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[Nonviolenza] Telegrammi. 4747
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4747
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 15 Feb 2023 17:37:12 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4747 del 16 febbraio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
2. Il momento e' ora. Free Leonard Peltier. Un appello dell'Associazione "Respirare" di Viterbo
3. Appelli. Amnesty International: Chiediamo la grazia per Leonard Peltier
4. Sette iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia biobibliografica su Leonard Peltier
6. Premio Giornalistico "Giovanni Sarubbi" per il dialogo
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. APPELLI. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2022]
Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
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Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
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Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher
2. REPETITA IUVANT. IL MOMENTO E' ORA. FREE LEONARD PELTIER. UN APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano eroico difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto per crimini che non ha mai commesso.
Il mondo intero lo sa.
Lo stesso Pubblico Ministero che lo fece condannare nel 1976 ha successivamente riconosciuto che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano false, ed ha quindi chiesto la sua liberazione.
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La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli personalita' benemerite dell'umanita', da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama a papa Francesco.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli associazioni umanitarie, come ad esempio Amnesty International.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli istituzioni democratiche, come ad esempio il Parlamento Europeo e la speciale Commissione dell'Onu che ha esaminato la sua vicenda.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta con voto unanime finanche dal Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui fa parte lo stesso Presidente Biden.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
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Da 47 anni un uomo innocente, un luminoso testimone della dignita' umana, e' ingiustamente detenuto.
E' il momento di una grande mobilitazione nonviolenta internazionale per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Tre cose chiediamo a chi legge queste righe:
1. scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America (https://www.whitehouse.gov/contact/) per chiedere che firmi la grazia che liberi Leonard Peltier;
2. dare notizia della propria adesione, diffondere ulteriormente questo appello, invitare altre ed altri a fare altrettanto;
3. scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, sito: wwww.whoisleonardpeltier.info) affinche' faccia pervenire a Leonard Peltier la notizia di questo rinnovato corale impegno per la sua liberazione.
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Il momento e' ora.
La nonviolenza e' in cammino.
L'umanita' ha bisogno di pace, giustizia, solidarieta'.
Mitakuye oyasin.
Free Leonard Peltier.
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L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 13 febbraio 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
3. REPETITA IUVANT. AMNESTY INTERNATIONAL: CHIEDIAMO LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER
[Dal sito di Amnesty International Italia (www.amnesty.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello]
La storia
Leonard Peltier, attivista del Movimento indiano americano, e' detenuto negli Stati Uniti da oltre 46 anni - alcuni dei quali trascorsi in isolamento - per scontare la condanna a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'Fbi avvenuto nel 1975, nonostante le preoccupazioni dovute a una mancanza di equita' del suo processo.
Leonard Peltier ha sempre sostenuto la sua innocenza. Oggi e' detenuto in Florida, a circa 2000 miglia dalla sua famiglia nel Nord Dakota. Ha 78 anni, ha contratto il Covid-19 nel 2022 e ha diversi disturbi cronici di salute, tanto che i medici lo ritengono in pericolo di vita. Non e' stato ritenuto idoneo alla liberta' condizionale con un provvedimento che potra' essere rivisto solo nel 2024.
Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia che non ha ancora ricevuto risposta.
Chiediamo al presidente Biden di concedere a Leonard Peltier la grazia, sia per motivi umanitari che per una questione di giustizia.
*
Il caso
Leonard Peltier, nativo della comunita' Anishinaabe-Lakota, e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani. Il 26 giugno 1975, durante uno scontro che coinvolse membri del Movimento nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, gli agenti dell'Fbi Ronald Williams e Jack Coler furono uccisi. Nel 1977 fu giudicato colpevole dei loro omicidi e condannato a due ergastoli.
Leonard Peltier ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Una presunta testimone chiave della sparatoria e' stata Myrtle Poor Bear, una nativa Lakota che viveva a Pine Ridge. Dopo aver dichiarato di averlo visto uccidere entrambi gli agenti dell'Fbi, Leonard Peltier fu estradato dal Canada, dove era fuggito in seguito alle sparatorie. Tuttavia, Myrtle Poor Bear, successivamente ritratto' la sua testimonianza. Sebbene non fosse stata chiamata come testimone dell'accusa al processo, il giudice rifiuto' di consentire agli avvocati di Leonard Peltier di chiamarla come testimone della difesa, sostenendo che la sua testimonianza avrebbe potuto "essere altamente pregiudizievole per il governo". Nel 2000, Myrtle Poor Bear dichiaro' pubblicamente che la sua testimonianza originale era stata il risultato di mesi di minacce e molestie da parte degli agenti dell'Fbi.
Nel 1980, a seguito di una causa ai sensi del Freedom of Information Act, gli avvocati di Leonard Peltier ottennero documenti che contenevano prove balistiche che avrebbero potuto sostenere l'innocenza dell'imputato, ma che durante il processo non erano state messe a disposizione. Tuttavia, nel 1986, una Corte d'appello nego' un nuovo processo con questa motivazione: "Riconosciamo che in questo verbale ci sono alcune prove di condotta impropria da parte di alcuni agenti dell'Fbi, ma siamo riluttanti a imputare loro ulteriori scorrettezze".
La Commissione per la liberta' vigilata degli Stati Uniti ha sempre negato la liberta' condizionale a Leonard Peltier, non avendo egli accettato la propria responsabilita' degli omicidi dei due agenti dell'Fbi, nonostante durante un'udienza la Commissione avesse riconosciuto che "l'accusa ha ammesso la mancanza di qualsiasi prova diretta che lei abbia partecipato personalmente alle uccisioni di due agenti dell'FBI".
Leonard Peltier non avra' diritto a un'altra udienza sulla liberta' vigilata fino al 2024. James H. Reynolds, ex procuratore degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere a favore della grazia "nel migliore interesse della giustizia nel considerare la totalita' di tutte le questioni coinvolte".
*
La campagna per la grazia
Leonard Peltier e' in precaria condizione di salute: soffre di malattie renali, diabete di tipo 2, ipertensione, una malattia degenerativa delle articolazioni e della costante mancanza di respiro e vertigini. Nel 1986 un ictus lo ha reso praticamente cieco da un occhio. Nel gennaio 2016, i medici hanno diagnosticato che le sue condizioni di salute mettevano la sua vita in pericolo, soprattutto a causa di un aneurisma dell'aorta addominale di grandi dimensioni e potenzialmente fatale, tale da rompersi in qualsiasi momento e provocare la sua morte. Attualmente utilizza un deambulatore a causa della mobilita' limitata e nel 2022 ha contratto il Covid-19. Rischia un nuovo contagio a causa delle precarie condizioni carcerarie.
Nel 2015, diversi vincitori del premio Nobel per la pace, tra cui l'arcivescovo Desmond Tutu, hanno chiesto la scarcerazione di Leonard Peltier. Anche la tribu' Standing Rock Sioux e il Congresso nazionale degli indiani americani hanno fatto la stessa richiesta. Il suo avvocato, nel 2021, ha chiesto la grazia al presidente Biden.
Il presidente Biden si e' impegnato a concedere la grazia su base continuativa durante la sua amministrazione e non alla fine del suo mandato. Tuttavia, ad oggi, non e' stata presa alcuna decisione a riguardo. Nel 2016 gli avvocati di Leonard Peltier avevano chiesto invano la grazia al presidente Obama.
Sosteniamo la richiesta di grazia per Leonard Peltier a causa dei numerosi problemi relativi al processo, dell'esaurimento di ogni possibilita' di ricorso in appello, della quantita' di tempo che ha gia' trascorso in carcere, del suo continuo perseverare nel dichiarare la sua innocenza e dei suoi problemi cronici di salute.
*
Il testo dell'appello
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
Egregio Presidente Biden,
Leonard Peltier e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani.
Nel 1975, durante uno scontro che coinvolse gli appartenenti al Movimento, vennero uccisi due agenti dell'Fbi. Leonard Peltier fu condannato per i loro omicidi, ma ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Ci sono serie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha portato alla sua condanna, come il rifiuto da parte dell'accusa di considerare prove che avrebbero potuto favorire la difesa di Leonard Peltier.
Alla luce di queste preoccupazioni, l'ex procuratore degli Stati Uniti James Reynolds ha chiesto la grazia.
Leonard Peltier ha 78 anni, ne ha trascorsi piu' di 46 in carcere e gli e' stata ripetutamente negata la liberta' condizionale. Ci sono serie preoccupazioni sul peggioramento della sua salute, tra cui quelli derivanti dal possibile ulteriore contagio da Covid-19. Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia.
La esorto a concedere la grazia a Leonard Peltier per motivi umanitari e per una questione di giustizia.
La ringrazio per l'attenzione.
4. INIZIATIVE. SETTE INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
*
6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
*
E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
5. MATERIALI. UNA MINIMA NOTIZIA BIOBIBLIOGRAFICA SU LEONARD PELTIER
Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
6. INIZIATIVE. PREMIO GIORNALISTICO "GIOVANNI SARUBBI" PER IL DIALOGO
E' istituito il Premio Giornalistico "Giovanni Sarubbi" per il dialogo, premio dedicato alla memoria di Giovanni Sarubbi e del suo instancabile lavoro a favore del dialogo in ogni sua forma.
Il Premio si rivolge alle e ai giovani giornalisti e a bambine bambini ragazze e ragazzi che vanno ancora a scuola con il fine di legittimare le giovani voci - spesso inascoltate - e promuovere la formazione giornalistica delle nuove generazioni, le buone pratiche e l'attenzione verso la risoluzione nonviolenta delle problematiche della societa' attuale, sempre piu' complessa.
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Categorie, tema e formato
Il premio avra' due macro-categorie: giovani e voci junior.
La categoria giovani e' aperta a tutte e tutti coloro che hanno meno di 35 anni di eta' al momento dell'emissione del bando.
La categoria voci junior si rivolge a chi va a scuola. E' suddivisa in due fasce di eta' comprendenti (1) le alunne e gli alunni degli Istituti Comprensivi o equivalenti (2) le alunne e gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado.
Il tema da trattare e' il dialogo religioso. Si valorizzeranno gli elaborati prodotti da almeno due persone, meglio se di genere diverso.
Per la categoria giovani si richiede un articolo giornalistico di qualunque genere (inchiesta, reportage, intervista, articolo di opinione, reportage radiofonico o televisivo) sul tema del dialogo religioso; massimo numero di caratteri 15.000 per il reportage radiofonico e televisivo un massimo di 3 minuti di durata.
Per la categoria voci junior l'elaborato sul dialogo religioso puo' essere piu' libero, anche di carattere grafico e multimediale.
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Premi
Intento dei premi e' sostenere l'educazione e la formazione, nonche' la legittimazione di voci giovani.
Per la categoria giovani i premi saranno stages o brevi percorsi formativi presso enti giornalistici convenzionati col premio.
Per la categoria voci junior i premi saranno rivolti principalmente alle scuole: abbonamenti a riviste specializzate, corsi di formazione giornalistica e, per gli istituti di secondo grado, la possibilita' di formazione presso una testata giornalistica.
Le premiate e i premiati della categoria voci junior avranno la possibilita' di scrivere articoli per le testate aderenti al premio (oppure specificare quali) con il fine di garantire anche alle voci studenti sempre piu' spazio nel mondo del giornalismo.
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Informazioni tecniche
Per partecipare inviare all'indirizzo di posta elettronica premiogiornalisticogiovannisarubbi at ildialogo.org i propri elaborati o un link da dove si possano scaricare entro il 15 aprile 2023. L'iscrizione al premio e' gratuita. Ad ogni invio verra' data risposta. Se si intende inviare elaborati non digitalizzabili scrivere alla mail e verra' studiata modalita' di consegna.
Gli elaborati verranno giudicati da un'apposita giuria composta da giornaliste e giornalisti e persone di enti che si definiscono nonviolenti.
Tutti gli elaborati troveranno spazio sul sito de Il Dialogo in apposita sezione dedicata.
La premiazione si terra' durante Eirenefest - Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza che si svolgera' dal 26 al 28 maggio a Roma.
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Giovanni Sarubbi: pacifista militante, uomo di cultura e di pace
Nato in Lucania nel 1951, napoletano di adozione, ha vissuto in Irpinia. Giornalista, diplomato in teologia presso la Facolta' Valdese di Teologia di Roma. Fondatore e direttore del periodico on-line www.ildialogo.org, punto di riferimento nazionale di tante iniziative volte alla pace, al rispetto dei diritti umani e a una giustizia sociale. Membro della redazione di Tempi di Fraternita', di Peacelink; ha collaborato a vari giornali locali e nazionali sui temi della pace e del dialogo, fra cui Confronti, Riforma, Cem-Mondialita'.
Ha dedicato la vita alla costruzione di "ponti" tra le diverse religioni e culture, all'abbattimento di ogni barriera e pregiudizio. Infaticabile animatore e divulgatore di tante iniziative sul tema del dialogo ecumenico e interreligioso, affermava con convinzione che: "Il dialogo e' la miglior soluzione a qualsiasi discordia, poiche' il confronto genera ricchezza d'animo e conoscenza”.
Per la EMI ha scritto "Spirito" e "Avventisti Christian Science Mormoni Testimoni di Geova", ed e' coautore del libro "La rivincita del dialogo". Autore di un testo sull'Apocalisse dal titolo "L'Apocalisse, il libro sconosciuto o bistrattato" (Ed. Chiesa Libera di Avellino), e di una raccolta di poesie "Giorni belli, giorni brutti" (Ed. Multimage).
Una vita, la sua, dedicata alla costruzione di "ponti" tra le diverse religioni e culture, all'abbattimento di ogni barriera e pregiudizio.
Infaticabile animatore e divulgatore di tante iniziative sul tema del dialogo ecumenico e interreligioso. Affermava con convinzione che: "Il dialogo e' la miglior soluzione a qualsiasi discordia, poiche' il confronto genera ricchezza d'animo e conoscenza".
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Enti promotori del Premio oltre la Famiglia Sarubbi: Agenzia Dire, Azione Nonviolenta, Centro di ricerca per la pace, per i diritti umani e la difesa della biosfera, Centro Nonviolenza Attiva, Centro Gandhi, Centro Studi Sereno Regis, Fondazione Alexander Langer Stiftung, Giornalisti nell'Erba, Il Dialogo, PeaceLink, Mosaico di Pace, Pressenza, RVS, Sovranita' Popolare, Terra Nuova.
Tutte le persone e gli enti coinvolti lavoreranno gratuitamente.
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., La guerra continua, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 1, gennaio 2023, Gedi, Torino 2023, pp. 304 (+ 16 pp. di tavole fuori testo), euro 15.
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Riedizioni
- Enzo Collotti, Renato Sandri e Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, Einaudi, Torino 2000, 2006, Mondadori, Milano 2023, 2 voll. per complessive pp. XXVI + 1060, euro 9,99 + 9,99.
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Fantascienza
- AA. VV., Le donne del millennio, Editrice Nord, Milano 1982, pp. IV (ma VIII) + 206.
- Pamela Sargent (a cura di), Donne del futuro. La nuova fantascienza femminile, Savelli, Roma 1979, pp. 192.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4747 del 16 febbraio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4747 del 16 febbraio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
2. Il momento e' ora. Free Leonard Peltier. Un appello dell'Associazione "Respirare" di Viterbo
3. Appelli. Amnesty International: Chiediamo la grazia per Leonard Peltier
4. Sette iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia biobibliografica su Leonard Peltier
6. Premio Giornalistico "Giovanni Sarubbi" per il dialogo
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. APPELLI. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2022]
Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
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Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
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Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher
2. REPETITA IUVANT. IL MOMENTO E' ORA. FREE LEONARD PELTIER. UN APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano eroico difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto per crimini che non ha mai commesso.
Il mondo intero lo sa.
Lo stesso Pubblico Ministero che lo fece condannare nel 1976 ha successivamente riconosciuto che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano false, ed ha quindi chiesto la sua liberazione.
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La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli personalita' benemerite dell'umanita', da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama a papa Francesco.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli associazioni umanitarie, come ad esempio Amnesty International.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli istituzioni democratiche, come ad esempio il Parlamento Europeo e la speciale Commissione dell'Onu che ha esaminato la sua vicenda.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta con voto unanime finanche dal Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui fa parte lo stesso Presidente Biden.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
*
Da 47 anni un uomo innocente, un luminoso testimone della dignita' umana, e' ingiustamente detenuto.
E' il momento di una grande mobilitazione nonviolenta internazionale per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Tre cose chiediamo a chi legge queste righe:
1. scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America (https://www.whitehouse.gov/contact/) per chiedere che firmi la grazia che liberi Leonard Peltier;
2. dare notizia della propria adesione, diffondere ulteriormente questo appello, invitare altre ed altri a fare altrettanto;
3. scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, sito: wwww.whoisleonardpeltier.info) affinche' faccia pervenire a Leonard Peltier la notizia di questo rinnovato corale impegno per la sua liberazione.
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Il momento e' ora.
La nonviolenza e' in cammino.
L'umanita' ha bisogno di pace, giustizia, solidarieta'.
Mitakuye oyasin.
Free Leonard Peltier.
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L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 13 febbraio 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
3. REPETITA IUVANT. AMNESTY INTERNATIONAL: CHIEDIAMO LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER
[Dal sito di Amnesty International Italia (www.amnesty.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello]
La storia
Leonard Peltier, attivista del Movimento indiano americano, e' detenuto negli Stati Uniti da oltre 46 anni - alcuni dei quali trascorsi in isolamento - per scontare la condanna a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'Fbi avvenuto nel 1975, nonostante le preoccupazioni dovute a una mancanza di equita' del suo processo.
Leonard Peltier ha sempre sostenuto la sua innocenza. Oggi e' detenuto in Florida, a circa 2000 miglia dalla sua famiglia nel Nord Dakota. Ha 78 anni, ha contratto il Covid-19 nel 2022 e ha diversi disturbi cronici di salute, tanto che i medici lo ritengono in pericolo di vita. Non e' stato ritenuto idoneo alla liberta' condizionale con un provvedimento che potra' essere rivisto solo nel 2024.
Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia che non ha ancora ricevuto risposta.
Chiediamo al presidente Biden di concedere a Leonard Peltier la grazia, sia per motivi umanitari che per una questione di giustizia.
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Il caso
Leonard Peltier, nativo della comunita' Anishinaabe-Lakota, e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani. Il 26 giugno 1975, durante uno scontro che coinvolse membri del Movimento nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, gli agenti dell'Fbi Ronald Williams e Jack Coler furono uccisi. Nel 1977 fu giudicato colpevole dei loro omicidi e condannato a due ergastoli.
Leonard Peltier ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Una presunta testimone chiave della sparatoria e' stata Myrtle Poor Bear, una nativa Lakota che viveva a Pine Ridge. Dopo aver dichiarato di averlo visto uccidere entrambi gli agenti dell'Fbi, Leonard Peltier fu estradato dal Canada, dove era fuggito in seguito alle sparatorie. Tuttavia, Myrtle Poor Bear, successivamente ritratto' la sua testimonianza. Sebbene non fosse stata chiamata come testimone dell'accusa al processo, il giudice rifiuto' di consentire agli avvocati di Leonard Peltier di chiamarla come testimone della difesa, sostenendo che la sua testimonianza avrebbe potuto "essere altamente pregiudizievole per il governo". Nel 2000, Myrtle Poor Bear dichiaro' pubblicamente che la sua testimonianza originale era stata il risultato di mesi di minacce e molestie da parte degli agenti dell'Fbi.
Nel 1980, a seguito di una causa ai sensi del Freedom of Information Act, gli avvocati di Leonard Peltier ottennero documenti che contenevano prove balistiche che avrebbero potuto sostenere l'innocenza dell'imputato, ma che durante il processo non erano state messe a disposizione. Tuttavia, nel 1986, una Corte d'appello nego' un nuovo processo con questa motivazione: "Riconosciamo che in questo verbale ci sono alcune prove di condotta impropria da parte di alcuni agenti dell'Fbi, ma siamo riluttanti a imputare loro ulteriori scorrettezze".
La Commissione per la liberta' vigilata degli Stati Uniti ha sempre negato la liberta' condizionale a Leonard Peltier, non avendo egli accettato la propria responsabilita' degli omicidi dei due agenti dell'Fbi, nonostante durante un'udienza la Commissione avesse riconosciuto che "l'accusa ha ammesso la mancanza di qualsiasi prova diretta che lei abbia partecipato personalmente alle uccisioni di due agenti dell'FBI".
Leonard Peltier non avra' diritto a un'altra udienza sulla liberta' vigilata fino al 2024. James H. Reynolds, ex procuratore degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere a favore della grazia "nel migliore interesse della giustizia nel considerare la totalita' di tutte le questioni coinvolte".
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La campagna per la grazia
Leonard Peltier e' in precaria condizione di salute: soffre di malattie renali, diabete di tipo 2, ipertensione, una malattia degenerativa delle articolazioni e della costante mancanza di respiro e vertigini. Nel 1986 un ictus lo ha reso praticamente cieco da un occhio. Nel gennaio 2016, i medici hanno diagnosticato che le sue condizioni di salute mettevano la sua vita in pericolo, soprattutto a causa di un aneurisma dell'aorta addominale di grandi dimensioni e potenzialmente fatale, tale da rompersi in qualsiasi momento e provocare la sua morte. Attualmente utilizza un deambulatore a causa della mobilita' limitata e nel 2022 ha contratto il Covid-19. Rischia un nuovo contagio a causa delle precarie condizioni carcerarie.
Nel 2015, diversi vincitori del premio Nobel per la pace, tra cui l'arcivescovo Desmond Tutu, hanno chiesto la scarcerazione di Leonard Peltier. Anche la tribu' Standing Rock Sioux e il Congresso nazionale degli indiani americani hanno fatto la stessa richiesta. Il suo avvocato, nel 2021, ha chiesto la grazia al presidente Biden.
Il presidente Biden si e' impegnato a concedere la grazia su base continuativa durante la sua amministrazione e non alla fine del suo mandato. Tuttavia, ad oggi, non e' stata presa alcuna decisione a riguardo. Nel 2016 gli avvocati di Leonard Peltier avevano chiesto invano la grazia al presidente Obama.
Sosteniamo la richiesta di grazia per Leonard Peltier a causa dei numerosi problemi relativi al processo, dell'esaurimento di ogni possibilita' di ricorso in appello, della quantita' di tempo che ha gia' trascorso in carcere, del suo continuo perseverare nel dichiarare la sua innocenza e dei suoi problemi cronici di salute.
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Il testo dell'appello
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
Egregio Presidente Biden,
Leonard Peltier e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani.
Nel 1975, durante uno scontro che coinvolse gli appartenenti al Movimento, vennero uccisi due agenti dell'Fbi. Leonard Peltier fu condannato per i loro omicidi, ma ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Ci sono serie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha portato alla sua condanna, come il rifiuto da parte dell'accusa di considerare prove che avrebbero potuto favorire la difesa di Leonard Peltier.
Alla luce di queste preoccupazioni, l'ex procuratore degli Stati Uniti James Reynolds ha chiesto la grazia.
Leonard Peltier ha 78 anni, ne ha trascorsi piu' di 46 in carcere e gli e' stata ripetutamente negata la liberta' condizionale. Ci sono serie preoccupazioni sul peggioramento della sua salute, tra cui quelli derivanti dal possibile ulteriore contagio da Covid-19. Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia.
La esorto a concedere la grazia a Leonard Peltier per motivi umanitari e per una questione di giustizia.
La ringrazio per l'attenzione.
4. INIZIATIVE. SETTE INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
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1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
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2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
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7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
5. MATERIALI. UNA MINIMA NOTIZIA BIOBIBLIOGRAFICA SU LEONARD PELTIER
Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
6. INIZIATIVE. PREMIO GIORNALISTICO "GIOVANNI SARUBBI" PER IL DIALOGO
E' istituito il Premio Giornalistico "Giovanni Sarubbi" per il dialogo, premio dedicato alla memoria di Giovanni Sarubbi e del suo instancabile lavoro a favore del dialogo in ogni sua forma.
Il Premio si rivolge alle e ai giovani giornalisti e a bambine bambini ragazze e ragazzi che vanno ancora a scuola con il fine di legittimare le giovani voci - spesso inascoltate - e promuovere la formazione giornalistica delle nuove generazioni, le buone pratiche e l'attenzione verso la risoluzione nonviolenta delle problematiche della societa' attuale, sempre piu' complessa.
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Categorie, tema e formato
Il premio avra' due macro-categorie: giovani e voci junior.
La categoria giovani e' aperta a tutte e tutti coloro che hanno meno di 35 anni di eta' al momento dell'emissione del bando.
La categoria voci junior si rivolge a chi va a scuola. E' suddivisa in due fasce di eta' comprendenti (1) le alunne e gli alunni degli Istituti Comprensivi o equivalenti (2) le alunne e gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado.
Il tema da trattare e' il dialogo religioso. Si valorizzeranno gli elaborati prodotti da almeno due persone, meglio se di genere diverso.
Per la categoria giovani si richiede un articolo giornalistico di qualunque genere (inchiesta, reportage, intervista, articolo di opinione, reportage radiofonico o televisivo) sul tema del dialogo religioso; massimo numero di caratteri 15.000 per il reportage radiofonico e televisivo un massimo di 3 minuti di durata.
Per la categoria voci junior l'elaborato sul dialogo religioso puo' essere piu' libero, anche di carattere grafico e multimediale.
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Premi
Intento dei premi e' sostenere l'educazione e la formazione, nonche' la legittimazione di voci giovani.
Per la categoria giovani i premi saranno stages o brevi percorsi formativi presso enti giornalistici convenzionati col premio.
Per la categoria voci junior i premi saranno rivolti principalmente alle scuole: abbonamenti a riviste specializzate, corsi di formazione giornalistica e, per gli istituti di secondo grado, la possibilita' di formazione presso una testata giornalistica.
Le premiate e i premiati della categoria voci junior avranno la possibilita' di scrivere articoli per le testate aderenti al premio (oppure specificare quali) con il fine di garantire anche alle voci studenti sempre piu' spazio nel mondo del giornalismo.
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Informazioni tecniche
Per partecipare inviare all'indirizzo di posta elettronica premiogiornalisticogiovannisarubbi at ildialogo.org i propri elaborati o un link da dove si possano scaricare entro il 15 aprile 2023. L'iscrizione al premio e' gratuita. Ad ogni invio verra' data risposta. Se si intende inviare elaborati non digitalizzabili scrivere alla mail e verra' studiata modalita' di consegna.
Gli elaborati verranno giudicati da un'apposita giuria composta da giornaliste e giornalisti e persone di enti che si definiscono nonviolenti.
Tutti gli elaborati troveranno spazio sul sito de Il Dialogo in apposita sezione dedicata.
La premiazione si terra' durante Eirenefest - Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza che si svolgera' dal 26 al 28 maggio a Roma.
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Giovanni Sarubbi: pacifista militante, uomo di cultura e di pace
Nato in Lucania nel 1951, napoletano di adozione, ha vissuto in Irpinia. Giornalista, diplomato in teologia presso la Facolta' Valdese di Teologia di Roma. Fondatore e direttore del periodico on-line www.ildialogo.org, punto di riferimento nazionale di tante iniziative volte alla pace, al rispetto dei diritti umani e a una giustizia sociale. Membro della redazione di Tempi di Fraternita', di Peacelink; ha collaborato a vari giornali locali e nazionali sui temi della pace e del dialogo, fra cui Confronti, Riforma, Cem-Mondialita'.
Ha dedicato la vita alla costruzione di "ponti" tra le diverse religioni e culture, all'abbattimento di ogni barriera e pregiudizio. Infaticabile animatore e divulgatore di tante iniziative sul tema del dialogo ecumenico e interreligioso, affermava con convinzione che: "Il dialogo e' la miglior soluzione a qualsiasi discordia, poiche' il confronto genera ricchezza d'animo e conoscenza”.
Per la EMI ha scritto "Spirito" e "Avventisti Christian Science Mormoni Testimoni di Geova", ed e' coautore del libro "La rivincita del dialogo". Autore di un testo sull'Apocalisse dal titolo "L'Apocalisse, il libro sconosciuto o bistrattato" (Ed. Chiesa Libera di Avellino), e di una raccolta di poesie "Giorni belli, giorni brutti" (Ed. Multimage).
Una vita, la sua, dedicata alla costruzione di "ponti" tra le diverse religioni e culture, all'abbattimento di ogni barriera e pregiudizio.
Infaticabile animatore e divulgatore di tante iniziative sul tema del dialogo ecumenico e interreligioso. Affermava con convinzione che: "Il dialogo e' la miglior soluzione a qualsiasi discordia, poiche' il confronto genera ricchezza d'animo e conoscenza".
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Enti promotori del Premio oltre la Famiglia Sarubbi: Agenzia Dire, Azione Nonviolenta, Centro di ricerca per la pace, per i diritti umani e la difesa della biosfera, Centro Nonviolenza Attiva, Centro Gandhi, Centro Studi Sereno Regis, Fondazione Alexander Langer Stiftung, Giornalisti nell'Erba, Il Dialogo, PeaceLink, Mosaico di Pace, Pressenza, RVS, Sovranita' Popolare, Terra Nuova.
Tutte le persone e gli enti coinvolti lavoreranno gratuitamente.
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., La guerra continua, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 1, gennaio 2023, Gedi, Torino 2023, pp. 304 (+ 16 pp. di tavole fuori testo), euro 15.
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Riedizioni
- Enzo Collotti, Renato Sandri e Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, Einaudi, Torino 2000, 2006, Mondadori, Milano 2023, 2 voll. per complessive pp. XXVI + 1060, euro 9,99 + 9,99.
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Fantascienza
- AA. VV., Le donne del millennio, Editrice Nord, Milano 1982, pp. IV (ma VIII) + 206.
- Pamela Sargent (a cura di), Donne del futuro. La nuova fantascienza femminile, Savelli, Roma 1979, pp. 192.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4747 del 16 febbraio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
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