[Nonviolenza] Archivi. 357



==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 357 del 14 novembre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di ottobre 2019 (parte seconda)
2. Francesco d'Assisi. Una meditazione condivisa a Viterbo
3. I morti
4. Vogliamo parlarne? I. Il ministro delle deportazioni
5. Vogliamo parlarne? II. Il paese dei campi di concentramento
6. Vogliamo parlarne? III. La schiavitu' nelle campagna e sui marciapiedi
7. Vogliamo parlarne? IV. I due decreti "sicurezza della razza"
8. Ricordato a Viterbo Claudio Miccoli nel XLI anniversario della morte
9. Facciamo cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo
10. Con voto unanime
11. Fermare la guerra, fermare le stragi
12. L'antiparlamentarismo...
13. Ancora un'opinione sull'ergastolo (con un'appendice di cose gia' dette)
14. "Obiezione di coscienza e nonviolenza". Un incontro di riflessione a Viterbo
15. Tre amarezze
16. A Viterbo in piazza contro la guerra
17. Tutte le uccisioni
18. Parlar chiaro: l'ergastolo e' un male
19. Parlar chiaro: chi mutila i parlamenti impone le dittature
20. Parlar chiaro: cosa si aspetta ad abrogare le incostituzionali misure razziste imposte negli scorsi mesi dal criminale governo della disumanita'?
21. La guerra e' sempre nemica dell'umanita'

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2019 (PARTE SECONDA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2019.

2. FRANCESCO D'ASSISI. UNA MEDITAZIONE CONDIVISA A VITERBO

Venerdi' 4 ottobre 2019 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo si e' tenuto un incontro in ricordo di Francesco d'Assisi, nel giorno dell'anno in cui in tutto il mondo se ne fa memoria.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani degli scritti di e su Francesco raccolti nel prezioso e nutriente volume delle Fonti francescane.
Di seguito un'estrema sintesi di alcuni temi del ragionamento introduttivo proposto dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese.
*
1. Francesco e noi
Non commemori Francesco d'Assisi chi non sia disposto a fare le sue scelte.
Non si narcotizzi quel messaggio. Non si falsifichi quella testimonianza.
Perche' nella distanza storica e culturale, ed insieme nella prossimita' esistenziale e morale, quella voce ci parla e ci impegna: ci impegna alla riflessione giusta e all'azione buona, ci impegna a sentire il dolore del mondo e ad agire per il bene comune.
Quella voce ci parla da un lontano passato, in una lingua che e' e non e' piu' la nostra, in un orizzonte sociale e culturale di norme e consuetudini che sono e non sono piu' le nostre; ma ci trova e ci riconosce nel nostro presente, nel qui e nell'adesso, e nelle piu' abissali profondita' del lago del cuore nel nostro piu' intimo sentire e conoscere il mondo in cui viviamo, nei conflitti e nel cammino del tempo che ci e' dato; e se vi sara' un futuro per l'umanita', se con il nostro impegno comune riusciremo ad impedire che l'ebbra violenza dei poteri dominanti e del consumo insensato distrugga l'intera umana famiglia e vicenda, l'umanita' sara' francescana o non sara'.
Il suo linguaggio di allora e il nostro linguaggio di oggi sono insieme cosi' simili e cosi' diversi: ma se solo ci si libera dalla ruggine e dal contagio della gestione consumistica delle parole e della mercificazione dei pensieri, se solo si torna alle parole ed ai pensieri autentici e non asserviti al dominio violento, se solo si torna a parlare parole di pane e pensieri pensati camminando con il proprio vivo corpo sulla vivente terra, allora le sue parole ed i pensieri suoi sono ancora le nostre e i nostri.
E il suo agire di allora puo' essere il nostro agire di oggi, di liberazione dal giogo e dalle scorie che il sistema della violenza pretende d'imporci come unico mondo possibile. Perche' invece un altro mondo e' possibile, ed e' il mondo sognato dall'umanita' intera lungo l'intera sua vicenda, ed e' il mondo sperimentato da ogni persona ogni volta che compie l'azione buona, ogni volta che sa di aver fatto la cosa giusta, ogni volta che percepisce la bellezza e la felicita' del bene, ogni volta che riceve per dono un dono o del perdono il dono, ogni volta che ama o che e' amata.
*
2. Francesco e Alfio
Ci interpella e ci convoca ancora Francesco d'Assisi.
Ci chiama col suo esempio alla scelta del denudamento da tutti i simboli e i fardelli del potere e della ricchezza; ci convoca alla scelta della poverta' radicale che alle radici dell'essere, alla nuda vita, ci ricongiunge, ricongiungendoci quindi alla nostra integra e integrale umanita'.
Ci chiama a preferir soffrire anziche' far soffrire; a donare e reintegrare anziche' rapinare e infrangere.
Noi che siamo oggi qui abbiamo conosciuto un uomo che seppe vivere come Francesco, e seppe farlo in creaturale comunione con l'umanita' e con il mondo vivente, al di fuori di ogni istituzione e di ogni struttura di potere; si chiamava Alfio Pannega, e tante volte fummo ospiti nella sua casa, alla sua tavola: nella sua poverta' radicale molti recava e donava doni, tutto cio' che aveva condividendo; in tutto, ed in tutte ed in tutti, riconoscendo e rivelando il valore, la dignita', la bellezza, il diritto ad esistere, il diritto alla felicita'.
*
3. Pax vobiscum
Ci chiama alla pace Francesco.
Ci chiama alla pace e quindi al disarmo.
Ci chiama alla pace e quindi all'obiezione di coscienza dinanzi ad ogni potere oppressivo.
Ci chiama alla pace e quindi alla resistenza e alla lotta di fronte ad ogni violenza.
Ci chiama alla pace e quindi all'incontro con l'altro, nel rispetto della diversita', nell'eguaglianza di dignita', nell'aiuto gratuito ed incondizionato.
Ci chiama alla pace e quindi alla lotta nonviolenta contro tutte le violenze, le menzogne, le oppressioni.
*
4. Respect
E ci chiama al rispetto, alla difesa, alla guarigione e all'amore per ogni persona sofferente e bisognosa di aiuto.
E ci chiama al rispetto, alla difesa, alla guarigione e all'amore della natura ferita.
Il rispetto, che non e' solo astensione dal fare il male, ma riconoscimento di valore e impegno di lotta contro l'oppressione, impegno di solidarieta' con tutte le vittime.
La difesa, che non e' solo tutela dell'essere e del bene altrui, e quindi del bene comune, dell'esserci nel e del mondo; ma anche accettazione della diversita', del limite, della contraddizione vitale e feconda, della pluralita' dell'umanita', e degli esseri viventi, e del mondo vivente.
La guarigione, che e' duplice movimento: nostra dalla nostra violenza, e del  mondo vivente ancora dalla nostra e dall'altrui violenza, e dagli effetti della violenza passata cosi' come si sono sedimentati e che continuano ad eruttare male, e dalla violenza che ogni giorno rinnova i suoi nefasti fasti finche' l'umanita' concorde non vorra' abolirla instaurando il tempo in cui il mutuo soccorso sara' legge universale.
E l'amore, infine: poiche' senza amore nulla sarebbe ogni sapienza, ogni morale condotta, ogni sociale organizzazione, ogni codificazione giuridica, ogni giustizia e ogni condivisione; nulla sarebbe la civilta'.
*
5.
E ci chiama alla solidarieta', alla responsabilita', alla condivisione.
La solidarieta' che e' sentirsi uniti ad ogni altra persona ed al mondo intero in un destino comune.
La responsabilita' che e' il rispondere a, e il rispondere di, ogni persona che soffre, il sentire il muto grido di dolore del volto di ogni sofferente, e il farsi prossimo di ogni prossimo come di ogni lontano non meno del prossimo prossimo.
La condivisione del bene e dei beni, cui si perviene solo facendo proprie le sofferenze altrui, sentendo bruciare sulla propria guancia lo schiaffo subito da ogni altra persona, ad ogni persona recando conforto e sostegno, nell'empatia e nella misericordia, nell'azione comune per la liberazione di tutte e tutti, nella scelta della nonviolenza.
*
6. Prassi della carita'
Ci chiama quindi Francesco d'Assisi alla pratica concreta e coerente di un'universale carita': virtu' del ricevere e del dare nella loro interdipendenza; virtu' del chiedere e dell'ascoltare; relazione di ogni io al tu, a tutte e tutti, al tutto; interiore e comune verita' ritrovata nel primato dell'altra persona, della vita insieme, del miracolo della nascita, dell'unita' e unicita' del mondo vivente; riconoscimento e riconoscenza.
*
7. Tutte le creature
Ci chiama Francesco al sentimento e al ragionamento dell'unita' e dell'accudimento, del riconoscimento e della riconoscenza.
Al legame con l'intero mondo vivente, ed alla cura per l'intero mondo vivente, ed alla gioia per la vita dell'intero mondo vivente di cui noi stessi siamo particola, germoglio, scintilla, e microcosmo nel macrocosmo.
Della nostra vivente verita' ci parla il Cantico delle creature con parole che da secoli commuovono e confortano l'umanita' fragile e peritura. E del dovere di preservare il mondo anch'esso fragile e perituro. Di generazione in generazione adempiendo il dovere di difendere e tramandare la vita e la dignita' della vita anche sapendo - e proprio perche' sapendo - che dovremo morire.
Leggendo il Cantico delle creature noi vi troviamo lo stesso messaggio non solo di Qohelet dei quattro evangeli, ma anche della Ginestra di Giacomo Leopardi, delle lettere e dei saggi di Rosa Luxemburg, delle Tre ghinee di Virginia Woolf, dei Quaderni di Simone Weil, di Vita activa di Hannah Arendt. Lo stesso messaggio di Gandhi e Mandela, lo stesso messaggio del movimento di liberazione delle donne che della nonviolenza e' la corrente calda e la piu' grande esperienza storica.
*
8. La nonviolenza, il cammino
Questo ci dice Francesco: che la nonviolenza e' il cuore di tutto, la nonviolenza e' il tutto colto nel cuore; e che solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La nonviolenza che e' il nucleo dell'insegnamento di quel maestro alla cui scuola ed alla cui sequela oltre mille anni dopo Francesco aveva deciso di porsi; la nonviolenza che e' riconoscimento del bene e adesione alla verita' che salva le vite; la nonviolenza che e' la volonta' di opporsi ad ogni violenza senza mai commetterne alcuna; la nonviolenza che e' il riconoscimento e l'inveramento dell'umanita' dell'umanita' in ogni persona; che e' riconoscimento e rispetto per la vita di ogni vita e dell'intero mondo vivente.
La nonviolenza e' in cammino, la nonviolenza e' il cammino.
*
9. Qui e adesso
Qui e adesso, nel ricordo di Francesco d'Assisi, proseguiamo quindi nell'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente, valore assoluto in se' e casa comune dell'umanita' che di esso e' essa stessa parte.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Difendere la biosfera dalla distruzione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. I MORTI

"Era una notte buia e tempestosa"

"Hay viento y hay cenizas en el viento"

I.

Tutte le persone uccise
fratelli e sorelle di chi le uccise sono
e miei

E tutti gli uccisori ugualmente
sono fratelli e sorelle delle vittime
e miei anch'essi

Questo lutto infinito
questo dolore che spacca le ossa
e squarcia le anime delle persone e il mondo

Una e' l'umanita' una la carne
che palpita e soffre finche' diventa pietra
e polvere nel vento e ombra e nulla

L'aiuola che ci fa tanto feroci
ridotta e' a un immenso cimitero
dove posi il tuo passo schiacci un volto

E questa che chiamiamo societa'
e' invece empia un'arena gladiatoria
per il divertimento dei potenti

Tutte le vittime sono la stessa vittima
e gli uccisori vittime due volte
del male che trascina nell'abisso

Nulla potra' fermare il male mai
se non il bene e nulla la violenza
potra' fermare se non la nonviolenza

II.

Tutte le armi sono assassine
abolire le armi
salvare le vite

Ogni essere umano ha diritto alla vita
alla dignita' alla solidarieta'
alla condivisione dei beni e del bene

Adempilo tu il dovere che invera
ogni diritto e la comune liberta'
sii tu a prenderti cura di tuo fratello e del mondo

III.

Fermare tutte le uccisioni
salvare tutte le vite
soccorrere accogliere assistere ogni persona

E' il primo dovere e l'unica
felicita' possibile che resta
in questa notte buia e tempestosa

Poiche' nulla potra' fermare il male
se non il bene e nulla la violenza
se non la nonviolenza.

4. VOGLIAMO PARLARNE? I. IL MINISTRO DELLE DEPORTAZIONI

Annuncia sua eccellenza il ministro delle deportazioni che il governo fara' di tutto perche' si accelerino i tempi ed aumentino le quantita', memore certo del bel tempo antico in cui partivano in orario i treni piombati verso i campi a oriente.
Il popolo di questo antico e nobile reame di Nusmundia non ha nulla da dire?

5. VOGLIAMO PARLARNE? II. IL PAESE DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

Restano i campi di concentramento, resta la persecuzione di persone innocenti, resta l'antilegge che criminalizza chi ha solo cercato di salvare la propria vita fuggendo dalla guerra e dalla fame, fuggendo dalle dittature e dalla schiavitu'.
Il popolo di questo antico e nobile reame di Nusmundia non ha nulla da dire?

6. VOGLIAMO PARLARNE? III. LA SCHIAVITU' NELLE CAMPAGNE E SUI MARCIAPIEDI

Prosegue la schiavitu' nelle campagne e sui marciapiedi, a vantaggio di mafie, padroni e caporali, a vantaggio dei maschi stupratori.
Il popolo di questo antico e nobile reame di Nusmundia non ha nulla da dire?

7. VOGLIAMO PARLARNE? IV. I DUE DECRETI "SICUREZZA DELLA RAZZA"

Un governo e un parlamento che dichiarano di voler tornare alla legalita' costituzionale ed al rispetto dei diritti umani non dovrebbero abolire immediatamente le antileggi hitleriane che perseguitano esseri umani innocenti e che favoreggiano la strage degli innocenti nel Mediterraneo?
Il popolo di questo antico e nobile reame di Nusmundia non ha nulla da dire?

8. RICORDATO A VITERBO CLAUDIO MICCOLI NEL LXI ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Domenica 6 ottobre 2019 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha commemorato Claudio Miccoli, amico della nonviolenza e difensore del mondo vivente, deceduto il 6 ottobre 1978 vittima innocente della folle violenza fascista.
La struttura nonviolenta viterbese lo ricorda come un testimone dell'umanita' come dovrebbe essere, con gratitudine che non si estingue.
*
Nel ricordo e alla scuola di Claudio Miccoli proseguiamo nell'impegno nonviolento contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo e alla scuola di Claudio Miccoli proseguiamo nell'impegno nonviolento per la condivisione del bene e dei beni; per il rispetto, la cura e il risanamento della biosfera; per l'umanizzazione dell'agire di ogni persona umana e di ogni umano istituto.
Nel ricordo e alla scuola di Claudio Miccoli proseguiamo nell'impegno nonviolento in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. FACCIAMO CESSARE LA STRAGE DEGLI INNOCENTI NEL MEDITERRANEO
 
Vi e' un solo modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Vi e' un solo modo per annientare le mafie schiaviste dei trafficanti.
Vi e' un solo modo per far scomparire l'orrore dei lager in Libia.
Occorre semplicemente riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e sicuri.
*
Questo e' l'avvio della necessaria politica di cooperazione internazionale in cui l'intera umanita' si fa carico delle questioni e dei doveri che l'intera umanita' riguardano.
Questo e' il fondamento della morale, del diritto e della politica che finalmente riconoscono ed inverano i diritti umani di tutti gli esseri umani e il rispetto, la difesa e il risanamento dell'intero mondo vivente.
Questo e' il primo passo verso l'abolizione delle guerre, delle persecuzioni e delle devastazioni.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e sicuri: primo passo della politica nonviolenta che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Qui e adesso questo occorre fare: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro, con mezzi di trasporto legali e sicuri.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Facciamo cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. CON VOTO UNANIME

Con voto unanime (a dire il vero con una manciata di no e un paio di astensioni) la Camera dei Deputati di questo antico e nobile reame di Nusmundia ha deliberato che il parlamento e' solo uno spreco di tempo e di soldi: perche' far discutere le leggi da adottare da mille rappresentanti del popolo quando le decisioni le potrebbe prendere il duce da solo, magari col supporto di un computer, o - a volersi proprio allargare - con una tavolata di quattro persone, sufficienti pure per giocare a tressette?
Congratulazioni vivissime.
Prossima riforma: l'invasione della Polonia.

11. FERMARE LA GUERRA, FERMARE LE STRAGI

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. L'ANTIPARLAMENTARISMO...

... porta al fascismo.
Chi odia i luoghi in cui si discute in molti, ama i luoghi in cui decide uno solo.
Chi disprezza e mutila la rappresentanza democratica, desidera e prepara la dittatura.
Che la maggioranza razzista degli attuali parlamentari sia favorevole al totalitarismo, e quindi nemica della democrazia parlamentare, non stupisce nessuno; che anche le sia pur minoritarie forze politiche antifasciste presenti in parlamento si siano genuflesse e accodate ai golpisti nel voto contro la democrazia parlamentare (con la sola meritoria opposizione di un pugno di persone), e' una resa obbrobriosa, e foriera di nuovi cedimenti, e nuovi orrori.
*
Difendere la democrazia e la Costituzione.
Opporsi al fascismo che torna.
Con la forza della verita'.
Con la scelta della nonviolenza.

13. ANCORA UN'OPINIONE SULL'ERGASTOLO (CON UN'APPENDICE DI COSE GIA' DETTE)

L'ergastolo e' una pena disumana: e' dire a una persona "sei escluso per sempre dall'umanita'". Questa espressione e' evidentemente folle. Questa decisione e' evidentemente scellerata.
Il diritto penale in tanto e' legittimo in quanto non riproduce il crimine ma lo contrasta, in tanto e' razionale in quanto si oppone alla cieca violenza, in tanto e' norma civile in quanto non e' brutale vendetta.
Non doveva esserci bisogno che una corte di giustizia europea dicesse cio' che tutti gia' sanno: che una pena disumana e' un crimine.
Un ordinamento democratico, uno stato di diritto, un consorzio civile non possono ammettere che la violenza regni: ergo, l'ergastolo va abolito.
*
In guisa di appendice riproponiamo qui di seguito alcuni brevi testi su questo foglio apparsi alcuni mesi fa.
Quattordici voci contro l'ergastolo
I. Non mi uniro' giammai a chi non ha pieta'

Non mi uniro' giammai all'ebbra folla e ignobile
che alla forca inneggia e alle galere.

Non mi uniro' giammai a chi propugna
d'incarcerare per sempre una persona.

Non mi uniro' giammai a chi non ha pieta'
per le vittime alcuna e quindi e' pronto
ad aggiungere altro male al male.

Non mi uniro' giammai a chi adora
la violenza il dolore la morte.

Chiamo fascismo questo prosternarsi
alla violenza
chiamo fascismo questo prosternarsi
a chi soltanto e sempre vuole il male.

Io credo che umanita' significhi
opporsi sempre a tutte le uccisioni
salvare tutte le vite
soccorrere tutte le vittime
al male opporsi facendo il bene
non cedere mai alla violenza
ricordare la propria umanita'
agire sempre con misericordia
essere tu l'umanita' come dovrebbe essere.
*
II. Contro tutte le uccisioni, quindi anche contro l'ergastolo
Sono un essere pensante e in quanto tale sono contrario a tutte le uccisioni.
Riconosco ad ogni essere umano il diritto alla vita, ne consegue il dovere di non sopprimerla mai.
E proprio perche' sono contro tutte le uccisioni sono anche contrario all'ergastolo, che e' insieme abominevole tortura e pena di morte protratta nel tempo.
Chi e' a favore dell'ergastolo ragiona nello stesso modo di chi uccide: "mors tua, vita mea". E quindi ne condivide e ne avalla la barbarie.
Possa venire presto il tempo in cui ad ogni essere umano sia evidente che il primo dovere e' non uccidere mai, che il primo dovere e' salvare tutte le vite.
E possa venire prestissimo l'ora che nel nostro paese sia abolito l'ergastolo, sia finalmente rispettata la Costituzione repubblicana, sia finalmente rispettata l'umanita' di ogni essere umano.
*
III. L'ergastolo e' un crimine contro l'umanita'
Cosi' come la pena di morte, l'ergastolo e' un crimine contro l'umanita'.
Esso infatti condanna una persona alla segregazione a vita in attesa della morte: e' quindi una incessante tortura, e per cosi' dire una pena di morte differita nel tempo ma sempre incombente senza scampo.
La pena dell'ergastolo implica la disumanizzazione di una persona, essendo ad ogni persona costitutivamente inerente la speranza di liberta', la possibilita' di modificare la propria condizione, l'aspirazione a un futuro degno di essere vissuto, il progetto e la prospettiva dell'incontro col volto altrui e di una felicita' condivisa.
L'ergastolo e' un crimine contro l'umanita'.
Abolire l'ergastolo e' il passo necessariamente conseguente all'abolizione della pena di morte e della tortura.
Abolire l'ergastolo e' l'impegno cui e' chiamata ogni persona che pensa che ogni essere umano abbia diritto alla vita.
Abolire l'ergastolo e' l'impegno cui e' chiamata ogni persona che pensa che occorre opporsi a tutte le uccisioni.
Abolire l'ergastolo e' l'impegno cui e' chiamata ogni persona che pensa che salvare le vite sia il primo dovere.
Chi condivide queste opinioni faccia circolare questo appello.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
IV. Abolire l'ergastolo perche' incostituzionale
Se si rispetta la Costituzione della Repubblica italiana, l'ergastolo va abolito perche' incostituzionale.
All'articolo 27 comma 2 la Costituzione dichiara che: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato".
La condanna all'ergastolo e' una lunga tortura, ovvero un trattamento contrario al senso di umanita'.
L'ergastolo e' quindi incostituzionale.
La condanna all'ergastolo e' l'oppposto di un "tendere alla rieducazione".
L'ergastolo e' quindi incostituzionale.
All'articolo 27 comma 3 la Costituzione dichiara che: "Non e' ammessa la pena di morte".
La condanna all'ergastolo e' di fatto una condanna a morte soltanto differita e senza speranza alcuna di revoca e salvezza.
L'ergastolo e' quindi incostituzionale.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
V. Una pena che non ha fine e' una pena disumana
Una pena che non ha fine e' una pena disumana.
La giustizia non puo' essere disumana.
Il diritto non puo' essere disumano.
Una pena legittima non puo' essere disumana.
In quanto pena senza fine, quindi disumana, l'ergastolo non e' una pena legittima.
In quanto pena senza fine, quindi disumana, l'ergastolo non e' uno strumento di diritto.
In quanto pena senza fine, quindi disumana, l'ergastolo non e' un atto di giustizia.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
VI. Alzi la mano
Chi e' contrario alla tortura alzi la mano.
L'ergastolo non e' forse una tortura?
Abolire l'ergastolo. Adesso.
Chi e' contrario ad uccidere alzi la mano.
L'ergastolo non e' forse un'uccisione lenta e inesorabile?
Abolire l'ergastolo. Adesso.
Chi e' contrario a tenere un essere vivente rinchiuso in una gabbia per tutta la vita alzi la mano.
L'ergastolo non e' tenere un essere umano rinchiuso in una gabbia per tutta la vita?
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
VII. La parola mostruosa
Un essere umano uscira' dalla cella solo da cadavere.
Il solo dire, il solo pensare questa frase, dovrebbe sgomentare ogni persona.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
VIII. Disumanita'
Che una persona possa essere condannata a una pena infinita, a una pena perpetua, non eccede i limiti dell'umanita'?
Che una persona debba per sempre restar segregata finche' non sopravvenga la morte, non e' una evidente disumanita'?
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
IX. Ergo
Ogni pena legittima si oppone alla disumanita'.
L'ergastolo e' una pena palesemente disumana.
L'ergastolo non puo' quindi essere una pena legittima.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
X. La stessa voce
La stessa voce che mi dice nel cuore "Non uccidere" mi dice anche "Non tener prigioniera una persona fino alla morte".
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
XI. La formula
Un'agonia senza speranza, una pena senza scampo, "finche' morte non sopraggiunga".
Questa e' la formula dell'ergastolo.
Come dell'impiccagione, come della crocifissione.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
XII. Un'attesa disperata della morte

Questo significa l'ergastolo:
che fino alla morte sarai sempre prigioniero
che tutti i tuoi giorni saranno solamente
un'attesa disperata della morte.

Ma una persona di questo consiste:
dei suoi inalienabili diritti
del suo incessante aprirsi e divenire
della costitutiva liberta'
dell'infinita possibilita' di bene
ad ogni essere umano inerenti
e chi per sempre a una persona toglie
tutti quei beni che ne fanno una persona
quella presenza umana l'ha gia' uccisa.

Una vita che non sia altro che attesa della morte
non e' una vita degna di esseri umani
e' soltanto un'infinita sofferenza
privata di ogni bene e che soltanto muore.

L'ergastolo e' l'imperio degli orchi e dei vampiri.
L'ergastolo e' la morte col contagocce data
per la sadica gioia di chi la morte adora.
L'ergastolo e' un crimine contro l'umanita'.

Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
XIII. Giustizia e' contrastare il male con il bene
Aggiungere male a male, dolore a dolore, tortura a tortura, non puo' essere giustizia.
Giustizia e' contrastare il male con il bene, opporre al dolore la solidarieta' e la guarigione, spegnere l'incendio della rabbia e prosciugare la palude della violenza, abolire la tortura.
Privare per sempre un essere umano della liberta' e' privarlo della sua stessa umanita'.
Ogni pena legittima ha come fine il ritorno della e alla liberta'.
Ogni crimine e' negazione della dignita' umana della vittima.
Ogni pena legittima si oppone alla negazione della dignita' umana, si oppone alla soppressione dell'umanita', si propone la reintegrazione della e nell'umanita'.
Abolire l'ergastolo. Adesso.
*
XIV. Noi che vogliamo essere e restare umani

Noi che vogliamo essere e restare umani
noi che ci opponiamo a tutte le uccisioni
noi dichiariamo che l'ergastolo e' un delitto
e quindi che deve essere abolito.

Essendo proprio dell'umanita'
di ogni persona umana
capire cambiare migliorare
pentirsi del male fatto
riparare per quanto possibile ad esso
ritrovare se stessa nel volto altrui
scegliere il bene
l'ergastolo che tutto questo impedisce
nega l'umanita' dell'umanita'.

Come e' un delitto la pena di morte
che una persona uccide d'un sol colpo
l'ergastolo che inesorabilmente
lentamente uccide una persona
soffocandola senza via di scampo
annientandola senza speranza alcuna
e' ugualmente un uccidere e' ugualmente
un delitto.

Un delitto inammissibile come tutte le uccisioni
un delitto inammissibile come tutte le stragi
un delitto inammissibile come tutte le guerre
un delitto contro l'intera umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele
salvare le vite e' il primo dovere.

Abolire l'ergastolo. Adesso.

14. "OBIEZIONE DI COSCIENZA E NONVIOLENZA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

Si e' svolto mercoledi' 9 ottobre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di riflessione sul tema: "Obiezione di coscienza e nonviolenza".
All'incontro ha preso parte il responsabile della struttura nonviolenta viterbese.
*
Allegato: Tre minimi ragionamenti sulla nonviolenza

I. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

*

II. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto, sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione; sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole: la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme, dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita; l'intera umanita' unita contro il male e la morte; si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo, il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce; sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti con il fine della verita' e del bene. Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti. Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti, li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

III. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

15TRE AMAREZZE

I. Dei libri

Dei libri letti bisogna che non superino
un certo numero che nessuno conosce
e forse varia da persona a persona
ma e' certo fissato dal caso
o dalla sventura

e se lo superi non crederai mai piu'
alle menzogne alle illusioni del mondo

e se lo superi mai sarai felice.

II. Rispondendo a un questionario

Di dire il mio nome e dove e quando
venni al mondo e cosa penso e faccio
non mi va

Ho vissuto sempre da solo e non discuto mai
con nessuno di niente per nessuna ragione
mai vuol dire mai

Certo che mi sono trovato di fronte
a un coltello una roncola una rivoltella
alle lacrime al fuoco al buio

Certo che ho perso molte cose
invecchiare significa questo

Certo che certe domande me le sono fatte anch'io
ma le mie risposte non le vengo a dire a voi.

III. Di poetica, non solo

Sempre parlai del mare e della guerra
che divorano le persone
e solo seppi dire d'essi questo
che divorano le persone

Sempre volli chiamare alla lotta
che spezza le catene
che salva le vite

Non e' stato un buon mestiere
non e' stato un gioco da ragazzi.

16. A VITERBO IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA

Giovedi' 10 ottobre a Viterbo, nel piazzale antistante il Parco delle Querce nel quartiere di Santa Barbara, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto un discorso pubblico di denuncia della guerra scatenata dalla Turchia contro la popolazione curda.
La guerra e' sempre e solo nemica dell'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
L'Italia, l'Unione Europea, l'Onu si impegnino per fermare la guerra, le uccisioni, le persecuzioni.
Solo la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, il riconoscimento, il rispetto e la difesa dei diritti umani, dei popoli e del mondo vivente, possono fermare il disastro globale che l'intera umanita' minaccia.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Salvare le vite e' il primo dovere.

17. TUTTE LE UCCISIONI

Tutte le uccisioni uccidono noi.
Tutte le uccisioni nuove uccisioni preparano.
Fino a quella strage finale dopo la quale l'umanita' e' estinta.
Sia questo il tuo primo pensiero: non volere l'estinzione dell'umanita'.
Sia questo il tuo primo pensiero: opporti a tutte le uccisioni.
Salvare le vite e' il primo dovere.

18. PARLAR CHIARO: L'ERGASTOLO E' UN MALE

E' un male uccidere una persona.
E' un male seppellire viva una persona.
E' un male chiudere una persona in una gabbia per sempre.
Cosi' come l'umanita' civile ha abolito la pena di morte, ugualmente deve abolire l'ergastolo.
L'ergastolo e' un male.
L'ergastolo e' una violazione dei diritti umani.
L'ergastolo e' un crimine contro l'umanita'.

19. PARLAR CHIARO: CHI MUTILA I PARLAMENTI IMPONE LE DITTATURE

Pressoche' all'unanimita' gli attuali deputati italiani hanno deliberato che il Parlamento merita disprezzo.
Pressoche' all'unanimita' gli attuali deputati italiani hanno con cio' dichiarato di preferire la dittatura.
*
Che alcuni lo abbiano fatto per stupidita' non e' una scusante. Al contrario.
Che alcuni lo abbiano fatto per vigliaccheria non e' una scusante. Al contrario.
Che alcuni lo abbiano fatto per meglio perseguire altri interessi personali e di gruppo, per calcoli inconfessabili, non e' una scusante. Al contrario.
Che alcuni lo abbiano fatto per conformarsi alla retorica oggi dominante, alla retorica fascista oggi dominante, non e' una scusante. Al contrario.
*
Ogni cedimento al fascismo e' un male.
Ogni cedimento al fascismo e' una follia.
Ogni cedimento al fascismo e' un crimine.

20. PARLAR CHIARO: COSA SI ASPETTA AD ABROGARE LE INCOSTITUZIONALI MISURE RAZZISTE IMPOSTE NEGLI SCORSI MESI DAL GOVERNO DELLA DISUMANITA'?

Gia', cosa si aspetta?
E perche'?
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Cosa si aspetta ad abrogare le incostituzionali misure razziste imposte negli scorsi mesi dal criminale governo della disumanita'?

21. LA GUERRA E' SEMPRE NEMICA DELL'UMANITA'

La guerra e' sempre nemica dell'umanita', poiche' essa sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Abolire la guerra e' la necessita' piu' urgente. E per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi.
Solo con il disarmo si salvano le vite.

==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 357 del 14 novembre 2019
*
Nuova informativa sulla privacy
E' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com