[Nonviolenza] Telegrammi. 3762



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3762 del 6 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Un ricordo di Dino Frisullo, ricorrendo l'anniversario della nascita e della scomparsa
2. Nella Giornata mondiale dell'ambiente
3. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
4. Contro mafia ed apartheid
5. Siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019
6. Abrogare gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza"
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. Proposta di una lettera da inviare al governo
9. Proposta di una lettera da inviare ai Comuni
10. Giuseppe Bruno
11. Nadia Campana
12. Arturo Colombo
13. Callisto Cosulich
14. Stan Getz
15. Vladimir Jankelevitch
16. Viktor Korchnoj
17. Maria Laura Mainetti
18. Edoardo Marzari
19. Dmitrij P. Mirskij
20. Kira Muratova
21. Emmi Pikler
22. Richard Reti
23. Giulio Ricordi
24. Mario Salazzari
25. Suzanne Schiffman
26. Fausto Simonetti
27. Felice Tocco
28. Ludvik Vaculik
29. Jose' Maria Valverde
30. Carlo Vincenti
31. Biagio Virgili
32. Lorna Wing
33. Segnalazioni librarie
34. La "Carta" del Movimento Nonviolento
35. Per saperne di piu'

1. AMICIZIE. UN RICORDO DI DINO FRISULLO, RICORRENDO L'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA E DELLA SCOMPARSA

Il 5 giugno 2003 moriva Dino Frisullo, che era nato lo stesso giorno cinquantun anni prima, il 5 giugno 1952.
Dedico' l'intera sua vita alla lotta contro le ingiustizie, per la liberazione di ogni essere umano. D'impulso, con irruenza, forse non sempre con meditata comprensione delle concrete complessita', ma sempre con generosita' ed abnegazione.
Militante della nuova sinistra, impegnato nelle lotte pacifiste e antirazziste, fu tra i promotori di rilevanti esperienze di solidarieta', dall'associazione Senzaconfine alla Rete nazionale antirazzista, fu animatore instancabile della solidarieta' con il popolo curdo e subi' il carcere in Turchia.
Come capita sovente alle persone impegnate con anima e corpo nella solidarieta' concreta con le persone piu' oppresse, impegnate senza un attimo di respiro nella lotta contro l'orrore dominante, talvolta gli poteva accadere di compiere forzature e commettere errori, di sottovalutare questioni di interpretazione e di metodo, di procedere a testa bassa dove invece occorreva maggiore attenzione, di non tener sufficiente conto del decisivo nesso che lega i fini e i mezzi. Tutti siamo esseri umani.
Ma la sua azione tenace e costante in aiuto delle persone piu' bisognose di aiuto resta un esempio indimenticabile, un insegnamento per ogni persona di volonta' buona.
Chi scrive queste righe ha sovente riflettuto su questo paradosso: che dinanzi a una situazione di violenza dispiegata occorre agire per contrastarla con un'azione nonviolenta tempestiva, poiche' talvolta la tempestivita' e' tutto; ma proprio questa indispensabile tempestivita' talvolta preclude la possibilita' di una comprensione adeguata della complessita' del quadro d'insieme e quindi espone alla possibilita' che quell'azione giusta e necessaria tragga purtuttavia con se' non lievi errori di metodo e di merito che potevano e dovevano essere evitati se solo si avesse avuto il tempo per una piu' ponderata analisi; e viceversa che un'analisi realmente approfondita tanto del contesto dato cosi' come delle conseguenze sia pur inintenzionali e delle sia pur indirette implicazioni delle proprie azioni possa infine riuscire paralizzante o comunque fortemente indebolire l'efficacia della propria azione di contrasto della violenza in atto. Chiunque si sia trovato impegnato in una lotta concreta contro la violenza dispiegata, contro l'ingiustizia strutturale, contro l'oppressione in atto, in soccorso di persone esposte ad abusi e pericoli tremendi, sa che quasi mai la propria azione buona puo' essere priva di interne contraddizioni, di coni d'ombra; sa che quasi mai la propria azione buona e' del tutto al riparo dal fatto che altri la sfrutti per altra ingiustizia, altra violenza imporre. Ma quello che e' decisivo e' agire qui e adesso per contrastare la violenza e l'oppressione, e' agire qui e adesso in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di chi qui e adesso oppressione e violenza subisce, e' agire qui e adesso per salvare tutte le vite. Il militante antifascista, la persona amica della nonviolenza, sa quanto problematici siano i nessi e i conflitti non solo tra etica e politica, non solo tra etica dei principi ed etica dei risultati, ma anche tra giustizia e misericordia; Il militante antifascista, la persona amica della nonviolenza, sa che deve agire qui e adesso per contrastare e sconfiggere, o almeno ridurre la violenza; sa che deve agire qui e adesso per soccorrere, accogliere, assistere chi ha bisogno di aiuto; e sa che la sua azione antifascista, la sua azione nonviolenta, reca anch'essa i limiti e le contraddizioni di ogni azione concreta in una situazione concreta, che in quanto necessariamente conflittuale nuovi conflitti essa stessa genera.
Non so se Dino si considerasse tale, ma io l'ho sentito non solo come un compagno di lotte, ma anche come un amico della nonviolenza, di quella nonviolenza critica e dialettica, conflittuale e contestuale, fallibilista e sempre aperta, antitotalitaria ed antidogmatica, misericordiosa ed irreconciliata, del perplesso tanto quanto del persuaso, senza subalternita' e senza illusioni, contenta del bene che si puo' fare e allora fallo, fallo tu adesso quel bene che sai, quel bene che puoi. Contrastale tu qui e adesso la violenza, l'ingiustizia, l'oppressione che vedi. Aiutala tu qui e adesso la persona che soffre, la persona in pericolo, la persona che altri ha schiacciato. Dai il tuo contributo alla lotta comune per il bene comune dell'umanita'.
*
Ricordando Dino Frisullo in questi giorni penso a quanto sarebbe utile oggi la sua presenza. E a quanto ci conforti ed illumini ed interpelli ancora la sua testimonanza, il suo esempio.
Nella lotta per far abrogare le scellerate misure razziste contenute nei due "decreti sicurezza della razza" imposti dal governo che nel 2018-2019 ha commesso flagranti violazioni della Costituzione della Repubblica italiana e del diritto internazionale, flagranti crimini contro l'umanita'.
Nella lotta per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo, per sconfiggere le mafie schiaviste dei trafficanti, per abolire i lager libici: semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nella lotta per abolire la schiavitu' e l'apartheid nel nostro paese, riconoscendo finalmente tutti i diritti a tutti gli esseri umani, e in primo luogo il diritto di voto: "Una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia.
Nella lotta per salvare tutte le vite in pericolo.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Occorre condividere il bene ed i beni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Anche nel ricordo di Dino Frisullo proseguiamo nell'impegno comune per il bene comune di tutti gli esseri umani.
*
Temo di aver perso le lettere che ci scambiammo, ma ho salvato uno scambio epistolare che avemmo nell'ottobre 2000: due testi che ancora una volta trascrivo qui sotto.
*
Allegato primo: una minima notizia su Dino Frisullo
Dino Frisullo (1952-2003), impegnato nel movimento antirazzista e per i diritti umani, per la pace e la liberazione dei popoli, fondatore delle associazioni "Senzaconfine" e "Azad", per il suo impegno di solidarieta' con il popolo kurdo e' stato detenuto in Turchia. E' deceduto il 6 giugno 2003 nel giorno del suo cinquantunesimo compleanno.
Tra le opere di Dino Frisullo: L'utopia incarcerata, L'altritalia, Roma 1998; Se questa e' Europa, Odradek, Roma 1999; postumo e' apparso Sherildan, La citta' del sole, Napoli 2003. Alcune testimonianze in ricordo di Dino Frisullo sono nei nn. 577 e 1008 de "La nonviolenza e' in cammino".
*
Allegato secondo: uno scambio epistolare tra Benito D'Ippolito e Dino Frisullo nell'ottobre 2000
I. Benito D'Ippolito: Litania dei morti in preghiera
II. Dino Frisullo: Cronaca nera
Nell'ottobre 2000, alla notizia del ritrovamento dei cadaveri di sei migranti abbandonati in una discarica, Benito D'Ippolito invio' la lettera che di seguito si trascrive all'amico suo Dino Frisullo, che rispose con la sua che di seguito anch'essa si trascrive.

I. BENITO D'IPPOLITO: LITANIA DEI MORTI IN PREGHIERA

Leggo sul giornale la notizia assente
lungo una strada una discarica abusiva
sulla discarica deposti, scaricati
morti asfissiati sei giovani migranti:
sei clandestini, leggo sul giornale
che aggiunge: il tir
partendo in fretta e furia
con una ruota ha calcato il capo spento
di uno dei morti, schiacciandolo
facendone scempio.

Vedo
la scena tutta: la strada, il grande camion
il cumulo maleodorante dei rifiuti
la fretta di sgravare a terra il carico
inerte, lo sguardo da lupo il fiato affannoso
le bestemmie masticate in gola
di chi scaglia tra i residui i residui
corpi. Vedo
il camion pesante macigno, il fumo
dei gas di scappamento, il crocchiare
orribile che non posso, non posso dire.
E vedo ancora
come sacchi quei corpi rotti
che attendono l'alba, il giorno, il passaggio
delle automobili, il sole
che alto si leva, il tempo
che passa e che fermenta, finche' viene
qualcuno e si ferma
ed e' tardi.
Poi vedo che arrivano uomini molti,
si fermano auto e furgoni, ed e' tardi.
Vengono le telecamere, le macchine
fotografiche, un momento ancora,
ancora un momento prima di gettare
un velo pietoso, il pubblico cannibale
vuole vedere il sangue, lo scempio.
Poi tutto si avvolge. Tutto torna nero.
Tutto resta nero, e nel nero un piu' cupo
nero che sembra quasi rosso. E un silenzio
tumescente.

Leggo il giornale, uno dei poveri
cristi ammazzati cosi' dalle leggi di Schengen e dalle mafie
transnazionali cui lo stato ha appaltato
il mercato del diritto a fuggire
dalla morte altra morte trovando,
leggo il giornale uno dei cristi poveri
stringeva ancora in mano una piccola, una piccola coroncina
da preghiera.

Mentre affogavano tra le balle di cotone
pregavano, pregavano i miseri clandestini.

Ascoltala tu la loro pia preghiera.
Ascoltala tu, che leggi queste righe.
Tu poni mano a far cessar la strage.

Ipocrita lettore, mio simile, mio frate.
Ascoltala tu la voce dei morti
e poni mano tu, poniamo mano insieme, a far cessar la strage.

II. DINO FRISULLO: CRONACA NERA

Ali veniva, poniamo, da Zako.
Portava in tasca un pane di sesamo
comprato in fretta nel porto a Patrasso
profumo di casa
garanzia di vita
prima di calarsi nel buio del ventre del camion.
Ali aveva gia' visto l'Italia, poniamo.
Aveva l'odore dolciastro del porto di Bari l'Italia,
e il primo italiano che vide
vestiva la divisa di polizia di frontiera
e fu anche l'ultimo.
Respingeteli, disse,
Ali non capi' le parole ma lesse lo sguardo
guardo' a terra poi si volse
perche' un uomo non piange.
Ali veniva da Zako, poniamo,
e sapeva gia' usare il kalashnikov
ma di raffiche ne aveva abbastanza
e di agenti turchi irakeni americani arabi
e di kurdi che ammazzano kurdi
e di paura masticata amara con la fame
e dell'eco delle bombe
Qendaqur come Halabje
bombardieri turchi come gli aerei irakeni
gli stessi occhi sbarrati contro il cielo che uccide.
Ali, poniamo, aveva una ragazza
rimasta sola, la famiglia in Germania,
con lei aveva sognato l'Europa
con lei aveva cercato gli agenti turchi e turkmeni
e kurdi, maledizione, anche kurdi
per contrattare il passaggio della prima frontiera,
batteva forte il loro cuore al valico di Halil
divise verdeoliva
nel buio fasci di banconote stinte di tasca in tasca
e poi liberi
corre veloce l'autobus da Cizre verso Mardin
ogni mezzora un posto di blocco
divise verdeoliva banconote via libera
colonna di autobus veloce di notte tre notti
trenta posti di blocco
da Mardin fino a Istanbul,
e quella notte ad Aksaray nel piu' lurido degli alberghi
fra ubriachi che russano e scarafaggi
per la prima volta avevano fatto l'amore
e per l'ultima volta.
Sul comodino un vaso di fiori secchi stecchiti
lei gliene regalo' uno
come fosse una rosa di maggio.
Fu all'alba che vennero a prenderli
taxi scassati il cielo grigio del Bosforo
poi a piedi verso un'altra frontiera
in fila indiana nel fango in silenzio
fino alle ginocchia l'acqua del Meric
ha la pistola il mafioso, "piu' in fretta" sussurra,
di la' la Grecia l'Europa
e' calda la mano di Leyla
si chiamava Leyla, poniamo
era calda la mano di Leyla
prima che scoppiasse sott'acqua la mina
prima che i greci cominciassero a sparare
prima dell'inferno.
Un uomo non piange
ma il cuore di Ali galleggiava nell'acqua sporca del Meric
mentre si nascondeva nel canneto
perche' i greci non scherzano
e se ti consegnano ai turchi e' la fine
i maledetti verdeoliva che hanno intascato i tuoi soldi
ti fanno sputare sangue
nelle celle di frontiera.
In Grecia l'uomo si fa gatto
si fa topo ragno gazzella
a piedi di notte fino a Salonicco
un passaggio da Salonicco a Patrasso
giovani turisti abbronzati, poniamo
Ali ha la febbre batte i denti fa pena
rannicchiato sul sedile della Rover
e' bella la ragazza straniera
ma la sua Leyla era piu' bella
piu' profondi del mare i suoi occhi.
La Rover frena sul mare
di la' c'e' l'Europa davvero
gli ultimi soldi per il biglietto per Bari
Ali il mare non l'aveva mai visto
fa paura di notte il mare
ma un uomo non ha paura
e il cielo dal mare non e' poi diverso
dal cielo dei monti di Zako nelle notti chiare.
Fa piu' paura la polizia di frontiera
"ez kurd im"
"ma che vuoi, che lingua parli,
rispediteli a Patrasso, ne abbiamo abbastanza di curdi qui a Bari,
chiudeteli dentro, che non scendano a terra
senno' chiedono asilo..."
E' triste il cielo dal mare
come il cielo dei monti di Zako nelle notti scure.
E' duro esser kurdi
sperduti fra il cielo ed il mare
erano in dieci, poniamo
che quella notte a Patrasso contrattarono in fretta
seicento dollari a testa disse il camionista
seimila dollari quei dieci corpi
valgono quanto un carico intero
e il suo amico Huseyn pago' anche per lui
prima di coricarsi abbracciati
stretto il pane di sesamo in tasca
stretto in mano un fiore secco
in dieci stretti fra le balle di cotone
che ti prende alla gola
che ti toglie il respiro...

E' cronaca
"Morti soffocati a Foggia sei clandestini in un tir"
e' politica
"Piu' di mille clandestini respinti nel porto di Bari"
e' diplomazia
"Accordo con la Grecia sui rimpatri"
e' ipocrisia
"Roma chiede collaborazione ad Ankara"
e' propaganda
"Inasprite le pene contro i trafficanti"
e' nausea e' rabbia e' dolore

sotto le stelle di Zako mille Ali sognano l'Europa
in Europa sogneranno il ritorno

nella fredda nebbia di Colonia
Huseyn bussa a una porta
ha da consegnare una cattiva notizia
un fiore secco
e un pane di sesamo...

2. L'ORA. NELLA GIORNATA MONDIALE DELL'AMBIENTE

Se non vogliamo che sia un mero esercizio d'ipocrisia, occorrono due cambiamenti.
Una serie di decisioni politiche che modifichino radicalmente l'organizzazione economica della societa' facendo si' che la protezione della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, e la protezione dell'intera biosfera, prevalgano su ogni altro interesse.
Una serie di decisioni personali che modifichino radicalmente lo stile di vita e la qualita' delle relazioni, la quantita' e la ripartizione dei consumi.
*
Nessuno ignora cosa occorre fare.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Come disse una volta Gandhi: nel mondo c'e' abbastanza per il benessere di tutte le persone, ma non per l'avidita' di alcune.
*
Rispetto e difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e rispetto e difesa del mondo vivente sono un unico impegno, il piu' necessario ed urgente.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Condividere il bene ed i beni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Solo la nonviolenza puo' salvare quest'unica casa comune di tutti i viventi dalla distruzione.

3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

4. REPETITA IUVANT. CONTRO MAFIA ED APARTHEID

Nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo
Nelle campagne italiane da anni si sta riproducendo un regime di schiavitu' e di segregazione, di effettuale apartheid, governato dittatorialmente dai poteri mafiosi, dall'economia illegale, dal caporalato, con la complicita' di pubblici amministratori e pubblici funzionari razzisti e conniventi, con la complicita' di chi governa il paese e delle disumane antileggi hitleriane imposte e mantenute da governi ipso facto violatori della dignita' umana.
E' una tragedia ormai pluridecennale: l'aveva gia' fatta emergere drammaticamente nel 1989 l'atroce omicidio di Jerry Essan Masslo, fuggito dal Sudafrica dell'apartheid per poi morire assassinato in Italia, a Villa Literno.
E troppe altre morti si sono susseguite da allora nel nostro paese, una strage infinita causata da schiavitu' e razzismo, nelle campagne e non solo.
Quando finira' questo scandalo, quando finira' questa vergogna?
Cosa diranno di noi gli storici futuri quando dovranno constatare che a settantacinque anni dalla sconfitta del nazifascismo in Italia continuavano schiavitu' e razzismo?
La lotta contro schiavitu' e razzismo, cosi' come la lotta contro il potere mafioso, ci riguarda tutte e tutti.
La liberta' e' una e indivisibile, nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'
Occorre quindi regolarizzare immediatamente lo status giuridico e la condizione amministrativa di tutte le persone che si trovano in Italia, a tutte riconoscendo immediatamente tutti i diritti sociali, civili, politici, tutti i diritti umani inerenti a tutti gli esseri umani.
Occorre abrogare immediatamente tutte le folli e scellerate misure razziste ed incostituzionali imposte da governi ebbri e criminali, a cominciare dai due cosiddetti "decreti sicurezza".
Occorre che l'Italia torni alla civilta', al rispetto della legalita' che salva le vite, al rispetto del diritto internazionale, al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua a violare la stessa Costituzione della Repubblica italiana, che e' la legge a fondamento di tutte le altre leggi italiane, la legge che e' il cuore pulsante del nostro ordinamento giuridico, del nostro sistema istituzionale, della nostra civile convivenza.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua ad imporre un regime razzista e schiavista incompatibile con lo stato di diritto, incompatibile con la democrazia, incompatibile con la civilta' giuridica e con la dignita' umana.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia e' un criminale e un complice di criminali.
Si torni quindi al rispetto rigoroso e intransigente della Costituzione repubblicana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che fa obbligo alle istituzioni di recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno, che riconosce il diritto d'asilo a tutte le persone che nel loro paese d'origine non hanno i diritti che la Costituzione garantisce ai cittadini italiani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
*
"Una persona, un voto"
E ci si decida finalmente a riconoscere che chi vive in un luogo e' in quel luogo che deve poter esercitare tutti i suoi umani diritti, e' in quel luogo che deve poter vivere una vita degna, nel rispetto e nell'aiuto reciproco: e che quindi ogni persona deve avere anche il diritto di partecipare democraticamente alle decisioni pubbliche che la sua stessa vita riguardano: "una persona, un voto" e' da sempre il motto e la bandiera della democrazia.
In Italia ancor oggi a milioni e milioni di persone che vivono stabilmente qui e perlopiu' da molti anni, che danno un contributo fondamentale all'economia e alla vita civile, i cui figli hanno studiato e studiano nelle scuole italiane e sono gia' parte dell'Italia di domani come i loro genitori sono gia' parte dell'Italia di oggi, ebbene, a questi milioni e milioni di persone oneste e generose sono ancora assurdamente, scelleratamente negati quei diritti e quella dignita' per il cui universale riconoscimento i martiri della Resistenza diedero la vita; quei diritti e quella dignita' che sono l'umanita' dell'umanita'; quei diritti e quella dignita' che sono il concreto fondamento, la sostanza stessa della repubblica democratica ed antifascista.
E' un dolore immenso e indicibile dover riconoscere che in Italia l'orrore e l'infamia del razzismo, e l'orrore e l'infamia del potere mafioso, ancora non siano stati sconfitti.
*
Le braccianti e i braccianti che ci hanno salvato la vita
Questi mesi di epidemia hanno messo a nudo una volta di piu' la fragilita' intrinseca e il bisogno di mutuo soccorso che caratterizzano ogni umana esistenza, ogni umana comunita', l'intera umana famiglia.
In questi mesi di epidemia se la catastrofe e'stata contenuta e' stato anche e soprattutto grazie alle braccianti e ai braccianti che hanno garantito l'approvvigionamento delle nostre mense, che ci hanno sfamato con il loro lavoro, sovente rischiando la loro vita, sovente subendo abusi indicibili.
Al contrario delle ripugnanti menzogne della retorica razzista, la verita' e' che le braccianti e i braccianti ci hanno salvato la vita.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere questa verita', e far cessare quegli abusi.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere loro tutti i diritti inerenti ad ogni essere umano.
Il minimo che si possa fare e' far cessare la schiavitu', il caporalato, la dittatura mafiosa nelle campagne e non solo.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere a questi nostri fratelli e a queste nostre sorelle la liberta', l'eguaglianza, la solidarieta' che ad ogni essere umano e' dovuta.
Il minimo che si possa fare e' compiere questo atto di riconoscimento, e di riconoscenza.
*
L'ora della verita'
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Il nostro primo dovere di esseri umani e' salvare le vite: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni essere umano e' un essere umano, e in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siano immediatamente abrogate tutte le obbrobriose misure razziste ed incostituzionali imposte da governanti perversi e disumani.
Sia immediatamente finalmente legiferato il pieno riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che si trovano in Italia.
S'inveri la volonta' della Resistenza, la verita' della repubblica costituzionale, la sostanza dello stato di diritto, il cuore della democrazia, il valore umano e l'umana giustizia cui e' ordinata ogni legittima umana istituzione.
Si contrasti la mafia e l'apartheid.

5. REPETITA IUVANT. SIANO FINALMENTE PROCESSATI I MINISTRI DEL GOVERNO RAZZISTA PER I CRIMINI CONTRO L'UMANITA' COMMESSI NEL 2018-2019

Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019.
Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per le flagranti violazioni del diritto internazionale e della legalita' costituzionale commesse nel 2018-2019.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
La strage degli innocenti nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'.
La schiavitu', le persecuzioni e l'apartheid in Italia sono un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. ABROGARE GLI SCELLERATI ED INCOSTITUZIONALI "DECRETI SICUREZZA DELLA RAZZA"

Nonostante che il governo razzista sia caduto ormai dalla scorsa estate, restano assurdamente, scandalosamente, obbrobriosamente ancora in vigore alcune delle sue scellerate ed incostituzionali misure razziste che violano fondamentali diritti umani, il diritto internazionale e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Come ad esempio le misure razziste contenute negli infami "decreti sicurezza della razza".
Cosi' come e' giusto, necessario e urgente che finalmente tutti i ministri di allora siano tratti in tribunale a rispondere dei reati razzisti commessi, ugualmente e' giusto, necessario e urgente che quelle misure razziste ed incostituzionali siano abrogate.
*
E' evidente che essendo restato al governo uno dei due partiti che diedero vita al criminale governo razzista nel 2018-2019, e che anzi lo stesso presidente del consiglio dei ministri attuale e' ancora quello che presiedette quel gabinetto razzista, ancora non e' stata pienamente ripristinata la democrazia e la legalita' costituzionale.
Ma e' altrettanto evidente che la democrazia e la legalita' costituzionale devono essere infine ripristinate; che deve cessare la violenza razzista; che quelle misure disumane devono essere abolite, e quei disumani ministri ed i complici loro devono essere allontanati dalle istituzioni democratiche.
*
Contrastare il razzismo e il fascismo, ripristinare la vigenza dei diritti umani e della legalita' democratica, non sono compiti da subordinare a calcoli tattici e a giochi di palazzo, sono invece obbligo morale e civile, dovere fondativo dell'ordinamento democratico e della civile convivenza, sono indispensabile inveramento della Costituzione, sono la politica prima che si oppone alla folle barbarie, che si oppone alle stragi degli innocenti.
Cosicche' non si perda piu' tempo: siano immediatamente abrogati gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sia soccorsa, accolta e assistita ogni persona bisognosa di aiuto.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

8. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

9. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

10. MEMORIA. GIUSEPPE BRUNO

Il 6 giugno 2006 moriva Giuseppe Bruno
internato militare italiano
sopravvissuto al lager
con gratitudine lo ricordiamo

11. MEMORIA. NADIA CAMPANA

Il 6 giugno 1985 moriva Nadia Campana
poetessa e saggista
con gratitudine la ricordiamo

12. MEMORIA. ARTUR COLOMBO

Il 6 giugno 2016 moriva Arturo Colombo
storico del pensiero politico
con gratitudine lo ricordiamo

13. MEMORIA. CALLISTO COSULICH

Il 6 giugno 2015 moriva Callisto Cosulich
critico cinematografico
con gratitudine lo ricordiamo

14. MEMORIA. STAN GETZ

Il 6 giugno 1991 moriva Stan Getz
musicista
con gratitudine lo ricordiamo

15. MEMORIA. VLADIMIR JANKELEVITCH

Il 6 giugno 1985 moriva Vladimir Jankelevitch
resistente e filosofo
con gratitudine lo ricordiamo

16. MEMORIA. VIKTOR KORCHNOJ

Il 6 giugno 2016 moriva Viktor Korchnoj
illustre scacchista
con gratitudine lo ricordiamo

17. MEMORIA. MARIA LAURA MAINETTI

Il 6 giugno moriva assassinata Maria Laura Mainetti
religosa ed educatrice
con gratitudine la ricordiamo

18. MEMORIA. EDOARDO MARZARI

Il 6 giugno 1973 moriva Edoardo Marzari
prete e partigiano
con gratitudine lo ricordiamo

19. MEMORIA. DMITRIJ P. MIRSKIJ

Il 6 giugno 1939 moriva Dmitrij P. Mirskij
illustre storico della letteratura
con gratitudine lo ricordiamo

20. MEMORIA. KIRA MURATOVA

Il 6 giugno 2018 moriva Kira Muratova
regista
con gratitudine la ricordiamo

21. MEMORIA. EMMI PIKLER

Il 6 giugno 1984 moriva Emmi Pikler
pediatra
con gratitudine la ricordiamo

22. MEMORIA. RICHARD RETI

Il 6 giugno 1929 moriva Richard Reti
illustre scacchista
con gratitudine lo ricordiamo

23. MEMORIA. GIULIO RICORDI

Il 6 giugno 1912 moriva Giulio Ricordi
editore musicale
con gratitudine lo ricordiamo

24. MEMORIA. MARIO SALAZZARI

Il 6 giugno 1993 moriva Mario Salazzari
partigiano e scultore
con gratitudine lo ricordiamo

25. MEMORIA. SUZANNE SCHIFFMAN

Il 6 giugno 2001 moriva Suzanne Schiffman
sceneggiatrice e cineasta
con gratitudine la ricordiamo

26. MEMORIA. FAUSTO SIMONETTI

Il 6 giugno 1944
asassinato dai nemici dell'umanita'
moriva Fausto Simonetti
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo

27. MEMORIA. FELICE TOCCO

Il 6 giugno 1911 moriva Felice Tocco
storico della filosofia
con gratitudine lo ricordiamo

28. MEMORIA. LUDVIK VACULIK

Il 6 giugno 2015 moriva Ludvik Vaculik
scrittore e dissidente
con gratitudine lo ricordiamo

29. MEMORIA. JOSE' MARIA VALVERDE

Il 6 giugno 1996 moriva Jose' Maria Valverde
poeta e saggista
con gratitudine lo ricordiamo

30. MEMORIA. CARLO VINCENTI

Il 6 giugno 1978 moriva Carlo Vincenti
artista
con gratitudine lo ricordiamo

31. MEMORIA. BIAGIO VIRGILI

Il 6 giugno 2010 moriva Biagio Virgili
partigiano e militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo

32. MEMORIA. LORNA WING

Il 6 giugno 2014 moriva Lorna Wing
benemerita studiosa dei disturbi dello spettro autistico
con gratitudine la ricordiamo

33. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Rebecca Solnit, Chiamare le cose con il loro nome, Ponte alle Grazie, Milano 2019, pp. 240, euro 16,50.
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Riedizioni
- Rebecca Solnit, Storia del camminare, Paravia Bruno Mondadori, Milano 2002, Ponte alle Grazie, Milano 2018, pp. 468, euro 19,50.

34. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

35. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3762 del 6 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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