[Nonviolenza] Telegrammi. 2992



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2992 del 2 marzo 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Apprezzamento e sostegno alla candidatura al Parlamento di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento
2. Mao Valpiana: Leva obbligatoria? Io obietto
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. "Non una di meno": L'8 marzo la marea femminista torna nelle strade: noi scioperiamo!
6. Berta Caceres
7. Mario Lodi
8. Epifanio Li Puma
9. Il 2 marzo del '45
10. Francesco Luigi Ferrari
11. Il futuro e' nel dialogo
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. APPREZZAMENTO E SOSTEGNO ALLA CANDIDATURA AL PARLAMENTO DI MAO VALPIANA, PRESIDENTE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Esprimiamo apprezzamento e sostegno alla candidatura al Parlamento di Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento.
Crediamo che per contrastare la destra militarista, razzista e maschilista sia opportuno che in Parlamento siedano persone impegnate per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa del mondo vivente; persone amiche della nonviolenza.
Come Mao Valpiana, candidato nella lista "Insieme" della coalizione democratica ed antifascista.
*
Un breve profilo di Mao Valpiana
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' stato fondamentale ideatore, animatore e portavoce dell'"Arena di pace e disarmo" del 25 aprile 2014 e coordina la campagna "Un'altra Difesa e' possibile". Un suo profilo autobiografico e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010. Oltre ad innumerevoli scritti, pubblicati negli anni in molte riviste e in vari libri, ha curato due volumi dedicati ad Alexander Langer: Fare la pace, Cierre Edizioni, 2005, 2017; Una buona politica per riparare il mondo, Edizioni Legambiente, 2016. E' attualmente candidato dei Verdi nella lista "Insieme" per il Senato. Cura un blog personale: https://maovalpiana.wordpress.com/ e un blog sull'"Huffington Post": http://www.huffingtonpost.it/author/mao-valpiana/

2. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: LEVA OBBLIGATORIA? IO OBIETTO
[Ringraziamo di cuore Mao Valpiana per questo intervento.
Mao (Massimo) Valpiana e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come giornalista. E' presidente nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo  Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha  partecipato nel 1972 alla campagna per il riconoscimento  dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di  coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima  guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare  un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato  assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International di Londra e dell'Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza di Bruxelles. E' stato Consigliere regionale del Veneto e consigliere comunale di Verona. Nel 2014 e'  stato tra i promotori dell'evento nazionale "Arena di pace e disarmo" che ha riunito 15.000 persone nell'anfiteatro veronese. Oltre ad innumerevoli scritti, pubblicati negli anni in molte riviste e in vari libri, ha curato due volumi dedicati ad Alexander Langer: "Fare la pace" (Cierre Edizioni, 2005, riedizione aggiornata nel 2017), e "Una buona politica per riparare il mondo" (Edizioni Legambiente, Biblioteca del Cigno, 2016). E' attualmente candidato dei Verdi nella lista "Insieme" per il Senato. Cura un blog personale: https://maovalpiana.wordpress.com/ e un blog su Huffington Post: http://www.huffingtonpost.it/author/mao-valpiana/ , per contatti:  Movimento Nonviolento, via Spagna  8, 37123 Verona, tel. 0458009803]

Tra le sparate della campagna elettorale, ci mancava la riproposizione della leva obbligatoria, la naja, avanzata dalle Associazioni nazionali d'arma (Alpini, Bersaglieri, Fanti) e subito sostenta e rilanciata del capo della Lega che vedrebbe l'esercito popolare come un baluardo contro il terrorismo.
A parte l'evidente insostenibilita' pratica ed economica della proposta (ripristinare tutte le caserme dismesse, riaprire i distretti militari aboliti, rimettere in atto mense, camerate, poligoni: quanto costerebbe?), qualcuno dovrebbe spiegare come dei giovani ragazzi con la divisa grigioverde potrebbero contrastare le centrali del terrorismo internazionale che pianifica le stragi messe poi in atto dai cosiddetti lupi solitari o dalle cellule jihadiste.
Lo Stato italiano non riesce nemmeno a garantire il servizio civile volontario a tutti i giovani che vorrebbero farlo, ed ogni anno sono decine di migliaia le domande presentate che rimangono inevase. Si attui pienamente il Servizio Civile Universale (aperto a tutti coloro, ragazzi e ragazze, italiani e stranieri, desiderosi di svolgerlo), che coinvolgerebbe circa 100.000 giovani all'anno.
Sarebbe anche il modo, forse l'unico, per offrire ai giovani una prospettiva di coinvolgimento nella societa', una risposta al senso di frustrazione e di nulla che c'e' nel loro futuro.
Abbiamo bisogno di un "esercito di pace" che con il servizio civile volontario contribuisca davvero alla difesa di quei valori costituzionali di cittadinanza che l'imposizione della naja obbligatoria cancellerebbe definitivamente.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. APPELLI. "NON UNA DI MENO": L'8 MARZO LA MAREA FEMMINISTA TORNA NELLE STRADE: NOI SCIOPERIAMO!
[Dal sito di "Non una di meno" (https://nonunadimeno.wordpress.com) riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento]

Il prossimo 8 marzo la marea femminista tornera' nelle strade di tutto il mondo con lo sciopero globale delle donne.
Il rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia di chi non vuole esserne vittima si trasformeranno in un grido comune: da #metoo a #wetoogether.
Sara' sciopero femminista perche' pretendiamo una trasformazione radicale della societa': scioperiamo contro la violenza economica, la precarieta' e le discriminazioni. Sovvertiamo le gerarchie sessuali, le norme di genere, i ruoli sociali imposti, i rapporti di potere che generano molestie e violenze. Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile. Vogliamo autonomia e liberta' di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite, vogliamo essere libere di muoverci e di restare contro la violenza del razzismo istituzionale e dei confini.
Sappiamo che scioperare e' sempre una grandissima sfida, perche' ci scontriamo con il ricatto di un lavoro precario o di un permesso di soggiorno. Sappiamo quanto e' difficile interrompere il lavoro informale, invisibile e non pagato che svolgiamo ogni giorno nel chiuso delle case, nei servizi pubblici e privati, per le strade. Sappiamo che scioperare puo' sembrare impossibile quando siamo isolate e divise. Sappiamo che il diritto di sciopero subisce quotidiane restrizioni.
Lo sciopero dell'8 marzo in Italia dovra' affrontare anche le limitazioni imposte dalle franchigie elettorali, che impediscono ad alcune categorie di incrociare le braccia nei 5 giorni che seguono il voto del 4 marzo.
Sappiamo anche, pero', che lo scorso anno siamo riuscite a vincere questa sfida, dando vita a un imponente sciopero sociale, sostenuto da alcuni sindacati e agito con forme e pratiche molteplici che ne hanno esteso i confini.
Quest'anno, alcuni sindacati hanno gia' dichiarato lo sciopero. Molti mancano ancora all'appello. Di fronte alla piu' grande insorgenza globale delle donne contro la violenza patriarcale e neoliberista, noi crediamo che i sindacati debbano cogliere quest'occasione unica, prendendo parte a un processo che combatte la violenza maschile e di genere come condizione fondamentale della precarizzazione del lavoro.
Lo sciopero femminista coinvolgera' il lavoro produttivo e riproduttivo, andra' oltre il corporativismo delle categorie e i confini nazionali, unira' le molteplici figure del mondo del lavoro e del non lavoro.
In questi mesi di campagna elettorale, non c'e' lista o partito che non citi nel suo programma la violenza contro le donne senza pero' riconoscere il carattere sistemico della violenza e senza mai porre realmente in questione i rapporti di potere vigenti. Contro ogni strumentalizzazione, contro il razzismo fascista e quello istituzionale, che usano i nostri corpi per giustificare la violenza piu' brutale contro le migranti e i migranti e ulteriori restrizioni alla loro liberta' di movimento, rivendichiamo la nostra autonomia e ribadiamo la necessita'/volonta' di autodeterminarci. Il piano su cui ci interessa esprimerci e' il Piano Femminista contro la violenza maschile e di genere, il nostro terreno di lotta e rivendicazione comune, scritto da migliaia di mani in un anno di lotte.
Grideremo a tutto il mondo che non siamo il campo di battaglia ne' il programma elettorale di nessuno. Abbiamo il Piano femminista per riprenderci cio' che vogliamo. Occuperemo lo spazio pubblico per riaffermare la nostra autonomia e forza politica.
Il nostro movimento eccede l'esistente, attraversa frontiere, lingue, identita' e scale sociali per costruire nuove geografie.
Al grido di #WeToogether il prossimo 8 marzo questo movimento mostrera' ancora una volta la sua forza globale.
Noi scioperiamo!

6. MEMORIA. BERTA CACERES

Il due marzo di due anni fa
veniva assassinata Berta Caceres.

Ma ogni donna e ogni uomo che respira
e lotta e condivide i sogni e il pane
e' Berta Caceres che ancora vive.

7. MEMORIA. MARIO LODI

Il due marzo di quattro anni fa
ci lasciava il maestro Mario Lodi.

Il mondo intero era la sua scuola
insegnava la pace e la giustizia.

8. MEMORIA. EPIFANIO LI PUMA

Il due marzo di settant'anni fa
a Petralia Soprana la mafia assassinava
il nostro compagno Epifanio Li Puma.

E' ancora nostra la lotta che fu sua.

9. MEMORIA. IL 2 MARZO DEL '45

Il 2 marzo del '45
combattendo per la liberazione
di questo paese e dell'umanita'
morivano i partigiani
Gualtiero Calderoni, Mario Cotignola,
Francesco Guberti, Leonardo Pavirani,
Vasco Presentati, Giordano Senni.

Nessuno dimentichi
nessuno si arrenda.

10. MEMORIA. FRANCESCO LUIGI FERRARI

Il 2 marzo del '33 a Parigi
moriva esule l'antifascista
Francesco Luigi Ferrari.

Non muore la sua speme e la sua lotta.

11. APPELLI. IL FUTURO E' NEL DIALOGO

Il futuro e' nel dialogo
Appello per una rinnovata stagione di dialogo fra le religioni
Gli uomini e le donne di tutti i tempi sono stati interpellati dagli eventi della storia ad assumere decisioni per dare un futuro all'umanita'.
Anche noi, oggi, siamo interpellati dalla devastante guerra mondiale a pezzi, che va avanti dall'11 settembre del 2001, con conseguenze gravissime per milioni e milioni di persone uccise, ridotte alla fame o costrette a fuggire dai propri paesi.
E' una guerra che si nutre di bugie e trova origine nella voracita' delle grandi potenze che cercano nuovi mercati, materie prime e supremazia globale e che sta aggravando ancora di piu' i gia' precari equilibri ambientali con l'avanzare di profondi cambiamenti climatici.
I movimenti migratori, in cui sono coinvolti a livello mondiale un centinaio di milioni di persone, e' figlio prevalentemente della guerra nella quale e' coinvolto anche il nostro paese.
La guerra e' follia. Occorre uscirne al piu' presto, fermando la produzione di armamenti che la sostiene e bloccando la diffusione di notizie false che la genera; cosi' come occorre bloccare ogni xenofobia e ogni forma di razzismo.
Non dobbiamo dimenticare cio' che e' successo durante la seconda guerra mondiale. Anche allora, per sostenere la guerra, si scateno' un feroce razzismo contro gli ebrei, l'antisemitismo, che porto' all'orrore dei campi di concentramento e alla Shoà. Anche allora si usarono la religione e la guerra tra poveri come carburante per la guerra.
Oggi ci risiamo. La guerra tra poveri che si vuole scatenare contro i migranti non serve ai popoli, perche' lascia intatti i privilegi e le ricchezze di quanti sono i responsabili della guerra, e non risolve i problemi sociali che ogni guerra si porta dietro, con l'aumento a dismisura delle spese militari da un lato e dall'altro la riduzione drastica di tutte le spese per i servizi e il benessere sociale, a cominciare dalla tutela ambientale e dalla difesa della popolazione e del territorio dai disastri naturali.
Come persone, uomini e donne, credenti e non credenti, appartenenti all'unica razza umana, operanti da anni nel difficile cammino del dialogo, alla ricerca di cio' che ci unisce e della nostra comune umanita', siamo interpellati a promuovere il dialogo e l'incontro tra le religioni e a opporci a qualsiasi forma di razzismo, di xenofobia, di odio religioso e a sostenere senza tentennamenti la libertà religiosa.
Memori della storia del xx secolo appena passato, ci impegniamo percio':
a valorizzare il dialogo fra le religioni a ogni livello possibile, nelle nostre istituzioni culturali, nella scuola, nell'associazionismo, nelle nostre comunita' religiose;
- a sostenere in particolare il dialogo fra le tre grandi religioni monoteiste: l'ebraica, la cristiana, la islamica, tutte figlie del patriarca Abramo;
- a opporci a qualsiasi tentativo di cristallizzare il razzismo e trasformarlo in un fenomeno organizzato come ha tentato di fare il fascismo in Italia nel 1938;
- a negare ogni giustificazione religiosa a chiunque promuova la guerra o pratichi il razzismo e la xenofobia, soffiando sul fuoco delle differenze che esistono fra le religioni, e compia atti di violenza razziale;
- a promuovere un'informazione veritiera sul fatto religioso, priva di istigazioni all'odio razziale, come previsto tra l'altro dallo stesso codice deontologico dei giornalisti italiani;
- a opporci a qualsiasi iniziativa di guerra e a promuovere una vera educazione alla pace e alla nonviolenza come base della convivenza civile, e a sostenere ogni iniziativa dello Stato che promuova la via diplomatica e non lo scontro;
- a rifiutare qualsivoglia ingerenza statale o di partito politico all'interno di singole organizzazioni religiose che devono essere libere di vivere la propria fede secondo quanto sancito dalla nostra Costituzione.
Ci impegniamo inoltre a promuovere tutte le iniziative di dialogo esistenti fra le religioni e all'interno di esse, fra cui:
- la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre;
- la Giornata del dialogo ebraico-cristiano del 17 gennaio;
- la Settimana di preghiera per l'unita' dei cristiani dal 18 al 25 gennaio;
- la Giornata della liberta' religiosa del 17 febbraio;
- il Tempo per il Creato dal primo settembre al 4 ottobre;
- esperienze quali i Consigli cittadini delle chiese cristiane e i Tavoli interreligiosi cittadini;
- tutte le altre giornate e/o iniziative che promuovano l'incontro tra le religioni e che ci aiutino a riconoscerci figli e figlie della stessa umanità.
Consapevoli che ogni essere umano sara' giudicato e ricordato per cio' che ha fatto di buono per l'umanità, chiamiamo gli uomini e le donne di pace di questo nostro paese a un impegno personale e costante su questi temi perché questa è l'unica via che abbiamo per dare un futuro alla nostra umanità.
Roma, 28 febbraio 2018
*
Primi firmatari in ordine alfabetico
Adel Jabbar, sociologo
Adista, Roma
Agnese Ginocchio, cantautrice per la pace e la nonviolenza
Alessandro Paolantoni, comunita' islamica Roma
Amina Salina, comunita' islamica Roma
Augusto Cavadi, filosofo
Brunetto Salvarani, teologo
Cipax, Centro Interconfessionale per la Pace, Roma
Confronti, mensile di religioni - politica - societa', Roma
Cristina Mattiello, insegnante, Roma
Don Ettore Cannavera, Comunita' La Collina Serdiana (Ca)
Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, Pistoia
Enrico Peyretti, pubblicista, Torino
Farid Adly, direttore dell'agenzia-stampa "Anbamed. Notizie dal Mediterraneo"
Gianni Novelli, pensionato
Giorgio Ghezzi, sacramentino
Giovanni Ferro', giornalista
Giovanni Sarubbi, direttore www.ildialogo.org
Hamza Piccardo, Costituente Islamica
Izzedin Elzir, presidente Ucoii
Jawed Khan, membro Assemblea Generale del Centro Islamico Culturale d'Italia (Grande Moschea di Roma)
Karima Angiolina Campanelli, regista, autrice, pittrice
Laura Caffagnini, giornalista, Parma
Mauro Matteucci, Centro di documentazione e di progetto "don Lorenzo Milani" di Pistoia
Mohammed Ben Mohammed, presidente Associazione culturale islamica Moschea di Al Huda
Mosaico di Pace, rivista di Pax Christi Italia, Bari
Nizar Ramadan, editore
Noi Siamo Chiesa, Roma
Pax Christi Italia, Firenze
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Pierpaolo Loi, Comunita' La Collina Serdiana (Ca)
Radio Voce della Speranza di Firenze
Redazione Pressenza Italia
Rocco Altieri, direttore Centro Gandhi Pisa
Salameh Ashour, portavoce comunita' palestinese
Tempi di Fraternita', Torino
Tonio Dell'Olio, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi
*
Per aderire all'appello: www.ildialogo.org, redazione at ildialogo.org

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- B. Ifor Evans, Storia della letteratura inglese, Cappelli, 1959, pp. 266.
- B. Ifor Evans, Breve storia del teatro inglese, Cappelli, 1963, pp. 170.
- G. C. Thornley, An Outline of English Literature, Longman, Harlow 1968, 1981, pp. 208.
- A. Maiocchi, A. Bartesaghi, L'esame di storia della letteratura inglese, Bignami, Milano 1969, pp. 288.
- Carla Muschio, Storia della letteratura inglese, Ciranna & Ferrara, Seregno (Mi) 1985, pp. 96.
- Luisa Maria Rocca De Vecchi, Storia della letteratura inglese, Edizioni A.P.E. Mursia, Milano 1982, pp. XII + 244.

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2992 del 2 marzo 2018
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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