[Nonviolenza] Telegrammi. 3761



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3761 del 5 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. In memoria delle vittime di piazza Tienanmen
2. Per Dario Paccino, a quindici anni dalla scomparsa
3. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
4. Contro mafia ed apartheid
5. Siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019
6. Abrogare gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza"
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. Proposta di una lettera da inviare al governo
9. Proposta di una lettera da inviare ai Comuni
10. Luigi Abbiati
11. Giorgio Amendola
12. Ray Bradbury
13. Jane Briggs Hart
14. Christina Broom
15. Jerome Bruner
16. Nina Byers
17. Michele Cifarelli
18. PIerre Carniti
19. Frances Densmore
20. Ugo Forno
21. Dino Frisullo
22. Jeanne Hersch
23. Alfred Kazin
24. Henri Michel
25. Manlio Rossi-Doria
26. Elio Sgreccia
27. Andre' Trocme'
28. Ettore Troilo
29. Piero Urati
30. Segnalazioni librarie
31. La "Carta" del Movimento Nonviolento
32. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. IN MEMORIA DELLE VITTIME DI PIAZZA TIENANMEN

Nella notte fra il 3 e il 4 giugno
del 1989 a Pechino nella piazza
della porta della pace celeste
furono massacrati gli studenti
che digiunavano per la democrazia.

Siano aboliti tutti gli eserciti
siano abolite tutte le armi
nessuna persona sia mai piu' uccisa.

Nessuna persona sia mai piu' privata
della liberta'
dell'eguaglianza di diritti
della solidarieta'
della condivisione del bene e dei beni.

2. MAESTRI E COMPAGNI. PER DARIO PACCINO, A QUINDICI ANNI DALLA SCOMPARSA

Oggi, 4 giugno 2020, sono quindici anni che Dario Paccino e' morto.
So che se fosse ancora vivo sarebbe alla guida del movimento che si batte contro la distruzione della biosfera da parte dei poteri dominanti sul pianeta.
So che se fosse ancora vivo sarebbe alla testa del movimento che si batte contro la violenza razzista e schiavista che sta letteralmente massacrando la stragrande maggioranza dell'umanita'.
So che se fosse ancora vivo sarebbe franco e acuto portavoce del movimento che si batte per salvare tutte le vite, consapevole che per salvare tutte le vite e inverare i diritti umani di tutti gli esseri umani e difendere l'intero mondo vivente e' necessario contrastare e sconfiggere la barbarie del modo di produzione dominante, dei rapporti di produzione e di proprieta' dominanti, del modello di sviluppo dominante; modello, modo e rapporti che hanno per unico fine la massimizzazione del profitto delle classi sfruttatrici e sopraffattrici, la massimizzazione del profitto di pochi che ha come contropartita la riduzione in miseria e in schiavitu' della quasi totalita' del genere umano, la desertificazione del mondo vivente, la negazione di ogni diritto e di ogni valore morale e civile; planetaria dittatura dei vampiri che annienta ad un tempo cultura e natura, l'umana socialita' e la riproduzione dell'esistenza in quest'unico mondo che conosciamo ospitare la vita, in quest'unico mondo di cui siamo insieme - l'umanita' intera, e quindi ogni essere umano - parte e custodi.
Se non ricordo male ho conosciuto Dario Paccino al tempo delle lotte antinucleari, credo che dobbiamo esserci incontrati a Montalto di Castro, non ricordo se gia' nella prima manifestazione quando ancora il cantiere della centrale neppure c'era, o negli anni successivi nel corso dei blocchi dei cancelli. Ero li' alla prima manifestazione come ero ancora li' all'ultima - quando credo avevamo gia' vinto il referendum e l'Enel non voleva darsene per intesa - avendo l'onore di essere investito dall'ultima insensata carica.
Da qualche parte, se non le ho perse nel corso di piu' traslochi, dovrei ancora avere le sue lettere.
Ho ritrovato stanotte dispersi per casa tredici suoi libri, alcuni piu' volte letti e riletti e fittamente postillati, "L'imbroglio ecologico" soprattutto.
Era stato partigiano e aveva continuato la Resistenza per tutta la sua vita.
Aveva solidarizzato con gli indiani d'America e pubblicato un libro a sostegno della loro lotta negli anni Cinquanta quando nel nostro paese non lo faceva nessuno, ben prima del libro di Dee Brown, prima ancora che nascesse l'American Indian Movement e che la nuova sinistra italiana ed europea si interessasse e collegasse a quell'esperienza (ricordo vividamente quando ci giunse la notizia dell'occupazione di Wounded Knee nel '73; ho ancora quell'utile libro edito da Savelli qualche anno dopo presentato proprio da Dario; e per anni ricevetti e avidamente lessi "Akwesasne Notes", che non so se si pubblichi piu').
Aveva fatto nascere la rivista "Natura e societa'" e successivamente aveva animato la rivista "Rossovivo", ed e' stato una delle figure di riferimento del movimento ecologista e pacifista.
Pensatore marxista insieme rigoroso e creativo, era stato uno degli interpreti piu' vivaci del movimento del '77 con la collana editoriale dei "libri del no", ed ancora negli anni '90 era stato tra gli animatori della "Biblioteca per Invendibili e Malvenduti", continuando a pubblicare libri sempre illuminanti, interpellanti, che muovevano alla riflessione e alla lotta.
Come tutte le persone di tenace concetto, e indignate per la violenza dei poteri dominanti, per la strutturale ingiustizia che condanna a tragica servitu', immane sofferenza e prematura morte la maggior parte degli esseri umani, era talvolta sommario nelle analisi e sbrigativo nei giudizi; era tagliente nelle discussioni tanto quanto era generoso, sollecito e accudente nelle amicizie e nella solidarieta' con le oppresse e gli oppressi. Del resto nella tradizione del movimento operaio e socialista fin dalla Prima Internazionale nei dibattiti non si faceva questione di galateo; ma ho sempre pensato che l'esser corrivi a un linguaggio sprezzante e brutale possa esser sembrato a spiriti offuscati un implicito consenso ed un effettuale incentivo al disprezzo degli avversari e alla brutalita' tout court, con gli esiti nefasti che il secolo breve ha messo a nudo (sono un vecchio militante del movimento operaio che ha sempre creduto che la nostra lotta avesse assoluta necessita' di quella che Capitini chiamava "l'aggiunta nonviolenta": solo la nonviolenza contrasta il totalitarismo, e la lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' per essere tale deve essere insieme non solo socialista e libertaria, non solo femminista ed ecologista, ma anche esplicitamente, specificamente nonviolenta).
Tante volte in questo quindici anni ho pensato che avrei voluto ragionare con lui non solo di cio' che di orribile accadeva, ma anche e soprattutto di come avremmo dovuto contrastarlo; tante volte ho pensato che tra i miei maestri di nonviolenza annovero anche lui, e naturalmente so che se glielo avessi detto mi avrebbe forse chiesto cosa avessi bevuto. Ma cosi' sento, ma questo penso.
E' stato un buon maestro, un ottimo compagno, un generoso inesausto combattente per la liberazione dell'umanita' da tutte le menzogne e da tutte le violenze. Con i limiti e le contraddizioni di ogni essere umano, e' ovvio, ma con una nitida intelligenza e una volonta' indomita. Con la passione antifascista del partigiano che di fronte ad ogni ingiustizia tornava a insorgere.
Quindici anni dopo lo ricordo con profonda, immutata gratitudine.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione, nella lotta per la condivisione del bene e dei beni, nella lotta per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Allego in calce una minima notizia ed un ricordo che scrissi ormai tanti anni fa.
*
Allegato primo: Una minima notizia su Dario Paccino
Dario Paccino, intellettuale e militante del movimento operaio, nato ad Albenga nel 1918, ha preso parte alla Resistenza ed ha continuato per l'intera vita in uno strenuo impegno antifascista, di liberazione degli oppressi, di difesa della biosfera; studioso ed educatore, ha praticato un giornalismo e un saggismo di documentazione e di denuncia intervenendo efficacemente per smascherare le ideologie dominanti e la violenza del potere; generosamente costantemente presente nelle lotte sociali, nella riflessione teorica, nella solidarieta' concreta; e' deceduto il 4 giugno 2005.
Tra le opere di Dario Paccino: Arrivano i nostri, Edizioni Avanti!, Milano 1956; Domani il diluvio, Calderini, Bologna 1970; L'imbroglio ecologico, Einaudi, Torino 1972; L'ombra di Confucio, Einaudi, Torino 1976; Il diario di un provocatore, I libri del no, Roma 1977; La teppa all'assalto del cielo, I libri del no, Roma 1978; La trappola della scienza, La Salamandra, Milano 1979; I colonnelli verdi e la fine della storia, Pellicani, Roma 1990; La guerra chiamata pace, Pellicani, Roma 1992; Gli invendibili, Datanews, Roma 1994; Manuale di autodifesa linguistica, Arterigere - Il lavoratore oltre, Varese 1996; (con Luigi Josi e Gian Marco Martignoni), Il libero schiavo di Maastricht, Arterigere - Il lavoratore oltre, Varese 1997; (a cura di), L'ultima volta, Arterigere - Il lavoratore oltre, Varese 1997; Euro kaputt, Odradek, Roma 2000; Il padrone. L'apocalisse, Notiziario Cdp, Pistoia 2003; I senzapatria. Resistenza ieri e oggi, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 2006.
*
Allegato secondo: Un ricordo di Dario Paccino scritto nel 2006 (muovendo dalla segnalazione di un suo libro postumo)
Dario Paccino, I senzapatria. Resistenza ieri e oggi, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 2006, pp. 136, euro 13 (per richiedere il libro alla casa editrice: Biblioteca Franco Serantini, via I. Bargagna 60, 56124 Pisa, tel. e fax: 0509711432, e-mail: acquisti at bfs-edizioni.it, sito: www.bfs-edizioni.it).
In quest'opera postuma di Dario Paccino (curata dall'Assemblea spazi autogestiti di Lucca, con contributi di Giorgio Ferrari e Sirio Paccino, e una presentazione di Vauro Senesi) senti ancora la sua voce, il suo rovello, la sua energia, l'impegno suo di militante e di intellettuale. L'ho letto d'un fiato questo libro appena l'ho avuto tra le mani (grazie a Gian Marco Martignoni, compagno prezioso di tante riflessioni e di tante esperienze), e d'un fiato avrei voluto scriverne per segnalarlo alle persone amiche. Poi ho sempre rinviato, sentendo troppo inadeguate le poche righe che buttavo giu' e cancellavo, buttavo giu' e cancellavo.
Sono mesi e mesi che mi dico che vorrei scrivere un degno ricordo di Dario Paccino, e sincero un omaggio, e franca una rievocazione, un'esposizione e una disamina critica della sua azione, delle sue ricerche, delle sue riflessioni e proposte teoriche e pratiche; ma sempre rinvio, come accade di fare con le scritture che senti piu' necessarie e quindi impegnative, piu' urgenti e quindi sofferte, in cui si fondono e colluttano e fanno nodo la critica e la nostalgia, il dibattito senza reticenze e la gratitudine, il fuoco della controversia e l'amista'. E sono anni che vorrei cercar di ritrovare le sue lettere che spero di non aver perso nei successivi traslochi della mia vita.
Veniva dalla Resistenza, e per tutta la vita aveva continuato a resistere.
Fu tra i primi a farci conoscere le nuove lotte degli indiani d'America, fu netto nello smascherare quanto di totalitario vi era in esperienze postrivoluzionarie in tempi in cui erano assai celebrate da giovani allora tanto generosi quanto ingenui e ambigui e presto traviati; fu tra i primi a svolgere un discorso ecologico non ingenuo e non subalterno, fu tra coloro che sulla scienza e le tecnologie seppero dire cose vere e decisive. Nella lotta antinucleare fu un compagno prezioso e generoso; e nell'opposizione alla guerra, ai suoi strumenti, ai suoi apparati, alle logiche e ideologie sue.
I giovani di oggi ubriacati dalle ciance - che io trovo superficiali, ambigue ed infine stupide e complici - di certi sciatti e presuntuosissimi cosiddetti ed autoproclamati "guru no global", non immaginano neppure la ricchezza, la complessita' e la profondita' di analisi del marxismo critico, quel marxismo di sinistra antitotalitario che in Italia fu dei Fortini e dei Timpanaro, dei Panzieri e dei Maccacaro - e di molte e molti altri -, e che s'intrecciava con tutte le piu' feconde tradizioni di pensiero e di azione della cultura contemporanea, e con le piu' vive esperienze di lotta di liberazione (anche quelle che si opponevano ai regimi totalitari e fin genocidi che marxisti si proclamavano). E quanto ci sarebbe bisogno invece che conoscessero e riconoscessero quella tradizione di pensiero: una tradizione di pensiero che io credo pensata profondamente (nelle sue verita' e nelle sue aperture, ma anche nei suoi limiti e nei suoi errori) porti - come altre tradizioni del resto, massime il femminismo - a questa scelta e proposta e prassi che da anni chiamo nonviolenza in cammino e che per quanto mi concerne non e' altra cosa da quel comunismo in cammino di cui Fortini scrisse una volta - se non forse in quanto piu' chiara e profonda, piu' nitida e piu' intransigente nel ripudio di ogni menzogna e di ogni oppressione, nella rigorizzazione del rapporto tra teoria e prassi, tra mezzi e fini, nel riconoscimento (nel rispetto che ascolta, nella cura che accoglie e protegge ed invera, nella schiudente, dialogante sollecitudine) dell'umanita' di ogni altra persona, nel piu' nitido rivendicare e difendere la dignita' umana e gli umani diritti di tutti gli esseri umani. Nel vivo del conflitto, nel fuoco della contraddizione, nel crogiuolo di un mondo di relazioni da mutare e salvare ad un tempo.
Non era un compagno facile, Dario Paccino; ruvido nelle polemiche fino all'unilateralita' piu' accesa, quante volte leggendone gli scritti mi dicevo: ecco che l'indignazione lo porta ad espressioni non sufficientemente meditate, ecco che la rivendicazione orgogliosa delle nostre ragioni gli occlude l'accesso all'intellezione piena e al riconoscimento franco delle ragioni altrui, ed ecco che qui un suo limite - di volontarismo, di difesa a oltranza di un punto di vista, di lealta' con le persone sentite piu' vicine, di schieramento comunque con una visione del mondo (quella visione del mondo che insegna a diffidare di tutte le visioni del mondo ed a riconoscere che ogni ideologia e' sempre anche falsa coscienza: ma che pure era stata ossificata e trasmutata finanche nel suo ignobile e feroce contrario) - gli impedisce di cogliere un nodo, una complessita', la necessita' di una lettura con altri, ulteriori occhiali, con diverso sguardo. Ma sono cosi' queste nature di combattenti, che per nulla concedere a cio' che avvertono come intollerabile, talora - o sovente - neppure ascoltano cio' che invece ascoltato ed inteso andrebbe.
E talune sue posizioni ho duramente avversato laddove mi pareva fossero corrive ad errori e subalternita' inaccettabili: cosi' con i nostri maestri e compagni dobbiamo condurci, io credo: valorizzando tutto e tutto criticando, e confliggendo e contrastando senza esitare ove cattiva retorica o malintese solidarieta' recavano a posizioni non vere e non giuste.
Talvolta io stesso da Dario sono stato forse non lievemente frainteso (ma mi capita spesso, ed essendo ormai un vecchio militante dalla lunga barbaccia bianca e la zucca che va facendosi pelata non mi duole piu' granche': ne ho viste tante, sono ancora vivo); ma ho sempre saputo che nell'ora delle scelte e del bisogno, nell'ora del pericolo e della resistenza - quell'ora che arriva come ladro di notte, quell'ora che non cessa mai - Dario sarebbe stato il primo ad accorrere in aiuto, senza esitazioni. Era fatto cosi'.
Valevano davvero per lui le parole che Brecht scrisse in quella cantata in cui il soldatino rosso s'accosta al cadavere di un gia' mitizzato capo rivoluzionario e gli grida all'orecchio "arrivano gli sfruttatori!", e avendo constatato l'immobilita' della salma conclude che solo ora e' certo che sia morto, poiche' non fosse morto si sarebbe levato alla lotta, perche' "tutta la sua vita aveva lottato / contro gli sfruttatori".

3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

4. REPETITA IUVANT. CONTRO MAFIA ED APARTHEID

Nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo
Nelle campagne italiane da anni si sta riproducendo un regime di schiavitu' e di segregazione, di effettuale apartheid, governato dittatorialmente dai poteri mafiosi, dall'economia illegale, dal caporalato, con la complicita' di pubblici amministratori e pubblici funzionari razzisti e conniventi, con la complicita' di chi governa il paese e delle disumane antileggi hitleriane imposte e mantenute da governi ipso facto violatori della dignita' umana.
E' una tragedia ormai pluridecennale: l'aveva gia' fatta emergere drammaticamente nel 1989 l'atroce omicidio di Jerry Essan Masslo, fuggito dal Sudafrica dell'apartheid per poi morire assassinato in Italia, a Villa Literno.
E troppe altre morti si sono susseguite da allora nel nostro paese, una strage infinita causata da schiavitu' e razzismo, nelle campagne e non solo.
Quando finira' questo scandalo, quando finira' questa vergogna?
Cosa diranno di noi gli storici futuri quando dovranno constatare che a settantacinque anni dalla sconfitta del nazifascismo in Italia continuavano schiavitu' e razzismo?
La lotta contro schiavitu' e razzismo, cosi' come la lotta contro il potere mafioso, ci riguarda tutte e tutti.
La liberta' e' una e indivisibile, nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo.
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Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'
Occorre quindi regolarizzare immediatamente lo status giuridico e la condizione amministrativa di tutte le persone che si trovano in Italia, a tutte riconoscendo immediatamente tutti i diritti sociali, civili, politici, tutti i diritti umani inerenti a tutti gli esseri umani.
Occorre abrogare immediatamente tutte le folli e scellerate misure razziste ed incostituzionali imposte da governi ebbri e criminali, a cominciare dai due cosiddetti "decreti sicurezza".
Occorre che l'Italia torni alla civilta', al rispetto della legalita' che salva le vite, al rispetto del diritto internazionale, al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua a violare la stessa Costituzione della Repubblica italiana, che e' la legge a fondamento di tutte le altre leggi italiane, la legge che e' il cuore pulsante del nostro ordinamento giuridico, del nostro sistema istituzionale, della nostra civile convivenza.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua ad imporre un regime razzista e schiavista incompatibile con lo stato di diritto, incompatibile con la democrazia, incompatibile con la civilta' giuridica e con la dignita' umana.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia e' un criminale e un complice di criminali.
Si torni quindi al rispetto rigoroso e intransigente della Costituzione repubblicana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che fa obbligo alle istituzioni di recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno, che riconosce il diritto d'asilo a tutte le persone che nel loro paese d'origine non hanno i diritti che la Costituzione garantisce ai cittadini italiani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
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"Una persona, un voto"
E ci si decida finalmente a riconoscere che chi vive in un luogo e' in quel luogo che deve poter esercitare tutti i suoi umani diritti, e' in quel luogo che deve poter vivere una vita degna, nel rispetto e nell'aiuto reciproco: e che quindi ogni persona deve avere anche il diritto di partecipare democraticamente alle decisioni pubbliche che la sua stessa vita riguardano: "una persona, un voto" e' da sempre il motto e la bandiera della democrazia.
In Italia ancor oggi a milioni e milioni di persone che vivono stabilmente qui e perlopiu' da molti anni, che danno un contributo fondamentale all'economia e alla vita civile, i cui figli hanno studiato e studiano nelle scuole italiane e sono gia' parte dell'Italia di domani come i loro genitori sono gia' parte dell'Italia di oggi, ebbene, a questi milioni e milioni di persone oneste e generose sono ancora assurdamente, scelleratamente negati quei diritti e quella dignita' per il cui universale riconoscimento i martiri della Resistenza diedero la vita; quei diritti e quella dignita' che sono l'umanita' dell'umanita'; quei diritti e quella dignita' che sono il concreto fondamento, la sostanza stessa della repubblica democratica ed antifascista.
E' un dolore immenso e indicibile dover riconoscere che in Italia l'orrore e l'infamia del razzismo, e l'orrore e l'infamia del potere mafioso, ancora non siano stati sconfitti.
*
Le braccianti e i braccianti che ci hanno salvato la vita
Questi mesi di epidemia hanno messo a nudo una volta di piu' la fragilita' intrinseca e il bisogno di mutuo soccorso che caratterizzano ogni umana esistenza, ogni umana comunita', l'intera umana famiglia.
In questi mesi di epidemia se la catastrofe e'stata contenuta e' stato anche e soprattutto grazie alle braccianti e ai braccianti che hanno garantito l'approvvigionamento delle nostre mense, che ci hanno sfamato con il loro lavoro, sovente rischiando la loro vita, sovente subendo abusi indicibili.
Al contrario delle ripugnanti menzogne della retorica razzista, la verita' e' che le braccianti e i braccianti ci hanno salvato la vita.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere questa verita', e far cessare quegli abusi.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere loro tutti i diritti inerenti ad ogni essere umano.
Il minimo che si possa fare e' far cessare la schiavitu', il caporalato, la dittatura mafiosa nelle campagne e non solo.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere a questi nostri fratelli e a queste nostre sorelle la liberta', l'eguaglianza, la solidarieta' che ad ogni essere umano e' dovuta.
Il minimo che si possa fare e' compiere questo atto di riconoscimento, e di riconoscenza.
*
L'ora della verita'
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Il nostro primo dovere di esseri umani e' salvare le vite: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni essere umano e' un essere umano, e in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siano immediatamente abrogate tutte le obbrobriose misure razziste ed incostituzionali imposte da governanti perversi e disumani.
Sia immediatamente finalmente legiferato il pieno riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che si trovano in Italia.
S'inveri la volonta' della Resistenza, la verita' della repubblica costituzionale, la sostanza dello stato di diritto, il cuore della democrazia, il valore umano e l'umana giustizia cui e' ordinata ogni legittima umana istituzione.
Si contrasti la mafia e l'apartheid.

5. REPETITA IUVANT. SIANO FINALMENTE PROCESSATI I MINISTRI DEL GOVERNO RAZZISTA PER I CRIMINI CONTRO L'UMANITA' COMMESSI NEL 2018-2019

Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019.
Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per le flagranti violazioni del diritto internazionale e della legalita' costituzionale commesse nel 2018-2019.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
La strage degli innocenti nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'.
La schiavitu', le persecuzioni e l'apartheid in Italia sono un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. ABROGARE GLI SCELLERATI ED INCOSTITUZIONALI "DECRETI SICUREZZA DELLA RAZZA"

Nonostante che il governo razzista sia caduto ormai dalla scorsa estate, restano assurdamente, scandalosamente, obbrobriosamente ancora in vigore alcune delle sue scellerate ed incostituzionali misure razziste che violano fondamentali diritti umani, il diritto internazionale e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Come ad esempio le misure razziste contenute negli infami "decreti sicurezza della razza".
Cosi' come e' giusto, necessario e urgente che finalmente tutti i ministri di allora siano tratti in tribunale a rispondere dei reati razzisti commessi, ugualmente e' giusto, necessario e urgente che quelle misure razziste ed incostituzionali siano abrogate.
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E' evidente che essendo restato al governo uno dei due partiti che diedero vita al criminale governo razzista nel 2018-2019, e che anzi lo stesso presidente del consiglio dei ministri attuale e' ancora quello che presiedette quel gabinetto razzista, ancora non e' stata pienamente ripristinata la democrazia e la legalita' costituzionale.
Ma e' altrettanto evidente che la democrazia e la legalita' costituzionale devono essere infine ripristinate; che deve cessare la violenza razzista; che quelle misure disumane devono essere abolite, e quei disumani ministri ed i complici loro devono essere allontanati dalle istituzioni democratiche.
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Contrastare il razzismo e il fascismo, ripristinare la vigenza dei diritti umani e della legalita' democratica, non sono compiti da subordinare a calcoli tattici e a giochi di palazzo, sono invece obbligo morale e civile, dovere fondativo dell'ordinamento democratico e della civile convivenza, sono indispensabile inveramento della Costituzione, sono la politica prima che si oppone alla folle barbarie, che si oppone alle stragi degli innocenti.
Cosicche' non si perda piu' tempo: siano immediatamente abrogati gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sia soccorsa, accolta e assistita ogni persona bisognosa di aiuto.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

8. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

9. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

10. MEMORIA. LUIGI ABBIATI

Il 5 giugno 1944 moriva Luigi Abbiati
militante del movimento operaio partigiano
assassinato dai nazifascisti
con gratitudine lo ricordiamo

11. MEMORIA. GIORGIO AMENDOLA

Il 5 giugno 1980 moriva Giorgio Amendola
antifascista partigiano
dirigente del Partito comunista italiano
costituente e parlamentare
con gratitudine lo ricordiamo

12. MEMORIA. RAY BRADBURY

Il 5 giugno 2012 moriva Ray Bradbury
scrittore
con gratitudine lo ricordiamo

13. MEMORIA. JANE BRIGGS HART

Il 5 giugno 2015 moriva Jane Briggs Hart
aviatrice e pacifista
con gratitudine la ricordiamo

14. MEMORIA. CHRISTINA BROOM

Il 5 giugno 1939 moriva Christina Broom
fotografa
documento' la lotta delle suffragiste
con gratitudine la ricordiamo

15. MEMORIA. JEROME BRUNER

Il 5 giugno 2016 moriva Jerome Bruner
illustre psicologo
con gratitudine lo ricordiamo

16. MEMORIA. NINA BYERS

Il 5 giugno 2014 moriva Nina Byers
fisica docente e storica del contributo delle donne alla scienza
con gratitudine la ricordiamo

17. MEMORIA. PIERRE CARNITI

Il 5 giugno 2018 moriva Pierre Carniti
militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo

18. MEMORIA. MICHELE CIFARELLI

Il 5 giugno 1998 moriva Michele Cifarelli
antifascista e ambientalista
magistrato e parlamentare
con gratitudine lo ricordiamo

19. MEMORIA. FRANCES DENSMORE

Il 5 giugno 1957 moriva Frances Densmore
etnomusicologa e preservatrice della cultura dei nativi americani
con gratitudine la ricordiamo

20. MEMORIA. UGo FORNO

Il 5 giugno 1944
combattendo contro i nemici dell'umanita'
moriva Ugo Forno partigiano
aveva dodici anni
con gratitudine lo ricordiamo

21. MEMORIA. DINO FRISULLO

Il 5 giugno 2003 moriva Dino Frisullo
militante ecopacifista
per il diritto e la liberazione dei popoli
per i diritti umani di tutti gli esseri umani
con gratitudine lo ricordiamo

22. MEMORIA. JEANNE HERSCH

Il 5 giugno 2000 moriva Jeanne Hersch
filosofa e sostenitrice dei diritti umani
con gratitudine la ricordiamo

23. MEMORIA. ALFRED KAZIN

Il 5 giugno 1998 moriva Alfred Kazin
illustre critico e saggista
con gratitudine lo ricordiamo

24. MEMORIA. HENRI MICHEL

Il 5 giugno 1986 moriva Henri Michel
resistente e storico
con gratitudine lo ricordiamo

25. MEMORIA. MANLIO ROSSI-DORIA

Il 5 giugno 1988 moriva Manlio Rossi-Doria
antifascista e meridionalista
con gratitudine lo ricordiamo

26. MEMORIA. ELIO SGRECCIA

Il 5 giugno 2019 moriva Elio Sgreccia
illustre studioso di bioetica
con gratitudine lo ricordiamo

27. MEMORIA. ANDRE' TROCME'

Il 5 giugno 1971 moriva Andre' Trocme'
pastore
Giusto tra le nazioni
amico della nonviolenza
con gratitudine lo ricordiamo

28. MEMORIA. ETTORE TROILO

Il 5 giugno 1974 moriva Ettore Troilo
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo

29. MEMORIA. PIERO URATI

Il 5 giugno 2011 moriva Piero Urati
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo

30. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Sara Gioria, Il gioco come relazione. Giochi e giocattoli per crescere e conoscere, Rcs, Milano 2020, pp. 128, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Guido Calogero, Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1968, pp. XVI + 176.
*
Maestre
- Rebecca Solnit, Cenerentola libera tutti, Salani, Milano 2020, pp. 72, euro 12,90.

31. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

32. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3761 del 5 giugno 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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