[Nonviolenza] Telegrammi. 3569



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3569 del 15 novembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
2. Carola Rackete: E' il momento di agire
3. Un incontro a Vasanello con le donne del "Centro antiviolenza Erinna"
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. Tutti i morti parlano ai vivi
9. Il primo e l'ultimo comandamento
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo una volta ancora il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002; Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009; Fare pace con la Terra, Feltrinelli, Milano 2012; Storia dei semi, Feltrinelli, Milano 2013; Chi nutrira' il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio, Feltrinelli, Milano 2015; Il mondo del cibo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2015]

1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
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2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
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3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
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4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
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5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
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6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
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7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
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8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
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9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
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10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.

2. LIBRI. CAROLA RACKETE: E' IL MOMENTO DI AGIRE
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 3 novembre 2019 riprendiamo alcuni estratti dal libro di Carola Rackete, Il mondo che vogliamo, Garzanti-Gedi, Milano-Roma 2019.
"Carola Rackete, classe '88, e' la giovane donna che nel giugno scorso, dopo giorni di richieste di aiuto e attesa in acque internazionali, ha sfidato i divieti delle autorita' per portare in salvo i migranti presi a bordo della Sea-Watch 3, diventando un simbolo globale di coraggio, giustizia e fedelta' ai propri ideali. Ma Carola, membro del movimento ambientalista Extinction Rebellion, e' molto piu' di quello che i media internazionali hanno raccontato in quei giorni concitati: e' un'attivista con una chiara visione e una forte passione civile, un modello per tanti ragazzi e ragazze che scelgono di impegnarsi per un mondo migliore. Ora Garzanti porta in libreria Il mondo che vogliamo, il suo libro-manifesto. Con questo appello appassionato l'autrice motiva le ragioni delle sue battaglie e ispira i lettori a combattere in difesa dell'ambiente, dei diritti umani, del futuro del pianeta, perche' oggi agire non e' piu' una scelta ma una urgente necessita'. Prima che sia troppo tardi. L'autrice ha studiato Scienze nautiche a Elsfleth, in Germania, e Scienze ambientali a Ormskirk, in Inghilterra. Impegnata nelle operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo dal 2016, negli anni Rackete ha partecipato a spedizioni a bordo delle navi da ricerca Meteor e Polarstern, dell’Arctic Sunrise di Greenpeace e dell'organizzazione British Antarctic Survey. I proventi di questo libro sono devoluti all’Associazione borderline-europe - Menschenrechte ohne Grenzen e.V. che si batte per i diritti dei profughi e che, con il suo lavoro, si oppone anche alla generale criminalizzazione di coloro che li aiutano"]

E' il momento di agire. I movimenti della societa' civile sono sempre stati una via efficace per dare il la al cambiamento. Piu' esteso e' un tale movimento, piu' ha successo. E' giusto limitare i propri consumi personali: non acquistare troppi vestiti nuovi, non prendere l'aereo, non mangiare carne. Ma non puo' finire qui. La crisi ecologica e' un problema strutturale, mondiale, sistemico, che non puo' essere risolto solo tramite scelte individuali relative allo stile di vita. La rinuncia personale al consumo e' si' un gesto scontato quando siamo consci della gravita' della situazione, ma deve essere affiancata da azioni comuni e impegno politico che spingano verso un cambiamento del sistema.
(...) E' il momento di agire. Perche' si verifichino rapidi cambiamenti le societa' hanno bisogno di proteste di massa e del maggiore disturbo dell'ordine pubblico possibile, che provochi discussioni e decisioni. Le proteste delle suffragette all'inizio del xx secolo sono un buon esempio di resistenza civile, perche' erano ben pianificate: si sono svolte in modo pacifico ma hanno arrecato disturbo. L'attivista per i diritti delle donne e fondatrice della Women's Social and political Union (WSpU) Emmeline Pankhurst aveva sviluppato una teoria della resistenza nonviolenta che doveva raggiungere i suoi obiettivi in modo pacifico, incruento e disarmato.
(...) Quello che Pankhurst spiegava nei suoi discorsi ma non mise per iscritto fu studiato poco piu' tardi dal politologo Gene Sharp, il cui libro Come abbattere un regime fu recepito anche dai sostenitori delle mobilitazioni di cittadini nella Ddr, in Birmania e in Egitto. In Internet, un sito elenca 198 metodi di disobbedienza civile individuati da Sharp, che li ha suddivisi in tre categorie: protesta nonviolenta e persuasione (per esempio, conferenze, libri, petizioni); noncooperazione nonviolenta in forma sociale, economica e politica (come scioperi degli studenti, boicottaggi dei consumatori, rifiuto di pagare); interventi nonviolenti (per esempio sit-in, blocchi e denunce). Anche il mio ingresso al porto di Lampedusa ha suscitato scalpore grazie alle cronache dei media e generato un dilemma. Si e' visto che da una parte c'era qualcuno che difendeva i diritti umani e dall'altra governi che li violavano. Dunque disturbiamo i governi, la cui piu' grande preoccupazione consiste nel mantenere alti i livelli di crescita e nel non dover condividere la loro ricchezza. Disturbiamo i colossi dell'energia, che disboscano foreste intatte e distruggono il terreno per ricavare il carbone che, a causa dell'aumento delle temperature, non potremmo piu' bruciare. Disturbiamo industrie e imprese che da decenni ostacolano l'affrancamento dai combustibili fossili attraverso attività di lobbying e studi falsati e che in altri paesi, per risparmiare, producono i loro profitti sfruttando lavoratori che operano in condizioni disumane in cambio di salari da miseria. Perche' se li lasciamo fare, permettiamo che non si faccia niente - o non abbastanza - contro la crisi climatica e la distruzione degli ecosistemi. E permettiamo che le imprese mettano sempre il profitto al di sopra del bene della maggioranza. E molto concretamente permettiamo che le persone affoghino nel Mediterraneo e per le strade siano esposte alla violenza della destra. Disturbiamo, ma per buoni motivi.
(...) Non possiamo piu' aspettare, siamo l'ultima generazione che puo' ancora attenuare le conseguenze della catastrofe ecologica. Nei prossimi anni abbiamo la possibilita' di ottenere dei risultati. Ma le nostre chance diminuiranno rapidamente. E piu' il nostro comportamento rimane conforme all'attuale sistema economico, piu' a lungo restiamo fermi e non facciamo niente, piu' ci lasciamo servire sul piatto soluzioni politiche tiepide, piu' difficile sara' fare qualcosa per evitare il superamento delle soglie critiche del sistema climatico. Finche' non sara' troppo tardi.
(...) Molti pensano che la disobbedienza civile sia un problema perche' provoca rivolte e disturba l'ordine. Viviamo in un'epoca nella quale l'ordine e' sbagliato e distruttivo.
Deve essere distrutto, perche' altrimenti le persone muoiono. Perche' altrimenti permettiamo che il sistema, con la sua fede nella crescita costante, ci rubi qualcosa che e' incredibilmente prezioso e irrecuperabile. Perche' non si fermeranno volontariamente. E perche' non possiamo accettare che a causa del sistema la maggioranza delle persone sia derubata, ingannata e oppressa in nome dell'ordine. Dobbiamo farlo, invece di continuare a sperare che conserveremo i nostri diritti e il nostro futuro compiacendo coloro che sono ancora al potere. Il problema e' l'obbedienza civile, non la disobbedienza civile. Agiamo, invece di sperare.

3. INCONTRI. UN INCONTRO A VASANELLO CON LE DONNE DEL "CENTRO ANTIVIOLENZA ERINNA"
[Riceviamo e diffondiamo]

Mercoledi' 13 novembre a Vasanello (Vt), presso la biblioteca comunale, si e' tenuta la prima conferenza sulla "Violenza sulle donne" a cura di Anna Maghi e Valentina Bruno, responsabili del "Centro Antiviolenza Erinna - Donne per le Donne".
"Un incontro incentrato su una delle tematiche piu' difficili da affrontare nella storia contemporanea. Pensare che nel 2019 la donna soffra ancora di violenze (che esse siano fisiche, psichiche e/o sessuali), dovrebbe far riflettere tutti, specialmente se si pensa che queste, nelle maggior parte dei casi, avvengono nelle circostanze che la dovrebbero far sentire sicura, in quel nido familiare che è e deve rimanere simbolo di amore, e non di paura.
Anna e Valentina durante il meeting sono state emozionanti introducendo l'argomento partendo proprio dalla violenza domestica, spiegando come questa sia ormai all'ordine del giorno e come molte donne per vari motivi (vergogna di essere vittime di violenza, salvaguardare il bene dei propri figli, per citarne alcuni) non chiedano aiuto.
Per questo, hanno parlato di come riconoscere un uomo predisposto alla violenza, di come sia possibile uscire da situazioni difficili che creano sempre un disturbo psicologico non indifferente nella donna, che spesso si ritrova ormai chiusa in un circolo vizioso, che con il vizio ha in comune soltanto la pericolosita' di tale situazione.
Inoltre, durante la conferenza sono stati riportati casi di violenze che con il loro racconto hanno fatto rabbrividire totalmente la platea presente.
Verso la fine dell'incontro e' stato ribadito il concetto dell'importanza della sicurezza della donna, al di la' di ogni differenza socioculturale.
Difatti alcune battaglie legali purtroppo sono state vinte solamente nel nuovo millennio, basti pensare che il reato di stalking e' entrato a far parte dell'ordinamento penale italiano nel 2009 con la legge n. 38; per questo e' fondamentale che ci sia una battaglia quotidiana, continua e concreta.
Noi di Lumina ci teniamo a ribadire il totale appoggio alle parole di Valentina e Anna che con la loro esperienza hanno saputo far entrare nei nostri sentimenti la sensibilita' e la delicatezza di tale tematica.
La donna e' una madre, una sorella, una figlia, una moglie. La donna e' forza e coraggio. Ringraziamo di cuore, e calorosamente per l'ennesima volta il Centro Erinna.
Inoltre ci teniamo a ringraziare coloro che vi hanno partecipato, tra cui vi erano presenti anche il presidente Vito Ferrante dell'associazione Afesopsit insieme ad alcuni soci e Paola Lanchi responsabile adulti Angsa Lazio sezione di Viterbo.
Appuntamento a mercoledi' 20 novembre presso la biblioteca comunale di Vasanello, ore 18,30, con la seconda conferenza sulla "Violenza Sulle donne" a cura di Anna Maghi e Valentina Bruno responsabili del "Centro Antiviolenza Erinna - Donne per le Donne".
*
Per informazioni e contatti: email: associazione.lumina.vt at gmail.com; Instagram & Facebook: lumina_aps; numeri telefonici: Andrea Costanzi 3275668422 (presidente); Francesca Ungolo 3282060600 (vicepresidente).

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. REPETITA IUVANT. TUTTI I MORTI PARLANO AI VIVI

"d'aprir lo core a l'acque de la pace"
(Purg., XV, 131)

Tutti i morti parlano ai vivi
ed e' questa la loro parola:
non uccidere, e' questa la sola
buona regola finche' tu vivi.

Questo dice la voce dei morti
ai viventi che porgono ascolto:
non uccidere, non fare torti
alla carne che soffre ed al volto.

Tutti ancora scorrono i rivi
tutti ancora s'ingemmano gli ulivi.

Piu' sottile del soffio del vento
va la voce dei morti ai viventi:
reca aita a chi soffre tormento,
alla vita degli altri consenti.

Quando i vivi ascoltano i morti
solo odono questa parola:
non uccidere, e' questa la sola
buona norma dei cuori dei forti.

9. REPETITA IUVANT. IL PRIMO E L'ULTIMO COMANDAMENTO

Non essere tu la lama di vento
non essere tu la frusta di sabbia.

Troppi sono gia' morti.
Tutti dovremo morire.
Troppo e' gia' breve la vita.

Non altro comando conosco che questo cogente:
tu non uccidere, tu non precipitare
nessuno nel pozzo del niente.

Non altro comando conosco che questo pietoso:
tu non uccidere, tu non annegare
nessuno nell'abisso doloroso.

Non altro comando conosco che questo benigno:
tu non uccidere, tu non schiacciare
nessuno sotto un macigno.

Troppo e' gia' breve la vita.
Tutti dovremo morire.
Troppi sono gia' morti.

Non essere tu l'artiglio nel buio
non essere tu il seme del pianto.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994, pp. XXIV + 688.
- Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt. Per amore del mondo 1906-1975, Bollati Boringhieri, Torino 1990, 1994, pp. 642.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3569 del 15 novembre 2019
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