[Nonviolenza] Telegrammi. 4023



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4023 del 22 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Sommario di questo numero:
1. Alcuni testi di Benito D'Ippolito apparsi su questo foglio nel 2009-2010
2. Poiche'
3. Mille cadaveri e di mosche un pugno
4. Ed i massacri della guerra afgana?
5. Parole
6. Eis eauton
7. Una tenzone
8. In lode di Maria G. Di Rienzo
9. Consunte sono tutte le parole
10. A Osvaldo Ercoli, in occasione del suo genetliaco
11. Il superstite
12. Lungo il cammino
13. Righe in omaggio al professor Pontara per la sua antologia gandhiana del '73
14. Cencio Cicorioni: La ronna
15. Romano Sacrimperi: A norma del pacchetto sicurezza
16. Cantata dell'Internazionale dei morti di fame
17. Di cedimento in cedimento
18. Superstite un distico
19. La stagione
20. Il partito dello stupro. Un oratorio
21. Al telefono. Una palinodia
22. Parla il senator Benito Adolfo Caligolari
23. Progetto di circolare del Somministro della sanita'
24. Da un frammento apocrifo di Autottico Autontimorumeno, scoliasta bizantino. Un volgarizzamento, ovvero una versione
25. Et non inveni
26. Dal Ministero della Cultura Popolare
27. L'ammazzatoio. Un proclama ministeriale
28. Le stragi che in Afghanistan, che in Pakistan
29. Primo maggio contro la guerra e contro il razzismo
30. Il nostro primo maggio
31. La bambina
32. Coccodrilli di lacrima
33. Poiche' il razzismo, la guerra, il riarmo
34. Una cartolina da Zimmerwald
35. Dopo la promulgazione delle leggi razziali, ritrovandoci a Madonna del Colletto
36. Come in quel film di Steven Spielberg
37. Ar presidente da repubbica
38. L'attento osservatore, il fosco speglio
39. Ballata del sentiero del male
40. Ogni volta
41. Dello studio della nonviolenza
42. Il silenzio degli affogati
43. Alla sagra dell'ipocrisia
44. Per Teresa Sarti
45. Tacciano adesso
46. Marek Edelman
47. Di tutte le risorse la piu' scarsa
48. E poi
49. Poiche' vi e' una sola umanita'
50. Samsara
51. La rivolta degli schiavi
52. Piccolo epitaffio per Primo Levi
53. Come
54. Per il nostro maestro Albert Camus
55. Durante la costruzione della torre di Babele
56. Righe interrotte in memoria di Corso Salani, cineasta, militante
57. Questo cammino della nonviolenza
58. Chi pensa che sacrificare vite
59. C'era un certo signor di Portbandar
60. Breve litania della nonviolenza
61. Per Raimon Panikkar
62. Per Mario Monicelli
63. La notte
64. La guerra e il colpo di stato razzista
65. Omero Dellistorti: Amista'
66. Omero Dellistorti: Meditazioni sul dolore nel momento sbagliato
67. Segnalazioni librarie
68. La "Carta" del Movimento Nonviolento
69. Per saperne di piu'
 
1. MEMORIA. ALCUNI TESTI DI BENITO D'IPPOLITO APPARSI SU QUESTO FOGLIO NEL 2009-2010
 
Riproponiamo di seguito alcuni testi del nostro collaboratore Benito D'Ippolito apparsi su questo notiziario nel 2009-2010.
 
2. POICHE'
 
Poiche' i razzi e le bombe non crescono sugli alberi
qualcuno li produce e li fornisce
a chi li usa.
 
Poiche' aggiustare una macchina e' facile
ma riportare in vita gli ammazzati invece no
dovrebbe esser chiaro cio' che ne consegue.
 
Poiche' ogni persona a non essere uccisa ha diritto
ne deriva un reciproco dovere
e chiunque sa quale sia.
 
Nel frigorifero i teschi surgelati
dalla lattina aperta spuma sangue
e dalla televisione sempre e solo
parlano gli assassini.
 
Non affondarla tu la lama nella gola.
Non spingerlo tu il bottone del telecomando
che toglie il respiro.
Non dargli fuoco tu alla carne viva.
 
Tu opponiti a tutte le guerre
a tutti gli eserciti opponiti
tu opponiti a tutte le armi.
 
Vi e' una sola umanita'. E solo
la nonviolenza puo' tutti salvarci.
 
3. MILLE CADAVERI E DI MOSCHE UN PUGNO
 
Un sangue nero fumigante scola
un volto nero e' come legno attorto
non esce dalla gola una parola
il vivo e' arrovesciato e fatto morto.
 
Qui mira la scintilla e qui la mola,
come dal cielo piovve giu' sull'orto
di bronzo e fiamma l'orrida carola,
qual bastimento giunse infine in porto.
 
Dall'alto della rocca catafratto
chi tesse questa trama si protende
a contemplar che resta di tal bugno
 
e calcolare il prezzo del misfatto
e compitar quali frutto' prebende:
mille cadaveri e di mosche un pugno.
 
4. ED I MASSACRI DELLA GUERRA AFGANA?
 
Ed i massacri della guerra afgana?
su quelli ancora l'omerta' prevale
giacche' l'Italia in quella si' lontana
terra e' tra quanti seminano il male
 
e fan raccolto della disumana
messe di sangue e d'odio, un infernale
rosario di delitti che si sgrana
e che s'irradia e il mondo inonda e assale.
 
Non e' anche quella una guerra stragista?
Non sono le sue vittime persone?
Non alimenta l'orgia terrorista?
 
Non muovono quei morti a compassione
l'illustre movimento pacifista?
Nessuno a questo crimine si oppone?
 
5. PAROLE
 
Le stragi "difensive", l'ammazzare
"umanitario", il massacrare masse
"collaterale effetto", le piu' basse
imprese sa la lingua mascherare.
 
Se solo per un'ora si lasciasse
la finta lingua che non fa pensare
altre sarebbero da pronunciare
parole amare in gravi e tristi lasse.
 
Questa menzogna che corrompe tutto
questa ferocia che tutto devasta
quest'empia pira d'infinito lutto
 
e questo fumo che tutto sovrasta
di carni umane che la fiamma ha strutto:
cos'altro ancora occorre per dir basta?
 
6. EIS EAUTON
 
Non frutta gran raccolto dell'ascolto
la pallida virtu', ne' il ben assolto
dovere frutta molto, e piu' lo stolto
gode la vita di chi mesto volto
 
tiene per abito da poi che ha colto
che niun di duolo ne' d'affanno e' sciolto
e che se bene v'e', cosi' e' sepolto
che saria meglio che gli fosse tolto
 
ogni desire ed ogni speme ed ogni
miraggio di belta' e di nobil sogni
sicche' del nudo vero e dei bisogni
 
inesauribili non si vergogni
e resti forte e giammai s'incarogni
ma solo di esser giusto per se' agogni.
 
7. UNA TENZONE
 
I. A parla a B
Sempre credetti soltanto nelle spade
e nelle candele.
Le spade che rossa traggono dalle carni acqua
le candele che piangono e fanno luce
divorate dal fuoco.
Sempre credetti solo nella morte.
 
II. B risponde ad A
Come la notte volli esser tutto orecchio.
Solo silenzio, solo respiro.
Solo la voce del mare e delle foglie.
Solo il ritorno del giorno e delle tenebre.
E la vita, la vita infinita.
 
III. Questo specchio
Questo vetro e' un cavallo di pietra.
Questo vetro non sa benedizioni.
Uno solo sono i due volti
i due lati sono un lato solo.
 
IV. A Gaza
Era tuo figlio che bruciava il tuo fuoco.
Era tua madre che si scioglieva in sangue.
La tua arma squartava le tue carni.
Finche' non cessi di uccidere uccidi
te stesso. Amico mio assassino,
unico nostro volto.
 
8. IN LODE DI MARIA G. DI RIENZO
 
Sa tutto questa donna, e le parole
conosce che rivelano gli arcani.
Mille dispone l'oppressor tagliole
e lei le smonta con le proprie mani.
 
E smaschera gli inganni nelle fole
dell'ipnotizzatore, e rende vani
i trucchi di chi rapinare vuole
i sogni, le anime, le stelle, i pani.
 
Sa contrastare il male, e modulare
il luminoso canto che guarisce
le egre cure del profondo mare
 
nero del cuore, e la danza tornisce
che reca le soavi gioie e rare
in questa vita che presto finisce.
 
9. CONSUNTE SONO TUTTE LE PAROLE
 
Consunte sono tutte le parole
a dire l'eruzione di quel male
e come ancora l'anima ti assale
e come ancora morda nelle gole
 
e laceri le carni. E ancora duole
come piaga frugata dal pugnale
inestinguibile che nulla vale
a risanare. E ne' luna ne' sole
 
possono illuminare questa greve
tenebra sempiterna, e questa brace
fermenta ancora, e non vi sono leve
 
che rompano si' crudo carapace
e possano un soccorso recar lieve
alla memoria che non trova pace.
 
10. A OSVALDO ERCOLI, IN OCCASIONE DEL SUO GENETLIACO
 
Qui vedi un uomo buono, il cui rigore
morale e logico con gran vigore
si oppone ad ogni errore ed ogni orrore
e dona a tutti verita' ed amore.
 
Di matematiche buon professore
e di onesta' maestro ancor migliore
contrasta ogni torpore e ogni timore
recando aiuto ovunque sia dolore.
 
In questa breve vita la cui danza
sovente pare folle, e d'incostanza
e d'ignoranza e tracotanza e' stanza,
 
di Osvaldo Ercoli la vicinanza,
la vigilanza, la testimonianza
e' fonte di conforto e di speranza.
 
11. IL SUPERSTITE
 
Immedicabile e' questo dolore
insuperabile questa stanchezza
e non c'e' cuore, non c'e' fiore o amore
che possa dar sollievo, ne' allegrezza.
 
Passano gli anni come fosser ore
e ti ritrovi qui, in questa vecchiezza
con il medesimo colore e odore
con la medesima bruna grevezza.
 
Ogni parola ancora ti ferisce
ogni silenzio ancora ti e' di scherno
non vi son cose per te lievi e lisce
 
ma tutte ti riportano all'inferno
ove nulla di umano piu' schiarisce
questo infinito nudo vuoto inverno.
 
12. LUNGO IL CAMMINO
 
Nel candido silenzio della luna
lenta, gravata di un dolore cupo
in lunga fila va una schiera bruna
in questa landa del drago e del lupo.
 
Ovunque e' notte e non s'adocchia cruna
per aguzzar di ciglia, ed un dirupo
ed un deserto e' qui ove si rauna
fiaccata la teoria del crudo strupo.
 
E in questo andare unico barlume
di speme e' la carezza che conforta
chi e' insieme tratto in questo triste fiume
 
e il vivo volto che alla cosa morta
sa fare fronte e reca il buon costume
della pieta' che lotta e che sopporta.
 
13. RIGHE IN OMAGGIO AL PROFESSOR PONTARA PER LA SUA ANTOLOGIA GANDHIANA DEL '73
 
Non giunsi a scegliere la nonviolenza
seguendo Gandhi o King o Capitini
ma Leopardi e Marx, tra mezzi e fini
stringendo il nesso, all'intima esigenza
 
di agire e di pensare in coerenza
dando sviluppo, e cercando cammini
che contrastasser tutti i belluini
errori e orrori in scienza ed in coscienza.
 
L'antologia gandhiana di Pontara
fu a molti e a me strumento e specchio e pietra
d'inciampo e paragone, e non avara
 
limpida fonte e di dardi faretra
colma - all'arciere zen visione chiara -
per contrastar violenza cieca e tetra.
 
14. CENCIO CICORIONI: LA RONNA
 
Grazzi'ar governo de la giovinezza
co' mi' compari mo' ffamo la ronna
e sse trovamo 'n mezzo a 'sta monnezza
o 'n affricano, o uno de l'artra sponna
 
mo' vegghi 'sto bastone se battezza
mo' ssenti se la zucca te se sfonna
te bbecchi 'sto pacchetto sicurezza
e mo' lecchete er sangue che te gronna.
 
Ah che goduria d'arifa' le squadre
com'a li tempi de faccetta nera,
e le capocce tonne falle quadre
 
e quelle quadre tonne oppure a ppera
a martellate, e sia gloria a ddiopadre
che io te meno e tu ce vai in galera.
 
15. ROMANO SACRIMPERI: A NORMA DEL PACCHETTO SICUREZZA
[Dal console in pensione Romano Sacrimperi riceviamo per opportuna conoscenza il seguente esposto recante la richiesta urgente di arresto e deportazione in Libia dei ministri extracomunitari della Padania clandestinamente infiltratisi nel governo italiano in carica]
 
Illustre Presidente del Consiglio,
con la presente vengo a denunciare
qualcosa che non si puo' tollerare:
Lei tiene qual ministro e qual famiglio
 
certuni, e molto me ne maraviglio,
di razza longobarda! Al nostro lare
italico non s'hanno da accostare!
ch'io gli darei di piglio col runciglio.
 
A norma del pacchetto sicurezza
esigo li si arresti e poi deporti
in Libia o in altro loco ove si spezza
 
questa pretesa di venire ai porti
e agli orti nostri, e cessi la sconcezza
di essere invasi da 'sti beccamorti.
 
16. CANTATA DELL'INTERNAZIONALE DEI MORTI DI FAME
 
Non le catene, ma il fiore vivo.
Non la barbarie: la civilta'.
 
Abbiamo scritto sulla nostra rossa
bandiera le parole pane e rose.
 
Siam la sinistra degli sfruttati
che sa che la vita non e' la morte
sa che la forza di tutte piu' forte
e' sempre e solo la verita'.
 
Abbiamo scritto sulla nostra rossa
bandiera: giustizia e misericordia.
 
Siam la sinistra degli storpiati
che sa che la vita e' una lotta infinita
e questa lotta e' la gioia stupita
cui diamo nome di fraternita'.
 
Abbamo scritto sulla nostra rossa
bandiera: uguaglianza di diritti.
 
Siam la sinistra dei carcerati
che sa che la morte e' comune nemica
e contrastarla e' suprema fatica
ma e' la nostra unica liberta'.
 
Abbiamo scritto sulla nostra rossa
bandiera: a ciascun secondo i suoi bisogni.
 
Siam la sinistra dei fucilati
che sa che resistere occorre al male
ed aiutare il piu' debole e frale
e' la speranza della pieta'.
 
Abbiamo scritto sulla nostra rossa
bandiera: salvare le vite.
 
Non le catene, ma il fiore vivo.
Non la barbarie: la civilta'.
 
17. DI CEDIMENTO IN CEDIMENTO
 
Di cedimento in cedimento
senza un sussulto, senza un lamento
i nonviolenti di complemento
hanno accettato la guerra e il tormento,
il povero ucciso, il debole spento,
dell'armamento il potenziamento
e delle stragi ingente l'aumento
all'ingrosso e al minuto, con cuore contento.
 
A produrre un mutamento
tanto spinto e si' spietato
certamente avra' aiutato
qualche buon finanziamento.
 
18. SUPERSTITE UN DISTICO
 
Sempre bizzarra mi parve la pieta'
per gli uccisori e mai per gli uccisi.
 
19. LA STAGIONE
 
Cominciarono erigendo nuovi campi.
Consegnando il fuggiasco all'aguzzino
tra le risa. Anni passarono.
 
Poi l'ingresso nel paese al fischio del padrone
la schiavitu' sui bordi delle strade
le salme in pasto ai pesci
le mazzate dei caporali
il sangue che si mischia ai pomodori
gli asfissiati scaricati dai Tir tra le immondizie.
 
Infine
Il dottore con le manette
la tassa sulla persecuzione
la colpa di non avere un tetto
le squadre hitleriane ridipinte.
 
Deve morire il povero cristo
e' aperta la stagione di caccia.
 
20. IL PARTITO DELLO STUPRO. UN ORATORIO
 
Siamo maschi, facciamo cosi'.
 
Lo facciamo nelle nostre calde case
a sangue freddo o urlando come aquile.
 
Nelle auto, di giorno e di notte
comprando carne nella macelleria
che e' sempre aperta sui cigli delle strade.
 
Lo facciamo risparmiando i soldi
se troviamo una squinzia da sola
in un luogo abbastanza appartato.
 
Siamo maschi, facciamo cosi'.
 
Non e' per il sesso, e' per il potere
di torturare, devastare per sempre,
sentire il gusto di esercitare la forza
che sbrana e che annienta.
 
Siamo maschi, facciamo cosi'.
Ci piace l'ordine e la disciplina.
 
21. AL TELEFONO. UNA PALINODIA
 
Sempre con questo muso lungo una quaresima
mi dicono gli amici di non poterne piu'.
 
Ma si', facciamoci due risate
davanti alla televisione.
 
Mentre i ragazzi sistemano i terroni
con un po' di benzina alla stazione.
 
Mentre le ronde dei casalesi
fanno un salto in tintoria.
 
Mentre ogni uomo che e' uomo fa sentire
alla sua donna i pugni quanto pesano.
 
Mentre il dottore pugnala il suo paziente
e il vigile tortura il senzatetto.
 
Mentre portiamo ai pecorai afgani
la civilta' squarciandogli le carni.
 
Mentre il governo ci offre altri spettacoli
migliori assai di quelli di Nerone.
 
Ma si', facciamocele due risate
davanti alla televisione.
 
Ora vi lascio, che bussano alla porta
con tanto impeto che quasi me la sfondano.
Arrivo, arrivo.
 
22. PARLA IL SENATOR BENITO ADOLFO CALIGOLARI
 
Votando si' al pacchetto sicurezza
- perche' nascondere i miei sentimenti?
perche' non dirlo forte ai quattro venti? -
provai ancora la virile ebbrezza
 
di quando cantavamo Giovinezza
gagliardi si marciava, o sull'attenti
si stava all'erta, e a castigar le genti
s'andava in squadre: quella era bellezza.
 
Al negro, al comunista e al clandestino
glielo insegnamo noi il galateo:
ha freddo? ecco la benza ed il cerino.
 
Va all'ospedale a fare il piagnisteo?
cerca il dottore e trova il secondino.
Vuol casa? coi leoni al Colosseo.
 
E se qualche babbeo
dice che siam razzisti io non lo nego
e rispondiamo in coro: "me ne frego".
 
23. PROGETTO DI CIRCOLARE DEL SOMMINISTRO DELLA SANITA'
 
Alle Regioni ed alle A Esse Elle
rammentasi munirsi di adeguate
strumentazioni: di manette e celle
si dotino corsie e camerate;
 
avra' incentivi il medico che espelle
i clandestini, e se li avvelenate
ci risparmiate tempo, e se ribelle
qualcun si mostra, a quello gli sparate.
 
E' quello sanitario un mondo duro
per gente che sa essere cattiva:
bisogna fare muro contro muro.
 
Solo perche' sono arrivati a riva
quei fessi si credevano al sicuro?
Gia' scalpita la ronda punitiva.
 
24. DA UN FRAMMENTO APOCRIFO DI AUTOTTICO AUTONTIMORUMENO, SCOLIASTA BIZANTINO. UN VOLGARIZZAMENTO, OVVERO UNA VERSIONE
 
Tutti i maschi nascono fascisti.
Rovesciando se stessi i migliori
uomini diventano.
 
Una dura fatica e' contrastare
il fascista che rechi nel pozzo del cuore
una dura fatica sapere
che ogni giorno e ogni notte hai da lottare
con quella belva.
 
E una dura fatica e' anche mettersi
alla scuola delle donne sapienti
che hanno l'arte di mettere al mondo
arte ai maschi per sempre preclusa.
 
Una dura fatica sapersi
mutilati del segreto della nascita
e dovere elaborare il crudo lutto
contendendo alla rabbia onnicida
contrastando la schiuma del nulla.
Una dura fatica riuscire
a difendere la propria umanita'.
Una dura fatica e una lotta
che e' il cammino di tutta la vita
che e' la sola severa dignita'.
 
Chiamiamo civilta'
la lotta contro il fascismo.
Chiamiamo civilta'
lo sbocciare dell'umanita'.
 
25. ET NON INVENI
 
I.
Il crudo sasso e l'ultimo sigillo
lo scudo fatto d'ombra e il grave pondo
e' questo nero il mondo
in cui s'asconde l'intima paura
della sventura?
 
O non e' fiamma e spade
ed erbe e vento e nubi
e l'infinito nel deserto perdersi?
 
O tutto si fa ciarla e si fa roggia?
O e' la morte l'unica speranza?
 
Provo disgusto della folle danza
e provo orrore dell'immoto stare.
Potessi non essere mai nato
non avessi conosciuto questo mare.
 
II.
La maschera che uccide se la indossi
la pioggia che dilava e tutto stinge
la voce che si perde tra le foglie
e le infinite voglie sempre morte.
E questa sfinge, e queste chiuse porte.
 
Nessuna nel cielo stella
nessuna legge nel cuore.
Solo dolore
lama di specchio
sirocchia e rubella.
 
26. DAL MINISTERO DELLA CULTURA POPOLARE
 
Questo ripristinato Ministero
della Cultura Popolare emana
quanto qui segue. Primo, al muso nero
puo' dar la caccia ogni ronda padana.
 
Secondo: ogni nemico dell'impero
se ne ritorni in fretta alla sua tana,
o di legnate e' pronto un metro stero
per lui e per la sua gentaccia cana.
 
Terzo: procedasi in modo sommario
a eriger forche e pire su ogni piazza
con buon risparmio pel pubblico erario.
 
E se qualcosa c'e' che v'imbarazza
per ogni chiarimento necessario
fa testo "La difesa della razza".
 
27. L'AMMAZZATOIO. UN PROCLAMA MINISTERIALE
 
In questo livido braccio di mare
l'arte piu' antica esercitiamo ancora:
in nome della legge dalla prora
scaraventiamo giu' chi e' da affogare.
 
Ed io che sono di tutti il carnefice
non vesto acri stracci da scafista
candidi indosso panni di batista
ed alle dita le opre dell'orefice.
 
Cosi' a Schengen fieri decidemmo
la mala sorte di quegli africani:
Schiavi per sempre, o in pasto ai pescecani.
E voi voleste cio' che noi volemmo.
 
Giacche' voi ci eleggeste all'alto seggio
sapendo la ferocia che avevamo:
or vi accorgete di esser presi all'amo?
ora capite che al mal segue il peggio?
 
28. LE STRAGI CHE IN AFGHANISTAN, CHE IN PAKISTAN
 
Le stragi che in Afghanistan, che in Pakistan
son frutto della nostra guerra, della
nostra complicita' col terrorismo.
 
Le stragi che non spremono una lacrima
ai pacifisti strabici e muniti
di cariche e stipendi dal governo
centrale e dagli enti locali.
 
Le stragi che preparano altre stragi.
 
Solo il disarmo salva le vite
solo la smilitarizzazione dei conflitti
solo l'affermazione concretamente agita
del riconoscimento di tutti
i diritti umani a tutti
gli esseri umani.
 
Chi non si oppone alla guerra ne e' complice.
Chi non si oppone alle stragi ne e' complice.
Chi non si oppone agli armati ne e' complice.
Chi non si oppone alle armi ne e' complice.
 
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
 
29. PRIMO MAGGIO CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO
 
L'oppressa umanita' non ha nazione.
Si unisca ogni sfruttata e ogni sfruttato
in questa lotta di liberazione
comune. Il cieco, il muto, lo sciancato,
 
l'incatenata, il folle, il travagliato
da mille mali, tutte le persone
fragili e torturate, il quinto stato
degli spogliati lotti e avra' ragione.
 
Del suo soffrir nessuno si vergogni:
vi e' soltanto una umanita',
riceva ognun secondo i suoi bisogni,
 
e ognuno per le sue capacita'
a tutti doni. E infine tutti i sogni
sempre sognati siano la realta'.
 
30. IL NOSTRO PRIMO MAGGIO
 
La lotta delle classi oppresse
la lotta delle oppresse persone
la lotta dei popoli oppressi
contro sfruttamento inquinamento e guerra.
*
La lotta per un'umanita' di persone libere ed eguali
la lotta dell'Internazionale
la lotta delle donne e degli uomini di volonta' buona
la lotta per la giustizia e per la liberta'
la lotta per la verita'.
*
Richiede oggi la scelta della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
 
31. LA BAMBINA
 
La bambina
che in Afghanistan
la nostra guerra, i nostri soldati
hanno ucciso.
 
La bambina
che in Afghanistan
la nostra Costituzione, la nostra nonviolenza
non ha salvato.
 
La bambina
che in Afghanistan
mi guarda ancora negli occhi stupefatta
mi chiede perche' l'ho lasciata ammazzare.
 
32. COCCODRILLI DI LACRIMA
 
Prendete una guerra, poniamo quella afgana.
Dite per anni che non e' una guerra, e chi lo afferma mente per la gola.
Frattanto stragi e stragi.
 
Poi viene il giorno che vi commuovete
al pensiero di una bambina
di quella bambina
che voi avete ucciso.
 
Lacrime immense uova trasparenti
scoppiavano infine
famelici ne uscivano i coccodrilli.
 
Il vostro riso e il vostro pianto uguali
ogni vostra parola uno di noi muore.
 
33. POICHE' IL RAZZISMO, LA GUERRA, IL RIARMO
 
Poiche' il razzismo
noi tutti ci minaccia
e tu il razzismo lo devi contrastare.
 
Poiche' la guerra
noi tutti ci minaccia
e tu la guerra la devi contrastare.
 
Poiche' il riarmo
noi tutti ci minaccia
e tu il riarmo lo devi contrastare.
 
Una soltanto e' l'umanita'
di tutti e' responsabile ciascuno.
Quella giustizia che vorresti al mondo
tu falla nascere, siila gia' tu.
 
34. UNA CARTOLINA DA ZIMMERWALD
 
Noi non votammo i crediti di guerra.
Noi non votammo perche' fossero uccisi
i poveri straccioni da poveri
in divisa.
 
Noi non votammo lo stupro della Costituzione.
Noi non votammo per il ritorno del fascismo
che infatti e' tornato
ed ha gia' cominciato i nuovi pogrom.
 
Quando tutta la ex-sinistra si arrese alla guerra
la guerra che porta il fascismo
noi non ci arrendemmo
in questa nera gelida notte
rosse di fuoco che illumina e scalda
le nostre bandiere sono ancora
e non del sangue dagli assassini sparso.
 
Solo la pace salva le vite
non vi e' altra sinistra che quella nonviolenta.
Sfruttate e sfruttati, oppresse ed oppressi
di tutti i paesi, unitevi.
 
35. DOPO LA PROMULGAZIONE DELLE LEGGI RAZZIALI, RITROVANDOCI A MADONNA DEL COLLETTO
 
"E se non piangi, di che pianger suoli?"
(Inf., XXXIII, 42)
 
Le vittime non sono piu' persone
ma ombra, fumo, nulla. Il paradosso
rovescia la decenza e la ragione:
e' colpa essere umile e percosso.
 
A questo tristo e turpe paragone
venimmo infine, ed ogni cuore e' scosso
da si' vigliacca e si' greve offensione
che un crimine non v'e' piu' infame e grosso.
 
Pretende farsi legge la violenza
divoratrice d'anime e di vite.
Dall'aule dei potenti una semenza
 
di peste viene sparsa, e sono ordite
trame di morte e ogni mala sentenza.
"S'appressa la citta' c'ha nome Dite".
 
36. COME IN QUEL FILM DI STEVEN SPIELBERG
 
Come in quel film di Steven Spielberg
ho chiamato questa notte in soccorso
i miei maestri da lungo tempo morti
perche' ci aiutino in questa distretta:
di nuovo ho sentito risuonare nell'animo
la voce di Primo Levi, la voce
di Vittorio Emanuele Giuntella,
che furono in Lager e resistettero sempre.
Non vinceranno i nazisti.
 
37. AR PRESIDENTE DA REPUBBICA
 
Egreggio presidente e cellentissimo
me preggio disturballa 'n momentino
pe' chiedeje de da' rretta a 'n burino
qual mi professo servo devotissimo.
 
Je vorre' di' ch'ha fatto assai benissimo
quann'ha 'pprovato li' quer decretino
pe' roppe ll'ossa d'ogni marrocchino
sur sacro solo italico santissimo.
 
Cosi' sse fa', monnaccio buggiarone,
la schiavitu' cce vole, e gnente lagna!
Famoje veda noi chi ade' 'r padrone.
 
A preside', se poi vene 'n campagna
qui a l'osteria de Ciccio 'r magnaccione
je fo senti' quanto bene se magna.
 
38. L'ATTENTO OSSERVATORE, IL FOSCO SPEGLIO
 
Quando rifiutarono il diritto di voto
solo perche' era nato lontano
a chi vive qui e paga le tasse e lavora duramente
dissero i prominenti: bazzecole.
 
Quando riaprirono i campi di concentramento
con la legge Turco-Napolitano
dissero i prominenti: quisquilie.
In quei campi gia' troppi sono morti.
 
Poi con la legge Bossi-Fini
fu stabilito che gli esseri umani
potessero muoversi solo se un padrone
fischiava loro come fossero cani.
 
Poi si passo' alle deportazioni.
Alle deportazioni si passo'.
Chi era sfuggito alle stragi e agli aguzzini
nelle mani degli aguzzini di nuovo era gettato.
 
Infine l'apartheid, la caccia all'uomo.
E le squadre fasciste per mantenere l'ordine
costituito delle camicie brune.
E tu guardavi e stavi sempre zitto?
 
39. BALLATA DEL SENTIERO DEL MALE
 
Lungo il sentiero del male
solo persone allegre incontri
e in lontananza i vagoni piombati.
 
Lungo il sentiero del male
negozi ricolmi di merci
ogni volto smarrito scomparso.
 
Lungo il sentiero del male
e' sempre vacanza e' sempre pizza e sole
e nessun venditore ambulante.
 
Lungo il sentiero del male
le schiave nere e slave sui bordi delle strade
perche' ogni uomo ariano vuole carne fresca.
 
Lungo il sentiero del male
tanti concorsi a premi, carriere promettenti
e lo spazio vitale marcato dal passo dell'oca.
 
Lungo il sentiero del male
l'omino di burro guida la carrozza
e alla stazione i vagoni piombati.
 
40. OGNI VOLTA
 
Ogni volta che cedi al male
hai ceduto al male per sempre.
 
41. DELLO STUDIO DELLA NONVIOLENZA
 
Lo studio della nonviolenza
non e' la nonviolenza.
 
La chiacchiera sulla nonviolenza
non e' la nonviolenza.
 
La nonviolenza e' solo
la lotta nonviolenta.
 
La lotta nonviolenta
che ad ogni oppressione e ad ogni menzogna si oppone.
 
La lotta nonviolenta
per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti
per un'umanita' solidale e responsabile.
 
La lotta nonviolenta
per la difesa della biosfera
che e' l'unica casa di tutti.
 
Per la verita' che libera e che salva.
 
42. IL SILENZIO DEGLI AFFOGATI
 
Questa cenere nera nel vento
questa puzza di carni bruciate.
 
Queste ossa spolpate dai pesci
nelle reti restate impigliate.
 
Queste leggi assassine che negano
ogni scampo ai figli dell'uomo.
 
Nessuna voce rispondeva al telefono
sullo schermo ronzava solo nebbia.
 
Il dottor Goebbels guidava il pulmino
il dottor Goebbels organizzava i festini
il dottor Goebbels da Palazzo Chigi.
 
43. ALLA SAGRA DELL'IPOCRISIA
 
Alla sagra dell'ipocrisia
ieri comprai zoppo un cammello.
 
Alla sagra dell'ipocrisia
zuppa di pallottole, rognoni di cervello.
 
Alla sagra dell'ipocrisia
la lagrimuccia a nessuno negata.
 
Alla sagra dell'ipocrisia
ogni assassino fa la serenata.
 
44. PER TERESA SARTI
 
Continuo' ad opporsi alla guerra.
Continuo' a salvare le vite.
Non saprei dire lode piu' grande.
 
45. TACCIANO ADESSO
 
Tacciano adesso coloro che hanno mandato quei giovani a morire.
Tacciano coloro che ne sono stati complici.
Tacciano gli assassini.
Tacciano.
 
E chi alla guerra non si e' mai arreso
si adoperi ancor piu' perche' la guerra cessi.
Cessi.
 
Solo la pace salva le vite.
Solo la pace.
 
46. MAREK EDELMAN
 
Ora e' scomparso anche il compagno Edelman.
 
Di cio' che recava nel suo zaino compagni
ogni persona buona prenda la sua parte.
Che nulla vada perduto
dell'eredita' del nostro comandante.
 
Altre lotte s'avranno da affrontare.
 
E altri Marek sorgere dovranno.
 
47. DI TUTTE LE RISORSE LA PIU' SCARSA
 
Di tutte le risorse la piu' scarsa
e' la pieta'.
 
L'orrore lo si maschera da farsa
il boia tesse elogi alla bonta'.
 
Un abbrutito gregge ascolta e tace
e piu' sente cantar lodi alla pace
piu' gode della disumanita'.
 
La nonviolenza
non e' la mera buona educazione
il garbo, il galateo, l'assuefazione
ai riti cortigiani, l'obbedienza
all'etichetta ed alla convenienza.
 
La nonviolenza e' quella compassione
che sempre lotta contro la violenza.
 
48. E POI
 
E poi c'e' quello che solerte invita
a rendersi collaborazionisti
e del colpo di stato dei razzisti
e della guerra che strozza ogni vita.
 
E quello che con voce assai stizzita
invoca la tortura e il repulisti
di tutti quanti quei poveri cristi
disturbator di sua sazia dormita.
 
E chi la dignita' ha prostituita
e ancor fingendosi dei pacifisti
nel novero, e degli antirazzisti,
adesso dei nazisti e' un parassita.
 
L'enfiata labbia che dalla tivu'
al soldo del governo che assassina
copre i massacri con la parlantina:
contrastala adesso, contrastala tu.
 
La gente empia che la schiavitu'
elogia, e che con mille e una moina
zelante avalla ogni carneficina:
contrastala adesso, contrastala tu.
 
La cricca che travolto ogni tabu'
governa con la frusta e con la mina
con la lupara e con la ghigliottina:
contrastala adesso, contrastala tu.
 
49. POICHE' VI E' UNA SOLA UMANITA'
 
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
 
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
 
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
 
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
 
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
 
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
 
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
 
50. SAMSARA
 
Come quell'acrobatico architetto
che e' il ragno, il ragno silenzioso
che tesse i suoi fili nel vento, perfetto
ed obbrobrioso.
 
Quale Platone, e perche', e' incarcerato
in quel corpo obliquo e lesto
in quel danzare sottile e scellerato
in quel pensiero fragile, geometrico e funesto?
 
51. LA RIVOLTA DEGLI SCHIAVI
 
Poi viene il giorno che un uomo che e' un uomo
non ne puo' piu' di esser tenuto schiavo,
non ne puo' piu' di subire ogni violenza.
 
Organizza la sua lotta
contro la mafia e contro il razzismo
per la casa, il lavoro, i diritti, la dignita',
per il reciproco rispetto, la civile
convivenza.
 
Percosso ed umiliato, mozzatagli la lingua
gettato tra i rifiuti, braccato come preda
sfruttato e denegato nella sua umanita'
null'altro avendo che la sua disperazione
della sua disperazione si fa forza
cessa di essere invisibile rompendo
gli specchi del consumo che lo esclude,
i segni del dominio che lo opprime,
le merci che gli strappano la vita,
dell'estremo sfruttamento le catene.
Cerca l'umana solidarieta'.
Il riconoscimento. La riconoscenza.
 
La sua voce va ascoltata, la sua ribellione
e' giusta.
Solo occorre
che trovi quella lotta la sua via,
e quella sola via e' la nonviolenza.
 
Ed occorre
che la democrazia lo riconosca
essere umano, portatore di diritti,
persona.
Occorre che la democrazia
si faccia azione e si faccia coscienza.
 
Al governo razzista e assassino
al potere mafioso e nazista
tutti dobbiamo opporre resistenza.
 
Vi e' una sola umanita'. Una sola.
Tutti o nessuno ne facciamo parte.
Solo la nonviolenza puo' salvarci tutti.
Pane e giustizia: non se ne puo' far senza.
 
52. PICCOLO EPITAFFIO PER PRIMO LEVI
 
Quest'uomo difese l'umanita' intera.
Quest'uomo ha sconfitto il fascismo.
 
E per tutti i secoli dei secoli che verranno
finche' vi sara' un'umanita' nel mondo
ogni volta che tornera' il fascismo
a menar strage dell'umanita'
dai quattro angoli della terra
milioni, miliardi di donne e di uomini insorgeranno
e nuovamente lo sconfiggeranno
nel nome di Primo Levi.
 
53. COME
 
Come puo' dire di esser per la pace
chi non si oppone alla guerra?
 
Come puo' dire di essere umano
chi non si oppone alle persecuzioni?
 
54. PER IL NOSTRO MAESTRO ALBERT CAMUS
 
Che le parole vincano sulle pallottole.
Che ogni persona sappia che ogni volta
che qualcuno nel mondo e' incatenato
lo siamo tutti.
Che ti indigni ogni menzogna, ogni violenza.
Che ogni ingiustizia ti sia intollerabile.
Che tu possa donare il tuo respiro al mondo.
Che nella felicita' di tutti sia la tua.
Sii buon discepolo del buon maestro Alberto.
 
55. DURANTE LA COSTRUZIONE DELLA TORRE DI BABELE
 
Questo enorme cantiere non potra' reggere oltre.
Mentre che tiro su' i secchi di calce
sento gia' tutto come vibra e scricchiola.
 
Gia' non capisco piu' che dice Eugenio
da qualche parte gia' le impalcature
scrosciano giu' verso un suolo invisibile
tanto e' lontano. Ingegneri e capomastri
bestemmiano, hanno estratto gia' i coltelli.
 
In cielo mi pare di vedere
una freccia che sta prendendo fuoco.
Erminia ha chiuso gli occhi, dei compagni
le strida soffoca un rombo di tempesta
che viene da sotto, che viene da dentro.
 
56. RIGHE INTERROTTE IN MEMORIA DI CORSO SALANI, CINEASTA, MILITANTE
 
Poi vi era il cinema di Corso Salani
saltatore di muri, voci nel vento
motori di sabbia, cristalli di legno
la denuncia del patriarcato
che strazia le carni e le anime.
 
Poi vi era la parola di Corso Salani
torrente di fuoco, chiave spezzata
eterno ritorno nel niente che annienta
sfida alla morte, sfida al razzismo
che squarta le genti e le persone.
 
Poi vi era lo sguardo di Corso Salani
ipnotico, enigmatico, speculare
stridulo, randagio, liminare
di tutti i confini nemico
che gli esseri umani fanno nemici.
 
E poi la morte di Corso Salani
il nastro che si riavvolge
la lotta che deve continuare.
 
57. QUESTO CAMMINO DELLA NONVIOLENZA
 
Questo cammino della nonviolenza
e' il femminismo che me l'ha insegnato.
Ne provo immensa una riconoscenza:
la vita penso che mi abbia salvato.
 
Dal femminismo ebbi l'intelligenza
del nesso che e' tra pubblico e privato,
e il partir da se', l'autocoscienza,
l'orrore per machismo e patriarcato.
 
Mi rivelo' che lotta e avere cura
sono una stessa azione, e tutto il mondo
va messo al mondo incessantemente
 
mi fece luce in questa selva oscura
mi chiese di esser piu' chiaro e profondo
e contrastare con l'amore il niente.
 
58. CHI PENSA CHE SACRIFICARE VITE
 
Chi pensa che sacrificare vite
sia cosa buona, e' gia' nostro nemico.
Chi ignora che tra loro sono unite
tutte le braccia, e che non vi e' mendico
 
che insieme non sia re, che ogni lite
penduli frutti reca al tristo fico,
come potra' trovare mai uscite
da questo immenso sanguinoso intrico?
 
La nonviolenza e' questo sobrio agire
che a tutte le violenze e le menzogne
oppone un'assoluta resistenza.
 
E' la misericordia fatta scienza
e gesto e volo alto di cicogne
ed il chinarsi sopra ogni soffrire.
 
59. C'ERA UN CERTO SIGNOR DI PORTBANDAR
 
C'era un certo signor di Portbandar
con cui non si riusciva a litigar.
Girava ignudo, finiva carcerato,
ed abbatteva imperi, il disgraziato.
Quel mahatmatico signor di Portbandar.
 
60. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA
 
La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
 
La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
 
61. PER RAIMON PANIKKAR
 
Non bastano tutte le lingue del mondo
per salutare Raimon Panikkar
soave maestro di ascolto e amicizia.
Per ringraziarlo una volta ancora
lieve bastera' un sorriso.
 
62. PER MARIO MONICELLI
 
Ci ha lasciato un maestro e un compagno
buoni doni all'umanita' ha recato
la lotta continua.
 
63. LA NOTTE
 
Nella campagna alle porte di Viterbo
nel suo rifugio di cartone e compensato
iernotte hanno trovato i carabinieri
morto di freddo un uomo
immigrato dalla Romania, mio coetaneo.
Non e' una notizia
non e' niente
e' solo l'orrore
quotidiano.
 
L'orrore quotidiano
di un paese razzista che sperpera
miliardi di euro per comprare
cacciabombardieri
ad armamento anche nucleare
e lascia morire di freddo i poveri cristi.
 
64. LA GUERRA E IL COLPO DI STATO RAZZISTA
 
La guerra e il colpo
di stato razzista.
La gente che muore e che muore.
Il governo assassino e assassino.
Di massa la complicita'.
 
La gente che muore ammazzata
ne' valse la legge a riparo.
La gente che muore ammazzata
e chi la guarda morire.
 
Opporsi alla guerra assassina
opporsi alla guerra illegale:
e' compito dunque di chi?
 
Opporsi al razzismo di stato
opporsi al razzismo assassino:
e' compito insomma di chi?
 
Sii tu, pio lettore, ad opporti
sii tu, pio lettore, a volere
salvare le vite, sii tu
a contrastare il governo della morte
a lottare per la vita di tutti
della Repubblica a inverare la Costituzione
della Resistenza a seguire il cammino
per un'umanita' giusta e solidale
della virtu' della misericordia memore.
 
65. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: AMISTA'
 
"... l'amista' per diletto fatta, o per utilitade, non e' amista' vera ma per accidente..."
(Dante, Convivio, III, XI, 9)
 
E chi non ha bisogno di amici? Te ne accorgi quando ti trovi male quanto ci ha bisogno degli amici, e degli amici degli amici, che uno senza amici e' peggio di uno scorpione, cercano tutti di schiacciarlo e sei troppo grosso per rintanarti sotto un sasso o dietro un battiscopa, no?
Io da bardascio me ne fregavo degli amici. Facevo tutto da solo. Erano i tempi del capitalismo concorrenziale erano. I furti li facevo da solo, le rapine le facevo da solo, gli ammazzamenti li facevo da solo. E non guadagnavo una lira. Perche' poi il ricettatore mi fregava sempre e pure se l'ammazzavo poi mi fregava il prossimo, e non e' che potevo ammazzare tutti i ricettatori del mondo, no?
Poi una sera il sor Gualtiero mi convoco' che io mi pensavo che volesse farmi la pelle invece mi disse solo che il tempo delle robinsonate era finito e si entrava nell'eta' adulta, del capitale finanziario, del mondo disincantato, della ragione strumentale e dell'organizzazione con la o maiuscola. E l'organizzazione con la o maiuscola era lui. Cioe', lui lasciava intendere di essere solo il rappresentante locale dell'organizzazione con la o maiuscola ma secondo me era lui e basta. Dico e basta per modo di dire, perche' invece ci aveva le legioni romane ci aveva, coi centurioni e tutto. Che se decideva di mettere a ferro e fuoco una sala giochi, un supermercato o un quartiere non c'erano santi, era il passaggio di Attila era.
"E allora?", dissi io che non ci stavo a farmi mettere sotto. "E allora si passa dallo stato di natura alla societa' civile, ce lo sai che e' la societa' civile?", disse. Io lo sapevo che mi voleva fregare con le parole, cosi' dissi: "Io non so niente e non voglio sapere niente, voglio fare il lavoro mio e basta". Allora lui: "Le vedi le partite?". E io: "Che partite?". "Le partite, le partite di pallone, quali senno'?". "Le vedo, in televisione". "Allora lo sai che c'e' il campionato, le squadre, lo scudetto e tutto". "Lo so. E allora?". "E allora tutto il campionato, le squadre, lo scudetto e tutto funzionano solo perche' ci sono le regole del gioco, c'e' l'arbitro in campo, c'e' l'organizzazione. Questa e' la societa' civile: le regole, l'arbitro e l'organizzazione". "E allora?". "Io sono l'arbitro". "E a me che me ne frega? Io mica gioco a pallone". "Allora sei piu' stupido della luna, sei piu' stupido di mercoledi'". "E perche' sarei stupido?". "Perche' tutti giocano a pallone, sempre, e rispettano le decisioni arbitrali". "E se uno non le rispetta?". "Lo sai: prima c'e' l'ammonizione, poi c'e' l'espulsione, poi smetti di giocare perche' quando sei sottoterra i calci non li puoi tirare piu'". "Sarebbe una minaccia?". "No, una minaccia e' un cosa che puo' succedere ma pure no, questa e' una certezza". "Una certezza di che?". "Che se non fai come dico io sei morto, l'hai capita adesso?". Piu' chiaro di cosi'.
 
66. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: MEDITAZIONI SUL DOLORE NEL MOMENTO SBAGLIATO
 
Il dolore e' la prova della mancanza di senso del mondo.
Io l'ho sempre saputo che era cosi', sempre l'ho saputo. Cosi' ho pensato che la mia missione poteva essere quella di farlo capire agli altri, ai ciechi, agli ignoranti. E' per illuminarvi che faccio quel che faccio. Si chiama psicagogia tra la gente che ha studiato, l'ho letto su una rivista, mentre aspettavo dal dentista, o dall'avvocato, boh. Anche per i soldi, non dico di no. A nessuno fanno schifo i soldi.
*
Il dolore e' l'esplorazione dei limiti del linguaggio della cui stoffa e' fatto l'essere umano.
Io dico che e' una bella frase, no? E' per questo che la dico, la dico sempre. Cioe' non sempre sempre, sempre quando e' il momento. Sul lavoro, certo, quale momento senno'? Al momento giusto fa sempre la sua figura. Io ci tengo a lavorare bene, lo so che il cliente ti odia, per forza che ti odia, con quello che gli fai; pero' io dico che se tu al momento giusto gli offri qualche frase  celebre su cui meditare, insomma, sotto sotto un po' t'ammira pure. Che poi t'ammira lo stesso per forza, visto che lui e' quello sotto che patisce mentre aspetta il colpo di grazia (anche se non e' sicuro, se non puo' mai essere sicuro che il colpo di grazia arriva, e pure questo fa parte del trattamento, no?), e tu sei quello sopra che lo castiga, no? Allora una frase come si deve, una frase detta bene, che la devi avere imparata a memoria prima, che questo e' un mestiere dove non si deve improvvisare mai, perche' lo sapete come si dice, no? Impara l'arte e mettila da parte. E che vuol dire? Vuol dire che il mestiere e' tutto, e come si impara il mestiere? Con l'esercizio, con l'allenamento. Che non basta mica averla imparata a memoria la frase celebre; no, la devi saper dire al momento giusto; e la devi dire col tono di voce giusto, che devi essere sicuro che il soggetto la capisce bene, perche' non e' che la puoi ripetere che si perde tutto l'effetto. Il tono di voce giusto e il momento giusto: perche' se la dici mentre quello strilla di dolore allora rischi che non la sente e tutto l'effetto e' sprecato. Se non la sente. Allora devi essere sicuro che la sente. E che la capisce. Per esempio: se usi le parole dificili non e' che poi puoi chiedergli se l'ha capita. Mica sei Petrolini che poi gli dici "t'ha piaciato", no? Che oltretutto quello coi denti rotti e tutto quel sangue magari non ci riesce neppure a risponderti. Allora la devi saper dire bene, con la voce giusta, al momento suo. La frase celebre. Io ne ho un bel po' ma questa che ho detto prima e' una di quelle che mi piacciono di piu'. Perche' e' lunga ma non troppo lunga, perche' pare che significa qualche cosa ma secondo me non significa niente, pero' fa la sua figura, e la figura e' tutto. Pure Benedetto Croce lo diceva che la retorica mica deve dire la verita', deve essere solenne. E questa a me mi sembra bella solenne. Non ve lo immaginavate che dicevo di Benedetto Croce, eh? Vi pensate sempre che siamo tutti buzzurri noi che facciamo questo mestiere, eh? E invece.
*
Tutte le frasi sono ambigue.
Per esempio: tu dici buongiorno e invece piove che domineddio la manda. Ma allora che fai, bussi alla porta e quando ti aprono dici che brutta giornata? Quelli richiudono la porta subito, che gia' non ti conoscono ed hanno aperto solo perche' tu hai detto che c'era una raccomandata da firmare. Ne volete sapere una buffa? Secondo me se lo immaginano che tu sei li' per mettere fine alle loro sofferenze. Cioe': prima gliele infliggi, e' chiaro, poi metti fine. Secondo me se lo immaginano. Pero' aprono la porta lo stesso. Perche'? Me lo sono chiesto un sacco di volte. Perche'?
*
Sentite questa: ogni dolore ne rivela un altro. Sara'. Pero' fa la sua figura, no?
O questa: sii capace di sentire il dolore degli altri. Ohe', e mica sono sordo.
Dice: sii capace di contrastare il dolore del mondo. Vabbe', mo' non esageriamo, il mondo tanto fa quello che gli pare comunque.
Io dico che sono belle frasi, se sono celebri non lo so, ma sono belle frasi. Che non significano niente, e' chiaro. Come dice quella canzone li', full of sound and fury. L'avete sentita?
*
Se mi dispiace quello che ho fatto? Certo che mi dispiace, ma non sono affari vostri. Le vittime sono morte, io presto moriro', voi siete ancora vivi. Nulla abbiamo in comune.
Non e' vero che non abbiamo nulla in comune. La paura, l'odio, il disprezzo della vita altrui: questo abbiamo in comune.
E adesso portatemi pure alla scossa, vi faccio vedere io come si frigge.
 
67. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Claude Levi-Strauss, La via delle maschere, Einaudi, Torino 1985, Il Saggiatore, Milano 2016, pp. 184 (+ un inserto fotografico di 16 pp.), euro 24.
 
68. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
69. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4023 del 22 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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