[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 384



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 384 del 14 marzo 2022

In questo numero:
1. Con il popolo ucraino, contro la guerra. Un discorso a Santa Barbara
2. Alcune parole per Leonard Peltier
3. Alcune pubblicazioni di Svetlana Aleksievic

1. REPETITA IUVANT. CON IL POPOLO UCRAINO, CONTRO LA GUERRA. UN DISCORSO A SANTA BARBARA

Ricostruiti a memoria poche ore dopo, queste sono alcuni nuclei dei ragionamenti svolti dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, in un incontro di solidarieta' con il popolo ucraino e contro tutte le guerre svoltosi la mattina di sabato 12 marzo 2022 nel quartiere di Santa Barbara a Viterbo.
Allegati in calce tre brevi ragionamenti redatti e diffusi nei giorni scorsi.
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1. Occorre far cessare imediatamente le stragi e le distruzioni
Da oltre due settimane prosegue la guerra del governo russo contro il popolo ucraino, l'invasione armata dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, i bombardamenti delle citta', e con la guerra le stragi, le distruzioni, e gli orrori di cui ogni guerra consiste. Poiche' la guerra sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani, di sofferenze inflitte ad esseri umani, di distruzione dei beni e del bene degli esseri umani.
La guerra e' nemica dell'umanita'. Nessuna guerra e' giusta. Nessuna guerra e' ammissibile. Solo salvare le vite e' giusto. Salvare le vite e' il primo dovere di ogni persona e di ogni umano istituto. Chi prepara, promuove, provoca, organizza, ordina, esegue, favoreggia la guerra si rende nemico dell'umanita'.
Massimamente nell'epoca aperta dagli orrori di Auschwitz e di Hiroshima, nell'epoca in cui e' tecnicamente possibile distruggere non solo intere popolazioni ma finanche l'intera famiglia umana, la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita': "alienum a ratione" scrisse Giovanni XXIII nella "Pacem in Terris"; la guerra non ha ragione ne' ragioni, la guerra e' contro la ragione, ed essendo la facolta' della ragione la caratteristica prima dell'umanita' di ogni essere umano ne consegue ancora una volta che la guerra e' intrinsecamente nemica dell'umanita'; la guerra e' un male assoluto contro cui l'intera umanita' deve lottare.
Ogni essere umano sa che la guerra e' il piu' grande dei crimini. Ed ogni essere umano ormai sa che ogni guerra per la sua dinamica interna puo' espandersi fino a incendiare ed incenerire l'intera umanita', l'intero mondo vivente, quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Opporsi alla guerra e' il primo dovere.
Far cessare tutte le guerre e' il primo dovere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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2. Receda il governo russo dalla sua scellerata follia
Un governo folle e scellerato ha scatenato e sta proseguendo quest'ennesima guerra che sta mietendo vittime su vittime, che sta provocando distruzioni e devastazioni irrimediabili, e che potrebbe estendersi su scala planetaria e distruggere l'intera civilta' umana.
Nessun popolo puo' volere la guerra.
Non la vuole il popolo del paese aggredito, ma non la vuole neanche il popolo dello stato aggressore.
Il governo russo ascolti la voce delle vittime innocenti, ascolti la voce del suo stesso popolo, ascolti la voce dell'umanita': cessi immediatamente la guerra ed inizi immediatamente i negoziati.
Gia' troppi crimini di guerra e troppi crimini contro l'umanita' sono stati commessi in queste settimane. Cessate il fuoco subito. Tornate subito alla ragione. Tornate subito all'umanita'.
Opporsi alla guerra e' il primo dovere.
Far cessare tutte le guerre e' il primo dovere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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3. Cessi la complicita' con la guerra e le stragi da parte dei governi dei paesi piu' ricchi del mondo
I governi dei paesi piu' ricchi del mondo invece di adoperarsi per far cessare immediatamente la guerra, invece di impegnarsi per la pace con mezzi di pace, hanno fin qui preferito speculare sulla guerra, facendo i loro sordidi giochi di potere mentre sempre piu' innocenti muoiono tra sofferenze indicibili, perseguendo i loro interessi particolari indifferenti allo spargimento di sangue, danzando la loro danza macabra sulle macerie delle citta' e sulle cataste di cadaveri che la guerra produce. E' mostruoso tanto cinismo. I governi dei paesi piu' ricchi del mondo a parole si dichiarano contro la guerra, ma nei fatti la favoreggiano e la alimentano. E sono quindi effettuali complici del massacro della popolazione ucraina. Questo abominevole atteggiamento di tanti governi non danneggia solo il popolo ucraino vittima della guerra, danneggia anche tutti gli altri popoli, danneggia l'umanita' intera.
E per parlare del nostro paese: anche il governo italiano invece di fare ogni sforzo per la pace, invece di impegnare ogni risorsa disponibile per soccorrere le vittime, ha deciso follemente e criminalmente di inviare armi che serviranno soltanto a far morire ancora piu' persone, che serviranno soltanto a prolungare ed estendere la guerra; anche il governo italiano e' complice della guerra e delle stragi.
Tutti i governi del mondo dovrebbero ascoltare la voce dei loro popoli che chiedono pace, disarmo, solidarieta', nonviolenza.
Tutti i governi del mondo dovrebbero premere per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediato inizio di negoziati, per l'immediato ritorno della pace.
Tutti i governi del mondo dovrebbero inviare tutti gli aiuti umanitari che sia possibile al popolo ucraino, come a tutti i popoli vittime di guerre.
Tutti i governi del mondo dovrebbero soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga da questa guerra come da tutte le guerre, da tutte le violenze.
Cessi la complicita' con la guerra; cessi ogni retorica menzognera, bellicista e razzista; ci si adoperi per salvare le vite umane.
L'unica politica internazionale decente e' quella che salva le vite umane.
Opporsi alla guerra e' il primo dovere.
Far cessare tutte le guerre e' il primo dovere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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4. Se i governi sono sordi e ciechi dinanzi alle stragi degli innocenti...
Se i governi sono sordi e ciechi dinanzi alle stragi degli innocenti, allora si sollevino nonviolentemente i popoli in un movimento di compassione e di solidarieta' per far cessare la guerra, aiutare tutte le vittime, salvare tutte le vite.
Dobbiamo essere noi, semplici esseri umani senza potere, a dire la verita' che va detta e a dare l'aiuto che va dato.
Dobbiamo inviare aiuti umanitari alla popolazione ucraina, come ad ogni popolo vittima di guerre e oppressioni.
Dobbiamo soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle stragi, dalle distruzioni.
Dobbiamo promuovere ogni iniziativa possibile per fermare la guerra, per salvare le vite.
Dobbiamo chiedere al popolo russo, come a tutti i popoli, di insorgere nonviolentemente contro la guerra.
Dobbiamo chiedere ai soldati russi, come a tutti i soldati, di rifiutarsi di obbedire a ordini omicidi.
Dobbiamo chiamare ogni persona all'obiezione di coscienza, ad agire per il disarmo, ad agire per la smilitarizzazione, ad agire per salvare le vite, a scegliere la nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E quindi dobbiamo cominciare noi stessi a scendere in piazza ogni giorno per chiedere pace e disarmo, a insorgere nonviolentemente contro la guerra, per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la legalita' che salva le vite.
Abolire la guerra.
Soccorrere tutte le vittime.
Accogliere tutte le persone in fuga.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Un'Europa di pace, disarmata e nonviolenta dall'Atlantico agli Urali.
Opporsi alla guerra e' il primo dovere.
Far cessare tutte le guerre e' il primo dovere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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5. Deve intervenire l'Onu
Il governo russo che ha imposto la guerra sta commettendo crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
Il governo americano non vuole la pace, poiche' i poteri economici che lo dominano traggono enormi vantaggi e profitti dalle stragi e dalle distruzioni in Europa.
I governi dei paesi dell'Unione Europea stanno favoreggiando la guerra e danneggiando anche i propri popoli con decisioni riarmiste e razziste insensate, illegali e disumane; dicono di volere la pace ma fanno una politica contraria, commettendo una colossale ed abominevole omissione di soccorso.
Occorre l'intervento dell'Onu.
Occorre l'intervento dell'Onu che imponga il cessate il fuoco.
Occorre l'intervento dell'Onu che imponga negoziati di pace.
Occorre l'intervento dell'Onu che invii sul terreno adeguate forze di interposizione non armata e nonviolenta.
Occorre l'intervento dell'Onu che organizzi e gestisca efficacemente, tempestivamente e correttamente i soccorsi umanitari.
Opporsi alla guerra e' il primo dovere.
Far cessare tutte le guerre e' il primo dovere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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6. Il primo dovere
Far cessare la guerra.
Mandare aiuti umanitari.
Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra.
Opporsi alla guerra e' il primo dovere.
Far cessare tutte le guerre e' il primo dovere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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Allegato primo: Intervenga l'Onu a fermare le stragi
I. Fermare le stragi, la guerra e' un crimine contro l'umanita'
La folle e scellerata guerra scatenata dal governo russo contro il popolo ucraino prosegue, ed ogni giorno aumentano e si estendono le stragi e le devastazioni.
Sono esseri umani quelli che muoiono.
E sono esseri umani coloro che azionano le armi assassine.
A tutte le vittime vada la solidarieta' dell'umanita' intera.
A tutti gli assassini giunga il monito dell'umanita' intera: cessate di uccidere, state uccidendo le vostre sorelle e i vostri fratelli.
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II. Quid agendum
Occorre un'azione corale dell'umanita' intera per imporre:
1. il "cessate il fuoco" immediato e definitivo;
2. un negoziato vero sotto l'egida dell'Onu;
3. l'invio da parte dell'Onu di forze di interposizione non armata e nonviolenta;
4. immediati soccorsi umanitari per tutte le vittime della guerra;
5. soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in fuga dalla guerra;
6. iniziare subito la ricostruzione delle case, delle scuole, degli ospedali, di tutte le strutture della vita civile.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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III. Intervenga immediatamente l'Onu
Tutto cio' richiede l'intervento immediato dell'Onu, solo soggetto istituzionale in grado di esercitare un'azione efficace.
L'Onu deve imporre il passaggio dalla guerra alla pace, dal conflitto al negoziato, dalle uccisioni al salvare le vite umane.
L'Onu deve imporre il passaggio dalla politica della violenza alla politica della nonviolenza: siamo una sola umanita', e l'Onu deve rappresentare tutti i popoli del mondo.
L'umanita' deve affrontare oggi sia la pandemia che perdura sia il disastro ambientale globale che mettono in pericolo l'intera famiglia umana: la guerra e' ormai una totale follia, la guerra deve essere abolita, e devono essere aboliti gli strumenti delle guerre: gli eserciti e le armi.
Intervenga l'Onu a fermare le stragi.
Intervenga l'Onu ad imporre la pace.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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IV. Il governo russo cessi la guerra
Al governo russo occorre chiedere l'immediata cessazione dell'invasione e delle stragi, l'immediato ritiro delle truppe, l'immediata accettazione di un negoziato vero sotto la direzione e la garanzia dell'Onu.
La Russia fa parte dell'Europa, il popolo russo fa parte dell'umanita', nessuna persona pensante odia il popolo russo o qualunque altro popolo.
Il governo russo scatenando la guerra non solo non tutela, ma mette in pericolo lo stesso popolo russo.
Se la Russia chiede garanzie di non essere aggredita, l'Onu le dia queste garanzie, e tutti i governi europei sottoscrivano un impegno in tal senso.
Tutte le controversie territoriali (e nel mondo ve ne sono innumerevoli) possono e devono essere risolte con il negoziato; la guerra non e' mai una soluzione.
Il governo russo faccia subito l'unica cosa saggia che puo' fare: l'immediata cessazione dell'invasione e delle stragi, l'immediato ritiro delle truppe, l'immediata accettazione di un negoziato vero sotto la direzione e la garanzia dell'Onu.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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V. L'Unione Europea cessi di essere bellicista, razzista e schiavista, ed aiuti finalmente tutte le vittime
Ma anche altre richieste occorre aggiungere.
Ai governi dell'Unione Europea occorre chiedere di sciogliere immediatamente la Nato, che e' il braccio armato della politica americana contro i popoli europei, che gia' da molti anni ha commesso e promosso crimini di guerra e crimini contro l'umanita', che negli anni e nei mesi scorsi ha svolto un'incessante azione bellicista e golpista - di criminale provocazione e delittuosa alimentazione della violenza palese ed occulta - nell'Europa centrale ed orientale, azione che e' all'origine della guerra in corso.
Ai governi dell'Unione Europea occorre chiedere di recedere dalla politica razzista e schiavista che li caratterizza e che ogni giorno miete vittime nel silenzio quasi totale dei mezzi d'informazione.
Ai governi dell'Unione Europea occorre chiedere di dismettere la politica militarista, riarmista e neocolonialista che sta spargendo sangue in tante parti del mondo.
Ai governi dell'Unione Europea occorre chiedere di soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra e della fame.
Ai governi dell'Unione Europea occorre chiedere di inviare immediati aiuti umanitari in Ucraina, cosi' come negli altri paesi devastati dalle guerre e dalla violenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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VI. Il governo degli Stati Uniti d'America cessi di essere nemico dell'umanita'
E una richiesta ancora occorre aggiungere.
Al governo dell'entita' politica piu' assassina del mondo, quegli Stati Uniti d'America sorti con il genocidio delle popolazioni native americane, quegli Stati Uniti d'America che tuttora sono il principale criminale promotore di guerre e di stragi, di terrorismo e di dittature nel mondo, chiediamo di cessare di condurre una politica che in Europa ha come fine sia la strage dei popoli di interi paesi, sia la riduzione all'indigenza di gran parte della popolazione europea.
Al governo degli Stati Uniti d'America chiediamo di cessare di promuovere guerre ed imporre dittature in tutto il mondo.
Al governo degli Stati Uniti d'America chiediamo di cessare di essere nemico dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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VII. Ogni vittima ha il volto di Abele
Ogni persona, ogni popolo, ogni umano istituto puo' e deve contribuire al bene comune dell'umanita'.
Occorre la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni popolazione ed ogni persona bisognosa d'aiuto.
Occorre contrastare il male facendo il bene.
Occorre opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, necessaria ed urgente della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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VIII. Repetita iuvant
Diciamolo una volta ancora, ripetiamolo una volta ancora.
Occorre un'azione corale dell'umanita' intera per imporre:
1. il "cessate il fuoco" immediato e definitivo;
2. un negoziato vero sotto l'egida dell'Onu;
3. l'invio da parte dell'Onu di forze di interposizione non armata e nonviolenta;
4. immediati soccorsi umanitari per tutte le vittime della guerra;
5. soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone in fuga dalla guerra;
6. iniziare subito la ricostruzione delle case, delle scuole, degli ospedali, di tutte le strutture della vita civile.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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IX. Il popolo ucraino e' l'umanita'
Con il popolo ucraino vittima della guerra c'e' l'umanita' intera.
Il popolo ucraino vittima della guerra e' l'umanita' intera.
La guerra e' nemica dell'umanita' intera.
Cessi immediatamente la guerra.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Viterbo, 10 marzo 2022
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Allegato secondo: A un passo dall'apocalisse atomica: cessate il fuoco
I combattimenti intorno a una centrale nucleare in Ucraina hanno portato l'umanita' a un passo dall'apocalisse atomica.
Cessate il fuoco.
Cessate immediatamente la guerra.
Fermate immediatamente i combattimenti.
La sopravvivenza dell'umanita' e' un "fine sovraordinato" (Gandhi) dinanzi a cui ogni altro fine deve cedere.
Tutte e tutti siamo esseri umani. Tutte e tutti siamo una sola umana famiglia.
Cessi immediatamente la guerra, cessino immediatamente tutte le guerre, cessino immediatamente tutte le stragi, cessino immediatamente tutte le uccisioni.
Il diritto alla vita dell'umanita' intera viene prima di ogni altra cosa.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Al governo russo chiediamo l'immediata cessazione della criminale e folle aggressione alla popolazione ucraina, l'immediata cessazione dei bombardamenti, l'immediato ritorno delle truppe russe in Russia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Al governo ucraino chiediamo di cessare ogni attivita' bellica - per quanto esse siano del tutto legittime da parte di un popolo aggredito - e di passare alla sola vera difesa possibile, necessaria, efficace ed infine vittoriosa, alla sola vera Resistenza possibile, necessaria, efficace ed infine vittoriosa: la difesa popolare nonviolenta; la difesa popolare nonviolenta di fronte alla quale nessun invasore puo' prevalere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ai governi degli altri stati chiediamo di cessare di soffiare sul fuoco, chiediamo di cessare di inviare armi e di promettere armi, armi che solamente alimentano ed estendono la guerra, le stragi e le uccisioni, armi che solamente provocano altre innumerevoli morti, favoreggiano l'allargamento della catastrofe e minacciano di distruzione l'intera umanita'.
Chiediamo di inviare immediatamente ed esclusivamente aiuti umanitari in soccorso della popolazione ucraina aggredita.
Chiediamo di soccorrere, accogliere, assistere tutti i profughi in fuga dalla guerra, da questa guerra come da tutte le guerre, da tutte le dittature, da tutte le schiavitu' e da tutte le devastazioni.
Chiediamo di compiere non atti ostili, ma di sostegno al negoziato, al dialogo e alla riconciliazione.
Chiediamo azioni immediate, concrete e coerenti contro la guerra: azioni di pace, disarmo, smilitarizzazione, difesa e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la scelta concreta e coerente della nonviolenza che e' l'unica risorsa che puo' salvare l'umanita' dall'orrore, dalla barbarie, dall'annichilimento.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Tacciano le armi e comincino veri negoziati che costruiscano la pace con mezzi di pace.
E' in gioco l'esistenza dell'umanita'. La guerra e' nemica dell'umanita' consistendo sempre e solo dell'uccisione di esseri umani. Tutte le vittime sono nostre sorelle e nostri fratelli.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Giunti a un passo dall'apocalisse atomica, tornano alla memoria le parole di don Lorenzo Milani: "E noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana?".
Pace subito.
Disarmo subito.
Smilitarizzazione subito.
Nonviolenza subito.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Tornano alla mente in questo tragico momento gli appassionati ammonimenti, i decisivi ragionamenti di Carlo Cassola: occorre l'immediato disarmo, o le armi distruggeranno l'umanita'.
Ogni umano consorzio ha come prima ragione e scopo fondamentale il mutuo soccorso, la condivisione del bene e dei beni, salvare le vite.
Ogni umana istituzione ha come prima ragione e scopo fondamentale il mutuo soccorso, la condivisione del bene e dei beni, salvare le vite.
Dopo gli orrori assoluti di Auschwitz e di Hiroshima nessuna divisione tra esseri umani ha piu' senso: siamo tutte e tutti una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, ua sola umanita' in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ovunque si manifesti per la pace.
Ovunque si organizzino raccolte di aiuti umanitari da inviare alle vittime della guerra.
Ovunque siano soccorse, accolte ed assistite le persone in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle violenze, dalle distruzioni.
Ovunque si manifesti per la cessazione immediata della guerra.
Chi salva una vita salva il mondo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Viterbo, 4 marzo 2022
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Allegato terzo: Partecipando al digiuno contro la guerra
Oggi in digiuno
Prendo parte anch'io quest'oggi al digiuno contro la guerra promosso dal papa.
Degli strumenti che la nonviolenza appresta per contrastare la violenza, il digiuno e' e' quello piu' forte nel richiamare gli esseri umani alla propria comune umanita'.
E la guerra e' il piu' abominevole dei crimini contro l'umanita', poiche' essa consiste sempre e solo dell'uccisione di esseri umani da parte di altri esseri umani, dimentichi che siamo tutte e tutti sorelle e fratelli, tutte e tutti una sola umana famiglia in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
La regola aurea che in tutte le grandi tradizioni di pensiero presiede all'umana convivenza, alla liberta' e alla giustizia, e': "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero nei tuoi confronti".
Uccidere annienta l'umanita'. La guerra e' nemica assoluta dall'umanita'.
E' quindi dovere di ogni essere umano opporsi alla guerra, che e' sempre e solo assassina.
E' quindi dovere di ogni essere umano opporsi a tutte le guerre, a tutte le stragi, a tutte le uccisioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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"Cessate il fuoco", troppi esseri umani sono gia' morti
La guerra scatenata dal governo russo contro il popolo ucraino deve cessare immediatamente. Troppi esseri umani sono gia' morti.
L'invasione militare russa dell'Ucraina deve cessare immediatamente. L'esercito russo deve lasciare immediatamente l'Ucraina. Troppi esseri umani sono gia' morti.
La popolazione ucraina vittima di una folle e scellerata aggressione deve ricevere immediatamente tutti i soccorsi umanitari di cui ha bisogno. Troppi esseri umani sono gia' morti.
Tutte le persone in fuga dalla guerra devono essere soccorse, accolte, assistite. Troppi esseri umani sono gia' morti.
La guerra va fermata immediatamente. Troppi esseri umani sono gia' morti.
Pace, disarmo, smilitarizzazione, nonviolenza. Troppi esseri umani sono gia' morti.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Alcune ragionevoli parole della "Rete pace e disarmo"
Condivido sostanzialmente quello che ha scritto la "Rete pace e disarmo" e lo trascrivo qui di seguito.
"Bisogna fermare la guerra in Ucraina. 
Bisogna fermare tutte le guerre del mondo.
Condanniamo l'aggressione e la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Vogliamo il "cessate il fuoco", chiediamo il ritiro delle truppe.
Ci vuole l'azione dell'Onu: disarmo e neutralita' attiva.
Dall'Italia e dall'Europa devono arrivare soluzioni politiche, non aiuti militari.
Protezione, assistenza, diritti alla popolazione di tutta l'Ucraina, senza distinzione di lingua e cultura.
Siamo con la societa' civile, con le lavoratrici e i lavoratori ucraini e russi che si oppongono alla guerra con la nonviolenza.
No all'allargamento della Nato. Si' alla sicurezza condivisa.
Vogliamo un'Europa di pace, senza armi nucleari dall'Atlantico agli Urali.
Costruiamo ponti e solidarieta' tra i popoli, non con le armi ma con la democrazia, i diritti, la pace.
Basta armi, basta violenza, basta guerra".
Cosi' scrive la "Rete pace e disarmo", e dice bene.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Un'aggiunta nonviolenta
Ma occorrera' aggiungere alcune parole ancora.
1. La decisione del governo e del parlamento italiano di inviare armi nel cuore della carneficina e' del tutto illegale e criminale, folle e sciagurata: non di ulteriori stragi, non di ulteriori morti vi e' bisogno, ma di pace e soccorsi umanitari.
2. La Nato, che e' la piu' grande e peggiore organizzazione terrorista e stragista nel mondo, deve essere sciolta.
3. In tutto il mondo deve avere immediata applicazione la proibizione delle armi atomiche sancita dall'Onu: si cessi di produrre le armi nucleari, si smantellino tutti gli arsenali atomici. E' in gioco l'esistenza stessa del genere umano.
4. Occorre ridurre drasticamente le spese militari ed investire quelle ingenti risorse - oggi sperperate a fini di morte - in aiuti umanitari, assistenza, sanita', istruzione, riconversione economica sostenibile, protezione del mondo vivente, riconoscimento concreto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
5. Occorre adoperarsi per abolire gli eserciti e le armi: la salvezza comune dell'umanita' richiede l'immediato passaggio dalla sanguinaria e distruttiva gestione armata dei conflitti alla difesa popolare nonviolenta.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Un'insegna d'osteria, il cielo stellato e un professore di Koenigsberg
L'umanita' intera si opponga alla guerra.
L'umanita' intera sostenga la popolazione ucraina aggredita come tutti i popoli oppressi.
L'umanita' intera si impegni per la cessazione immediata della guerra e dell'invasione, di tutte le guerre e tutte le oppressioni.
L'umanita' intera comprenda che al male occorre opporsi facendo il bene.
L'umanita' intera comprenda che alla violenza occorre opporre la nonviolenza.
Abolire la guerra, ora.
Cessare di uccidere, ora.
Pace e disarmo, ora.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Viterbo, 2 marzo 2022

2. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE PER LEONARD PELTIER

Il testo che segue e' la stesura integrale dell'articolo "Persecuzione politica negli Usa. Non muoia in carcere Leonard Peltier" che apparira' su "Adista segni nuovi" n. 8 del 5 marzo 2022.
Ringrazio di cuore le amiche e gli amici di "Adista" per la richiesta e l'ospitalita'.
L'occasione e' propizia per esprimere non solo la mia gratitudine verso un mezzo d'informazione e un'esperienza giornalistica e militante che da molti, molti anni e' anche per me un punto di riferimento fondamentale, ma anche per invitare chi legge queste righe a visitare quel sito e sostenere quell'esperienza. Per contatti: www.adista.it
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Non muoia in carcere Leonard Peltier
Mentre vengono scritte queste righe Leonard Peltier ha 77 anni, da 46 e' in prigione in un carcere americano di massima sicurezza condannato a due ergastoli per delitti che non ha commesso (un processo-farsa con una giuria razzista lo condanno' sulla base di testimonianze false e di prove altrettanto false; gli stessi accusatori, gli stessi giudici, riconobbero successivamente che fu la condanna di un innocente, che fu una persecuzione politica. Leonard Peltier e' un perseguitato politico, perseguitato perche' e' un nativo americano che ha dedicato l'intera sua vita alla lotta in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della Madre Terra.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Leonard Peltier soffre da molti anni di gravi patologie, e recentemente ha contratto il covid. La sua vita e' in grave pericolo, ma fin qui neppure questo ha persuaso il Presidente degli Stati Uniti d'America a restituirgli la liberta' attivando l'istituto della grazia presidenziale.
Da tutto il mondo da decine d'anni si chiede che Leonard Peltier sia liberato: lo hanno chiesto Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, e con essi innumerevoli altre personalita' benemerite dell'umanita', lo hanno chiesto istituzioni democratiche come il Parlamento Europeo, lo hanno chiesto associazioni prestigiose come Amnesty International, e con esse milioni di esseri umani da tutto il mondo che hanno sottoscritto petizioni per la sua liberazione. Fin qui a nulla e' valso.
Perche' tanto accanimento? Perche' tanta ferocia contro Leonard Peltier? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che il sistema di potere che domina negli Stati Uniti tema a tal punto un settantasettenne gravemente malato? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli sia sempre stato negato un processo di appello che sicuramente lo avrebbe assolto? Cosa rappresenta Leonard Peltier per far si' che gli siano state sistematicamente negate tutte quelle misure di riduzione dell'afflittivita' della pena che lo stesso sistema carcerario americano prevede?
Scriviamolo subito: Leonard Peltier rappresenta l'intera umanita' oppressa in lotta per la comune liberazione e per la difesa dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dai poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.
La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.
La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.
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La vita, la lotta e la persecuzione di un indiano
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazone criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, e' ora anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
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Un uomo innocente
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Ha scritto nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
Naturalmente si puo' sostenere che le dichiarazioni di Peltier – anche se sono parole nobili e luminose come quelle che abbiamo citato - non fanno testo: anche se fosse un assassino avrebbe il diritto di negarlo.
Ma oltre le parole vi sono i fatti: ovvero il fatto elementare ed ineludibile che nessuna prova di colpevolezza e' mai emersa; gli stessi accusatori e giudici che pure ne imposero la condanna hanno successivamente ammesso che non vi e' e non vi e' mai stata alcuna prova che fu Leonard Peltier ad uccidere i due agenti dell'Fbi. Il fatto che Leonard Peltier sia stato condannato sulla sola base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, e' un'ulteriore conferma della sua innocenza.
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La solidarieta' in Italia
Anche in Italia si e' sviluppato un movimento di solidarieta' con Leonard Peltier, che nel corso dei decenni ha avuto diverse fasi legate a circostanze particolari.
Con l'elezione di Biden alla Casa Bianca nel 2021 vi e' stata una significativa ripresa delle iniziative.
Una nuova campagna - con una peculiare impostazione nonviolenta - e' stata promossa dal giugno 2021 dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo; essa ha suscitato varie rilevanti adesioni, tra cui quella del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, purtroppo recentemente scomparso.
Accogliendo e facendo propria l'iniziativa promossa dalla struttura nonviolenta viterbese, il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Anche dopo la scomparsa del compianto Presidente Sassoli, ed anche nel suo ricordo, l'iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier prosegue.
Per contattare le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/
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Un percorso di letture per saperne di piu'
1. Un percorso minimo puo' essere il seguente.
Ovviamente occorre cominciare dall'autobiografia di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005).
Tra le opere su Leonard Peltier fondamentale e' il libro di Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994 - segnaliamo che l'edizione italiana riproduce la seconda edizione americana ma con tagli piuttosto consistenti).
Un'agile introduzione e' il volumetto di Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; contiene anche una silloge di scritti di Petier e la riproduzione di alcune sue opere pittoriche.
Un buon lavoro recente e' il ponderoso volume di Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Particolarmente utile anche per la contestualizzazione e' l'ottima opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata (e segnaliamo che ognuna delle cento voci di cui si compone l'opera reca una preziosa bibliografia per l'approfondimento).
2. Alcune ulteriori letture utili.
Per chi volesse ulteriormente approfondire vi sono vari buoni libri in inglese, purtroppo non tradotti in italiano.
Sul processo: Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
Alcuni utili documenti processuali sono in Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe. 
E' di qualche utilita' anche il seguente libro del curatore dell'autobiografia di Peltier: Harvey Arden, Have You Thought of Leonard Peltier Lately?, HYT Publishing, Houston 2004.
Un libro che occorre aver letto - col necessario discernimento, e' ovvio – e' Joseph H. Trimbach and John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009. Trimbach e' stato uno dei quadri dell'Fbi piu coinvolti nella repressione dell'Aim e nella persecuzione di Leonard Peltier.
Sono ancora particolarmente utili anche i seguenti libri.
Rex Weyler, Blood of the Land. The Government and Corporate War against the American Indian Movement, Random House, New York 1982, 1984.
Kenneth S. Stern, Loud Hawk. The United States versus the American Indian Movement, University of Oklahoma Press, 1994, Red River Books, 2002.
Per la contestualizzazione cfr. anche Jeffrey Ostler, The Lakotas and the Black Hills. The Struggle for Sacred Ground, Viking Penguin, New York 2010.
Anche se non si occupa della vicenda di Leonard Peltier e' sempre utile la lettura di Winona LaDuke, All Our Relations. Native Struggles for Land and Life, South End Press, Cambridge, Massachusetts, 1999, Haymarket Books, Chicago, Illinois, 2015.
Ovviamente vi sono molti altri libri che meriterebbero di essere letti (ed alcuni ci sono particolarmente cari), ma quelli citati possono essere sufficienti per un inquadramento adeguato.
Concludiamo citando il lavoro di un autore, Ward Churchill, che ci sembra abbia dato contributi utilissimi, e che ha subito una vera e propria persecuzione (in merito cfr. la prefazione di Barbara Alice Mann alla seconda edizione di Ward Churchill, Since Predator Came: Notes from the Struggle for American Indian Liberation, Aigis Publishing, 1995, AK Press, Oakland 2005). Tutte le opere di Ward Churchill che abbiamo letto ci sono sembrate assai utili, ed anche se su alcune questioni (il marxismo, il pacifismo, la nonviolenza) abbiamo opinioni diverse, e' indubitabile che il suo lavoro teorico e documentario, di ricerca e di dibattito, e' di grande valore, merita pieno apprezzamento e profonda gratitudine. Sarebbe bene che i suoi libri venissero finalmente tradotti anche in italiano. Per un avvio alla conoscenza della sua opera suggeriremmo di cominciare da due raccolte di suoi interventi: Ward Churchill, Acts of Rebellion, Routledge, New York and London 2003; e Ward Churchill, Wielding Words like Weapons. Selected Essays in Indigenism, 1995–2005, PM Press, Oakland 2017.
Ricordiamo infine anche che altri utili materiali sono nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del citato libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).
Va da se' che non abbiamo ricordato molte opere - alcune delle quali ormai classiche - della e sulla piu' generale resistenza dei nativi americani al genocidio e all'ecocidio; fortunatamente molti sono gia' i lavori - e talora capolavori - sia narrativi che saggistici scritti da illustri autrici ed autori nativi americani, ma non era questa la sede per darne notizia.

3. SEGNALAZIONI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI SVETLANA ALEKSIEVIC

- Svetlana Aleksievic, Incantati dalla morte, Edizioni e/o, Roma 2005, pp. 272.
- Svetlana Aleksievic, Gli ultimi testimoni, Bompiani, Milano 2016, 2017, pp. 368.
- Svetlana Aleksievic, La guerra non ha un volto di donna, Bompiani, Milano 2015, 2020, pp. 464.
- Svetlana Aleksievic, Preghiera per Cernobyl, Edizioni e/o, Roma 2002, 2004, pp. 360.
- Svetlana Aleksievic, Ragazzi di zinco, Edizioni e/o, Roma 2003, pp. 320.
- Svetlana Aleksievic, Tempo di seconda mano, Bompiani, Milano 2014, 2018, pp. 780.

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 384 del 14 marzo 2022
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