[Nonviolenza] Telegrammi. 4710



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4710 del 10 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Pace, disarmo, smilitarizzazione: non c'e' altra via per la salvezza dell'umanita'
2. Associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta: Una conferenza stampa martedi' 10 gennaio alle ore 10 a Piazzale Clodio a Roma
3. Una lettera all'ambasciata dell'Iran in Italia
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
6. Annamaria Rivera: La strage di Lampedusa, l'Europa di Schengen, l'Italia di Alfano (2013)
7. Annamaria Rivera: L'ipocrita meraviglia delle istituzioni (2013)
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE: NON C'E' ALTRA VIA PER LA SALVEZZA DELL'UMANITA'

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione: non c'e' altra via per la salvezza dell'umanita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. INCONTRI. ASSOCIAZIONE CASA DELLE DONNE LUCHA Y SIESTA: UNA CONFERENZA STAMPA MARTEDI' 10 GENNAIO ALLE ORE 10 A PIAZZALE CLODIO A ROMA
[Attraverso la mailing list delle "Donne in nero" riceviamo e diffondiamo questo comunicato dell'Associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta di Roma (e-mail: segreterialys at gmail.com)]

Carissime,
qualche giorno fa abbiamo fatto uscire un comunicato stampa per l'imminente udienza del processo penale contro la Presidente dell'Associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta. Lo condividiamo anche qui, con l'invito - per chi e' a Roma - ad essere con noi marted1' 10 gennaio dalle 10 a Piazzale Clodio, per la conferenza stampa che abbiamo indetto. A seguire trovate anche i nomi delle realta' che parteciperanno.
*
L'antiviolenza non si processa, conferenza stampa 10 gennaio
L'Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta e' chiamata in tribunale per l'occupazione dell'immobile di Via Lucio Sestio, dove centinaia di donne hanno trovato una casa, un lavoro, un luogo di ripresa sicuro. Nonostante una precedente assoluzione per la medesima ipotesi di reato, nonostante l'acquisto dell'immobile da parte della Regione Lazio, la giustizia procede agendo una finzione che scarica su una sola persona (la Presidente dell'Associazione) la responsabilita' di decine di attiviste e centinaia di persone che hanno per anni operato gratuitamente a favore delle donne che qui hanno trovato una stanza tutta per se' e della comunita' che in essa si identifica.
Una comunita' che, oltre a sostenere il peso del processo, vede la politica non dare seguito alla delibera votata in Giunta regionale per proseguire, a Lucha y Siesta, un progetto contro la violenza di genere attraverso il comodato d'uso gratuito, a conclusione di un percorso trasparente che tutela un bene comune altrimenti svenduto agli interessi privati dentro il Concordato Atac.
Una politica distratta, lacunosa, incostante, preda della tecnica, delle attese, dei ricorsi e delle scadenze elettorali.
Invece, e' ancora possibile unire una storia unica con una pratica da replicare.
Per stare dalla parte di chi combatte per i diritti di genere e i diritti umani, dalla parte di avvocate, psicologhe, operatrici delle reti antiviolenza che sentono di essere criminalizzate per identificarsi con cio' che Lucha y Siesta e' oggi.
Per ribadire che le pratiche femministe, transfemministe e laiche sono le uniche in grado di contrastare la violenza di genere perche' nate nelle lotte per l'autodeterminazione e la liberta'.
Per sostenere chi ha dimostrato che l'antiviolenza e' solidarieta' e sorellanza per il cambiamento, e non un mercato economico per il Terzo settore.
Ci vediamo il 10 gennaio presso il Tribunale di Roma per una conferenza stampa. Chiederemo insieme l'emissione di un'immediata pronuncia assolutoria e ci confronteremo sull'urgenza del protagonismo della politica per la conclusione del riconoscimento di Lucha y Siesta Bene Comune.
Saremo quindi a Piazzale Clodio alle ore 10 con alcune delle protagoniste del contrasto alla violenza di genere, che contribuiranno a fare il punto sulle misure in atto a livello locale, nazionale e internazionale e sulle criticita' evidenziate dai rapporti prodotti dalle organizzazioni antiviolenza.
Intervengono alla conferenza stampa:
Casa delle donne Lucha y Siesta
Ilaria Cucchi, Senatrice, Vicepresidente della Commissione Giustizia
D.i.Re Donne in Rete contro la violenza
Serena Fiorletta, Aidos
Isabella Orfano, ActionAid Italia
Non Una di Meno
Maura Cossutta, Casa Internazionale delle Donne
Oria Gargano, BeFree cooperativa sociale contro tratta, violenze, discriminazioni
Paola De Nigris Urbani, Scosse
Elisa Ercoli, Differenza Donna
Carla Centioni, Ponte Donna
Puoi leggerlo anche sul nostro sito e scaricare il pdf
fai un video in solidarieta' con Lucha
Mettici la faccia, posta un video in solidarieta' con Lucha y Siesta
*
Sui nostri canali social di solito non vedi facce singole che ti parlano. Perche' #luchasiamotuttə, Lucha y Siesta e' una comunita' di luchadoras di cui fai parte anche tu. Martedi' 10 gennaio dalle 10 saremo davanti al Tribunale penale di Roma, che una faccia ha proprio voluto sceglierla: quel giorno si terra' la prima udienza del processo alla Presidente dell'Associazione che da 14 anni supporta la nostra comunita' lavorando in maniera volontaria allo sportello antiviolenza della Casa.
Attaccano una di noi, ma e' un brutto trucco e noi lo sappiamo, perche' siamo corpo collettivo fatto da tantə e insieme siamo marea.
Mettici la faccia anche tu, posta un video di sorellanza e complicita' e vieni alla conferenza stampa a Piazzale Clodio il 10 gennaio alle 10. L'antiviolenza non si processa.
#lantiviolenzanonsiprocessa
Guarda il video di Lucha su facebook o su instagram
Devi ancora fare la dichiarazione? Ti aiutiamo a farla con amore...
Devolvi il tuo 5xmille all'Associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta: per sostenere i percorsi di autonomia e i tantissimi progetti per il contrasto alla violenza ci serve anche il tuo supporto!
Codice fiscale 97566950586

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA

All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
*
6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
*
E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

6. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA STRAGE DI LAMPEDUSA, L'EUROPA DI SCHENGEN, L'ITALIA DI ALFANO (2013)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 4 ottobre 2013]

Ancora una volta, di fronte all'ennesima strage del proibizionismo, questa volta di proporzioni agghiaccianti, si prova ad additare come unici responsabili gli "scafisti". Arrestare qualche povero disgraziato, di solito egli stesso esule o migrante, vale a tacitare le nerissime coscienze dei tanti che concorrono a perpetuare e moltiplicare l'ecatombe mediterranea. Serve ad additare un capro espiatorio per occultare le responsabilita' dei decisori europei e dei ceti politici nostrani, di ogni tendenza, che del proibizionismo e della politica dei "respingimenti" hanno fatto un dogma da rispettare ad ogni costo umano.
Solo una quindicina di giorni fa Angelino Alfano, feroce "colomba", dichiarava che "va potenziata la frontiera europea nel Mediterraneo e il ruolo di Frontex, anche perche' in questi flussi si annidano cellule terroristiche". Ecco la chiave, utile ormai non solo a reprimere ogni dissenso (la vicenda NoTav lo dimostra) ma pure a coprire ogni nefandezza: anche la tranquilla messa in conto che la strategia che esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre piu' quale effetto "secondario" la morte di bambini e di donne, perfino gestanti.
Non dissimili le parole di Napolitano, che ancor oggi e di fronte a una tale ecatombe, ripete come un disco rotto che "e' indispensabile stroncare il traffico criminale di esseri umani", con "presidii adeguati lungo le coste", e rafforzare "un'istituzione valida creata dalla Commissione Europea" qual e' Frontex. Qualcuno dovrebbe spiegargli (noi a suo tempo provammo a farlo) che questa come le altre stragi e' figlia legittima del regime repressivo di Schengen, del quale Frontex e' il braccio armato; e che e' un tale regime ad aver sancito l'impossibilita' di raggiungere l'Europa in modo regolare.
Come le ossa di Fleba il Fenicio, anche le nostre parole sono "spolpate in sussurri", consumate non da correnti sottomarine, per parafrasare ancora Thomas S. Eliot, ma dal senso di dolorosa impotenza che si rinnova a ogni strage. Almeno da vent'anni a questa parte, non v'e' evoluzione e processualita' nelle politiche che producono il tragico rosario quotidiano di corpi affondati nel Mediterraneo o deposti sulle nostre rive. Uguali restano, a dispetto di Cecile Kyenge, leggi infami come l'intangibile Bossi-Fini, il reato d'immigrazione clandestina, le avarissime norme sui rifugiati. Identici gli accordi bilaterali sottoscritti con i nuovi regimi della riva Sud del Mediterraneo. Immutabile, se non in peggio, la condizione dei dannati della terra, in particolare dei nostri ex colonizzati, somali ed eritrei, condannati a un esodo senza fine e senza speranza. Anch'essi - come i palestinesi che oggi fuggono dalla Siria - piu' volte profughi, sovente vittime dell'inferno libico: della persecuzione razzista e degli orrendi centri di detenzione per stranieri.
A evolvere e' solo la ferocia e barbarie - "la severita' ed efficienza", dicono loro - delle politiche e dei dispositivi militari per la guerra contro i migranti e i rifugiati. "Sono sempre piu' convinta - aveva scritto Giusi Nicolini nel coraggioso appello di undici mesi fa - che la politica europea sull'immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente". E oggi, di fronte a una strage di proporzioni immani, e' con una frase semplice - "Dovremmo andare noi a prenderli" - che la sindaca di Lampedusa osa di nuovo sfidare il marcio senso comune che ha fatto del proibizionismo e dei suoi costi umani una legge naturale. E punta il dito, Nicolini, contro il reato d'immigrazione clandestina, che ha fatto si', questa volta come tante, che i marinai di alcuni pescherecci evitassero di soccorrere i profughi, per non incorrere nel reato di favoreggiamento.
Per ora, nel contesto della criminale coazione a ripetere, le dichiarazioni oneste sono poche. Oltre a quelle di Giusi Nicolini, le parole di François Crepeau, relatore speciale dell'Onu sulla protezione dei migranti, il quale, senza peli sulla lingua, ha affermato che l'ecatombe di Lampedusa "e' figlia di politiche repressive". E parole altrettanto dirette ha usato papa Bergoglio, insistendo sulla "vergogna".
Non provano vergogna tutti coloro, nazionali ed europei, di ogni tendenza, che, dopo aver reso profughi milioni di esseri umani, li espongono alla morte e alle stragi. Non provano vergogna neppure certi cattolici come il ministro dell'Interno che ha avuto l'ardire di recarsi a Lampedusa dopo aver rilasciato dichiarazioni tanto ciniche. Non provano vergogna i vergognosi leghisti che arrivano ad attribuire la strage "alla coppia Boldrini-Kyenge".
A tutti loro vorremmo augurare che dagli abissi del Mare Nostrum riaffiorino migliaia di pallide ombre a spolparne in sussurri le coscienze. E tuttavia, ancora una volta, proviamo a chiedere a gran voce che si aprano canali umanitari, affinche' a coloro che patiscono guerre e persecuzioni sia data la possibilita' di chiedere asilo alle istituzioni europee: in Siria, in Libia, in Egitto, ovunque si sia in pericolo.
*
Versione aggiornata dell'editoriale del "manifesto" del 4 ottobre 2013. Fonte: "Micromega".

7. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: L'IPOCRITA MERAVIGLIA DELLE ISTITUZIONI (2013)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 17 luglio 2013]

Che prima o poi Calderoli avrebbe dato un contributo di peso al linciaggio della ministra Cecile Kyenge era del tutto prevedibile. E immaginabile era, data la biografia politica, la qualita' morale e intellettuale del personaggio, che la carica di vicepresidente del Senato non lo trattenesse dal pronunciare qualche insulto razzista dei piu' classici. Fu da ministro che, nel 2006, esibendo la famigerata t-shirt, provoco' la protesta di massa dinanzi al consolato italiano a Bengasi costata la vita a undici manifestanti, uccisi dalla polizia libica.
Costretto a dimettersi dalla carica, anche allora fu ricompensato con la vicepresidenza del Senato. E pure a quel tempo lealta funzione non gli impedi', a luglio del 2006, in occasione del campionato mondiale di calcio, di procurare un grave incidente diplomatico ingiuriando la Francia e i suoi giocatori: "Negri, islamici e comunisti". Sempre da vicepresidente del Senato, un mese dopo, invito' a sparare contro le imbarcazioni dei "clandestini". E alcuni mesi piu' tardi causo' uno scandalo politico e di nuovo lo sdegno della comunita' musulmana con la trovata del "Maiale-Day". Anche il sèguito della sua carriera politica - ça va sans dire - e' regolarmente punteggiato da ignominie politiche e intemperanze verbali di stampo razzista e omofobico: "culattoni", si sa, e' uno dei lemmi ricorrenti nel raffinato lessico calderoliano.
Sono fatti ben noti. Se li ricordiamo e' per sottolineare di quanta ipocrisia grondino le dichiarazioni di quegli esponenti del governo e del Parlamento che sembrano scoprire solo oggi d'essersi messi in casa una bomba sempre pronta a esplodere (venne eletto vicepresidente del Senato con 119 voti, due di piu' di quelli di cui dispone l'intero centrodestra). E quanto inadeguate e ridicole suonino le parole di chi, nel governo e nel Parlamento, si e' limitato a sollecitare le scuse di Calderoli alla ministra: parole irresponsabili verso un Paese che sprofonda nel baratro del discredito internazionale e diseducative verso i suoi cittadini, poiche' in sostanza banalizzano il razzismo. A sua volta, l'abituale pacatezza di Cecile Kyenge - un'ammirevole prova di stile - sembra non valga ad arrestare l'escalation di attacchi razzisti e sessisti, in specie ai suoi danni, con minacce di violenza perfino fisica. Per fermarla non saranno sufficienti, temiamo, la richiesta esplicita di dimissioni, avanzata finalmente dal Pd, e quella implicita di Enrico Letta; ne' il mantra autoconsolatorio dell'Italia che non e' razzista e il rifiuto di "scendere al suo livello", come ha replicato Kyenge a chi le chiedeva se intendesse intraprendere un'azione legale.
Il quale, invece, con la tipica e volgare protervia leghista - alimentata nel corso del tempo dalle coccole, dalle sottovalutazioni, dall'opportunismo dei teorizzatori, espliciti e impliciti, della costola della sinistra - non fa, lui, che querelare questo e quello. Per dirne una: il 18 luglio prossimo, a Cassino, si svolgera' l'udienza preliminare del processo per diffamazione contro Walter Peruzzi e Gianluca Paciucci, autori di "Svastica verde. Il lato oscuro del va' pensiero leghista", Editori Riuniti, 2011), libro che reca, fra l'altro, una Postfazione di chi scrive. Il volume e' un'ampia inchiesta sulla Lega Nord, ne mette in luce non solo il carattere eversivo e razzista - un razzismo, come si dimostra, cui non sono estranee le matrici nazionalsocialiste - ma anche la spartizione di poltrone, la corruzione, la gestione disinvolta delle casse degli enti pubblici, i torbidi rapporti con le banche, in definitiva l'affarismo e l'ingordigia di potere. Poiche' l'inchiesta e' corredata da una documentazione inattaccabile - e' la Lega raccontata da se stessa, si potrebbe dire -, Calderoli per querelare Peruzzi e Paciucci lamenta che la sua onorevole effigie compaia (per scelta non certo degli autori) sulla copertina del libro. Come se egli non fosse fondatore e dirigente illustre (si fa per dire) della Lega Nord, come se non ne rappresentasse la storia e le opere, come se non fosse sintesi vivente e sbraitante dello spirito leghista. E' il mondo alla rovescia: si processano gli antirazzisti mentre razzisti patentati occupano, quasi indisturbati e da un ventennio, gli scranni piu' alti delle istituzioni.
*
Fonte: "il manifesto".

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Emile Durkheim, Breviario di sociologia, Newton Compton, Roma 1971, pp. 208.
- Dino Formaggio, L'arte come idea e come esperienza, Isedi, Milano 1973, Mondadori, Milano 1981, 1990, pp. II + 268.
- Umberto Galimberti, La terra senza il male, Feltrinelli, Milano 1984, 2001, pp. 272.
*
Maestre
- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 174.
- Julia Kristeva, Etrangers a' nous-memes, Fayard, Paris 1988, Gallimard, Paris 1991, pp. 314.
- Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003, pp. 172.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4710 del 10 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com