[Nonviolenza] Telegrammi. 2914
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 2914
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- Date: Tue, 12 Dec 2017 23:36:41 +0100 (CET)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2914 del 13 dicembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. Ricordando tutte le vittime degli esperimenti nucleari. Un incontro a Viterbo
2. "Elementi per un accostamento alla letteratura latina". Un incontro di studio a Viterbo
3. La Casa siamo tutte. Un appello
4. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
5. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. Severino Vardacampi: Una lettera a un'amica ricordando Nanni Salio
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. RICORDANDO TUTTE LE VITTIME DEGLI ESPERIMENTI NUCLEARI. UN INCONTRO A VITERBO
Martedi' 12 dicembre 2017, come prosecuzione dell'iniziativa territoriale suscitata dalla Carovana delle donne per il disarmo nucleare che si e' conclusa ieri a Roma in Senato, si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di tutte le vittime degli esperimenti nucleari.
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Nel corso dell'incontro e' stato letto il discorso tenuto domenica a Oslo, ricevendo a nome dell'Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons - la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari) il Premio Nobel per la Pace, da Beatrice Fihn, direttrice esecutiva dell'Ican.
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Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso altresi' ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "ius soli / ius culturae".
Hanno espresso altresi' il loro sostegno all'iniziativa per l'abrogazione dell'ergastolo; e la loro solidarieta' alla "Casa internazionale delle donne" di Roma.
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Allegato primo: Una breve notizia sulla Carovana delle donne per il disarmo nucleare
Si e' svolta tra il 20 novembre e il 10 dicembre 2017 la Carovana delle donne per il disarmo nucleare che ha attraversato l'Italia per chiedere che anche il nostro paese ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) adottato il 7 luglio 2017 dall'Onu.
Molte le iniziative realizzate in varie citta' d'Italia: la Carovana, promossa dalla "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf), la piu' antica e prestigiosa associazione pacifista internazionale, ha infatti saputo suscitare l'adesione e l'impegno del vasto e variegato arcipelago del "popolo della pace", associazioni, movimenti, istituzioni e persone impegnate in difesa dell'umanita' e della biosfera, per la pace e il disarmo, contro tutte le violenze, per la liberazione comune e per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.
La carovana ha preso avvio il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia", e si e' conclusa il 10 dicembre, "Giornata internazionale dei diritti umani"; al suo centro, cuore pulsante, il 25 novembre, "Giornata internazionale contro la violenza sulle donne", con la partecipazione alla manifestazione nazionale promossa dal movimento "Non una di meno" a Roma.
Invitiamo tutte le persone di volonta' buona, tutte le associazioni impegnate per la pace, i diritti umani, la difesa della natura e della civilta' umana, tutte le istituzioni democratiche, a sostenere le ulteriori iniziative della Wilpf.
Per contattare le donne della "Lega internazionale delle donne per la pace e la liberta'" (Wilpf-Italia): Antonia Sani: cell. 3497865685, e-mail: antonia.sani.baraldi at gmail.com e Giovanna Pagani: cell. 3201883333, e-mail: gioxblu24 at gmail.com
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Allegato secondo: Beatrice Fihn: Discorso di ricezione del Premio Nobel per la Pace
Vostre Maesta',
membri del Comitato Nobel norvegese,
stimati ospiti,
oggi e' un grande onore accettare il Premio Nobel per la Pace 2017 a nome delle migliaia di persone ispiratrici che hanno preso parte alla Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (Ican).
Insieme abbiamo portato la democrazia al disarmo e stiamo ridando forma alla legge internazionale.
Piu' di tutti ringraziamo umilmente il Comitato Nobel norvegese per aver riconosciuto il nostro lavoro e aver dato impulso alla nostra cruciale causa.
Vogliamo dare riconoscimento a coloro che hanno donato cosi' generosamente a questa campagna il loro tempo e le loro energie.
Vogliamo ringraziare i coraggiosi ministri degli esteri, i diplomatici, la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa, i funzionari delle Nazioni Unite, gli accademici e gli esperti con i quali abbiamo collaborato per avanzare nel nostro obiettivo comune.
E ringraziamo tutti coloro che si impegnano per debellare dal mondo questa terribile minaccia.
In dozzine di luoghi del mondo - dentro silos con missili sepolti nella nostra terra, su sottomarini che navigano attraverso i nostri oceani, e a bordo di aerei che volano in alto nei nostri cieli - si trovano 15.000 oggetti di distruzione dell'umanita'.
Forse e' l'enormita' di questo fatto, forse e' l'inimmaginabile scala delle conseguenze, che porta molti semplicemente ad accettare questa truce realta', a continuare con le proprie vite quotidiane senza pensare ai folli strumenti che ci circondano.
Perche' e' follia permettere a noi stessi di essere governati da queste armi. Molti dei critici di questo movimento insinuano che siamo noi quelli irrazionali, gli idealisti senza criterio di realta'. Quegli stati dotati di armi nucleari non molleranno mai le loro armi.
Ma noi rappresentiamo la sola scelta razionale. Rappresentiamo quelli che rifiutano di accettare le armi nucleari come ospiti fissi del nostro mondo, quelli che rifiutano di tenere il proprio destino legato a poche righe di un codice di lancio.
La nostra e' la sola realta' possibile. L'alternativa e' impensabile.
La storia delle armi nucleari avra' una fine, e dipende da noi quale sara' questa fine.
Sara' la fine delle armi nucleari, o sara' la nostra fine?
Una di queste cose accadra'.
L'unica via di azione razionale e' quella di smettere di vivere nella condizione per cui la nostra distruzione reciproca dipende da un mero capriccio impulsivo.
Oggi io voglio parlare di tre cose: paura, liberta' e futuro.
Per ammissione di coloro stessi che le posseggono, la reale utilita' delle armi nucleari sta nella loro abilita' nel provocare paura. Quando fanno riferimento al loro effetto "deterrente", i sostenitori delle armi nucleari celebrano la paura come arma di guerra. Si gonfiano il petto dichiarandosi pronti a sterminare, in un lampo, innumerevoli migliaia di vite umane.
Il Premio Nobel William Faulkner, accettando il suo premio nel 1950, disse: "Rimane solo la questione di quando mi faranno saltare in aria". Ma da allora, questa paura universale ha lasciato il posto a qualcosa di ancora piu' pericoloso: la negazione.
Andata e' la paura dell'Armageddon in un istante, andato e' l'equilibrio tra due blocchi che e' stato utilizzato come giustificazione per la deterrenza, andati sono i rifugi dalle piogge radioattive.
Ma una cosa rimane: le migliaia e migliaia di testate nucleari che ci hanno riempiti di questa paura.
Il rischio per l'uso delle armi nucleari e' oggi anche maggiore che alla fine della guerra fredda. Ma a differenza della guerra fredda, oggi ci troviamo di fronte a molti piu' Stati dotati di armi nucleari, a terroristi e a guerre cibernetiche. Tutto questo ci rende meno sicuri.
Imparare a vivere con la cieca accettazione di queste armi e' stato il nostro grande errore seguente.
La paura e' razionale. La minaccia e' reale. Abbiamo evitato la guerra nucleare non grazie a una prudente leadership, ma per pura fortuna. Prima o poi, se non agiamo, la nostra fortuna si esaurira'.
Un momento di panico o di disattenzione, un commento frainteso o un ego ferito, potrebbero facilmente condurci all'inevitabile distruzione di intere citta'. Un'escalation militare calcolata potrebbe portare all'assassinio indiscriminato di massa di civili.
Se si utilizzasse solo una piccola parte delle armi nucleari odierne, fumo e fuliggine delle tempeste di fuoco si depositerebbero in alto nell'atmosfera - raffreddando, oscurando e prosciugando la superficie terrestre per oltre un decennio.
Eliminerebbero le colture alimentari, mettendo a rischio per fame miliardi di persone.
Eppure continuiamo a vivere nella negazione di questa minaccia esistenziale.
Ma Faulkner nel suo discorso al Nobel ha anche lanciato una sfida a coloro che sono venuti dopo di lui. Solo in quanto voce dell'umanita', ha detto, possiamo sconfiggere la paura, possiamo aiutare l'umanita' a resistere.
Il compito di Ican e' di essere quella voce. La voce dell'umanita' e delle leggi umanitarie; far sentire la propria voce per conto dei civili. Dare voce a quella prospettiva umanitaria e' il modo in cui creeremo la fine della paura, la fine della negazione. E in definitiva, la fine delle armi nucleari.
Questo mi porta al secondo punto: la liberta'.
Come hanno affermato su questo palco, nel 1985, i Medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare, la prima organizzazione in assoluto contro le armi nucleari a vincere questo premio: "Noi medici dichiariamo l'indignazione del tenere in ostaggio il mondo intero. Protestiamo per l'oscenita' morale in baase alla quale ognuno di noi e' continuamente minacciato dall'estinzione".
Queste parole suonano ancora vere nel 2017.
Dobbiamo rivendicare la liberta' di non vivere la nostra vita come ostaggi dell'imminente annientamento.
Gli uomini - non le donne! - hanno creato le armi nucleari per controllare altri, ma invece siamo noi ad essere controllati da queste.
Ci hanno fatto false promesse: che rendendo cosi' impensabili le conseguenze dell'uso di queste armi, qualsiasi conflitto sarebbe risultato inattuabile; che ci avrebbe liberati dalla guerra.
Ma, lungi dall'impedire la guerra, queste armi ci hanno portato piu' volte sull'orlo del conflitto durante tutta la guerra fredda. E in questo secolo, queste armi continuano ad avvicinarci alla guerra e al conflitto.
In Iraq, Iran, Kashmir, Corea del Nord. La loro esistenza spinge altri a unirsi alla corsa nucleare. Non ci tengono al sicuro, causano conflitti.
Come lo stesso premio Nobel per la pace Martin Luther King Jr le ha definite da questo palco nel 1964, queste armi sono "sia genocide che suicide".
Sono la pistola del folle puntata permanentemente alla nostra tempia. Queste armi avrebbero dovuto tenerci liberi, ma ci negano le nostre liberta'.
E' un affronto alla democrazia essere governati da queste armi. Ma sono solo armi. Sono solo strumenti. Cosi' come sono state create dal contesto geopolitico, possono essere distrutte altrettanto facilmente collocandole in un contesto umanitario.
Questo e' il compito che Ican si e' prefissata - e il terzo punto di cui vorrei parlare, il futuro.
Oggi ho l'onore di condividere questo palco con Setsuko Thurlow, che ha scelto come proposito della sua vita quello di portare il testimone dell'orrore della guerra nucleare.
Lei e gli hibakusha all'inizio della storia erano li', e la nostra sfida collettiva e' di assicurarci che siano testimoni anche della sua fine.
Loro rivivono quel doloroso passato, ancora e ancora, perche' noi possiamo creare un futuro migliore.
Ci sono centinaia di organizzazioni che insieme, come Ican, stanno compiendo grandi passi avanti verso quel futuro.
Ci sono migliaia di instancabili attivisti che ogni giorno, in tutto il mondo, lavorano per raccogliere questa sfida.
Ci sono milioni di persone in tutto il mondo che si sono erse, spalla a spalla con quegli attivisti, per mostrare ad altre centinaia di milioni che un futuro diverso e' davvero possibile.
Chi afferma che quel futuro non e' possibile deve togliersi dal cammino di coloro che lo rendono una realta'.
Come culmine di questo sforzo popolare, attraverso l'azione della gente comune, quest'anno l'ipotetico e' avanzato verso il reale con 122 nazioni che hanno negoziato e concluso un trattato Onu per bandire queste armi di distruzione di massa.
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari rappresenta il sentiero da seguire in un momento di grande crisi globale. E' una luce in un periodo di buio.
E piu' ancora, ci da' una scelta.
Una scelta tra due finali: la fine delle armi nucleari o la nostra fine.
Non e' ingenuo credere nella prima possibilita'. Non e' irrazionale pensare che gli stati nucleari possano disarmarsi. Non e' idealistico credere nella vita che supera la paura e la distruzione; e' una necessita'.
Siamo tutti di fronte a questa scelta. E faccio appello a tutte le nazioni perche' aderiscano al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
Stati Uniti, scegliete la liberta' piuttosto che la paura.
Russia, scegliete il disarmo piuttosto che la distruzione.
Gran Bretagna, scegliete la regola della legge piuttosto che l'oppressione.
Francia, scegliete i diritti umani piuttosto che il terrore.
Cina, scegliete la ragione piuttosto che l'irrazionalita'.
India, scegliete il senso piuttosto che il nonsenso.
Pakistan, scegliete la logica piuttosto che l'Armageddon.
Israele, scegliete il senso comune piuttosto che l'annientamento.
Corea del Nord, scegliere la saggezza piuttosto che la rovina.
Alle nazioni che credono di essere al riparo sotto l'ombrello delle armi nucleari, sarete complici della vostra stessa distruzione e della distruzione di altri in vostro nome?
A tutte le nazioni: scegliete la fine delle armi nucleari piuttosto che la nostra fine!
Questa e' la scelta che il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari rappresenta. Unitevi a questo Trattato.
Noi cittadini viviamo sotto l'ombrello delle menzogne. Queste armi non ci tengono al sicuro, stanno contaminando la nostra terra e la nostra acqua, avvelenando i nostri corpi e tenendo in ostaggio il nostro diritto alla vita.
A tutti i cittadini del mondo: state con noi e chiedete ai vostri governi di schierarsi con l'umanita' e di firmare questo trattato. Non ci fermeremo fino a quando tutti gli Stati non avranno aderito, dalla parte della ragione.
Oggi nessuna nazione si vanta di essere uno Stato dotato di armi chimiche.
Nessuna nazione sostiene che sia accettabile, in circostanze estreme, usare il gas nervino sarin.
Nessuna nazione proclama il diritto di scatenare sul suo nemico la peste o la polio.
Questo perche' sono state stabilite norme internazionali, le percezioni sono cambiate.
E ora, alla fine, abbiamo un'inequivocabile norma contro le armi nucleari.
Enormi passi avanti non cominciano mai con un accordo universale.
Con ogni nuovo firmatario e con il passare degli anni, questa nuova realta' prendera' piede.
Questa e' la via da seguire. C'e' un solo modo per impedire l'uso di armi nucleari: proibirle ed eliminarle.
Le armi nucleari, come le armi chimiche, le armi biologiche, le munizioni a grappolo e le mine antiuomo, ora sono illegali. La loro esistenza e' immorale. La loro abolizione e' nelle nostre mani.
La fine e' inevitabile. Ma questa fine sara' la fine delle armi nucleari o la nostra fine? Dobbiamo sceglierne una.
Siamo un movimento per la razionalita'. Per la democrazia. Per la liberta' dalla paura.
Siamo attivisti di 468 organizzazioni che lavorano per salvaguardare il futuro, e rappresentiamo la maggioranza morale: i miliardi di persone che scelgono la vita anziche' la morte, che insieme vedranno la fine delle armi nucleari.
Grazie.
(Traduzione dall'inglese di Matilde Mirabella)
2. INCONTRI. "ELEMENTI PER UN ACCOSTAMENTO ALLA LETTERATURA LATINA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Si e' svolto la sera di martedi' 12 dicembre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Alcuni elementi per un accostamento alla letteratura latina".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; hanno espresso altresi' il loro sostegno agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017; hanno espresso inoltre il loro sostegno all'iniziativa per l'abrogazione dell'ergastolo; e la loro solidarieta' alla "Casa internazionale delle donne" di Roma.
3. SOLIDARIETA'. LA CASA SIAMO TUTTE. UN APPELLO
[Dalla Casa Internazionale delle Donne riceviamo e diffondiamo]
Sostegno alla Casa
lacasasiamotutte (lacasasiamotutte at gmail.com)
#lacasasiamotutte
A tutte le amiche e gli amici,
come avrai saputo dalla stampa o dalla televisione, la Casa Internazionale delle Donne ha bisogno di aiuto.
Abbiamo ricevuto moltissime dimostrazioni di affetto e vicinanza che ci hanno molto commosso, e ve ne siamo grate, ma anche siamo state sollecitate a richiedere un aiuto economico a quante, come te, ci conosce, ha lavorato nella Casa e con la Casa.
Essere luogo di riflessione politica delle donne, ospitare in modo sostenibile tante associazioni e tante attivita', costruire, produrre attivita' culturali, tenere aperto il piu' grande archivio della storia e della produzione femminista, mantenere decorosamente un edificio storico, farlo restare aperto, fruibile a disposizione delle donne e di tutta la citta', fornire servizi di assistenza, consulenza, sostegno al lavoro e alla vita delle donne e dei bambini, promuovere formazione, costa e costa molto.
Per questo ti chiediamo di contribuire alla sopravvivenza della Casa, per farla essere sempre di piu' e sempre meglio quel luogo unico a Roma, in Italia, in Europa che e' la nostra Casa Internazionale delle donne.
Ringraziandoti fin d'ora e ricordandoti che la Casa si sostiene solo con l'autofinanziamento, ti chiediamo anche di far partecipare le persone a te vicine al sostegno della Casa.
Per la donazione:
http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/sostienici-support-us
IBAN IT38H0103003273000001384280
causale: "Donazione per la Casa Internazionale delle Donne"
4. APPELLI. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"
Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.
5. INIZIATIVE. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE
Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.
6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
7. AMICIZIE. SEVERINO VARDACAMPI: UNA LETTERA A UN'AMICA RICORDANDO NANNI SALIO
Elena carissima,
ti devo chiedere due volte scusa: per il ritardo enorme di questa mia lettera, e per il fatto che essa serve solo a dirti che non sono riuscito a scrivere il contributo che con squisita cortesia mi avevi chiesto e che ahime' incautamente ti avevo promesso per il collettivo omaggio al nostro comune maestro e compagno ed amico Nanni Salio.
*
Ho conosciuto troppo poco Nanni per poter rendere una testimonianza significativa sulla sua persona; pochi gli incontri, poche le lettere (e questa pochezza e' tutta colpa mia: che mentre lui generosamente era sempre disponibile a recarsi ovunque ne fosse richiesto ed a promuovere incontri e scambi d'idee e messa in comune delle riflessioni, io invece sempre piu' mi sono anchilosato nel mio abituale mutismo e nel mio guscio - dipendera' dal mio carattere di paesano: a differenza dei cittadini siamo sempre tristi e taciturni, inetti alla gioia degli incontri, della festa, dei viaggi, del conversare stesso).
Mi sovviene ora di un incontro a Gubbio, e del suo volto gli occhi ed il sorriso. Le parole che scambiammo le ho dimenticate, gli occhi e il sorriso no. Era il volto fraterno dell'umanita' come dovrebbe essere, figura dell'innocenza agente, della nonviolenza sentita e praticata come verita' accudente e liberatrice.
E mi sovviene di un suo invito ad articolare ed argomentare una mia rastremata opinione, invito che declinai, come faccio pressoche' sempre - questa lettera la scrivo per scusarmi con te del fatto di non averti inviato il ricordo di lui che mi avevi richiesto e che avevo promesso, ma gia' mentre lo promettevo sentivo che con tutta probabilita' non sarei stato in grado di adempiere all'impegno.
Lui invece sempre rispose solerte ad ogni mia richiesta, e con una pienezza, una chiarezza, una generosita' che ogni volta mi lasciava commosso. Credo che tutte le persone che lo hanno conosciuto abbiano provato questa felicita' dell'incontro con una persona cosi' disposta all'ascolto e al dono.
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Ne' puo' essere granche' utile una mia testimonianza sul suo valore di studioso, di militante, di organizzatore e di amico della nonviolenza, valore che tutti sanno essere grande. Le cose di lui che ho letto - e con vivo consentimento, e nutrendomene - altri ha letto e discusso con piu' profonda cognizione e nel vivo di una consuetudine con lui calda e aggettante, come quella di tutti voi che proseguite l'avventura del Centro studi "Sereno Regis", cosicche' io ben poco potrei aggiungere.
Semmai potrei tentare di ricavare da questo mio disagio, da questa mia inadeguatezza, qualche stilla di ragionamento sulla nonviolenza che forse meriterebbe di essere discussa anche alla luce della sua testimonianza, della sua opera teorica e pratica. Ma allora avrei dovuto scriverne a lui quando era in vita, e ahime' non l'ho fatto. Come dicevo, sono un pessimo epistolografo (e un assai peggiore conversatore, e del tutto refrattario all'uso del telefono).
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Con Nanni avrei voluto ragionare di come la nonviolenza possa e debba uscire dalla subalternita' e dalla marginalita' in cui mi pare che sovente si trovi schiacciata non solo per la violenza dei potenti e la narcosi dei piu', ma anche per una sorta di intima timidezza e quasi sudditanza di tante persone della nonviolenza amiche. Nanni era uno dei pochi che la nonviolenza viveva e proponeva senza alcuna subalternita', senza alcuna timidezza, cosciente del fatto che solo la nonviolenza - come anch'io fermamente credo - puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E magari discutere anche di quale contributo effettivo i luoghi istituzionali del sapere possono dare alla nonviolenza; ma forse anche in questo ero ostacolato dalla mia inveterata sfiducia (ed ingiusta, lo so) nelle accademie tutte, anche in quelle che svolgono un lavoro eccellente nel campo della Peace Research.
E discutere anche del disagio di vivere comunque nella ferita dei troppi privilegi di chi fa comunque un lavoro prevalentemente intellettuale, e nella contraddizione della scelta della "semplicita' volontaria", nella costante straziante percezione della poverta' abissale dei dannati della terra, la condizione ad essi imposta da un ordine iniquo, il "disordine costituito" dell'universale rapina e saccheggio e asservimento e devastazione, un orrore contro cui la nostra lotta fin qui e' ancora troppo insufficiente.
Ma so che le mie opinioni - di persona la cui formazione leopardiana e marxista si e' data in una fase del Novecento che sembra oggi lontana quanto i tempi delle guerre puniche - sono di quelle che il nuovo millennio condanna alla "damnatio memoriae", e che la nonviolenza deve ogni giorno reinventare un linguaggio condiviso e forme adeguate di comunicazione e di intervento. Mi sembra che voi a Torino ci riusciate, ed io no, legato come sono alla mia diversa esperienza che sento impormi un dovere di fedelta' a modi di azione ed espressione che l'ipertecnologica e neocoloniale epoca presente ha preteso di rendere (e per piu' versi ha effettualmente reso) obsoleti e sterili e indecifrabili ai piu' come glifi di civilta' scomparse.
*
Non sto qui a tediarti sulla nozione di nonviolenza (dialettica e dialogica, contestuale e aperta, fallibilista e processuale, storico-concreta e utopico-concreta, ed "insieme di insiemi") che personalmente piu' sento e propongo (ed in cui molto agiscono anche Bloch ed Anders e Jonas, i francofortesi e Basaglia, e soprattutto il pensiero e le esperienze del movimento femminista); penso che ogni persona amica della nonviolenza ad essa si sia accostata e l'abbia scelta muovendo dalla propria personale esperienza, approfondendo - e per cosi' dire illimpidendo alla propria coscienza e capacita' di giudizio, e inverando nella propria prassi - le proprie radici ed i propri riferimenti culturali ed i propri convincimenti morali e politici.
Per quel poco che so della visione del mondo di Nanni mi pare di capire che lui fosse assai piu' vicino di me alla visione capitiniana ad esempio sulla cruciale questione della compresenza - di cui nel mio sentire io do' una lettura materialistica che so essere altra da quella originaria di Capitini -; e che nell'esperienza del mondo dell'impermanenza molto meglio di me abbia saputo accostarsi alla sapienza orientale e particolarmente alla tradizione buddhista (io forse ho sentito di piu' un tratto confuciano, quello del "ren", e il fascino della visione dialettica e della nozione di "wu wei" dei maestri maggiori del taoismo). Ma non faccio grandi differenze tra le grandi culture dell'umanita' - credo come Gandhi che tutte le tradizioni orientate al bene comune, con logica e linguaggio vuoi narrativo, vuoi formalizzato, dicano sempre in sostanza le stesse verita' ineludibili. E tuttavia la mia weltanschauung e' quella di Lucrezio e di Leopardi, di Feuerbach e Marx, di Rosa Luxemburg e Hannah Arendt, e di Franco Fortini e Renato Solmi (e mi si perdoni se li elenco cosi' alla rinfusa), insieme ovviamente a Virginia Woolf e Primo Levi, Capitini e Dolci, Gandhi e King, e tra le persone viventi Luce Irigaray e Vandana Shiva.
Molto ho imparato leggendo gli scritti di Nanni; e molto imparo ogni giorno da quanto leggo nel sito del Centro studi "Domenico Sereno Regis". E molto sono grato a Nanni per quanto ha fatto e seminato, e molto sono grato a voi che ne proseguite l'opera: non c'e' bisogno che aggiunga quanto essa sia luminosa ed ispiratrice non solo per tutte le persone amiche della nonviolenza, ma per ogni persona di volonta' buona.
*
Auspicherei che gli scritti di Nanni venissero al piu' presto raccolti (immagino che molte siano le cose inedite o che hanno avuto limitata circolazione, ma anche non pochi lavori pubblicati in rivista e volume temo siano ormai di difficile reperibilita') e quindi messi a disposizione di studiosi e militanti, in forma sia cartacea che - e mi sembra ancora piu' necessario ed urgente - nel web. Suppongo ci stiate gia' lavorando e fin d'ora ve ne sono grato.
Credo infatti che tanto i lavori piu' specificamente scientifici che quelli per cosi' dire pedagogici e formativi, cosi' come i vari parerga e paralipomena pubblicistici e la corrispondenza di Nanni, possano sia singolarmente che nel loro insieme costituire non solo una documentazione di grande interesse e valore per studiosi di diversi campi, ma anche e soprattutto un prezioso e frugifero materiale di studio e di orientamento, strumenti di lavoro e "cassetta degli attrezzi", vademecum e conforto, per tutte le persone impegnate nell'azione nonviolenta per la pace, i diritti umani, la difesa del mondo vivente e della civilta'.
E credo anche che nel raccogliere e ridiffondere le "disiecta membra" della vasta e disseminata opera di Nanni riemergeranno e si riattiveranno molteplici materiali preziosi e variegate indicazioni illuminanti in plurimi ambiti e direzioni di ricerca; segnalo a mero titolo d'esempio - tra certo innumerevoli altri suoi interventi - quanto Nanni scrisse su Keith Haring come contributo a un lavoro sull'artista nuovayorchese di una collaboratrice del nostro centro nonviolento viterbese, Giselle Dian. Era cosi' Nanni: continuamente donava pensieri e proposte di ricerca e d'azione, alimentando ovunque esperienze e riflessioni, in una pratica della nonviolenza come accostamento e solidarieta', scienza e condivisione della verita' riconoscente e liberatrice, sapienza d'amore e rivolgimento amoroso verso l'umanita' intera, passata, presente e ventura, verso l'intero mondo vivente.
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Elena carissima,
concludo qui questo frettoloso sproloquio senza costrutto e senza pretese. Potrai scusarmi per la mia defezione?
Allego comunque in calce due piccoli ricordi, gia' apparsi sul nostro notiziario: l'uno in forma di prosa a firma di Giobbe Santabarbara, e l'altro in forma di sonetto a firma di Benito D'Ippolito; testi che a me non sembrano granche' (troppo retorico l'uno nel suo movimento, troppo meccanico l'altro e di scarso respiro) ma che se vuoi puoi eventualmente far circolare tra le persone amiche se non ti sembrano troppo banali, ridicoli o fuori luogo.
Grazie ancora di tutto, di tutto ancora scusandomi; un forte abbraccio a te e a tutte e tutti gli amici torinesi dal tuo e vostro
Viterbo, 18 novembre 2017
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In guisa di postilla: ho ricordato Nanni piu' volte in incontri tra amici della nonviolenza a Viterbo (l'ultima volta l'altroieri), ma in queste circostante parlo sempre a braccio e poi non trovo mai il tempo di mettere per iscritto quel che ho detto. Dell'incontro di giovedi' ho poi redatto un telegrafico resoconto in un comunicato che oltre a riportare la preziosa voce di Wikipedia stesa da Paolo Macina cosi' sintetizzava la conversazione viterbese:
"Si e' svolto giovedi' 16 novembre 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Nanni Salio, l'illustre studioso ed attivista nonviolento deceduto nel 2016.
L'incontro e' stato aperto dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, che ha rievocato alcuni tratti della personalita' e dell'opera dello scienziato e militante nonviolento torinese, ripercorrendone esperienze e riflessioni ed evidenziando alcune vicende salienti della sua attivita' di militante, di studioso, di organizzatore di cultura e di iniziative di pace e di solidarieta'; infine recando testimonianza personale di alcuni episodi particolari in cui - come per sineddoche - flagrante veniva in piena luce la figura di Nanni Salio persona saggia e sapiente, empatica e sollecita, gentile e generosa, esempio di semplicita' volontaria, maestro di ascolto e di condivisione, compagno di tutte le oppresse e gli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, per il rispetto, la difesa e l'accudimento del mondo vivente tutto.
Sono stati poi letti e commentati alcuni brani dalle opere di Nanni Salio.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, ed all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Hanno espresso altresi' il loro sostegno agli appelli affinche' il Senato deliberi in via definitiva la legge sullo "Ius soli". Ugualmente hanno espresso il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di interdizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, ed alla Carovana delle donne per il disarmo nucleare che da lunedi' 20 novembre a domenica 10 dicembre 2017 attraversera' l'Italia per chiedere appunto che anche il nostro paese ratifichi il citato Trattato".
Mi rendo conto che e' povera cosa, ma chi ha partecipato a quell'incontro credo abbia colto almeno un riverbero della luce irradiata da Nanni, ed abbia pensato a lui con viva gratitudine; mi faceva piacere fartelo sapere.
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Allegato primo: Giobbe Santabarbara ricorda Nanni Salio
Delle molte virtu' di Nanni Salio, uomo sapiente e gentile, studioso e amico della nonviolenza, ricordo innanzitutto la qualita' dell'empatia: sapeva ascoltare, sapeva comprendere, sapeva donare.
Ricordo come lo vidi una volta sorridere: un sorriso timido, quasi solo con gli occhi; e ricordo che pensai: cosi' sorride una persona buona.
Mi capito' di chiedergli di aiutare persone che non conosceva: e sempre lo fece con una generosita' senza attese e senza riserve, semplice e piena, doni preziosi donando; la generosita' dell'umanita' come dovrebbe essere, dell'umanita' come sara' quando uscira' da questa fornace di guerre e di orrori.
Ed allora nell'accampamento finalmente liberato, fra cento o fra cento milioni di anni, seduti intorno al fuoco si ricorderanno delle persone che nei tempi bui seppero recare una fiaccola e condividere il pane, e non contera' che ricordino i loro nomi; diranno soltanto "le nostre compagne ed i nostri compagni di allora", e penseranno alle persone come Nanni, e sorrideranno commossi e felici.
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Allegato secondo: Benito D'Ippolito: Un ricordo di Nanni Salio
Di Nanni Salio gli occhi calmi e buoni
ricordo, ed il sorriso lieve e mite;
era un sapiente che recava doni
preziosi e che guariva le ferite.
Tesseva nessi, incontri, comunioni,
lottava per salvar tutte le vite;
e all'odio, alle menzogne, alle oppressioni
si opponeva con forze infinite.
Anch'io ne sento grave la mancanza
della parola saggia e generosa
e dell'azione, forte e lieve danza.
In questa breve vita e dolorosa
nella fugacita' di nostra stanza
resta il ricordo, rosa luminosa.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Giulio Sangiorgio (a cura di), Annuario del cinema 2017, Tiche Italia, Milano 2017, pp. 368, euro 10.
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Riletture
- Arrigo Boldrini, Aldo D'Alessio, Esercito e politica in Italia, Editori Riuniti, Roma 1974, pp. 354.
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Riedizioni
- Oriana Fallaci, Pasolini un uomo scomodo, Rcs, Milano 2015, 2016, pp. 126, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2914 del 13 dicembre 2017
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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