[Nonviolenza] Donna. vita, liberta'. 9



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 9 del 9 gennaio 2023

In questo numero:
1. Contro la guerra e contro il fascismo: la nonviolenza che salva le vite
2. Ricordando David Sassoli e il suo impegno per la liberazione di Leonard Peltier
3. A Viterbo e Vetralla due incontri di solidarieta' con la lotta nonviolenta delle donne in Iran: "Donna, vita, liberta'"
4. Tre tesi
5. Ripetiamo ancora una volta...
6. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
10. Alcune pubblicazioni di Vandana Shiva

1. L'ORA. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL FASCISMO: LA NONVIOLENZA CHE SALVA LE VITE

Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.

2. REPETITA IUVANT. RICORDANDO DAVID SASSOLI E IL SUO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

L'11 gennaio 2023 sara' il primo anniversario della scomparsa del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Nel ricordarne la luminosa testimonianza di persona buona, mite e generosa, vorremmo una volta ancora invitare chi ne ha apprezzato l'impegno morale e civile a dare seguito ad una delle sue iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti umani di tutti gli esseri umani: l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
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Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Peraltro fin dagli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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Peraltro, come e' noto, nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e l'8 settembre 2022 con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
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Nel ricordo dell'indimenticabile presidente David Sassoli rinnoviamo la richiesta di un impegno corale affinche' sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier.

3. INCONTRI. A VITERBO E VETRALLA DUE INCONTRI DI SOLIDARIETA' CON LA LOTTA NONVIOLENTA DELLE DONNE IN IRAN: "DONNA, VITA, LIBERTA'"

La mattina di sabato 7 gennaio 2023 a Viterbo, e la mattina di domenica 8 gennaio 2023 a Vetralla (Vt), per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si sono svolti due incontri di solidarieta' con la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la democrazia, i diritti umani e il bene comune dell'umanita', con il motto "Donna, vita, liberta'" contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le oppressioni, contro tutte le violenze.
Gli incontri promossi dalla struttura nonviolenta viterbese hanno avuto non solo un valore testimoniale ma anche la funzione di mettere a disposizione dei partecipanti elementi di conoscenza e strumenti utili per l'impegno solidale, al fine di promuovere ulteriori iniziative.
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Sostegno alle donne in Iran
Nel corso degli incontri di Viterbo e Vetralla sono stati letti alcuni appelli ed alcune testimonianze della lotta di questi mesi e sono stati segnalati alcuni dei fondamentali libri che e' possibile e necessario leggere per conoscere e sostenere la lotta nonviolenta delle donne in Iran, in Afghanistan ed ovunque nel mondo.
In particolare sulla situazione iraniana sono state anche lette alcune pagine dei libri di Shirin Ebadi, di Azar Nafisi e di altre autrici.
Piu' in generale sono stati proposti all'attenzione vari libri di Giuliana Sgrena, di alcuni dei quali sono stati letti alcuni brani.
Sono stati anche letti e commentati con vivo consentimento alcuni degli appelli diffusi in queste settimana nel corso delle iniziative di solidarieta' svoltesi in varie citta' italiane.
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Sostegno alle donne in Afghanistan
Particolare attenzione e' stata dedicata anche alla situazione afghana, una tragedia che interpella anch'essa l'umanita' intera.
La violenza del regime terrorista e la catastrofe umanitaria richiedono un impegno nonviolento di solidarieta' con le donne afghane e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani che non puo' limitarsi all'azione meritoria di alcune ong in campo sanitario ed assistenziale, ma richiede un impegno di tutti i popoli del mondo e di tutte le istituzioni democratiche, e in modo particolare - e decisivamente - un impegno diplomatico ed umanitario internazionale in cui l'Onu svolga pienamente il suo ruolo come rappresentante della coalizione, dei valori e dei doveri dell'umanita intera, cosi' come stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite del 1945 che si apre con le luminose parole "Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanita', a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignita' e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grande e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un piu' elevato tenore di vita in una piu' ampia liberta', e per tali fini a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l'uno con l'altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ad assicurare, mediante l'accettazione di principi e l'istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sara' usata, salvo che nell'interesse comune, ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli, abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini".
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Contro la violenza sulle donne e i femminicidi in Italia e in tutto il mondo
Sostenere la lotta delle donne in Iran e in Afghanistan significa anche sostenere l'impegno contro la violenza sulle donne e i femminicidi anche in Italia come in tutto il mondo.
Sostegno e' stato espresso ai centri antiviolenza ed a tutte le esperienze solidali delle donne che aiutano le vittime e contrastano la violenza degli uomini e l'ideologia, le pratiche e il sistema di potere dell'oppressione maschilista.
Ancora una volta nel corso degli incontri di Viterbo e Vetralla e' stata espressa profonda gratitudine alla piu' che ventennale esperienza viterbese di "Erinna", che nell'Alto Lazio e' stata ed e' un punto di riferimento fondamentale per tutte le donne come per tutti gli uomini che si sono posti all'ascolto e alla scuola delle donne nel contrastare tutte le violenze.
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La lotta di liberazione delle donne e' la nonviolenza in cammino che libera e salva l'umanita' intera
La lotta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro la guerra, il razzismo, lo schiavismo, il fascismo e l'ecocidio.
La lotta di liberazione delle donne e' l'esperienza storica decisiva della nonviolenza che a tutte le violenze si oppone.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro la guerra in Ucraina scatenata dal folle e criminale governo russo e contro tutte le guerre, contro tutte le armi, contro tutte le organizzazioni armate; guerre, armi ed organizzazioni armate la cui mostruosa funzione e il cui abominevole scopo sono sempre e solo uccidere esseri umani innocenti.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro il razzismo: il razzismo che tuttora opprime e uccide innumerevoli esseri umani, il razzismo fin genocida di regimi sanguinari di varie parti del mondo, il razzismo dei governi dei paesi dell'Unione Europea che da anni sta facendo strage di innocenti nel Mediterraneo.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro lo schiavismo e il modo di produzione, il modello di sviluppo e il sistema di potere che si fondano sullo sfruttamento spietato delle persone, la rapina dei beni di interi popoli e sulla devastazione, l'avvelenamento e la desertificazione del mondo vivente.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro la distruzione del mondo vivente e la folle ideologia specista che ne e' a fondamento.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' per la democrazia contro il fascismo, contro l'imperialismo e contro il colonialismo.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' che invera ad un tempo nella loro compresenza, nella loro concreta coerenza e nella loro dialettica il principio speranza, il principio disperazione e il principio responsabilita'.
La lotta nonviolenta delle donne contro il maschilismo e' il fulcro e il cuore della lotta per la liberazione dell'umanita' e per la salvezza dell'intero mondo vivente, essendo il maschilismo la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
La lotta del movimento di liberazione delle donne e' la nonviolenza in cammino.
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Un'amministrazione della giustizia nonviolenta, un ordine pubblico nonviolento
In Iran come ovunque nel mondo occorre abolire la pena di morte, abolire l'ergastolo, "liberarsi dalla necessita' del carcere" e valorizzare la via nonviolenta delle "commissioni per la verita' e la riconciliazione" e della "giustizia riparativa".
In Iran come ovunque nel mondo occorre la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza e la trasformazione della polizia in una struttura non armata e nonviolenta cosi' come preconizzata da Gandhi: "Io ho ammesso che anche in uno stato nonviolento potrebbe essere necessaria una forza di polizia. Questo, lo confesso, e' un sintomo dell'imperfezione del mio ahimsa. Non ho il coraggio di affermare che potremo fare a meno di una forza di polizia come lo affermo riguardo all'esercito. Naturalmente posso immaginare, e immagino uno stato nel quale la polizia non sara' necessaria; ma se riusciremo a realizzarlo o meno soltanto il futuro potra' deciderlo. La polizia che io concepisco tuttavia sara' di tipo totalmente diverso da quella oggi esistente. Le sue file saranno composte da seguaci della nonviolenza. Questi saranno i servitori e non i padroni del popolo. Il popolo dara' loro spontaneamente tutto il suo aiuto, e grazie alla reciproca collaborazione, essi saranno in grado di far fronte con facilita' ai disordini, che saranno peraltro in continua diminuzione. La forza di polizia disporra' di alcune armi, ma ne fara' uso solo raramente, se non addirittura affatto. Di fatto i poliziotti saranno dei riformatori" (Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996, p. 144).
Per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza da oltre vent'anni sono state presentate al Parlamento italiano diverse proposte di legge, purtroppo fin qui mai discusse.
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Alcune figure di riferimento del pensiero e dell'azione nonviolenta delle donne
Nel corso dei due incontri di Viterbo e Vetralla sono state anche ricordate alcune delle molte decisive figure del pensiero e della prassi nonviolenta delle donne: come Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Simone Weil, Etty Hillesum, Hannah Arendt, Marianella Garcia, Luce Fabbri, Franca Ongaro Basaglia, Marielle Franco, Lidia Menapace, Hildegard Goss-Mayr, Pat Patfoort, Vandana Shiva, le Madri di Plaza de Mayo...
E sono state ricordate anche le donne insignite del Premio Nobel per la Pace: Bertha von Suttner, Jane Addams, Emily Greene Balch, Mairead Corrigan, Betty Williams, Madre Teresa di Calcutta, Aung San Suu Kyi, Rigoberta Menchu', Jody Williams, Shirin Ebadi, Wangari Maathai, Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkol Karman, Malala Yousafzai, Nadia Murad, Maria Ressa.
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una minima bibliografia orientativa sul pensiero e sulla prassi nonviolenta delle donne nel XX secolo
Alle persone partecipanti ai due incontri e' stata anche messa a disposizione una minima bibliografia orientativa (redatta anni fa, e che ovviamente dovrebbe essere ampliata e aggiornata) sul pensiero e sulla prassi nonviolenta delle donne nel XX secolo:
1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009.
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007.
- Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003.
- Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001.
- Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997.
2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994.
- Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989.
- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988, 2000; Eadem, La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976; Eadem, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino 1975, 1976.
- Simone Weil, La condizione operaia, Edizioni di Comunita', Milano 1952, Mondadori, Milano 1990; Eadem, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987.
3. Sette strumenti di lavoro
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2007, Il sole 24 ore, Milano 2010; Eadem, Stupro. Storia della violenza sessuale dal 1860 a oggi, Laterza, Roma-Bari 2009, 2011, pp. VI + 602.
- Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008; Eadem, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246.
- Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernita', Giunti, Firenze 2002; Eadem, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001; Eadem, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192.
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998, 2003.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000.
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976, 1977; Eadem, Esclusa dalla storia, Editori Riuniti, Roma 1977.
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990, 1996.
4. Sette testimonianze
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977.
- Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Eadem, Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001.
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Eadem, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982.
- Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu', Giunti, Firenze 1987.
- Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973, 1982.
- Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005.
5. Un'opera di riferimento
- Georges Duby, Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne in Occidente, Laterza, Roma-Bari, 1990-1992, 1994-1996, 5 voll. (vol. I. L'Antichita', a cura di Pauline Schmitt Pantel; vol. II. Il Medioevo, a cura di Christiane Klapisch-Zuber; vol. III. Dal Rinascimento all'eta' moderna, a cura di Natalie Zemon Davis e Arlette Farge; vol. IV. L'Ottocento, a cura di Genevieve Fraisse e Michelle Perrot; vol. V. Il Novecento, a cura di Françoise Thebaud).
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Alcuni riferimenti utili in Italia
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
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Il primo dovere
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi a tutte le guerre, a tutti i fascismi, a tutte le persecuzioni.
Opporsi a tutte le stragi, a tutte le uccisioni, a tutte le violenze.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' il cammino.
Solo la lotta nonviolenta di liberazione delle donne abolisce tutte le guerre, tutti i fascismi, tutte le oppressioni e le violenze.
Solo la lotta nonviolenta di liberazione delle donne puo' salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente dalla catastrofe.
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Preparando l'"One Billion Rising" del 14 febbraio 2023
Nel corso dei due incontri e' anche stata data lettura dell'appello che promuove l'"One Billion Rising" del 14 febbraio 2023. Appello che di seguito si riproduce nel testo diffuso dalle coordinatrici italiane dell'iniziativa.
Carissime Amiche e Amici di Obr, a tutt* voi che in questi anni ci avete accompagnato e sostenuto, ricordiamo che nel 2023 si celebreranno nel mondo i 10 anni di One Billion Rising e del grande lavoro che siamo stati in grado di fare in ogni angolo del Pianeta e del nostro Paese.
Ci anima anche la gioia di poter finalmente tornare in presenza il 14 febbraio per il nostro appuntamento "Un miliardo di voci contro la violenza".
Crediamo in luce della grande offensiva contro i diritti delle donne in scena in troppe parti del mondo, sia  necessario tornare nelle scuole, nelle palestre, nelle piazze "accoglienti" delle vostre citta' e delle vostre reti, o anche semplicemente nelle sedi vostre associazioni/organizzazioni.
L'obiettivo e' far risuonare le nostre parole e la nostra volonta', con la potenza dei nostri corpi, dei nostri sguardi, della nostra forza, e ricordare che siamo pronte e pronti a difendere i diritti e a non arretrare.
Vogliamo rinsaldare una rete coesa e collettiva che non si arresta e che, come in Iran, produce energie nuove e inarrestabili contro la violenza.
Nelle scuole in particolare sara' prezioso tornare a parlare con ragazzi e ragazze, dare un messaggio di consapevolezza e amore per l'attivismo, far si' che le/i giovani siano nostri alleati, nostre alleate.
Come voi sapete le parole e le forme del messaggio che accompagnano l'evento OBR nel mondo, si prestano all'arte, alla musica, ad happening di teatro, di danza e di poesia il cui cuore e', da sempre, marcare un territorio di liberta' e diritti adesso piu' che mai quotidianamente minacciati.
Per questo motivo vi chiediamo di essere protagoniste di OBR 2023 e come indicazione (cui potrete aggiungere vostre idee creative) vi suggeriamo di proporre:
- la preparazione della coreografia del brano musicale Break the Chain
- esecuzione della coreografia il giorno 14 febbraio 2023
e
- se sarete nelle scuole la lettura di alcuni componimenti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi delle classi coinvolte
- se organizzerete nelle vostre associazioni o nelle piazze, letture di autrici e autori che possano rappresentare la nostra forza di vincere contro la violenza di genere.
Ovviamente qualunque aggiunta rispetto a questa tipologia di iniziativa non potrà che essere gradita.
A chi di voi confermera' la sua adesione, invieremo 5 T-shirt OBR, 200 adesivi, la grafica personalizzata con il nome della scuola e/o dell'organizzazione/comune/soggetto coinvolto.
In attesa di un vostro cortese riscontro, portiamo un affettuoso saluto.
Nicoletta, Silvia e Luisa
obritalia at gmail.com
www.facebook.com/obritalia
IG @onebillionrisingitalia
www.onebillionrising.org
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Una lettera all'ambasciata iraniana in Italia e una minima riflessione essenziale: "Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'" e "Dal femminismo molti doni"
Allegata in calce riproponiamo una lettera che abbiamo inviato sul finire dello scorso anno all'ambasciata iraniana in italia.
Sempre allegato in calce riproponiamo anche, ancora una volta, un testo diffuso l'8 marzo di diversi anni fa in cui abbiamo sintetizzato alcuni dei convincimenti che sono stati riproposti negli incontri svoltisi sabato 7 gennaio 2023 a Viterbo e domenica 8 gennaio 2023 a Vetralla.
Donna, vita, liberta'.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran come in tutto il mondo  per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Allegato primo: Una lettera all'ambasciata iraniana in Italia
All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022
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Allegato secondo: Dal femminismo molti doni
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

4. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

5. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. SCRIVERE AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Proponiamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente..
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

7. L'ORA. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

8. RIFERIMENTI. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

9. MAESTRE. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19]

1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.

10. MAESTRE. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI VANDANA SHIVA
 
- Vandana Shiva, Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990 (poi riedito col titolo Terra madre, Utet, Torino 2002).
- Vandana Shiva, Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995.
- Vandana Shiva, Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001.
- Vandana Shiva, Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001.
- Vandana Shiva, Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002 (poi ristampato col titolo: Il mondo del cibo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2015).
- Vandana Shiva, Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003.
- Vandana Shiva, Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005.
- Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006.
- Vandana Shiva, India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008.
- Vandana Shiva, Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008.
- Vandana Shiva, Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009.
- Vandana Shiva, Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009.
- Vandana Shiva, Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009.
- Vandana Shiva, Fare pace con la Terra, Feltrinelli, Milano 2012.
- Vandana Shiva, Storia dei semi, Feltrinelli, Milano 2013.
- Vandana Shiva, Chi nutrira' il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio, Feltrinelli, Milano 2015.
- Vandana Shiva, La terra ha i suoi diritti, Emi, Bologna 2016, Rcs, Milano 2020.
- Vandana Shiva, con Kartikey Shiva, Il pianeta di tutti, Feltrinelli 2019, 2020.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 9 del 9 gennaio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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