[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 710



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 710 del 27 febbraio 2018

In questo numero:
1. Per Stephane Hessel, nel quinto anniversario della scomparsa
2. "Non una di meno": L'8 marzo la marea femminista torna nelle strade: noi scioperiamo!
3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Mao Valpiana: Tra violenza e vilta' (2014)
7. Enrico Peyretti: Riflettendo sulle elezioni politiche
8. Edith Stein: Il mondo in cui vivo
9. Etty Hillesum: Cose imparate attraverso il dolore
10. Anne Frank: Il mondo alla rovescia

1. MAESTRI. PER STEPHANE HESSEL, NEL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Nel quinto anniversario della scomparsa di Stephane Hessel (Berlino, 20 ottobre 1917 - Parigi, 27 febbraio 2013), resistente e deportato, collaboratore alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani, giurista e scrittore, autore dell'aureo libretto "Indignatevi" che ha saputo dare voce e fin suscitare un movimento internazionale nonviolento di impegno contro ogni ingiustizia e di solidarieta' con ogni essere umano, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda con gratitudine che non si estingue.
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Una breve notizia su Stephane Hessel
Stephane Hessel e' nato a Berlino il 20 ottobre 1917 da una famiglia ebraica (il padre fu il traduttore tedesco di Proust, mentre la madre fu il personaggio che ispiro' Roche' - e poi Truffaut - per l'indimenticabile Catherine di Jules e Jim), ed e' cresciuto nella Francia degli anni Trenta. Ha partecipato eroicamente alla Resistenza francese (catturato dai nazisti e deportato nel campo di sterminio di Buchenwald riusci' a evadere e continuare la lotta) e dopo la guerra ha lavorato al Segretariato generale dell'Onu ed e' stato uno dei principali redattori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Diplomatico, attivista e scrittore, e' stato costantemente impegnato in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Nel 2010 il suo opuscolo Indignatevi! ha favorito il sorgere di una vasta mobilitazione sociale nonviolenta in vari paesi. E' deceduto a Parigi il 27 febbraio 2013. Tra le opere di Stephane Hessel: Danza con il secolo, Add Editore, Torino 2011; Indignatevi!, Add Editore, Torino 2011; Impegnatevi!, Salani, Milano 2011; (con Jean-Michel Helvig), Dalla parte giusta, Rcs, Milano 2011; Vivete!, Castelvecchi, Roma 2012; A conti fatti... o quasi, Bompiani, Milano 2012; (con Edgar Morin), Il cammino della speranza, Chiarelettere, Milano 2012; Vivete!, Castelvecchi, 2012; Agli indignati di questa Terra, Liberilibri, Macerata 2013; Non arrendetevi!, Passigli, 2014; Esigete! Un disarmo nucleare totale, Ediesse, Roma 2014.
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Anche nel ricordo di Stephane Hessel continuiamo nell'impegno nonviolento per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa del mondo vivente casa comune dell'umanita'.
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Anche nel ricordo di Stephane Hessel continuiamo nell'impegno a sostegno dell'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia; a sostegno dell'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; a sostegno dell'appello per la legge sullo "ius soli / ius culturae".
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Anche nel ricordo di Stephane Hessel continuiamo nell'impegno contro il militarismo, il razzismo, il maschilismo; continuiamo nell'impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; continuiamo nell'impegno in difesa della biosfera.
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Anche nel ricordo di Stephane Hessel continuiamo nell'impegno antifascista.
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Vi e' una sola umanita'. Tutti gli esseri umani sono eguali in diritti. Salvare le vite e' il primo dovere. Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell'impegno comune per la liberazione dell'umanita'. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. APPELLI. "NON UNA DI MENO": L'8 MARZO LA MAREA FEMMINISTA TORNA NELLE STRADE: NOi SCIOPERIAMO!
[Dal sito di "Non una di meno" (https://nonunadimeno.wordpress.com) riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento]

Il prossimo 8 marzo la marea femminista tornera' nelle strade di tutto il mondo con lo sciopero globale delle donne.
Il rifiuto della violenza maschile in tutte le sue forme e la rabbia di chi non vuole esserne vittima si trasformeranno in un grido comune: da #metoo a #wetoogether.
Sara' sciopero femminista perche' pretendiamo una trasformazione radicale della societa': scioperiamo contro la violenza economica, la precarieta' e le discriminazioni. Sovvertiamo le gerarchie sessuali, le norme di genere, i ruoli sociali imposti, i rapporti di potere che generano molestie e violenze. Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile. Vogliamo autonomia e liberta' di scelta sui nostri corpi e sulle nostre vite, vogliamo essere libere di muoverci e di restare contro la violenza del razzismo istituzionale e dei confini.
Sappiamo che scioperare e' sempre una grandissima sfida, perche' ci scontriamo con il ricatto di un lavoro precario o di un permesso di soggiorno. Sappiamo quanto e' difficile interrompere il lavoro informale, invisibile e non pagato che svolgiamo ogni giorno nel chiuso delle case, nei servizi pubblici e privati, per le strade. Sappiamo che scioperare puo' sembrare impossibile quando siamo isolate e divise. Sappiamo che il diritto di sciopero subisce quotidiane restrizioni.
Lo sciopero dell'8 marzo in Italia dovra' affrontare anche le limitazioni imposte dalle franchigie elettorali, che impediscono ad alcune categorie di incrociare le braccia nei 5 giorni che seguono il voto del 4 marzo.
Sappiamo anche, pero', che lo scorso anno siamo riuscite a vincere questa sfida, dando vita a un imponente sciopero sociale, sostenuto da alcuni sindacati e agito con forme e pratiche molteplici che ne hanno esteso i confini.
Quest'anno, alcuni sindacati hanno gia' dichiarato lo sciopero. Molti mancano ancora all'appello. Di fronte alla piu' grande insorgenza globale delle donne contro la violenza patriarcale e neoliberista, noi crediamo che i sindacati debbano cogliere quest'occasione unica, prendendo parte a un processo che combatte la violenza maschile e di genere come condizione fondamentale della precarizzazione del lavoro.
Lo sciopero femminista coinvolgera' il lavoro produttivo e riproduttivo, andra' oltre il corporativismo delle categorie e i confini nazionali, unira' le molteplici figure del mondo del lavoro e del non lavoro.
In questi mesi di campagna elettorale, non c'e' lista o partito che non citi nel suo programma la violenza contro le donne senza pero' riconoscere il carattere sistemico della violenza e senza mai porre realmente in questione i rapporti di potere vigenti. Contro ogni strumentalizzazione, contro il razzismo fascista e quello istituzionale, che usano i nostri corpi per giustificare la violenza piu' brutale contro le migranti e i migranti e ulteriori restrizioni alla loro liberta' di movimento, rivendichiamo la nostra autonomia e ribadiamo la necessita'/volonta' di autodeterminarci. Il piano su cui ci interessa esprimerci e' il Piano Femminista contro la violenza maschile e di genere, il nostro terreno di lotta e rivendicazione comune, scritto da migliaia di mani in un anno di lotte.
Grideremo a tutto il mondo che non siamo il campo di battaglia ne' il programma elettorale di nessuno. Abbiamo il Piano femminista per riprenderci cio' che vogliamo. Occuperemo lo spazio pubblico per riaffermare la nostra autonomia e forza politica.
Il nostro movimento eccede l'esistente, attraversa frontiere, lingue, identita' e scale sociali per costruire nuove geografie.
Al grido di #WeToogether il prossimo 8 marzo questo movimento mostrera' ancora una volta la sua forza globale.
Noi scioperiamo!

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: TRA VIOLENZA E VILTA' (2014)
[Ringraziamo di cuore Mao Valpiana per averci messo a disposizione questo intervento del 13 agosto 2014 dal titolo completo "Nonviolenza. Pensando a quel che sta accadendo in Iraq. Tra violenza e vilta'".
Mao (Massimo) Valpiana e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come giornalista. E' presidente nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo  Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha  partecipato nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di  coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima  guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare  un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato  assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International di Londra e dell'Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza di Bruxelles. E' stato Consigliere regionale del Veneto e consigliere comunale di Verona. Nel 2014 e'  stato tra i promotori dell'evento nazionale "Arena di pace e disarmo" che ha riunito 15.000 persone nell'anfiteatro veronese. Oltre ad innumerevoli scritti, pubblicati negli anni in molte riviste e in vari libri, ha curato due volumi dedicati ad Alexander Langer: "Fare la pace" (Cierre Edizioni, 2005, riedizione aggiornata nel 2017), e "Una buona politica per riparare il mondo" (Edizioni Legambiente, Biblioteca del Cigno, 2016). E' attualmente candidato dei Verdi nella lista "Insieme" per il Senato. Cura un blog personale: https://maovalpiana.wordpress.com/ e un blog su Huffington Post: http://www.huffingtonpost.it/author/mao-valpiana/ , per contatti:  Movimento Nonviolento, via Spagna  8, 37123 Verona, tel. 0458009803]

L'ultimo caso riguarda gli yazidi braccati e perseguitati in Iraq dai fanatici jihadisti dell'Isis.
Ma se andiamo a ritroso nel tempo troviamo il genocidio degli armeni cancellati dall'impero ottomano, gli ebrei sterminati dai nazisti, gli abitanti di Sarajevo presi di mira dai cecchini serbi, il popolo di Srebrenica massacrato dalla pulizia etnica, i civili di Gaza bombardati dall'esercito di Israele... e cosi' mille altre volte e' capitato alle minoranze di ogni parte del mondo di dover incarnare il ruolo di Abele ucciso dal fratello Caino.
Ed ogni volta la domanda che ci poniamo e': come difendere queste vittime inermi? Come intervenire con urgenza ed afficacia per salvare loro la vita?  Voltare lo sguardo dall'altra parte, fingere di non sapere o assolversi dicendo che nulla possiamo fare, e' un peccato di omissione di soccorso... lo stesso che condanniamo nella parabola del buon samaritano, l'unico a fermarsi per prestare aiuto, mentre il sacerdote ed il levita tirarono diritto pensando non fosse affar loro...
Ma per noi il tema e' ancora piu' difficile: come soccorerli, senza ricorrere alla violenza? Certo, qualcuno prima puo' porre legittimamente altre domande: come si e' creata la situazione? Quale la causa prima? Chi ha armato la mano dei carnefici? E le risposte sono tante e articolate: le responsabilita' degli Stati Uniti, la guerra infinita, le strane alleanze, gli interessi sul campo, le vendette della storia, gli estremismi figli dell'intervento armato dopo l'11 settembre, e mille altre analisi, giuste e complesse, ma che non danno la risposta al qui ed ora: come salvare le vite delle vittime di oggi? Il tema dei mezzi e dei fini si mescola con l'urgenza di un'azione efficace.
Per uscire dall'ideologia e dalla retorica, difronte a situazioni simili penso sempre: cosa farei se sapessi che tra quei fuggiaschi ci fosse mia figlia? Quale soluzione cercherei per salvarla? E' un esercizio personale sempre molto istruttivo....
Ci voleva la prevenzione dei corpi civili di pace, ma non c'erano. Ci vorrebbe la polizia internazionale dell'Onu, ma non c'e'. Ci vorra' un tribunale internazionale per condannare i criminali, ma non ci sara'....
E allora? Dobbiamo riconoscere che oggi altro non possiamo fare che sostenere l'intervento di chi con la forza militare puo' fermare gli assassini? Non oso dirlo io, che nulla conta il mio parere, ma vado a rileggermi Gandhi, che di queste cose se ne intendeva: "Credo che, ove vi fosse da scegliere soltanto tra vilta' e violenza, opterei per la violenza. Cosi' quando mio figlio maggiore mi chiese cosa avrebbe dovuto fare se fosse stato presente nel 1908 quando fui aggredito quasi mortalmente, se fuggire e vedermi ucciso o piuttosto impiegare la forza fisica che egli poteva e voleva impiegare, a difendermi, gli dissi che era suo dovere difendermi anche con il ricorso alla violenza. Per questo presi parte alla guerra boera, alla cosiddetta rivolta zulu' e all'ultima guerra. Per questo sostengo l'addestramento alle armi per coloro che credono nel metodo della violenza".
Forse per questo quando vedo le immagini degli elicotteri militari che sparando cercano di fermare l'avanzata jaidista e gettano viveri ai fuggiaschi, non mi sento di avanzare critiche. Chi crede nella via della violenza lo faccia fino in fondo, e se ne assuma le resposabilita'. E lo faccia con coraggio. Preferisco di gran lunga la scelta del presidente Obama, che utilizza i propri soldati, alla meschina posizione del governo italiano che pensa di fornire armi alle milizie Peshmerga: tenersi le mani pulite facendo fare il gioco sporco ad altri.
Penso che Gandhi si riferisse a questo quando distingueva tra violenza e vilta'...
Ma il ragionamento del Mahatma va avanti, e aggiunge: "... ma io credo che la nonviolenza sia infinitamente superiore alla violenza..." e capisco allora che il realismo della necessaria priorita' di salvare vite, anche tramite l'uso limitato e mirato della forza militare, deve essere accompagnato dal realismo profetico di costruire strumenti efficaci di intervento nonviolento. Il dramma di oggi e' stato creato dall'errore bellico; l'intervento chirurgico per estirpare il male odierno puo' essere fatto con lo stesso metodo cruento, poiche' solo quello abbiamo a disposizione, ma la cura a lunga scadenza per questo morbo oscuro che affligge l'umanita', potra' venire solo dalla medicina nonviolenta.

7. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: RIFLETTENDO SULLE ELEZIONI POLITICHE
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica "Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente", che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

Ieri sera, al Centro studi "Sereno Regis", abbiamo fatto un bell'incontro sulle elezioni, non di propaganda, ma di auto-reciproco-orientamento. Dopo una bella relazione (che non tento di riassumere qui) di Pietro Polito, un esame approfondito non solo delle posizioni presenti, ma dei fenomeni profondi in corso, anche preoccupanti, abbiamo avuto un libero aperto scambio di considerazioni.
Qui dico in breve quel che ne ho ricavato io, per orientarmi.
1. Politica e' tutta la nostra vita in societa': la conoscenza, la riflessione, le relazioni quotidiane, la partecipazione ai movimenti. Anche il sorriso e' politico, cioe' l'incontro umano positivo, anche con lo sconosciuto, specialmente con l'emarginato, perche' e' l'opposto e il primo rimedio dell'odio, in parole e atti violenti, che insozza oggi tanti momenti ed azioni sociali.
2. E' importante ritrovare la distinzione fondamentale, oggi occultata e inquinata, tra destra e sinistra. E' a destra chi sopporta (o anche utilizza) le diseguaglianze ingiuste. E' a sinistra chi ne soffre e vuole "rimuoverle" per la "pari dignita' di tutti" (art. 3 Cost.).
3. L'attivita' politica autentica, di ogni cittadino, appartiene all'etica umana universale - la "regola d'oro" presente in tutte le civilta': trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati da loro, e non trattarli come non si vorrbbe che loro ci trattassero, perche' abbiamo tutti la stessa dignita' - e non e' una meccanica delle forze, anche se il conto dei numeri (contare le teste invece di tagliarle) e' il modo meno violento di attribuire compiti e responsabilita', e di prendere decisioni.
4. Dopo queste elezioni, come sempre, sara' di primaria importanza "dire la verita' al potere", cioe' individuarlo dove e' occulto e anonimo, sottratto alla designazione democratica, mai chiamato a rispondere democraticamente, e questo e' oggi il potere finanziario totalitario e incontrollato, che svuota la democrazia, il piu' umano sistema politico finora costruito, e va percio' ricondotto sotto di essa.
5. Pace ed ecologia sono i problemi e gli obiettivi planetari, che condizionano tutto, e che questa misera campagna elettorale ha del tutto trascurato, dimostrando la pochezza mentale e politica dei gareggianti. Le culture e i movimenti impegnati su pace, disarmo (anzitutto nucleare), ambiente, ecologia umana, hanno un compito di importanza politica superiore ai partiti della competizione attuale. Oggi la politica e' cosmopolitica, nella comunita' dei popoli. I nazionalsimi sono miseria.
6. Il lavoro come diritto di vivere ed esprimersi, e come dovere di contribuire "al progresso materiale o spirituale della societa'" (art. 4 Cost.) va difeso e attuato per tutti, contro gli interessi economici che ne fanno uno strumento variabile, contro le tecniche che tendono a sostituire l'azione umana (totale automazione e robotizzazione del lavoro). Compito difficile ma primario.
7. L'astensione dal voto, e soprattutto dalla partecipazione sociale-politica, e' dovuta a delusione e disgusto causati dalle classi dirigenti e dal sistema elettorale da queste voluto, e' dovuta anche alla poverta' e alle preoccupazioni private di molti nella vita quotidiana, alla ignoranza e confusione infuse dai mezzi violenti di comunicazione, e' dovuta anche a fatalismo rinunciatario, ma c'e' anche una astensione critica attiva, espressa come obiezione di coscienza (e' la novita' di queste elezioni). L'astensionismo va soprattutto interpretato e affrontato nelle diverse cause, per sbloccare il contributo politico di tutti i cittadini. Rimane il fatto che astenersi e' regalare un punto a chi vince, senza sceglierlo.
8. La scelta personale del voto corre oggi tra due poli: l'efficacia e la testimonianza. Il voto che cerca di essere efficace guarda, stando le cose come stanno, ad evitare il peggio e a favorire le possibilita' presenti piu' accettabili, o meno inaccettabili, anche come pura riduzione del danno. Il voto che vuole testimoniare un'idea e una proposta giusta, anche se ora non puo' affermarsi come potere, non e' un tradimento, non e' uno spreco del voto, perche' fa comunque presente una alternativa da custodire e curare.
9. In ogni caso, dobbiamo essere presenti, attivi, informati, ricercatori, contribuire al lavoro del tempo, che non e' solo distruttivo: fa crescere i bimbi e fa esperti i vecchi, che potranno non morire invano. Le generazioni possono imparare di nuovo a darsi la mano nel cammino dei popoli umani, insieme nella pace, nel colloquio delle civilta', nella inventiva umanizzante della vita.

8. MAESTRE. EDITH STEIN: IL MONDO IN CUI VIVO
[Da Edith Stein, L'empatia, Angeli, Milano 1986, 2006, p. 55.
Edith Stein, filosofa tedesca, e' nata a Breslavia il 12 ottobre 1891 ed e' deceduta nel lager di Auschwitz il 9 agosto 1942. Di famiglia ebraica, assistente di Husserl, pensatrice tra le menti piu' brillanti della scuola fenomenologica, abbraccio' il cattolicesimo e nel 1933 entro' nella vita religiosa. I nazisti la deportarono ed assassinarono. Tra le opere di Edith Stein: le opere fondamentali sono Il problema dell'empatia, Franco Angeli (col titolo L'empatia) e Studium; Psicologia e scienze dello spirito, Citta' Nuova; Una ricerca sullo Stato, Citta' Nuova; La fenomenologia di Husserl e la filosofia di san Tommaso d'Aquino, Memorie Domenicane, poi in La ricerca della verita', Citta' Nuova; Introduzione alla filosofia, Citta' Nuova; Essere finito e Essere eterno, Citta' Nuova; Scientia crucis, Postulazione generale dei carmelitani scalzi. Cfr. anche la serie di conferenze raccolte in La donna, Citta' Nuova; e la raccolta di lettere La scelta di Dio, Citta' Nuova, Roma 1974, poi Mondadori, Milano 1997. Tra le opere su Edith Stein: per un sintetico profilo cfr. l'"invito alla lettura" di Angela Ales Bello, Edith Stein, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo 1999 (il volumetto contiene un breve profilo, un'antologia di testi, una utile bibliografia di riferimento). Lavori sul pensiero della Stein: Carla Bettinelli, Il pensiero di Edith Stein, Vita e Pensiero, Milano 1976; Luciana Vigone, Introduzione al pensiero filosofico di Edith Stein, Citta' Nuova, Roma 1991; Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero di Padova, 1998, 2003; Angela Ales Bello, Edith Stein. Patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000. Per la biografia: Edith Stein, Storia di una famiglia ebrea, Citta' Nuova, Roma 1994, 1999; Elio Costantini, Edith Stein. Profilo di una vita vissuta nella ricerca della verita', Libreria Editrice Vaticana, Citta' del Vaticano 1987, 1998; Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro. L'empatia a partire da Edith Stein, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000]

Il mondo in cui vivo non e' soltanto un mondo di corpi fisici: in esso ci sono, esterni a me, soggetti che "vivono" e io so di questo vissuto.

9. MAESTRE. ETTY HILLESUM: COSE IMPARATE ATTRAVERSO IL DOLORE
[Da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, p. 130.
Etty Hillesum e' nata a Middelburg il 15 gennaio 1914 e deceduta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004; Luciana Breggia, Parole con Etty, Claudiana, Torino 2011]

Cose imparate attraverso il dolore, che mi ha anche insegnato che si deve poter condividere il proprio amore con tutta la creazione, con il cosmo intero.

10. MAESTRE. ANNE FRANK: IL MONDO ALLA ROVESCIA
[Da Anne Frank, Diario. Racconti dell'alloggio segreto, Rcs, Milano 2015, p. 256.
Annelies Marie Frank nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte; emigrò con la famiglia in Olanda nel 1933. Dal 1942 al 1944 visse segregata nell'alloggio segreto per sfuggire ai  nazisti. A seguito della segnalazione di una spia tutti i rifugiati nell'alloggio furono arrestati; deportata ad Auschwitz, poi trasferita a Bergen Belsen, vi morì nel marzo 1945 (poche settimane dopo le truppe inglesi liberavano i sopravvissuti del campo). Opere di Anne Frank: il Diario (in italiano edito da Einaudi e negli Oscar Mondadori; ovviamente l'edizione di riferimento è adesso la nuova edizione integrale, Einaudi, Torino 1993, 2003; edizione critica: Diari, Einaudi, Torino 2002) fu trovato nell'alloggio segreto e consegnato dopo la guerra al padre, unico sopravvissuto della famiglia; fu pubblicato nel 1947. Cfr. anche i Racconti, Cappelli, 1966, poi Racconti dell'alloggio segreto, Einaudi, Torino 1983. Tra le opere su Anne Frank: Melissa Muller, Anne Frank. Una biografia, Einaudi, Torino 2000; C. Ann Lee, Storia di Anne Frank, Rizzoli, Milano 1998; segnaliamo anche il lavoro di Willy Lindwer, Gli ultimi sette mesi di Anna Frank, Newton Compton, Roma 1989, 1995; e la testimonianza di Miep Gies, Si chiamava Anne Frank, Mondadori, Milano 1988. Alcuni recenti libri illustrati rivolti ai lettori piu' giovani sono quelli di Menno Metselaar, Ruud van der Rol (et alii), La storia di Anne Frank, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2010; Sid Jacobson, Ernie Colon, Anne Frank. La biografia a fumetti, Rcs, Milano 2011, Mondadori, MIlano 2017; e Ari Folman, David Polonsky, Anne Frank - Diario, Einaudi, Torino 2017, Gedi, Roma 2018]

Qui il mondo va alla rovescia: le persone piu' a posto vengono mandate nei campi di concentramento, in prigione, in celle d'isolamento e la feccia resta a governare...

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Numero 710 del 27 febbraio 2018

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