[Nonviolenza] Telegrammi. 2472



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2472 del 15 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. No al folle invio di centinaia di soldati italiani nel carnaio libico

2. Alcuni testi del mese di marzo 2016 (parte seconda)

3. Breve discorso delle cinque guerre e delle cinque dittature

4. Le stragi

5. L'associazione "Respirare" invita a votare si' al referendum del 17 aprile

6. Politique d'abord

7. Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" per il si' al referendum del 17 aprile

8. "Occorre una politica della pace: difendere le vite umane e la natura". Un incontro con il professor Osvaldo Ercoli

9. Al referendum del 17 aprile voteremo si'

10. Aprire le frontiere, salvare le vite

11. Noi tutti

12. Accogliere tutti, salvare le vite

13. Per le elezioni amministrative

14. Una sola umanita'. Salvare le vite

15. "Beppe Fenoglio, o della Resistenza". Un incontro di studio a Viterbo

16. Cinque semplici idee per sconfiggere l'Isis (e non solo)

17. Strafexpedition in Koeln

18. Segnalazioni librarie

19. La "Carta" del Movimento Nonviolento

20. Per saperne di piu'

 

1. L'ORA. NO AL FOLLE INVIO DI CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI NEL CARNAIO LIBICO

 

Ricorrendo a uno squallido, infame escamotage la ministra della Difesa e il Ministro degli Esteri annunciano il prossimo invio di centinaia di soldati italiani in Libia, follia delle follie.

La Libia e' ridotta nelle attuali tremende condizioni di guerra civile a causa della scellerata guerra mossa contro quel paese dall'Italia e da altri stati terroristi, veteroimperialisti e neocolonialisti nel 2011; inviare oggi soldati italiani in Libia in nessun modo puo' contribuire a salvare le vite, a far cessare la guerra, a ripristinare un ordinamento giuridico che possa far cessare i massacri e gli orrori e che possa evolvere in uno stato di diritto.

Inviare oggi soldati italiani in Libia e' un ennesimo scellerato e insensato atto di guerra da parte di un paese che e' tragicamente tra i primi responsabili della guerra e delle innumerevoli vittime che dal 2011 ad oggi essa ha mietuto e tuttora miete.

Inviare soldati italiani in Libia significa esporli con certezza all'elevatissimo pericolo di essere uccisi come a quello di uccidere, significa contribuire vieppiu' alla guerra e alle stragi, significa favoreggiare di fatto un ulteriore avvitarsi di quel conflitto, significa promuovere nuovi orrori.

Altro occorre: pace ed aiuti umanitari, sostegno diplomatico e supporto tecnico ad una soluzione negoziale dei conflitti tra gli attori politico-militari locali non terroristici che ripristini un'organizzazione statuale con piena giuridisdizione sull'intero territorio che ponga fine a tutte le uccisioni e ricostruisca le infrastrutture civili del paese a beneficio della popolazione e non di milizie stragiste e di potentati economici colonialisti e schiavisti.

L'Italia torni al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra.

L'Italia torni al rispetto del diritto alla vita di ogni essere umano.

*

Aiuti umanitari si'. Interventi armati no.

Strutture mediche si'. Armi assassine no.

Aiuto alla ricostruzione delle infrastrutture civili si'. Strumenti di guerra no.

La pace si costruisce con la pace, con il disarmo, con la smilitarizzazione.

La legalita' e la democrazia sono incompatibili con le guerre e le stragi, sono incompatibili con le occupazioni militari straniere, sono incompatibili con la fin spudorata complicita' con i mercanti di morte e le organizzazioni assassine.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2016 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2016.

 

3. BREVE DISCORSO DELLE CINQUE GUERRE E DELLE CINQUE DITTATURE

 

Ricostruita a memoria (e naturalmente ripetendovi cose gia' dette e scritte piu' e piu' volte in passato) questa e' una rastremata sintesi delle argomentazioni svolte e delle parole pronunciate parlando a braccio in occasione della giornata contro la guerra a Viterbo il 12 marzo 2016 dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".

*

Tutto si tiene

Chi lotta contro una forma di oppressione lotta gia' contro tutte le oppressioni, e quindi per la vita delle persone, per la dignita' di tutti gli esseri umani e per la comune liberazione dell'umanita'.

Ma chi lotta contro una sola forma di oppressione, frattanto le altre ignorando o addirittura al mantenimento di esse attivamente concorrendo, non lotta affatto per la liberazione dell'umanita'.

Non vi e' una sola contraddizione principale cui tutte le altre siano riconducibili e da cui siano riassorbite, ma poiche' ogni oppressione si lega a tutte le altre, anche ogni prassi di liberazione a tutte le altre si collega e suscita.

Chi sceglie di resistere al male e lottare per la vita, la dignita' e la liberazione di tutti gli esseri umani sa gia' che la sua lotta e' senza fine. Ma essa rende la sua medesima unica vita meno infelice.

Il primo dovere e' salvare le vite, soccorrere le vittime, opporsi all'oppressione, contrastare la violenza.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Tutto si tiene.

*

La prima guerra

La prima guerra contro cui dobbiamo lottare e' il femminicidio; la prima dittatura contro cui dobbiamo lottare e' il maschilismo.

L'oppressione maschile che spezza in due l'umanita' ed impone la dominazione di una parte sull'altra e' la prima radice ed il primo modello - la prima realizzazione storica e la prima gabbia ideologica - di ogni violenza, di ogni oppressione.

Essa pretende ridurre tutte le donne a vittime dei maschi, ma anche ogni maschio rende vittima di se stesso riducendolo al ruolo di carnefice e complice di carnefici. Essa denega la comune umanita', denega l'eguaglianza di diritti di ogni persona, denega la dignita', il valore e l'autonomia di ciascuna persona e di tutte le persone.

E cosi' come viola i diritti umani, l'oppressione maschile viola altresi' la natura cui applica lo stesso paradigma di dominazione, sfruttamento, asservimento, alienazione, mercificazione, riduzione a oggetto da rompere e da divorare.

Noi persone che ci siamo poste alla scuola ed alla sequela di Olympe de Gouge e di Mary Wollstonecraft, di Virginia Woolf e di Simone de Beauvoir, sappiamo quello che e' necessario e urgente fare. Se non si contrasta e sconfigge il maschilismo giammai sara' possibile la liberazione dell'umanita', giammai sara' possibile contrastare e sconfiggere il razzismo e il militarismo, giammai sara' possibile contrastare e sconfiggere lo schiavismo e lo specismo, giammai sara' possibile una societa' in cui le persone possano vivere libere, eguali in diritti, accudenti e responsabili del bene comune, solidali e quindi pienamente umane.

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La seconda guerra

La seconda guerra contro cui dobbiamo lottare e' la persecuzione dei migranti; la seconda dittatura contro cui dobbiamo lottare e' il razzismo.

Il razzismo ed ogni ideologia e prassi di supremazia di una parte dell'umanita' sugli altri esseri umani promuove e provoca l'oppressione di ogni persona percepita come diversa e stigmatizzata come estranea e quindi esclusa, e si fa regime come colonialismo, schiavismo, fascismo, realizza il suo dominio come totalitarismo, annientamento dell'altro, genocidio.

E cosi' come viola i diritti umani, il razzismo viola altresi' la natura cui applica lo stesso paradigma di dominazione, sfruttamento, asservimento, alienazione, mercificazione, riduzione a oggetto da rompere e da divorare.

Noi persone che ci siamo poste alla scuola ed alla sequela di Edith Stein e di Etty Hillesum, di Hannah Arendt e di Franca Ongaro Basaglia, sappiamo quello che e' necessario e urgente fare. Ripetiamolo una volta ancora: innanzitutto occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre; occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese; occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti; occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa; occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani; occorre contrastare il razzismo ed ogni forma di persecuzione nel nostro paese. Vi e' una sola umanita'; ogni vittima ha il volto di Abele.

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La terza guerra

La terza guerra contro cui dobbiamo lottare e' l'insieme delle uccisioni - i conflitti bellici, il terrorismo, le mafie -; la terza dittatura contro cui dobbiamo lottare e' il militarismo.

Sempre e solo la guerra consiste nell'uccisione degli esseri umani; e tutte le strutture, le logiche e le strumentazioni preposte all'esecuzione di guerre, massacri, uccisioni sono nemiche dell'umanita'.

Che degli esseri umani non trovino di meglio che sopprimere altri esseri umani e' il piu' tragico e insensato dei crimini, laddove - come dimostro' con parole definitive Giacomo Leopardi - proprio perche' ogni essere umano e' esposto al dolore, al male e alla morte, compito primo e fondamentale di tutti gli esseri umani e' recarsi l'un l'altro soccorso; salvare le vite e' il primo dovere; la civilta' in questo e non in altro consiste: nel riconoscere che vi e' una sola umanita' e che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta', e che ad ogni persona e ad ogni civile istituto questo primo compito attiene: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto; condividere il mondo prendendosi cura l'uno dell'altro ed insieme dell'intera natura vivente.

E cosi' come viola i diritti umani, il militarismo viola altresi' la natura cui applica lo stesso paradigma di dominazione, sfruttamento, asservimento, alienazione, mercificazione, riduzione a oggetto da rompere e da divorare.

Noi persone che ci siamo poste alla scuola ed alla sequela di Bertha von Suttner e di Rosa Luxemburg, di Simone Weil e di Luce Fabbri, sappiamo quello che e' necessario e urgente fare: sappiamo che occorre abolire tutti gli eserciti e tutte le armi, sappiamo che occorre agire per salvare tutte le vite, sappiamo che occorre organizzare subito la difesa popolare nonviolenta e i corpi civili di pace.

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La quarta guerra

La quarta guerra contro cui dobbiamo lottare e' lo sfruttamento; la quarta dittatura contro cui dobbiamo lottare e' lo schiavismo.

Il modo di produzione fondato sulla massimizzazione del profitto, sulla generale rapina e l'universale saccheggio, sull'appropriazione privata dei beni comuni, sull'alienazione delle persone nel ciclo produttivo e distributivo, sul consumismo onnidistruttivo, e' un modo di produzione insostenibile e disumano, che provoca fame e guerre, miseria e narcosi, la piu' stupida irresponsabilita' e la disponibilita' ai crimini piu' mostruosi.

E cosi' come viola i diritti umani, lo schiavismo viola altresi' la natura cui applica lo stesso paradigma di dominazione, sfruttamento, asservimento, alienazione, mercificazione, riduzione a oggetto da rompere e da divorare.

Noi persone che ci siamo poste alla scuola ed alla sequela di Flora Tristan e di Clara Zetkin, di Emma Goldman e di Mother Jones, sappiamo quello che e' necessario e urgente fare: che occorre opporsi ad ogni dominazione di classe, ad ogni regime gerarchico e ad ogni forma di imperialismo, alla illogica e immorale ideologia e prassi del primato del capitale sulla persona, alla riduzione degli esseri umani a macchine al servizio di macchine, a merce da cui estrarre plusvalore, ad apparato digerente e passo dell'oca.

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La quinta guerra

La quinta guerra contro cui dobbiamo lottare e' l'ecocidio; la quinta dittatura contro cui dobbiamo lottare e' lo specismo che nel mondo naturale vede solo un magazzino da saccheggiare, negli altri esseri viventi meri automi da azionare e composti chimici da assorbire.

Questa guerra, e questa dittatura, si manifesta nei confronti degli ecosistemi e della biosfera con l'inquinamento della natura, l'esaurimento delle risorse, la devastazione e desertificazione della casa comune; nei confronti degli altri animali negando la loro concreta reale esistenza in quanto esseri senzienti e - nelle forme piu' complesse - evidentemente pensanti; nei confronti di tutti gli esseri viventi con il disprezzo totale della loro presenza al mondo; nei confronti della natura tutta con la presunzione che l'umanita' abbia solo diritti e non anche doveri verso il mondo vivente che abita e di cui e' parte, doveri verso gli altri esseri viventi, doveri verso le stesse generazioni future di esseri umani, e doveri verso le generazioni umane gia' decedute che ancora vivono nella memoria dell'umanita' ed il cui lascito e la cui esistenza sarebbero annientati criminalmente e definitivamente con la distruzione della biosfera e conseguentemente dell'umanita' con essa.

E cosi' come viola la natura lo specismo viola quindi altresi' i diritti umani cui applica lo stesso paradigma di dominazione, sfruttamento, asservimento, alienazione, mercificazione, riduzione a oggetto da rompere e da divorare.

Noi persone che ci siamo poste alla scuola ed alla sequela di Laura Conti e di Carla Ravaioli, di Wangari Maathai e di Berta Caceres, sappiamo quello che e' necessario e urgente fare: difendere sempre l'unico mondo vivente di cui siamo parte, prendersi cura di questo meraviglioso giardino in cui dobbiamo trascorrere l'intera nostra vita.

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Sui compiti del movimento per la pace

In questa giornata di lotta contro la guerra il movimento per la pace ripropone all'intero popolo italiano ed alle sue democratiche istituzioni alcuni impegni necessari e urgenti.

Ripetiamoli ancora una volta.

L'Italia soccorra, accolga e assista tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

L'Italia cessi di partecipare alle guerre ed alle guerre si opponga.

L'Italia esca da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

L'Italia cessi di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

L'Italia abroghi tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese, e legiferi i provvedimenti adeguati a realizzare gli impegni indicati nella Carta di Lampedusa.

L'Italia promuova con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati, la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

L'Italia destini a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

L'Italia promuova una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

L'Italia applichi pienamente la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

L'Italia adotti una politica ambientale rigorosa, promuova le fonti energetiche pulite e rinnovabili, dismetta opere e pratiche distruttive della biosfera.

E con riferimento a due prossimi ineludibili impegni: al referendum del 17 aprile con il voto "si'" si ponga termine alla follia delle trivellazioni petrolifere in mare; al referendum in ottobre con il voto "no" si difenda la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza antifascista.

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La scelta della nonviolenza, la forza della verita'

Ma per impegnarsi adeguatamente ed efficacemente contro tutte le guerre e tutte le dittature occorre fare la scelta della verita', ovvero la scelta della nonviolenza.

Ripetiamo ancora una volta cose che abbiamo gia' ripetuto ancora ieri.

Dovere della verita' significa ad esempio riconoscere che la guerra, che sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani, si fa con le armi e con gli eserciti. E che quindi per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi.

Scelta della nonviolenza significa adoperarsi per salvare tutte le vite, contrastare tutte le oppressioni; e opporsi quindi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; difendendo insieme i diritti di tutti gli esseri umani e la biosfera, coscienti che vi e' una sola umanita' composta di persone ciascuna diversa da tutte le altre e insieme portatrice di eguali diritti, una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Il dovere della verita' e la scelta della nonviolenza sono in realta' una cosa sola: "nonviolenza" e' infatti la parola italiana coniata da Aldo Capitini con cui sono tradotte unificandole le due espressioni gandhiane che la teoria e la prassi della nonviolenza ambedue parimenti definiscono, ovvero "satyagraha" ed "ahimsa", che designano appunto l'una l'adesione al vero, e quindi al giusto e al bene, e l'altra l'opposizione ad ogni violenza.

La nonviolenza e' quindi opposizione ad ogni menzogna e ad ogni oppressione; e' la lotta concreta del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi pervenuto all'autocoscienza ed alla scelta quindi nella sua riflessione ed azione della coerenza tra mezzi e fini, tra diritti e doveri, tra giustizia e liberta', tra riconoscimento e condivisione.

Un movimento per la pace che non faccia la scelta intellettuale, morale e politica della nonviolenza, non e' un movimento per la pace adeguato alla distretta presente.

Una proposta politica che non sia nonviolenta non e' piu' neppure una politica, ma solo barbarie che genera ulteriore barbarie e coopera alla catastrofe dell'umanita'.

E ripetiamo ancora una volte cose che tante volte abbiamo gia' ripetuto.

Per accostarsi degnamente alla nonviolenza occorre prendere sul serio i propri pensieri: pensarli profondamente e valutarne le conseguenze anche implicite; occorre porsi all'ascolto delle altre persone e non mentire mai ad esse: rispettarle nella loro integrale dignita' di persone, e quindi di esseri pensanti, capaci di comprendere e di comunicare, esposti alla sofferenza e bisognosi di verita' e di solidarieta'; occorre usare correttamente il linguaggio: essere consapevoli di cio' che si dice; occorre decidere di impegnarsi per salvare le vite, per recare soccorso a chi soffre, per rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' l'opposizione alla violenza, ovvero forza della verita', amore attivo, rispetto per la vita, armonia, ricomposizione, scelta di contrastare il male facendo il bene.

La nonviolenza e' complessa, pluridimensionale e contestuale; e' un "insieme di insiemi": un insieme di criteri assiologici (ad esempio rilevando che tra i mezzi e i fini vi e' lo stesso rapporto che tra il seme e la pianta: fini buoni non possono essere ottenuti usando mezzi malvagi); un insieme di strumenti ermeneutici (ad esempio evidenziando che ogni potere si regge sempre su due pilastri: la forza e il consenso; cosicche' si puo' contrastare ogni potere ingiusto iniziando col negargli il consenso); un insieme di tecniche deliberative (come il "metodo del consenso", che prevede il diritto di veto da parte di ogni singola persona partecipante al processo decisionale, cosicche' si prendono solo le decisioni su cui vi e' l'accordo persuaso di tutte le persone; tutte garantendo del rispetto della loro dignita', e tutte impegnando a costruire insieme la volonta' comune); un insieme di tecniche operative (come lo sciopero, il digiuno ed innumerevoli altre forme ancora); una metodologia di trasformazione positiva delle relazioni - interpersonali, sociali, politiche -; un progetto-processo di cambiamento sociale e culturale orientato all'affermazione dell'eguaglianza di diritti e di doveri di tutti gli esseri umani, al reciproco aiuto, alla condivisione dei beni, alla responsabilita' comune per gli altri esseri umani e per l'intero mondo vivente. La nonviolenza e' pace, disarmo, smilitarizzazione; e' accoglienza, assistenza, aiuto a tutti coloro che ne hanno bisogno; ti chiede di essere tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

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Tutto si tiene

Chi lotta contro una forma di oppressione lotta gia' contro tutte le oppressioni, e quindi per la vita delle persone, per la dignita' di tutti gli esseri umani e per la comune liberazione dell'umanita'.

Ma chi lotta contro una sola forma di oppressione, frattanto le altre ignorando o addirittura al mantenimento di esse attivamente concorrendo, non lotta affatto per la liberazione dell'umanita'.

Non vi e' una sola contraddizione principale cui tutte le altre siano riconducibili e da cui siano riassorbite, ma poiche' ogni oppressione si lega a tutte le altre, anche ogni prassi di liberazione a tutte le altre si collega e suscita.

Chi sceglie di resistere al male e lottare per la vita, la dignita' e la liberazione di tutti gli esseri umani sa gia' che la sua lotta e' senza fine. Ma essa rende la sua medesima unica vita meno infelice.

Il primo dovere e' salvare le vite, soccorrere le vittime, opporsi all'oppressione, contrastare la violenza.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Tutto si tiene.

 

4. LE STRAGI

 

Le stragi di esseri umani.

E noi siamo gli esseri umani.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" INVITA A VOTARE SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

L'associazione "Respirare" invita a votare si' al referendum del 17 aprile per fermare le trivellazioni petrolifere in mare.

Si' alla difesa della natura, casa comune dell'umanita'.

Si' alla difesa della salute, fondamentale diritto di tutti gli esseri umani.

Si' a un modello di approvvigionamento energetico fondato sulle fonti pulite e rinnovabili.

Si' a un modello di sviluppo sostenibile, equo e solidale.

Si' alla democrazia, alla partecipazione, alla responsabilita'.

 

6. POLITIQUE D'ABORD

 

La pace e' la politica necessaria.

Disarmo e smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Una sola umanita', un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. IL GRUPPO DI LAVORO SU "LA NONVIOLENZA IN ITALIA OGGI" PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" esprime il suo sostegno al referendum per opporsi alle trivellazioni petrolifere in mare ed invita quindi a votare "si'" domenica 17 aprile.

Sebbene sia stato ammesso uno solo dei quesiti proposti, il significato politico del referendum va infatti ben oltre il semplice punto della durata delle concessioni, ma pone la questione della tutela delle coste e degli ecosistemi marini da irreversibili devastazioni ed avvelenamenti; ed ha anche il valore di una netta indicazione a favore del passaggio dalle fonti energetiche fossili ed inquinanti a quelle pulite e rinnovabili; a favore del rispetto della biosfera e del diritto di tutti alla salute e a un ambiente vivibile; a favore dei diritti non solo degli esseri umani oggi viventi ma anche delle generazioni future.

Il si' al referendum del 17 aprile e' una scelta concreta e coerente per difendere diritti umani fondamentali e per orientare le scelte politiche e legislative in materia energetica e ambientale verso un modello di societa' realmente democratica, realmente sostenibile, realmente equa e solidale, rispettosa dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.

 

8. "OCCORRE UNA POLITICA DELLA PACE: DIFENDERE LE VITE UMANE E LA NATURA". UN INCONTRO CON IL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

 

Si e' svolto martedi' 15 marzo 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione con la partecipazione del professor Osvaldo Ercoli.

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Nel corso dell'incontro si e' riflettuto sulla tragica situazione internazionale attuale.

SI e' condiviso ancora una volta il convincimento che e' necessaria ed urgente una politica della pace, che difenda le vite umane e l'intero mondo vivente. Occorre opporsi alle guerre e alle armi; occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in pericolo; occorre difendere l'ambiente, affinche' sia possibile una vita degna all'umanita' presente ed alle generazioni future in quest'unico mondo vivente casa comune di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Il primo dovere e' salvare le vite.

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Si e' poi riflettuto anche sui prossimi referendum.

Nel referendum del 17 aprile occorre votare si' per difendere l'ecosistema marino delle coste italiane dalle devastazioni, il degrado e l'inquinamento provocato dalle trivellazioni, e per promuovere il passaggio dalle fonti energetiche fossili e inquinanti (ed in via di esaurimento) verso fonti pulite e rinnovabili come l'energia solare.

Nel referendum di ottobre occorre votare no al tentativo governativo di scardinare la Costituzione repubblicana per introdurre un regime antidemocratico nel nostro paese.

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Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".

 

9. AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'

 

Al referendum del 17 aprile voteremo si'.

Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.

Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.

Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.

Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.

Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.

Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.

Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.

Per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'.

Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune.

Al referendum del 17 aprile voteremo si'.

*

Osvaldo Ercoli

Antonella Litta

Emanuele Petriglia

Alessandro Pizzi

Peppe Sini

*

Viterbo, 16 marzo 2016

 

10. APRIRE LE FRONTIERE, SALVARE LE VITE

 

Aprire le frontiere; organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone in pericolo.

Cessare di armare gli assassini; cessare le guerre.

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Pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti.

Ripristino della legalita' che salva le vite.

Una sola umanita'.

 

11. NOI TUTTI

 

Tutti siamo ospiti - e per non piu' di una manciata di decine di anni - in un mondo che esiste da prima di noi e continuera' ad esistere dopo di noi.

Tutti veniamo al mondo nudi e bisognosi di tutto; tutti per anni ed anni dipendiamo per la nostra sopravvivenza esclusivamente dall'aiuto altrui.

E tutti abbiamo bisogno di anni ed anni per apprendere la lingua che gia' parlano le persone tra cui veniamo a trovarci, la lingua con cui esprimerci e capirci, pensare i pensieri complessi e profondi ed organizzare le memorie che ci consentono di percepirci e di dire "io".

E cosi' come tutti siamo stati deboli e bisognosi di protezione nei primi anni della nostra vita, se arriviamo alla vecchiaia - come e' comune speranza - deboli e bisognosi di protezione torniamo ad essere.

E tutti destinati a morire sappiamo di essere.

Tutti sappiamo di esistere in un corpo fragile, che facilmente puo' essere offeso, perforato, rotto, annientato.

E tutti sappiamo che se venissimo aggrediti da forze appena di un soffio superiori alla nostra potremmo per sempre soccombere; e se non avessimo l'aiuto degli altri esseri umani - i presenti; ma anche i passati, dei quali ci restano i pensieri e le opere, le esperienze e gli insegnamenti - basterebbe ben poco ad estinguerci.

Tutti siamo di passaggio. Tutti siamo ospiti. Tutti abbiamo bisogno della benevolenza altrui.

Tutti ugualmente esposti al dolore, al male, alla morte. Tutti ugualmente avendo diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; tutti ugualmente sentendo il dovere di recare soccorso a chi ne ha bisogno; tutti ugualmente desiderosi di dare un senso al nostro essere nel mondo, di ricevere un sorso di luce e di amore, di condivisa felicita'. Tutti ugualmente esseri umani.

*

Una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

E allora perche' le frontiere?

Perche' i reticolati di filo spinato?

E perche' le guerre assassine?

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Cessare di fare le guerre, cessare di armare i massacratori, abolire gli eserciti e le armi.

Abbattere i muri, salvare le vite.

Subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito per consentire a tutti i migranti in fuga dalla fame e dalle guerre, dalle dittature e dalle devastazioni, dal terrorismo e dalla schiavitu', di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, nel nostro continente, salvando le loro vite.

*

Salvare le vite, il primo dovere.

 

12. ACCOGLIERE TUTTI, SALVARE LE VITE

 

Ripetiamolo una volta ancora: occorre aprire le frontiere; occorre organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; occorre soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone in pericolo.

Ed insieme occorre cessare di armare gli assassini, cessare di fare e fomentare le guerre, cessare di sostenere le dittature, cessare di rapinare interi continenti, cessare di ridurre in miseria e in schiavitu' innumerevoli esseri umani.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

13. PER LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE

 

Tre punti programmatici per tutti gli enti locali:

1. Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

2. Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

3. Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Inumerevoli sono le iniziative concrete che gli enti locali possono realizzare per questi tre obiettivi.

Essi dovrebbero essere i primi impegni di ogni pubblico amministratore.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la biosfera casa comune dell'umanita' e' compito fondamentale di ogni persona civile e di ogni civile istituto.

 

14. UNA SOLA UMANITA'. SALVARE LE VITE

 

Fermare le guerre occorre, per salvare le vite.

E recare subito aiuto umanitari occorre, per salvare le vite.

Ed immediatamente accogliere tutte le vittime in fuga occorre, per salvare le vite.

*

Ergo, ripetiamolo una volta ancora: occorre aprire le frontiere; occorre organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; occorre soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone in pericolo.

Ed insieme occorre cessare di armare gli assassini, cessare di fare e fomentare le guerre, cessare di sostenere le dittature, cessare di rapinare interi continenti, cessare di ridurre in miseria e in schiavitu' innumerevoli esseri umani.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

15. "BEPPE FENOGLIO, O DELLA RESISTENZA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto venerdi' 18 marzo 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sull'opera letteraria e la testimonianza morale e civile di Beppe Fenoglio.

*

Beppe Fenoglio (Alba, primo marzo 1922 - Torino, 18 febbraio 1963) e' stato un partigiano e uno scrittore, tra i maggiori della letteratura italiana del Novecento. Opere di Beppe Fenoglio: l'edizione complessiva delle Opere e' pubblicata da Einaudi. Tra le opere su Beppe Fenoglio: Giuseppe Grassano, La critica e Fenoglio, Cappelli, Bologna 1978; Gina Lagorio, Beppe Fenoglio, La Nuova Italia, Firenze 1970, 1982; Davide Lajolo, Fenoglio, Rizzoli, Milano 1978. Il sito web del centro studi a lui dedicato e' www.centrostudibeppefenoglio.it

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso l'appello contro la guerra e per l'accoglienza dei migranti promosso dalla struttura nonviolenta viterbese che di seguito si riporta.

"Occorre aprire le frontiere; occorre organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per far entrare in Italia e in Europa in modo legale e sicuro tutte le persone in fuga dalle guerre, dai disastri, dagli orrori che anche l'Europa ha provocato ed armato; occorre soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone in pericolo.

Ed insieme occorre cessare di armare gli assassini, cessare di fare e fomentare le guerre, cessare di sostenere le dittature, cessare di rapinare interi continenti, cessare di ridurre in miseria e in schiavitu' innumerevoli esseri umani.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite".

 

16. CINQUE SEMPLICI IDEE PER SCONFIGGERE L'ISIS (E NON SOLO)

 

I. Il pieno riconoscimento dei diritti umani delle donne.

E' il maschilismo il fondamento ideologico e pratico di tutte le organizzazioni che praticano la violenza. Solo abolendo la violenza maschile contro meta' del genere umano si possono abolire anche tutte le altre violenze di cui la violenza maschile e' il primo modello e la prima radice.

*

II. Abolire razzismo e schiavismo, colonialismo e imperialismo.

Tutte le mafie, tutti i gruppi terroristici, riproducono al livello alla loro portata la medesima violenza dei poteri dominanti che sfruttano e opprimono e devastano e distruggono esseri umani e biosfera. Solo abolendo quella violenza dei poteri dominanti si puo' riuscire ad abolire anche quella da essa discendente, da essa alimentata e ad essa sostanzialmente speculare poiche' da essa plasmata e ad essa ispirata.

*

III. Il disarmo e la smilitarizzazione.

Il militarismo e' il perno di ogni ideologia e di ogni istituzione gerarchica e assassina, totalitaria e irrazionalista. Gli eserciti negano il pensiero autonomo e l'intrinseca dignita' delle persone; ed hanno per fine istituzionale la soppressione degli esseri umani. Le armi sono nemiche dell'umanita'. Cessare di uccidere e di legittimare l'uccidere occorre.

*

IV. Uscire dall'economia fondata sulle energie fossili e muovere verso la civilta' dell'energia solare.

Un medesimo destino hanno l'umanita' e l'intero mondo vivente. Distruggendo la natura si distrugge l'umanita'. Non l'appropriazione distruttiva, ma la scelta del riconoscimento e della riconoscenza, del rispetto e della condivisione. Non la rottura dei limiti, ma una vita piu' lenta, piu' profonda, piu' dolce.

*

V. La democrazia, ovvero la condivisione della felicita' possibile.

Il riconoscimento dell'eguaglianza di diritti, la condivisione dei beni e dei pesi, la solidarieta' che ogni persona e l'intero mondo vivente riconosce e rispetta e sostiene. Una sola umanita', in unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Il primo dovere e' salvare le vite.

 

17. STRAFEXPEDITION IN KOELN

 

La "spedizione punitiva" contro le donne della notte di Capodanno a Colonia (ma anche in altre citta', come si e' poi saputo) ha confermato con flagrante evidenza quello che i femminicidi che si susseguono con regolare cadenza ogni due o tre giorni nel nostro paese avrebbero dovuto gia' far capire.

Che il cuore e il motore di ogni violenza e' l'ordine maschile del mondo. E che se non si abbatte la dittatura maschilista nelle societa', nelle ideologie, nelle menti e nei cuori delle persone, non ci sara' possibilita' alcuna di costruire una societa' di persone libere ed eguali in diritti, autonome e solidali; non ci sara' possibilita' alcuna di uscire da questa preistoria di orrori verso il regno della liberta'.

Per questo il femminismo e' la corrente calda e l'esperienza storica decisiva della nonviolenza in cammino, ovvero del movimento di liberazione dell'umanita' che a tutte le oppressioni si oppone.

Per questo la lotta per i diritti umani delle donne e' la lotta per i diritti di tutti gli esseri umani, e' la lotta contro tutte le violenze, e' l'antifascismo nel suo nucleo essenziale, nel pulsante suo cuore.

Per questo solo la liberazione delle donne puo' sconfiggere la guerra e il terrorismo, le mafie e la schiavitu'.

Ogni persona ragionevole lo sa. Ed ogni persona ragionevole sa quale sia il suo dovere.

*

A Viterbo questo significa ad esempio in primo luogo sostenere il centro antiviolenza delle donne "Erinna", che dal secolo scorso - ripetiamolo ancora una volta con le parole medesime delle donne che lo animano - "e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile; fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza; e' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole; offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne; ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne; mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24, colloqui, consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio, attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione".

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

18. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Piero Del Negro (a cura di), Guerre napoleoniche, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Vicente Blasco Ibanez, El Papa del Mar, Alianza Editorial, Madrid 1998, pp. 344.

 

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

20. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2472 del 15 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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