[Nonviolenza] Telegrammi. 2471



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2471 del 14 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Esattamente come in Cile nel 1988

2. E' arrivato l'ambasciatore

3. "Maupassant e Cechov: l'arte del racconto". Un incontro di studio a Viterbo

4. Alcuni testi del mese di marzo 2016 (parte prima)

5. Soccorrere, accogliere, assistere tutti i migranti

6. Verso l'8 marzo

7. Il 17 aprile il referendum per fermare le trivellazioni in mare: si' alla difesa dell'ambiente, della salute, dei diritti

8. No allo stravolgimento della Costituzione: al referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco

9. Fermare le guerre e le stragi, salvare i superstiti

10. Il semplice programma della sinistra necessaria

11. Cessare di uccidere

12. Non aggiungere vittime alle vittime

13. Dodici chiodi

14. Berta Caceres

15. Il dovere di salvare le vite. Insorgere contro la guerra, soccorrere ed accogliere tutte le vittime. Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

16. La guerra, male assoluto

17. "In quanto rappresentanti del popolo italiano, in quanto esseri umani, opponetevi alla guerra". Una lettera ai parlamentari

18. Il femminicidio

19. La persecuzione razzista dei migranti

20. Le stragi

21. La cosa migliore che si possa fare l'otto marzo

22. Questo otto marzo

23. Aprite le frontiere

24. Fermare la guerra

25. L'Italia si opponga a una nuova guerra in Libia

26. Fermare la guerra. Salvare le vite

27. Due referendum

28. Tre no

29. Le ragioni del si' al referendum del 17 aprile in difesa della natura contro le trivellazioni petrolifere in mare. Un incontro di riflessione a Viterbo

30. Il petrolio e la guerra

31. A proposito delle elezioni (e della neve fradicia)

32. Il 12 marzo contro la guerra

33. Contro la guerra, per l'umanita'

34. Segnalazioni librarie

35. La "Carta" del Movimento Nonviolento

36. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: ESATTAMENTE COME IN CILE NEL 1988

 

Ahime', sono la persona che da tempo sostiene che al prossimo referendum costituzionale occorre votare No esattamente come in Cile nel 1988, "senza odio, senza violenza, senza paura".

Il paragone con il Cile del 1988 e' tutto li', e mi sembra che sia difficile negare l'analogia: in Cile nel 1988 votando No la popolazione abbatte' la dittatura di Pinochet; in Italia votando No al prossimo referendum si difendera' la Costituzione democratica e antifascista da un vero e proprio golpe che ne distrugge le fondamenta stesse.

Non sono certo io, povero vecchierello (anzi: vecchierello povero), che ho voluto trasformare il referendum in un plebiscito sul Presidente del Consiglio dei Ministri, ma il Presidente stesso, e tardi si e' accorto dell'errore commesso.

Ma occorre votare No alla riforma costituzionale non (non solo) per la torsione plebiscitaria voluta dal Presidente del Consiglio, ma precisamente per respingere la sostanza della riforma.

E se posso riprodurre il testo di un "appello nonviolento per il No" che con alcune persone amiche abbiamo elaborato e diffuso nelle scorse settimane, i motivi sono i seguenti.

"Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto".

*

E' tutto qui. Per questo al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Dimenticavo: io me lo ricordo bene il golpe cileno, ero gia' un militante politico della sinistra italiana allora, e naturalmente prendevo parte alle iniziative del movimento che cercava di aiutare le vittime. Continuo ancora oggi, cercando di aiutare le vittime delle dittature e delle guerre, di tutte le dittature e di tutte le guerre, anche quelle di cui il governo italiano e' criminale complice.

 

2. LA VOCE DEL PADRONE. E' ARRIVATO L'AMBASCIATORE

 

Per fortuna che c'e' l'ambasciatore americano a dirci come dobbiamo votare.

Dovessimo decidere da soli, chissa' che disastro combineremmo.

 

3. INCONTRI. "MAUPASSANT E CECHOV: L'ARTE DEL RACCONTO". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 13 settembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Maupassant e Cechov: l'arte del racconto".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena.

*

Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato tre cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MARZO 2016 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di marzo 2016.

 

5. SOCCORRERE, ACCOGLIERE, ASSISTERE TUTTI I MIGRANTI

 

Ogni essere umano e' un essere umano.

Ed in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Tutti gli esseri umani vivono nell'unico mondo vivente che e' casa comune dell'umanita' intera.

E tutti gli esseri umani sono eguali in diritti, ed il primo di tutti i diritti e' il diritto a non essere uccisi, a non essere lasciati morire, e quindi ad essere soccorsi, accolti, assistiti.

I migranti che in fuga dalla fame e dalle guerre, dal terrorismo e dalle dittature, dai regimi razzisti e dai poteri schiavisti, dalle devastazioni belliche e dalle catastrofi ambientali cercano di giungere in Europa per salvare le loro vite hanno diritto ad essere salvati, aiutati, ricevuti e sostenuti come nostre sorelle e nostri fratelli, ed effettivamente dal punto di vista dell'appartenenza all'umana famiglia proprio nostre sorelle e nostri fratelli sono.

Cessino le guerre, siano salvate tutte le vite.

Vi e' una sola umanita'.

 

6. VERSO L'8 MARZO

 

Promuovere ovunque iniziative contro l'oppressione maschilista e patriarcale.

L'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza.

 

7. IL 17 APRILE IL REFERENDUM PER FERMARE LE TRIVELLAZIONI IN MARE: SI' ALLA DIFESA DELL'AMBIENTE, DELLA SALUTE, DEI DIRITTI

 

Si svolgera' il 17 aprile il referendum per fermare le trivellazioni in mare.

Occorre promuovere ovunque un'adeguata informazione, documentazione, coscientizzazione.

Occorre promuovere ovunque comitati per fermare le trivelle.

Si' alla difesa dell'ambiente, della salute, dei diritti.

 

8. NO ALLO STRAVOLGIMENTO DELLA COSTITUZIONE: AL REFERENDUM DI OTTOBRE VOTIAMO NO AL GOLPE BIANCO

 

In tutta Italia si stanno costituendo i comitati locali per la democrazia costituzionale in vista del referendum che si svolgera' in ottobre.

Nel referendum di ottobre votiamo no al golpe bianco, votiamo no allo stravolgimento della Costituzione, votiamo no alla deriva autoritaria; difendiamo la democrazia, difendiamo l'ordinamento repubblicano nato dalla resistenza antifascista.

 

9. FERMARE LE GUERRE E LE STRAGI, SALVARE I SUPERSTITI

 

E per questo occorrono il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.

Occorre soccorrere, accogliere e assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

10. IL SEMPLICE PROGRAMMA DELLA SINISTRA NECESSARIA

 

L'opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni.

L'opposizione al razzismo e a tutte le persecuzioni.

L'opposizione al maschilismo e a tutte le oppressioni.

La difesa nitida e intransigente della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

La difesa nitida e intransigente dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' di cui l'umanita' stessa e' parte.

La scelta della nonviolenza.

Il programma di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf, di Hannah Arendt, di Wangari Maathai.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

 

11. CESSARE DI UCCIDERE

 

Cessare di uccidere.

E' la prima indispensabile condizione affinche' tutti gli esseri umani possano vivere.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

12. NON AGGIUNGERE VITTIME ALLE VITTIME

 

Non aggiungere vittime alle vittime.

Non aggiungere stragi alle stragi.

Non aggiungere guerre alle guerre.

*

Una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

13. DODICI CHIODI

 

Tengo per ferme queste convinzioni.

1. Che la guerra, che sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani, e' nemica dell'umanita'.

2. Che il primo diritto di ogni persona e' il diritto a non essere uccisa.

3. Che il primo dovere di ogni persona decente, ed a maggior ragione di ogni civile istituto, e' rispettare e salvare le vite.

4. Che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente che e' casa comune dell'umanita' intera e di cui l'umanita' stessa e' parte.

5. Che vi e' quindi un dovere di universale solidarieta', responsabilita' e condivisione che unisce tutti gli esseri umani.

*

Tengo per fermi questi doveri.

6. Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

7. Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

8. Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni, il maschilismo essendo la prima radice e il primo modello di tutte le violenze che l'umanita' perpetra contro se stessa e contro la natura.

9. Difendere sempre i diritti di tutti gli esseri umani e difendere sempre l'unico mondo vivente.

*

Tengo per ferma la necessita' e l'urgenza di queste azioni.

10. Abolire gli eserciti e le armi.

11. Ripristinare una coerenza tra etica e politica, tra mezzi e fini, tra diritti e doveri, tra sicurezza propria ed altrui, tra felicita' individuale e collettiva, tra liberta' e giustizia, tra eguaglianza e alterita', tra equita' e dono.

12. Scegliere la nonviolenza, e fare della nonviolenza il fondamento della politica.

 

14. BERTA CACERES

 

E' stata assassinata in Honduras Berta Caceres, che difendeva i diritti umani e il mondo vivente.

Vive ora nella memoria di ogni persona di volonta' buona.

Vive ora nell'azione nonviolenta di tutte le persone che proseguiranno il suo impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la vita, la dignita' e i diritti dell'unico mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte.

 

15. IL DOVERE DI SALVARE LE VITE. INSORGERE CONTRO LA GUERRA, SOCCORRERE ED ACCOGLIERE TUTTE LE VITTIME. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

un dovere credo sia condiviso da ogni persona ragionevole, e dovrebbe vincolare ogni civile istituto: riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, e quindi opporsi a tutte le uccisioni, adoperarsi per salvare tutte le vite.

Se questo dovere prendiamo sul serio ne discendono due ineludibili conseguenze: abolire le guerre che sempre e solo dell'uccisione di esseri umani consistono; e soccorrere, accogliere ed assistere tutte le persone le cui vite sono in pericolo.

*

Egregio Presidente,

la catastrofica situazione in cui si trova la Libia e' l'esito della scellerata guerra coloniale che anche l'Italia condusse contro quel paese nel 2011; una nuova guerra coloniale avrebbe come prevedibile risultato nuove immani stragi, l'estensione del caos, un'ulteriore seminagione di odio, una crescita del terrorismo (giacche' la guerra e' gia' terrorismo e di terrorismo fomite), un ennesimo passo verso una guerra mondiale che puo' mettere in pericolo l'intera civilta' umana.

Se il governo italiano desse inizio a una nuova guerra, ponendosi ancora una volta in combutta con i poteri terroristi e stragisti che negli ultimi venticinque anni hanno menato strage in tutto il vicino ed il medio oriente, e con cio' fatto sorgere ed alimentato le organizzazioni terroriste e schiaviste come l'Isis, ebbene, si porrebbe di nuovo, come tante altre volte dal 1991, al di fuori della legalita' costituzionale; e sarebbe allora non solo diritto ma anche dovere del popolo italiano insorgere - con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza - per impedire la guerra, per salvare tutte le vite umane in pericolo, per imporre il ritorno alla legalita'.

Egregio Presidente,

non commetta una criminale follia, non precipiti anche lei l'Italia di nuovo nel baratro della guerra.

*

Egregio Presidente,

i migranti che fuggono dalla fame e dalle guerre hanno diritto di essere soccorsi, accolti e assistiti. I paesi europei hanno il dovere non solo di aprire le frontiere, ma anche di predisporre mezzi di trasporto pubblici e gratuiti che consentano l'arrivo nel nostro continente in condizioni di legalita' e sicurezza.

I migranti che muoiono vittime dei trafficanti, che naufragano in mare, che vengono resi schiavi dai poteri mafiosi e terroristi, sono vittime dell'assurda ferocia dei governi europei. Sarebbe possibile salvarli tutti semplicemente applicando le buone leggi esistenti (in Italia in particolare l'articolo 10 della Costituzione): invece li facciamo morire.

Fino a quando il popolo italiano vorra' essere complice di questo massacro? Non sente anche lei il bisogno di una politica della solidarieta' che ogni essere umano raggiunga e sostenga? Non sente anche lei l'urgenza di una politica della nonviolenza, cosi' come e' prefigurata nella Carta delle Nazioni Unite, nella Costituzione della Repubblica Italiana?

Egregio Presidente,

faccia cessare l'orrore razzista cui ogni giorno assistiamo; apra le nostre frontiere, predisponga mezzi di trasporto pubblici e gratuiti, consenta ai milioni di esseri umani che tutto hanno perso di salvare almeno la vita, consenta loro di giungere nel nostro paese ed attraverso il nostro paese nel continente europeo in condizioni di legalita' e sicurezza.

*

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Augurandole ogni bene

 

16. LA GUERRA, MALE ASSOLUTO

 

La guerra e' male assoluto.

Essa sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.

Evitare la guerra, impedire la guerra, fermare la guerra, significa salvare vite umane.

Opporsi alla guerra e' il primo dovere. Opporsi alla guerra e' salvare le vite.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite. Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

La nonviolenza e' la via.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

17. "IN QUANTO RAPPRESENTANTI DEL POPOLO ITALIANO, IN QUANTO ESSERI UMANI, OPPONETEVI ALLA GUERRA". UNA LETTERA AI PARLAMENTARI

 

Gentili parlamentari,

e' evidente che le sempre piu' insistenti dichiarazioni di autorevoli rappresentanti del governo degli Stati Uniti d'America hanno lo scopo di spingere l'Italia ad impegnarsi in una nuova guerra in Libia, guerra che peraltro si configurerebbe come una flagrante violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale, e che esporrebbe anche il nostro paese a pericoli enormi.

Una nuova guerra in Libia oltre che un atto criminale sarebbe infatti per l'Italia la sciagura delle sciagure.

In primo luogo perche' la Libia in passato fu vittima del colonialismo italiano che li' commise crimini mostruosi, e quindi una nuova guerra dell'Italia in Libia susciterebbe immediatamente - legittimamente e giustamente - la resistenza unanime dell'intera popolazione libica contro l'Italia.

In secondo luogo perche' proprio la guerra del 2011, scatenata in primis dalla Francia, dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, ma alla quale l'Italia follemente si aggrego', e' la causa diretta della destrutturazione dello stato libico e della drammatica situazione presente; una nuova guerra con le stragi e le devastazioni di cui inevitabilmente consisterebbe potrebbe solo aggravare vieppiu' lo stato delle cose.

In terzo luogo perche' l'Italia e' il paese europeo piu' vicino alla Libia ed e' interesse fondamentale del nostro paese ricostruire relazioni di buon vicinato, anche in considerazione dei rapporti economici tra i due paesi (come e' noto la guerra del 2011 fu scatenata dalla Francia e sostenuta dalla Gran Bretagna anche per sostituirsi all'Italia nella partnership economica con la Libia).

In quarto luogo perche' l'Italia e' il paese in assoluto piu' esposto, proprio perche' piu' vicino, alla prevedibile risposta allo scatenamento della guerra nella forma (tipica degli attuali "conflitti asimmetrici") di attentati terroristici nel nostro territorio.

In quinto luogo perche' ovviamente una nuova guerra occidentale in Libia favorirebbe inevitabilmente, in Libia e non solo, la crescita del consenso ai gruppi armati che all'attacco occidentale si opporrebbero, e tra essi in primo luogo l'organizzazione terrorista e mafiosa dell'Isis.

La tragica lezione delle guerre condotte o fomentate dalle potenze occidentali nel vicino e nel medio oriente negli ultimi venticinque anni e' che esse non solo hanno prodotto inenarrabili stragi e devastazioni, ma hanno destrutturato gli ordinamenti giuridici, favoreggiato la nascita e l'espansione di organizzazioni terroriste e schiaviste di inumana ferocia, provocato catastrofi umanitarie con milioni e milioni di esseri umani costretti alla fuga dopo aver perso ogni loro bene e che ora premono ai confini dell'Europa per salvare le proprie vite.

Una nuova guerra delle potenze occidentali in Libia sarebbe una catastrofe nella catastrofe. Oltre che un ennesimo atto di terrorismo, e di altro terrorismo seminagione.

*

Altro e' quello che occorre: favorire la ricostituzione di un governo libico realmente rappresentativo dell'intera popolazione, ricostruire le infrastrutture e i servizi amministrativi, disarmare e smilitarizzare i conflitti, ripristinare un ordinamento giuridico in grado di contrastare i poteri criminali.

L'iniziativa italiana ed europea nei confronti della Libia deve essere politica, diplomatica, di cooperazione economica e di aiuto umanitario; in nessun caso bellica.

*

Gentili parlamentari,

le ragioni dell'opposizione a un intervento armato italiano in Libia che abbiamo elencato fin qui si fondano sul mero, crudo realismo politico, sulla valutazione delle conseguenze nocive per gli interessi materiali, economici, strategici, del nostro paese.

Ma ovviamente vi sono ragioni ancor piu' decisive dal punto di vista di ogni persona che sappia vedere la necessita' della coerenza tra i mezzi e i fini, che sappia porsi dal punto di vista del bene comune dell'umanita', che ritenga che la politica e l'etica non siano disgiungibili, che voglia fare la cosa giusta secondo criteri obiettivi di universale validita', che operi nella sfera pubblica secondo scienza e coscienza.

La guerra sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani, ed ogni uccisione di esseri umani e' un crimine; il rispetto per la vita e' il fondamento della civile convivenza a tutti i livelli. L'opposizione alla soppressione di vite umane, e quindi a fortiori l'opposizione alla guerra che di stragi consiste, e' il primo dovere di ogni essere umano e di ogni civile istituto.

*

Gentili parlamentari,

in considerazione di tutto cio' vorremmo sostenervi nel convincimento che confidiamo abbiate gia' formato nell'animo vostro: il convincimento del dovere di opporvi alla guerra.

E quali che possano essere le pressioni esercitate dai governanti degli Stati Uniti o da chicchessia, ebbene, sappiate restar fedeli agli interessi reali e legittimi del paese che rappresentate, agli interessi e i diritti dell'umanita'; sappiate tener fermi i valori etici, giuridici e civili di cui le istituzioni democratiche sono espressione, di cui la civilta' consiste; sappiate tener fermo il criterio che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto alla vita, che il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

In quanto rappresentanti del popolo italiano, in quanto esseri umani, opponetevi alla guerra.

 

18. IL FEMMINICIDIO

 

Ogni giorno, ogni giorno i mezzi d'informazione danno notizia di donne uccise, e sovente uccise da parenti, da conoscenti, da persone con cui avevano avuto una rilevante relazione affettiva.

Il femminicidio e' la punta estrema dell'ordine maschilista del mondo, del totalitarismo della violenza maschile.

Solo quando il maschilismo sara' sconfitto, l'umanita' potra' cominciare a respirare.

 

19. LA PERSECUZIONE RAZZISTA DEI MIGRANTI

 

Ogni giorno, ogni giorno altre vittime annegate nel tentativo di fuggire dalla guerra e dalla fame, dalle devastazioni e dall'orrore.

Ogni giorno, ogni giorno la persecuzione razzista dei migranti fa nuove vittime.

Cosa si attende ancora a cessare di fare le guerre?

Cosa si attende ancora a contrastare la schiavitu'?

Cosa si attende ancora ad aprire le frontiere?

Cosa si attende ancora a riconoscere che vi e' una sola umanita', che ogni essere umano fa parte della medesima umana famiglia, che ogni persona ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'?

Cosa si attende ancora a riconoscere che il primo dovere e' salvare le vite?

 

20. LE STRAGI

 

Ogni giorno, ogni giorno nuove stragi.

Opponiti tu a questo orrore infinito.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

21. LA COSA MIGLIORE CHE SI POSSA FARE L'OTTO MARZO

 

La cosa migliore che si possa fare l'otto marzo, non festa consumista ma giornata internazionale di lotta per la liberazione delle donne, e' riconoscere che il maschilismo e' la prima radice della violenza che opprime l'umanita' intera e che quindi la lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' e' il cuore pulsante, la corrente calda e l'esperienza storica decisiva della civilta' umana, l'impegno comune per il bene comune dell'umanita' tutta.

E quindi la cosa migliore che si possa fare l'otto marzo e' sostenere le esperienze delle donne che lottano contro la violenza sulle donne, delle donne che recano aiuto alle donne della violenza maschilista vittime, delle donne che pensano e praticano e quindi fanno esistere un mondo abitabile per tutti gli esseri umani, delle donne che proteggono a un tempo le concrete esistenze delle persone in pericolo, la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, e quindi la cultura umana come impegno comune di convivenza e di solidarieta', e con cio' anche l'intero mondo vivente, la natura di cui l'umanita' stessa e' parte.

A Viterbo questo significa in primo luogo sostenere il centro antiviolenza delle donne dell'associazione "Erinna".

E questo breviloquio ha questo fine: esortare chi legge a contribuire all'azione del centro antiviolenza "Erinna", che dal secolo scorso in questa citta' salva le vite, guarisce le ferite, difende e soccorre le persone, lotta per i diritti delle donne e dunque per la liberazione dell'umanita'.

Sostenere le esperienze del movimento delle donne che lotta per la liberazione dell'umanita' e' la cosa migliore da fare l'otto marzo, e non solo l'otto marzo ma ogni giorno.

*

Per partecipare alle sue attivita' si puo' contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per sostenere economicamente il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

22. QUESTO OTTO MARZO

 

Mentre la guerra e il terrorismo menano strage a un braccio di mare dal nostro paese.

Mentre il razzismo e lo schiavismo imperversano anche in Italia e in Europa.

Mentre la devastazione della natura prosegue generando crescenti calamita'.

Per contrastare la guerra, il razzismo, la schiavitu' e l'ecocidio occorre in primo luogo opporsi al maschilismo ed alla sua radicale, totalitaria, onnidistruttiva violenza.

 

23. APRITE LE FRONTIERE

 

Chiunque veda le immagini delle persone cui e' impedito di spostarsi verso i luoghi dove potrebbero salvare le loro vite e vivere vite degne e serene, non puo' non provare un'angoscia indicibile per tanto dolore che i governi europei continuano a infliggere ad esseri umani in fuga dalla morte, in fuga dall'orrore.

Una cosa occorre fare subito: aprire le frontiere.

Aprire le frontiere.

Aprire le frontiere.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

24. FERMARE LA GUERRA

 

Fermare la guerra.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Aiuti umanitari.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

25. L'ITALIA SI OPPONGA A UNA NUOVA GUERRA IN LIBIA

 

Il "New York Times" (non la "Pravda" o il "Renmin Ribao" d'antan) conferma quello che chiunque abbia letto le dichiarazioni dei piu' autorevoli rappresentanti del governo statunitense delle scorse settimane sapeva gia': che gli Usa stanno preparando una nuova guerra in Libia e che in questa guerra intendono coinvolgere Francia, Gran Bretagna e Italia.

L'orgia di sangue del 2011 non e' dunque bastata?

L'aver destrutturato la Libia precipitandola in una guerra civile e trasformandola in terra di conquista per milizie stragiste e schiaviste non e' dunque bastato?

Non e' sufficiente per gli strateghi americani aver ridotto il vicino e medio oriente in condizioni tali per cui le mafie terroriste dilagano, innumerevoli persone muoiono uccise dalle armi, dalle devastazioni, dalla fame e dagli stenti, milioni e milioni di esseri umani sono costretti ad abbandonare tutto e a fuggire in cerca di salvezza (e trovando poi lungo la fuga talora la morte e quasi sempre barriere insormontabili che li gettano negli artigli delle mafie dei trafficanti, negli artigli delle mafie razziste e schiaviste d'Africa, d'Asia e d'Europa)?

Tutto cio' non basta a chi pretende di governare il pianeta? vuole altro sangue, altre stragi, altro orrore?

*

L'Italia non si prostituisca al diktat dei piu' grandi e folli terroristi di questo inizio di secolo.

L'Italia non si renda complice di nuovi crimini di guerra, di nuovi crimini contro l'umanita'.

L'Italia non violi di nuovo come nel 2011 il diritto internazionale e la legalita' costituzionale.

L'Italia si opponga a una nuova guerra in Libia.

L'Italia si adoperi ancor piu' a sostenere gli sforzi politici e diplomatici affinche' in Libia cessino le stragi, torni la pace, si ripristini un ordinamento giuridico e si affermi sull'intero territorio la legalita' che salva le vite.

L'Italia si impegni per impedire la catastrofe della civilta' umana.

Il ricordo delle due guerre mondiali novecentesche illumini finalmente la coscienza dei potenti del mondo.

Solo la pace salva le vite.

*

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni persona, ed a maggior ragione di ogni civile istituzione, e' salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

26. FERMARE LA GUERRA. SALVARE LE VITE

 

Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi" fa appello al governo e al parlamento affinche' l'Italia si opponga a un nuovo intervento bellico americano ed europeo in Libia, ed affinche' l'Italia si adoperi invece per un ponte navale ed aereo che consenta ai migranti in fuga dalla fame e dalla guerra di entrare in Europa in  modo legale e sicuro superando cosi' le barriere frapposte da regimi razzisti, evitando nuove morti in mare, e impedendo che altri esseri umani innocenti finiscano negli artigli delle mafie dei trafficanti e degli schiavisti.

*

In Libia occorre un'iniziativa politica e diplomatica che sostenga efficacemente la ricostituzione di un ordinamento giuridico legittimo, riconosciuto e cogente sull'intero territorio; la ricostruzione di infrastrutture civili, servizi sociali, reti amministrative in grado di garantire la soddisfazione dei bisogni fondamentali e l'esercizio dei fondamentali diritti all'intera popolazione; la cessazione dei conflitti armati e il disarmo delle milizie tutte; l'affermazione della legalita' che salva le vite e contrasta il crimine; una riconciliazione nazionale fondata sul rispetto del diritto di tutti gli esseri umani alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'.

Occorre a tal fine altresi' un consistente aiuto umanitario che consenta immediatamente condizioni di esistenza adeguate per tutte le persone che in Libia si trovano.

Un nuovo scellerato intervento militare americano ed europeo, come gia' quello sciagurato del 2011, avrebbe solo effetti vieppiu' disastrosi, per la popolazione libica gia' vittima di troppi orrori, per le popolazioni dei paesi coinvolti nei nuovi folli bombardamenti terroristi e stragisti, per l'umanita' intera.

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Ma oltre all'opposizione alla guerra e all'impegno per la pace, la legalita' e la civile convivenza, un altro impegno e' necessario e urgente: soccorrere, accogliere e assistere le persone in fuga dagli orrori e dalle devastazioni, dalla fame e dalla guerra.

Milioni di esseri umani hanno perso tutti i loro beni e stanno rischiando le loro stesse vite lungo la fuga; occorre che siano soccorsi, accolti, assistiti. L'Europa, che una cosi' grave responsabilita' ha nell'aver contribuito allo scatenamento delle guerre che nell'ultimo quarto di secolo hanno devastato il vicino e il medio oriente, ha il dovere di accogliere le persone costrette alla fuga. Se altri paesi europei chiudono brutalmente e insensatamente le loro frontiere condannando cosi' a ulteriori inaudite sofferenze ed al rischio della morte milioni di innocenti in fuga che hanno pieno diritto all'asilo, l'Italia rompa gli indugi e finalmente applichi senza piu' esitazioni quanto previsto dalla propria Costituzione: organizzi subito un servizio di trasporto pubblico e gratuito che rechi in salvo nel nostro paese quanti premono alle frontiere europee per trovare scampo. Con i due governi libici si concordi un ponte navale ed aereo per salvare i migranti che dalla Libia cercano di giungere in Europa. Con il governo greco, con il governo turco e se possibile anche con il governo iracheno e con quello siriano si concordi un ponte navale ed aereo per salvare i migranti che da quei paesi e attraverso quei paesi cercano di giungere nei paesi europei in cui potranno essere adeguatamente accolti e assistiti. In sede di Unione Europea ci si batta affinche' i migranti presenti nei paesi dell'Unione abbiano diritto alla libera circolazione e ad abitare dove trovino piu' favorevoli condizioni di vita.

*

Fermare la guerra e salvare le vite sono il primo dovere di chiunque ha responsabilita' pubbliche.

L'umanita' si trova di fronte a una tragica distretta: visioni anguste ed egoiste sono inadeguate e nocive; occorre porsi dal punto di vista del bene comune dell'umanita'.

L'umanita' e' ormai unita da un comune destino di vita o di morte; la politica deve dunque assumere un criterio ispiratore, una decisione concreta e coerente, che sia all'altezza dell'ora presente: questa decisione, questo criterio, e' la nonviolenza: il ripudio assoluto delle uccisioni, la scelta assoluta di salvare le vite umane, la responsabilita' per l'umanita' intera e per l'intero mondo vivente.

Voglia il governo italiano, voglia il parlamento italiano, adeguare la propria azione a questo principio, a questo concetto, a questo valore: che e' il valore, il concetto, il principio su cui si fonda il nostro ordinamento giuridico cosi' come e' inequivocabilmente stabilito nei "principi fondamentali" della Costituzione della Repubblica Italiana.

*

Fermare la guerra.

Salvare le vite.

 

27. DUE REFERENDUM

 

I due referendum che si svolgeranno in aprile e in ottobre e' necessario vincerli. E non sara' facile.

E' necessario vincerli perche' riguardano due questioni decisive: la difesa dell'ambiente e la difesa della democrazia.

Al primo occorre votare si'. Al secondo occorre votare no.

Il primo e' contro le trivellazioni in mare, e per difendere l'ambiente occorre votare si'.

Il secondo e' contro la controriforma costituzionale, e per difendere la Costituzione occorre votare no.

Nel secondo referendum, che si svolgera' in ottobre, e' probabile che si dovra' fronteggiare una pervasiva propaganda dei poteri dominanti che propugnano la svolta autoritaria.

Nel primo referendum, che si svolgera' in aprile, il problema principale sara' raggiungere il quorum dei votanti (la meta' piu' uno degli aventi diritto) affinche' l'esito referendario sia valido.

Per il secondo referendum vi sara' il tempo per un'azione informativa adeguata: ma e' meglio cominciare subito.

Per informare la popolazione sul primo referendum il tempo e' ben poco: ragione di piu' per impegnarvisi subito.

 

28. TRE NO

 

No alla guerra e a tutte le uccisioni. Sempre.

No al razzismo e a tutte le persecuzioni. Sempre.

No al maschilismo e a tutte le oppressioni. Sempre.

*

Difendere sempre i diritti di tutti gli esseri umani.

Difendere sempre l'unico mondo vivente che abbiamo e di cui siamo parte.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

29. LE RAGIONI DEL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE IN DIFESA DELLA NATURA CONTRO LE TRIVELLAZIONI PETROLIFERE IN MARE. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto nel pomeriggio di giovedi' 10 marzo 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Le ragioni del si' al referendum del 17 aprile in difesa della natura contro le trivellazioni petrolifere in mare".

Nel corso dell'incontro sono stati illustrati i contenuti del referendum che si svolgera' tra poche settimane e le decisive ragioni per cui votare si' in difesa della biosfera, del diritto alla salute, della democrazia, del bene comune.

*

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha evidenziato la coerenza tra l'impegno per il si' al referendum contro le trivellazioni e le principali storiche lotte ambientali condotte nel viterbese, da quella antinucleare, a quelle contro le altre servitu' energetiche e militari, a quella contro la Supercassia, a quella contro il mega-aeroporto, a quelle per l'acqua e per il risanamento degli ecosistemi lacustri.

Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", uno dei principali animatori e "memoria storica" delle lotte per i diritti nell'Alto Lazio, ha richiamato all'urgenza di opporsi a un modello di sviluppo insostenibilmente energivoro, palesemente ecocida ed intrinsecamente belligeno; all'urgenza di passare dalle fonti energetiche fossili (peraltro in via di esaurimento) a quelle pulite e rinnovabili; all'urgenza di passare da una societa' dello sfruttamento violento e dissennato a una societa' ecopacifista ed equosolidale, rispettosa e sollecita dei diritti di tutti gli esseri umani comprese le generazioni future, come dell'intero mondo vivente casa comune dell'umanita' di cui l'umanita' stessa e' parte.

*

Mancano poche settimane al referendum e stante l'ignobile e sciagurata decisione governativa di fissarne lo svolgimento in una data diversa da quella delle elezioni amministrative (sperperando scandalosamente cosi' ingenti risorse erariali) si ripresenta il rischio che - come gia' accaduto in passato in altri importanti referendum - non si raggiunga il quorum (ovvero la partecipazione al voto almeno della meta' piu' uno degli elettori aventi diritto) necessario affinche' il suo esito sia valido.

Occorre quindi che le persone, le associazioni, le istituzioni consapevoli della necessita' di difendere la natura e con essa l'umanita' dalla catastrofe, si impegnino subito per informare la popolazione, per far valere la democrazia, affinche' i cittadini possano esercitare in scienza e coscienza e con piena efficacia la propria morale e civile responsabilita'.

*

Il 17 aprile votiamo si' al referendum per fermare le trivellazioni petrolifere in mare; in difesa del mondo vivente, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa delle generazioni future; per una societa' responsabile, giusta e solidale; per la democrazia ed il bene comune dell'umanita'.

 

30. IL PETROLIO E LA GUERRA

 

Tra i motivi per i quali e' urgente uscire dalla dipendenza dal petrolio (e dalle altre fonti energetiche fossili) e muovere verso le fonti pulite e rinnovabili vi e' anche l'evidenza che tra i principali motivi delle guerre in corso vi e' per l'appunto il controllo e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi.

L'opposizione alla guerra e l'impegno a promuovere la transizione a una societa' - per dirla in una parola - dell'energia solare, della sostenibilita' ambientale, della democrazia estesa all'umanita' intera comprese le generazioni future (ergo a un modello di sviluppo non piu' rapinatore e distruttivo, ma della sobrieta' e della condivisione, della convivenza responsabile e solidale, della cura amorevole per il mondo vivente) costituiscono altrettante ulteriori buone ragioni per votare si' al referendum del 17 aprile.

 

31. A PROPOSITO DELLE ELEZIONI (E DELLA NEVE FRADICIA)

 

E' solo nella consapevolezza della centralita' dell'impegno per la pace e i diritti umani che le elezioni possono tornare ad essere momento ed atto di democrazia.

 

32. IL 12 MARZO CONTRO LA GUERRA

 

Il 12 marzo si svolgeranno in varie citta' d'Italia iniziative contro la guerra. E questo e' piu' che un bene, e' una urgente necessita'.

Ed anche il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ovviamente vi partecipa e contribuisce con una sua iniziativa a Viterbo.

Ma vi partecipa e contribuisce aggiungendo due elementi purtroppo assenti in molti degli appelli che sono circolati nelle scorse settimane ed ancora in questi ultimi giorni; due elementi decisivi.

Il primo e' il dovere della verita'.

Il secondo e' la scelta della nonviolenza.

*

Dovere della verita' significa ad esempio riconoscere che la guerra, che sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani, si fa con le armi e con gli eserciti. E che quindi per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi.

Scelta della nonviolenza significa adoperarsi per salvare tutte le vite, contrastare tutte le oppressioni; e opporsi quindi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni; difendendo insieme i diritti di tutti gli esseri umani e la biosfera, coscienti che vi e' una sola umanita' composta di persone ciascuna diversa da tutte le altre e insieme portatrice di eguali diritti, una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Il dovere della verita' e la scelta della nonviolenza sono in realta' una cosa sola: "nonviolenza" e' infatti la parola italiana coniata da Aldo Capitini con cui sono tradotte unificandole le due espressioni gandhiane che la teoria e la prassi della nonviolenza ambedue parimenti definiscono, ovvero "satyagraha" ed "ahimsa", che designano appunto l'una l'adesione al vero, e quindi al giusto e al bene, e l'altra l'opposizione ad ogni violenza.

La nonviolenza e' quindi opposizione ad ogni menzogna e ad ogni oppressione; e' la lotta concreta del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi pervenuto all'autocoscienza ed alla scelta quindi nella sua riflessione ed azione della coerenza tra mezzi e fini, tra diritti e doveri, tra giustizia e liberta', tra riconoscimento e condivisione.

Un movimento per la pace che non faccia la scelta intellettuale, morale e politica della nonviolenza, non e' un movimento per la pace adeguato alla distretta presente.

Una proposta politica che non sia nonviolenta non e' piu' neppure una politica, ma solo barbarie che genera ulteriore barbarie e coopera alla catastrofe dell'umanita'.

*

Pertanto il 12 marzo la nostra giornata contro la guerra e' contro tutte le guerre, tutti i terrorismi, tutte le dittature, tutte le schiavitu'. Contro tutti gli eserciti e tutte le armi. Contro il razzismo; per soccorrere, accogliere e assistere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto. Contro il maschilismo, che e' il primo modello e la prima radice di tutte le altre violenze. Per la pace che salva le vite; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.

E sara' ancora una volta occasione per proporre a tutte le oppresse e gli oppressi di unirsi nella lotta per la liberazione comune; sara' ancora una volta proposta che la nonviolenza divenga il criterio e il fondamento della politica necessaria.

Nel ricordo e alla scuola di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Hannah Arendt, di Luce Fabbri, di Franca Ongaro Basaglia, di Wangari Maathai, di Berta Caceres.

 

33. CONTRO LA GUERRA, PER L'UMANITA'

 

In tutta Italia si svolgono oggi manifestazioni contro la guerra e per l'umanita'.

*

Contro la guerra e tutte le uccisioni.

Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.

Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Per la difesa dei diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

*

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

34. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Benedetto XVI, Ultime conversazioni, Garzanti, Milano 2016, Rcs, Milano 2016, pp. 240, euro 12,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Tullio De Mauro, Mario Lodi, Lingua e dialetti, Editori Riuniti, Roma 1979, pp. 144.

 

35. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

36. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2471 del 14 settembre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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