[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 846



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 846 dell'11 agosto 2016

 

In questo numero:

1. Peppe Sini: Fermare la guerra. Si dimetta il governo

2. Per persuadere Parlamento e Comuni ad alcuni utili provvedimenti per salvare le vite e contrastare il razzismo

3. Malvolio Straccani: Il ritorno alla natura

4. Una bozza di lettera da inviare ai parlamentari

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: FERMARE LA GUERRA. SI DIMETTA IL GOVERNO

 

Il governo italiano ha ammesso di aver gia' inviato segretamente truppe in Libia.

La cosa piu' folle e scellerata che si potesse fare ed insieme la piu' tragicamente coerente con la politica guerrafondaia, avventurista e golpista dell'esecutivo attuale.

E' un governo di irresponsabili, di insipienti e di fuorilegge.

Che un Parlamento da operetta, incapace di svolgere il suo ruolo, non ha saputo contrastare nei suoi deliri, costantemente avallando a posteriori ogni sciagurata demenza del gabinetto in carica.

Con un Presidente della Repubblica dedito perlopiu' a vacui esercizi retorici e latitante quando si tratta di difendere la legalita' repubblicana, che rinuncia a difendere il decisivo articolo 11 della Costituzione che si apre con le lapidarie, inequivocabili parole "L'Italia ripudia la guerra".

L'Italia si trova ancora illegalmente ed insensatamente in guerra: sia nel teatro afgano, sia in quello siro-iracheno, sia in quello libico.

Sperpera ingentissime risorse pubbliche in pro della guerra, della guerra assassina.

Rifornisce di armi e servizi dittature terroriste.

E partecipa di alleanze militari terroriste e stragiste.

Nel vortice della terza guerra mondiale a pezzi.

*

Cessi immediatamente l'illegale e folle partecipazione italiana alla guerra.

Si dimetta il governo.

Solo la pace salva le vite.

 

2. REPETITA IUVANT. PER PERSUADERE PARLAMENTO E COMUNI AD ALCUNI UTILI PROVVEDIMENTI PER SALVARE LE VITE E CONTRASTARE IL RAZZISMO

 

Diffondiamo alcuni modelli di lettere da inviare al Parlamento ed ai Comuni per sollecitare alcuni utili provvedimenti per salvare le vite e contrastare il razzismo.

Chiediamo a tutti i nostri interlocutori di diffonderli ulteriormente.

Ed in particolare chiediamo di inviarli ai parlamentari di propria fiducia ed agli amministratori del proprio Comune, ai mezzi d'informazione, alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche.

Ancora una volta vorremmo contribuire a suscitare un'iniziativa dal basso che con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della democrazia contrasti la strage in corso nel Mediterraneo, si opponga a razzismo e schiavismo, promuova la civile convivenza, inveri l'impegno a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto, riconosca l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, renda effettiva la democrazia riconoscendo ad ogni persona il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che tutti riguardano.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

*

I. Un modello di lettera ai parlamentari con la richiesta di due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

Gentili parlamentari,

vi scriviamo per formularvi la richiesta di due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia.

1. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;

2. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

*

II. Un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli)

Al Sindaco del Comune di ...

Al Presidente del Consiglio comunale di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa

Signor Sindaco,

signor Presidente del Consiglio comunale,

vi inviamo la seguente proposta di delibera.

Il Consiglio Comunale di ...

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che la citta' di ... vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunita' di ... fanno parte tutte le persone che a ... nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a ... si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;

- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione di ... e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di ...:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a ... da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a ...;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a ... ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di ... di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

*

III. Un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune"

Al Sindaco del Comune di ...

Al Presidente del Consiglio comunale di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: Istituzione della Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune

Signor Sindaco,

signor Presidente del Consiglio comunale,

vi inviamo la seguente proposta di delibera.

Il Consiglio Comunale di ...,

premesso che il Comune di ... riconosce l'importanza della partecipazione della popolazione ai processi decisionali attraverso cui l'ente locale assume gli atti di sua competenza relativi all'amministrazione della citta';

considerato che della comunita' cittadina di ... fanno parte a pieno titolo le persone immigrate da altri paesi e regolarmente residenti ovvero domiciliate nel territorio comunale ma che non hanno la cittadinanza italiana;

riaffermato l'impegno a promuovere il dialogo e il confronto democratico fra la popolazione tutta e l'amministrazione comunale valorizzando anche il ruolo delle associazioni quali componenti essenziali del processo di coinvolgimento della popolazione nei procedimenti decisionali;

ritenuto doveroso promuovere interventi adeguati al fine di garantire la partecipazione popolare all'attivita' amministrativa e alla vita pubblica nel suo complesso;

delibera

di istituire la Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune.

Essa sara' regolamentata secondo le modalita' previste ai sensi e per gli effetti del regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali tenuto conto delle ovvie specificita'.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

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IV. Un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti"

Al Sindaco del Comune di ...

Al Presidente del Consiglio comunale di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti

Signor Sindaco,

signor Presidente del Consiglio comunale,

nel territorio del Comune di ... vivono e lavorano persone straniere che contribuiscono con la loro presenza, il loro lavoro ed i loro tributi al bene comune della citta'; ma queste persone non avendo la cittadinanza italiana non vedono riconosciuto il loro diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche che tutte le persone riguardano;

mentre prosegue la pluridecennale iniziativa affinche' il Parlamento italiano finalmente renda effettivo il fondamentale diritto democratico "una persona, un voto" con una legge ordinaria che riconosca l'elettorato attivo e passivo agli oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia perlomeno per quanto riguarda le elezioni amministrative comunali e regionali (per le elezioni politiche occorrerebbe verosimilmente una modifica costituzionale), in vari Comuni d'Italia gia' da alcuni decenni e' stata istituita la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", proprio per consentire a rappresentanti dei residenti stranieri - eletti dagli stessi stranieri residenti nel territorio comunale - di partecipare ai lavori dei consigli comunali e delle commissioni consiliari con pieno diritto di parola, quand'anche senza diritto di voto deliberativo.

Si propone pertanto che il Comune di ... istituisca la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", prendendo a modello una o piu' delle deliberazioni a tal fine assunte gia' da molti anni da vari Comuni d'Italia.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

 

3. RACCONTI PER L'ESTATE. MALVOLIO STRACCANI: IL RITORNO ALLA NATURA

[Dall'amico Malvolio Straccani riceviamo e pubblichiamo quest'altro racconto]

 

Con Franchino e Rubbacchione eravamo amici da sempre. Abitavamo vicino, giocavamo a pallone insieme, insieme andavamo per osterie, eccetera.

Poi Franchino e' morto (fu una cosa grossa, usci' pure sul giornale) e Rubbacchione e' finito in galera e hanno buttato la chiave.

Io mi sono trasferito qui al nord, e dopo trent'anni ancora non conosco nessuno e ogni mattina penso che quest'aria, questa nebbia, questo freddo, questa piova mi fanno proprio schifo.

Adesso vi racconto come ando' la storia.

Avevamo deciso di tornare a vivere a contatto con la natura. L'idea era di farci una capanna nel folto del bosco, cacciare i cinghiali e quello che altro capitava, evitare la Forestale, abbeverarci scendendo nottetempo al lago, e lasciarci dietro la civilta' che reprime l'eros e riduce l'uomo a una dimensione.

Mentre preparavamo l'impresa si pose il problema delle donne. Perche' almeno una donna ci voleva, ma per quanto ci ragionassimo sopra mattina e sera non ci veniva in mente nessuna a cui potessimo chiedere di seguirci nella nostra esperienza di vita preistorica. E' vero che eravamo un po' imbranati, a quel tempo si poteva avere diciott'anni e non aver mai visto il mare. Io, per esempio, avevo sempre vissuto al paese e ero stato a Roma caput mundi si' e no due o tre volte, eppure bastava salire sul treno e in un paio d'ore ci arrivavi. Soprattutto eravamo stufi di lavorare. Io avevo cominciato ad andare a garzone quando ancora facevo le medie. Franchinetto praticamente non era mai uscito dall'officina del padre, che quando lo vedeva allontanarsi per andare a dare due calci al pallone o a fumarsi una sigaretta lo inseguiva e lo gonfiava di botte. Rubbacchiotto si era allontanato dal paese solo per andare al carcere di Viterbo o a quello di Civitavecchia; ma era quello di noi che la sapeva piu' lunga, perche' in carcere ci era capitato quando c'erano le proteste e gli avevano raccontato di Marx, di Mao e di Marcuse. Era lui che ci aveva portato la notizia della civilta' che reprime l'eros e riduce l'uomo a una dimensione. Non ne sapeva molto di piu', ma per noi poteva bastare. E poi eravamo tutti comunisti, e' naturale, eravamo poveri. Tutti i poveri sono comunisti, che altro dovremmo essere?

Passavamo le serate al bar a organizzarci; alle donne ci avevamo rinunciato, anche perche' discutemmo a lungo se dovevamo rapirne una o piu' d'una ma alla fine decidemmo che se eravamo comunisti noi le donne le rispettavamo. Gli esseri umani non sono ne' merci, ne' un mero ingranaggio nel ciclo economico del regime capitalistico, un regime schiavista che il progresso dell'umanita' abbattera' grazie alla lotta di classe del proletariato. A quei tempi mi piaceva la parola "mero", che mi pare che non significa niente ma ci sta bene nelle frasi lunghe e l'aveva portata pure quella Rubbacchione dalla galera, e la usavamo spesso; a parte noi tre al paese non la capiva nessuno e pensavano che li sfottevamo e noi la dicevamo apposta.

Il problema centrale fu la capanna (perche' se doveva essere vita preistorica mica ci potevamo portare la tenda da campeggio, e le grotte nella macchia vicino al paese nostro non c'erano), cosi' studiammo a lungo su "Tex" come doveva essere fatta, ma certo bisognava cacciare e scuoiare un sacco di cinghiali per avere pelli sufficienti. E per cacciare i cinghiali a fini sia alimentari che abitativi decidemmo che avremmo costruito delle lance, ma ci sembrava ragionevole portarci dalla civilta' delle asce, dei coltelli e delle roncole: pensammo che avremmo potuto fabbricarli noi quegli utensili, che ne so, cominciando con la pietra scheggiata, ma non era grave se accelerando i tempi dell'evoluzione ce li portavamo dall'epoca presente visto che tanto ci saremmo arrivati. E visto che c'eravamo pensammo di portarci anche un po' di chiodi di quelli grossi da staccionata, per farci la punta delle lance. Poi ci servivano dei recipienti per l'acqua, che bisognava andare a prendere al lago e si poteva fare solo di notte, perche' di giorno era pieno di gente che faceva il bagno visto che era d'estate; e siccome avremmo avuto sete anche di giorno i recipienti per l'acqua erano fondamentali. Potevamo fare degli otri con la solita pelle dei cinghiali, ma gia' ci serviva per fare la copertura della capanna, e poi non eravamo sicuri che la nostra caccia sarebbe stata abbondante fin dai primi giorni. Forse potevamo comprare qualche borraccia di pelle, ma quando le cercammo costavano un'iradiddio e allora tanto valeva portarsi qualche fiasco, che potevamo prenderli quanti ne volevamo all'osteria della sora Nocenza; cosi' cominciammo a comprare e a scolarci un fiasco di vino al giorno per fare scorta di contenitori. Dopo un paio di settimane ne avevamo abbastanza, ma continuammo comunque a farci un fiasco al di', non so neppure perche', sono abitudini che quando le prendi sono loro che prendono te e non ti lasciano piu'. Ma tanto tra pochi giorni ce ne dovevamo andare nelle preistoria.

A quel punto venne fuori un problema al quale non avevamo pensato: i vestiti e le scarpe. Per come la vedevamo noi ci saremmo vestiti di pelle e ci saremmo fatti le scarpe, anzi i mocassini, con le solite pelli dei cinghiali con cui dovevamo fare gia' un sacco di altre cose (a proposito: anche dei sacchi per tenerci le vivande e le armi, da appendere ai rami perche' non fossero attaccati dagli animali); ma dovevamo mettere nel conto che nel bosco, e specialmente la notte quando dovevamo scendere al lago, qualcuno poteva vederci, e finche' non avessimo avuto un completo abbigliamento da trapper, era meglio non sembrare dei selvaggi seminudi. A quei tempi c'erano ancora i manicomi, e chi ci finiva non ne usciva piu'. Fu necessario riconoscere che dovevamo portarci dietro i vestiti e le scarpe finche' non avessimo prodotto da noi quanto ci serviva per coprirci e proteggerci con il solito pellame dei cinghiali.

Credo che i preparativi durarono un paio di mesi. Quando ci sembro' di essere pronti dovemmo decidere come far perdere le nostre tracce e se dovevamo scrivere delle lettere ai parenti e dare disposizioni sui nostri beni moderni che avremmo abbandonato per sempre insieme alla civilta'. Non che avessimo molto: Rubbacchiotto aveva un motorino; Franchino un libretto in banca in cui suo padre diceva che gli ci metteva i soldi che non gli pagava per il suo lavoro, ma Franchino non sapeva ne' quanti soldi erano ne' se il libretto c'era davvero, perche' suo padre diceva che glielo teneva lui per evitare che si sputtanasse tutti i baiocchi con quei lazzaroni drogati e ladroni degli amici suoi (che poi eravamo io e Rubbacchiotto); e io una collezione di francobolli (ne avevo parecchi, avevo cominciato da bambino a staccarli con l'acqua calda da tutte le cartoline su cui potevo mettere le mani; naturalmente erano quasi tutti uguali, ma erano veramente tanti, saranno stati almeno duecento; era l'unica collezione che facevo, avevo cominciato anche quella delle scatole dei cerini ma avevo smesso subito. Pensammo che potevamo scrivere una lettera sola tutti e tre insieme, nella quale avremmo spiegato che lasciavamo il paese e che non ci cercassero e che della roba nostra ci facessero quello che gli pareva. Per abbellirla pensammo di copiare quella lettera di Che Guevara, cambiando i nomi qua e la'. E ci parve proprio una bella idea. Quando tutto fu pronto fissammo il giorno e l'ora: me lo ricordo ancora, era un venerdi' sera. L'appuntamento era a mezzanotte dietro il bar, ognuno doveva preparato il suo zaino, poi a piedi ci saremmo inoltrati nella macchia; nei giorni precedenti avevamo aperto a colpi di roncola un sentiero segreto verso il folto.

A mezzanotte meno un quarto io e Rubbacchione eravamo gia' li'. Franchino non si vedeva e Rubbacchiotto era nervoso, sempre piu' nervoso, non riusciva a stare fermo. Verso mezzanotte e mezza, l'una, dissi sottovoce: "Ma perche' Franchino non si vede?". Lui comincio' a mugolare, a fare una specie di uggiolio e a sollevare e battere forte per terra prima un piede e poi l'altro. Mi sembrava fuori di testa, e mi decisi a dirgli: "Ch'e' successo, Rubbacchio'?". E lui scoppio' a piangere e a dire con una voce che non gli avevo mai sentito "L'ho ammazzato, l'ho ammazzato, me dispiace, me dispiace, Corra'. Me dispiace". E tiro' fuori il roncio dallo zaino ed era insanguinato. Restammo li' fino alle quattro. Non dicemmo piu' una parola. Alle quattro io andai alla stazione e presi il treno per Orte e da Orte andai a Milano, o a Torino, o a Genova, neppure mi ricordo piu'. Mi portai via anche il suo zaino e buttai dal finestrino le sue cose e le mie una ad una ogni tanti chilometri e alla fine buttai anche gli zaini.

Aveva vinto la civilta'.

 

4. PROPOSTE D'INIZIATIVA. UNA BOZZA DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI

 

Al/alla parlamentare ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine

Gentile parlamentare ...,

le scriviamo per formularle la richiesta di un suo personale impegno affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine.

Come gia' sapra', dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe. Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.

Ricordera' anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.

Le segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.

Non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.

Con questa lettera vorremmo sollecitare il suo personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.

Distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

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Numero 846 dell'11 agosto 2016

 

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