, Ed. Qualevita, Torre dei Nolfi, 1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico.
* 22. Sulle esperienze di Difesa Popolare Nonviolenta: I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est, Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I precedenti storici (pp. 17-35), che raccoglie molti casi storici.
- Sui fatti dell'Europa orientale nel 1989 (vedi anche sotto, al n. 28): il n. 27 della collana Quaderni della DPN, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite, Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
* 23. Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (gia' citato sopra, al n. 15), illustra ampiamente i casi: Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr 1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire 1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia 1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col libro di Semelin Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte di questa bibliografia. Purtroppo la traduzione italiana esclude anche le tre ampie pagine 81-83 della rivista francese sul sollevamento popolare in Iran 1978-1979, che porto' alla cacciata dello Scia' senza alcuna violenza. Solo dopo il ritorno dell'ayatollah Khomeiny dall'esilio in Francia ci furono violenze civili e statali.
Si possono aggiungere i seguenti altri Quaderni DPN e altre pubblicazioni:
- n. 20 Peace Brigades International: Dossier, 1993.
- n. 32. M.G. Bonollo, Solidarieta' e pace a Sarajevo, Un'esperienza di diplomazia popolare di "Beati i costruttori di Pace", 1997.
- Due libri a cura di Francesco Tullio, La difesa civile e il progetto Caschi Bianchi, F. Angeli, Roma, 2000; Le ONG e la trasformazione dei conflitti. Le operazioni di pace nei conflitti internazionali. Analisi, esperienze, prospettive., Edizioni Associate, Roma, 2002.
- Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, L'attivita' dei volontari civili a protezione delle popolazioni nei territori di guerra, Atti del Convegno 29 marzo 2003, Repubblica di San Marino.
* 24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di popolazione albanese (in massima parte musulmana; vedi sopra, n. 15) del Kosovo al regime di occupazione militare serba, resistenza che, se fosse stata capita e sostenuta dalla comunita' degli stati, avrebbe fatto evitare la guerra Nato alla Serbia del 1999, si possono vedere:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Ed Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Ed. EMI, Bologna 1993.
- V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar, Gorle (Bergamo), 1994.
- Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in Religioni e societa', n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Ed. La Meridiana, Molfetta 1997. Il quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione dell'Autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra annunciata, Ed. La Meridiana, Molfetta 1999. L'Abate riprende tutta la vicenda nel suo contributo Il Kossovo e la riconciliazione. Una speranza o una tradizione perduta?, nel libro collettivo gia' citato Teoria e pratica della riconciliazione, Edizioni Qualevita 2009, pp. 55-70. Ancora, L'Abate, nel suo libro L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014, ricapitola la sua esperienza in Kossovo (pp. 56-58; 65-68; 93; 117) per la prevenzione della guerra e la trasformazione nonviolenta dei conflitti.
- Campagna Kossovo, Conflitto e nonviolenza. Dieci anni di impegno, Cdrom a cura di M. Cucci, Bologna, 2003
- P. Fumarola, G. Cartelloni, Il Kossovo tra guerra e soluzioni politiche del conflitto. I care!, Sensibili alle foglie, 2000
- M. Cereghini, Il funerale della violenza. La teoria del conflitto nonviolento e il caso del Kossovo, Ist. Di Sociologia Internazionale, Gorizia 2000.
- Una sintesi di tutta la vicenda storica fino ad oggi e' nell'articolo di Alberto L'Abate e Etta Ragusa, Un'occasione perduta, in Mosaico di pace, giugno 2008, pp. 30-32.
* 25. François Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo Gentiloni, Ed. Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant, considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58). Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della non-violenza, in Il Regno-attualita', n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta' storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994. In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il 1770 e gli anni successivi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la Francia tra il 1957 e gli anni '90.
* 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono un notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995. Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
- Sul maggio cinese, vedi sotto, n. 37.
- AA. VV., Le rose sbocciano in autunno. La rivoluzione nonviolenta dell'89, Quaderni Satyagraha n. 15, Gandhi Edizioni, Pisa 2009.
- Pechino/Berlino: i due Ottantanove, fascicolo di Testimonianze, n. 466-467, luglio-ottobre 2009, pp. 31-134 (infotestimonianze at gmail.com ).
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995. Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra, Milano 1994, p.44. Questo testo riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Ed. Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
(I - Segue)
2. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
3. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 461 del 5 aprile 2024
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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