[Nonviolenza] Telegrammi. 4921



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4921 del 9 agosto 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Pasquale Pugliese: La responsabilita' del male. Le vittime di Hiroshima e Nagasaki, piu' una
2. Yurii Sheliazhenko: I pacifisti non sono nemici
3. Movimento Nonviolento: Caso Sheliazhenko, il Movimento Nonviolento scrive una lettera di difesa: "Se Yurii e' colpevole, lo siamo anche noi"
4. Peacelink: Domani il pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko subira' un interrogatorio a Kiev per la sua attivita' contro la guerra
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
7. Una minima notizia su Leonard Peltier
8. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
9. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: LA RESPONSABILITA' DEL MALE. LE VITTIME DI HIROSHIMA E NAGASAKI, PIU' UNA
[Riceviamo e diffondiamo]

Questo settantottesimo anniversario delle bombe atomiche statunitensi su Hiroshima e Nagasaki si svolge a poco piu' di un mese dal quarantacinquesimo anniversario dalla morte di quella che fu definita dal filosofo Guenther Anders "l'ultima vittima di Hiroshima", ossia il maggiore Claude Eatherly comandante dell'aereo che al mattino del 6 agosto 1945, dopo aver sorvolato Hiroshima, diede il via all'operazione di sganciamento della bomba atomica. E' una storia sostanzialmente oggi rimossa, che va raccontata ancora perche' riguarda anche il nostro presente e il nostro rapporto con la guerra.
Ricordiamo brevemente i fatti. Sempre di piu' gli storici che hanno potuto esaminare i documenti desecretati riconoscono che il governo giapponese era pronto ad arrendersi circa un mese prima che piovesse la prima bomba atomica, e sicuramente prima che arrivasse anche la seconda, ma il presidente USA Harry Truman - che era da poco succeduto a Roosevelt - non intendeva dissipare i risultati della costosissima tecnologia messa a punto segretamente con il progetto Mahanattan, guidato dal fisico Julius S. Oppenheimer - sul quale e' in uscita in Italia l'atteso film di Critopher Nolan - e diede ugualmente il via allo sganciamento delle due bombe nucleari. "La vera posta in gioco" - scrisse Zygmunt Baumann su quella decisione - "puo' essere facilmente dedotta dal trionfante discorso presidenziale il giorno successivo alla distruzione di centinaia di migliaia di vite a Hiroshima: "Abbiamo fatto la scommessa scientifica piu' audace della Storia, una scommessa da due miliardi di dollari - e abbiamo vinto!"" (vedi Le sorgenti del male, 2021). Tre giorni dopo la stessa funesta scommessa venne riversata anche su Nagasaki: 220.000 vittime dirette delle due esplosioni, quasi esclusivamente civili inermi, e circa altre 150.000 vittime successive per le conseguenze delle radiazioni nucleari. Il piu' grande e impunito crimine di guerra della storia dell'umanita'.
Alla fine della guerra tutti i piloti degli equipaggi nucleari vennero celebrati in patria come... "portatori di pace", ma Claude Eathery si sottrasse alle oscene cerimonie e cadde in una depressione dovuta al sovrastante senso di colpa per l'immensa distruttivita' dell'operazione militare alla quale aveva contribuito personalmente, seppur come ingranaggio di un meccanismo che lo sovrastava. La sua vicenda umana successiva alla guerra vide Eatherly compiere tentativi di suicidio e azioni di criminalita' comune per essere riconosciuto socialmente colpevole, anziche' eroe, finendo invece per essere considerato malato di mente e rinchiuso nell'ospedale psichiatrico militare. Sempre piu' recluso e isolato, man mano che prendeva consapevolezza della necessita' di gridare a tutti la propria colpa - e la necessita' di espiarla - e con essa quella della macchina politico-militare che l'aveva resa possibile, accettabile e celebrata.
Questo processo di crescente chiarificazione etica individuale, che smascherava la violenza dei "buoni", fu favorito e supportato anche dal carteggio con il filosofo tedesco Guenther Anders che, venuto a conoscenza del "caso Eatherly", avvio' uno straordinario scambio epistolare con il pilota rinchiuso in manicomio che disvelo' la dinamica della rimozione morale della responsabilita'. "Il metodo usuale per venire a capo di cose tropo grandi" - scrisse Anders nella prima lettera ad Eatherly del 3 giugno 1959 - "e' una semplice manovra di occultamento: si continua a vivere come se niente fosse; si cancella l'accaduto dalla lavagna della vita, si fa come se la colpa troppo grave non fosse nemmeno una colpa". Non solo come meccanismo di difesa individuale ma, nel caso della guerra in generale e della guerra atomica in particolare, come meccanismo di difesa della comunita' rispetto al senso di colpevolezza collettivo. Se malato di mente e' colui che ne prova vergogna e dolore la politica e la societa' che lo hanno voluto e consentito ne risultano sane. Ecco perche' i medici, scrive ancora Anders a Eatherly, "si limitano a criticare, invece dell'azione stessa, la Sua reazione ad essa; ecco perche' devono chiamare il Suo dolore e la Sua attesa di un castigo una "malattia" ed ecco perche' devono considerare e trattare la Sua azione un "self-imagined wrong", un delitto inventato da lei" (vedi L'ultima vittima di Hiroshima, 2016).
Eatherly finira' i suoi giorni nel manicomio militare per essersi voluto assumere le proprie responsabilita' in un contesto di generalizzata deresponsabilizzazione morale dei vincitori, "buoni" per definizione e per sempre. Non a caso, il carteggio tra il filosofo Anders e il pilota di Hiroshima era una delle letture che si svolgevano a Barbiana, dove don Milani insegnava che nell'epoca della distruzione atomica "l'obbedienza non e' ormai piu' una virtu', ma la piu' subdola delle tentazioni". Non a caso, mentre si ricorda la "banalita' del male" di Adolf Heichmann, ossia il suo disimpegno morale, descritta da Hannah Arendt, e' stata rimossa l'opprimente responsabilita' del male di Eatherly, che ci mette di fronte alle nostre responsabilita'. Soprattutto oggi che le potenze nucleari - invece di sottoscrivere il Trattato ONU per la proibizione delle armi nucleari (a 90 secondi dalla mezzanotte nucleare) e cooperare alla pace in un mondo in crisi sistemica globale - conducono una nuova incredibile guerra, fino all'impossibile "vittoria", nel cuore dell'Europa.

2. L'ORA. YURII SHELIAZHENKO: I PACIFISTI NON SONO NEMICI
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]

Premessa del Movimento Nonviolento: Yurii Sheliazhenko ha subito una perquisizione, il sequestro del computer e del telefono. E' stato denunciato dai Servizi di Sicurezza come autore dell'Agenda di pace per l'Ucraina e il mondo, giudicata come un appoggio all'invasione russa. Oggi sara' interrogato e rischia il rinvio a giudizio e dunque un processo e la condanna. Ha scritto questo memoriale che il Movimento Nonviolento diffonde in Italia. La nostra Campagna di Obiezione alla guerra ha gia' sostenuto concretamente il Movimento Pacifista Ucraino e intende continuare a farlo.
*
Cari amici, saluti da Kiev.
Oggi ci sono stati due allarmi aerei a causa della guerra criminale russa contro l'Ucraina.
Il nostro documento pacifista intitolato "Agenda di pace per l'Ucraina e il mondo" e', ovviamente, una dichiarazione totalmente opposta a qualsiasi giustificazione dell'aggressione russa, che anzi e' da noi esplicitamente denunciata.
Il problema e' che l'odio e' una sorta di malattia tale per cui le persone malate pensano di essere sane e le altre, che amano la pace, vengono descritte come malate.
Questa distorsione della percezione della realta' e' una parte ben nota della meccanica di escalation dei conflitti. Il professor Friedrich Glasl, i cui modelli ho utilizzato per analizzare l'escalation del conflitto tra Russia e Ucraina nell'articolo accademico su cui si basa la dichiarazione, spiega benissimo la meccanica dell'escalation nella sua monografia "Conflict Management" (a proposito, gli sono grato per una lettera di sostegno).
Per spiegarlo in modo breve e popolare, l'odio e l'animosita' sono come una parziale follia di persone generalmente sane di mente. Le persone contagiate dall'animosita' tendono a pensare di essere sane e che chi non odia i propri nemici sia malato. L'animosita' distorce la loro percezione della realta', vedono i nemici ovunque, cosi' come alcuni pazienti psichiatrici vedono i fantasmi maligni.
Il cosiddetto esperto del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina ha scritto che la seguente mia frase giustifica l'aggressione russa: "Il desiderio di pace e' un bisogno naturale di ogni persona, e la sua espressione non puo' giustificare una falsa associazione con il mito di un nemico da odiare". Si tratta di un'osservazione generale di buon senso, che nessuno mettera' in discussione quando si parla della macchina da guerra di Putin che trasforma in nemici, "agenti stranieri", gli oppositori del suo regime militarista criminale, denigrandoli nella propaganda e reprimendoli. Non avrei mai pensato che questa verita' generale sarebbe stata utilizzata nel mio caso, ma eccola qui: un innocente pacifista trattato come un nemico a causa del carattere fittizio e socialmente dannoso di qualsiasi immagine di nemico.
La nostra "Agenda per la pace" e' stata inviata al Presidente Zelensky, ma il suo governo ha scelto di chiedere al Servizio di Sicurezza dell'Ucraina di perseguitarmi come un nemico, invece di considerare l'"Agenda per la pace" nel merito e di dare una risposta adeguata, come ogni leader democratico dovrebbe trattare le petizioni.
Secondo la legge, il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina e' direttamente subordinato al Presidente Zelensky ed e' anche un garante dei diritti umani secondo la Costituzione dell'Ucraina, quindi ha la responsabilita' finale per la violazione dei miei diritti umani (e so per certo di non essere l'unica vittima).
Il mandato del tribunale di perquisire il mio appartamento e' un insieme di stereotipi di odio infondati, difficilmente applicabili a me.
Per un anno i servizi di sicurezza ucraini mi hanno sorvegliato segretamente, hanno cercato di trovare collegamenti con agenti russi, ovviamente non hanno trovato nulla, ma sono ancora convinti che io sia un nemico a causa della mia difesa della pace con mezzi pacifici, della nostra richiesta di "cessate il fuoco" e dei colloqui di pace cui ho partecipato per fermare l'insensato spargimento di sangue e la distruzione del nostro paese.
La resistenza nonviolenta agli aggressori e ai tiranni e' sempre possibile, lo sanno persino le Forze Armate dell'Ucraina, che hanno pubblicato sul loro sito ufficiale i 198 metodi di resistenza nonviolenta di Gene Sharp; tutti gli ucraini dovrebbero saperlo dopo due rivoluzioni nonviolente e la rivolta nonviolenta ucraina nel gulag.
Ma quando un pacifista parla di resistenza nonviolenta, il Servizio di Sicurezza ucraino sospetta che sia un nemico e viola i suoi diritti umani, come se i nemici non fossero esseri umani. E' dolorosamente stupido.
Questa perquisizione illegale del mio appartamento e il sequestro del computer e dello smartphone sono molto fastidiosi, devo preparare la denuncia costituzionale per l'obiettore di coscienza Vitaliy Alexeenko nelle prossime due settimane a causa della scadenza e tutto il mio lavoro e' sul computer sequestrato, ci sono altri casi che richiedono il mio contributo, quindi questo sequestro e' un grave ostacolo al mio lavoro di difensore dei diritti umani.
Inoltre, sono stati sequestrati i miei appunti sul corso di formazione "Fondamenti del pacifismo", quindi il corso dovra' essere posticipato, se mai potro' farlo.
Ma non scappero' dalla mia casa e dal mio Paese; se saro' mandato in prigione per pacifismo, trovero' un modo per essere utile all'Ucraina da pacifista in carcere, pensero' e scrivero' e cerchero' modi per contribuire al dialogo mondiale permanente sulla pace, istruiro' i compagni di detenzione sulla pace e sui diritti umani e li aiutero', specialmente se saranno dei prigionieri politici.
Grazie a tutti per il vostro sostegno, sono grato e umile.
La nomina del Movimento Pacifista Ucraino al Premio Nobel per la Pace da parte dell'International Peace Bureau e' particolarmente toccante, e sono orgoglioso che la nostra organizzazione sia stata nominata in compagnia di coraggiosi amici bielorussi e russi che fanno molto per aiutare le persone a rifiutarsi di uccidere gli ucraini (o qualsiasi altra persona), per sfuggire al tritacarne di Putin.
Grazie anche ad Alexia Tsouni, presidente dell'Ufficio europeo per l'obiezione di coscienza, che si trova a Kiev per una missione di monitoraggio dei diritti umani e mi aiutera'.
Vi sono grato per le vostre lettere di sostegno e solidarieta' con me, che utilizzero' negli interrogatori e se necessario nelle udienze del tribunale che potrebbe decidere dagli arresti domiciliari alla detenzione preventiva.
David Swanson, mio amico e direttore esecutivo di World Beyond War, ha scritto nella lettera di referenze: "L'autogoverno non e' possibile senza persone disposte a sostenere in modo nonviolento e cooperativo le proprie convinzioni e a lavorare per persuadere o essere persuasi da altri attraverso il dialogo piuttosto che la violenza. Particolarmente necessarie sono le persone che, quando ritengono che il loro governo sia in torto, si adoperano per migliorarlo piuttosto che rivoltarsi contro di esso, persone alle quali non verrebbe mai in mente di appoggiare un altro governo contro il proprio. Questo e' il tipo di persona che il mondo ha la fortuna di avere in Yurii Sheliazhenko".
Grazie, David!
Chiedo a tutti: vi prego di sostenere materialmente i movimenti per la pace nei vostri Paesi, e spero che in un modo o nell'altro parte del vostro sostegno possa essere utile agli attivisti ucraini per la pace e i diritti umani, e anche alla mia situazione, attraverso le reti internazionali a cui partecipa la nostra organizzazione.
Per favore, sostenete i movimenti per la pace, createli, partecipate e finanziate. Date un contributo alla pace!
Insieme, agendo in modo nonviolento, con conoscenze scientifiche, fede e speranza, potremmo costruire un mondo migliore, dove tutti si rifiuteranno di uccidere e quindi non ci saranno guerre.
Vi auguro pace e felicita'.
Kiev, 5 agosto 2023
Yurii Sheliazhenko, Ph.D. (Legge)
Segretario esecutivo, Movimento Pacifista Ucraino
Membro del Consiglio di Amministrazione, Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza (Bruxelles, Belgio)

3. L'ORA. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CASO SHELIAZHENKO. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE UNA LETTERA DI DIFESA: "SE YURII E' COLPEVOLE, LO SIAMO ANCHE NOI"
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]

Pubblichiamo qui in versione italiana la lettera che il Movimento Nonviolento, nell'ambito della Campagna di Obiezione alla Guerra, ha inviato in difesa di Yurii Sheliazhenko, leader del Movimento Pacifista Ucraino.
*
Yurii Sheliazhenko e' un amico della Nonviolenza, la quale condanna la guerra senza eccezione alcuna. Conosciamo Yurii da tanti anni, nell'ambito delle riunioni internazionali che facciamo come EBCO-BEOC, l'Ufficio Europeo per l'Obiezione di Coscienza; e poi lo abbiamo incontrato a Kiev a guerra in corso, dove siamo andati per portare aiuti umanitari e sostenere l'attivita' del Movimento Pacifista Ucraino, che fa parte della WRI, l'Internazionale dei Resistenti alla Guerra, organizzazione a cui aderisce anche il nostro Movimento Nonviolento italiano.
Possiamo testimoniare che Yurii Sheliazhenko e' una persona onesta, e' un ricercatore della verita', e' un obiettore di coscienza che rifiuta le armi, la violenza, la menzogna. Lo e' stato ben prima della guerra di aggressione che la Russia ha portato in Ucraina, e lo e' anche adesso che la guerra ha coinvolto anche il popolo ucraino.
Siamo persuasi che la Nonviolenza sia la piu' grande forza di cui disponga l'umanita', per costruire un futuro di giustizia e liberta' per il mondo intero. Noi insieme a Yurii, con il Movimento Nonviolento e il Movimento Pacifista Ucraino, ci ispiriamo alla teoria e alla pratica della Nonviolenza, che abbiamo imparato da Mohandas Gandhi e da Martin Luther King. Loro hanno dimostrato a tutti i popoli che la Nonviolenza e' piu' efficace della violenza, che l'amore sempre vince sull'odio. Il fuoco non si puo' spegnere con il fuoco, cosi' come la guerra non si puo' eliminare con la guerra. La Nonviolenza e' l'alternativa alla guerra, cerca la pace con mezzi di pace.
Non siamo soli ad affermare e praticare queste idee.
Il Preambolo delle Nazioni Unite dice: "Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra".
La Costituzione della Repubblica italiana dice: "L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
La Carta della War Resisters' International dice: "La guerra e' il piu' grande crimine contro l'umanita'".
E anche la Costituzione ucraina vuole perseguire una politica estera pacifica, riconosce il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare e il divieto dell'incitamento alla guerra. Inoltre l'Ucraina ha sottoscritto i trattati internazionali tra cui la Carta delle Nazioni Unite, che prescrive la risoluzione dei conflitti internazionali con mezzi pacifici, e il Patto internazionale sui diritti civili e politici, che protegge il diritto umano di rifiutarsi di uccidere anche in tempo di guerra.
Da tutto questo si comprende bene che Yurii Sheliazhenko non ha compiuto alcun reato, ma ha semplicemente obbedito alla Legge dell'amore che e' scritta nel cuore di tutti, e alla Leggi internazionali e statali che vogliono il superamento della guerra.
Se Yurii Sheliazhenko e' colpevole di qualcosa per le sue azioni nonviolente di rifiuto della guerra, allora lo siamo anche noi, e chiediamo di essere incriminati con lui e di partecipare al processo.
Ma siamo certi che le Autorita' ucraine ed Europee riconosceranno la coerenza e la correttezza dell'agire di Yurii Sheliazhenko, cosi' come di tutti gli obiettori di coscienza ucraini, russi, bielorussi e italiani, che ci onoriamo di rappresentare.
Oggi e' il 6 agosto, l'anniversario dell'olocausto atomico sulla citta' di Hiroshima nel 1945, tre giorni dopo un'altra strage a Nagasaki: le due bombe americane provocarono oltre 200.000 morti in un istante: una tragedia che non deve ripetersi. Noi condividiamo pienamente le parole che disse Papa Francesco quando ando' in Giappone per rendere omaggio alle vittime e disse: "Mai piu' Hiroshima e mai piu' Nagasaki, mai piu' la guerra, la pace e' disarmata".
La pace e' disarmata.

4. L'ORA. PEACELINK: DOMANI Il PACIFISTA UCRAINO YURII SHELIAZHENKO SUBIRA' UN INTERROGATORIO A KIEV PER LA SUA ATTIVITA' CONTRO LA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo questo comunicato del 6 luglio 2023]

Domani il pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko - dopo aver subito una perquisizione immotivata - subira' un interrogatorio volto ad accertare se abbia avuto simpatie filorusse e se abbia collaborato con la Russia.
Una persecuzione assurda per chi conosce questo intellettuale promotore della nonviolenza che - nonostante le minacce - si e' opposto alla guerra senza mostrare mai alcuna simpatia per Putin.
PeaceLink lo puo' documentare avendo pubblicato in questi mesi vari testi di Yurii Sheliazhenko, tutti limpidi, tutti ispirati alla sua visione gandhiana.
In Ucraina sta avvenendo una caccia alle streghe in piena regola, che punta a intimidire i pacifisti adesso che la controffensiva sta incominciando ad andare male per Zelensky, alimentando il pessimismo e la delusione. E la renitenza alla leva.
In questo quadro il pacifismo e' visto come un nemico che porta l'opinione pubblica a non sostenere piu' la guerra come prima. Zelensky vede pertanto di fronte a se' un nuovo nemico: il pacifismo. E spera di sconfiggerlo con le stesse logiche di censura con cui sta combattendo i giornalisti indipendenti.

5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

6. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
*
Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".

7. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER

Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

8. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Classici
- Charles Darwin, L'origine delle specie, Boringhieri, Torino 1967, Mondadori, Milano 2009 (recte: 2010), pp. 582.
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Fenomenologia dello Spirito, Rusconi, Milano 1995, pp. 1152.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4921 del 9 agosto 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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