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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 46
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 46
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 15 Feb 2023 07:38:28 +0100
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 46 del 15 febbraio 2023
In questo numero:
1. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
2. Antonella Nappi: L'avvicinamento degli uomini alle donne favorisce la pace
3. Il momento e' ora. Free Leonard Peltier. Un appello dell'Associazione "Respirare" di Viterbo
4. Appelli. Amnesty International: Chiediamo la grazia per Leonard Peltier
5. Tre tesi
6. Dall'Onu, dal partito democratico statunitense unanime, dall'interno dello stesso Fbi tre importanti novita' che potrebbero decisivamente contribuire alla liberazione di Leonard Peltier
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. One Billion Rising: Iniziative 2023
1. APPELLI. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2022]
Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
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Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
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Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher
2. RIFLESSIONE. ANTONELLA NAPPI: L'AVVICINAMENTO DEGLI UOMINI ALLE DONNE FAVORISCE LA PACE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 7 febbraio 2023]
La prima ministra neozelandese Jacinda Ardern non sente piu' l'energia sufficiente per fare il mestiere che ha condotto benissimo fino ad ora e vuole avere il tempo di essere presente alla figlia che inizia la scuola. Si e' ritirata dal ruolo e in questo modo mette in evidenza un fatto che riguarda tutte le donne e tutti gli uomini, tutti i governi, tutta la societa'.
Le donne non accettano, generalmente, di rinunciare alle responsabilita' affettive e di investimento nelle cure relazionali, nella manutenzione dei corpi e delle cose, conducendo cosi' una vita molto dispendiosa in energie per gestire assieme il lavoro remunerato - che hanno a piu' riprese nella storia riconquistato - e tutte le altre attivita' indispensabili all'esistenza. Gli uomini invece, generalmente, hanno concentrato la loro attenzione sul lavoro retribuito e sui legami tra loro. Questa coesione tra maschi per mantenere il primato economico e non compromettersi affettivamente con le donne e' documentata da Marzio Barbagli in Sotto lo stesso tetto (Il Mulino, 1984, riedito nel 2013): e' una abitudine storica lo strappare gli uomini dalle case la sera, perche' dopo il lavoro conducano lo svago tra loro, senza familiarizzare con donne e bambini.
Anche gli uomini si esauriscono se invece di demandare ad altri una parte delle loro responsabilita', in particolare proprio quelle che li legano al corpo e al mondo degli affetti e delle cure relazionali, finiscono con il perdere del tutto questi legami e questi piaceri emotivi.
L'esercizio di affacciarsi al mondo del lavoro e della competizione, alle relazioni pubbliche e assieme alle attivita' di cura verso cose e persone gestendone l'intimita', i possibili dissidi, attenuando le pretese - anche quelle personali - restituisce una formazione mentale ricca di saperi su se' stesse e gli altri, sulla disgiunzione che c'e' tra vita pubblica e privata e sulla somiglianza invece delle competenze relazionali necessarie nei due ambiti. Questa doppia presenza permetterebbe anche agli uomini di desiderare una armonizzazione dei tempi e darebbe loro l'acquisizione di maggiori competenze.
E' il piacere sensoriale e sentimentale a dare valore a quello che di gia' si ha: la salute del corpo e dell'ambiente, la ricchezza sociale che si e' costruita nel tempo nel contesto in cui viviamo. Sono cose queste che contano nella capacita' di pensare le scelte sociali. Anche in assenza di lavoro extra-domestico queste qualita' le "casalinghe" le conoscono e sono essenziali nella capacita' di pensare le scelte sociali.
E' indispensabile per la societa' permettere alle donne di non ritirarsi dal confronto politico con gli uomini sul lavoro e in ogni istituzione, dimensionando i tempi del lavoro e della politica per tutti, cosi' da permettere a ciascuno una esistenza piena e indipendente, un impegno pubblico che non disprezza le necessita' personali. Sollecitare gli uomini, esplicitamente, a prendere a modello le donne nel lavoro e nel pensiero, educandoli a partecipare a tutti i lavori indispensabili all'esistenza li indurrebbe a collaborare di piu' anche tra loro, invece di competere. E' un esercizio indispensabile per concepire un'organizzazione sociale collaborativa.
L'attenzione alla vita affettiva forma a conoscere anche il valore della pace, che conserva le ricchezze sociali e crea un equilibrio possibile tra le cause di conflitti. L'esercizio relazionale quotidiano del contenere i dissidi e le pretese, l'indifferenza alle ingiustizie, serve a creare dirigenti politici che sappiano evitare l'esplodere delle violenze e delle distruzioni. Le energie spese dalle donne perche' la societa' resti umanamente fondata e solidale devono trovare reciprocita' negli uomini in modo che il relazionarsi agli altri e a se' stessi con intimita', diventi una capacita' diffusa.
L'esperienza delle molte responsabilita' quotidiane che ci permettono di realizzare la societa' nel suo complesso renderebbe gli uomini meno alieni agli equilibri ambientali, alle ricchezze offerte dalla natura, a quelle che nei secoli sono state create con il lavoro. Non troverebbero ragione la distruzione dei corpi, della natura e delle fabbriche, delle citta', come avviene con la disputa armata, in nome di interessi che possono essere messi in parola e trovare ascolto, e su cui si possono cercare accordi che tengano in considerazione i comuni valori.
La violenza che ci viene richiesta per vincere, vincere in tutto e per tutto sui nemici, e' frutto di una pratica basata su una logica astratta dalla materialita' dell'esistenza. La competenza complessiva e' nella popolazione e in particolare nelle donne, al contrario siamo costretti e costrette a lasciare tutto in mano a chi ragiona soltanto sulla base di competizione e di forza economica e militare. Il valore delle scelte va cercato nella valorizzazione dell'egoismo di ogni soggetto, che ragionato e condiviso trova una misura nella comune consapevolezza; e' il sale della terra, cosi' lo si e' spesso chiamato.
Non avremmo desiderio di distruggere tutto quanto gia' esiste per affermare un principio di potenza su altri popoli, una volonta' di giustizia astratta, come quella che si richiama ai principi, ai confini legali, ai poteri giuridici, cose private della considerazione del piacere di vivere. Il piacere di conservare la salute, di apprezzare la compagnia degli altri intimamente in tutte le relazioni, deve avere la precedenza.
Ci vuole una societa' organizzata da uomini e donne perche' entrambi acquisiscano la capacita' di unire i sentimenti alla ragione.
3. REPETITA IUVANT. IL MOMENTO E' ORA. FREE LEONARD PELTIER. UN APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano eroico difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto per crimini che non ha mai commesso.
Il mondo intero lo sa.
Lo stesso Pubblico Ministero che lo fece condannare nel 1976 ha successivamente riconosciuto che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano false, ed ha quindi chiesto la sua liberazione.
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La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli personalita' benemerite dell'umanita', da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama a papa Francesco.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli associazioni umanitarie, come ad esempio Amnesty International.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli istituzioni democratiche, come ad esempio il Parlamento Europeo e la speciale Commissione dell'Onu che ha esaminato la sua vicenda.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta con voto unanime finanche dal Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui fa parte lo stesso Presidente Biden.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
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Da 47 anni un uomo innocente, un luminoso testimone della dignita' umana, e' ingiustamente detenuto.
E' il momento di una grande mobilitazione nonviolenta internazionale per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Tre cose chiediamo a chi legge queste righe:
1. scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America (https://www.whitehouse.gov/contact/) per chiedere che firmi la grazia che liberi Leonard Peltier;
2. dare notizia della propria adesione, diffondere ulteriormente questo appello, invitare altre ed altri a fare altrettanto;
3. scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, sito: wwww.whoisleonardpeltier.info) affinche' faccia pervenire a Leonard Peltier la notizia di questo rinnovato corale impegno per la sua liberazione.
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Il momento e' ora.
La nonviolenza e' in cammino.
L'umanita' ha bisogno di pace, giustizia, solidarieta'.
Mitakuye oyasin.
Free Leonard Peltier.
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L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 13 febbraio 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
4. REPETITA IUVANT. AMNESTY INTERNATIONAL: CHIEDIAMO LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER
[Dal sito di Amnesty International Italia (www.amnesty.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello]
La storia
Leonard Peltier, attivista del Movimento indiano americano, e' detenuto negli Stati Uniti da oltre 46 anni - alcuni dei quali trascorsi in isolamento - per scontare la condanna a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'Fbi avvenuto nel 1975, nonostante le preoccupazioni dovute a una mancanza di equita' del suo processo.
Leonard Peltier ha sempre sostenuto la sua innocenza. Oggi e' detenuto in Florida, a circa 2000 miglia dalla sua famiglia nel Nord Dakota. Ha 78 anni, ha contratto il Covid-19 nel 2022 e ha diversi disturbi cronici di salute, tanto che i medici lo ritengono in pericolo di vita. Non e' stato ritenuto idoneo alla liberta' condizionale con un provvedimento che potra' essere rivisto solo nel 2024.
Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia che non ha ancora ricevuto risposta.
Chiediamo al presidente Biden di concedere a Leonard Peltier la grazia, sia per motivi umanitari che per una questione di giustizia.
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Il caso
Leonard Peltier, nativo della comunita' Anishinaabe-Lakota, e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani. Il 26 giugno 1975, durante uno scontro che coinvolse membri del Movimento nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, gli agenti dell'Fbi Ronald Williams e Jack Coler furono uccisi. Nel 1977 fu giudicato colpevole dei loro omicidi e condannato a due ergastoli.
Leonard Peltier ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Una presunta testimone chiave della sparatoria e' stata Myrtle Poor Bear, una nativa Lakota che viveva a Pine Ridge. Dopo aver dichiarato di averlo visto uccidere entrambi gli agenti dell'Fbi, Leonard Peltier fu estradato dal Canada, dove era fuggito in seguito alle sparatorie. Tuttavia, Myrtle Poor Bear, successivamente ritratto' la sua testimonianza. Sebbene non fosse stata chiamata come testimone dell'accusa al processo, il giudice rifiuto' di consentire agli avvocati di Leonard Peltier di chiamarla come testimone della difesa, sostenendo che la sua testimonianza avrebbe potuto "essere altamente pregiudizievole per il governo". Nel 2000, Myrtle Poor Bear dichiaro' pubblicamente che la sua testimonianza originale era stata il risultato di mesi di minacce e molestie da parte degli agenti dell'Fbi.
Nel 1980, a seguito di una causa ai sensi del Freedom of Information Act, gli avvocati di Leonard Peltier ottennero documenti che contenevano prove balistiche che avrebbero potuto sostenere l'innocenza dell'imputato, ma che durante il processo non erano state messe a disposizione. Tuttavia, nel 1986, una Corte d'appello nego' un nuovo processo con questa motivazione: "Riconosciamo che in questo verbale ci sono alcune prove di condotta impropria da parte di alcuni agenti dell'Fbi, ma siamo riluttanti a imputare loro ulteriori scorrettezze".
La Commissione per la liberta' vigilata degli Stati Uniti ha sempre negato la liberta' condizionale a Leonard Peltier, non avendo egli accettato la propria responsabilita' degli omicidi dei due agenti dell'Fbi, nonostante durante un'udienza la Commissione avesse riconosciuto che "l'accusa ha ammesso la mancanza di qualsiasi prova diretta che lei abbia partecipato personalmente alle uccisioni di due agenti dell'FBI".
Leonard Peltier non avra' diritto a un'altra udienza sulla liberta' vigilata fino al 2024. James H. Reynolds, ex procuratore degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere a favore della grazia "nel migliore interesse della giustizia nel considerare la totalita' di tutte le questioni coinvolte".
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La campagna per la grazia
Leonard Peltier e' in precaria condizione di salute: soffre di malattie renali, diabete di tipo 2, ipertensione, una malattia degenerativa delle articolazioni e della costante mancanza di respiro e vertigini. Nel 1986 un ictus lo ha reso praticamente cieco da un occhio. Nel gennaio 2016, i medici hanno diagnosticato che le sue condizioni di salute mettevano la sua vita in pericolo, soprattutto a causa di un aneurisma dell'aorta addominale di grandi dimensioni e potenzialmente fatale, tale da rompersi in qualsiasi momento e provocare la sua morte. Attualmente utilizza un deambulatore a causa della mobilita' limitata e nel 2022 ha contratto il Covid-19. Rischia un nuovo contagio a causa delle precarie condizioni carcerarie.
Nel 2015, diversi vincitori del premio Nobel per la pace, tra cui l'arcivescovo Desmond Tutu, hanno chiesto la scarcerazione di Leonard Peltier. Anche la tribu' Standing Rock Sioux e il Congresso nazionale degli indiani americani hanno fatto la stessa richiesta. Il suo avvocato, nel 2021, ha chiesto la grazia al presidente Biden.
Il presidente Biden si e' impegnato a concedere la grazia su base continuativa durante la sua amministrazione e non alla fine del suo mandato. Tuttavia, ad oggi, non e' stata presa alcuna decisione a riguardo. Nel 2016 gli avvocati di Leonard Peltier avevano chiesto invano la grazia al presidente Obama.
Sosteniamo la richiesta di grazia per Leonard Peltier a causa dei numerosi problemi relativi al processo, dell'esaurimento di ogni possibilita' di ricorso in appello, della quantita' di tempo che ha gia' trascorso in carcere, del suo continuo perseverare nel dichiarare la sua innocenza e dei suoi problemi cronici di salute.
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Il testo dell'appello
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
Egregio Presidente Biden,
Leonard Peltier e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani.
Nel 1975, durante uno scontro che coinvolse gli appartenenti al Movimento, vennero uccisi due agenti dell'Fbi. Leonard Peltier fu condannato per i loro omicidi, ma ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Ci sono serie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha portato alla sua condanna, come il rifiuto da parte dell'accusa di considerare prove che avrebbero potuto favorire la difesa di Leonard Peltier.
Alla luce di queste preoccupazioni, l'ex procuratore degli Stati Uniti James Reynolds ha chiesto la grazia.
Leonard Peltier ha 78 anni, ne ha trascorsi piu' di 46 in carcere e gli e' stata ripetutamente negata la liberta' condizionale. Ci sono serie preoccupazioni sul peggioramento della sua salute, tra cui quelli derivanti dal possibile ulteriore contagio da Covid-19. Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia.
La esorto a concedere la grazia a Leonard Peltier per motivi umanitari e per una questione di giustizia.
La ringrazio per l'attenzione.
5. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
6. REPETITA IUVANT. DALL'ONU, DAL PARTITO DEMOCRATICO STATUNITENSE UNANIME, DALL'INTERNO DELLO STESSO FBI TRE IMPORTANTI NOVITA' CHE POTREBBERO DECISIVAMENTE CONTRIBUIRE ALLA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Negli ultimi mesi sono avvenuti tre fatti nuovi di grande importanza che potrebbero contribuire decisivamente alla liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
Dapprima un dirimente pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Onu che ha analizzato dettagliatamente la vicenda giudiziaria di Leonard Peltier, ha individuato ed esposto gli scandalosi abusi di cui e' stato vittima, ed ha concluso sostenendo la necessita' della sua liberazione.
Poi una risoluzione unanime del Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America (il partito del Presidente Biden) che dopo una completa disamina della vicenda di Leonard Peltier ha concluso chiedendo al Presidente di restituirgli la liberta' attraverso la concessione della grazia presidenziale.
Infine una intervista al prestigioso "Guardian" di un'agente emerita dell'Fbi che conferma una volta per tutte che l'Fbi ha brutalmente ed illecitamente perseguitato Leonard Peltier, facendone il capro espiatorio di una vera e propria feroce vendetta.
E valga il vero: Leonard Peltier fu condannato per delitti che non aveva commesso. L'Fbi fabbrico' "prove" false e "testimonianze" false per farlo condannare. La falsita' delle cosiddette "prove" e delle cosiddette "testimonianze" e' stata successivamente dimostrata definitivamente. Lo stesso Procuratore-capo che aveva sostenuto l'accusa al processo si rese conto successivamente che Leonard Peltier era stato condannato ingiustamente ed ha chiesto ripetutamente e pubblicamente alla Casa Bianca la concessione della grazia con cui porre rimedio - seppur tardivamente - alla gravissima ingiustizia di cui Leonard Peltier e' vittima ormai da 47 anni.
Nel corso di cinque decadi appelli per la liberazione di Leonard Peltier sono stati fatti da autorevolissime personalita', prestigiose associazioni umanitarie, rilevantissime istituzioni democratiche e milioni di persone di tutto il mondo.
Tra le innumerevoli personalita' ricordiamo almeno Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco.
Tra le migliaia di associazioni, organizzazioni, movimenti ed esperienze della societa' civile segnaliamo particolarmente Amnesty International.
Tra le tantissime istituzioni annoveriamo ad esempio il Parlamento Europeo.
Dopo i piu' recenti pronunciamenti sopra richiamati e' ragionevole ritenere che ormai piu' nessun ostacolo o remora o pavidita' possa impedire al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier dopo 47 anni di ingiusta ed assurda detenzione.
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In calce alleghiamo una minima notizia biografica e una bibliografia essenziale su Leonard Peltier, e una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
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Allegato primo: una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
*
Allegato secondo: una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
*
Allegato terzo: una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca
Proponiamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente..
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
7. L'ORA. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. RIFERIMENTI. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING: INIZIATIVE 2023
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (e-mail: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Carissime amiche e amici di One Billion Rising, ci siamo quasi.
E' straordinario immaginare quest'anno di poter tornare nelle piazze, nelle strade, nei luoghi pubblici delle citta', insieme, per tornare a danzare in sostegno e solidarieta' e ad alta voce rivendicare la fine delle molteplici atrocita' perpetrate sulle donne e sulle bambine nel mondo. Tentano di recidere, annientare la forza vitale del pianeta, non ci riusciranno.
Parlare con ragazzi e ragazze, studenti, professori, leggere, commentare i fatti di violenza, dare i nomi alle cose, questi sono i primi passi della rivoluzione di cui tutte e tutti noi portiamo la bandiera.
Le forme di arte che accompagnano l'evento OBR nel mondo si prestano ad un gioioso coinvolgimento, ma non vogliamo far mancare anche un momento di preparazione e di formazione.
Per questo motivo chiediamo di partecipare ad OBR 2023, coinvolgendo anche i giovani e le scuole, a cui poter proporre:
- un incontro, anche on line, con una o piu' classi sul tema della violenza maschile sulle donne, della durata minima di due ore
- la preparazione della coreografia del brano musicale Break the Chain
- l'esecuzione della coreografia nella settimana dal 12 al 19 febbraio 2023
- la lettura di alcuni pensieri/ componimenti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi delle classi coinvolte
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Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni che potrete seguire:
Iscrizione al sito per segnalare il vostro evento: cliccate su http://bit.ly/Registra_il_t uo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invitate altre associazioni, gruppi, scuole, scuole di danza, amici a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
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Attivita' sui social: vi chiediamo di pubblicare tanti contenuti (foto, video, ecc) sui social utilizzando gli hashtag ufficiali e di invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Seguite e taggate anche i profili social di One Billion Rising Italia cosi' potremo condividere i vostri post, stories, ecc.
Facebook https://www.facebook. com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Hashtag ufficiali: #1BillionRising #RiseForFreedom #CreateTheNewCulture #RiseInSolidarity
A conclusione delle iniziative, vi chiediamo di inviare foto e video a: obritalia at gmail.com
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Loghi ufficiali: vi chiediamo, per le creativita' (locandine, cartelli) che realizzate, di utilizzare i loghi ufficiali che potete scaricare al seguente link
https://www.dropbox.com/scl/fo/lo9r4i06g268ow7x103sc/h?dl=0&rlkey=xfogpv7hpwlaup3vsxw5zsz1u
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Grafiche
In questa cartella abbiamo inserito le grafiche realizzate (cover facebook, grafiche per FB/IG) a cui ne aggiungeremo altre nei prossimi giorni allo stesso link.
Grafiche One Billion Rising
https://www.dropbox.com/scl/fo/mizfc1w1xl0nu1oywiups/h?dl=0&rlkey=c47347xou5ufqupm4jn90mv0w
Grafica t-shirt
https://www.dropbox.com/scl/fo/h2i75sias7o03r033pf25/h?dl=0&rlkey=ynxdi0h5jbjrgf3d20di36x0o
Grafica stickers
https://www.dropbox.com/scl/fo/4gt4ez978gne73gjwvnqx/h?dl=0&rlkey=4kbdd0091mchnaj1krvhzxoar
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Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento One Billion Rising, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale che trovate qui http://youtu.be/_U5C ZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura.
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Autorizzazione One Billion Rising
Al seguente link potete scaricare l'autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali OBR
https://www.dropbox.com/s/d7ambb5ml22dvsj/OBR%20Copyright%20Authorization%202023.pdf?dl=0
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Per quanto riguarda le letture, oltre ai brani de I Monologhi della Vagina, di seguito troverete come suggerimento alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly /insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_ di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
- la traduzione di M.G.Di Rienzo del brano musicale “Break the chain” credits Tena Clark - Musiche Tena Clark/Tim Heintz
http://bit.ly/traduzione_testo _BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org
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Per condividere con noi i vostri eventi e/o avere informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Ovviamente qualunque aggiunta rispetto a questo "format base" non potra' che essere gradita.
Vi chiediamo se l'idea puo' piacervi e se pensate possa avere un buon riscontro presso le scuole del vostro territorio, le vostre comunita' di riferimento.
Ringraziamo quanti di voi ci hanno anticipato gli eventi in preparazione, la prossima settimana risponderemo singolarmente a chi ci ha scritto con tutti i dettagli. Vi ricordiamo che le magliette saranno pronte non prima del 25 gennaio.
Se avete altre meravigliose idee, noi non potremo Che essere felici!
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseForFreedom #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Nicoletta Billi (333.2432777), Luisa Rizzitelli (345.4767246), Silvia Palermo (339.5028904)
Coordinamento Italia One Billion Rising
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 46 del 15 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 46 del 15 febbraio 2023
In questo numero:
1. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
2. Antonella Nappi: L'avvicinamento degli uomini alle donne favorisce la pace
3. Il momento e' ora. Free Leonard Peltier. Un appello dell'Associazione "Respirare" di Viterbo
4. Appelli. Amnesty International: Chiediamo la grazia per Leonard Peltier
5. Tre tesi
6. Dall'Onu, dal partito democratico statunitense unanime, dall'interno dello stesso Fbi tre importanti novita' che potrebbero decisivamente contribuire alla liberazione di Leonard Peltier
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. One Billion Rising: Iniziative 2023
1. APPELLI. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2022]
Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
*
Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
*
Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher
2. RIFLESSIONE. ANTONELLA NAPPI: L'AVVICINAMENTO DEGLI UOMINI ALLE DONNE FAVORISCE LA PACE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 7 febbraio 2023]
La prima ministra neozelandese Jacinda Ardern non sente piu' l'energia sufficiente per fare il mestiere che ha condotto benissimo fino ad ora e vuole avere il tempo di essere presente alla figlia che inizia la scuola. Si e' ritirata dal ruolo e in questo modo mette in evidenza un fatto che riguarda tutte le donne e tutti gli uomini, tutti i governi, tutta la societa'.
Le donne non accettano, generalmente, di rinunciare alle responsabilita' affettive e di investimento nelle cure relazionali, nella manutenzione dei corpi e delle cose, conducendo cosi' una vita molto dispendiosa in energie per gestire assieme il lavoro remunerato - che hanno a piu' riprese nella storia riconquistato - e tutte le altre attivita' indispensabili all'esistenza. Gli uomini invece, generalmente, hanno concentrato la loro attenzione sul lavoro retribuito e sui legami tra loro. Questa coesione tra maschi per mantenere il primato economico e non compromettersi affettivamente con le donne e' documentata da Marzio Barbagli in Sotto lo stesso tetto (Il Mulino, 1984, riedito nel 2013): e' una abitudine storica lo strappare gli uomini dalle case la sera, perche' dopo il lavoro conducano lo svago tra loro, senza familiarizzare con donne e bambini.
Anche gli uomini si esauriscono se invece di demandare ad altri una parte delle loro responsabilita', in particolare proprio quelle che li legano al corpo e al mondo degli affetti e delle cure relazionali, finiscono con il perdere del tutto questi legami e questi piaceri emotivi.
L'esercizio di affacciarsi al mondo del lavoro e della competizione, alle relazioni pubbliche e assieme alle attivita' di cura verso cose e persone gestendone l'intimita', i possibili dissidi, attenuando le pretese - anche quelle personali - restituisce una formazione mentale ricca di saperi su se' stesse e gli altri, sulla disgiunzione che c'e' tra vita pubblica e privata e sulla somiglianza invece delle competenze relazionali necessarie nei due ambiti. Questa doppia presenza permetterebbe anche agli uomini di desiderare una armonizzazione dei tempi e darebbe loro l'acquisizione di maggiori competenze.
E' il piacere sensoriale e sentimentale a dare valore a quello che di gia' si ha: la salute del corpo e dell'ambiente, la ricchezza sociale che si e' costruita nel tempo nel contesto in cui viviamo. Sono cose queste che contano nella capacita' di pensare le scelte sociali. Anche in assenza di lavoro extra-domestico queste qualita' le "casalinghe" le conoscono e sono essenziali nella capacita' di pensare le scelte sociali.
E' indispensabile per la societa' permettere alle donne di non ritirarsi dal confronto politico con gli uomini sul lavoro e in ogni istituzione, dimensionando i tempi del lavoro e della politica per tutti, cosi' da permettere a ciascuno una esistenza piena e indipendente, un impegno pubblico che non disprezza le necessita' personali. Sollecitare gli uomini, esplicitamente, a prendere a modello le donne nel lavoro e nel pensiero, educandoli a partecipare a tutti i lavori indispensabili all'esistenza li indurrebbe a collaborare di piu' anche tra loro, invece di competere. E' un esercizio indispensabile per concepire un'organizzazione sociale collaborativa.
L'attenzione alla vita affettiva forma a conoscere anche il valore della pace, che conserva le ricchezze sociali e crea un equilibrio possibile tra le cause di conflitti. L'esercizio relazionale quotidiano del contenere i dissidi e le pretese, l'indifferenza alle ingiustizie, serve a creare dirigenti politici che sappiano evitare l'esplodere delle violenze e delle distruzioni. Le energie spese dalle donne perche' la societa' resti umanamente fondata e solidale devono trovare reciprocita' negli uomini in modo che il relazionarsi agli altri e a se' stessi con intimita', diventi una capacita' diffusa.
L'esperienza delle molte responsabilita' quotidiane che ci permettono di realizzare la societa' nel suo complesso renderebbe gli uomini meno alieni agli equilibri ambientali, alle ricchezze offerte dalla natura, a quelle che nei secoli sono state create con il lavoro. Non troverebbero ragione la distruzione dei corpi, della natura e delle fabbriche, delle citta', come avviene con la disputa armata, in nome di interessi che possono essere messi in parola e trovare ascolto, e su cui si possono cercare accordi che tengano in considerazione i comuni valori.
La violenza che ci viene richiesta per vincere, vincere in tutto e per tutto sui nemici, e' frutto di una pratica basata su una logica astratta dalla materialita' dell'esistenza. La competenza complessiva e' nella popolazione e in particolare nelle donne, al contrario siamo costretti e costrette a lasciare tutto in mano a chi ragiona soltanto sulla base di competizione e di forza economica e militare. Il valore delle scelte va cercato nella valorizzazione dell'egoismo di ogni soggetto, che ragionato e condiviso trova una misura nella comune consapevolezza; e' il sale della terra, cosi' lo si e' spesso chiamato.
Non avremmo desiderio di distruggere tutto quanto gia' esiste per affermare un principio di potenza su altri popoli, una volonta' di giustizia astratta, come quella che si richiama ai principi, ai confini legali, ai poteri giuridici, cose private della considerazione del piacere di vivere. Il piacere di conservare la salute, di apprezzare la compagnia degli altri intimamente in tutte le relazioni, deve avere la precedenza.
Ci vuole una societa' organizzata da uomini e donne perche' entrambi acquisiscano la capacita' di unire i sentimenti alla ragione.
3. REPETITA IUVANT. IL MOMENTO E' ORA. FREE LEONARD PELTIER. UN APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano eroico difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto per crimini che non ha mai commesso.
Il mondo intero lo sa.
Lo stesso Pubblico Ministero che lo fece condannare nel 1976 ha successivamente riconosciuto che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano false, ed ha quindi chiesto la sua liberazione.
*
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli personalita' benemerite dell'umanita', da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama a papa Francesco.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli associazioni umanitarie, come ad esempio Amnesty International.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli istituzioni democratiche, come ad esempio il Parlamento Europeo e la speciale Commissione dell'Onu che ha esaminato la sua vicenda.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta con voto unanime finanche dal Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui fa parte lo stesso Presidente Biden.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
*
Da 47 anni un uomo innocente, un luminoso testimone della dignita' umana, e' ingiustamente detenuto.
E' il momento di una grande mobilitazione nonviolenta internazionale per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Tre cose chiediamo a chi legge queste righe:
1. scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America (https://www.whitehouse.gov/contact/) per chiedere che firmi la grazia che liberi Leonard Peltier;
2. dare notizia della propria adesione, diffondere ulteriormente questo appello, invitare altre ed altri a fare altrettanto;
3. scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, sito: wwww.whoisleonardpeltier.info) affinche' faccia pervenire a Leonard Peltier la notizia di questo rinnovato corale impegno per la sua liberazione.
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Il momento e' ora.
La nonviolenza e' in cammino.
L'umanita' ha bisogno di pace, giustizia, solidarieta'.
Mitakuye oyasin.
Free Leonard Peltier.
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L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 13 febbraio 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
4. REPETITA IUVANT. AMNESTY INTERNATIONAL: CHIEDIAMO LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER
[Dal sito di Amnesty International Italia (www.amnesty.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello]
La storia
Leonard Peltier, attivista del Movimento indiano americano, e' detenuto negli Stati Uniti da oltre 46 anni - alcuni dei quali trascorsi in isolamento - per scontare la condanna a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'Fbi avvenuto nel 1975, nonostante le preoccupazioni dovute a una mancanza di equita' del suo processo.
Leonard Peltier ha sempre sostenuto la sua innocenza. Oggi e' detenuto in Florida, a circa 2000 miglia dalla sua famiglia nel Nord Dakota. Ha 78 anni, ha contratto il Covid-19 nel 2022 e ha diversi disturbi cronici di salute, tanto che i medici lo ritengono in pericolo di vita. Non e' stato ritenuto idoneo alla liberta' condizionale con un provvedimento che potra' essere rivisto solo nel 2024.
Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia che non ha ancora ricevuto risposta.
Chiediamo al presidente Biden di concedere a Leonard Peltier la grazia, sia per motivi umanitari che per una questione di giustizia.
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Il caso
Leonard Peltier, nativo della comunita' Anishinaabe-Lakota, e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani. Il 26 giugno 1975, durante uno scontro che coinvolse membri del Movimento nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota, gli agenti dell'Fbi Ronald Williams e Jack Coler furono uccisi. Nel 1977 fu giudicato colpevole dei loro omicidi e condannato a due ergastoli.
Leonard Peltier ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Una presunta testimone chiave della sparatoria e' stata Myrtle Poor Bear, una nativa Lakota che viveva a Pine Ridge. Dopo aver dichiarato di averlo visto uccidere entrambi gli agenti dell'Fbi, Leonard Peltier fu estradato dal Canada, dove era fuggito in seguito alle sparatorie. Tuttavia, Myrtle Poor Bear, successivamente ritratto' la sua testimonianza. Sebbene non fosse stata chiamata come testimone dell'accusa al processo, il giudice rifiuto' di consentire agli avvocati di Leonard Peltier di chiamarla come testimone della difesa, sostenendo che la sua testimonianza avrebbe potuto "essere altamente pregiudizievole per il governo". Nel 2000, Myrtle Poor Bear dichiaro' pubblicamente che la sua testimonianza originale era stata il risultato di mesi di minacce e molestie da parte degli agenti dell'Fbi.
Nel 1980, a seguito di una causa ai sensi del Freedom of Information Act, gli avvocati di Leonard Peltier ottennero documenti che contenevano prove balistiche che avrebbero potuto sostenere l'innocenza dell'imputato, ma che durante il processo non erano state messe a disposizione. Tuttavia, nel 1986, una Corte d'appello nego' un nuovo processo con questa motivazione: "Riconosciamo che in questo verbale ci sono alcune prove di condotta impropria da parte di alcuni agenti dell'Fbi, ma siamo riluttanti a imputare loro ulteriori scorrettezze".
La Commissione per la liberta' vigilata degli Stati Uniti ha sempre negato la liberta' condizionale a Leonard Peltier, non avendo egli accettato la propria responsabilita' degli omicidi dei due agenti dell'Fbi, nonostante durante un'udienza la Commissione avesse riconosciuto che "l'accusa ha ammesso la mancanza di qualsiasi prova diretta che lei abbia partecipato personalmente alle uccisioni di due agenti dell'FBI".
Leonard Peltier non avra' diritto a un'altra udienza sulla liberta' vigilata fino al 2024. James H. Reynolds, ex procuratore degli Stati Uniti, ha dichiarato di essere a favore della grazia "nel migliore interesse della giustizia nel considerare la totalita' di tutte le questioni coinvolte".
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La campagna per la grazia
Leonard Peltier e' in precaria condizione di salute: soffre di malattie renali, diabete di tipo 2, ipertensione, una malattia degenerativa delle articolazioni e della costante mancanza di respiro e vertigini. Nel 1986 un ictus lo ha reso praticamente cieco da un occhio. Nel gennaio 2016, i medici hanno diagnosticato che le sue condizioni di salute mettevano la sua vita in pericolo, soprattutto a causa di un aneurisma dell'aorta addominale di grandi dimensioni e potenzialmente fatale, tale da rompersi in qualsiasi momento e provocare la sua morte. Attualmente utilizza un deambulatore a causa della mobilita' limitata e nel 2022 ha contratto il Covid-19. Rischia un nuovo contagio a causa delle precarie condizioni carcerarie.
Nel 2015, diversi vincitori del premio Nobel per la pace, tra cui l'arcivescovo Desmond Tutu, hanno chiesto la scarcerazione di Leonard Peltier. Anche la tribu' Standing Rock Sioux e il Congresso nazionale degli indiani americani hanno fatto la stessa richiesta. Il suo avvocato, nel 2021, ha chiesto la grazia al presidente Biden.
Il presidente Biden si e' impegnato a concedere la grazia su base continuativa durante la sua amministrazione e non alla fine del suo mandato. Tuttavia, ad oggi, non e' stata presa alcuna decisione a riguardo. Nel 2016 gli avvocati di Leonard Peltier avevano chiesto invano la grazia al presidente Obama.
Sosteniamo la richiesta di grazia per Leonard Peltier a causa dei numerosi problemi relativi al processo, dell'esaurimento di ogni possibilita' di ricorso in appello, della quantita' di tempo che ha gia' trascorso in carcere, del suo continuo perseverare nel dichiarare la sua innocenza e dei suoi problemi cronici di salute.
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Il testo dell'appello
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
Egregio Presidente Biden,
Leonard Peltier e' un attivista del Movimento indiano americano, organizzazione che promuove i diritti dei nativi americani.
Nel 1975, durante uno scontro che coinvolse gli appartenenti al Movimento, vennero uccisi due agenti dell'Fbi. Leonard Peltier fu condannato per i loro omicidi, ma ha sempre negato di aver ucciso gli agenti. Ci sono serie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha portato alla sua condanna, come il rifiuto da parte dell'accusa di considerare prove che avrebbero potuto favorire la difesa di Leonard Peltier.
Alla luce di queste preoccupazioni, l'ex procuratore degli Stati Uniti James Reynolds ha chiesto la grazia.
Leonard Peltier ha 78 anni, ne ha trascorsi piu' di 46 in carcere e gli e' stata ripetutamente negata la liberta' condizionale. Ci sono serie preoccupazioni sul peggioramento della sua salute, tra cui quelli derivanti dal possibile ulteriore contagio da Covid-19. Nel 2021 i suoi avvocati hanno presentato una nuova richiesta di grazia.
La esorto a concedere la grazia a Leonard Peltier per motivi umanitari e per una questione di giustizia.
La ringrazio per l'attenzione.
5. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
6. REPETITA IUVANT. DALL'ONU, DAL PARTITO DEMOCRATICO STATUNITENSE UNANIME, DALL'INTERNO DELLO STESSO FBI TRE IMPORTANTI NOVITA' CHE POTREBBERO DECISIVAMENTE CONTRIBUIRE ALLA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Negli ultimi mesi sono avvenuti tre fatti nuovi di grande importanza che potrebbero contribuire decisivamente alla liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
Dapprima un dirimente pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Onu che ha analizzato dettagliatamente la vicenda giudiziaria di Leonard Peltier, ha individuato ed esposto gli scandalosi abusi di cui e' stato vittima, ed ha concluso sostenendo la necessita' della sua liberazione.
Poi una risoluzione unanime del Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America (il partito del Presidente Biden) che dopo una completa disamina della vicenda di Leonard Peltier ha concluso chiedendo al Presidente di restituirgli la liberta' attraverso la concessione della grazia presidenziale.
Infine una intervista al prestigioso "Guardian" di un'agente emerita dell'Fbi che conferma una volta per tutte che l'Fbi ha brutalmente ed illecitamente perseguitato Leonard Peltier, facendone il capro espiatorio di una vera e propria feroce vendetta.
E valga il vero: Leonard Peltier fu condannato per delitti che non aveva commesso. L'Fbi fabbrico' "prove" false e "testimonianze" false per farlo condannare. La falsita' delle cosiddette "prove" e delle cosiddette "testimonianze" e' stata successivamente dimostrata definitivamente. Lo stesso Procuratore-capo che aveva sostenuto l'accusa al processo si rese conto successivamente che Leonard Peltier era stato condannato ingiustamente ed ha chiesto ripetutamente e pubblicamente alla Casa Bianca la concessione della grazia con cui porre rimedio - seppur tardivamente - alla gravissima ingiustizia di cui Leonard Peltier e' vittima ormai da 47 anni.
Nel corso di cinque decadi appelli per la liberazione di Leonard Peltier sono stati fatti da autorevolissime personalita', prestigiose associazioni umanitarie, rilevantissime istituzioni democratiche e milioni di persone di tutto il mondo.
Tra le innumerevoli personalita' ricordiamo almeno Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco.
Tra le migliaia di associazioni, organizzazioni, movimenti ed esperienze della societa' civile segnaliamo particolarmente Amnesty International.
Tra le tantissime istituzioni annoveriamo ad esempio il Parlamento Europeo.
Dopo i piu' recenti pronunciamenti sopra richiamati e' ragionevole ritenere che ormai piu' nessun ostacolo o remora o pavidita' possa impedire al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier dopo 47 anni di ingiusta ed assurda detenzione.
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In calce alleghiamo una minima notizia biografica e una bibliografia essenziale su Leonard Peltier, e una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
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Allegato primo: una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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Allegato secondo: una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
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Allegato terzo: una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca
Proponiamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente..
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
7. L'ORA. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
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Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. RIFERIMENTI. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING: INIZIATIVE 2023
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (e-mail: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Carissime amiche e amici di One Billion Rising, ci siamo quasi.
E' straordinario immaginare quest'anno di poter tornare nelle piazze, nelle strade, nei luoghi pubblici delle citta', insieme, per tornare a danzare in sostegno e solidarieta' e ad alta voce rivendicare la fine delle molteplici atrocita' perpetrate sulle donne e sulle bambine nel mondo. Tentano di recidere, annientare la forza vitale del pianeta, non ci riusciranno.
Parlare con ragazzi e ragazze, studenti, professori, leggere, commentare i fatti di violenza, dare i nomi alle cose, questi sono i primi passi della rivoluzione di cui tutte e tutti noi portiamo la bandiera.
Le forme di arte che accompagnano l'evento OBR nel mondo si prestano ad un gioioso coinvolgimento, ma non vogliamo far mancare anche un momento di preparazione e di formazione.
Per questo motivo chiediamo di partecipare ad OBR 2023, coinvolgendo anche i giovani e le scuole, a cui poter proporre:
- un incontro, anche on line, con una o piu' classi sul tema della violenza maschile sulle donne, della durata minima di due ore
- la preparazione della coreografia del brano musicale Break the Chain
- l'esecuzione della coreografia nella settimana dal 12 al 19 febbraio 2023
- la lettura di alcuni pensieri/ componimenti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi delle classi coinvolte
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Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni che potrete seguire:
Iscrizione al sito per segnalare il vostro evento: cliccate su http://bit.ly/Registra_il_t uo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invitate altre associazioni, gruppi, scuole, scuole di danza, amici a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
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Attivita' sui social: vi chiediamo di pubblicare tanti contenuti (foto, video, ecc) sui social utilizzando gli hashtag ufficiali e di invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Seguite e taggate anche i profili social di One Billion Rising Italia cosi' potremo condividere i vostri post, stories, ecc.
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Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Hashtag ufficiali: #1BillionRising #RiseForFreedom #CreateTheNewCulture #RiseInSolidarity
A conclusione delle iniziative, vi chiediamo di inviare foto e video a: obritalia at gmail.com
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Loghi ufficiali: vi chiediamo, per le creativita' (locandine, cartelli) che realizzate, di utilizzare i loghi ufficiali che potete scaricare al seguente link
https://www.dropbox.com/scl/fo/lo9r4i06g268ow7x103sc/h?dl=0&rlkey=xfogpv7hpwlaup3vsxw5zsz1u
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Grafiche
In questa cartella abbiamo inserito le grafiche realizzate (cover facebook, grafiche per FB/IG) a cui ne aggiungeremo altre nei prossimi giorni allo stesso link.
Grafiche One Billion Rising
https://www.dropbox.com/scl/fo/mizfc1w1xl0nu1oywiups/h?dl=0&rlkey=c47347xou5ufqupm4jn90mv0w
Grafica t-shirt
https://www.dropbox.com/scl/fo/h2i75sias7o03r033pf25/h?dl=0&rlkey=ynxdi0h5jbjrgf3d20di36x0o
Grafica stickers
https://www.dropbox.com/scl/fo/4gt4ez978gne73gjwvnqx/h?dl=0&rlkey=4kbdd0091mchnaj1krvhzxoar
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Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento One Billion Rising, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale che trovate qui http://youtu.be/_U5C ZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura.
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Autorizzazione One Billion Rising
Al seguente link potete scaricare l'autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali OBR
https://www.dropbox.com/s/d7ambb5ml22dvsj/OBR%20Copyright%20Authorization%202023.pdf?dl=0
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Per quanto riguarda le letture, oltre ai brani de I Monologhi della Vagina, di seguito troverete come suggerimento alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly /insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_ di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
- la traduzione di M.G.Di Rienzo del brano musicale “Break the chain” credits Tena Clark - Musiche Tena Clark/Tim Heintz
http://bit.ly/traduzione_testo _BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org
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Per condividere con noi i vostri eventi e/o avere informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Ovviamente qualunque aggiunta rispetto a questo "format base" non potra' che essere gradita.
Vi chiediamo se l'idea puo' piacervi e se pensate possa avere un buon riscontro presso le scuole del vostro territorio, le vostre comunita' di riferimento.
Ringraziamo quanti di voi ci hanno anticipato gli eventi in preparazione, la prossima settimana risponderemo singolarmente a chi ci ha scritto con tutti i dettagli. Vi ricordiamo che le magliette saranno pronte non prima del 25 gennaio.
Se avete altre meravigliose idee, noi non potremo Che essere felici!
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseForFreedom #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Nicoletta Billi (333.2432777), Luisa Rizzitelli (345.4767246), Silvia Palermo (339.5028904)
Coordinamento Italia One Billion Rising
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 46 del 15 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com
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