[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 47



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 47 del 16 febbraio 2023

In questo numero:
1. Un appello di donne: Addio alle armi. Nel mondo con uno sguardo femminile amorevole e irriducibile
2. Tre tesi
3. Il momento e' ora. Free Leonard Peltier. Un appello dell'Associazione "Respirare" di Viterbo
4. Dall'Onu, dal partito democratico statunitense unanime, dall'interno dello stesso Fbi tre importanti novita' che potrebbero decisivamente contribuire alla liberazione di Leonard Peltier
5. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
6. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
7. Alcuni riferimenti utili
8. Ripetiamo ancora una volta...
9. Angela Giannitrapani presenta "La sponsa di gelsomini" di Federica Lipari
10. Angela Giannitrapani presenta "La storia nell'ombra" di Brunella Campea
11. Angela Giannitrapani presenta "Migrante per sempre" di Chiara Ingrao

1. APPELLI. UN APPELLO DI DONNE: ADDIO ALLE ARMI. NEL MONDO CON UNO SGUARDO FEMMINILE AMOREVOLE E IRRIDUCIBILE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente appello del 2 febbraio 2022]

Per un otto marzo memorabile facciamo parlare la lingua-ragione, la lingua madre, fonte della vita, contro le non-ragioni di tutte le guerre. Da anni scriviamo e ripetiamo che gli uomini "non sanno confliggere e fanno la guerra". Assistiamo in Ucraina a una guerra sanguinosa e temeraria. A farla non e' piu' il patriarcato come l'hanno conosciuto le nostre madri e le nostre nonne. Il mondo e' cambiato, grazie alle donne, ma non abbastanza: oggi il patriarcato non c'e' piu', ma gli e' subentrata la fratria, fatta di confraternite maschili che possono includere anche sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione, e popoli che parlano la stessa lingua si scannano col contributo delle armi di tutti i governi aderenti alla Nato. Diciamo basta all'invio di armi di qualsiasi tipo. Basta alla guerra per procura. Basta alla devastazione dell'Ucraina. Basta col nichilismo distruttivo che prende a bersaglio i corpi delle donne e dei loro figli in tutto il mondo. Basta coi vecchi potenti che mandano al macello giovani vite, in nome dell'identita', della "democrazia" e della sicurezza dei confini.
Noi non staremo nel coro degli uomini incolti e delle donne che li seguono e li imitano. E' tempo di dire addio alle armi, a tutte le armi e a tutte le guerre. In tempo di autentica pace si confligge con le armi della parola e l'intelligenza d'amore. E' tempo di gridare il nostro desiderio di vita e liberta'.
Liberta' dalla guerra, si', ma non solo: anche in luoghi apparentemente in pace, la fratria nella sua ricerca di nuovi orizzonti di profitto e nel suo disprezzo per la fonte della vita vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati. Noi che amiamo la vita diciamo no alla mercificazione dei corpi con le piu' sofisticate tecnologie. Poniamo fine alla pulsione mortifera dell'ultraliberismo.
Ci piace ricordare le parole che Rosa Luxemburg scrisse in una lettera dal carcere nel 1918:
C'e' ancora molto da vivere e tanto di grande da affrontare. Stiamo assistendo all'affondare del vecchio mondo, ogni giorno ne scompare un pezzo. E' un crollo gigantesco, e molti non se ne accorgono, pensano di essere ancora sulla terraferma.
Facciamo in modo che dal crollo del vecchio mondo, retto dai paradigmi della forza, del dominio, della violenza, nasca una nuova convivenza che abbia a fondamento l'attenzione, la cura, l'amore del vivente.
Diamo vita in questo 8 marzo 2023 a iniziative che vadano in questa direzione.
A Milano ne discutiamo sabato 11 marzo alle 11,00 in un'assemblea pubblica di donne alla Casa Rossa, v. Monte Lungo 2 (MM1 Turro).
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Per contatti: addioallearmi2023 at gmail.com
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Laura Minguzzi, Silvia Baratella, Cristina Gramolini, Stella Zaltieri Pirola, Lucia Giansiracusa, Daniela Dioguardi, Roberta Trucco, Daniela Danna, Paola Mammani, Flavia Franceschini, Marilena Zirotti, Danila Giardina, Rosi Castellese, Mariella Pasinati, Anna La Mattina, Agata Schiera, Fausta Ferruzza, Virginia Dessy, Daniela Musumeci, Anna De Filippi, Stefania Macaluso, Mimma Glorioso, Eliana Romano, Bice Grillo, Ida La Porta, Francesca Traina, Anna Marrone, Mimma Grillo, Luciana Tavernini, Pina Mandolfo, Nunziatina Spatafora, Maria Castiglioni, Giovanna Minardi, Rita Calabrese, Concetta Pizzurro, Giovanna Camertoni, Roberta Vannucci, Adele Longo, Katia Ricci, Anna Potito, Rosy Daniello, Isa Solimando, Franca Fortunato, Nadia Schavecher

2. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

3. REPETITA IUVANT. IL MOMENTO E' ORA. FREE LEONARD PELTIER. UN APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO

Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano eroico difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto per crimini che non ha mai commesso.
Il mondo intero lo sa.
Lo stesso Pubblico Ministero che lo fece condannare nel 1976 ha successivamente riconosciuto che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano false, ed ha quindi chiesto la sua liberazione.
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La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli personalita' benemerite dell'umanita', da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama a papa Francesco.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli associazioni umanitarie, come ad esempio Amnesty International.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da innumerevoli istituzioni democratiche, come ad esempio il Parlamento Europeo e la speciale Commissione dell'Onu che ha esaminato la sua vicenda.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta con voto unanime finanche dal Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America, il partito di cui fa parte lo stesso Presidente Biden.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da milioni di persone di tutto il mondo.
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Da 47 anni un uomo innocente, un luminoso testimone della dignita' umana, e' ingiustamente detenuto.
E' il momento di una grande mobilitazione nonviolenta internazionale per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Tre cose chiediamo a chi legge queste righe:
1. scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America (https://www.whitehouse.gov/contact/) per chiedere che firmi la grazia che liberi Leonard Peltier;
2. dare notizia della propria adesione, diffondere ulteriormente questo appello, invitare altre ed altri a fare altrettanto;
3. scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, sito: wwww.whoisleonardpeltier.info) affinche' faccia pervenire a Leonard Peltier la notizia di questo rinnovato corale impegno per la sua liberazione.
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Il momento e' ora.
La nonviolenza e' in cammino.
L'umanita' ha bisogno di pace, giustizia, solidarieta'.
Mitakuye oyasin.
Free Leonard Peltier.
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L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 13 febbraio 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

4. REPETITA IUVANT. DALL'ONU, DAL PARTITO DEMOCRATICO STATUNITENSE UNANIME, DALL'INTERNO DELLO STESSO FBI TRE IMPORTANTI NOVITA' CHE POTREBBERO DECISIVAMENTE CONTRIBUIRE ALLA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Negli ultimi mesi sono avvenuti tre fatti nuovi di grande importanza che potrebbero contribuire decisivamente alla liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
Dapprima un dirimente pronunciamento della Commissione giuridica ad hoc dell'Onu che ha analizzato dettagliatamente la vicenda giudiziaria di Leonard Peltier, ha individuato ed esposto gli scandalosi abusi di cui e' stato vittima, ed ha concluso sostenendo la necessita' della sua liberazione.
Poi una risoluzione unanime del Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America (il partito del Presidente Biden) che dopo una completa disamina della vicenda di Leonard Peltier ha concluso chiedendo al Presidente di restituirgli la liberta' attraverso la concessione della grazia presidenziale.
Infine una intervista al prestigioso "Guardian" di un'agente emerita dell'Fbi che conferma una volta per tutte che l'Fbi ha brutalmente ed illecitamente perseguitato Leonard Peltier, facendone il capro espiatorio di una vera e propria feroce vendetta.
E valga il vero: Leonard Peltier fu condannato per delitti che non aveva commesso. L'Fbi fabbrico' "prove" false e "testimonianze" false per farlo condannare. La falsita' delle cosiddette "prove" e delle cosiddette "testimonianze" e' stata successivamente dimostrata definitivamente. Lo stesso Procuratore-capo che aveva sostenuto l'accusa al processo si rese conto successivamente che Leonard Peltier era stato condannato ingiustamente ed ha chiesto ripetutamente e pubblicamente alla Casa Bianca la concessione della grazia con cui porre rimedio - seppur tardivamente - alla gravissima ingiustizia di cui Leonard Peltier e' vittima ormai da 47 anni.
Nel corso di cinque decadi appelli per la liberazione di Leonard Peltier sono stati fatti da autorevolissime personalita', prestigiose associazioni umanitarie, rilevantissime istituzioni democratiche e milioni di persone di tutto il mondo.
Tra le innumerevoli personalita' ricordiamo almeno Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco.
Tra le migliaia di associazioni, organizzazioni, movimenti ed esperienze della societa' civile segnaliamo particolarmente Amnesty International.
Tra le tantissime istituzioni annoveriamo ad esempio il Parlamento Europeo.
Dopo i piu' recenti pronunciamenti sopra richiamati e' ragionevole ritenere che ormai piu' nessun ostacolo o remora o pavidita' possa impedire al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier dopo 47 anni di ingiusta ed assurda detenzione.
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In calce alleghiamo una minima notizia biografica e una bibliografia essenziale su Leonard Peltier, e una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
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Allegato primo: una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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Allegato secondo: una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
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Allegato terzo: una proposta di lettera da inviare alla Casa Bianca
Proponiamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente..
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

5. L'ORA. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
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Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

6. RIFERIMENTI. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

7. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

8. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. LIBRI. ANGELA GIANNITRAPANI PRESENTA "LA SPONSA DI GELSOMINI" DI FEDERICA LIPARI
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Federica Lipari, La sponsa di gelsomini, Navarra editore, 2022, pp. 168, euro 15.
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E' un romanzo che racconta di Francesca, trentadue anni, vedova, madre di due bambini, analfabeta. Vive in un paesino della Sicilia in misere condizioni. La storia inizia nella seconda decina del Novecento e per una vedova, madre di due bambini, e' difficile sfamarsi e sfamarli. Francesca, inoltre, ha un'altra esigenza pressante che e' parte integrante della sua personalita': il senso di dignita'. Di se' stessa, prima di tutto. Ma chi lo sente per se' lo pretende per chi ama. Guarda i suoi piccoli come spettri proiettati verso un futuro di miseria e ricatto, a causa anche dell'ombra della sua famiglia d'origine in odore di mafia.
Prende, quindi, una decisione dolorosa quanto inusuale per una donna sola e madre a quei tempi: lasciare i figli alle cognate e partire per l'America a cercare lavoro, per garantire alle sue creature gli studi e con essi il riscatto economico e sociale. In una limpida mattina lascia la sponda siciliana per approdare su quella americana.
La seguiamo passo passo, sia durante il viaggio in nave, in terza classe, che all'approdo ad Ellis Island con il vociare, la confusione, lo smarrimento, la soddisfazione d'avercela fatta ma anche con la paura di essere rimandati indietro al primo colpo di tosse, appena si viene spiati nell'iride degli occhi; con il cuore in gola tra i ferrei binari delle modalita' di controllo e smistamento in quella prima stazione di approdo. Lei sola. Non un parente ad attenderla, non un viso amico, non un riferimento. E poi ancora, i primi giorni a Manhattan, nei tenements, i rischi di sfruttamento - anche sessuale - e anche li' la minaccia della mafia. Fino all'epilogo con un lavoro dignitoso e retribuito a sufficienza per sopravvivere e garantire ai suoi figli gli auspicati studi.
Una storia controcorrente in cui, mentre le donne restavano a casa come vedove bianche, lontane dai mariti emigrati, Francesca come vedova nera assume con coraggio su di se' un ruolo non ancora definito e non previsto in quegli anni e in quella terra; oltre al patimento per lo strappo violento dai figli per sua stessa mano. Ma e' anche lo strappo che lacera un destino definito nei secoli, il dettame ancestrale sulle donne, la stretta con cui la societa' contadina e stratificata asfissia sé stessa, il ricatto mafioso.
E a sgomberare il sospetto che il racconto sia inventato, interviene la biografia della giovane autrice, Federica Lipari, a confermare che questa e' la storia della sua bisnonna, classe 1883. Un lascito morale del padre di Federica che l'ha spinta, dopo anni di "pizzini della memoria", a fare ricerche e a un viaggio a Ellis Island per completare i ricordi, i racconti, le ombre in una storia compiuta, dopo la quale non si puo' piu' dire: non sapevo.
"La donna che mia madre vide partire per l'America quella terribile mattina di fine ottobre 1915 non era la stessa donna che ne torno' e che conobbi io. Era partita analfabeta ed era tornata bilingue, era partita indurita dal dolore e torno' capace di amare, era partita piena di paure e ne venne via piu' forte, perche' era questo che faceva l'America, ti cambiava. Ti mostrava quello che potevi essere davvero, lontano dai condizionamenti e dalla storia personale. Anche quella scritta dai tuoi antenati".

10. LIBRI. ANGELA GIANNITRAPANI PRESENTA "LA STORIA NELL'OMBRA" DI BRUNELLA CAMPEA
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Brunella Campea, La storia nell'ombra, Galzerano editore, 2022, pp. 193, euro 12.
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In un Abruzzo rurale, svuotato da ondate di migrazione maschile a cui fanno seguito mogli e figli, Betta si sposa appena ventenne con un promettente compaesano che da anni vive in America. Lo vedra' pochissimo nell'arco del loro matrimonio e nelle rare occasioni di incontro concepiranno tre figli. Ma quando il primo avra' dieci anni, la seconda sette e l'ultima tre, il padre interrompera' definitivamente i rapporti. Questo e' il racconto di una delle tante vedove bianche, tra le piu' sfortunate. Betta si assumera' un ruolo genitoriale completo, anche se il silenzio e il vuoto creato da un padre ancora in vita lascera' sui figli ferite inguaribili.
Lei, pero', continuera' a ricolmarli di un amore infinito e non amaro, come avrebbe potuto essere; lavorera' con mani robuste la terra della famiglia di lui, aiutata dai suoceri e affiancata da una fitta rete parentale e sociale nel crescere i bambini che, da adulti, intraprenderanno strade diverse ma solide.
"Betta lavorava la terra da contadina, ma contemporaneamente gestiva le proprieta', le rimesse di Guerino, almeno fin quando queste cessarono, aveva rapporti con la banca e col suo avvocato di fiducia, con l'ufficio postale, persino col genio civile, quando segui' tutti i lavori di ricostruzione della loro casa distrutta dai bombardamenti".
Betta e' la bisnonna dell'autrice e vera e' la sua storia.
Il libro ha una struttura inconsueta. Nella prima parte Brunella Campea dichiara la forte spinta a rintracciare le radici di quella storia per portare in superficie le relazioni parentali ma soprattutto vuole squarciare il velo di silenzio che Betta e sua suocera hanno calato come una mannaia sulla famiglia; al suo interno, sui bambini e all'esterno sui parenti e compaesani.
Silenzio su un abbandono camuffato, edulcorato, ammantato per vergogna di essere stati abbandonati da un uomo giovane, in buona salute, con un buon lavoro. E, infine, con una nuova famiglia americana. A questa iniziale dichiarazione di intenti, l'autrice fa seguire la storia, nel susseguirsi degli anni e degli eventi.
Nella seconda parte Campea apre le pagine sul suo percorso di recupero delle origini, interpretando il non detto, indagando, chiedendo, recuperando qualche documento dal quale dedurre dati e conclusioni. Lo fa con una "voce piccola" che "aspetta paziente di essere recuperata". Lo fa con le tessitrici, un itinerario piu' strettamente simbolico lungo il quale lo spirito della Grande Madre Ragno le si manifesta, curva e protettrice sulle donne della sua famiglia, a loro volta ricamatrici e tessitrici.
E' la Donna Ragno che le porge il bandolo: a lei tocchera' annodarlo nell'ultima tessitura perche' "lei salva coloro che ricordano". Cosi', si giunge "alla fine del silenzio". La' dove la generazione successiva eredita il compito di dare voce a quella genealogia femminile a cui, nell'epopea della migrazione femminile, l'abbandono, il peso delle convenzioni sociali, la responsabilita' di crescere i figli e la pietas nei loro riguardi aveva chiuso la bocca.

11. LIBRI. ANGELA GIANNITRAPANI PRESENTA "MIGRANTE PER SEMPRE" DI CHIARA INGRAO
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano riprendiamo e diffondiamo]

Chiara Ingrao, Migrante per sempre, Baldini + Castoldi, Milano 2019, pp. 416, euro 20.
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E' la storia di Lina, una bambina di un paesino siciliano che in tenera eta' viene privata della madre e del padre che negli anni Cinquanta emigrano in Germania. Insieme alle sorelle e a due fratellini, viene affidata alla nonna che diventera' il loro riferimento genitoriale. Soffrira' atrocemente dell'assenza materna e ancor di piu' della severita' e della intransigenza di lei nell'unico mese di convivenza durante le sue ferie.
Appena adolescente, tocchera' anche a lei emigrare, richiamata dai genitori in Germania. Saranno anni duri, il lavoro ripetitivo e alienante, cosi' lontano dalla sua indole. Ma l'inclinazione ad avvicinarsi a cio' che piu' risponde a se' stessa la muove al cambiamento, spostandola da un lavoro all'altro, da un luogo all'altro e quindi dalla Germania alla Sicilia, dalla Sicilia alla Germania di nuovo e poi a Roma e poi chissa'... potrebbe anche essere il Guatemala, al seguito di un prete operaio oppure tornare al suo ultimo lavoro impegnandosi nel sindacato in tutta responsabilita' ma soprattutto lavorare con il cuore. Perche' nelle sue ultime tappe Lina finalmente sceglie una migrazione volontaria.
La storia di Lina e' anche quella di donne forti. Vincenza, la madre, che lei sente poco affettuosa, e' una donna severa, incorruttibile ma aiuta i compaesani a varcare i confini con la Germania, aspettandoli di notte nel cimitero del paese in cui vive. Crede fermamente nel lavoro come strumento di dignita' e autonomia.
Ma e' da lei che la figlia assorbe l'indipendenza di pensiero e la ricerca di attivita' piu' consone a se'. La nonna, bracciante e raccoglitrice di pistacchi, diventa madre e padre per Lina, per le sorelle e i fratelli. Anche lei lavoratrice forte, convinta comunista e dalle radicate idee di riscatto sociale. Fronteggia e sovrasta il marito, guidando tutta la famiglia e tenendola unita non solo nel suo affetto ma anche nel coraggio e nella liberta' di parola. Si abbassa solo per raccogliere tra i rami inferiori degli alberi i pistacchi e si imbratta le mani solo della resina delle foglie che gliele rendono scure e appiccicose.
Lei che sa riconoscere e rispettare con gratitudine l'albera madre, la sola generatrice dei preziosi frutti:
"Nella pistacchiera l'unico che si puo' toccare e' l'albero maschio, diceva la nanna. Un albero secco con il naso all'insu', che non fa resina e non fa frutti: fa solo semi, che volano a portare figli[...] dritto in piedi in mezzo alle femmine grasse di frutti e piegate dal peso. Gli unici alberi che ti piangono addosso, diceva la nanna, quando gli strappi i figli. Perche' non sono alberi: sono albere. [...] Si senti' invadere da una strana felicita', dolcissima e ignota. Non c'era mai stata, tutta sola sotto il silenzio di un'albera".
Anche chi resta sembra far parte integrante di questa migrazione femminile perche' ne patisce la lontananza, assumendone i ruoli inediti, colmando relazioni famigliari sfalsate: i nonni diventano genitori, sorelle e fratelli adattano distanze e vicinanze nello sforzo di appartenenze e il paese, pur imprigionato nei pregiudizi, offre madrine e padri sociali.
Un libro che non lascia respiro, senza una sola pagina superflua e dal ritmo avvincente. Rappresenta una migrazione circolare che fa girare una bambina e la accompagna a chiudere il cerchio del tempo e degli spazi fino all'eta' adulta. La sua pur tenace vitalita', tuttavia, non basta a toglierle dall'anima quella identita' di migrante che lo sradicamento continuo disegna e che sembra eternare precarieta'.
Deve misurarsi anche con la nuova immigrazione italiana, entrando in relazione di amicizia con una colf peruviana, Rosa. Un legame di affinita' e di conflitti, che la obbliga a guardarla e a guardarsi con spietata sincerita', come quando Rosa le dira':
"... io sono stufa marcia, amica mia, di dire a me stessa che un giorno il carciofo sboccera' in un bel fiore, senza piu' spine nel centro. E ancor di piu' di raccontarmi la favola che quel fiore prima o poi mettera' radici e si fara' albero, a Roma, a Milano o chissa' dove. [...] Voglio accettarmi per quella che sono, voglio esserne fiera. [...] sono straniera e sono libera, sono figlia del mondo. Sono una migrante, Lina; e lo sei anche tu, che ti piaccia o no. Chi e' stata migrante resta migrante per sempre".
E Lina trovera' proprio nella continua propulsione al cambiamento nuovi progetti, sempre piu' vicini ai richiami del suo animo e coerenti con un cammino sempre consapevole.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 47 del 16 febbraio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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