[Nonviolenza] Telegrammi. 5162



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5162 del 6 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. "Un tragico errore"
2. "Contro tutte le guerre, contro tutte le stragi". Un incontro di riflessione a Viterbo con Paolo Arena
3. Macco Birocci: Perche' firmare per la presentazione della lista "Pace Terra Dignita'"
4. Raniero La Valle: Quale escalation?
5. Maurizio Acerbo: Campioni dell'oltranzismo atlantista
6. Enrico Peyretti: Un dibattito su pacifismo e nonviolenza (1994)
7. Wikipedia: Roberto Mancini
8. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
9. Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. L'ORA. "UN TRAGICO ERRORE"

Il piu' tragico errore e' la guerra.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. INCONTRI. "CONTRO TUTTE LE GUERRE, CONTRO TUTTE LE STRAGI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO CON PAOLO ARENA

La mattina di giovedi' 4 aprile 2024 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuto un incontro di riflessione sul tema: "Contro tutte le guerre, contro tutte le stragi".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.

3. LETTERE DALLA MONTAGNA. MACCO BIROCCI: PERCHE' FIRMARE PER LA PRESENTAZIONE DELLA LISTA "PACE TERRA DIGNITA'"
[Dal nostro vecchio amico Macco Birocci riceviamo e diffondiamo]

Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Leggo che tra le persone che si candiderebbero con questa lista ve ne sono alcune di grande valore, e tra esse alcuni miei vecchi amici e compagni di lotta.
Mi sembrerebbe una buona cosa che queste persone da sempre concretamente e coerentemente impegnate contro la guerra e contro il fascismo fossero elette al Parlamento Europeo.
Mi sembrerebbe una buona cosa che in un Parlamento Europeo che in questi ultimi anni insieme alle altre strutture decisionali dell'Unione Europea si e' tragicamente prostituito alla guerra assassina, alla militarizzazione assassina, al riarmo assassino, possano essere presenti persone che alla guerra, al militarismo e al riarmo si oppongano con decisione in nome del diritto alla vita di ogni essere umano.
E mi sembra infine una buona cosa anche gia' il semplice fatto che in una campagna elettorale gia' in corso e fin qui dominata dalla infame e scellerata propaganda di forze fasciste, razziste e belliciste assetate di snague innocente si faccia sentire chiara e forte anche la voce di chi al fascismo, al razzismo e alla guerra si oppone.
La lista promossa da Raniero La Valle si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
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Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. L'ORA. RANIERO LA VALLE: QUALE ESCALATION?
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Liberta'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]

Dice il Corriere della Sera, rifacendosi a fonti Nato, che ci vorranno 300.000 uomini dispiegati sul fianco est dell'Europa per combattere la guerra contro la Russia. 100.000 sarebbero gia' in Polonia, gli altri 200.000 dovrebbero essere schierati entro giugno, compresi gli italiani (cosi' si potrebbe inaugurare l'Esercito europeo insieme al nuovo Parlamento di Strasburgo).
Ma perche' questa ineluttabilita' della guerra? Secondo la Repubblica ci sono prove incontestabili dell'escalation che ci starebbe portando al confronto finale. La prima di queste prove sarebbe stato il missile che e' caduto in territorio polacco il 15 novembre 2022, uccidendo due persone. Si credette che fosse russo, ma poi risulto', spiega la Repubblica, che era della contraerea ucraina. E allora dov'e' l'escalation? Il secondo sarebbe stato il ritrovamento da parte della Romania, il 6 settembre 2023, dei rottami di un sospetto drone russo, rottami che secondo il governo avrebbero "seriamente violato" la sovranita' di un Paese Nato. Il terzo casus belli sarebbe stato il fatto che un razzo russo il 24 marzo 2024 avrebbe violato "brevemente" lo spazio aereo della Polonia. E questi sarebbero precedenti da terza guerra mondiale?
Un altro precedente e' stato offerto da due caccia italiani che hanno intercettato, per conto della Polonia e della Nato, due Iliuscin russi che volavano sulle acque internazionali del mar Baltico: ma non avevano "intenzioni ostili", come hanno riconosciuto le autorita' occidentali, sicche' a essere ostili si sono dimostrati piuttosto gli aviogetti italiani.
Queste sono le notizie che ci sono state fornite il giorno di venerdi' santo, quasi a inglobare in un'unica morte quella di Gesu' e quella promessa a popoli interi. A meno che non ci sia nulla di reale in questi vaniloqui, e sia tutta e solo propaganda. Secondo un leggiadro frasario fornito dai giornali quello stesso giorno, potrebbe infatti anche trattarsi non di drammatiche prospettive, ma di "pura propaganda, anzi sterco", roba quindi da non prendersi sul serio. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, parlando dei russi, ha spiegato: "Mio nonno diceva che i migliori venditori di letame ne hanno sempre un campione in bocca. I funzionari russi sono dei bravi venditori". Gli ha risposto la portavoce del ministro degli esteri russo, Maria Zacharova,  che averlo in bocca non e' abitudine dei russi, ma degli americani: "Ora e' chiaro, ha detto, perche' negli Stati Uniti e' comune l'espressione: lavarsi la bocca col sapone".
Allora, guerra mondiale o pura propaganda?

5. RIFLESSIONE. MAURIZIO ACERBO: CAMPIONI DELL'OLTRANZISMO ATLANTISTA
[Ringraziamo Maurizio Acerbo per questo intervento.
Maurizio Acerbo e' segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra europea, e candidato della lista "Pace Terra Dignita'" alle elezioni per il Parlamento Europeo]

Le dichiarazioni a Bruxelles della ministra degli esteri tedesca e leader dei Verdi Annalena Baerbock confermano la deriva di quello che fu un grande partito ecopacifista.
I Verdi tedeschi - formazione ispiratrice dei partiti verdi in tutto il mondo - nacquero come espressione del movimento pacifista ma ormai hanno concluso una deriva che comincio' con il sostegno dei bombardamenti della ex-Jugoslavia nel 1999. Ormai sono il partito della NATO, della guerra e del riarmo. Sono giunti persino ad attaccare Greta Thunberg per il suo sostegno al popolo palestinese bombardato a Gaza. A proposito del loro sostegno a Israele la rivista americana Dissent ha pubblicato un articolo intitolato "Zionism uber alles".
La leader verde arriva al vertice dei ministri degli esteri europei vantando che la Germania ha intrapreso un'enorme riarmo portando la spesa militare al 2,1% del PIL e di aver inviato una brigata in Lituania ai confini con la Russia dimenticando che l'ultima volta che le truppe tedesche andarono da quelle parti fu durante la Seconda Guerra Mondiale e l'Olocausto.
E' totale la convergenza di questi pseudo-verdi con Ursula von der Leyen sul pilastro europeo della difesa che costituisce una palese violazione dei trattati e ovviamente sul fatto che il riarmo europeo deve servire a rafforzare la NATO.
La ministra tedesca, assai sponsorizzata da Washington, ovviamente invita a proseguire nel sostegno militare all'Ucraina.
Il tradimento dei Verdi tedeschi e della maggioranza di quelli europei (negli Stati Uniti mantengono posizioni pacifiste) ricorda quello delle socialdemocrazie nel 1914 arrivando a superarle. Oggi i Verdi in Germania nella coalizione di governo "rosso-verde" sono la componente piu' atlantista e bellicista.
E' davvero superficiale concentrarsi solo sul pericolo dell'estrema destra in Europa. La minaccia per la pace viene dalle scelte sciagurate di tutto l'establishment in cui si sono purtroppo accomodati gli un tempo alternativi Verdi tedeschi come campioni dell'oltranzismo atlantista.

6. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: UN DIBATTITO SU PACIFISMO E NONVIOLENZA (1994)
[Dal libro di Enrico Peyretti, Dialoghi con Norberto Bobbio (Claudiana, Torino 2011) riprendiamo questo testo li' ripubblicato come Appendice 2 alle pp. 187-191, originariamente apparso su "il foglio" n. 207, febbraio 1994 (www.ilfoglio.info).
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Non riferiro' neppure in riassunto le relazioni e gli interventi delle due giornate di studio sul pacifismo, tenute il 21 gennaio e 7 febbraio 1994 presso il Centro Studi Piero Gobetti di Torino, anche nella memoria di Aldo Capitini, nel XXV della sua morte. Le relazioni sono state di Pietro Polito, Quale pacifismo?,  di Norberto Bobbio, I limiti del pacifismo, e mia, Le possibilita' del pacifismo (inteso come pacifismo nonviolento). La discussione, preparata sui testi delle relazioni, e' stata seria e ampia. I nostri lettori hanno visto nei nn. 204 e 205 (Obiezioni al pacifismo nonviolento, che erano tratte da una lettera indirizzatami dal prof. Bobbio) l'origine di questo dibattito. Faro' qui soltanto alcune osservazioni sui punti del dibattito a mio parere piu' interessanti e controversi.
1. Il fine ultimo e' la pace o la liberta'? Si puo' condannare una guerra per la liberta'? Piu' che condannarla, i nonviolenti la giudicano inadeguata, inferiore, controproducente. La pace e' alternativa alla liberta' solo se e' pace senza liberta': ma allora non e' vera pace! A me pare che nell'orizzonte dei fini ultimi tutti i valori si incontrino, l'uno integri l'altro, siano diversi nomi o aspetti di un unico bene. Il problema non e' tanto nel fine ultimo, che, in ogni suo lato, e' qualcosa di assoluto, quanto nei mezzi. La nonviolenza intende usare mezzi omogenei al fine, cosi' anticipando, sia pure gradualmente, il fine nel mezzo. Per questo motivo non puo' giustificare la guerra. La quale, anche quando e' fatta per un fine buono, frustra o avvelena il risultato. Questo e' un dato di esperienza. Bisogna utilizzare e ampliare gli studi che confrontano seriamente gli effetti lunghi e generali delle guerre con quelli delle lotte nonviolente.
2. Qual e' il rapporto tra pacifismo istituzionale e nonviolenza? Non c'e' contrasto se non si fraintende la nonviolenza come soltanto individuale e passiva. La nonviolenza cerca di realizzarsi in istituzioni (p. es. l'organizzazione della difesa popolare nonviolenta, almeno in aggiunta a quella militare). Le istituzioni politiche democratiche tolgono o limitano la violenza, pur usandola nei limiti della legittimita' e della legalita'. Ma non tutte le istituzioni sono tali. La guerra (rimessa recentemente in auge) e' produzione istituzionale di violenza estrema, col motivo di toglierla: essa contraddice nella sostanza la politica e la democrazia. Superare questa atroce contraddizione deve diventare lo scopo comune ad ogni ricerca di pace. La cultura politica deve qualificarsi nella costruzione delle alternative alla guerra. La nonviolenza contribuisce ponendo la basi della pace non solo nel potere che sorveglia e punisce, non solo nella partecipazione dei cittadini sovrani, ma la fonda con fiducia ed impegno nell'animo delle persone, e completa la democrazia nei conflitti in cui le regole di questa non bastano. La nonviolenza va dall'intimo al politico. Bobbio ha dato atto che i nonviolenti oggi sono realisti e responsabili e, proponendo la difesa nonviolenta, chiedono al pacifismo istituzionale un ulteriore passo avanti, nonostante le difficolta' della nonviolenza collettiva.
3. L'immagine di guerra e di pace che ci danno i media e' deformata da molti fattori e interessi. Ci sono molte guerre ignorate, anche tanto piu' cruente di quelle che ci commuovono e indignano perche' le vediamo. Eppure, possiamo concludere che la realta' quotidiana e la storia umana sono fatte di violenza e di guerra? Dobbiamo dire che il mondo e' dominato dalla volonta' di potenza? Si', ma senza farne un'affermazione totale, quasi metafisica, che impedisca di vedere cio' che, nonostante tutto, sorregge la vita e la storia. Se non ci siamo ancora distrutti, e' perche' la storia reale non e' quella dei potenti e prepotenti, e' perche' la collaborazione quotidiana delle persone semplici sostiene e ricrea l'esistenza. La pace e' il tessuto, la guerra e' lo strappo entro l'ampio tessuto. Il dolore non annulla la vita. Chi lotta per la pace con fede nel senso del suo impegno, sa che il bene e' piu' forte del male. Antiche come le montagne, diceva Gandhi, sono la verita' e la nonviolenza. C'e' un fondamento, che e' la nostra risorsa. Cosi' in ogni uomo, sotto ogni male, puo' essere ritrovata una luce di coscienza. Anche di fronte alla morte, le meditazioni piu' alte ed essenziali delle sapienze umane non lasciano senza speranza. Non si tratta soltanto di religioni istituite e autoritarie, che gli spiriti critici non accettano, ma di echi universali del cuore umano, che sonda il mistero che ci avvolge. La forza di sperare e' una componente della lotta per la pace, per non cedere alla violenza eretta in sistema. Ma senza mai sottrarsi alla dura lezione dei fatti, senza ignorarne la drammaticita'.
4. Puo' la nonviolenza essere accusata di contribuire ad aumentare la violenza, lasciandole campo libero? Certo, se e' passiva e inerte, se e' astratta regola purista. Ma la prima caratteristica dell'autentica ricerca nonviolenta e' di farsi attiva, di essere lotta per fini giusti con mezzi giusti. Quando e dove questa nonviolenza ha accresciuto la violenza, su tempi ragionevolmente ampi?
5. La nonviolenza non e' soltanto pacifismo, non combatte solo la guerra, ma tutte le forme di violenza diretta, strutturale, culturale. Non le basta certo la quiete delle armi in una societa' ingiusta, dunque violenta. La maggioranza delle lotte nonviolente sono state fatte per la giustizia, piu' che per la pace. La violenza diretta puo' essere privata o pubblica, e questa di parte (p. es. il partito armato) o di Stato (contro i cittadini o contro un'altra parte dell'intera polis umana). La violenza strutturale e' ogni forma di ingiustizia stabilita, camuffata nella normalita' e persino celebrata. La violenza culturale e' quella introiettata nelle menti col pregiudizio, coi miti di superiorita' razziale, culturale, sessuale, religiosa o d'altro genere, col culto della forza. La nonviolenza è un David che lotta contro questo Golia, ma la sua fionda mite è l’appoggio nella verità umana che dorme contraddetta anche nell’uomo violento, come la violenza potenziale sta in ognuno di noi. Non c'e' una "razza" violenta, ma un comune problema di umanizzarci. L'impresa e' enorme e lunga. Non so se e' piu' ridicolo o piu' perfido il pretendere (da parte di certi sentenziosi commentatori che danno per morto il pacifismo mentre avallano le politiche di guerra) che i nonviolenti fermino la guerra in Bosnia per riconoscerli come esistenti, sinceri, attivi.
6. Senza dubbio, la tragedia della Bosnia sfida ogni discorso pacifista. Sfida altrettanto ogni fiducia nella guerra risolutiva contro la guerra. La discussione del 7 febbraio avveniva sotto l'impressione della strage al mercato di Sarajevo, di due giorni prima. Ma abbiamo ricordato che stragi quotidiane molto piu' numerose avvengono nel mondo, fuori dall'attenzione selettiva dei media. Invece l'intervento militare in Bosnia (ormai la Nato, mentre scrivo, ha dato l'ultimatum) sembra doveroso rimedio alle precedenti omissioni. Ma si puo' ragionevolmente prevedere che riduca e non accresca la devastazione umana? Risulta alto il tremendo rischio di estendere il conflitto ad altri paesi. La responsabilita' chiede di non porre atti con conseguenze irreversibili.
Johan Galtung ha proposto, nella conferenza del 29 novembre 1993 nella nostra Universita', alcune vie concrete per agire nell'ex-Iugoslavia: 1) valorizzare internazionalmente i movimenti pacifisti locali (all'inizio piu' forti, oggi indeboliti), specialmente di donne, che i media hanno ignorato esaltando invece i leaders violenti; 2) fare una conferenza permanente dei signori - e delle signore - della pace, e non, come quella di Ginevra, degli statisti che hanno dato occasione al conflitto, insieme ai signori della guerra; 3) entri in campo la societa' civile, perche' gli stati sono poco intelligenti, capiscono solo il discorso angusto, militar-economico, mentre i problemi sono di cultura (storia, religione): su di essi si interviene col dialogo permanente, senza ultimatum, e col chiedere pubblicamente scusa degli errori e colpe storiche, anche lontane (p. es. il Papa agli Arabi per le crociate; e, aggiungo, l'Italia alla Libia per il colonialismo); intervenga molto personale civile, al 50% di donne, preparato alla mediazione, formato alla nonviolenza, che conosca anche il sistema militare.
L'incendio della casa si deve prevenire. Spegnerlo e' molto, molto piu' difficile. E' cio' che si vorrebbe. Ma la tragedia va evitata, non inseguita. Si puo' anche agire sul fuoco, ma con l'acqua, non con la benzina. Con l'acqua degli interventi detti sopra. Anche con soldati, ma molto numerosi, dotati di armi leggere, rappresentativi davvero della intera comunita' dei popoli, e non di una coalizione di stati e dei loro interessi; soldati educati come poliziotti protettori e mediatori, non cultori della soluzione armata. Quante politiche agiscono in questa direzione? Non si puo' gettare benzina sul fuoco dicendo di volerlo spegnere. Galtung ha illustrato bene la "stupidita'" degli stati con un proverbio di qualita' biblica: "Chi ha in mano un martello vede il mondo come un chiodo".
7. E' necessario che gli studi per la pace trovino spazio e mezzi nelle Universita'. C'e' una tradizione torinese di questi studi, che e' viva, e merita che si pensi all'istituzione di una cattedra specifica, come in tantissime universita' nel mondo, nel quadro delle scienze politiche.

7. PROFILI. WIKIPEDIA: ROBERTO MANCINI
[Da Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo e diffondiamo.
Roberto Mancini, prestigioso filosofo e docente di filosofia teoretica all'Universita' di Macerata, pensatore della nonviolenza e dell'economia trasformativa, e' candidato alle elezioni per il Parlamento Europeo nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Roberto Mancini (Macerata, 28 dicembre 1958) e' un filosofo italiano e professore ordinario di filosofia teoretica.
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Biografia
Roberto Mancini si e' laureato in Filosofia nel 1981 all'Universita' di Macerata con 110 e lode con la guida del prof. Giovanni Ferretti; si e' poi specializzato in Filosofia nel 1983 all'Universita' di Urbino con il prof. Italo Mancini; ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1986 presso l'Universita' di Perugia svolgendo le sue ricerche, nello stesso periodo (1983-1986), anche presso la Goethe-Universitaet di Frankfurt am Main sotto la guida del prof. Karl-Otto Apel.
E' professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l'Universita' di Macerata. Dal 2011 al 2017 ha insegnato Economia Umana e Filosofia dello sviluppo sostenibile presso l'Accademia di Architettura dell'Universita' della Svizzera Italiana a Mendrisio. All'Universita' di Macerata ha ricoperto gli incarichi di presidente del Corso di Laurea in Filosofia, dal 2004 al 2010, e di Vice Preside della Facolta' di Lettere e Filosofia, dal 2006 al 2012. Dal 2022 e' direttore del Dipartimento di Studi Umanistici. E' stato membro del Direttivo dell'Universita' per la Pace delle Marche. Dal settembre 2019 e' direttore della Scuola di Economia Trasformativa dell'Universita' per la Pace delle Marche.
Collabora stabilmente con le riviste "Servitium" (1), "Ermeneutica Letteraria" (2), "Altreconomia" (3) e "Fenomenologia e societa'" (4). Dirige la collana "Orizzonte Filosofico" (5) e la collana "Tessiture di laicita'" presso la Cittadella editrice di Assisi. Dal settembre 2008, per un anno, ha tenuto sul quotidiano "Avvenire" la rubrica settimanale "Sentire la speranza" (6). E' stato membro del Comitato scientifico della Scuola di Pace della Provincia di Lucca e del Comitato Scientifico della Scuola di Pace del Comune di Senigallia. Collabora da anni con il Centro Volontari per il Mondo (7) di Ancona, con il Coordinamento Nazionale delle Comunita' di Accoglienza (CNCA), con la Comunita' di Bose, con la Rete di Economia Solidale, con il Gruppo Abele. Nel novembre 2009 ha ricevuto il premio "Zamenhof - Voci della pace" dall'Associazione Italiana per l'Esperanto e dalla Regione Marche.
Dal 2012 al 2016 ha svolto i seminari di "Officina del pensiero critico" presso il Master EMBA dell'Universita' LUISS "Guido Carli" di Roma.
Nel 2020 e' stato tra i fondatori del movimento "Dipende da Noi", sorto con la volonta' di dare un contributo per rinnovare la politica, per creare un canale tra la parte piu' impegnata della societa' civile e le istituzioni regionali, per dare voce ai gruppi, alle associazioni di volontariato e ai singoli presenti in tutto il territorio delle Marche (8). Attualmente e' il Coordinatore Regionale.
Il 19 ottobre 2023 l'Associazione culturale Anassilaos di Reggio Calabria gli conferisce la XXXV edizione del Premio Anassilaos "Magna Grecia".
Ha pubblicato oltre 300 articoli di etica, antropologia filosofica, teorie della verita', filosofia della religione, filosofia della politica e dell'economia.
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Pensiero
I primi anni della ricerca
Gli interessi, gli autori di riferimento e le prospettive aperte dalla ricerca di Roberto Mancini sono innumerevoli e difficilmente riassumibili in categorie definite e definitive. Il suo pensiero e' alimentato costantemente dalla ricerca di esempi che aiutino la filosofia ad interpellare e orientare sapientemente la vita, favorendo cosi' il rinnovamento della societa', la costruzione di una nuova economia e l'attuazione dei diritti umani. Inizialmente si confronta con la filosofia di Marx, si avvicina agli esponenti della Scuola di Francoforte e dedica la sua ricerca all'etica della comunicazione di Karl-Otto Apel, il quale lo indichera' tra gli studiosi italiani piu' originali che hanno proseguito la sua opera in Italia (9). Nel frattempo Mancini sviluppa un'interessante teoria della verita' non intesa come adeguamento o evidenza ma come "teoria dialogica". Secondo questa teoria la verita' sarebbe "sovrabbondante, partecipabile, interpellante, vivente" e sarebbe l'anima di ogni dialogo. Quest'ultimo, reciprocamente, quando si svolge con gli altri, non accade tanto "sulla" verita' ma e' anche sempre un dialogo con la verita'.
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Pensiero politico e critica della globalizzazione
Agli inizi degli anni 2000 cresce l'interesse per i temi riferiti alla critica del modello imperante della globalizzazione, su scala mondiale, fino ad incontrare i percorsi filosofici di Gandhi, di Aldo Capitini e di Emmanuel Levinas: tre fonti fondamentali per comprendere e vivere l'amore politico nonviolento. L'ipotesi di Mancini e' che l'amore interpersonale possa e debba essere dilatato in forme collettive e che la vicenda della nonviolenza possa valere per l'essere umano come una parabola, come un racconto che ci riguarda direttamente. Sempre in quegli anni scopre la profonda vicinanza tra il suo pensiero e quello della filosofa andalusa Maria Zambrano, che lo accompagna verso la maturazione della certezza che ogni essere umano e' al mondo per completare la propria nascita di persona originale, unica, infinitamente preziosa e per partecipare alla gestazione di una societa' umanizzata. Dalle riflessioni zambraniane viene l'invito a pensare una via percorribile per il cambiamento del sistema capitalista vigente. Mancini individua tale via nella interazione di tre svolte essenziali. La prima e' la svolta spirituale che conduce oltre il mito del capitalismo e scaturisce dall'incontro tra le sapienze antropologiche delle culture del mondo. La seconda svolta e' metodologica e implica la riorganizzazione dell'economia: un nuovo pensiero a riguardo potra' fiorire grazie all'apporto dei modelli alternativi sia al capitalismo che al socialismo reale. L'ultima svolta e' culturale e politica. E' la svolta che si nutre del potenziale motivazionale di un'etica del bene comune e della forza trasformativa di una politica che sviluppi la democrazia attraverso la prassi della giustizia restitutiva dei diritti.
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Impegno per la Verita' e dialogo con il Cristianesimo
Tale via verso il cambiamento mantiene sempre come orizzonte quel dialogo con la Verita' che Mancini indaga fin dall'inizio del suo percorso filosofico e che si approfondisce anche come dialogo con il Cristianesimo. Numerosi sono, in effetti, gli studi che indagano la promessa di compimento e di salvezza che e' al centro del Cristianesimo e che sollecitano a vivere la laicita' come metodo che permette di convivere, abitando insieme la terra, in modo che ogni cultura o fede possa riconoscersi impegnata con le altre nella costruzione di una convivenza finalmente giusta. Da questo costante dialogo scaturisce la rilettura filosofica della fede cristiana, muovendo dalla riconsiderazione dell'alternativa tra religione e fede, tra la rappresentazione di un dio immaginario e l'adesione al Padre di Gesu'. L'approccio e' quello di una filosofia della fede che cerca di chiarire il senso del credere e le sue conseguenze per l'esistenza e per la storia. I temi affrontati riguardano pertanto lo statuto antropologico e conoscitivo della fede, l'esperienza umana del tempo, il confronto con la morte, la fisionomia di un cristianesimo fedele che sappia assumere la centralita' della risurrezione. Egli punta a riscoprire le evidenze della fede che spesso restano non viste o fraintese per il sedimentarsi, nella coscienza collettiva, di una serie di ovvieta' che sono dette "cristiane" e non lo sono. La radicalita' della novita' di Gesu', il rifiuto del regime sacrificale e l'adesione alla misericordia amorosa di Dio, la nonviolenza della fede, la logica del dono e lo scandalo dell'amore gratuito, la filialita' di Dio sono alcune delle svolte essenziali che permettono di uscire dalla rassegnazione e dalla dispersione e mostrano la soglia d'accesso che libera dal vivere solo per se stessi e proiettano verso una vita dedicata e condivisa, che da' riscontro concreto all'universale aspirazione umana alla felicita'.
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L'impegno filosofico e il contributo teoretico
Nel suo percorso di ricerca teoretica, confrontandosi con Husserl Mancini sottolinea come il pensiero filosofico di quest'ultimo si qualifichi non sul piano della costruzione arbitraria di teorie, quanto piuttosto come un'autentica conoscenza capace di arrivare al cuore della realta' e al senso della verita'; dialogando con Hegel mette in luce alcune indicazioni preziose per riprendere il cammino verso una forma di societa' liberata dal pericolo, tipico della societa' globalizzata, di perdere la propria integrita' spirituale e di lasciarsi sopraffare dal dominio delle logiche di potere. Ed e' aprendosi all'esempio di Gandhi che Mancini giunge a mostrare come la sperimentazione, sia spirituale sia politica, gandhiana conduca oltre il principio del potere, sprigionando l'efficacia dell'amore, assunto come la forza fondamentale dell'esistenza. Il Mahatma e' per Mancini, interessato alla ricerca di una vita sensata, fonte di ispirazione e di concretezza. Ispirazione, per l'adesione a uno spirito di verita' e di giustizia senza il quale non si puo' vivere umanamente. Concretezza, per la scoperta di come la via della nonviolenza possa aprirsi nel cuore dei conflitti e nella comune quotidianita'.
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Opere principali
L'uomo quotidiano. Il problema della quotidianita' nella filosofia marxista contemporanea, Genova, Marietti, 1985.
Linguaggio e etica. La semiotica trascendentale di Karl-Otto Apel, Genova, Marietti 1988.
Comunicazione come ecumene, Brescia, Queriniana, 1991.
L'ascolto come radice: teoria dialogica della verita', Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1995 (II edizione 2009).
Esistenza e gratuita'. Antropologia della condivisione, Assisi, Cittadella 1996 (II edizione 2009).
Il dono del senso, Assisi, Cittadella 1999.
Il silenzio, via verso la vita, Magnano, Edizioni Qiqajon - Comunita' di Bose, 2002.
Senso e futuro della politica. Dalla globalizzazione a un mondo comune, Assisi, Cittadella, 2002.
L'uomo e la comunita', Magnano, Edizioni Qiqajon - Comunita' di Bose, 2004.
Il senso del tempo e il suo mistero, Rimini, Pazzini 2005.
L'amore politico: sulla via della nonviolenza con Gandhi, Capitini e Levinas, Assisi, Cittadella editrice, 2005.
Esistere nascendo: la filosofia maieutica di Maria Zambrano, Troina, Edizioni Citta' Aperta 2007 (nuova edizione Assisi, Cittadella editrice, 2009).
La buona reciprocita'. Famiglia, educazione, scuola, Assisi, Cittadella editrice, 2008.
Desiderare il futuro. Fede cristiana e unita' della speranza umana, Rimini, Pazzini, 2008.
L'umanita' promessa. Essere cristiani nell'eta' della globalizzazione, Magnano, Edizioni Qiqajon - Comunita' di Bose, 2009.
La laicita' come metodo. Ragioni e modi per vivere insieme, Assisi, Cittadella editrice, 2009.
Il servizio dell'interpretazione. Modelli di ermeneutica nel pensiero contemporaneo, Trapani, Edizioni Il Pozzo di Giacobbe, 2010.
Idee eretiche. Per un'economia della cura, delle relazioni e del bene comune, Milano, Edizioni Altreconomia, 2010.
Sperare con tutti, Magnano, Edizioni Qiqajon - Comunita' di Bose, 2010.
Per un'altra politica. Scegliere il bene comune, Assisi, Cittadella editrice, 2010.
Il senso della fede. Una lettura del cristianesimo, Brescia, Queriniana, 2010.
Visione e verita'. Un viaggio nella fenomenologia attraverso le "Ideen I" di Edmund Husserl, Assisi, Cittadella editrice, 2011.
La logica del dono. Meditazioni sulla societa' che credeva d'essere un mercato, Padova, Edizioni Messaggero, 2011.
Per un cristianesimo fedele. La gestazione del mondo nuovo, Assisi, Cittadella editrice, 2011.
Le logiche del male. Teoria critica della societa' e rinascita etica, Torino, Rosenberg & Sellier, 2012.
Teologia o violenza, Citta' di castello, Edizioni L'Altrapagina, 2012.
Dalla disperazione alla misericordia. Uscire insieme dalla crisi globale, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2012.
S come solidarieta', Assisi, Cittadella editrice, 2013.
Trasformare l'economia. Fonti culturali, modelli alternativi, prospettive politiche, Milano, Franco Angeli editore, 2014 (tr. fr. Transformer l'economie, Paris, L'Harmattan, 2016).
Obbedire solo alla felicita', Romena, Edizioni della Fraternita' di Romena, 2014.
La nonviolenza della fede. Umanita' del cristianesimo e misericordia di Dio, Brescia, Queriniana, 2015.
Ripensare la sostenibilita'. Le conseguenze economiche della democrazia, Milano, Franco Angeli editore, 2015.
Orientarsi nella vita, Magnano, Edizioni Qiqajon - Comunita' di Bose, 2015.
Il senso della misericordia, Romena, Edizioni della Fraternita' di Romena, 2016.
Scegliere l'accoglienza, Magnano, Edizioni Qiqajon, 2016.
Liberta', Romena, Edizioni della Fraternita' di Romena, 2016.
Esperimenti con la liberta'. Coscienza di se' e trasformazione dell'esistenza, Milano, Franco Angeli, 2017.
La fragilita' dello Spirito. Leggere Hegel per comprendere il mondo globale, Milano, Franco Angeli, 2019.
Utopia. Dall'ideologia del cambiamento all'esperienza della liberazione, Verona, Gabrielli editori, 2019.
Trasformare la vita. Dalla rassegnazione alla liberta', Romena, Edizioni della Fraternita' di Romena, 2019.
Filosofia della salvezza. Percorsi di liberazione dal sistema di autodistruzione, Macerata, Edizioni dell'Universita' di Macerata, 2019.
Gandhi. Al di la' del principio di potere, Milano, Feltrinelli, 2021.
Critica e liberta'. Guida alla "Critica della ragion pura" di Immanuel Kant, Macerata, Edizioni dell'Universita' di Macerata, 2021.
Il lavoro siamo noi. Verso una conversione di civilta', Bergamo, Edizioni Cooperativa Achille Grandi, 2022.
Oltre la guerra. Le vie della pace tra filosofia e teologia, Torino, Effata Edizioni, 2023 (con Brunetto Salvarani).
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Opere in collaborazione
Etiche della mondialita', Assisi, Cittadella editrice, 1997.
I saperi della liberazione, Trapani, Il pozzo di Giacobbe, 2015.
Nascere di nuovo, Bergamo, Edizioni Aeper, 2015.
Solidarieta': una prospettiva etica, a cura di G. Cunico e A. Bruzzone, Milano, Mimesis, 2017.
Per una democrazia post-razziale, Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 2021.
La giustizia accogliente, Milano, Franco Angeli, 2022.
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Note
1. Riviste e Abbonamenti Archivi, su Servitium editrice. URL consultato il 2 gennaio 2023.
2. LibraWeb - The Online Integrated Platform of Fabrizio Serra editore, Pisa-Roma, su www.libraweb.net. URL consultato il 2 gennaio 2023.
3. Rivista, su Altreconomia. URL consultato il 2 gennaio 2023.
4. Fenomenologia e societa', su FrancoAngeli. URL consultato il 2 gennaio 2023.
5. Collana Orizzonte filosofico, Editore Cittadella libri, testi, su LibreriadelSanto.it. URL consultato il 2 gennaio 2023.
6. Sentirsi - sentire. Una speranza per l'avvenire. Sul giornale dei vescovi, l'avvio di una rubrica di Roberto Mancini - a cura di Federico La Sala, su www.lavocedifiore.org. URL consultato il 2 gennaio 2023.
7. CVM - Comunita' Volontari per il Mondo - Un ponte tra le persone ed i popoli, su cvm.an.it. URL consultato il 2 gennaio 2023.
8. Dipende da Noi, su Dipende da Noi. URL consultato il 5 gennaio 2023.
9. K.-O. Apel, Etica della comunicazione, Jaca Book, Milano 1992, p. 94.
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Bibliografia
Paola Mancinelli, L'amore politico. Sulla via della nonviolenza con Gandhi, Capitini e Levinas di Roberto Mancini, 30 aprile 2006 (1).
Massimo Orlandi, "La liberta'" e le parole aperte e sapienti di Roberto Mancini, 19 agosto 2016 (2).
Stanislaw Suwinski, Roberto Mancini, Il senso della misericordia, in Collectanea Theologica 86(3):244, 2017. DOI: https://doi.org/10.21697/ct.2016.86.3.10
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Collegamenti esterni
https://www.manciniroberto.it/biografia-roberto-mancini-filosofo/
https://docenti.unimc.it/roberto.mancini
https://www.vitaepensiero.it/autore-roberto-mancini-102834.html
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Note alla bibliografia
1. Paola Mancinelli, Recensione a Roberto Mancini, L'amore politico. Sulla via della nonviolenza con Gandhi, Capitini e Levinas, in Dialegesthai, vol. 8, 30 aprile 2006. URL consultato il 2 gennaio 2023.
2. Massimo Orlandi, "La liberta'" e le parole aperte e sapienti di Roberto Mancini, su Prendi il largo, 19 agosto 2016. URL consultato il 5 gennaio 2023.

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

9. APPELLI. KAIROS PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
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Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
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Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
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A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
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Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
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Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
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Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
*
Il comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 17 marzo 2024
Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Rocco Dedda, La geometria piana, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 6,99.
*
Riletture
- Augusto Cavadi, Essere profeti oggi, Edizioni Dehoniane Bologna, Bologna 1996, pp. 102.
- Augusto Cavadi, Ripartire dalle radici, Cittadella, Assisi 2000, pp. 136.
*
Gialli
- Gian Mauro Costa, Mercato nero, Sellerio, Palermo 2020, Gedi, Torino 2024, pp. 234, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Christian Frascella, L'assassino ci vede benissimo, Einaudi, Torino 2020, 2021, Gedi, Torino 2023, pp. 316, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Fabiano Massimi, Vivi nascosto, Mondadori, Milano 2022, Gedi, Torino 2024, pp. 286, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
*
Maestre
- Annie Ernaux, Gli anni, L'orma, 2015, Rcs, Milano 2023, pp. 288.
- Nawal al Sa'dawi, Firdaus storia di una donna egiziana, Giunti, Firenze 2001, pp. 128.
- Christa Wolf, Cassandra, Edizioni e/o, Roma 1984, pp. 160.
- Christa Wolf, Premesse a Cassandra, Edizioni e/o, Roma 1984, pp. 176.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5162 del 6 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com