[Nonviolenza] Archivi. 386
- Subject: [Nonviolenza] Archivi. 386
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- Date: Wed, 3 Jun 2020 07:49:30 +0200
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 386 del 3 giugno 2020
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di maggio 2020 (parte prima)
2. Il 30 aprile Viterbo ha ricordato Alfio Pannega
3. Questo primo maggio
4. Germano Celant
5. Elio Bartolini
6. Beth Carvalho
7. Amilcare Cipriani
8. Alda Costa
9. Rosario Di Salvo
10. Aurelio Ferrando
11. Viviane Forrester
12. Filippo Gentiloni
13. Vittorio Gottardi
14. Mendel Grossman
15. Olivier Guinet
16. Francesco Jovine
17. Pio La Torre
18. Sergio Leone
19. Roberto Mancini
20. Marsha Mehran
21. Muddy Waters
22. Nabawiyya Musa
23. Pramoedya Anannta Toer
24. Jacques Presser
25. Bruno Rizzieri
26. Ernesto Sabato
27. Vittorio Strada
28. Renzo Suriani
29. Luciano Tavazza
30. Benvenuto Terracini
31. Martha Beatrice Webb
32. Alessandro Zannini
33. In questo 2 maggio ricordiamo Augusto Boal e Paulo Freire
34. Gian Mario Bravo
35. Un dialoghetto a proposito della Giornata mondiale della liberta' di stampa
36. Omero Dellistorti: Ringo Solingo
37. Ai Qing
38. Gino Bartali
39. Camillo Berneri
40. Michail Botvinnik
41. Carlo Campolmi
42. Sandra Codazzi
43. Cristina Conchiglia
44. Haroldo Conti
45. Glorio Della Vecchia
46. Giuseppe Disertori
47. Irving Howe
48. Irmgard Keun
49. Sarah Kirsch
50. Mildred Loving
51. Marco Mattiucci
52. Ladislao Mittner
53. Pak Kyongni
54. Theo Pinkus
55. Angelo Romano'
56. William David Ross
57. Ferruccio Rossi-Landi
58. Theodore Ruyssen
59. Bobby Sands
60. Alberto Savinio
61. Pietro Scaglione
62. Giulietta Simionato
63. Walter Sisulu
64. Gino Tommasi
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2020 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2020.
2. IL 30 APRILE VITERBO HA RICORDATO ALFIO PANNEGA
Il 30 aprile Viterbo ha ricordato Alfio Pannega.
Che non resti il ricordo di un giorno ma divenga ispirazione costante.
Nel ricordo di Alfio Pannega prosegua e si estenda la lotta nonviolenta contro tutte le violenze e le menzogne, contro tutte le ingiustizie e le vilta', contro tutte le guerre e le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo di Alfio Pannega prosegua e si estenda l'impegno nonviolento a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto, a difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, a salvaguardare quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
*
Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-447.
3. QUESTO PRIMO MAGGIO
Per chi come noi pensa che il primo maggio sia innanzitutto una giornata di memoria e di lotta, l'attuale forzata impossibilita' di incontrarsi e di manifestare pesa ancor piu'.
Ma per chi come noi pensa che il primo maggio sia innanzitutto una giornata di memoria e di lotta, la mancanza di spettacoli e divertimenti nulla pesa, poiche' essi col significato autentico del primo maggio nulla hanno a che fare.
Il primo maggio e' per noi il giorno in cui le oppresse gli oppressi ricordano le compagne e i compagni straziati e assassinati dai poteri sfruttatori dominanti, e nel ricordo delle vittime della violenza degli oppressori testimoniano e rinnovano la coscienza dell'ingiustizia che l'umanita' patisce e la volonta' di farla cessare affinche' nessuno piu' sia schiavo, nessuno piu' sia calpestato, umiliato e offeso.
Il nostro primo maggio e' un appello alla lotta comune per il bene comune dell'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
4. GERMANO CELANT
E' deceduto Germano Celant, critico d'arte e curatore di mostre.
Con gratitudine lo ricordiamo.
5. ELIO BARTOLINI
Il 30 aprile 2006 moriva Elio Bartolini
partigiano e scrittore
con gratitudine lo ricordiamo
6. BETH CARVALHO
Il 30 aprile 2019 moriva Beth Carvalho
musicista e militate per la liberazione dell'umanita'
con gratitudine la ricordiamo
7. AMILCARE CIPRIANI
Il 30 aprile 1918 moriva Amilcare Cipriano
che per l'intera vita lotto' per la liberazione dell'umanita' intera
con gratitudine lo ricordiamo
8. ALDA COSTA
Il 30 aprile 1944 moriva Alda Costa
educatrice e militante antifascista
con gratitudine la ricordiamo
9. ROSARIO DI SALVO
Il 30 aprile 1982 moriva Rosario Di Salvo
militante del movimento operaio
assassinato dalla mafia
con gratitudine lo ricordiamo
10. AURELIO FERRANDO
Il 30 aprile 1985 moriva Aurelio Ferrando
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
11. VIVIANE FORRESTER
Il 30 aprile 2013 moriva Viviane Forrester
scrittrice e militante per il bene comune dell'umanita'
con gratitudine la ricordiamo
12. FILIPPO GENTILONI
Il 30 aprile 2018 moriva Filippo Gentiloni
scrittore di pensiero ed uomo buono e giusto
con gratitudine lo ricordiamo
13. VITTORIO GOTTARDI
Il 30 aprile 1939 moriva Vittorio Gottardi
scrittore e militante socialista
con gratitudine lo ricordiamo
14. MENDEL GROSSMAN
Il 30 aprile 1945 moriva Mendel Grossman fotografo
assassinato dai nazisti in una marcia della morte
vittima e testimone della Shoah
con gratitudine lo ricordiamo
15. OLIVIER GUINET
Il 30 aprile 1945 moriva Olivier Guinet
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo
16. FRANCESCO JOVINE
Il 30 aprile 1950 moriva Francesco Jovine
scrittore
con gratitudine lo ricordiamo
17. PIO LA TORRE
Il 30 aprile 1892 moriva Pio La Torre
militante del movimento operaio parlamentare
assassinato dalla mafia
con gratitudine lo ricordiamo
18. SERGIO LEONE
Il 30 aprile 1989 moriva Sergio Leone
regista cinematografico
con gratitudine lo ricordiamo
19. ROBERTO MANCINI
Il 30 aprile 2014 moriva Roberto Mancini
contrasto' i poteri criminali
il traffico dei rifiuti l'inquinamento che uccide
con gratitudine lo ricordiamo
20. MARSHA MEHRAN
Il 30 aprile 2014 moriva Marsha Mehran
scrittrice fragrante e saporosa
con gratitudine la ricordiamo
21. MUDDY WATERS
Il 30 aprile 1983 moriva Muddy Waters
musicista
con gratitudine lo ricordiamo
22. NABAWIYYA MUSA
Il 30 aprile 1951 moriva Nabawiyya Musa
militante per i diritti delle donne
con gratitudine la ricordiamo
23. PRAMOEDYA ANANTA TOER
Il 30 aprile 2006 moriva Pramoedya nanta Toer
scrittore e perseguitato
con gratitudine lo ricordiamo
24. JACQUES PRESSER
Il 30 aprile 1970 moriva Jacques Presser
scrittore e docente antifascista
con gratitudine lo ricordiamo
25. BRUNO RIZZIERI
Il 30 aprile 1944 moriva Bruno Rizzieri
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo
26. ERNESTO SABATO
Il 30 aprile 2011 moriva Ernesto Sabato
scrittore e militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani
con gratitudine lo ricordiamo
27. VITTORIO STRADA
Il 30 aprile 2018 moriva Vittorio Strada
slavista illustre e difensore dei diritti umani
con gratitudine lo ricordiamo
28. RENZO SURIANI
Il 30 aprile 1945 nel lager di Gusen moriva Renzo Suriani
partigiano e deportato
con gratitudine lo ricordiamo
29. LUCIANO TAVAZZA
Il 30 aprile 2000 moriva Luciano Tavazza
giornalista e attivo nel volontariato
con gratitudine lo ricordiamo
30. BENVENUTO TERRACINI
Il 30 aprile 1968 moriva Benvenuto Terracini
linguista insigne
con gratitudine lo ricordiamo
31. MARTHA BEATRICE WEBB
Il 30 aprile 1943 moriva Martha Beatrice Webb
economista e militante socialista
con gratitudine la ricordiamo
32. ALESSANDRO ZANNINI
Il 30 aprile 1945 moriva Alessandro Zannini
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo
33. IN QUESTO 2 MAGGIO RICORDIAMO AUGUSTO BOAL E PAULO FREIRE
Cade il 2 maggio l'anniversario della scomparsa di Agusto Boal e di Paulo Freire, due illustri figure della nonviolenza, indimenticabili militanti per la liberazione dell'umanita'.
Augusto Boal e' stato il drammaturgo creatore del "teatro dell'oppresso"; e' deceduto il 2 maggio del 2009 a Rio de Janeiro, dove era nato nel 1931.
Paulo Freire e' stato uno dei piu' grandi educatori del XX secolo, promotore del movimento di cultura popolare e della pedagogia della liberazione; era nato a Recife nel 1921 ed e' deceduto il 2 maggio del 1997 a Sao Paulo.
*
Una breve notizia su Augusto Boal
Augusto Boal (Rio de Janeiro, 1931-2009), intellettuale ed attivista per i diritti umani di tutti gli esseri umani, con la sua vasta e preziosa opera teatrale, artistica, educativa, ed in particolare con la geniale pratica del "teatro dell'oppresso", ha elaborato e sperimentato strumenti formativi ed operativi di enorme utilita' per tutti coloro che lottano contro la menzogna e la violenza.
Tra le opere di Augusto Boal: Il teatro degli oppressi. Teoria e tecnica del teatro, La Meridiana, Molfetta 2011; Il poliziotto e la maschera, La Meridiana, Molfetta 1993; L'arcobaleno del desiderio, La Meridiana, Molfetta, 1994; Dal desiderio alla legge. Manuale del teatro di cittadinanza, La Meridiana, Molfetta 2002.
Tra le opere su Augusto Boal: Guglielmo Schinina', Storia critica del Teatro dell'Oppresso, La Meridiana, Molfetta 1998; Alessandra Gigli, Alessandro Tolomelli, Alessandro Zanchettin, Il teatro dell'oppresso in educazione, Carocci, Roma 2008.
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Una breve notizia su Paulo Freire
Paulo Freire e' nato a Recife (Brasile) nel 1921; nel 1961 ha fondato il Movimento di cultura popolare, cominciando ad elaborare ed applicare il metodo di alfabetizzazione legato al suo nome; nel 1964 dopo il colpo di stato militare e' imprigionato; successivamente e' costretto all'esilio; tra i massimi esperti di problematiche educative (con particolar riferimento al Sud del mondo), ha continuato la ricerca e l'attivita' di alfabetizzazione in varie parti del pianeta; e' deceduto nel 1997.
Tra le opere di Paulo Freire: La pedagogia degli oppressi, Mondadori, Milano 1980; L'educazione come pratica della liberta', Mondadori, Milano 1977; Pedagogia in cammino, Mondadori, Milano 1979. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Edson Passetti, Conversazioni con Paulo Freire, Eleuthera, Milano 1996.
Tra le opere su Paulo Freire: Moacir Gadotti, Leggendo Paulo Freire, Sei, Torino 1995; Leandro Rossi, Paulo Freire profeta di liberazione, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi 1998. Per un rapido avvio alla conoscenza cfr. anche Stefano Del Grande (a cura di), Memorabilia: Paulo Freire, fascicolo monografico del "Notiziario Cdp" n. 161, gennaio-febbraio 1999, Centro di documentazione di Pistoia.
*
Nel ricordo e alla scuola di Augusto Boal e di Paulo Freire continuiamo nell'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta comune per la comune salvezza dell'umanita' intera.
34. GIAN MARIO BRAVO
E' deceduto Gian Mario Bravo, storico illustre.
Dai suoi libri molto imparammo.
Con gratitudine lo ricordiamo.
35. UN DIALOGHETTO A PROPOSITO DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTA' DI STAMPA
- A: Buonasera.
- B: Buonasera.
- A: Cosi' e' passato anche 'sto 3 maggio, Giornata mondiale della liberta' di stampa.
- B: E gia'.
- A: E tu te ne sei stato zitto e buono. Che succede?
- B: E' che ci avevo da pulire casa.
- A: Tutti i giorni c'e' da pulire casa.
- B: Io lo faccio ogni tanto, sono pigro.
- A: Brutta cosa essere pigri.
- B: Non cosi' brutta. Si evitano un sacco di errori.
- A: E si fanno anche un sacco di errori; si commette sempre qualche peccato: magari di omissione.
- B: D'accordo, pero' anche di pensieri, parole e opere.
- A: Non mi pare che ci possano essere peccati di pensieri, uno e' libero di pensare quello che gli pare.
- B: D'accordo, pero' e' raro che i pensieri, quando sono brutti pensieri, restino senza qualche conseguenza pratica.
- A: Non e' mica vero. Io faccio un sacco di pensieri cattivi, ma poi non li metto in atto.
- B: Perche' sei pigro anche tu.
- A: Diciamo che sono prudente.
- B: La prudenza non ha mai fatto bene a nessuno.
- A: Neanche la pigrizia.
- B: Niente fa mai bene a nessuno.
- A: E questo che significa?
- B: Non lo so, dicevo cosi' tanto per dire.
- A: Non si dovrebbero dire le cose tanto per dire.
- B: Sono solo parole, parole al vento.
- A: Ma basta un niente perche' il vento diventi tempesta.
- B: E una scintilla puo' incendiare la prateria.
- A: E ne uccide piu' la lingua che la spada.
- B: Ma proprio questo dobbiamo dire parlando della Giornata della liberta' di stampa?
- A: Si deve poter dire tutto.
- B: E allora si deve poter pensare tutto, e va bene; si deve poter dire tutto, e va bene anche questo; e perche' non si dovrebbe anche poter fare tutto?
- A: Perche' la liberta' propria finisce dove comincia quella altrui. Lo sai anche tu.
- B: Ed anche su questo non posso non essere d'accordo. Ma non e' forse vero che talvolta anche le parole sono azioni?
- A: Naturalmente; per questo dicevo della lingua e della spada.
- B: E non e' forse vero che certe volte anche le idee, quando si organizzano in un sistema d'idee e si fanno ideologie, sono anch'esse azioni?
- A: In verita' si'. Anche senza organizzarsi in sistema. Del resto anche l'assenza d'idee.
- B: Ed e' possibile l'assenza di idee?
- A: In senso assoluto forse no, ma in senso relativo certo si'.
- B: Cosi' tutto, anche il nulla, si fa azione.
- A: E quella e' l'azione delle azioni, che e' insieme anche la negazione delle negazioni, poiche' la massima del niente, e quindi la massima dell'azione del niente, e' che tutto e' niente e quindi tutti devono essere considerati niente e pertanto possono essere ridotti a niente.
- B: Il fascismo.
- A. Il fascismo.
- B: Mi sembra che a voler parlare della Giornata della liberta' di stampa siamo arrivati al punto.
- A: Il punto e' sempre quello: o l'umanita' sconfigge il fascismo, o il fascismo annienta l'umanita'.
- B: E quindi la liberta' di stampa a questo serve: a contrastare il fascismo; oppure non serve a niente.
- A: Oppure non serve a niente.
- B: E chi usa della liberta' di stampa per promuovere o imporre il fascismo?
- A: Quella non e' la liberta' di stampa, e' la violenza che raccatta tutte le risorse che trova in giro e le usa contro l'umanita'.
- B: E allora, per concludere?
- A: E che bisogno c'e' di concludere?
- B: Gia', che bisogno c'e'?
- A: Infatti. Buonasera.
- B: Buonasera, buonasera.
*
- A: Buonasera.
- B: Buonasera.
- A: E' che mi e' venuta in mente un'altra cosa.
- B: E' sempre una buona cosa quando viene in mente qualcosa.
- A: E la cosa che mi e' venuta in mente e' questa: che la liberta' di parola e la liberta' di stampa non sono proprio la stessa cosa.
- B: In effetti ci puo' essere la prima senza la seconda, e magari anche la seconda senza la prima.
- A: Appunto.
- B: Appunto. Per non dire della liberta' di pensiero.
- A: Che magari la liberta' di stampa c'e', quella di parola pure, e invece manca quella di pensiero.
- B: Puo' succedere.
- A: Infatti succede.
- B: Succede si' che succede.
- A: E cosi' puo' succedere che uno vive in un paese in cui ci sono un milione di giornali, di radio e di televisioni, un miliardo di - come si chiamano - social media, e succedono cose che non dovrebbero succedere.
- B: Per dirne una: l'apartheid, la riduzione in schiavitu', la persecuzione razzista, l'omissione di soccorso del naufrago, del fuggiasco dalla guerra e dalla fame, del superstite dei lager.
- A: Per dirne un'altra: un'epidemia che fin dall'inizio era possibile contrastare efficacemente, e che non avrebbe ucciso decine di migliaia di persone se i pubblici poteri fossero intervenuti in modo tempestivo e adeguato, e invece e' stata una strage. E una strage che continua.
- B: Bisognerebbe accorgersene di quello che succede, e capire quello che significa, cogliere il nesso che lega le cause e gli effetti. Rendersi conto e' il primo passo per porre rimedio. Che poi non sarebbe neppure difficile. Basterebbe pensarci.
- A: Basterebbe.
- B: Basterebbe. Ma con tutto il fracasso che fanno tutti quelli che vomitano in continuazione ordini e insulti, non e' facile pensare.
- A: E questa e' un'altra tecnica di sopraffazione che usano quelli che stanno al potere: di riempirti incessantemente le orecchie con le loro parole per impedirti di pensare i tuoi pensieri.
- B: Bisognerebbe pensare. E bisognerebbe agire. Per opporsi al razzismo. Per salvare le vite.
- A: Per inverare la Costituzione della repubblica.
- B: Per contrastare il male facendo il bene.
- A: Per affrontare e sconfiggere la violenza con la nonviolenza.
- B: Bisognerebbe si'.
- A: Bisognerebbe pensare, parlare, agire. Questo e l'antifascismo, questa e' la nonviolenza.
- B: Bisognerebbe comprendere, aiutare, condividere. Contrastare le menzogne e gli abusi. Esercitare la virtu' dell'attenzione e della misericordia. Questo e l'antifascismo, questa e' la nonviolenza.
- A: Si e' fatto proprio tardi. Buonasera.
- B: Buonasera.
36. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: RINGO SOLINGO
Quando eravamo regazzini andavano di moda i film di Ringo, di Gringo, di Giango, di Bingo, e di tutti quegli altri caubboi.
A me a dire il vero mi piacevano di piu' i film cogli indiani, pero' a quel tempo al cinema del paese facevano solo i film di caubboi coi messicani al posto degli indiani.
Erano film che arrivava uno che si chiamava Ringo, o Gringo, o Giango o Bingo e si doveva vendicare. Che subito non si capiva di che si doveva vendicare, si capiva suppergiu' a mezzo film. Pero' cominciava a sparare subito e ogni botta una tacchia. Noi regazzini volevamo essere tutti Ringo e ammazzare tutta la gente del paese che se lo meritavano tutti. Invece ammazzavamo solo lucertole, passeri, sorci, e quand'era il momento tiravamo il colle alle galline, scuoiavamo i conigli con uno strappo solo, e davamo una mano quando si scannava il porco che era una festa grossa.
E' che non ci avevamo lo strumento adatto. Al paese la rivoltella non ce l'aveva nessuno, le carabine una ogni casa ma la colt 45 solo sui giornaletti di Tex. Era cosi' al paese quando eravamo regazzini.
Poi un giorno si trovo' il zi' Oliviero buttato nel pozzo, ma prima di buttarlo nel pozzo gli avevano spaccato la testa a martellate, che di sicuro dentro non ci avevano trovato niente, non era come l'uovo di pasqua. Il zi' Oliviero non era uno cattivo piu' degli altri, era uno normale, solo che ci godeva a menare la moglie che l'aveva storpiata, e menava pure i figli che erano quattro e Ringo era il piu' grande e ci avra' avuto dieci anni se ce li avra' avuti.
Adesso, puo' capitare che ammazzi uno, magari per sbaglio, o in un momento di esaltazione, che ne so, pero' se poi lo buttavi nel pozzo allora era per sfregio, voleva dire un sacco di cose, di cose diverse, pero' sicuro come una messa che era per sfregio.
Quando avvisarono i carabinieri, che lo avevano gia' tirato su dal pozzo e sdraiato per terra su un lenzuolo a mezza via tra il pozzo e la porta di dietro di casa (il paese era fatto cosi': c'era una strada che passava in mezzo, affiancate sui due lati della strada le case, e dietro le case gli orti, e dietro gli orti i campi, e poi la macchia e poi fine, cosi' era fatto il paese, e adesso che ci penso era proprio come i paesi del selvaggio ueste dei film di caubboi), i carabinieri cominciarono a chiedere che era successo. E che era successo? Che non si vedeva? Ci aveva la testa spaccata ed era tutto gonfio e sgocciolava.
Escluso l'incidente, escluso il suicidio, l'appuntato disse che qui si andava sul penale. Lo disse tre volte, a voce sempre piu' alta, la terza volta strillava, che lo sentisse tutto il paese. Che poi non c'era nessun bisogno di strillare, perche' mezzo paese era gia' li'.
A quei tempi la televisione c'era solo al bar, cosi' la gente chiacchierava. E siccome non c'erano neanche le lavatrici (a parte i ricchi, ma i ricchi abitavano in citta', al paese ci venivano solo in vacanza e ci avevano le serve e cosi' non gli serviva la lavatrice), allora le donne chiacchieravano al lavatore, e i maschi al bar o all'osteria, che anche se il paese era piccolo pero' c'erano tre bar e quattro osterie. Mi sono sempre chiesto come facevano a tirare avanti.
E allora di chiacchiera in chiacchiera, e chi sara' stato, e chi lo sa, e irre e orre, e secondo me, e secondo te, insomma nessuno ci arrivava. E infatti non ci arrivo' nessuno e resto' un delitto insoluto, che e' il termine tecnico per dire che chi l'ha fatto era stato piu' furbo di chi gli voleva mettere il sale sulla coda.
E chi era stato? Io sono l'unico a saperlo perche' me lo disse lui. Proprio lui. Il giorno dopo a scuola, che andavamo a scuola insieme. E poi disse: "parola di Ringo". O Gringo, o Bingo o Giango, adesso non mi ricordo piu' bene, perche' a quel tempo quel soprannome non ce l'aveva ancora, e tutti i regazzini avremmo voluto chiamarci cosi'.
Il soprannome se lo guadagno' qualche anno dopo.
Il sor Seccaccio, che era grosso come un bove e apposta lo chiamavano Seccaccio, un giorno che lo vide per strada gli disse: "T'ho visto che m'hai fregato le cerase", perche' ci aveva un ceraso che era le sette bellezze e aspettava che fossero tutte mature e invece prima che le cogliesse lui era stato anticipato dalla solita banda di regazzetti come usava allora, e il ceraso glielo avevano spogliato fino all'ultima cerasa senza lasciare altro che le foglie sui rami. Ringo gli aveva risposto: "E io che c'entro? Io nun so' stato". E il sor Seccaccio: "T'ho visto". E Ringo: "Allora e' ora che te compri 'n par d'occhiali perche' vole di' che sei cecato". "T'ho detto che t'ho visto, sei stato tu". E Ringo disse la parola: "Io no, parola di Ringo".
Io ero presente. E ero presente pure due sere prima quando con Ringo e altri tre eravamo andati a cerase. E ero presente pure la sera dopo quando andammo a dare fuoco al ceraso del sor Seccaccio perche' aveva offeso uno di noi "e l'offesa va lavata col sangue, parola di Ringo". Pero' ci limitammo a dare fuoco al ceraso, che non fu una cosa facile, pero' con tutta la nafta che ci avevamo buttato ci riuscimmo lo stesso. La nafta la fregammo sempre al sor Seccaccio. Che invece d'imparare la lezione e fare pippa il giorno dopo volle pure rugare. Fu per questo che successe. Perche' se s'era stato zitto finiva li', ma no, voleva rugare, e allora pure questa era un'offesa che andava lavata col sangue, parola di Ringo. E cosi' fu.
I carabinieri c'interrogarono a tutti e cinque. E tutti e cinque dicemmo che non ne sapevamo niente. Ma Ringo volle aggiungere pure la frase "parola di Ringo", che li' per li' pure i carabinieri ci si misero a ridere. E non fu una buona idea. Perche' due notti dopo la camionetta dei carabinieri era andata in fumo, cioe' era bruciata tanto che il meccanico disse che non si recuperava piu' niente e la potevano vendere per ferraccio. Fu da allora che Ringo divenne il soprannome di Ringo.
Solingo invece venne dopo. Ormai eravamo giovenottelli e a cerase non ci andavamo piu'. Il paese si era modernizzato. Pure noi. Ci avevamo tutti il motorino o la vespa. Nelle case c'erano le lavatrici e le televisioni, al lavatore - che era fuori mano - ci andavano i tossici a farsi le pere. A quel tempo lavoravamo insieme, io, Ringo, Penzaperte' e Ciancicotto. E ogni notte facevamo piagne qualcheduno. Erano gli anni belli della gioventu' e a che pensa chi e' negli anni belli della gioventu'? Alle femmine pensa, sempre e solo alle femmine. Che pero' al paese ce ne erano poche, e siccome lavoravano tutte in campagna, erano giovani per un anno o due e poi parevano tutte gia' vecchie e brecchie come la morte. Invece sui giornaletti certe sventole che non vi dico. Cosi' ci si arrangiava tutti coi giornaletti. Che a quel tempo c'erano 'sti giornaletti tutti di fotografie di giovinotte gagliarde, e erano l'unica cosa stampata che girava al paese, oltre al Corriere dello sport.
Poi un'estate arrivo' in vacanza la famiglia dell'avvocatone, che di solito stava in citta'. E nella famiglia dell'avvocatone c'era pure l'avvocatina, che ci avra' avuto quindici anni e che ci s'impeciammo tutti la prima volta che la vedemmo. Tutti tutti. E piu' di tutti Ringo. Pero' c'era un problema: che nessuno di noi sapeva come si parla a una regazza, cosi' nessuno oso' non dico farle una dichiarazione, ma neppure avvicinarla per dirle buongiorno. Eravamo cosi' al paese a quel tempo. Sfrontati tra di noi, ma se c'era una femmina ci venivano subito le orecchie rosse come il fuoco e crepavamo di vergogna. Il risultato fu che l'innamoramento si tramuto' presto in odio. Non solo: cominciarono anche le rivalita' tra di noi, che e' una cosa che quando lavori insieme tutte le notti e' meglio che non succeda mai. Invece succede. E infatti successe.
Successe cosi'. Che un giorno Penzaperte' disse una cosa zozza sull'avvocatina. Tutto li'. Disse una cosa zozza e basta. Ma Ringo se la prese a male. Perche' era uno fatto cosi', che se la prendeva a male per niente. Se la prendeva a male per tutto. Era fatto cosi'. Cosi' un giorno che era di pomeriggio e faceva un caldo bestia chiamo' Penzaperte' e gli disse di andare insieme nel campo, e li' prima lo tramorti' con una bastonata, poi lo lego' a un albero che li' vicino ci aveva lasciato una corda pronta dal giorno prima, e poi gli ficco' in bocca uno straccio perche' se ne stesse zitto mentre lo torturava e poi lo sbudello' piano piano.
Poi ando' a casa sua a prendere il quintone, attraverso' a piedi tutto il paese fino al villone dell'avvocatone che era sempre di fianco alla strada ma tre o quattro chilometri dopo che il paese era finito. E si apposto' su un albero che era piu' alto del muro di cinta del villone dell'avvocatone. Il villone ci aveva una muraglia di tufo di quelle coi cocci sopra, e dentro non c'era solo il villone, ma un giardino di piante di roba che non si magnava, e un sacco di alberi, saranno stati due milioni di alberi, e c'era pure un campo da tennis. E Ringo aspetto' sull'albero finche' l'avvocatina e suo fratello l'avvocatino non uscirono di casa per andare a giocare a tennis tutti vestiti di bianco. E allora sparo' all'avvocatina. Col quintone. Tutti e cinque i colpi andarono a segno. A pallettoni. Da parte a parte. Ogni colpo un buco grosso come una padella. Poi scese dall'albero e torno' a casa sua ad aspettare i carabinieri.
Ma i carabinieri ci avevano poca voglia di andare a casa sua. Pero' la figlia dell'avvocatone era figlia dell'avvocatone. Non e' che si poteva fare finta di niente. Cosi' arrestato Alibbabba', che il fucile neppure ce l'aveva. E magari sta ancora al gabbio. Pero' l'avvocatone lo sapeva che non era stato Alibbabba'. Cosi' fece chiamare Ringo. Io e Ciancicone non l'avevamo presa bene che aveva ammazzato Penzaperte', apposta Ciancicone aveva mandato la lettera anonima ai caramba e all'avvocatone con su scritto che l'avvocatina l'aveva fatta lessa Ringo. E per meglio chiarire che noi non c'entravamo, scrisse che era stato "Ringo Solingo". Cosi quando i guardaspalle dell'avvocatone andarono a prelevare Ringo gli chiesero se era lui Ringo Solingo e lui disse di si'. Lo portarono dall'avvocatone e poi non se ne seppe piu' niente.
Un po' mi dispiace, che eravamo amici.
E siccome Ciancicotto lo sapeva che eravamo amici, perche' eravamo amici tutti e quattro, glielo lessi nel pensiero che non si fidava piu' di me, e faceva bene perche' neppure io mi fidavo piu' di lui. Viene il momento in cui uno smette di essere giovinotto e diventa un uomo fatto e finito. E' un momento triste, e necessario. Uno si accorge di essere diventato un uomo fatto e che da quel momento in poi diventera' solo che vecchio, sempre piu' vecchio e alla fine diventera' niente, e gli viene da piagne ma non puo' farlo perche' un vero uomo non piagne mai.
Cosi' pensai che era una brutta cosa che o io facevo fuori lui o lui faceva fuori me, e siccome sono sempre stato uno che non gli piacciono le complicazioni lo aspettai davanti casa sua una mattina intera con due rivoltelle cariche che sapevo sparare sia con la destra che con la sinistra e a distanza ravvicinata era impossibile sbagliare. Ma lui non usci' di casa, tutta la mattinata non usci' di casa, finche' si fece l'ora di pranzo e allora me ne andai all'osteria. E mentre stavo all'osteria pensai che era stupido restare al paese, che a me il paese non mi era mai piaciuto, e che siccome avevo fatto solo brutte cose magari me ne potevo andare facendone una bella, cioe' che non ammazzavo Ciancicotto, cosi' almeno lui restava a castigare i paeasani per il resto dei suoi giorni. Ci avevo il ciopper a quel tempo, che a raccontarlo oggi uno fa la figura del peracottaro, pero' a quel tempo andava, che c'era stato quel film americano di motociclette. Cosi' saltai sul ciopper e me ne andai.
Non mi e' mai venuta voglia di tornare al paese. Oltretutto con tutto il lavoro che ci ho da fare.
37. AI QING
Il 5 maggio 1996 moriva Ai Qing
poeta
con gratitudine lo ricordiamo
38. GINO BARTALI
Il 5 maggio 2000 moriva Gino Bartali
campione di ciclismo e Giusto tra le nazioni
con gratitudine lo ricordiamo
39. CAMILLO BERNERI
Il 5 maggio 1937 moriva Camillo Berneri
pensatore e militante anarchico
antifascista perseguitato ed esule
combattente antifascista in Spagna
assassinato dagli stalinisti
vive nel cuore dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
40. MICHAIL BOTVINNIK
Il 5 maggio 1995 moriva Michail Botvinnik
illustre scacchista
con gratitudine lo ricordiamo
41. CARLO CAMPOLMI
Il 5 maggio 1975 moriva Carlo Campolmi
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo
42. SANDRA CODAZZI
Il 5 maggio 2010 moriva Sandra Codazzi
partigiana sindacalista senatrice
con gratitudine la ricordiamo
43. CRISTINA CONCHIGLIA
Il 5 maggio 2013 moriva Cristina Conchiglia
militante del movimento operaio e parlamentare
con gratitudine la ricordiamo
44. HAROLDO CONTI
Il 5 maggio 1976 veniva sequestrato Haroldo Conti
scrittore argentino desaparecido
con gratitudine lo ricordiamo
45. GLORIO DELLA VECCHIA
Il 5 maggio 1945 moriva Glorio Della Vecchia
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo
46. GIUSEPPE DISERTORI
Il 5 maggio 1992 moriva Giuseppe Disertori
psichiatra e antifascista
con gratitudine lo ricordiamo
47. IRVING HOWE
Il 5 maggio 1993 moriva Irving Howe
saggista e militante socialista
con gratitudine lo ricordiamo
48. IRMGARD KEUN
Il 5 maggio 1982 moriva Irmgard Keun
scrittrice e antifascista
con gratitudine la ricordiamo
49. SARAH KIRSCH
Il 5 maggio 2013 moriva Sarah Kirsch
poetessa
con gratitudine la ricordiamo
50. MILDRED LOVING
Il 5 maggio 2008 moriva Mildred Loving
militante antirazzista testimone della dignita' umana
con gratitudine la ricordiamo
51. MARCO MATTIUCCI
Il 5 maggio 1998 Marco Mattiucci
mentre salvava vite umane
perse la vita
con gratitudine lo ricordiamo
52. LADISLAO MITTNER
Il 5 maggio 1975 moriva Ladislao Mittner
insigne germanista ed uomo sapientissimo
con gratitudine lo ricordiamo
53. PAK KYONGNI
Il 5 maggio 2008 moriva Pak Kyongni
scrittrice
con gratitudine la ricordiamo
54. THEO PINKUS
Il 5 maggio 1991 moriva Theo Pinkus
studioso e militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo
55. ANGELO ROMANO'
Il 5 maggio 1989 moriva Angelo Romano'
studioso promotore di cultura senatore
con gratitudine lo ricordiamo
56. WILLIAM DAVID ROSS
Il 5 maggio 1971 moriva William David Ross
illustre filologo e filosofo
con gratitudine lo ricordiamo
57. FERRUCCIO ROSSI-LANDI
Il 5 maggio 1985 moriva Ferruccio Rossi-Landi
semiologo illustre
con gratitudine lo ricordiamo
58. THEODORE RUYSSEN
Il 5 maggio 1967 moriva Theodore Ruyssen
pensatore e militante pacifista
con gratitudine lo ricordiamo
59. BOBBY SANDS
Il 5 maggio 1981
dopo 66 giorni di sciopero della fame
moriva nel carcere di Long Kesh
Bobby Sands
con dolore e commozione lo ricordiamo
60. ALBERTO SAVINIO
Il 5 maggio 1952 moriva Alberto Savinio
scrittore pittore musicista
con gratitudine lo ricordiamo
61. PIETRO SCAGLIONE
Il 5 maggio 1971 moriva Pietro Scaglione
magistrato
assassinato dalla mafia
con gratitudine lo ricordiamo
62. GIULIETTA SIMIONATO
Il 5 maggio 2010 moriva Giulietta Simionato
voce sublime
con gratitudine la ricordiamo
63. WALTER SISULU
Il 5 maggio 2003 moriva Walter Sisulu
eroe della lotta contro l'apartheid
con gratitudine lo ricordiamo
64. GINO TOMMASI
Il 5 maggio 1945 moriva Gino Tommasi
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 386 del 3 giugno 2020
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