[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 687
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- From: "nbawac at tin.it" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 31 Jan 2018 12:54:20 +0100 (CET)
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 687 del 31 gennaio 2018
In questo numero:
1. Ursula K. Le Guin
2. Paola Mazzaroli
3. One Billion Rising 2018
4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Maria Nadotti: Il potere del #metoo americano. E noi italiane dove siamo rimaste?
1. LUTTI. URSULA K. LE GUIN
E' deceduta Ursula K. Le Guin, autrice di libri indimenticabili come La mano sinistra delle tenebre, Il mondo della foresta, I reietti dell'altro pianeta.
Con gratitudine la ricordiamo.
2. LUTTI. PAOLA MAZZAROLI
E deceduta Paola Mazzaroli, militante anarchica, generosamente partecipe di molte e decisive esperienze e riflessioni libertarie, ecopacifiste, femministe, solidali; educatrice con l'esempio e testimone dell'umanita' come dovrebbe essere.
Con gratitudine la ricordiamo.
3. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING 2018
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Carissime,
prima di tutto buon anno! Vi scriviamo perche' anche quest'anno One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Il 14 febbraio saremo insieme nelle strade, nelle piazze, nei teatri, nelle scuole d'Italia e del mondo per manifestare contro ogni violenza e discriminazione, con ogni espressione artistica: danza, musica, teatro, lettura, proiezioni, ecc.
Un evento mondiale che si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarieta'. Il messaggio One Billion Rising 2018 e' proprio quello dell'importanza della solidarieta' come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
Per questo vi chiediamo di partecipare a One Billion Rising 2018 con evento, un momento di incontro da organizzare nella vostra citta', diffondendo la notizia e coinvolgendo piu' persone possibili. Poiche' il 14 febbraio 2018 sara' mercoledi', gli eventi potranno essere organizzati anche nei giorni precedenti e successivi (weekend del 10/2 o del 17/2).
Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni da seguire:
- Iscrizione al sito per segnalare il tuo evento: clicca su http://bit.ly/Registra_il_tuo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invita altre associazioni, gruppi, persone a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
- I nostri riferimenti: vi chiediamo di seguirci sui social, condividere i contenuti e invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Inviateci foto, video dell'organizzazione e dell'evento.
Sito ufficiale https://www.onebillionrising.org
Facebook https://www.facebook.com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Twitter @OBRItalia
Email obritalia at gmail.com
Hashtag ufficiali: #RiseInSolidarity #1billionrising #UntilTheViolenceStops
- Loghi ufficiali, immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube che potete scaricare cliccando sul link qui sotto:
loghi 2018: http://bit.ly/1billionloghi2018
foto profilo/cover social: http://bit.ly/1billioncoversocial
- Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento del 14 febbraio, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura. In particolare quest'anno, in occasione dei 20 anni de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler, opera diventata con i Vday il manifesto delle rivoluzione femminile in atto, vi invitiamo a leggerne qualche brano dell'opera durante l'evento.
Per quanto riguarda le autorizzazioni, bisogna affiggere un avviso pubblico di ripresa video nei luoghi in cui viene organizzata la manifestazione e, se si vogliono riprendere e/o intervistare le persone presenti, suggeriamo di chiedere loro di firmare una liberatoria cosi' da poter usare i video sui siti web, social e per eventuali montaggi.
Al seguente link http://bit.ly/OBR_autorizzazioni2018 puoi scaricare:
- Autorizzazione riprese, liberatorie per l'utilizzo delle riprese di persone;
- Avviso Pubblico riprese;
- Autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali One Billion Rising.
Per quanto riguarda le letture, oltre a I Monologhi della Vagina di seguito troverete, come suggerimento:
- alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly/insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
-la traduzione del brano musicale "Break the chain" credits Tena Clark-Musiche Tena Clark/Tim Heintz di M.G.Di Rienzo
http://bit.ly/traduzione_testo_BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org
Per dichiarare l'adesione e ricevere maggiori informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Coordinamento Italia One Billion Rising, Nicoletta Billi, Anna Vezzoli, Silvia Palermo
4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI
L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.
7. RIFLESSIONE. MARIA NADOTTI: IL POTERE DEL #METOO AMERICANO. E NOI ITALIANE DOVE SIAMO RIMASTE?
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento originariamente apparso su 27esimaora.corriere.it il 23 gennaio 2018]
Esiste una sola donna al mondo, Italia compresa a dispetto della nostra pudica o altezzosa ipocrisia, che non potrebbe compilare su due piedi il proprio personale "me too"?
Ci starebbero dentro le violenze fisiche, sessuali e psicologiche in luogo pubblico (da cui la paura di andare per strada da sole in certe zone o in certe ore della notte, ma anche di aprire bocca per dire la nostra a viso aperto).
Ci starebbero dentro le discriminazioni e i mancati riconoscimenti sul posto di lavoro, il vedersi passare sempre davanti qualcuno che magari ne sa meno di te, ma in quanto maschio (e talora femmina) da' piu' garanzie (di lealta'? di obbedienza?).
Ci starebbero dentro quei tanti piccoli mercati di cui a volte ci siamo perfino giovate per battere in volata qualche altra donna (gia', la cartina al tornasole del "me too" porta alla luce anche tutte le scorie che si sono andate depositando dentro e su di noi nel corso del tempo, rendendoci servili nei confronti dei maschi e rivali delle altre donne).
Ci starebbero dentro i maltrattamenti domestici, gli incesti, le asimmetrie economiche che mettono in stato di dipendenza, se non di schiavitu', un numero esorbitante di mogli, compagne, madri, sorelle, figlie.
Ci starebbero dentro quelle immagini cieche riverberate su di noi dal cinema, dalla televisione, dalla pubblicita', ma anche da insospettabili testi scolastici per la prima infanzia e da tanta letteratura rosa, nera, gialla, rosso sangue.
Lascio ad altre penne la voglia di disquisire sui distinguo tra flirt e molestia, argomento davvero secondario, vista la posta in gioco. Ognuno e ognuna di noi sa che, perche' ci sia flirt, gioco di seduzione, corteggiamento, anche solo invito a pensarsi come "oggetto" di desiderio, ci devono essere due soggetti che si riconoscono tali e tali sono. E, a dirlo, e' una che ha sempre rimpianto i favolosi anni sessanta italioti, quando poteva capitare che dall'alto di un ponteggio un edile ti gridasse: "o son ciechi o son di legno". Potevi prenderla per un'offesa o un complimento, ma la questione non e' certo quella sollevata dal movimento #MeToo.
Oggi, ci ricordano alcuni scrupolosi analisti, magari cavalcando quel meraviglioso oggetto mediatico che e' la presunta contrapposizione tra donne europee e nordamericane, non dobbiamo sentirci solo vittime (posizione, ammettiamolo, piuttosto deprimente). Di emancipazione ne abbiamo avuta parecchia. Se ci lasciamo maltrattare, violentare, soffiare un posto di lavoro da un ragazzotto qualsiasi, fottere da un amico di famiglia o da uno zio, una qualche responsabilita' dovremo pur averla. Se ci mettiamo trent'anni a capire che un amante (o un datore di lavoro) più' o meno occasionale, scelto o subìto, ci ha fatto veramente del male, non sara' meglio che ci facciamo un bell'esame di coscienza, riconoscendoci idiote oppure variamente complici, conniventi, calcolatrici, opportuniste (all'epoca dei fatti) e delatrici, vendicatrici, castratrici (con il senno di poi)?
Mentre i solerti analisti di cui sopra continuano a lambiccarsi un po' pregiudizialmente la mente, un numero sempre piu' nutrito di donne sta dicendo ad alta voce quali siano le ragioni della propria presunta e spesso reale acquiescenza, della propria eventuale e perdente complicita'.
Perche' e' difficile farsi ascoltare e, ma solo in seconda battuta, credere.
Perche' e' meno doloroso e umiliante stare zitte, provare a dimenticare.
Perche' si rischia di ritrovarsi isolate e, per di piu', dalla parte del torto.
Perche' e' piu' comodo e vantaggioso tacere.
Finche' e' piu' comodo e vantaggioso tacere o accontentarsi di quei bisbigli all'orecchio che accompagnano da sempre la vita delle donne, quel dire in segreto a una o piu' amiche che ti ascoltano con partecipazione e ti permettono, proprio grazie alla condivisione, di non ribellarti, di tirare avanti.
Poi Donald Trump diventa presidente degli Usa e si comincia a ballare. Che lui sia un poco di buono, un mezzo matto, un irresponsabile, lo si capisce a occhio e orecchio nudi. Pero' e' stato democraticamente eletto. C'e' un'America che ha creduto in lui e che lo sostiene. E' un'America pericolosa per tutti, non solo per gli americani, non solo per i neri e i migranti in arrivo da quei "..." (ipse dixit) che sono l'Africa o il Centroamerica, non solo per i poveri e per le donne. Ma lui e' rocciosamente ancorato al suo posto, forte della maggioranza del suo partito al Congresso.
Ricorderanno, lettrici e lettori, che non molti anni fa anche qui da noi ci trovammo alle prese con un politico-imprenditore-showman, eletto dal popolo italiano, che governava l'Italia come se fosse una sua azienda. Lo si sarebbe potuto incastrare su molte delle sue malefatte, sulla sua spavalderia da imbonitore di paese, sulla vuotezza delle sue promesse e dei suoi "contratti con i cittadini", e invece si preferi' farlo scivolare sulla buccia di banana di un suo geriatrico vizietto. E alcune donne italiane cantarono vittoria e furono, a modo loro, ricompensate con una pioggia di posti e posticini nel circo Barnum della politica e dell'amministrazione. Gli equilibri di potere ne uscirono intatti, perche' a fare da bersaglio a quella sollevazione c'era un singolo individuo che, a guardare bene, forse non era peggio di tanti altri. E perche', magari senza volere, le donne avevano reso un servizio al sistema invece di porgli un ultimatum o quantomeno metterlo a soqquadro. E infatti, a distanza di un pugno di anni e di qualche pena scontata nei servizi sociali nostrani, la persona in questione oggi e' ammessa in grande spolvero alla kermesse elettorale.
Negli Stati Uniti, a partire dal giorno stesso in cui Trump si e' installato alla Casa Bianca, lo sgomento elettorato democratico si e' mobilitato in tutti i modi possibili per rimuoverlo dalla sua posizione. Nel mirino: evasione fiscale, Putin-connection, giochini di guerra con quell'angioletto di Kim Jong-un (pura polvere negli occhi), condotta sessuale.
Perche' dunque non provare a vedere nel caso Weinstein una formidabile prova generale di uno spettacolo che potremmo intitolare "Abbattimento e umiliazione dell'uomo piu' potente del reame"? A muoversi sono state le attrici di Hollywood, su questo non c'e' alcun dubbio, seguite dai sempre piu' ingolositi, ma anche politicamente vigili, media mainstream americani. Ma dietro di loro c'e', compatta, un'alleanza di ferro tra donne.
Il 17 ottobre 2017 la cantante e attrice Alyssa Milano riprende senza saperlo uno slogan gia' esistente, "Me Too", creato nel 2006 da Tarana Burke, attivista femminista e nera impegnata da sempre in un'opera simile a quella svolta in Italia dalle operatrici delle Case di accoglienza delle donne maltrattate.
E' una scintilla che da' fuoco alle praterie.
In quell'# si riconoscono in un lampo donne di ogni classe sociale, eta', religione, colore, orientamento sessuale. La loro (sarebbe falso dire "la nostra") e' una vera e propria sommossa, un riot: stanno gridando adesso basta e non vanno per il sottile, se la testa di qualcuno rotola tanto peggio per lui, si e' mai visto un assalto ai forni in cui si chieda al fornaio di regolamentare l'accesso al banco e legiferare sul prezzo del pane?
E Weinstein cade, e dietro di lui, in un inarrestabile effetto domino, una serie di star (tra loro Kevin Spacey, peraltro gay e dunque disinteressato alle donne, che verra' sottoposto a una forma ferocissima di pena: l'invisibilita' e la cancellazione retroattiva. Un contrappasso dantesco. Incubo peggiore, per un attore, credo non ci sia).
Da noi, di fronte a tanta "imperturbata violenza", e' stato evocato il fantasma del puritanesimo, arrivando a parlare di una moderna "caccia alle streghe" ai danni degli uomini, dunque tout court del desiderio. Il potere maschile, che cosi' spesso gli uomini confondono con il proprio diritto, viene nominato poco o distrattamente, come se il punto non fosse quello. O forse nominarlo fa paura, quasi si temesse un Malleus Malleficarum che, invece di abbattersi sulle streghe ribelli di storica memoria, venisse impugnato dalle donne contemporanee per detronizzare e evirare i maschi. Un po' alla Lorena Bobbitt, ricordate?
Nel 1989 lei, ecuadoriana e diciannovenne, sposa lo statunitense John Bobbitt. Quattro anni dopo, nel giugno del 1993, taglia il pene al marito addormentato, poi sale in auto e se ne disfa gettandolo dal finestrino. La polizia lo recuperera' e i medici provvederanno a riattaccarlo al corpo dell'uomo. Lorena viene giudicata non colpevole: quattro anni di abusi domestici e stupri coniugali hanno prodotto in lei un disturbo post-traumatico da stress, facendola temporaneamente impazzire. La sua pena consistera' in un periodo di quarantacinque giorni in un ospedale psichiatrico. Lei e' stata "curata". E lui?
Da dove viene, in questo momento, alle donne americane e di tante altre zone del mondo (le adesioni a #MeToo sono milioni, India e Cina incluse) il potere di fare quello che stanno facendo e fino a che punto intendono esercitarlo? Si tratta di un fenomeno caotico, spontaneo e disorganizzato, destinato a esaurirsi non appena i media rivolgeranno ad altro la loro attenzione? Oppure quel prendere atto insieme di non essere le sole e da sole annuncia un cambiamento epocale, che nessun legislatore riuscira' a rinchiudere in una carta dei delitti e delle pene appena un po' aggiornata? Tipo "Barbablu', Barbablu', dagli altri uomini e da me stessa, salvami tu".
Su questi punti sarebbe utile che, anche da noi, donne e uomini cominciassero a ragionare.
Le prime per capire se in Italia non sia davvero ipotizzabile un "me too" singolare-collettivo capace di non inciampare nelle reti insidiose di una (auto)conservazione preoccupata anzitutto di tenere in piedi famiglie, chiese e partiti, ma anche di non assumere la vitrea specularita' della vendetta che riproduce gli orrori contro cui dovrebbe a nome di tutti, uomini compresi, combattere. I secondi per prendere atto che, come sostiene la cauta scrittrice statunitense Caitlin Flanagan sul mensile "The Atlantic" del 14 gennaio scorso, in molte parti del mondo "le donne sono 'in collera', 'temporaneamente potenti' e potenzialmente 'pericolose'". Che e' dunque il caso non di svilirle, aggredirle, metterle le une contro le altre, ma di provare a ipotizzare insieme a loro nuove alleanze, percorsi meno autistici del desiderio, una visione meno fissa, binaria e problematica delle figure del maschile e del femminile.
Nessun vaso di Pandora e' stato scoperchiato, ma quando l'io sa farsi noi, il Moloch - per sua e nostra fortuna - non e' piu' al sicuro.
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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
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Numero 687 del 31 gennaio 2018
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