[Nonviolenza] Senza odio, senza violenza, senza paura. 32



 

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SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

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Al referendum votiamo No alla riforma costituzionale golpista

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 32 del 7 novembre 2016

 

In questo numero:

1. Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

2. Alcuni testi del mese di gennaio 2015 (parte prima)

3. Matteo Renzi scrive al responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

4. Per Victor Serge

5. Una lettera aperta a deputate e deputati, senatrici e senatori, impegnati per la pace e i diritti umani (e tutte le persone che siedono in Parlamento dovrebbero esserlo)

6. "Non mi abbandonare"

7. In memoria di Lanza del Vasto

8. Una lettera alle persone partecipanti o interessate al "Tavolo per la pace" di Viterbo

9. Pippo Fava, nell'anniversario della morte

10. Un suggerimento a un Commissario europeo

11. Ai Presidenti del Senato e della Camera per il riconoscimento dello stato di Palestina

12. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'

13. Urgente una proposta ad alcune persone amiche impegnate per la pace

14. Per Norberto Bobbio

15. In memoria delle vittime viterbesi della Shoah

16. Nel CXI anniversario della nascita di Giorgio La Pira

17. Contro la guerra, contro il terrorismo, contro tutte le uccisioni. Un'iniziativa a Viterbo

18. Alcune cose che vanno pur dette. Una lettera aperta alla Commissione Europea

19. Verso il 27 gennaio, Giorno della memoria

 

1. REPETITA IUVANT. UN APPELLO NONVIOLENTO PER Il 4 DICEMBRE: UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

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Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2015 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2015.

 

3. MATTEO RENZI SCRIVE AL RESPONSABILE DEL "CENTRO DI RICERCA PER LA PACE" DI VITERBO

 

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha scritto una lettera al responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, Peppe Sini, rispondendo ad una precedente lettera "Dalla parte di Abele" con cui si chiedeva la cessazione di sciagurate politiche di guerra, e l'avvio di un impegno concreto e coerente per la pace e il rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Riproduciamo di seguito la lettera di Matteo Renzi e la risposta ad essa di Peppe Sini.

In calce riproduciamo altresi' la lettera "Dalla parte di Abele" che ha dato origine al carteggio.

Ringraziamo il Presidente del Consiglio dei Ministri per l'ascolto e la gentilezza, mentre confermiamo quanto gia' abbiamo espresso, ovvero che occorre una politica concreta e coerente di pace, disarmo, smilitarizzazione, cooperazione internazionale, solidarieta' e rispetto dei diritti umani: una politica nonviolenta.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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1. La lettera del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi

Gentile Peppe,

la ringrazio per la sua lettera. Con piacere apprendo della vostra iniziativa e voglio dirle che, con tutto il cuore, come cittadino, come padre, come uomo, comprendo le ragioni e i sentimenti che muovono le vostre parole e le vostre azioni.

Come Presidente del Consiglio sento il dovere di dirle che ho una grande responsabilita': garantire la sicurezza del nostro Paese, anche rispettando gli accordi internazionali che garantiscono importanti e delicati equilibri, raggiunti con fatica, impegno e molti sacrifici.

Lei mi scrive che per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi. Ma e' come dire che per smettere di litigare bisogna smettere di parlare. Non e' vero. Per abolire la guerra occorrono coerenza, dialogo, comprensione. E serve, soprattutto, vivere nella realta', che non e' fatta soltanto di desideri e speranze - che animano la nostra volonta'! - ma anche di sofferenza e problemi complessi, che noi siamo chiamati a riconoscere ed affrontare nella loro sfacciata crudelta'.

Mi auguro che lei possa comprendere il mio punto di vista, cosi' come io ho cercato di comprendere il suo. E spero che lei possa riuscire ad avere fiducia nell'operato della nostra Difesa e del Governo.

Un caro saluto,

Matteo Renzi

30 dicembre 2014

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2. La risposta del responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, Peppe Sini

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri (o - se preferisce - gentile Matteo),

in primo luogo la ringrazio di cuore della sua lettera e della squisita cortesia con cui l'ha redatta.

In secondo luogo devo tuttavia confermare quanto gia' esposto nella mia lettera "Dalla parte di Abele" del 3 novembre sollecitando nuovamente la cessazione delle attuali sciagurate politiche di guerra ed insistendo nella richiesta di un impegno di pace e rispetto dei diritti umani adeguato e coerente.

Mi permetta infine di dirle in tutta sincerita' ed in spirito di fraternita' che la sua fiducia negli eserciti e nelle armi, ovvero la sua fiducia nella bonta' dell'uccidere gli esseri umani (poiche' a questo purtroppo eserciti ed armi servono) e' davvero mal riposta. Uccidere non e' mai un bene, ma la piu' inammissibile delle azioni. Ogni essere umano ha diritto alla vita.

La sicurezza comune, la civile convivenza, puo' essere garantita solo dalla nonviolenza, e dalle esperienze e gli istituti da essa ispirati, come il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, i corpi civili di pace, la difesa popolare nonviolenta: esperienze ed istituti che in parte sono gia' entrati nel corpus legislativo e nella pratica amministrativa ma che occorre ulteriormente potenziare (come propongono ad esempio alcune recenti importanti iniziative promosse dal "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace" e dalla "Tavola della pace", come dalla "Rete della pace").

La invito pertanto nuovamente ad adoperarsi affinche' il governo da lei presieduto receda da disastrose politiche di guerra e si impegni ad avviare una politica di pace con mezzi di pace, una politica che salvi le vite invece di sopprimerle.

Sarebbe un grande bene se il governo italiano volesse fare la vera e piu' urgente riforma di cui l'umanita' ha bisogno: la scelta di una politica finalmente integralmente umana, la scelta della nonviolenza.

So che lei ha studiato la figura e l'opera di Giorgio La Pira: la esorto a trarne feconda ispirazione.

Augurandole ogni bene, le invio un cordiale saluto

Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

Viterbo, primo gennaio 2015

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3. La lettera "Dalla parte di Abele" che ha dato origine al carteggio

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

ricorre domani, 4 novembre, l'anniversario della conclusione della scellerata "inutile strage" della prima guerra mondiale.

E ricorre quest'anno altresi' il centenario dell'inizio di quella scellerata "inutile strage".

Alcune movimenti nonviolenti, antimafia, per i diritti umani, il 4 novembre ricorderanno in varie citta' d'Italia tutte le vittime di tutte le guerre con l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", recando omaggi floreali e sostando in silenzio dinanzi alle tombe e alle lapidi che ricordano alcuni degli innumerevoli esseri umani che la guerra ha ucciso.

Queste commemorazioni esprimono una profonda e ineludibile verita': che la guerra e' nemica dell'umanita'; e che quindi e' necessita', diritto e dovere dell'umanita' intera abolire la guerra.

E per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

in questo stesso 4 novembre in cui le persone amiche della nonviolenza esprimono il loro lutto per gli assassinati ed il loro impegno ad opporsi alla continuazione delle stragi, sciaguratamente lo stato italiano "festeggia" la guerra e i poteri assassini: cosi' recando ancora un'estrema infame offesa alle vittime della guerra.

Non solo: lo stato italiano, in flagrante violazione del dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra, continua a prendere parte a guerre in corso.

Non solo: lo stato italiano continua a consentire che in Italia si producano e si vendano armi che vengono poi utilizzate per minacciare, terrorizzare ed assassinare degli esseri umani in tante parti del mondo.

Non solo: lo stato italiano continua a sperperare immense risorse (70 milioni di euro al giorno) del popolo italiano per le spese militari, per il riarmo assassino, per la partecipazione alle guerre.

Non solo: lo stato italiano continua a far parte di un'organizzazione terrorista e assassina come la Nato.

Non solo: lo stato italiano continua ad essere alleato e quindi complice di paesi e coalizioni internazionali responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l'umanita'.

Non solo: lo stato italiano continua ad essere corresponsabile delle stragi nel Mediterraneo provocate dalle misure razziste italiane ed europee che impediscono ad esseri umani che ne hanno estremo bisogno e assoluto diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro e di esservi accolti in pienezza di diritti e dignita'.

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Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

il primo dovere di ogni essere umano, e quindi anche di ogni istituzione democratica, e' rispettare e salvare le vite.

Ascoltando il monito di questa dolorosa ricorrenza, nel lutto inestinguibile per le vittime della guerra di cui si fa memoria, il Governo e il Parlamento vogliano finalmente far cessare gli abominevoli scandali sopra richiamati ed impegnarsi ad avviare una concreta e coerente politica di pace.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Rispetto per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 3 novembre 2014

 

4. PER VICTOR SERGE

 

Ricorreva pochi giorni fa l'anniversario della nascita di Victor Serge, una delle figure piu' belle dell'impegno politico socialista e libertario e della letteratura impegnata del Novecento.

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Victor Serge (Viktor Lvovic Kibalcic), grande scrittore e militante rivoluzionario antitotalitario, nato a Bruxelles il 30 dicembre 1890, partecipo' alla rivoluzione russa, opponendosi poi allo stalinismo. Mori' a Citta' del Messico il 17 novembre 1947. Tra le opere di Victor Serge disponibili in italiano: Gli anarchici e l'esperienza della rivoluzione russa, Jaca Book; Lenin 1917, De Donato; L'anno primo della rivoluzione russa, Einaudi; La citta' conquistata, Manifestolibri; Letteratura e rivoluzione, Celuc; La crisi del sistema sovietico, Ottaviano; Da Lenin a Stalin, Savelli; E' mezzanotte nel secolo, Edizioni e/o; Ritratto di Stalin, Erre Emme; Il caso Tulaev, Bompiani; Vita e morte di Trotskij, Laterza; La svolta oscura, Celuc; Memorie di un rivoluzionario, La Nuova Italia, poi Mondadori, poi Edizioni e/o, e finalmente in edizione integrale dal testo originale presso Massari Editore; Anni spietati, Mondadori; Le lotte di classe in Cina nella rivoluzione del 1927, Samona' e Savelli. Tra le opere su Victor Serge: Vincenzo Sommella, Victor Serge, Prospettiva Edizioni, Roma 1995.

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Di lui e' stato scritto: "Victor Serge e' una figura imprescindibile: militante partecipe di tutte le lotte decisive del movimento delle oppresse e degli oppressi nella prima meta' del Novecento, cronista e testimone, indagatore e notomizzatore delle esperienze piu' luminose e di quelle piu' tragiche, combattente rivoluzionario e vittima dello stalinismo - salvato in extremis nel 1936 grazie alla mobilitazione internazionale degli intellettuali progressisti europei -, militante socialista e libertario nitido e intransigente nella denuncia del totalitarismo, strenuo sostenitore del dovere della verita' - e della forza liberatrice di essa -, come Gandhi persuaso della decisivita' del nesso tra etica e politica, ovvero della necessaria coerenza tra mezzi e fini nell'azione politica del movimento di liberazione dell'umanita'".

E ancora: "nella sua coerenza e nel suo svolgimento la figura e l'opera del rivoluzionario socialista e libertario, dell'acuto ed eroico oppositore del totalitarismo, costituisce un fondamentale punto di riferimento per ogni persona di volonta' buona impegnata per la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione, per la difesa nitida e intransigente della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, contro tutte le menzogne e le violenze".

Sulla sua opera piu' rilevante, le Memorie di un rivoluzionario, e' stato scritto: "Questo libro e' insieme un'opera di viva testimonianza e di meditato giudizio su eventi cruciali, quanto una sorta di manuale sui generis di formazione morale e politica; una straordinaria panoramica storica, ed affascinante un'opera e di memoria e di scrittura; per usare ancora una formula gandhiana: una 'storia dei miei esperimenti con la verita'' - o se si preferisce: 'delle mie esperienze di verita'' -, e grande e luminoso un lascito dell'autore all'umanita'. Bastera' una sola citazione (e' la riga con cui le Memorie si concludono): 'Non rinunciare mai a difendere l'uomo dai sistemi che pianificano l'annientamento dell'individuo'".

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Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda ed invita a ricordarlo con incontri di commemorazione, con lo studio delle sue opere, con l'ascolto della sua testimonianza, e con l'impegno a proseguire la lotta che fu anche sua per un'umanita' solidale, libera da ogni oppressione, da ogni menzogna, da ogni violenza.

Nel ricordo di Victor Serge la nonviolenza e' in cammino.

 

5. UNA LETTERA APERTA A DEPUTATE E DEPUTATI, SENATRICI E SENATORI, IMPEGNATI PER LA PACE E I DIRITTI UMANI (E TUTTE LE PERSONE CHE SIEDONO IN PARLAMENTO DOVREBBERO ESSERLO)

 

Gentili parlamentari,

vi inviamo per opportuna conoscenza il seguente carteggio intercorso tra il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ed il Presidente del Consiglio dei Ministri (che nuovamente ringraziamo per l'attenzione).

Sui temi oggetto dell'interlocuzione vorremmo sollecitare il vostro impegno di legislatori.

In particolare vorremmo chiedervi un immediato e concreto impegno contro la guerra e tutte le uccisioni; per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori e delle societa'; per la drastica riduzione delle follemente ingentissime spese militari (destinando piuttosto quelle immense risorse a promuovere il benessere della popolazione); per la riconversione dell'industria bellica a produzioni civili di pubblica utilita'; per la cessazione della complicita' con organizzazioni e coalizioni stragiste; per la realizzazione dei Corpi civili di pace, della Difesa popolare nonviolenta, di coerenti interventi umanitari e di effettiva protezione civile; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani; ed infine affinche' lo stato italiano sia finalmente fedele ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica ed avvii una politica della nonviolenza, di cui vi e' urgente bisogno.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Vogliate gradire distinti saluti,

Il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

Viterbo, 3 gennaio 2015

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Allegato primo...

 

6. "NON MI ABBANDONARE"

 

"Non mi abbandonare"

e ti guarda con occhi di acqua

nel buio, nel fetore della notte

"Sono qui, non la lascio" rispondi

"sono qui". Ed il vento nei tubi

canta una di morte canzone

con sottili plurali di donne

melodiose voci e paurose.

"Non mi abbandonare", "Sono qui"

ed intanto si sente la morte

il suo soffio pestifero, i tubi

le acri luci piu' buie del buio.

 

"Sto morendo" lui dice, tu dici

"Non e' vero, lei restera' vivo",

"Sto soffrendo" lui dice "preferisco

il morire a questo dolore".

E tu dici "Non dica sciocchezze

non lo dica neppure per scherzo

una lunga una degna una buona

vita ancora l'attende, resista".

 

"Non mi abbandonare"

"Sono qui".

Questa notte di segreti e menzogne

questa notte di strazio e d'incanti

questa notte che viene la morte

tu resisti, resisti quest'ora

tu resisti, che l'alba gia' viene.

Questa notte la morte non vince

qui nessuno abbandona nessuno.

 

7. IN MEMORIA DI LANZA DEL VASTO

 

Ricorre oggi, 5 gennaio, l'anniversario della scomparsa di Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (1901-1981).

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Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto ("Shantidas" e' il nome che gli attribui' Gandhi) e' una delle figure piu' grandi della nonviolenza; nato nel 1901 a San Vito dei Normanni da madre belga e padre siciliano, studi a Parigi e Pisa. Viaggia e medita. Nel 1937 incontra Gandhi nel suo ashram. Tornato in Europa fonda la "Comunita' dell'Arca", un ordine religioso e un'esperienza comunitaria nonviolenta, artigianale, rurale, ecumenica. Promuove e partecipa a numerose iniziative per la pace e la giustizia. E' deceduto in Spagna nel 1981. Tra le opere di Lanza del Vasto segnaliamo particolarmente: Pellegrinaggio alle sorgenti, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio, Che cos'e' la nonviolenza, L'arca aveva una vigna per vela, Introduzione alla vita interiore, tutti presso Jaca Book, Milano (che ha pubblicato anche altri libri di Lanza del Vasto); Principi e precetti del ritorno all'evidenza, Gribaudi; Lezioni di vita, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze; In fuoco e spirito, La Meridiana, Molfetta (Ba). Le comunita' dell'Arca - cosi' come gruppi e persone amiche di questa esperienza - sono diffuse in vari paesi e proseguono la riflessione e l'esperienza del fondatore.

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Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda ed invita a ricordarlo con incontri di commemorazione, di studio adeguato delle sue riflessioni, esperienze e proposte, di ascolto attento dell'appello suo profondo.

 

8. UNA LETTERA ALLE PERSONE PARTECIPANTI O INTERESSATE AL "TAVOLO PER LA PACE" DI VITERBO

[Riceviamo e diffondiamo la seguente lettera indirizzata alla mailing list del "Tavolo per la pace" di Viterbo. Abbiamo omesso tutti i documenti allegati]

 

Carissime e carissimi,

1. Proporrei di confermare la data del 21 gennaio per la prossima riunione

Credo che si possa confermare la data di mercoledi' 21 gennaio 2015 per il prossimo incontro del Tavolo per la pace di Viterbo. Mi sembra che solo due o tre persone abbiano proposto di anticiparla, ma come ha scritto Paolo lui non potrebbe essere presente nelle prime settimane di gennaio per impegni di lavoro fuori citta' (e fuori regione); come tutte e tutti avrete notato Paolo e' stato nel corso del tempo il principale e sovente l'unico referente del Comune di Viterbo presente alle riunioni, cosicche' anche in considerazione delle due iniziative in corso (la proposta della cittadinanza onoraria per le bambine e i bambini e quella - urgentissima -della Consulta) che per la loro realizzazione richiedono di addivenire ad atti deliberativi del Consiglio comunale mi sembra inopportuno riunirci senza Paolo (che peraltro e' anche il consigliere delegato ad hoc).

Anch'io sono dispiaciuto della serie di rinvii, ma proprio per questo a maggior ragione preferirei che si fissasse una data certa e mi sembra che la prima possibile sia appunto quella del 21.

Pertanto proporrei che - se vi e' il consenso di tutte e tutti - l'appuntamento sia confermato per mercoledi' 21 gennaio 2015, come sempre con inizio alle ore 17,15, sempre presso il Palazzetto della Creativita' in via Carlo Cattaneo 9 (sito nell'area del complesso scolastico degli istituti comprensivi Canevari e Vanni).

Per ogni comunicazione il punto di riferimento del "Tavolo per la pace" di Viterbo e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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2. Chiederei a Paolo, a Christian ed a Fabrizio di far circolare al piu' presto tra assessori e consiglieri la proposta dell'istituzione della Consulta

Credo che prima del 21 gennaio sarebbe tuttavia opportuno che Paolo, Christian e Fabrizio facessero circolare tra gli amministratori comunali la proposta di istituzione della Consulta per l'immigrazione e prendessero contatti affinche' il Tavolo possa incontrare delegazioni delle forze politiche presenti in Consiglio comunale o anche solo singoli consiglieri disponibili. Questi incontri, conseguendo a decisioni che abbiamo gia' preso, proporrei che si svolgessero prima possibile.

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3. Due date da ricordare

Ricordo a tutte e tutti che il 27 gennaio si celebra il Giorno della memoria della Shoah, e che alcune e alcuni di noi organizzano e partecipano a varie iniziative. Allego in calce alcuni minimi materiali per l'informazione e la meditazione.

Ricordo anche a tutte e tutti che il 14 febbraio ricorre l'iniziativa "One billion rising" che a Viterbo negli scorsi due anni per iniziativa del centro antiviolenza "Erinna" ha avuto straordinari svolgimenti. Predisponiamoci tutte e tutti alla preparazione, alla partecipazione, all'ascolto, all'approfondimento, all'impegno. Anche a questo riguardo allego in calce alcuni minimi materiali per l'informazione e la meditazione.

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4. Sarebbe bene inoltre...

Sarebbe bene che il "Tavolo per la pace" fosse anche per cosi' dire una sorta di struttura di mutuo soccorso tra le persone ed i soggetti collettivi che vi partecipano... ma di questo parleremo quando ci vediamo.

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5. Un invito particolare

Vorrei infine rivolgere un invito particolare almeno alle persone che nel Tavolo per la pace di Viterbo rappresentano le associazioni che a livello nazionale hanno costituito la "Rete della pace" che ha promosso la campagna "Un'altra Difesa e' possibile" centrata su una proposta di legge d'iniziativa popolare per la difesa civile, non armata e nonviolenta, affinche' si predispongano a sostenere la raccolta delle firme che e' gia' iniziativa (l'iniziativa, come ricorderete, e' stata promossa con l'incontro di Verona del 25 aprile 2014 denominato "Arena di pace e disarmo"; la raccolta delle firme e' stata presentata a Roma il 2 ottobre 2014 in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza). Personalmente sono disponibile a contribuire a promuovere a Viterbo iniziative pubbliche di presentazione della campagna e di raccolta delle firme, ma vorrei che vi si impegnassero anche almeno le numerose associazioni che la campagna e la raccolta hanno promosso a livello nazionale (ed in sincerita' vedrei bene che tutto il nostro Tavolo vi prendesse parte, sia perche' l'iniziativa e' del tutto condivisibile da parte di tutti i soggetti presenti nel Tavolo, sia anche come prosecuzione di un nostro impegno a contribuire a ricomporre le passate - ed a mio avviso sciagurate - lacerazioni del movimento pacifista italiano che nel 2013-2014 hanno portato alla rottura tra la "Tavola della pace" e la generalita' delle associazioni pacifiste che hanno promosso la "Rete della pace". Abbiamo gia' giustamente espresso adesione e sostegno all'iniziativa promossa dal "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace" e dalla "Tavola della pace", abbiamo gia' giustamente partecipato alla marcia Perugia-Assisi, adesso sarebbe bene contribuire anche all'iniziativa della "Rete della pace" per una legge di cui si avverte la necessita'.

Un cordiale saluto

(...)

 

9. PIPPO FAVA, NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

 

Ricorrendo il 5 gennaio l'anniversario della morte di Pippo Fava, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ha ricordato una volta ancora come maestro di rigore morale e d'impegno civile; di lotta per la verita', la giustizia e la liberta'; di lotta contro la mafia, contro la guerra, contro tutte le uccisioni, contro tutte le oppressioni.

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Giuseppe Fava, detto Pippo, nacque a Palazzolo Acreide (Siracusa) il 15 settembre 1925. Laureato in giurisprudenza nel 1947, giornalista professionista dal 1952, redattore e inviato speciale nei settori di attualita' e di cinema per riviste come "Tempo illustrato" e "La domenica del Corriere", corrispondente di "Tuttosport", variamente collaboro' a "La Sicilia", dal 1956 al 1980 capocronista del quotidiano "Espresso sera". Drammaturgo, romanziere, autore di libri-inchiesta; nel 1975 ottiene grande successo il suo romanzo Gente di rispetto; nel 1977 pubblica un altro grande romanzo: Prima che vi uccidano. Nel 1983 pubblica L'ultima violenza, da molti considerato il suo capolavoro drammaturgico. Nei primi anni '80 si consuma l'esperienza di direzione del quotidiano catanese "Giornale del Sud", due anni di limpide battaglie civili, antimafia e pacifiste, ed una rottura conclusiva di testimonianza esemplare. Nel gennaio del 1983 esce il primo numero del mensile "I Siciliani" che Fava fonda con un gruppo di giovani: sara' una delle esperienze decisive per il movimento antimafia che si sta formando in Italia, e resta un punto di riferimento fondamentale. Il 5 gennaio 1984 Pippo Fava e' assassinato dalla mafia a Catania. Opere di Giuseppe Fava: I. Opere letterarie e teatrali di Fava pubblicate in volume: Pagine, Ites, Catania 1969; Gente di rispetto, Bompiani, Milano 1975; Prima che vi uccidano, Bompiani, Milano 1977; Passione di Michele, Cappelli, Firenze 1980; Teatro, Tringale, Catania 1988; II. Libri-inchiesta: Processo alla Sicilia, Ites, Catania 1967; I Siciliani, Cappelli, Firenze 1980; Mafia. Da Giuliano a Dalla Chiesa, Siciliani Editori - Editori Riuniti, Roma 1983; III. Opere teatrali di Giuseppe Fava messe in scena: Vortice - Le vie della gloria, Palazzolo Acreide 1947; La qualcosa, Catania 1960; Cronaca di un uomo, Catania 1967; La violenza, Catania 1970; Il proboviro, Catania 1972; Bello bellissimo, Catania 1974; Opera buffa, Taormina 1977; Delirio, Catania 1979; Foemina ridens, Catania 1981; Ultima violenza, Catania 1983; Maffia - Parole e suoni, Catania 1984; Sinfonie d'amore, Catania 1987; IV. Opere teatrali di Giuseppe Fava mai rappresentate: La rivoluzione; America America; Dialoghi futuri imminenti; Il Vangelo secondo Giuda; Paradigma; L'uomo del Nord (incompiuta). [Questa nota e' ripresa dal libro di Rosalba Cannavo', di seguito segnalato]. Opere su Giuseppe Fava: Claudio Fava, La mafia comanda a Catania, Laterza, Roma-Bari 1991; Idem, Nel nome del padre, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Nando dalla Chiesa, Storie, Einaudi, Torino 1990 (e particolarmente il capitolo primo, "I carusi di Fava"); Riccardo Orioles, L'esperienza de "I Siciliani", in Umberto Santino (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 1989; Rosalba Cannavo', Pippo Fava. Cronaca di un uomo libero, Cuecm, Catania 1990.

 

10. UN SUGGERIMENTO A UN COMMISSARIO EUROPEO

 

Ho letto sulle agenzie di stampa che il Commissario Europeo all'Immigrazione avrebbe affermato che l'Unione Europea intende impegnarsi contro i mafiosi trafficanti di esseri umani (e quindi anche e innanzitutto, vorrei sperare, per salvare le vite degli esseri umani in fuga da guerre e fame che muoiono nel Mediterraneo tentando di giungere nel nostro continente sperando di trovarvi accoglienza e salvezza).

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Mi permetta il signor Commissario Europeo un modesto suggerimento: per salvare le vite dei migranti ed insieme sconfiggere definitivamente le mafie dei trafficanti, l'Unione Europea puo' fare una cosa semplicissima e risolutiva: consentire a tutti gli esseri umani in fuga da guerre e fame di giungere nel nostro continente in modo legale e sicuro; ovvero riconoscere a tutti gli esseri umani il fondamentale diritto umano di muoversi liberamente sul pianeta casa comune dell'umanita' per salvare la propria vita e migliorare la propria condizione; poiche' in verita' e' a causa delle sciagurate politiche razziste dell'Unione Europea (ed anche particolarmente di alcuni degli stati suoi membri, tra cui l'Italia) che accadono le stragi nel Mediterraneo ed i trafficanti mafiosi si arricchiscono.

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Si adoperi quindi il signor Commissario Europeo affinche' dall'Unione Europea sia riconosciuto immediatamente e definitivamente a tutti gli esseri umani il diritto all'ingresso legale e sicuro nel continente, siano abolite le disumane misure razziste attualmente scandalosamente vigenti, ed ipso facto cesseranno le stragi, e sparirebbe l'infame, scellerato business delle mafie dei trafficanti. L'umanita' gliene sarebbe grata, e la sua coscienza non sarebbe piu' gravata dal peso della corresponsabilita' - sua come di molti altri prominenti europei - nel provocare l'infinito dolore e la tragica morte di tanti innocenti.

 

11. AI PRESIDENTI DEL SENATO E DELLA CAMERA PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA

 

Al Presidente del Senato della Repubblica

alla Presidente della Camera dei Deputati

Oggetto: Rinnoviamo la richiesta di un impegno del Parlamento italiano per il riconoscimento dello stato di Palestina

Egregio Presidente del Senato,

Egregia Presidente della Camera,

rinnoviamo la richiesta che vogliate proporre alla conferenza dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento di predisporre un ordine del giorno affinche' lo stato italiano riconosca lo stato di Palestina, e di portarlo al piu' presto al voto delle Camere.

Confidando una volta di piu' nel vostro impegno per la pace e i diritti umani, vogliate gradire distinti saluti

 

12. SOLO LA NONVIOLENZA PUO' SALVARE L'UMANITA'

 

Dopo l'orrore della strage di Parigi ancora una volta diciamo che uccidere e' sempre il crimine piu' atroce, il piu' inammissibile.

Ancora una volta diciamo che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ancora una volta diciamo che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti.

Rispetto per la vita di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

13. URGENTE UNA PROPOSTA AD ALCUNE PERSONE AMICHE IMPEGNATE PER LA PACE

 

Carissime e carissimi,

a una settimana dallo scambio epistolare con il Presidente del Consiglio dei Ministri mi sembra opportuno rivolgervi una proposta: quella di valorizzare questa apertura di dialogo per ulteriormente interloquire col primo ministro sulle decisive questioni che ci stanno sommamente a cuore: come l'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, l'azione concreta e coerente per la pace e i diritti umani, il disarmo, la difesa civile non armata e nonviolenta, la promozione dei Corpi civili di pace e della Difesa popolare nonviolenta, la cooperazione internazionale per promuovere ovunque i diritti fondamentali, la democrazia, la solidarieta' che salva le vite.

Mi sembra infatti che l'aver il Presidente del Consiglio dei Ministri interloquito in modo franco ed esplicito con le nostre posizioni espresse senza reticenze, apra per cosi' dire un varco, un canale di comunicazione, avvii un dialogo che va pienamente esperito.

Le posizioni sono evidentemente assai distanti, ma l'atteggiamento di ascolto tuttavia manifestato dal capo del governo mi e' sembrato sincero e foriero di sviluppi fecondi se il movimento per la pace vorra' e sapra' cogliere l'occasione per portare le sue buone proposte all'attenzione del potere esecutivo ed aprire un confronto su esse che metta il governo in condizione di coglierne l'importanza, l'efficacia, la necessita', e quindi si venga a trovare - persuaso dalle forti ed irrefutabili ragioni di esse - nella condizione di doverle accogliere almeno in parte dando cosi' inizio a una nuova politica, una politica orientata alla pace, ai diritti umani, alla nonviolenza: la politica necessaria a cui hanno recentemente invitato i Premi Nobel per la Pace, il pontefice cattolico, altre grandi autorita' morali del mondo, l'intera comunita' scientifica che si occupa di peace-research e delle emergenze globali del pianeta e dell'umanita'.

Questo colloquio tra i soggetti istituzionali, accademici ed associativi impegnati per la pace, i diritti umani e la nonviolenza ed il governo italiano e' ancor piu' necessario alla luce della strage di Parigi, che conferma una volta di piu' come la violenza assassina sia sempre un orrore insensato, e come sia diritto e dovere dell'umanita' intera affermare concretamente ed intransigentemente il diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Per affermare questo diritto alla vita e alla convivenza proprio di tutti gli esseri umani occorre il ripudio della guerra e di tutte le uccisioni. Occorre la pace, e per costruire la pace occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture, e fin dei vissuti infrapsichici ed interpersonali. Occorre la difesa e la promozione dei diritti umani realizzate con mezzi coerenti e adeguati. A tal fine la nonviolenza, e solo la nonviolenza, appronta risorse indispensabili.

Occorre allora premere nonviolentemente sul Parlamento e sul Governo italiani, come anche sul Parlamento e sulla Commissione europei, per la cessazione di politiche dissennate dagli esiti catastrofici e sanguinari, e per l'avvio di una politica concreta e coerente di pace con mezzi di pace: fermare la spirale della violenza, promuovere il disarmo e la pacificazione in tutte le dimensioni dell'esperienza umana, e' una urgente necessita', un ineludibile dovere.

Sarebbe quindi bene che, a partire dal "Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani", dalla "Tavola della pace" (che organizza la marcia Perugia-Assisi), dalla "Rete della pace" (che raccoglie oggi la generalita' delle principali organizzazioni e reti italiane impegnate per la pace e la nonviolenza e che sta promuovendo una importante proposta di legge per la Difesa civile, non armata e nonviolenta), ovvero a partire dalle principali coalizioni pacifiste italiane, ci si impegnasse per questo: il Presidente del Consiglio dei Ministri ha dato un segnale di attenzione, valorizziamolo e proponiamo subito al Governo e al Parlamento almeno alcuni primi passi nella giusta direzione della pace, della nonviolenza.

Sara' certo un dialogo non facile, ma rinunciarvi sarebbe un tragico errore. Le nostre proposte di pace devono tradursi in atti legislativi ed amministrativi; l'interlocuzione con il Parlamento e con il Governo sono indispensabili.

Proprio perche' la politica italiana attuale e' cosi' tragicamente subalterna alla guerra e cosi' scelleratamente in contrasto con la stessa Costituzione della Repubblica Italiana, a maggior ragione occorre agire per persuadere Governo e Parlamento a un immediato, radicale cambiamento di rotta.

Confidando nel vostro impegno e ringraziandovi per l'attenzione, un cordiale saluto...

 

14. PER NORBERTO BOBBIO

 

Ricorre il 9 gennaio l'undicesimo anniversario della scomparsa di Norberto Bobbio.

Lo ricordiamo come un maestro generoso, rischiaratore delle intelligenze e delle coscienze, suscitatore all'impegno civile per il bene comune.

Lo ricordiamo amico e sodale di Aldo Capitini nella lotta contro il fascismo, contro la guerra, contro la violenza; autorevole figura degli studi sulla pace, la democrazia, i diritti umani, la nonviolenza; esempio illustre della missione del dotto, intellettuale militante per il bene dell'umanita'.

 

15. IN MEMORIA DELLE VITTIME VITERBESI DELLA SHOAH

 

Venerdi' 9 gennaio 2015 il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha reso omaggio alle vittime viterbesi della Shoah.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sostato in silenzioso raccoglimento dinanzi all'abitazione delle tre vittime della barbarie nazista, abitazione sul cui muro da alcuni anni una lapide le ricorda e nella pavimentazione stradale che ne fronteggia l'ingresso questo 8 gennaio sono state collocate dall'artista Gunter Demnig tre "pietre d'inciampo" con i loro nomi: Emanuele Vittorio Anticoli, sua figlia Letizia Anticoli e il marito di lei Angelo Di Porto.

Dopo l'austero omaggio reso nel silenzio e nella meditazione, il responsabile del centro viterbese per la pace e i diritti umani ha voluto ricordare anche alcune luminose figure di uomini che subirono la deportazione nei lager nazisti e che gli sono stati maestri generosi e indimenticabili di impegno morale e civile, di testimonianza di umanita', di nonviolenza: da Vittorio Emanuele Giuntella a Primo Levi, da Lello Perugia a Shlomo Venezia.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha anche rivolto un pensiero di sincero ringraziamento all'amico Giovanni Battista Sguario, lo studioso che ha ricostruito la vicenda della famiglia deportata e grazie alle cui ricerche anni addietro finalmente la citta' di Viterbo e la sua amministrazione civica hanno recuperato la memoria della tragedia ed hanno finalmente reso omaggio alle vittime, memoria e omaggio che la posa delle "pietre d'inciampo" di Demnig ora rafforzano.

La memoria delle vittime, ha concluso Peppe Sini, costituisce un appello: nel nostro ricordo le vittime ci parlano ancora, ci chiedono ancora di essere fedeli alla loro innocenza, ci convocano ad impegnarci affinche' mai piu' si diano stragi, mai piu' uccisioni; ci esortano alla lotta in difesa del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; ci esortano alla pace, alla giustizia, alla misericordia; ci esortano alla scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Proprio in questi giorni in cui terrorismo e guerre tanto sangue umano innocente vanno spargendo ovunque nel mondo; proprio in questi giorni in cui a ridosso del nostro paese, dalla Francia alla Libia al Mediterraneo, la violenza omicida, la violenza razzista, la violenza totalitaria provocano nuove vittime, il ricordo delle vittime della Shoah ci illumini e ci persuada ad adempiere con tutte le nostre forze i nostri doveri di esseri umani: a riconoscere che vi e' una sola umanita', che tutti gli esseri umani appartengono ad un'unica famiglia in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera, che ogni essere umano ha diritto alla vita; ad operare sempre e solo per salvare le vite, per il bene comune, per la pace, la condivisione, la convivenza, la misericordia.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

16. NEL CXI ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIORGIO LA PIRA

 

Nel CXI anniversario della nascita di Giorgio La Pira, il sindaco di Firenze strenuo promotore della pace e dei diritti di tutti gli esseri umani, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ha ricordato con gratitudine e lo propone ad esempio di uomo giusto e mite, costruttore di pace, operatore di giustizia, sollecito nel soccorrere e nel prendersi cura, del civile convivere e del bene comune infaticabile promotore.

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Giorgio la Pira nacque a Pozzallo il 9 gennaio 1904, ed e' deceduto a Firenze il 5 novembre 1977. Antifascista, costituente, parlamentare, sindaco di Firenze; profonda coscienza religiosa, impegnato in rilevanti iniziative di pace e di solidarieta', fu luminoso esempio di impegno morale e civile.

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Nel ricordo e alla scuola di Giorgio La Pira la nonviolenza e' in cammino.

 

17. CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL TERRORISMO, CONTRO TUTTE LE UCCISIONI. UN'INIZIATIVA A VITERBO

 

Si e' svolto sabato 10 gennaio 2015 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", un incontro di riflessione e di testimonianza "contro la guerra, contro il terrorismo, contro tutte le uccisioni".

Nell'incontro si e' fatta memoria delle vittime dei massacri di Parigi come di tutti gli altri massacri ovunque nel mondo e si e' rinnovato profondo e corale un appello per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, la difesa nitida e intransigente del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

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Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, concludendo l'incontro ha insistito sulla necessita' di rompere la spirale della violenza e di scegliere la via della nonviolenza, dando attuazione agli impegni scritti nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, nella Costituzione della Repubblica Italiana.

Solo con il bene si contrasta il male; solo cessando di uccidere si fermano le uccisioni; solo con la pace si ferma la guerra; solo con il rispetto dei diritti umani si vince il terrore.

Occorre ascoltare le giuste parole dei Premi Nobel per la Pace recentemente incontratisi a Roma, occorre ascoltare le giuste parole del papa come delle altre grandi autorita' spirituali del mondo. Solo con scelte di pace e di solidarieta' che riconoscano l'umanita' di tutti gli esseri umani si puo' fermare la catastrofe. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune dell'umanita' intera.

Alla disperazione che fa perdere il senno, alla violenza assassina, alle ideologie della menzogna e della sopraffazione, alle concrezioni di potere che opprimono, perseguitano ed annichiliscono gli esseri umani, occorre rispondere con la forza della verita' che salva le vite, occorre rispondere con la nonviolenza che umanizza e affratella, occorre rispondere con politiche di soccorso umanitario, assistenza e accoglienza, di cooperazione internazionale, di promozione ovunque dei diritti umani, della democrazia, del rispetto reciproco, della condivisione, della civile convivenza, del bene comune.

Occorre cominciare col cessare di fare le guerre; col cessare di rapinare e umiliare interi popoli e devastare interi paesi e continenti. Occorre cominciare col contrastare totalitarismo, razzismo, militarismo, maschilismo; col difendere il diritto alla vita delle persone; col rispettare il mondo vivente tutto.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Le politiche imperialiste, colonialiste, razziste, belliciste hanno fallito.

Le politiche che disprezzano e disumanizzano producono mostri.

Occorre disarmare e smilitarizzare i conflitti, i territori, le societa', le culture, le relazioni interpersonali, gli animi.

Occorre una grande azione educativa e solidale affinche' ogni essere umano ritrovi la sua umanita', ed affinche' ogni essere umano offra e riceva aiuto, a ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue capacita'. L'umanita' deve riconoscersi unita, consapevole di avere un unico destino di vita o di morte.

Occorre la politica della nonviolenza, concreta e coerente, la sola efficace.

Occorre la politica della nonviolenza, che sola puo' salvare l'umanita'.

 

18. ALCUNE COSE CHE VANNO PUR DETTE. UNA LETTERA APERTA ALLA COMMISSIONE EUROPEA

 

Egregi Commissari Europei,

piangiamo tutte le vittime del terrorismo. Di tutti gli atti di terrorismo, di tutte le guerre, di tutte le uccisioni.

E adoperiamoci per impedire nuove stragi. Salvare le vite e' il primo dovere.

Ed affermiamo una volta di piu' che solo il bene piu' vincere il male. Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza, puo' abolirla nelle relazioni tra gli stati, nelle societa' e nelle culture, puo' sconficcarla dal cuore delle persone. Solo la nonviolenza riconosce, difende e promuove la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'umanita' intera.

La nonviolenza e' la grande proposta politica per l'autogoverno dell'umanita' giunta alla piena comprensione della sua unita', della sua responsabilita' per se stessa e per l'intero mondo vivente.

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Per fermare il terrorismo dei singoli e dei gruppi criminali occorre iniziare fermando anche il terrorismo degli stati.

Cessino pertanto le guerre che attualmente anche gli stati europei conducono e fomentano nel mondo.

Finche' anche gli stati europei saranno corresponsabili dei massacri in Medio Oriente come si puo' sperare che quella violenza non ci raggiunga?

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Il terrorismo che oggi colpisce l'Europa e' stato creato, armato, addestrato, finanziato, ed e' tuttora alimentato dai governi occidentali.

Nella convinzione - o con il pretesto - che ogni mezzo fosse lecito per respingere l'invasione sovietica dell'Afghanistan furono creati, armati, addestrati, finanziati coloro che poi imposero un regime totalitario in quel paese e commisero la strage dell'11 settembre 2001.

Nella convinzione - o con il pretesto - che ogni mezzo fosse lecito per abbattere il regime di Milosevic furono armati, finanziati e portati al potere finanche gruppi criminali mafiosi di narcotrafficanti pluriomicidi.

Nella convinzione - o con il pretesto - che ogni mezzo fosse lecito per abbattere la dittatura di Saddam Hussein furono creati, armati, addestrati, finanziati coloro che poi sono divenuti l'organizzazione terroristica dell'Is.

Ugualmente nella convinzione - o con il pretesto - che ogni mezzo fosse lecito per abbattere la dittatura di Muammar Gheddafi.

Ugualmente nella convinzione - o con il pretesto - che ogni mezzo fosse lecito per abbattere la dittatura di Bashar Assad.

E nella convinzione - o con il pretesto - che ogni mezzo sia lecito pur di continuare in una politica neocoloniale di rapina delle risorse altrui, i governi occidentali continuano a sostenere regimi dittatoriali e potentati criminali che tra l'altro sono anche flagranti finanziatori del terrorismo che oggi aggredisce anche l'Europa.

Sono solo alcuni esempi dei crimini contro l'umanita' che i governi occidentali hanno commesso e continuano a commettere, in flagrante violazione delle nostre stesse leggi.

Son cose tristi, ma vanno pur dette.

Per sconfiggere il terrorismo bisogna innanzitutto smettere di praticarlo e di alimentarlo.

Per sconfiggere il terrorismo bisogna contrastare la guerra e tutte le uccisioni.

Per sconfiggere il terrorismo occorre la pace, occorre il disarmo, occorre la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture, delle relazioni interpersonali e dei vissuti infrapsichici.

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Ed occorre anche contrastare il razzismo, hic et nunc: il terrorismo, come tutti i poteri criminali, recluta seguaci prevalentemente nelle aree della sofferenza e della disperazione, del disagio e dell'umiliazione. Le politiche razziste precipitano innumerevoli persone in condizioni di vita disumane. La violenza del terroristi e' un tragico, abominevole portato della sorda e cupa violenza che i poteri dominanti esercitano sulle classi subalterne. Per sconfiggere il terrorismo occorrono politiche che riconoscano, difendano e promuovano i diritti umani, politiche di accoglienza ed assistenza, politiche di welfare, politiche democratiche, politiche che contrastino i poteri mafiosi, l'imprenditoria schiavista, gli abusi di potere su innumerevoli innocenti. Occorre abolire le infami misure razziste che nei nostri stessi paesi negano pienezza di diritti ed accesso ai servizi pubblici fondamentali ad innumerevoli persone oneste e buone. Occorre rispettare e far rispettare le buone leggi neglette ed infrante dal regime della corruzione, dall'economia illegale, dai poteri criminali. Occorre far valere la legalita' che salva le vite, riconosce i diritti, promuove la solidarieta', rende concreta e vitale la democrazia.

In questo ambito vi e' molto, moltissimo da fare: e per cominciare occorre mettere in atto le sagge indicazioni formulate nella "Carta di Lampedusa" del primo febbraio 2014.

Per sconfiggere il terrorismo bisogna contrastare anche il razzismo.

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E vi e' poi la violenza maschilista, che e' la prima radice di ogni altra violenza.

E in questo ambito vi e' molto, moltissimo da fare: e per cominciare occorre dare adempimento a tutti gli impegni previsti dalla Convenzione di Istanbul, la "Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica" approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011.

Per sconfiggere il terrorismo bisogna necessariamente sconfiggere la violenza maschilista. E' la prima e piu' urgente necessita' dell'umanita' intera. La prima e piu' urgente necessita'.

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Dal profondo del cuore vi chiediamo di impegnarvi in modo concreto e coerente contro il terrorismo, e quindi di adoperarvi affinche':

1. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea cessino di partecipare alle guerre in corso e di promuoverne e favoreggiarne delle altre, e si impegnino invece per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

2. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea rinegozino i rapporti con gli Usa, cessando di seguirli nelle loro politiche imperialiste e stragiste; ed in primo luogo denuncino la Nato e si adoperino per il suo scioglimento (oggi piu' che mai e' evidente che la Nato e' un'organizzazione terrorista e assassina).

3. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea procedano alla drastica riduzione delle immani ed insensate spese militari, avviino la riconversione dell'industria armiera a produzioni civili, procedano allo smantellamento degli arsenali e alla distruzione delle armi ad ogni livello (meno armi circolano, piu' vite umane si salvano).

4. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea aboliscano le attuali scellerate misure razziste e adottino invece politiche di accoglienza ed assistenza, cosi' come di intervento autenticamente umanitario, consapevoli che vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera.

5. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea si impegnino nella cooperazione internazionale e nel riequilibrio delle relazioni Nord/Sud (a cominciare dalla cancellazione del debito dei paesi rapinati e impoveriti).

6. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea si impegnino contro la devastazione dell'ecosistema e si impegnino per la cessazione della plurisecolare rapina commessa nei confronti dei popoli del sud del mondo e per la restituzione dei beni frutto di essa.

7. l'Unione Europea e gli stati membri dell'Unione Europea si impegnino per la pace con mezzi di pace, per l'affermazione dei diritti umani e dei popoli. Solo una politica nonviolenta e' adeguata a tal fine.

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Egregi Commissari Europei,

piangiamo tutte le vittime del terrorismo. Di tutti gli atti di terrorismo, di tutte le guerre, di tutte le uccisioni.

E adoperiamoci per impedire nuove stragi. Salvare le vite e' il primo dovere.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Distinti saluti

 

19. VERSO IL 27 GENNAIO, GIORNO DELLA MEMORIA

 

Prepariamo ovunque iniziative per celebrare il Giorno della Memoria; diffondiamo la Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti; proseguiamo la lotta contro il fascismo, contro il razzismo, contro tutte le uccisioni e le oppressioni; proseguiamo la lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

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Di seguito il testo della legge istitutiva.

Legge 20 luglio 2000, n. 211: Istituzione del Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177, 31 luglio 2000).

Art. 1.

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonche' coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto e' accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinche' simili eventi non possano mai piu' accadere.

 

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SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

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Al referendum votiamo No alla riforma costituzionale golpista

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 32 del 7 novembre 2016