[Nonviolenza] Telegrammi. 3543



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3543 del 20 ottobre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Alberto L'Abate
2. Aldo Capitini: Principi dell'addestramento alla nonviolenza
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
7. De senectute
8. Ricciardo Aloisi: Elogio degli aquiloni
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. MEMORIA. ALBERTO L'ABATE

Due anni fa, il 19 ottobre 2017, ci lasciava Alberto L'Abate.
La mattina del 19 ottobre 2019 presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo si e' tenuta una commemorazione del grande studioso e militante della nonviolenza, che ricordiamo con gratitudine che non si estingue.
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Alberto L'Abate e' stato una delle figure piu' illustri della nonviolenza e della peace-research a livello internazionale; era nato a Brindisi il 6 agosto 1931, docente universitario di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze, e' stato impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione"; portavoce dei "Berretti Bianchi", promotore dei Corpi civili di pace e di numerose altre rilevanti iniziative. E' deceduto a Firenze il 19 ottobre 2017.
Tra le opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e pace, Pangea, Torino 2001; Per un futuro senza guerre, Liguori, Napoli 2008; Metodi di analisi nelle scienze sociali e ricerca per la pace: una introduzione, Multimage e Trascend University Press, Firenze 2013; L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014.
Opere su Alberto L'Abate: AA. VV., Memoria di Alberto L'Abate, fascicolo monografico di "Azione nonviolenta", n. 5/2018.

2. MATERIALI. ALDO CAPITINI: PRINCIPI DELL'ADDESTRAMENTO ALLA NONVIOLENZA
[Riproponiamo ancora una volta il testo del capitolo ottavo, "Principi dell'addestramento alla nonviolenza", del libro di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967). Successivamente il libro e' stato ristampato nel 1989 da Linea d'ombra edizioni, Milano (con minimi tagli nella nota bibliografica). E' stato poi integralmente incluso in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992 (alle pp. 253-347).
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]

Una parte del metodo nonviolento, tra la teoria e la pratica, spetta all'addestramento alla nonviolenza. Le ragioni principali per cui e' necessaria questa parte sono queste:
a) l'attuazione della nonviolenza non e' di una macchina, ma di un individuo, che e' un insieme fisico, psichico e spirituale;
b) la lotta nonviolenta e' senza armi, quindi c'e' maggior rilievo per i modi usati, per le qualita' del carattere che si mostra;
c) una campagna nonviolenta e' di solito lunga, e percio' e' utile un addestramento a reggerla, a non cedere nemmeno per un istante;
d) la lotta nonviolenta porta spesso sofferenze e sacrifici; bisogna gia sapere che cosa sono, bisogna che il subconscio non se li trovi addosso improvvisamente con tutto il loro peso;
e) le campagne nonviolente sono spesso condotte da pochi, pochissimi, talora una persona soltanto; bisogna che uno si sia addestrato a sentirsi in minoranza, e talora addirittura solo, e perfino staccato dalla famiglia.
I maestri di nonviolenza si sono trovati davanti al problema dell'addestramento, sia per riprodurre nel combattente nonviolento le qualita' fondamentali del "soldato", sia per trarre dal principio della nonviolenza cio' che essa ha di specifico. Si sa che le qualita' del guerriero sono formate e addestrate fin dai tempi della preistoria e si ritrovano perfino al livello della vita animale. Le qualita' del nonviolento hanno avuto una formazione piu' incerta, meno consistente ed energica, per la stessa ragione che la strategia della pace e' meno sviluppata della strategia della guerra. Ma, prima che Gandhi occupasse il campo della nonviolenza con il suo insegnamento, il piu' preciso e articolato che mai fosse avvenuto, indubbiamente ci sono stati addestramenti alla nonviolenza, contrapposti a quelli violenti; esempi di monaci buddisti, i primi cristiani, i francescani, che hanno lasciato indicazioni preziose in questo campo, che qui non e' possibile elencare. Ma basti pensare all'armonia della posizione di Gesu' Cristo espressa in quella raccolta di passi che e' detta "il discorso della montagna", dove e' il suscitamento di energia per resistere, per incassare i colpi, ricordando il "servo di Dio" come era stato espresso da Isaia (cap. LIII): "Maltrattato, tutto sopportava umilmente"; l'enunciazione del rapporto con le cose, del valore della prassi, ma anche l'elemento contemplativo, come un mondo migliore gia' dato in vista all'immaginazione nelle beatitudini, messe giustamente in principio perche' sono l'elemento piu' efficace nell'addestramento, anche piu' della preghiera.
Gli Esercizi spirituali di Sant'Ignazio, il fondatore della Compagnia dei Gesuiti, sono un testo famoso di addestramento spirituale, e il loro esame puo' essere utile per vedere il carattere di quell'addestramento incentrato sulla persona di Gesu' Cristo, sull'istituzione della Chiesa romana, sull'obbedienza assoluta come se si fosse cadaveri: tali caratteri vanno posti insieme con quelli dell'addestramento militare, che e' chiuso nell'immedesimazione con un Capo o Sovrano, nella difesa di un'istituzione che e' lo Stato, nell'obbedienza che e' rinuncia a scelte e ad iniziative; "chiuso", perche' il metodo nonviolento non discende da un Capo, ma e' aperto a immedesimarsi con tutte le persone, a cominciare dalle circostanti: non fa differenza tra compagni e non compagni, perche' e' aperto anche agli avversari che considera uniti nella comune realta' di tutti; ne' puo' fare dell'obbedienza un principio di assoluto rilievo, perche' l'addestramento nonviolento tende a formare abitudini di consenso e di cooperazione, riducendo l'obbedienza a periodi non lunghi per i quali essa venga concordata, per condurre un'azione particolare.
I piu' grandi valori spirituali escono da una concezione aperta, non chiusa; essi sono per tutti, non per un numero chiuso di persone. Cosi e' per es. la musica; essa parla come da un centro, ma il suo raggio e' infinito, oltre il cerchio di coloro che in quel momento sono presenti: ci sono altri che l'ascoltano per radio e altri, infinitamente, che potranno ascoltarla. Cosi' e' l'azione nonviolenta: essa e' compiuta da un centro, che puo' essere di una persona o di un gruppo di persone; ma essa e' presentata e offerta affettuosamente al servizio di tutti: essa e' un contributo e un'aggiunta alla vita di tutti. Questo animo e' fondamentale nell'addestramento alla nonviolenza: sentirsi centro rende modesti e pazienti, toglie la febbre di voler vedere subito i risultati, toglie la sfiducia che l'azione non significhi nulla. Anche se non si vede tutto, l'azione nonviolenta e' come un sasso che cade nell'acqua e causa onde che vanno lontano. Questo animo di operare da un centro genera a poco a poco il sentimento della realta' di tutti., dell'unita' che c'e' tra tutti gli esseri, un sentimento molto importante per la nonviolenza, che e' incremento continuo del rapporto con tutti.
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Elementi storici, ideologici, psicologici dell'addestramento
Entriamo ora nell'esame dei vari elementi che compongono l'addestramento. E vediamo come primi due elementi storici, uno particolare ed uno generale:
a) nella situazione storica in cui si vive bisogna accertare cio' contro cui si deve lottare nonviolentemente: un'oppressione, uno sfruttamento, un'ingiustizia, un'invasione ecc.; questo accertamento e' uno stimolo per raccogliere le energie e per indurre ad un attento esame della concreta situazione;
b) l'elemento storico generale e' la persuasione del posto che oggi ha la nonviolenza nella storia dell'umanita': se si tiene presente il quadro generale attuale si vede che ai grandi Stati-Imperi politico-militari che si stanno formando, bisogna contrapporre, come al tempo dei primi cristiani, un agire assolutamente diverso, una valutazione dell'individuo, una fede che congiunge persone diverse e lontane. Sentire che questo e' il momento per l'apparizione e il collegamento del mondo nonviolento fa capire che oggi non valgono piu' le vecchie ideologie che assolutizzavano la patria: oggi la patria suprema e' la realta' di tutti, da cui viene il rifiuto di divinizzare gli Stati e i loro Capi, di bruciare il granello d'incenso in loro onore.
Anche gli elementi ideologici sono essenziali nell'addestramento:
a) lo studio delle teorie della nonviolenza, la lettura dei grandi episodi e delle grandi campagne, l'escogitazione di casi in cui uno potrebbe trovarsi per risolverli con la nonviolenza; l'informazione su cio' che e' stato finora fatto con il metodo nonviolento e le frequenti discussioni con gruppi nonviolenti e anche con estranei alla nonviolenza, per ricevere obbiezioni, critiche, disprezzo o ridicolo;
b) il mutamento della considerazione abituale della vita come amministrazione tranquilla del benessere: il sapere bene che in questa societa' sbagliata i nonviolenti sono in un contrasto, che la loro vita sara' scomoda, che e' normale per loro ricevere colpi, essere trattati male, veder distrutti oggetti propri.
Da questi due elementi ideologici conseguono due tipi di esercizi:
1. il primo e' la meditazione (che puo' essere fatta dalla persona singola o dal gruppo nonviolento in circolo silenzioso) di qualche evento culminante delle passate affermazioni della nonviolenza. Esempi: Gesu' Cristo al momento dell'arresto, quando riaffermo' chiaramente la sua differenza dal metodo della rivolta armata; la marcia del sale effettuata da Gandhi; la visita di San Francesco al Sultano per superare le crociate sanguinose; l'angoscia dell'aviatore di Hiroshima;
2. il secondo e' la scuola di nonviolenza istituita appositamente (come hanno fatto i negri d'America) per abituarsi a ricevere odio, offese, ingiurie, colpi (esempi: parolacce, percosse, oggetti lanciati; essere arrestato, legato).
Vediamo ora alcuni elementi psicologici:
a) il nonviolento e' convinto che la cosa principale non e' vincere gli altri, ma comportarsi secondo nonviolenza; nelle dispute il nonviolento non vuota tutto il sacco delle critiche, delle accuse, degli argomenti a proprio vantaggio, e lascia sempre qualche cosa di non detto, come un silenzioso regalo all'avversario; naturalmente evita le ingiurie, quelle che si imprimono per sempre come fuoco nell'animo dell'avversario, e che pare aspettassero il momento adatto per esser dette. Il nonviolento pensa che l'avversario e' un compagno di viaggio; e puo' avere fermezza e chiarezza, senza amareggiarlo;
b) il nonviolento e' convinto che non e' la fretta a vincere, ma la tenacia, l'ostinazione lunga, come la goccia che scava la pietra, come la cultura che cresce a poco a poco, come il corallo (il paragone e' del Gregg) si forma lentamente ed e' durissimo. La pressione nonviolenta e' lenta e instancabile: e' difficile che se e' cosi, non riesca. Perde chi cede, chi si stanca, chi ha paura;
c) il persuaso della nonviolenza, formandosi, viene collocando la nonviolenza al contro delle passioni, degli altri affetti, dei sentimenti; cioe' non e' necessario che egli faccia il vuoto nel mondo dei suoi sentimenti, perche' il vuoto potrebbe inaridire la stessa nonviolenza; ma egli stabilisce, con un lungo esercizio di scelte e di freni, la prospettiva che mette al centro lo sviluppo della nonviolenza, e tutto il resto ai lati;
d) l'interno ordine psicologico puo' essere aiutato dalla persuasione che la nonviolenza conta su una forza diversa da quella dei meccanismi naturali (la scienza non dice di aver esaurito l'elenco delle forze che agiscono sulla realta'): questa forza diversa puo' essere chiamata lo Spirito, puo' essere personificata in Dio, e la preghiera e' uno dei modi per stabilire e rafforzare il proprio ordine interno;
e) un altro elemento di forza interiore e' quello conseguito con decisione come voti, rinunce, digiuni: sono eventi importanti che influiscono sulla psiche, le danno il senso di una tensione elevata, la preparano a situazioni di impegno.
Da questi elementi psicologici conseguono importanti modi di comportamento:
1. la costante gentilezza e pronta lealta' verso tutti; la gentilezza e' un'espressione della vita nonviolenta, come una volta l'eremitismo era una posizione della vita religiosa; gentilezza vuol dire anche tono generalmente calmo e chiaro della voce;
2. la cura della pulizia personale, degli abiti, delle cose circostanti; essa suscita rispetto verso se stessi e rispetto negli altri verso il nonviolento, mentre e' facile destare violenza contro chi e' sporco, puzza, non si lava ed e' trascurato nel vestito e nelle sue cose;
3. un buon umore e spesso lo humor (dice giustamente il Gregg che corrisponde alla "umilta'" raccomandata un tempo). Insomma il nonviolento lascia ridere gli altri su di se', e si associa spesso a loro;
4. l'attenzione a mantenersi in buona salute e capaci di resistere agli sforzi, mediante la sobrieta', regole igieniche, cure, e' utile al nonviolento per possedere una riserva di energia per affrontare prove straordinarie.
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Gli elementi sociali
Gli elementi sociali hanno importanza preminente nell'addestramento. Vediamone alcuni:
a) Una prova di apertura sociale e' la nonmenzogna. E' noto quanta importanza abbia la veracita' nei voti gandhiani, nei voti francescani. San Francesco una volta accetto' che fosse messo un pezzo di pelliccia all'interno della tonaca dove questa urtava sulla sua piaga, purche' un identico pezzo di pelliccia fosse messo all'esterno, nella parte corrispondente. La nonmenzogna rende gli altri potenzialmente presenti alla propria vita, stabilisce che cio' che uno pensa, e' potenzialmente di tutti.
b) Un addestramento di alta qualita' sociale e' l'unirsi con altri per costituire assemblee periodiche per la discussione dei problemi locali e generali, per esercitare il controllo dal basso su tutte le amministrazioni pubbliche. I nonviolenti sono i primi animatori di questa attivita' aperta che comprende tutti, e fa bene a tutti, e che si realizza con la regola del dialogo di "ascoltare e parlare".
c) Un'attivita' particolare esercitano i nonviolenti per diffondere tra tutti la lotta contro la guerra, la sua preparazione e la sua esecuzione.
d) I nonviolenti impiantano un'attivita' continua di aiuto sociale nel mondo circostante, sia associandosi nei Pronti Soccorsi, sia realizzando iniziative di visite ai carcerati, di aiuto agli ex-carcerati, di visitare malati, di educazione e ricreazione dei fanciulli, di educazione degli adulti, di cura dei vecchi, di aiuto alla salute pubblica, di amicizia con i miseri. I nonviolenti fanno le loro campagne nonviolente, movendo da una normale attivita' di servizio sociale precedente alla campagna e tornando ad essa, appena finita la campagna con successo o no: e' anche un modo per ritemprare le forze, per non incassare inerti una sconfitta.
e) Il Gregg ha molto insistito, anche in un saggio speciale, sull'importanza del lavoro manuale nell'addestramento alla nonviolenza perche' crea un senso di fratellanza nel fare qualche cosa con gli altri ben visibilmente, e abitua alla disciplina, a sottomettersi pazientemente ad uno scopo.
f) Un altro elemento sociale e' il cantare insieme, fare balli popolari, passeggiate ed esecuzioni e sport collettivi, mangiare insieme.
g) Qualcuno suggerisce anche di sostituire a quello che e' l'orgoglio dei soldati per le glorie del loro "reggimento", l'affermazione di cio' che il gruppo nonviolento ha fatto. Ma fondamentale e' far comprendere che le azioni nonviolente sono per tutti, e, non soltanto per il centro che le promuove.
h) Affiancata all'addestramento nella nonviolenza, e' la conoscenza di leggi, per il caso dell'urto con la polizia o lo Stato, con arresti, processi, prigionia.
L'addestramento e' necessario per dare una solida preparazione alle situazioni. I nonviolenti debbono avere una serie di abitudini consolidate e possedere una serie di previsioni di probabili conseguenze delle loro azioni nonviolente. Il Gregg cita l'utilita' dell'imparare a nuotare come segno dei passaggio al possesso di un'abitudine, della paura iniziale e dell'aiuto venuto anche da altri nell'addestramento. Chi ha provato che cosa sia la prigione per un notevole periodo, sa quanto sarebbe utile prepararsi a. sdrammatizzare l'avvenimento nel proprio animo, visitando le prigioni, aiutando gli ex-carcerati ecc. Anche la nonviolenza e' certamente danneggiata dagli improvvisatori, da coloro che pretendono di creare tutto sul momento; che sono quelli che si stancano prima. E la nonviolenza, se per un quarto e' amorevolezza, e per un altro quarto e' conoscenza, per due quarti e' coraggiosa pazienza.
E' stato detto giustamente che gli iniziatori del metodo scientifico non potevano prevedere quali risultati esso avrebbe dato; e cosi' sara' del metodo nonviolento.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

6. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

7. CRONACHE DI NUSMUNDIA. DE SENECTUTE

Il padre padrone di un partito razzista e golpista da oltre un anno al governo propone di togliere il diritto di voto alle persone anziane.
Che fortuna che almeno per ora ci lascia la vita.

8. REPETITA IUVANT. RICCIARDO ALOISI:  ELOGIO DEGLI AQUILONI
[Riproponiamo i seguenti testi gia' piu' volte ripubblicati su questo foglio. Una decina di anni fa li ripresentammo con queste parole: "Il nostro vecchio amico Ricciardo Aloisi ha pensato di farci dono di alcuni testi in versi estratti da una sua vecchia, anzi stravecchia raccolta. Come e' noto non amiamo pubblicare versi sul nostro foglio: un notiziario quotidiano non e' la sede migliore per un adeguato apprezzamento di questo genere di scritture, e sovente ci pare che si scriva in versi quel che non si riesce a dir bene in prosa, cercando nel gesto, nell'intonazione, un sostegno a un discorso che si avverte in se' periclitante. A cio' si aggiunga che tra i nostri amici piu' cari abbiamo anziani poeti popolari a braccio, abilissimi improvvisatori di consumata perizia metrica, che storcono il naso ogni volta che trovano versi che non siano endecasillabi perfetti concatenati in regolari rime: hai voglia a dir loro delle delizie del Carducci barbaro, della purezza dell'alessandrino, della musica sorda del blank verse; ti guardano come fossi una mucca e ti danno manate sulle spalle per consolarti della tua insipienza. Ma Ricciardo Aloisi e' un vecchio amico, e molte di queste cantilene e filastrocche furono scritte fra trenta e vent'anni fa per amici che avevano bambini allora molto piccoli e che adesso sono donnoni ed omoni fatti e finiti e cosi' potra' far loro piacere rileggere queste quisquilie, che infine ci sembra che rechino pur qualche ombra di rosa, e qualche spina nella carne ancora"]

ninna nanna dell'agnellino

dormi dormi batuffolo di lana
entra nel mondo nel mondo dei sogni
dove ti aspetta il lupo che sbrana
dove rintocca lontana la campana
che ti risveglia che piangi e sei felice
di tornare a vivere e tremare.

*

ninna nanna delle ultime alture

ninna nanna
calimero umbratile
effimera libellula
farfalla impollinata
vibratile betulla
fuori c'e' il freddo c'e' il buio c'e' il nulla
ma qui c'e' la tua mamma
che ti culla.

*

ninna nanna della limpida lampada

ninna nanna
ambra ombra
brumba limbo
dormi dormi
dormi bimbo.

*

ninna nanna dell'arciere

I.
lo senti dal sibilo lieve e sottile
il dardo che vola su ali di vento
che fischia e sospira un lunare lamento
che adesca e trapassa il fuggiasco senile.

lo vedi avvampare sicuro e silente
il dardo che squarcia le nuvole nere
che velano l'occhio del pio cavaliere
che resta accecato dal bianco del niente.

II.
e allora fai la ninna e fai la nanna
e non pensarci che anche la tua freccia
gia' fu scoccata e ti trafiggera'.
nel sonno flebile ne senti il volo
la vedi che veleggia in un sussurro
e ne singulti e ne senti il profumo
d'autunno e speri il secco dell'inverno.
l'aroma della fiamma possa darti
il riso di una donna, e poi lo schianto.
la folgore t'uccida e non il canchero
arrugginito e flaccido e grommoso.
e allora fai la ninna e fai la nanna
e non pensarci che anche la tua freccia
gia' fu scoccata e ti trafiggera'.

*

ninna nanna per una lucciola settembrina

pissi pissi biribissi
bussa altrove vola e vola
ah le ali degli ulissi
sul vascello - trista fola -
che vaneggia sugli abissi
gia' la falce sulla mola
fa scintille, stride ellissi.

stella limpida e silente
senti il vento sugli olivi
alitante dolci e lente
cantilene ai rami vivi
bronzo e argento che fremente
prega l'anima che oblivi
la paura di esser niente.

bimba bella sassolino
che strascicheranno le onde
si', minuto porcospino
fonde fonde fonde fonde
sarai solo fosti trino
suggerai gioie feconde
ninna, nanna, ninnolino.

*

ninna nanna del delfino

dormi dormi pisellino
figlio del re turco turchino
figlio del papa testa di rapa
figlio del vento cento e trecento
nato dal ballo la stella e il cavallo
che trotta che trotta e ti bacia la bocca.

*

gutta petita gutta bumbiva
bimba lucente limpida oliva
gutta che lava obliva belava
gutta serena beata cantava

*

coma comare
chiarore lunare
coma comizio
suppli' come supplizio
coma como'
cocorico'.

*

indovinello

dicono che non ho colore:
ma ho i colori di mille e mille pesci luccicanti
del cielo dove passeggiano favolosi palazzi di nuvole
dello specchio e della grotta e delle barchette di carta
e le mobili facce di chiunque mi guarda.

dicono che non ho sapore, che non so di niente:
ma mi si gettano addosso ad accarezzarmi
ed io li abbraccio tutti.

e non passa giorno che le loro labbra non mi bacino.

*

indovinello

e' ragazza, e' la mamma dei gatti
quando e' triste la guardano e piangono.

e' un frutto freschissimo e candido
qualche volta si vede che e' morso.

e' un pallone fuggito a un bambino
e' uno spicciolo d'acqua e d'argento.

catturartela ti basta un pozzo.

*

indovinello

come se fossi morto
mi sotterro' un villano
insieme a mille altri
con gesto largo e piano.

ma qui fermento con serenita'
nel caldo rosso umore
e se ne avro' l'amore
giorno verra' che rivedro' la luce.

in me cosi' piccolo e' una volonta'
che rigermogliera' e dare' gran frutti.

*

le filastrocche

le filastrocche
sono piu' dolci delle albicocche
sono piu' morbide della lana
piu' belle di una stella lontana
sono piu' svelte di chi e' senza freno
piu' colorate dell'arcobaleno
sono piu' amate del fuoco e del vento
che tutto abbracciano in un momento
sono piu' furbe degli occhi del gatto
e chi le scrive e' sempre un po' matto.

*

per essere piu' belli

conosco un segreto per essere piu' belli:
basta avere fili d'oro per capelli,
basta avere due stelle nel fondo degli occhi
che fanno luce ai furbi e agli sciocchi,
basta avere i denti fatti di perle
e ad ogni sorriso si puo' vederle,
basta avere le guance come una pesca
rossa e dorata, morbida e fresca,
basta avere le labbra color delle fragole
che sappiano dire bellissime favole,
ma questo e' un segreto di quelli complicati!
ne so uno più facile:
basta essere amati.

*

io so tutte le storie e per un soldo
vi racconto quella eroica di Bertoldo
per un dindo
quella gaia e colorata di Aurobindo
per due scudi
quella che a lungo ti ci illudi

ma se mi fai un sorriso
ti racconto la storia piu' bella, che parla di te.

*

vecchi trucchi per scrivere le poesie

basta prendere un gatto e un anello
e il gatto se lo mette per cappello
ma quando piove si bagna la testa perche' e' vuoto in mezzo.

oppure trovare nella pastasciutta uno spaghetto cosi' lungo
che arriva da casa tua fino in America
e un equilibrista ci passa sopra e ci attraversa il mare
senza ammollarsi e senza vomitare.

oppure dire le parole buffe
come l'arte culinaria.

ma il trucco piu' bello e' quando dici la verita'.

*

apotropaica

che bella parola: coprolalia
ci monti in groppa e fuggi via

che bell'idea
accogliere la cosa a colpi di diarrea

che gran piacere
aprire gli occhi e tornare a vedere
luce, ancora luce

avere una tigna
che ne' la spugna, ne' la raspa, ne' il martello
te la scrosta di dosso
e allora sei vivo.

*

storia di un ometto troppo lesto

c'era una volta
un ometto cosi' lesto
che anche se faceva tardi
arrivava sempre presto.
era cosi' svelto
fin da piccolino
che divento' vecchio
gia' da bambino.
era tanto veloce
a fare e a dire
che si alzava prima
di andare a dormire.
era tanto veloce
a dire e a fare
che aveva detto tutto
ancor prima di parlare.
tanto era svelto
in modo speciale
da piangere prima
di farsi male.

arrivo' a esser sazio
prima di mangiare
ed e' per questo
che e' morto di fame.

*

a casa mia c'e' un ragno
di nome Gedeone
sta fermo in un cantone
e non si muove mai.

ma la notte,
quando non lo guarda nessuno,
seguendo una musica che sente solo lui
sulle lunghe sottili zampine
danza lievissimo ed incanta gli angeli.

*

il canto del grillo

di giorno e di notte per ore per ore
c'e' un grillo che canta canzoni d'amore
al cielo alle nuvole all'albero e al fiore
che si vergognano un po'
di questo amore indiscreto
sorridono imbarazzati, esclamano "ma no!"
gli ridono dietro.

*

la promessa del topolino

cosa faro' per te?
ti daro' un bacio
in cambio di due soldi
e un po' di cacio.

*

un gatto di nome Gomitolo
catturo' un sorcio per la coda
e gli si sfece tutto giu'.

*

avessi un gatto
di nome Coriandolo
che odora d'intenso profumo di mandorlo
e suona il mandolino
e ad ogni soffio di vento vola via
e mi tocca inseguirlo per le strade
per afferrarlo quando casca giu'
ed abbracciarlo forte forte forte
che ci vogliamo proprio tanto bene.

*

Il cane Ciondolo e' stravagante
ha un osso a dondolo
e un bel paio di mutande
che indossa per nuotare

beato lui, che vive a Tarquinia
che c'e' sempre il mare.

*

un elefante con un ombrellino
quantunque obeso agile e gentile
danza soave sui fili della luce.

*

questa giraffa, lo credereste?
abita a Roma e pranza a Trieste.

*

un signore di Roccacannuccia
mangiava la buccia delle caraffe d'acqua
e diventava tutto trasparente.

*

c'era una volta un fantasma di Belluno
che si credeva di esser chissacchi'
e non era nessuno.

*

Scaramuccia ed Arlecchino
vanno a far le serenate
alle bimbe disperate
disperate per amore

che gli gettino giu' un fiore.

*

storiella viterbese

nella fontana
di piazza della Rocca
c'e' una fanciulla
che soffia in una brocca
ad incresparne l'acqua
per non specchiarsi cosi' bella
che le viene da piangere.

*

breve storia della delusione

c'era Brighella che aveva una stella
e se la stella non era di latta
ci si comprava un fucile e una gatta.

c'era Arlecchino che aveva un violino
e se il violino non era di pane
ci s'incantava la luna e le rane.

*

felicita' dell'insonnia

alle due meno dieci
la sveglia mi sorride.

*

un torsolo di mela che si sentiva nudo
l'ho tutto infagottato con un rotolo di scotch.

faccio le buone azioni quotidiane.

*

ultime di cronaca

Rinvenuto Machiavelli in bicicletta!
Geronimo sconfigge Mike Bongiorno!
alla Bardot gli cresce un pisellino!
Marx abbandona la politica per fare il parrucchiere!
io vengo nominato faraone!

*

noi diciamo la parola nuova
che mai piu' nessuno passi sotto il tavolino
noi diciamo la parola nuova
che a nessuno si neghi il bicchiere di vino
noi diciamo la parola bella
ogni uomo fratello ogni donna sorella
noi diciamo la parola forte
tutti gli uomini uniti
contro il male e la morte
noi diciamo la parola sapiente
tutti gli sfruttatori e la violenza
finiscano nel niente.

con le nostre mani, con i nostri gesti
noi diciamo la parola pace.

*

canzonetta

il libretto di un poeta
che ti dona un militante
e' cosa un po' indiscreta
e forse inelegante

ma nella trama morbida
di graziose figurine
si combatton senza fine
l'arte e la vita torbida

stanche sono le righe
ed incalzanti i mali
ma le favole son spighe
azzurrine e musicali.

*

certo che semino sassi
so bene che tutto germoglia.

*

poesia scritta dal basso verso l'alto

                                                      volasse
                                          volasse
e azzurro nel cielo volasse
dall'affresco sbiadito si staccasse
se un angelo, un uccello
come sarebbe bello

*

dire cose senza senso
perche' mai non si puo' fare?
le bisbiglian ramo e vento,
scoglio e onda in riva al mare,
nel baciarsi e ribaciarsi.

*

io, ammaestratore di nuvole
spadaccino trafittore di coriandoli
grande maestro di gioco dell'oca
io me la rido della morte camusa.

*

Dove vi spiego che vuol dire amo

io getto l'amo e me ne sto tranquillo
ad aspettare che venga il mio pesce.
il trucco e' tutto qui, nell'aspettare:
il pesciolino d'oro arriva sempre.

*

elogio degli aquiloni

felici voi leggeri
appena strozzati da un filo
nell'aria magnifica che si lascia solcare
senza sforzo, volate
semplici ed esatti
eleganti, colorati di tanti colori
felici voi leggeri
appena strozzati da un filo.

e per quanto sia davvero bizzarro
e' proprio quel filo che vi fa volare.

*

storiella

soffiando nella bocca dei cannoni
di notte mentre tutti dormivano
l'uomo dai polmoni piu' gonfi del mondo
fece scoppiare tutti i carrarmati
come palloncini.
poi tutto soddisfatto corse via
fischiando una marcetta bersagliera.

*

un gigante pacioccone
sbucciava i missili
e si mangiava la polpa che era dentro.

e faceva arrabbiare i signori della guerra.

*

a forza di portare l'elmetto si sa
il cervello si abitua al buio.

a forza di avere il petto ingombro di medaglie
si sa che zitto zitto s'indurisce
il cuore, e si fa piccolo e di sasso.

io si' che li capisco i generali.

*

due scopini di Bomarzo
andarono in guerra il mese di marzo.
quando marzo ritorno'
l'immondizia c'era ancora, ma loro no.

*

una stranezza

qui
le cose sembrano abbastanza chiare
noi siamo gli amici e i nemici sono loro.

ma un amico mio
che vive la' da loro
mi dice che li'
sono tutti sicurissimi
di essere loro gli amici e che i nemici siamo noi.

qui c'e' qualcosa che non mi convince.

*

del rapporto tra i mezzi e i fini

siccome se pianto un seme di mela
di mele mi cresce una pianta
mica un attaccapanni o una candela

cosi' chi riempie di armi la terra
ha voglia a chiacchierare, mica c'incanta:
non vuole la pace, prepara la guerra.

e che si puo' fare per vincere il male
dell'artiglio guerriero che strozza e che agguanta?
alle spese di morte obiezione fiscale.

*

A un vecchio compagno

la vita e' questo circo pauroso
che ad uno ad uno ci tocca
gettarci nel vuoto dal trapezio

sperando che mani compagne ci afferrino al volo
Ezio.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Ofelia Ott, Ada Lovelace, Rba, Milano 2019, pp. 190, euro 9,99.
*
Riedizioni
- Chaxiraxi Escuela Cruz, Adorno, Rba, Milano 2019, pp. 158, euro 9,99.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3543 del 20 ottobre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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