[Nonviolenza] Archivi. 298



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 298 del 3 aprile 2018

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di marzo 2018 (parte seconda e conclusiva)
2. Grazie alle donne di "Non una di meno"
3. Le donne che ieri...
4. Claudia Vio
5. Donato Romito
6. Ricciardo Aloisi: Scintille schegge tenebre schegge scintille
7. Paolo Terni
8. Gino Piccio
9. Enzo Mandruzzato
10. Jean Giraud
11. Luigi Crocetti
12. Bruno Manser
13. Antonia Locatelli
14. Fedele D'Amico
15. Enrico Castelli
16. Ugo Fedeli
17. Placido Rizzotto
18. Mario Pasi
19. Teresa Mattei
20. Fausta Cialente
21. Angiola Minella
22. Renee Lamberet
23. Stephen Hawking
24. Marielle Franco
25. Giovanni Cesareo
26. Cesare Segre
27. Gino Girolomoni
28. Francisco Olaya Morales
29. Silvia Montefoschi
30. Giovanni Ruggeri
31. Rachel Corrie
32. Carmelo Bene
33. Giovanni Testori
34. Rosario Romeo
35. Ettore Lo Gatto
36. Nicola Giacumbi
37. Jean Monnet
38. Giuseppe Berti
39. Juan Rodolfo Wilcock
40. Raffaele Iozzino
41. Oreste Leonardi
42. Domenico Ricci
43. Giulio Rivera
44. Francesco Zizzi
45. Giuseppe Bifolchi
46. Enrico Falqui
47. Giovanni Arenella
48. William Beveridge
49. Emanuele Stablum
50. Grigorij Maksimov
51. Maurice Halbwachs
52. Sauro Babini
53. Selma Lagerloef
54. Marguerite Durand
55. Aaron Nimzowitsch
56. Luciano Bonfrate: Ancora una doppia cantata delle vittime
57. Cosa e' la politica
58. Meno, piu'
59. Ilaria Alpi
60. Miran Hrovatin
61. Contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze
62. Dall'America
63. Solo
64. Adesione alla giornata di digiuno del 30 marzo 2018 per l'abolizione dell'ergastolo
65. Opporsi alla guerra, al razzismo, al maschilismo
66. Affogando in questo oceano di sangue
67. Una minima meditazione partecipando a una giornata di digiuno per l'abolizione dell'ergastolo

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2018 (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2018.

2. GRAZIE ALLE DONNE DI "NON UNA DI MENO"

Dal profondo del cuore: grazie.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.

3. LE DONNE CHE IERI...

In tutta semplicita' e in sincera commozione vogliamo qui attestare la nostra gratitudine alle donne che ieri a Viterbo come in tanti altri luoghi del pianeta sono scese in piazza per dire parole di verita' ed opporre le loro anime ed i loro corpi alla violenza maschile che sta soffocando la vita nel mondo.
La loro lotta e' la lotta per la salvezza comune dell'umanita', per l'umanizzazione dell'umanita', per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La lotta del movimento di liberazione delle donne infatti non libera le donne soltanto, ma l'umanita' intera. Contrastando il fascismo dei maschi fino a strapparlo dai loro stessi cuori, anch'essi libera dalla violenza che li corrode e li indraca, restituisce anche agli uomini la loro umanita', all'umanita' anch'essi restituisce.
Le donne generose e sapienti che ieri hanno inverato l'appello del movimento "Non una di meno" realizzando lo sciopero femminista su scala mondiale hanno fatto tornare l'8 marzo ad essere l'8 marzo, il giorno pensato e voluto da Clara Zetkin e Rosa Luxemburg, decisivo momento di parresia, riconoscimento dell'umanita' di ogni persona, giornata di azione nonviolenta di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, presa di coscienza del fatto che senza la vittoria della lotta di liberazione delle donne, senza la sconfitta definitiva del sistema di potere maschilista e patriarcale, l'intera umanita' sara' per sempre schiava, squarciata in due nei ruoli di vittime e carnefici, irriconoscibile a se stessa, votata al disastro.
*
Poiche' la violenza maschile - l'ideologia e la prassi maschilista, il sistema di potere maschilista, il modo di produzione e i rapporti di proprieta' maschilisti, la visione del mondo maschilista - e' la prima radice e il primo modello di ogni violenza: della violenza bellica e mafiosa, della riduzione in schiavitu', del disprezzo per ogni persona fragile e oppressa, dell'odio per tutto cio' che nel mondo vive liberamente, per chi genera e accudisce l'altrui vita.
E' dall'ideologia e dalla prassi della violenza maschile che scaturisce il patriarcato come potere assoluto di uccidere e imposizione totalitaria di un capo e padrone; che scaturisce la gerarchia come ordinamento delle relazioni sociali in cui chi e' al vertice della piramide si nutre del dolore e del sangue di chi e' posto sotto; che scaturisce lo sfruttamento illimitato come forma di produzione e riproduzione sociale che tutte e tutti e tutto riduce a merce da consumare fino alla nientificazione; e' dall'ideologia e dalla prassi della violenza maschile che scaturiscono il militarismo e la guerra, l'adorazione delle armi e delle uccisioni, l'asservimento dell'umanita' a un potere generatore soltanto di divoramento e distruzione, di dolore e di morte, il cui fine ultimo e' ridurre il vivente a cosa, a materia inerte, a dissoluzione, a nulla.
Incapace di generare la vita, inetto a preservare ed accudire il bene, il potere maschilista l'intera umanita' trae infine verso l'annichilimento: Auschwitz ed Hiroshima ne sono l'orribile prefigurazione.
*
E quindi l'8 marzo in quanto giornata di lotta contro la violenza maschile che lacera e opprime l'umanita' intera e' ipso facto anche giorno di lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro la schiavitu' e tutti gli sfruttamenti, le rapine, le alienazioni; giorno di lotta contro ogni violenza che nega l'umanita' dell'umanita', contro ogni violenza che nega il valore di ogni singola vita e dell'intero mondo vivente.
Il pensiero e il movimento di liberazione delle donne, corrente calda della nonviolenza, voce e volto dell'umanita' come dovrebbe essere, etica della responsabilita' ed amore per il mondo, rivoluzione egalitaria e solidale e libertaria e nonviolenta, che nessuna persona opprime, che nessuna persona esclude, convoca l'umanita' all'umanita', alla liberazione, alla condivisione del bene e dei beni.
Dei molti doni che dal femminismo tutte e tutti abbiamo ricevuto, questo e' il piu' grande: il disvelamento della nostra personale e comune umanita'; poiche' questa lotta e' - nel suo stesso pensarsi e farsi - insieme anche la terapia del nostro dolore, la lavanda delle nostre ferite, la ricucitura delle nostre lacerazioni, la riscoperta del nostro valore, il venire alla luce della nostra dignita', la coscienza che solo nella solidale liberta' di tutte le persone e' la tua stessa liberta'.
Riconoscimento e riconoscenza, nonviolenza in cammino, ogni giorno e' l'8 marzo.

4. CLAUDIA VIO

E' deceduta il 14 gennaio Claudia Vio, insegnante, scrittrice, militante femminista.

5. DONATO ROMITO

E' deceduto il 13 gennaio Donato Romito, insegnante, saggista, militante anarchico.

6. RICCIARDO ALOISI: SCINTILLE SCHEGGE TENEBRE SCHEGGE SCINTILLE

"e proseguendo la solinga via
tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio
lo pie' sanza la man non si spedia"
(Inf., XXVI, 16-18)

Sono la stessa cosa la guerra e la fame
se non abolisci l'una non abolisci l'altra

Agevole sarebbe far cessare
per sempre entrambe
se infine decidessimo di essere
non solo di nome umani

*

Rileggo oggi i programmi elettorali
con cui gli ubriachi di Monaco hanno vinto
le ultime elezioni del Reich

Ad ogni suddito di razza ariana
e' promessa una pensione a vita
purche' non si sottragga all'incombenza
dei due minuti d'odio
di scendere in strada
un giorno qualunque della settimana
a scaricare il suo caricatore
nel primo uomo nero in cui s'imbatte
si sa che non e' un male
uccidere l'uomo nero
giacche' l'uomo nero
lo sanno anche i bambini
e' lui il male e noi la razza eletta

Nessuno paghi piu' le tasse
sia questo il paese di bengodi
certo di schiavi avremo un gran bisogno
e di armi e di volontari armati
addetti al filo spinato e all'appello
e di tesori da saccheggiare
a chi non piace della filibusta
l'epopea e il nero vessillo

Tornino i treni ad arrivare in orario
tra la stazione centrale e quel lontano
scalo in Polonia invaso dallo smog
che esce dal camino a Birkenau

*

La povera Ipazia che non sa
che meglio e' non sapere che sapere
perche' non piace ai capi che una donna
voglia discutere
e nessuna fronte
e' piu' dura dei sassi

*

Non avessi sprecato la mia vita
in vani sogni e strenui fallimenti
magari avrei commesso qualche grande
crimine e adesso anch'io sarei famoso
e dormirei tranquillo soddisfatto
del dovere compiuto
del sonno dei mostri

*

In questo certame
poche sono le regole e chiare
chi non uccide muore
chi uccide
muore anche lui ma piu' tardi
e mangia meglio ed ha migliore alloggio

*

Parole che ricordo di aver detto
in piazza ed era il giorno otto di marzo

che in me due persone colluttano
l'uomo che pensa e condivide il pane
che con tutto il cuore si e' posto alla scuola
del movimento di liberazione delle donne
che solo libera l'intera umanita'

ed ogni giorno livido ed ogni cieca notte
deve combattere il fascista che in lui
hanno incistato millenni di potere
maschile bramoso di tutte le brame
e innanzitutto di quella di sbranare

e solo vive nella lacerazione
e sempre combatte contro se stesso

io so che la violenza maschile
e' la prima radice e il primo modello
di ogni violenza

e so che solo la lotta delle donne
liberera' anche me
e l'intero mondo

dissi anche altro che ora non ricordo
ma soprattutto vidi ed ascoltai
e per quel poco tempo fui felice

*

Non e' la nonviolenza un'altra cosa
che questa lotta contro la violenza

nell'ora della crisi
della presenza
ti convoca a restare ancora tu
l'umanita' come dovrebbe essere

dinanzi al dolore degli altri ti chiama
ad essere tu a salvare le vite

non ha paura della paura
e sa che ogni giorno e' il giorno giusto
per fare la cosa giusta.

7. PAOLO TERNI

Il 10 marzo 2015 moriva Paolo Terni, educatore, musicologo, autore della Guida alla formazione di una biblioteca pubblica e privata.

8. GINO PICCIO

Il 10 marzo 2014 moriva don Gino Piccio, prete operaio, realizzatore della pedagogia degli oppressi, amico della nonviolenza.

9. ENZO MANDRUZZATO

Il 10 marzo 2012 moriva Enzo Mandruzzato, poeta, saggista, traduttore, cultore dei classici e classico lui stesso.

10. JEAN GIRAUD

Il 10 marzo 2012 moriva Jean Giraud, che volle essere Moebius.

11. LUIGI CROCETTI

Il 10 marzo 2007 moriva Luigi Crocetti, che amava i libri, e l'umanita'.

12. BRUNO MANSER

Il 10 marzo 2005 scompariva Bruno Manser, antropologo, difensore della natura e dei diritti dei popoli.

13. ANTONIA LOCATELLI

Il 10 marzo 1992 moriva assassinata Antonia Locatelli, religiosa italiana missionaria in Ruanda che lotto' contro il genocidio.

14. FEDELE D'AMICO

Il 10 marzo 1990 moriva Fedele D'Amico, antifascista, musicologo.

15. ENRICO CASTELLI

Il 10 marzo 1977 moriva Enrico Castelli, filosofo.

16. UGO FEDELI

Il 10 marzo 1964 moriva Ugo Fedeli, militante anarchico, antifascista, storico.

17. PLACIDO RIZZOTTO

Il 10 marzo 1948 moriva assassinato dalla mafia Placido Rizzotto, partigiano, sindacalista.

18. MARIO PASI

Il 10 marzo 1945 moriva assassinato dai nazisti Mario Pasi, medico, partigiano.

19. TERESA MATTEI

Il 12 marzo 2013 moriva Teresa Mattei, partigiana, costituente, impegnata per i diritti dei bambini.

20. FAUSTA CIALENTE

Il 12 marzo 1994 moriva Fausta Cialente, scrittrice e antifascista.

21. ANGIOLA MINELLA

Il 12 marzo 1988 moriva Angiola Minella, partigiana e costituente.

22. RENEE LAMBERET

Il 12 marzo 1980 moriva Renee Lamberet, militante anarchica e storica del movimento operaio.

23. STEPHEN HAWKING

E' deceduto Stephen Hawking, scienziato e amico dell'umanita'.
Con gratitudine lo ricordiamo.

24. MARIELLE FRANCO

A Rio de Janeiro il 14 marzo e' stata assassinata Marielle Franco, sorella e compagna di lotta di tutte le oppresse e gli oppressi.
Anche nel suo ricordo la lotta continua.

25. GIOVANNI CESAREO

Il 16 marzo 2015 moriva Giovanni Cesareo, giornalista, saggista, studioso della comunicazione.

26. CESARE SEGRE

Il 16 marzo 2014 moriva Cesare Segre, filologo, uomo sapiente e saggio.

27. GINO GIROLOMONI

Il 16 marzo 2012 moriva Gino Girolomoni, pensatore e realizzatore, promotore dell'agricoltura biologica.

28. FRANCISCO OLAYA MORALES

Il 16 marzo 2011 moriva Francisco Olaya Morales, militante anarchico, dirigente della Cnt in esilio, storico.

28. SILVIA MONTEFOSCHI

Il 16 marzo 2011 moriva Silvia Montefoschi, psicoanalista e saggista.

30. GIOVANNI RUGGERI

Il 16 marzo 2006 moriva Giovanni Ruggeri, giornalista e saggista.

31. RACHEL CORRIE

Il 16 marzo 2003 moriva uccisa Rachel Corrie, amica della nonviolenza, voce e volto della solidarieta'.

32. CARMELO BENE

Il 16 marzo 2002 moriva Carmelo Bene, uomo di teatro, di pensiero e d'altro ancora.

33. GIOVANNI TESTORI

Il 16 marzo 1993 moriva Giovanni Testori, scrittore.

34. ROSARIO ROMEO

Il 16 marzo 1987 moriva Rosario Romeo, storico illustre.

35. ETTORE LO GATTO

Il 16 marzo 1983 moriva Ettore Lo Gatto, slavista e di tutti noi maestro.

36. NICOLA GIACUMBI

Il 16 marzo 1980 moriva assassinato Nicola Giacumbi, magistrato. Aveva rifiutato la scorta per non esporre altre persone alla morte.

37. JEAN MONNET

Il 16 marzo 1979 moriva Jean Monnet, che lotto' contro il fascismo e per unire l'umanita'.

38. GIUSEPPE BERTI

Il 16 marzo 1979 moriva Giuseppe Berti, antifascista, militante e studioso del movimento operaio.

39. JUAN RODOLFO WILCOCK

Il 16 marzo 1978 moriva Juan Rodolfo Wilcock, scrittore.

40. RAFFAELE IOZZINO

Il 16 marzo 1978 moriva assassinato in via Fani a Roma Raffaele Iozzino, vittima innocente di criminale follia.

41. ORESTE LEONARDI

Il 16 marzo 1978 moriva assassinato in via Fani a Roma Oreste Leonardi, vittima innocente di criminale follia.

42. DOMENICO RICCI

Il 16 marzo 1978 moriva assassinato in via Fani a Roma Domenico Ricci, vittima innocente di criminale follia.

43. GIULIO RIVERA

Il 16 marzo 1978 moriva assassinato in via Fani a Roma Giulio Rivera, vittima innocente di criminale follia.

44. FRANCESCO ZIZZI

Il 16 marzo 1978 moriva assassinato in via Fani a Roma Francesco Zizzi, vittima innocente di criminale follia.

45. GIUSEPPE BIFOLCHI

Il 16 marzo 1978 moriva Giuseppe Bifolchi, militate anarchico e combattente antifascista.

46. ENRICO FALQUI

Il 16 marzo 1974 moriva Enrico Falqui, uomo di lettere.

47. GIOVANNI ARENELLA

Il 16 marzo 1965 moriva Giovani Arenella, militante comunista e partigiano.

48. WILLIAM BEVERIDGE

Il 16 marzo 1963 moriva William Beveridge, promotore del welfare state.

49. EMANUELE STABLUM

Il 16 marzo 1950 moriva Emanuele Stablum, medico, Giusto tra le nazioni.

50. GRIGORIJ MAKSIMOV

Il 16 marzo 1950 moriva Grigorij Maksimov, militante anarchico russo, perseguitato ed esule.

51. MAURICE HALBWACHS

Il 16 marzo 1945 moriva nel lager di Buchenwald Maurice Halbwachs, illustre sociologo.

52. SAURO BABINI

Il 16 marzo 1944 combattendo contro i nazisti moriva Sauro Babini, partigiano.

53. SELMA LAGERLOEF

Il 16 marzo 1940 moriva Selma Lagerloef, scrittrice, premio Nobel per la letteratura.

54. MARGUERITE DURAND

Il 16 marzo 1936 moriva Marguerite Durand, giornalista e militante femminista.

55. AARON NIMZOWITSCH

Il 16 marzo 1935 moriva Aaron Nimzowitsch, scacchista, autore del "Mein System", un libro su cui tutti abbiamo studiato.

56. LUCIANO BONFRATE: ANCORA UNA DOPPIA CANTATA DELLE VITTIME

I. Una conversazione mondana

Chi resta vivo ha sempre ragione
e chi resta vivo e' sempre l'assassino

Le vittime ma si' che ci commuovono
siamo gente civile ci fanno tanta pena
ma presto poi affogano nel fiume
infinito delle infinite vittime
tutte uguali nel lezzo insostenibile
tutte cadaveri in decomposizione
impossibili da intervistare
da compatire

Gli assassini invece hanno il loro blog
il loro fascino una storia interessante
da raccontare ai microfoni e pronta
la battuta e il fisico del ruolo
funzionano bene nei tg e nei talk show
prendono voti a secchiate alle elezioni
diventano presidenti re imperatori
piacciono al pubblico e il pubblico
ha sempre ragione

Le vittime poi muoiono come le mosche
e come le mosche sono fastidiose
pare quasi pretendano chiamarci in causa
pare quasi che pensino sia colpa nostra
ti fanno venire il dubbio che alla fine
se lo siano proprio meritato
di essere soppresse
si sa bene
chi cerca trova

Per fortuna che c'e' chi le mette a posto
per fortuna che vincono i forti

II. Mollica e soffio

E poi le vittime restano vittime
nessuna evoluzione nessuna redenzione le aspetta
il piu' delle volte nel nulla dissolte
la loro roba e' di chi se l'e' pigliata
neppure il loro nome si e' salvato
e chi le ricorda dopo un po' si vergogna
nessuno piu' lo invita alle feste
il lutto e' una merce che deperisce presto

Eccome se funziona la tortura
eccome se funzionano le armi
nulla piu' resta di un essere umano
abraso dalla pressione
di una gomma da cancellare
o altro materiale equivalente

Agli assassini invece
chi nega un giro di valzer
un incarico di fiducia un posto in lista
il pubblico perdono e una pensione
e' gente di mondo e al mondo piace

III. Cala il sipario

Non vinceranno mai le vittime
che restano vittime non sanno fare altro
ed anche chi pretende in loro nome
di agire in verita' non e' dei loro
solo le vittime sono le vittime
e tutte le vittime vittime restano

E questo e' il mondo reale

IV. Ancora un'ombra e il suo viandante

Perche' non hai la forza
di concludere qui?

Perche' senti il bisogno
di dire che non e' vero?

Perche' non lasci in pace
nella sua desolazione
chi legge queste parole?

Perche' l'unico motivo per cui scrivo
e' chiamare alla lotta contro l'ingiustizia
e' chiamare alla lotta contro la violenza
e' chiamare le oppresse e gli oppressi a resistere al male
ad opporsi al fascismo che sempre torna

V. A chi legge

Anche se tutto ti dice che tutto
e' orrore
tu all'orrore non arrenderti
strappagli la maschera e gli artigli

reca tu sollievo al sofferente
soccorri tu il rapinato in fin di vita
che incontri sulla strada per Gerico

tu continua a chiamare alla lotta
le oppresse e gli oppressi sii tu
l'umanita' come dovrebbe essere

ogni essere umano ha diritto alla vita
alla dignita' alla solidarieta'
salvare le vite e' il primo dovere

questa immane mole di male
non accrescerla con la tua indifferenza

a questo regime dei lupi non recare
il vile tributo della tua resa

persona che mi leggi mia simile e sorella
finche' tu resisti
non ha vinto il fascismo

finche' tu resisti
contro tutte le violenze
contro tutte le menzogne
la nonviolenza e' in cammino
non si e' estinta l'umanita'.

57. COSA E' LA POLITICA

E' l'opposizione alla guerra e alle stragi.
E' l'azione comune per salvare tutte le vite.
*
Difendere la vita, la dignita' e i diritti di ogni persona.
Difendere il mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Condividere i beni ed il bene.
*
Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.
Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.
Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.
*
Il contrario della politica e' il fascismo.
Chi non si oppone ai massacri ne e' complice.

58. MENO, PIU'

Meno armi circolano,
piu' vite umane si salvano.

59. ILARIA ALPI

Il 20 marzo 1994 assassinata a Mogadiscio moriva Ilaria Alpi.
Che non dimentichiamo.

60. MIRAN HROVATIN

Il 20 marzo 1994 assassinato a Mogadiscio moriva Miran Hrovatin.
Che non dimentichiamo.

61. CONTRO TUTTE LE UCCISIONI, CONTRO TUTTE LE VIOLENZE

La nostra lotta e' contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' giunta alla sua autocomprensione.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

62. DALL'AMERICA

Non accadono solo cose orribili negli Stati Uniti d'America.
Dinanzi a tanti orrori, a contrastare tanti orrori, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, sono sorte negli ultimi anni esperienze come il movimento antirazzista "Black Lives Matter", come il movimento femminista "MeToo", come il recentissimo movimento disarmista che coinvolge innumerevoli giovani: sono esperienze che convocano l'umanita' intera a un impegno comune di pace e di giustizia, di dignita' e responsabilita', di solidarieta' e condivisione.
Ovunque una persona insorge contro la violenza, li' l'umanita' rinasce.
Ogni giorno, in ogni luogo, la nonviolenza e' in cammino.
Salvare le vite e' il primo dovere.

63. SOLO

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

64. ADESIONE ALLA GIORNATA DI DIGIUNO DEL 30 MARZO 2018 PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO

Care amiche e cari amici dell'associazione "Liberarsi",
aderiamo con tutto il cuore alla giornata di digiuno del 30 marzo 2018 per l'abolizione dell'ergastolo, come gia' abbiamo aderito alla prima giornata di digiuno lo scorso 10 dicembre 2017.
Un cordiale saluto,
Peppe Sini, per il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 25 marzo 2018
Riproduciamo di seguito due comunicati che abbiamo diffuso in occasione della precedente giornata di digiuno.
*
Allegato primo. Adesione alla giornata di digiuno del 10 dicembre 2017 per l'abrogazione dell'ergastolo
Aderisco alla giornata di digiuno del 10 dicembre 2017 per l'abrogazione dell'ergastolo.
Mi e' sempre sembrato evidente che condannare una persona alla detenzione fino alla morte - con cio' privandola per sempre della quasi totalita' delle liberta' personali e delle relazioni sociali al di fuori delle quali l'umanita' e' pressoche' annichilita - costituisce quasi una sorta di condanna a morte in forma differita attraverso una segregazione senza speranza che si configura come una tortura senza scampo.
La Costituzione della Repubblica Italiana, che all'articolo 13, comma quarto, stabilisce che "e' punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di liberta'", e che all'articolo 27, comma terzo, stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato", ed al comma quarto del medesimo articolo ribadisce che "non e' ammessa la pena di morte", ebbene, inequivocabilmente dichiara la flagrante illiceita' della pena dell'ergastolo.
Ogni essere umano ha diritto alla vita e alla dignita'; e cosi' come e' inammissibile l'omicidio, e' altresi' inammissibile la perpetua segregazione di una persona dall'umanita' e l'imposizione dell'incessante tortura del sapersi per sempre privati di tantissima parte di cio' che rende umana l'umana esistenza.
*
Allegato secondo. In digiuno nella Giornata internazionale per i diritti umani
Domenica 10 dicembre 2017, nell'anniversario della proclamazione da parte dell'Onu della "Dichiarazione universale dei diritti umani", molte persone nel nostro paese digiuneranno per chiedere che sia abrogato l'ergastolo. E tra loro anche chi dagli anni '70 del secolo scorso anima l'esperienza del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.
Noi crediamo che ogni essere umano abbia diritto alla vita e alla dignita'.
Chi commette un crimine, anche gravissimo, non cessa di essere un essere umano. E tutta la cultura penale moderna sostiene che la pena debba avere come fine non la distruzione della persona che il crimine ha commesso, ma il suo recupero al patto fondamentale di solidarieta' con gli altri esseri umani che col suo crimine ha rotto.
La riflessione giuridica mondiale da anni muove verso il concetto di giustizia riparativa, e molte sono le esperienze gia' in corso che alla mera segregazione in un tempo svuotato di significati e aperture e nella compressione dei corpi in spazi astratti e cubicolari, sostituiscono invece attivita' pratiche socialmente utili in luoghi e strutture e relazioni orientate al bene comune, ad un'operosa fraternita' e sororita', in cui sia realmente possibile riconoscere e fare il bene, tornare a sentirsi ed essere realmente umani tra umani.
Ed esperienze luminose come quella sudafricana della "Commissione per la verita' e la riconciliazione" indicano la via a un diritto penale fondato sul veritiero pieno riconoscimento di responsabilita' e sul dono del persuaso perdono da parte delle vittime, sull'autentica conversione e reintegrazione del reo all'umanita'.
Nel nostro paese in anni che oggi sembrano appartenere ad un'altra era geologica, e che invece sono appena alle nostre spalle e ancora di fronte a noi, persone che venivano dalla lotta allora infine vittoriosa contro le istituzioni della violenza asilare per i sofferenti psichici e per i diversamente abili promossero il fine civile e il concreto programma di "liberarsi dalla necessita' del carcere". Di questa proposta noi siamo ancora convinti.
Cosi' come l'umanita' nel corso del tempo ha riconosciuto l'illiceita' della vendetta privata e della faida familiare delegando ai pubblici poteri il monopolio dell'uso lecito della violenza, ha sostituito lo strazio dei corpi con la detenzione, ha riconosciuto l'orrore e l'infamia della barbara spettacolarizzazione della sofferenza inflitta dai poteri giurisdizionali, ha abolito nei paesi civili l'assurda e scellerata pena di morte, cosi' ancora e ancor piu' sapra' progredire, e sapra' quindi anche liberarsi dalla necessita' del carcere: gia' oggi - lo ricordavamo sopra - sono in corso molte esperienze che alla detenzione sostituiscono un programma costruttivo di impegno reale di chi ha commesso un reato a riparare concretamente al male fatto - nella residua misura del possibile - impegnandosi in attivita' socialmente utili in pro delle vittime del male, in pro del bene comune, e soprattutto a sostegno delle persone piu' fragili e piu' bisognose di aiuto, come della natura la cui difesa e il cui risanamento sono indispensabili alla vita dell'umanita'.
E per muovere in questa direzione, per proseguire questo cammino dalla notte della violenza al giorno della nonviolenza occorre estendere ed intensificare le esperienze alternative alla segregazione e perseverare nell'impegno di civilta' per il superamento di tutte le istituzioni totali.
Nell'ambito della normativa penale vigente in Italia abolire l'ergastolo e' un passo iniziale e indispensabile. Esso prosegue e sviluppa in modo concreto e coerente quell'immenso progresso dell'umanita' che consiste nell'abolizione della pena di morte, ovvero nel riconoscimento che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto alla vita, e quindi che nessuno ha il diritto di togliere la vita a un essere umano.
Ha detto nitidamente papa Bergoglio: "L'ergastolo e' una pena di morte nascosta".
Con l'ergastolo infatti si toglie alla persona che lo subisce tanta parte di cio' che sostanzia e degnifica un'umana esistenza. Gli si lascia la vita, ma gli si toglie per sempre ogni speranza di liberazione, di reinserimento sociale, di riscatto e ritorno al consorzio civile, alla pienezza del mondo delle relazioni e degli affetti, del sapere e del fare, del riconoscimento e della riconoscenza.
Con l'ergastolo si impone alla persona che lo subisce una perpetua afflizione e una perpetua tortura.
E' del tutto evidente che l'ergastolo e' incompatibile con quanto la Costituzione della Repubblica Italiana afferma; la Costituzione infatti proibisce e punisce "ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di liberta'" (art. 13), e sancisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato" (art. 27).
Una pena che si pretende "per sempre" confligge con la lettera stessa della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico.
Una pena che si pretende "per sempre" confligge con le radici stesse di un'etica condivisa, con qualunque tavola dei valori morali.
Una pena che si pretende "per sempre" confligge con lo stesso statuto antropologico.
E' proprio dell'essere umano, di ogni riflessione morale e di ogni sistema giuridico il presupposto fondamentale che a nessun essere umano possa essere negata da un qualsivoglia umano potere la vita e la dignita', che a nessun essere umano possa essere imposta da un qualsivoglia umano potere una sofferenza infinita.
Il digiuno e' una forma di intervento sociale caratteristica della tradizione nonviolenta: con esso si denuncia un'ingiustizia e si assume la propria parte di responsabilita' per essa. Chi digiuna assume volontariamente una parte di sofferenza per smascherare un'iniquita', suscitare un'attenzione, testimoniare una condivisione, invitare a una conversione al bene comune, affermare l'umanita' dell'umanita'.
Come persone amiche della nonviolenza noi affermiamo che fare il male e' sempre un male; noi affermiamo che il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite; noi affermiamo che ad ogni violenza occorre opporsi senza riprodurla; noi affermiamo che la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente e' il compito primo e il fine ultimo della civilta' umana.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Giustizia e misericordia, non violenza e vendetta.
La nonviolenza e' la civilta' umana in cammino verso la piena autocoscienza, verso l'universale mutuo soccorso e la piena condivisione dei beni, verso la comune liberazione.
L'ergastolo e' contrario a un ordinamento giuridico democratico.
L'ergastolo e' contrario al fondamento stesso di tutti i diritti umani.
L'ergastolo va abrogato.
Per questo digiuniamo il 10 dicembre, anniversario della proclamazione da parte dell'Onu della "Dichiarazione universale dei diritti umani".
*
Per informazioni e adesioni
Associazione Liberarsi onlus, casella postale 30, 50012 Grassina (Fi), sede legale: via A. Manzoni 21, 50121 Firenze, tel. 0550733042, e-mail: associazioneliberarsi at gmail.com, sito: www.liberarsi.net

65. OPPORSI ALLA GUERRA, AL RAZZISMO, AL MASCHILISMO

Opporsi alla guerra, al razzismo, al maschilismo.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

66. AFFOGANDO IN QUESTO OCEANO DI SANGUE

Guerra dopo guerra, massacro dopo massacro, l'umanita' si estingue.
Solo il disarmo ferma le stragi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
*
Il primo dovere e' salvare le vite.
Nessun potere assassino e' legittimo.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
*
Riconosci l'umanita' di ogni essere umano.
A tutte le uccisioni, a tutte le violenze, a tutte le menzogne opponiti tu.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

67. UNA MINIMA MEDITAZIONE PARTECIPANDO A UNA GIORNATA DI DIGIUNO PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO

Prendo parte quest'oggi, venerdi' 30 marzo 2018, alla giornata di digiuno per l'abolizione dell'ergastolo promossa dall'associazione Liberarsi, un'esperienza da molti anni impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
So che un giorno di digiuno non e' una gran cosa. Ma se e' un gesto condiviso da tante persone, e che si unisce a tanti altri gesti, puo' forse contribuire ad ottenere che finalmente il Parlamento italiano abolisca l'ergastolo, che e' una barbarie incompatibile con la dignita' umana, con un ordinamento giuridico democratico, con la Costituzione della Repubblica Italiana.
E valga il vero.
L'ergastolo e' incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana che prevede che "le pene non possono consistere in  trattamenti contrari al senso di umanita' e devono tendere alla rieducazione del condannato": una perpetua segregazione dal resto dell'umanita' e' evidentemente un trattamento contrario al senso di umanita'.
L'ergastolo e' incompatibile con un ordinamento giuridico democratico, che a tutti gli esseri umani riconosce il diritto ad esistere, a vivere una vita degna ed a migliorare le proprie condizioni di vita: una perpetua segregazione dal resto dell'umanita' nega l'umanita' delle vittime di tale misura, e quindi nega l'umanita' dell'intera umanita'.
L'ergastolo e' incompatibile con la dignita' umana, poiche' imporre a una persona una perpetua segregazione dal resto dell'umanita' equivale ad annientarla nella sua fondamentale struttura relazionale ed a negarne la qualita' stessa di persona.
La civilta' comincia con la decisione di non uccidere, di salvare le vite.
Segregare per sempre una persona dal resto dell'umanita' e' come seppellirla viva: e' un crimine ed una tortura; e' una barbarie incompatibile con ogni valore morale e civile.
Unisco pertanto anche la mia voce all'appello al Parlamento affinche' sia finalmente abolita la flagrante barbarie dell'ergastolo.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 298 del 3 aprile 2018

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