[Nonviolenza] Telegrammi. 2473



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2473 del 16 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. La mancetta del Presidente

2. "Forme narrative e critica della realta': i racconti di Julio Cortazar". Un incontro di studio a Viterbo

3. Ermanno Rea

4. Alcuni testi del mese di marzo 2016 (parte terza)

5. Una ragionevole proposta, quattordici anni dopo (ed innumerevoli vittime in piu' che potevano essere salvate)

6. Ripetiamolo una volta ancora

7. Una iniziativa a Viterbo contro il razzismo e contro le mafie

8. Cessi la strage

9. Fermare le stragi nell'unico modo possibile

10. La proposta delle due Rose

11. Per l'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine

12. La notizia

13. Per il primo anniversario della scomparsa di Renato Solmi

14. Contro la guerra e le stragi, alla scuola di Renato Solmi

15. Due verita' cosi' evidenti da sembrare invisibili (e due modeste proposte per la politica dell'umanita')

16. Commemorato Renato Solmi nel primo anniversario della scomparsa

17. Un ragazzino alla stazione

18. La ragione, le ragioni ed i compiti dell'umanita'

19. Che fare

20. L'abisso

21. Armando Forcassi: Er diciassett'aprile voto sine

22. La posta in gioco il 17 aprile

23. Per l'umanita' intera

24. Approssimandosi il 17 aprile

25. Segnalazioni librarie

26. La "Carta" del Movimento Nonviolento

27. Per saperne di piu'

 

1. LE ULTIME COSE. LA MANCETTA DEL PRESIDENTE

 

Il Presidente del Consiglio dei Ministri annuncia che se votiamo come dice lui al referendum poi regala cinquecento milioni ai poveri.

Ai tempi di Lauro bastavano un paio di scarpe (una prima e una dopo il voto, si narra; ma il Presidente e' piu' diffidente del Comandante, e fa bene: noi poveracci, si sa, siamo gentaglia).

 

2. INCONTRI. "FORME NARRATIVE E CRITICA DELLA REALTA': I RACCONTI DI JULIO CORTAZAR". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di giovedi' 15 settembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Forme narrative e critica della realta': i racconti di Julio Cortazar".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

3. LUTTI. ERMANNO REA

 

E' deceduto il 13 settembre 2016 Ermanno Rea, scrittore e militante.

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2016 (PARTE TERZA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2016.

 

5. UNA RAGIONEVOLE PROPOSTA, QUATTORDICI ANNI DOPO (ED INNUMEREVOLI VITTIME IN PIU' CHE POTEVANO ESSERE SALVATE)

 

Ripubblichiamo ancora una volta i testi che seguono. Riproponendoli lo scorso anno scrivevamo: "Riproponiamo di seguito alcuni interventi apparsi sul nostro foglio nel dicembre 2002, oltre dieci anni fa. Sono cose che ripetiamo incessantemente dal secolo scorso, condivise da molte persone di retto sentire e di volonta' buona. Le grandi migrazioni hanno evidenti cause strutturali, pensare di fermarle con le cannoniere e' l'ultima e la piu' scellerata delle follie. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Vi e' una sola umanita' in un unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'".

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Dal 2002 ad oggi la situazione si e' fatta sempre piu' tragica. Lo ripetiamo ancora una volta: occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre, dagli orrori e dalle devastazioni, dalle dittature e dalla schiavitu'; occorre organizzare subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito che porti in salvo nel nostro paese e nel nostro continente le persone costrette a migrare per salvare la propria vita; un servizio di trasporto pubblico e gratuito che consenta loro di giungere qui in modo legale e sicuro; un servizio di trasporto pubblico e gratuito, nella consapevolezza che siamo una sola umanita' e che tutti siamo responsabili della vita di ciascun essere umano; un servizio di trasporto pubblico e gratuito che sia parte di una politica finalmente consapevole della necessita' e dell'urgenza di far cessare l'orrore delle guerre e della schiavitu', delle dittature e dell'ecocidio, l'orrore che costringe innumerevoli persone ad abbandonare le loro case, i loro paesi, tutti i loro beni per poter sperar di salvare almeno la loro nuda vita; un servizio di trasporto pubblico e gratuito per salvare tutte le vite e cominciare cosi' a contrastare anche tutte le guerre e tutte le uccisioni, tutte le rapine e tutte le oppressioni, tutte le devastazioni e tutte le violenze.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

6. RIPETIAMOLO UNA VOLTA ANCORA

 

Ripetiamolo una volta ancora: ogni essere umano ha diritto alla vita, e salvare le vite e' il primo dovere.

Se ci riconosciamo come esseri umani, questo implica degli inalienabili diritti e degli ineludibili doveri. Ed e' solo l'osservanza di quei doveri che invera quei diritti.

Ripetiamolo una volta ancora: ogni essere umano ha diritto alla vita, e salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ripetiamolo una volta ancora: occorre aprire le frontiere; occorre organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; occorre soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone in pericolo.

Ed insieme occorre cessare di armare gli assassini, cessare di fare e fomentare le guerre, cessare di sostenere le dittature, cessare di rapinare interi continenti, cessare di ridurre in miseria e in schiavitu' innumerevoli esseri umani.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

7. UNA INIZIATIVA A VITERBO CONTRO IL RAZZISMO E CONTRO LE MAFIE

 

Ricorreva il 21 marzo sia la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale che la Giornata della memoria delle vittime della mafia, e le due iniziative convergono nella denuncia dei poteri criminali razzisti e mafiosi, e convocano alla lotta contro il razzismo, la mafia, ogni potere totalitario, terrorista e schiavista.

In questa giornata il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ha promosso un incontro di riflessione e di testimonianza cui ha preso parte il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha ricostruito le esperienze di lotta antirazzista ed antimafiosa nell'Alto Lazio dagli anni Settanta del secolo scorso, esperienze di cui e' stato uno dei principali animatori.

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L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle guerre, del razzismo, dei poteri criminali, dei disastri ambientali; ma anche delle vittime dell'incidente automobilistico in cui domenica in Spagna hanno perso la vita tredici giovani studentesse.

Concludendo il suo intervento il responsabile della struttura pacifista ha riassunto "i compiti dell'ora" in alcuni principali ambiti di impegno.

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Il primo impegno, in memoria di tutte le vittime del razzismo, e' soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone migranti.

Lo ripetiamo ancora una volta: occorre aprire le frontiere; occorre organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; occorre salvare le vite di tutte le persone in pericolo. Ed insieme occorre cessare di armare gli assassini, cessare di fare e fomentare le guerre, cessare di sostenere le dittature, cessare di rapinare interi continenti, cessare di ridurre in miseria e in schiavitu' innumerevoli esseri umani. Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Il primo dovere e' salvare le vite.

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Il secondo impegno e' contrastare i poteri criminali, il regime della corruzione loro primario complice, l'ideologia totalitaria del potere assoluto, il modello di societa' fondato sulla rapina e la devastazione delle risorse, sullo sfruttamento schiavista, sull'appropriazione privata e la massimizzazione del profitto ad esso sacrificando la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani.

Ed in relazione a questo impegno e' necessario anche vincere il referendum di ottobre in difesa della Costituzione della Repubblica italiana, democratica ed antifascista. Le scandalose modifiche volute dal governo, combinate con altre sciagurate leggi che il medesimo governo ha imposto, costituiscono una svolta autoritaria scellerata e inammissibile, che viola fondamentali diritti e favoreggia abusi e oppressioni. Al referendum di ottobre occorre che prevalga il "no" al golpe bianco.

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Il terzo impegno e' opporsi alla guerra, che sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani. La guerra e' nemica dell'umanita'; abolire la guerra e' il primo dovere e il primo bisogno dell'umanita' intera nell'epoca aperta dagli orrori assoluti di Auschwitz e di Hiroshima.

Per opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni occorre abolire gli eserciti e le armi; occorre promuovere ed organizzare subito la difesa popolare nonviolenta e i corpi civili di pace.

Tutti i poteri assassini, terroristi, totalitari, si reggono sul militarismo; solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

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Il quarto impegno e' difendere la biosfera, casa comune dell'umanita', distruggendo la quale anche l'umanita' perisce.

Ed in relazione a questo impegno e' necessario anche vincere il referendum del 17 aprile in difesa dell'ambiente, della salute, dei diritti umani dell'umanita' presente e delle generazioni future: un referendum che ha lo stesso valore di quelli che abbiamo gia' vinto in anni lontani e recenti contro la follia nucleare e contro la totale mercificazione dell'acqua. Ma se in quei referendum una forte sensibilizzazione venne agli elettori dalle tragedie di Cernobyl e di Fukushima, oggi si rischia la disattenzione, e quindi una vasta astensione dal voto che il referendum invaliderebbe, come gia' e' avvenuto in passato su temi anch'essi di grande importanza. Ed i messeri al governo con sordidi stratagemmi e squallide menzogne stanno cercando di indurre la popolazione a rinunciare a far valere la volonta' democratica, a rinunciare a difendere il bene comune. Occorre dunque un impegno immediato di ogni persona di volonta' buona per spiegare a tutti i cittadini le ragioni del "si'" al referendum del 17 aprile. Il tempo e' poco, la situazione grave.

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Il quinto impegno, ma in realta' e' quello fondamentale da cui tutti gli altri dipendono, e' la lotta contro il femminicidio, contro la violenza di genere, contro l'oppressione maschilista e patriarcale che spezza in due l'umanita' ed impone ovunque i piu' feroci e pervasivi rapporti di dominio, di sfruttamento, di asservimento, di negazione di eguaglianza di diritti e di annichilimento della dignita' umana.

Il maschilismo e' la prima radice e il primo modello di tutte le altre violenze, e di esso sono vittima sia le donne che esso pretende disumanizzare e ridurre a oggetto e possesso, sia gli uomini stessi che nella violenza che condividono ed esercitano perdono la loro medesima umanita' e si rendono belve e di belve complici, facitori di male ed al male consenzienti. Contrastare e sconfiggere il maschilismo e' l'impegno immediato cui ogni essere umano di retto sentire e di volonta' buona e' chiamato in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, per la liberazione dell'umanita' intera da tutte le oppressioni e le menzogne, per proteggere la sua stessa identita' di umana persona, di essere senziente, pensante ed agente che sa e puo' scegliere tra il male e il bene, che sa che solo il bene rende felici, solo nella solidarieta' e nella condivisione si e' umani, solo nella lotta contro la violenza si costruisce la liberta', la giustizia e pace - la liberta', la giustizia e la pace cui ogni essere morale aspira.

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Nel ricordo delle vittime, con l'azione buona che e' anche testimonianza del bene ed esempio che educa, noi riaffermiamo la dignita' di tutti gli esseri umani, noi riaffermiamo il diritto alla vita di tutti gli esseri umani, noi riaffermiamo la persuasione che la civilta' umana puo' prevalere sulla violenza che disumanizza e distrugge, noi riaffermiamo la scelta della nonviolenza che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le violenze.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione dell'umanita' intera.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

8. CESSI LA STRAGE

 

Fino a quando non cessera' la strage dei migranti queste parole occorre ripetere.

Fino a quando non cessera' la strage dei migranti occorre lottare contro i poteri che la provocano.

Fino a quando non cessera' la strage dei migranti occorre contrastare i governi razzisti e militaristi, le economie rapinatrici e schiaviste, le organizzazioni mafiose e terroriste, tutti i poteri assassini, tutti i regimi stragisti.

Fino a quando non saranno sconfitti i governi razzisti e militaristi, le economie rapinatrici e schiaviste, le organizzazioni mafiose e terroriste, tutti i poteri assassini, tutti i regimi stragisti, fino ad allora non vi sara' liberazione dell'umanita', non vi sara' una vita degna per ogni essere umano.

Una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

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Ripetiamolo una volta ancora: ogni essere umano ha diritto alla vita, e salvare le vite e' il primo dovere.

Se ci riconosciamo come esseri umani, questo implica degli inalienabili diritti e degli ineludibili doveri. Ed e' solo l'osservanza di quei doveri che invera quei diritti.

Ripetiamolo una volta ancora: ogni essere umano ha diritto alla vita, e salvare le vite e' il primo dovere.

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Ripetiamolo una volta ancora: occorre aprire le frontiere; occorre organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; occorre soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone in pericolo.

Ed insieme occorre cessare di armare gli assassini, cessare di fare e fomentare le guerre, cessare di sostenere le dittature, cessare di rapinare interi continenti, cessare di ridurre in miseria e in schiavitu' innumerevoli esseri umani.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

9. FERMARE LE STRAGI NELL'UNICO MODO POSSIBILE

 

Le stragi che oggi hanno insanguinato Bruxelles ci colmano di orrore e di terrore, di lacrime e lutto, di un muto sgomento e di un dolore insostenibile.

Ma questo ennesimo abominevole crimine deve anche aprirci gli occhi, il cuore, la mente.

Ad esso occorre rispondere con la forza della verita', della ragione, dell'umanita'.

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La morte di massa che i criminali terroristi portano nel cuore dell'Europa e' tragicamente la stessa morte di massa che da decenni le armate legali dei governi occidentali e dei loro sanguinari complici e sicari regionali, ed i prodotti letali dei mercanti di armi, spargono nel vicino e nel medio oriente; e le organizzazioni terroristiche che ora portano nelle nostre citta' europee un diluvio di sangue sono state allevate dai nostri governi, dalle nostre guerre, dalle nostre armi, e la politica del terrore globale dei poteri imperiali riproducono specularmente sulla scala ad esse accessibile.

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Come ci si poteva illudere che quelle guerre non avrebbero raggiunto anche le nostre case?

Come ci si poteva illudere che i terroristi cola' finanziati, armati e addestrati dalle potenze occidentali e dai loro complici regionali non avrebbero prima o poi esteso il loro campo d'azione da quelle terre alle nostre?

Come ci si poteva illudere di essere in un'isola felice, in una campana di vetro, in una torre d'avorio, in una fortezza inespugnabile, quando le tecnologie hanno unificato il mondo e le armi di sterminio sono a disposizione di tutte le mafie cosi' come dell'uomo piu' solo, piu' stolto e piu' disperato? mentre milioni e milioni di esseri umani, gia' oggi vittime delle guerre e della fame, del terrore e delle devastazioni, delle dittature e della schiavitu', hanno perso ogni loro bene e sono costretti a fuggire attraverso deserti e mari, attraverso paesi e continenti, affrontando la morte - e sovente alla morte soccombendo quando ormai la meta agognata sembrava vicina -, perche' i governi dei paesi europei negano loro il primo di tutti i diritti: il diritto a salvare la propria vita, rifiutando ad essi l'approdo in un luogo in cui vivere in pace?

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C'e' un solo modo per fermare le stragi: cessare di commetterle e di favoreggiarle.

C'e' un solo modo per sconfiggere il terrorismo: scegliere la nonviolenza.

Occorre una immediata politica di disarmo e di proibizione assoluta di produrre, commerciare e detenere armi.

Occorre una immediata politica di smilitarizzazione dei conflitti e di intervento umanitario non armato e nonviolento per salvare tutte le vite.

Occorre contrastare il militarismo, il razzismo e il maschilismo: che sono le reali basi ideologiche e i modelli comportamentali del terrorismo stragista e schiavista (che usa oggi strumentalmente la religione esattamente come appena ieri usava altrettanto strumentalmente le ideologie laiche otto e novecentesche - il patriottismo e il nazionalismo, ma anche il socialismo e l'anarchia).

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L'Italia decida di contrastare le guerre e le stragi, con la drastica riduzione delle spese militari e l'avvio della Difesa popolare nonviolenta e dei Corpi civili di pace, con gli aiuti umanitari ovunque occorrano, con la cessazione immediata della produzione armiera, con la denuncia e l'impegno per lo scioglimento delle alleanze militari terroriste e stragiste (come la Nato), e convochi l'Unione Europea a fare altrettanto.

L'Italia decida di lottare davvero contro il razzismo, accogliendo tutti i profughi e garantendo loro un servizio di trasporto pubblico e gratuito che consenta a tutte le persone l'ingresso in Italia in modo legale e sicuro - e convochi l'Unione Europea a fare altrettanto.

L'Italia decida di lottare davvero contro il maschilismo, innanzitutto applicando pienamente la Convenzione di Istanbul e sostenendo i centri antiviolenza delle donne, e convochi l'Unione Europea a fare altrettanto.

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Alla violenza occorre opporre la nonviolenza.

All'odio che uccide occorre opporre la solidarieta' che salva.

Alla barbarie che disumanizza occorre opporre la civilta' che affratella e assorella.

Al male occorre opporre il bene.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

 

10. LA PROPOSTA DELLE DUE ROSE

 

Nei mesi scorsi - tra dicembre e febbraio - abbiamo reiteratamente formulato una proposta per le elezioni amministrative che si svolgeranno tra poche settimane: di costruire delle liste che avessero l'opposizione alla guerra, al razzismo e al maschilismo come fulcro del loro programma.

E parlavamo di programma non solo politico, ma anche specificamente amministrativo: poiche' gli enti locali possono fare moltissime concrete ed efficaci cose per contrastare la guerra, il razzismo, il maschilismo, l'ecocidio.

Quella proposta (che avevamo cercato di rendere piu' visibile con un motto: "La Rosa rossa contro la guerra, la Rosa bianca contro il nazismo. Per la pace e i diritti umani") e' caduta nel nulla.

Ma l'esigenza resta.

Pensando di far cosa non disutile, riproponiamo qui di seguito alcune parole che scrivevamo in dicembre.

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In poche parole: l'umanita' sta precipitando nel baratro della guerra. E' compito di ogni persona ragionevole, di ogni movimento democratico, di ogni umano istituto far quanto e' in proprio potere perche' questo non accada.

Non bastano le iniziative meramente testimoniali; e non bastano le iniziative del cosiddetto volontariato.

Occorre mobilitare contro la guerra la forza delle istituzioni democratiche. E perche' questo accada occorre che esse siano governate da persone che sappiano che opporsi alla guerra e' il primo dovere, la prima necessita'.

Affinche' nelle istituzioni democratiche entrino persone che abbiano questa consapevolezza occorre presentare liste elettorali che si caratterizzino esattamente per questo: liste elettorali contro la guerra e contro il terrorismo, liste elettorali per la pace e i diritti umani, liste elettorali per la salvezza dell'umanita' e della biosfera.

Con il programma della Rosa rossa: contro la guerra e tutte le uccisioni.

Con il programma della Rosa bianca: contro il nazismo e tutte le oppressioni.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

A cominciare dalle imminenti elezioni amministrative occorre costruire e presentare dappertutto la lista della pace e dei diritti umani.

Una lista che non pretenda costituire un'organizzazione, ma semplicemente una coalizione che chiama a partecipare tutte le persone, le associazioni, le organizzazioni e i movimenti che si sentono impegnati per la pace e i diritti umani, che sanno che il primo dovere e' fermare la guerra, salvare le vite.

La Rosa rossa e la Rosa bianca. Il volto di Abele. La nonviolenza femminile plurale.

 

11. PER L'ANNIVERSARIO DELL'ECCIDIO DELLE FOSSE ARDEATINE

 

Ricorre il 24 marzo l'anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine.

In questo giorno di lutto noi ricordiamo tutte le vittime del fascismo.

E in questo ricordo associamo tutte le vittime dei nuovi fascismi che in questi giorni continuano a far strage di innocenti.

Che cessi questo infinito orrore.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Il primo dovere di ogni persona decente cosi' come di ogni civile istituto e' salvare le vite.

Nel ricordo delle vittime delle Fosse Ardeatine, nel ricordo di tutte le vittime del fascismo, come nel ricordo delle vittime delle guerre e degli attentati di questi anni e di questi giorni, riaffermiamo che e' diritto e dovere, bisogno ed impegno comune di tutta l'umanita' opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la biosfera.

L'antifascismo prosegue e si invera oggi nella nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Solo il bene puo' sconfiggere il male.

 

12. LA NOTIZIA

 

"Havvi chi le crudeli opre di marte

si elegge a passar l'ore, e nel fraterno

sangue la man tinge per ozio; ed havvi

chi d'altrui danni si conforta, e pensa

con far misero altrui far se men tristo"

(Leopardi, Al conte Carlo Pepoli, vv. 88-91)

 

Non c'e' altro modo di fermare la violenza che cessare di usare violenza.

Per fermare la catena delle uccisioni occorre smettere di uccidere, occorre recare soccorso alle vittime, occorre salvare le vite.

Coloro che ancora confidano nelle guerre e negli attentati, nei bombardamenti e nelle cinture esplosive, nei plotoni d'esecuzione e nei roghi, negli eserciti e nei pugnali, non hanno ricevuto la notizia che uccidere altri non impedira' la loro morte, che infliggere sofferenze non donera' loro felicita', che vi e' una sola umanita' di cui tutti gli esseri umani fanno parte e che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Questa notizia recagliela tu. Tu salva le vite.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza.

 

13. PER IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI RENATO SOLMI

 

Ricorre domani, il 25 marzo, il primo anniversario della scomparsa di Renato Solmi.

Che e' stato nel nostro paese uno dei piu' profondi e rigorosi pensatori e militanti della pace e della nonviolenza.

Era l'uomo piu' colto del mondo, ed il piu' generoso. Una delle figure maggiori della nonviolenza in cammino.

Fu lui che fece conoscere in Italia gli ineludibili capolavori di Theodor W. Adorno, di Walter Benjamin, di Max Horkheimer, di Guenther Anders; fu lui che ci mise a disposizione libri decisivi del pensiero e dell'impegno critico ed antiautoritario, antifascista ed antimperialista, antirazzista ed antitotalitario, pacifista e disarmista, antimilitarista ed antinucleare, nonviolento.

Di fecondo, nitido e intransigente impegno intellettuale, morale e civile, testimonio' con le sue concrete e coerenti scelte di vita l'esigenza della verita', della solidarieta', della responsabilita'; rinuncio' ad ogni carriera e ad ogni privilegio (e la sua formazione e i suoi meriti erano tali che avrebbe avuto agevole accesso alle piu' prestigiose e ai piu' gratificanti) per porsi al servizio dell'umanita' intera, adempiendo alla missione del dotto, nel movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione comune, per la necessaria resistenza alla disumana violenza dei poteri dominante, per la necessaria rivoluzione nonviolenta che salvi l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

Con l'opera e con l'esempio e' stato in Italia dagli anni Cinquanta del secolo scorso uno dei maestri migliori delle generazioni venute all'impegno politico contro ogni oppressione.

Ancora una volta qui lo ringraziamo per i doni suoi grandi, e lo ricordiamo maestro e compagno di lotte.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

14. CONTRO LA GUERRA E LE STRAGI, ALLA SCUOLA DI RENATO SOLMI

[Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta, e' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del recente volume in cui sono raccolti taluni dei frutti mggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Th. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)". Opere di Renato Solmi: segnaliamo particolarmente la sua recente straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007]

 

Se appena si aprono gli occhi, subito si colmano di lacrime.

Ma se appena tu apri i tuoi occhi, subito sai quale sia il tuo dovere: opporti alla guerra e a tutte le uccisioni; salvare le vite.

E per opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, per opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, per opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per difendere l'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera  - le generazioni future comprese -, tu senti, tu sai che occorre la scelta della nonviolenza.

Solo con la scelta della nonviolenza si puo' contrastare e sconfiggere questo inumano orrore.

Solo con la scelta della nonviolenza puo' vincere la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione comune, per la salvezza dell'umanita'.

Solo con la scelta della nonviolenza.

*

Siamo esseri pensanti.

E pensare e' pensare il dolore. Il dolore del pensare la vita che soffre e il dolore del pensare il nulla impensabile.

Pensare e' quindi anche pensare il dovere di opporsi al dolore e al nulla, di contrastare la violenza, di lenire la sofferenza. Pensare e' pensare il dono ricevuto nel pensare, pensare e' pensare il dono da rendere, da moltiplicare.

Pensare e' riconoscere riconoscente il debito con gli altri pensanti del cui lascito e del cui dialogo e del cui avvenire si beneficia. Si pensa pensando di essere umani tra umani, si pensa pensando di essere parte di un'impresa comune: l'autodisvelamento e l'autorealizzazione dell'umanita'.

Anche nella solitudine piu' ardua, e piu' disperata, si pensa con e per gli altri.

Siamo esseri pensanti: quindi dialogici, quindi responsabili.

Pensare e' pertanto pratica prima di radicale opposizione a tutte le uccisioni. Pensare e' pensare il dovere di salvare le vite.

*

Fermare la guerra e' non solo necessario, ma possibile: con il disarmo e la smilitarizzazione, con la scelta della nonviolenza.

Far cessare le stragi e' non solo necessario, ma possibile: con il disarmo e la smilitarizzazione, con la scelta della nonviolenza.

Abbattere le dittature e' non solo necessario, ma possibile: con il disarmo e la smilitarizzazione, con la scelta della nonviolenza.

Abolire la schiavitu' e' non solo necessario, ma possibile: con il disarmo e la smilitarizzazione, con la scelta della nonviolenza.

E' con la scelta della nonviolenza che si puo' sconfiggere il fascismo, il razzismo, il militarismo, l'imperialismo, lo sfruttamento, l'ecocidio, il maschilismo (il maschilismo, che di ogni altra violenza e' fondamento e modello e radice).

*

La scelta della nonviolenza e' azione concreta e coerente: e' la lotta delle oppresse e degli oppressi da condurre qui ed ora contro tutte le oppressioni. E' l'azione diretta che salva le vite e ad ogni potere oppressivo resiste. E' la forza della verita', e' il principio responsabilita'.

Scegliere la nonviolenza occorre.

Il movimento per la pace, il movimento per la socializzazione dei mezzi di produzione e l'eguaglianza di diritti, il movimento per la difesa dei beni comuni e la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga e sostenga, puo' affrontare e sconfiggere i poteri criminali, le strutture e le ideologie della violenza e della menzogna, della rapina e della devastazione, l'oppressione di classe, razzista e di genere solo facendo la scelta della nonviolenza.

*

Un anno fa moriva Renato Solmi. Il migliore dei maestri, il migliore dei compagni di lotta.

Si sappia noi esser capaci di continuare la sua azione per la pace e la liberazione dell'umanita'.

 

15. DUE VERITA' COSI' EVIDENTI DA SEMBRARE INVISIBILI (E DUE MODESTE PROPOSTE PER LA POLITICA DELL'UMANITA')

 

Dei potenti della Terra l'unico che mostra di rendersi conto della tragica situazione reale e' il papa, che con le parole, i gesti e le opere afferma la semplice verita' che ad uccidere gli esseri umani sono le armi.

E che quindi per far cessare le guerre e le stragi, per salvare le vite umane e convivere in dignita' e solidarieta', occorre il disarmo: ovvero abolire la produzione, il commercio, la detenzione e l'uso degli strumenti atti a procurare la morte degli esseri umani. Poiche' e' dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto: si chiama civilta', si chiama umanita'; vuol dire trattare le altre persone come noi stessi vorremmo essere trattati dagli altri.

*

I mezzi d'informazione all'unisono ripetono che per contrastare il terrorismo stragista occorrono piu' spie, piu' armati, piu' sorveglianza e piu' repressione.

Ed invece e' vero il contrario: occorre smilitarizzare la societa' e le menti, occorre piu' umana comprensione e sollecitudine, piu' liberta' e solidarieta', piu' riconoscimento, rispetto e accudimento per la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone. Di sistemi di spionaggio e di camere di tortura, di caserme in cui si apprende a disprezzare e uccidere, il mondo e' purtroppo stracolmo: quindi occorre abolire gli eserciti e le spie, tutti i poteri assassini, tutti i poteri che negano l'eguale dignita' di tutti gli esseri umani, tutti i poteri che negano l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

*

Questa e' la politica dell'umanita' oggi necessaria: abolire le guerre, abolire le armi, abolire gli eserciti.

L'alternativa, concreta e coerente, e' non solo matura, ma indispensabile e urgente: e' la nonviolenza che salva le vite. La nonviolenza e' la sola politica adeguata alla distretta presente dell'umanita'.

 

16. COMMEMORATO RENATO SOLMI NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Il 25 marzo 2016 a Viterbo il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha commemorato Renato Solmi nel primo anniversario della scomparsa.

*

Renato Solmi e' stato tra i pilastri della casa editrice Einaudi, ha introdotto in Italia opere fondamentali della scuola di Francoforte e del pensiero critico contemporaneo, e' uno dei maestri autentici e profondi di generazioni di persone impegnate per la democrazia e la dignita' umana, che attraverso i suoi scritti e le sue traduzioni hanno costruito tanta parte della propria strumentazione intellettuale; impegnato nel Movimento Nonviolento del Piemonte e della Valle d'Aosta, e' deceduto il 25 marzo 2015. Dal risvolto di copertina del volume in cui sono raccolti taluni dei frutti maggiori del suo magistero riprendiamo la seguente scheda: "Renato Solmi (Aosta 1927) ha studiato a Milano, dove si e' laureato in storia greca con una tesi su Platone in Sicilia. Dopo aver trascorso un anno a Napoli presso l'Istituto italiano per gli studi storici di Benedetto Croce, ha lavorato dal 1951 al 1963 nella redazione della casa editrice Einaudi. A meta' degli anni '50 ha passato un periodo di studio a Francoforte per seguire i corsi e l'insegnamento di Theodor W. Adorno, da lui per primo introdotto e tradotto in Italia. Dopo l'allontanamento dall'Einaudi, ha insegnato per circa trent'anni storia e filosofia nei licei di Torino e di Aosta. E' impegnato da tempo, sul piano teorico, e da un decennio anche su quello della militanza attiva, nei movimenti nonviolenti e pacifisti torinesi e nazionali. Ha collaborato a numerosi periodici culturali e politici ("Il pensiero critico", "Paideia", "Lo Spettatore italiano", "Il Mulino", "Notiziario Einaudi", "Nuovi Argomenti", "Passato e presente", "Quaderni rossi", "Quaderni piacentini", "Il manifesto", "L'Indice dei libri del mese" e altri). Fra le sue traduzioni - oltre a quelle di Adorno, Benjamin, Brecht (L'abici' della guerra, Einaudi, Torino 1975) e Marcuse (Il "romanzo dell'artista" nella letteratura tedesca, ivi, 1985), che sono in realta' edizioni di riferimento - si segnalano: Gyorgy Lukacs, Il significato attuale del realismo critico (ivi, 1957) e Il giovane Hegel e i problemi della societa' capitalistica (ivi, 1960); Guenther Anders, Essere o non essere (ivi, 1961) e La coscienza al bando (ivi, 1962); Max Horkheimer e Th. W. Adorno, Dialettica dell'illuminismo (ivi, 1966 e 1980); Seymour Melman, Capitalismo militare (ivi, 1972); Paul A. Baran, Saggi marxisti (ivi, 1976); Leo Spitzer, Lettere di prigionieri di guerra italiani 1915-1918 (Boringhieri, Torino 1976)". Opere di Renato Solmi: segnaliamo particolarmente la sua straordinaria Autobiografia documentaria. Scritti 1950-2004, Quodlibet, Macerata 2007.

*

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha aperto il suo intervento affermando che "ricordare Renato Solmi significa non solo riconoscere con profonda gratitudine quanto della nostra formazione morale e politica e del nostro morale e politico agire dobbiamo a lui; quanto della nostra comprensione del mondo al suo concreto e coerente lavoro intellettuale, al suo dialogico e dialettico insegnamento, al suo nitido e sofferto esempio e' dovuto; significa non solo ricordare l'uomo, lo studioso, il testimone, il pensatore e il militante nonviolento impegnato per la liberazione dell'umanita': significa accoglierne il lascito e proseguirne l'impegno.

E ricostruendo la vita e l'azione di Renato Solmi si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui la piu' brillante mente del marxismo critico del secondo Novecento in Italia giunge alla scelta della nonviolenza come necessario sviluppo e banco di prova dell'impegno teoretico e pratico per la liberazione dell'umanita'; si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui l'erede piu' consapevole della cultura filosofica europea - dai Greci ad oggi - giunge a cogliere nell'opposizione alla guerra il compito attuale dell'umanita' intera; si colgono le ragioni veritiere e profonde e ineludibili per cui una persona che ha piena cognizione del dolore e vuole fortissimamente la verita' e la giustizia, ed ha gli strumenti intellettuali adeguati per ragionare compiutamente sull'eta' aperta da Auschwitz e da Hiroshima, e la tempra morale per rinunciare ad ogni illusione e predisporsi a una lotta necessaria ma del cui esito nulla puo' garantire, al culmine della sua travagliata vicenda esistenziale - e dell'intensamente sentita e meditata crisi storica contemporanea - trova e indica nella militanza nonviolenta la meta e il cuore del suo originario agire e dell'evoluzione intera del suo fare - cosi' come dell'impegno comune di ogni persona di volonta' buona -, e nella rivoluzione nonviolenta la missione storica e attuale dell'umanita' oppressa, l'inveramento della storia come storia della liberta', della responsabilita', della solidarieta', il senso e il fine della civilta', ovvero dell'umana convivenza nel riconoscimento del valore di ogni esistenza e dell'intero mondo vivente".

*

Dopo aver ripercorso alcune principali vicende biografiche ed illustrato alcuni testi fondamentali di Renato Solmi, la commemorazione si e' conclusa con la conferma dell'impegno a proseguirne la lotta: opponendosi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

17. UN RAGAZZINO ALLA STAZIONE

 

Alla stazione

un ragazzino spinge innanzi il suo carrello

e nel carrello panciuta la valigia

e nella valigia la morte

che attende il momento di erompere fiamma

di divorare scarpe, vestiti, capelli

e unghie e carne ed ossa

e farne fumo.

 

La testa senza testa

come una coda di lucertola strappata

come un muro di tufo che scolora

come l'ultima parola strozzata

nella gola, nella gora, sotto il greve

peso della mora.

 

Il cuore senza cuore

che sa dire la parola valore

che conosce il sapore e il sopore

e il sapone cavato dalle ossa

e la fossa, la fossa comune

e il pozzo senza luna.

 

Le mani senza mani

la notte che ha voce di cani

le stelle che han cuore di ghiaccio

le strade, la pioggia, l'abbraccio

il drago di pietra che dorme

nella deserta piazza.

 

Alla stazione

un ragazzino spinge innanzi il suo carrello

e forse si chiede questo e quello

e forse potresti ancora fermarlo, salvargli la vita

e la vita di tutti.

Se tu lo sapessi, se tu gli parlassi.

 

18. LA RAGIONE, LE RAGIONI ED I COMPITI DELL'UMANITA'

 

Ha ragione il papa quando dice che siamo nella terza guerra mondiale, condotta "a pezzi".

Ha ragione quando nella tragedia dei profughi in fuga da guerre ed orrori indica la primaria corresponsabilita' delle imprese produttrici di armi.

Ha ragione quando chiama ad accogliere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.

*

La guerra mondiale "a pezzi" ha ormai raggiunto anche le capitali europee. E l'esperienza brutale delle stragi li' compiute ci rende infine percepibile l'orrore che in primis i nostri governi hanno inflitto a popoli interi in questi ultimi decenni con le guerre condotte e promosse e fomentate ed armate, le guerre che sempre e solo consistono di stragi di esseri umani.

L'insensibilita' europea al dolore degli altri cessa ora che i massacri divengono esperienza frequente anche in casa nostra, toccano i nostri amici e parenti piu' prossimi.

E' ormai impossibile continuare a non vedere i frutti della guerra e del terrore: intere citta' ridotte in macerie, cumuli di cadaveri, processioni di schiavi in catene o nelle gabbie; le immagini esibite dagli stessi assassini, dagli stessi torturatori, attraverso i mezzi di comunicazione globali.

Ed e' impossibile continuare a non vedere i milioni di esseri umani che hanno perso tutti i loro beni e fuggono dai luoghi in cui la guerra quotidianamente fa strage di esseri umani e gli orrori e le devastazioni hanno raggiunto dimensioni vertiginose e abissali. Questi milioni di esseri umani che per salvare la propria nuda vita sono costretti a odissee indicibili tra pericoli estremi e dinanzi ai quali l'opulento occidente continua a tener chiuse le porte ed i cuori: era antica saggezza che l'ospite e' sacro, che lo straniero che si presenta tremante alla tua soglia va accolto e onorato, che ogni essere umano e' messaggero del bene, che ad ogni essere umano un pronto, generoso soccorso deve essere dato; quando l'occidente nel suo tramonto ha dimenticato quell'antica verita', quel primo dovere, quel fondamento della civilta'? Accogliere il profugo, proteggere il perseguitato, salvare le vite: e' il primo dovere; chi a questo dovere non adempie si colloca fuori e contro l'umanita' che e' una.

*

E' tempo che l'umanita' riconosca che il primo compito della politica e' salvare le vite: e per salvare le vite occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi.

E' tempo che l'umanita' riconosca che il primo compito della politica e' salvare le vite: e per salvare le vite occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

E' tempo che l'umanita' riconosca che il primo compito della politica e' salvare le vite: e per salvare le vite occorre cessare di devastare la biosfera.

E' tempo che l'umanita' riconosca che il primo compito della politica e' salvare le vite: e per salvare le vite occorre sconfiggere il maschilismo che e' la prima radice e il primo modello di tutte le violenze.

E' tempo che l'umanita' riconosca che l'unica politica adeguata ai compiti dell'ora presente e' la nonviolenza.

*

Vi e' una sola umanita', in unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni persona, ed a maggior ragione di ogni civile istituto, e' salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

19. CHE FARE

 

"Dopo tante pene e tanti lutti, tante lacrime e tante piaghe, tanto odio, tante ingiustizie e tanta disperazione, che fare?"

(Ignazio Silone, Fontamara)

 

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

*

Contro la guerra e tutte le uccisioni; contro il razzismo e tutte le persecuzioni; contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Solo il bene puo' sconfiggere il male.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.

*

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

 

20. L'ABISSO

 

L'abisso della violenza che divora l'umanita'. Che fare?

*

Ripetiamolo una volta ancora.

Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Contro la guerra e tutte le uccisioni; contro il razzismo e tutte le persecuzioni; contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Solo il bene puo' sconfiggere il male.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e per la difesa della biosfera casa comune dell'umanita'.

 

21. ARMANDO FORCASSI: ER DICIASSETT'APRILE VOTO SINE

 

Er diciassett'aprile voto sine.

Pe' pprimo, pe' ffa' rrabbia a le padrone

che s'arricchisceno co' le rapine

e ce tratteno sempre da cojone.

 

Seconno: pe' ffa' smetta 'ste rovine

e 'ste velene. E tterz'e 'n concrusione

m'hanno stuccato tutte 'ste manfrine

de 'sta banna de ladre e de zzozzone.

 

Quanno vo' ar mare vojo sta' nell'acqua

e nno nell'ojo che ppuzza de cacca.

Apposta er diciassette vo' a vota'.

 

E a cchi mme dice che nun cio' d'anna'

mo' vegghi se a quer posto ce lo manno

pe' quant'e' vvero che mme chiam'Armanno.

 

22. LA POSTA IN GIOCO IL 17 APRILE

 

Il referendum del 17 aprile ha per oggetto non solo limitare i tempi delle concessioni alle imprese trivellatrici a breve distanza dalle coste del paese, ma questioni ben piu' generali: se debba continuare il dominio del profitto di pochi a danno dell'umanita' e della biosfera, o se invece debba prevalere il bene comune.

Se si ritiene che debba prevalere il bene comune, allora occorre votare, e votare "si'" al quesito referendario.

Come e' noto, affinche' il referendum sia valido occorre che votino la meta' piu' uno degli aventi diritto; e come e' gia' accaduto piu' volte in passato comitati d'affari e loro manutengoli (e lo stesso governo) stanno puntando ad invalidare il referendum invitando gli elettori a non votare, col risultato di lasciare ancora una volta le decisioni sul nostro comune presente e sul nostro comune futuro nelle mani dei rapinatori, degli inquinatori, dei devastatori, dei distruttori del mondo vivente.

Occorre quindi che le persone persuase del diritto e del dovere di decidere insieme di cio' che tutti riguarda (si chiama democrazia), del diritto e del dovere di difendere insieme il mondo vivente casa comune dell'umanita' (si chiama responsabilita'), del diritto e del dovere di garantire a tutti gli esseri umani e quindi anche alle generazioni future un mondo vivibile (si chiama solidarieta'), facciano ora la cosa giusta: andando a votare si' il 17 aprile, e di qui al 17 aprile informando e convincendo le altre persone che la loro voce raggiungere possa ad andare anch'esse a votare per il bene comune.

 

23. PER L'UMANITA' INTERA

 

I genitori di Giulio Regeni, il giovane studioso rapito, torturato ed assassinato in Egitto, hanno detto ieri parole di verita' per l'umanita' intera.

Con la nuda forza della verita' hanno denunciato tutto il male del mondo.

Nell'orrore della morte di un giovane, che e' l'orrore di tutte le uccisioni, di tutte le torture, di tutte le dittature, di tutte le guerre, quella voce di una madre e di un padre straziati ha richiamato l'umanita' intera al primo dovere: non uccidere; ha richamato l'umanita' intera al primo dovere: salvare le vite.

Questo primo dovere e' di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti. Si realizza solo con la nonviolenza, che a tutte le violenze si oppone nel modo piu' fermo, nitido e intransigente, senza accrescerle, senza riprodurle.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

24. APPROSSIMANDOSI IL 17 APRILE

 

Non sembra che si stia sufficientemente estendendo la consapevolezza dell'importanza del referendum del 17 aprile, che non concerne solo e tanto una limitata questione di politica industriale e di gestione delle risorse e del territorio ma riguarda - con la concretezza della questione puntuale - scelte di fondo su ambiente, salute, democrazia, diritti delle generazioni future.

*

Alle persone gia' persuase occorre chiedere un impegno ulteriore; le persone non ancora correttamente informate occorre raggiungerle adesso. Il tempo e' scarso, e la velenosa campagna di menzogne di quanti puntano a far fallire il referendum invitando a disertare le urne e' gia' in corso.

Votare si' occorre il 17 aprile.

Ma soprattutto adesso occorre far conoscere all'intera popolazione italiana le vere e forti ragioni, l'autentico senso e il fine reale, le conseguenze obiettive, concrete e coerenti del referendum del 17 aprile.

Si' a difendere il mondo vivente.

Si' a difendere la salute di tutti.

Si' a difendere la democrazia come metodo e come sistema.

Si' a difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.

 

25. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Juan Goytisolo, En los reinos de taifa, Alianza Editorial, Madrid 1999, pp. 368.

*

Riedizioni

- Fritz Weber, Tappe della disfatta, Mursia, Milano 1965, Rcs, Milano 2016, pp. 432, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

26. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

27. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2473 del 16 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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