[Nonviolenza] Telegrammi. 2182



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2182 del 30 novembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. "Due o tre cose che so sul clima". Un incontro di riflessione a Viterbo

2. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

3. Hic et nunc, quid agendum

4. In memoria di Louise-Victorine Ackermann, di Giordano Cavestro, di Shirley Chisholm, di Laura Clifford Barney, di Andrea Costa, di Gaston Cremieux, di Guy Debord, di Vladimir Dedijer, di Jean Eustache, di Etty Hillesum, di Mother Jones, di Ernst Lubitsch, di Michele Pantaleone, di Fernando Pessoa, di Israel Joshua Singer, di Paolo Spriano, di Jonathan Swift, di Alberto Tarchiani, di Mark Twain

5. Altri volantini contro la guerra a cura di Benito D'Ippolito

6. Segnalazioni librarie

7. La "Carta" del Movimento Nonviolento

8. Per saperne di piu'

 

1. INCONTRI. "DUE O TRE COSE CHE SO SUL CLIMA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto domenica 29 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Due o tre cose che so sul clima. Alcune elementari considerazioni in vista dell'incontro a Parigi degli inquinatori globali".

*

L'incontro e' stato aperto con un ricordo di Laura Conti, di Ivan Illich, di Alexander Langer e di Carla Ravaioli.

Alle persone partecipanti e' stato messo a disposizione un breve testo programmatico di Vandana Shiva, "Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena".

Nel suo intervento introduttivo il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricostruito attraverso la propria testimonianza personale la lunga vicenda di alcune delle principali lotte ambientali nell'Alto Lazio a cominciare dall'opposizione al nucleare, all'opposizione alla Supercassia, all'opposizione al mega-aeroporto, fino alle attuali lotte per l'acqua, ed ha proposto alla discussione in forma di tesi alcuni dei ragionamenti che hanno caratterizzato dagli anni '70 ad oggi le esperienze di lotta pacifiste, ambientali, antimafia e di solidarieta' nel viterbese, lotte di cui il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" e' stato uno dei principali animatori e memoria storica.

*

E' stata riproposta l'analisi della situazione dell'Alto Lazio come caratterizzata dall'intreccio tra regime della corruzione, modello di sviluppo di servitu' e penetrazione dei poteri criminali; e su scala globale e' stata riproposta l'analisi macrosistemica che individua come principale responsabile della catastrofe ambientale il modo di produzione fondato sulla massimizzazione del profitto, sull'espansione illimitata della produzione e dei consumi, sull'asservimento dell'intera umanita' ai poteri economici dominanti e sullo sfruttamento fino all'esaurimento di tutte le risorse disponibili: un modo di produzione palesemente incompatibile con i limiti della biosfera e con i diritti della persona umana.

Particolarmente nel passaggio epocale dal capitalismo manifatturiero a quello finanziario, e dalla mobilitazione sociale totale come forza-lavoro industriale all'attuale riduzione di quote crescenti dell'umanita' nelle due classi dei consumatori eterodiretti e delle vite scartate ed escluse da ogni ripartizione della ricchezza (e quindi condannate a vite di stenti e alla morte per fame) la contraddizione fondamentale tra oppressori sempre piu' ricchi ed oppressi sempre piu' impoveriti si e' fatta sempre piu' evidente, insostenibile, tragica; cosicche' per perseverare nella rapina di diritti e risorse e nella distruzione dei beni naturali fondamentali i poteri dominanti non esitano ad usare contro il resto dell'umanita' - presente e futura - gli strumenti piu' barbari: dall'organizzazione mafiosa alla dittatura, dal terrorismo alla guerra, la guerra onnicida.

Difendere l'umanita' e difendere la biosfera sono ormai un unico compito che coinvolge tutti i popoli oppressi, tutte le classi sfruttate ed escluse, tutte le persone di volonta' buona. E' necessaria e urgente un'alternativa: economica, sociale, politica; un'alternativa di cui siano protagoniste tutte le culture umane e tutte le persone oppresse; un'alternativa ad un tempo pacifista, ecologista, femminista; un'alternativa solidale, liberatrice, nonviolenta. L'alternativa di Rosa Luxemburg e di Mohandas Gandhi.

Dal vertice di Parigi dei massimi inquinatori non e' ragionevole aspettarsi nulla di piu' di quello che la mobilitazione nonviolenta dei popoli sapra' imporre ai propri governi. Questo chiediamo, per questo lottiamo: pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti; giustizia sociale e rispetto degli esseri umani e della natura; legalita', democrazia, civilta'; consapevolezza che un destino comune unisce l'umanita' intera.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso le proposte formulate in tante piazze del mondo in questa stessa giornata, per difendere ad un tempo la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e la biosfera.

Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso la propria persuasa opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Tutti gli esseri umani sono eguali in diritti; vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. La nonviolenza e' la politica necessaria.

 

2. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

3. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI LOUISE-VICTORINE ACKERMANN, DI GIORDANO CAVESTRO, DI SHIRLEY CHISHOLM, DI LAURA CLIFFORD BARNEY, DI ANDREA COSTA, DI GASTON CREMIEUX, DI GUY DEBORD, DI VLADIMIR DEDIJER, DI JEAN EUSTACHE, DI ETTY HILLESUM, DI MOTHER JONES, DI ERNST LUBITSCH, DI MICHELE PANTALEONE, DI FERNANDO PESSOA, DI ISRAEL JOSHUA SINGER, DI PAOLO SPRIANO, DI JONATHAN SWIFT, DI ALBERTO TARCHIANI, DI MARK TWAIN

 

Ricorre oggi, 30 novembre, l'anniversario della nascita di Louise-Victorine Ackermann, della nascita di Giordano Cavestro, della nascita di Shirley Chisholm, della nascita di Laura Clifford Barney, della nascita di Andrea Costa, della scomparsa di Gaston Cremieux, della scomparsa di Guy Debord, della scomparsa di Vladimir Dedijer, della nascita di Jean Eustache, della scomparsa di Etty Hillesum, della scomparsa di Mother Jones, della scomparsa di Ernst Lubitsch, della nascita di Michele Pantaleone, della scomparsa di Fernando Pessoa, della nascita di Israel Joshua Singer, della nascita di Paolo Spriano, della nascita di Jonathan Swift, della scomparsa di Alberto Tarchiani, della nascita di Mark Twain.

*

Anche nel ricordo di Louise-Victorine Ackermann, di Giordano Cavestro, di Shirley Chisholm, di Laura Clifford Barney, di Andrea Costa, di Gaston Cremieux, di Guy Debord, di Vladimir Dedijer, di Jean Eustache, di Etty Hillesum, di Mother Jones, di Ernst Lubitsch, di Michele Pantaleone, di Fernando Pessoa, di Israel Joshua Singer, di Paolo Spriano, di Jonathan Swift, di Alberto Tarchiani, di Mark Twain, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

5. REPETITA IUVANT. ALTRI VOLANTINI CONTRO LA GUERRA A CURA DI BENITO D'IPPOLITO

[Riproponiamo questa breve raccolta di versi gia' pubblicata nel 2011, e nuovamente ringraziamo il nostro buon amico Benito D'Ippolito per aver recuperato, scelto e messo insieme questi testi di varie firme, gia' piu' volte apparsi sul nostro notiziario nel corso degli anni]

 

Da L'escalation (stasimo primo)

 

E' come per il Vietnam: un ministro

della defensa, lugubre, ferale

dagli occhi di gatto, la voce di gelo

sazio il ventre gli abiti eleganti

del partito prominente della grotta del sesamo

annuncia l'invio di nuove armi, nuovi soldati

a massacrare i torvi contadini

per la gloria del regno millenario.

 

Altre persone moriranno ancora,

nuovi lutti, nuovo odio sorgera'.

Il governo italiano e' terrorista,

di menar stragi, di provocar stragi

scelse il governo.

 

E tu non sai fermare questo lento

inabissarsi in una sanguinaria

cupa anomia che tutto travia e rompe

e che travolge vite e dignita'.

 

*

 

Al teatrino sanguinario dei voraci burattini. Il decisionista

 

Guerra fino allo sterminio

degli afgani rozzi e brutti.

E' gia' deciso.

 

Armi fino a averne ingombri

piazze, case e giardinetti.

E' gia' deciso.

 

Nuove basi militari

dei padroni d'oltremare.

E' gia' deciso.

 

Scudo utile a assestare

primo il colpo nucleare.

E' gia' deciso.

 

Ma se tutto e' gia' deciso

la democrazia a che serve?

 

*

 

Parla adesso il generale

 

Noi non uccidiamo i civili.

Guardateli quei pezzenti

vestiti di stracci, famelici,

e' evidente che sono incivili.

 

*

 

Dice solenne il ministro

 

Dice solenne il ministro:

"contro i violenti tolleranza zero"

e batte il pugno sulla scrivania.

 

Anch'io avrei fatto arrestare

George Bush, il governo italiano,

chiunque fa guerre e fa stragi.

 

*

 

La guerra preventiva

 

Dice la televisione che un raid aereo

della coalizione di buona volonta'

ha colpito una scuola in Afghanistan

assassinando sette bambini.

 

Ammazzarli da piccoli e' l'essenza

della guerra preventiva. Sara' lieto

di tanta lungimiranza il colto pubblico.

 

*

 

Una delazione

 

Gentile comandante della guerra

umanitaria, e lei signor ministro

e lei gentile signor direttore

della televisione, con gli ossequi

piu' deferenti alle eccellenze vostre

qui elenco altri presunti talebbani,

e li segnalo alle signorie loro

per i provvedimenti competenti.

 

Mi pare sia un presunto talebbano

il mio vicino che di notte fa rumore

(pregasi tuttavia non bombardare

l'appartamento, ma colpirlo mentre e' in auto).

 

Mi pare sia un presunto talebbano

tutto l'attacco del Real, l'intera

squadra del Chelsea (lo si noti bene:

giocano in Spagna e in Gran Bretagna, e' chiaro

che c'e' un rapporto con quegli attentati).

 

Mi pare sia un presunto talebbano

mio cugino che mi chiede sempre un prestito

(Goffredo, non Corrado che e' un brav'omo

e  non mi ha mai negato alcun favore).

 

Infine - ma se voi saprete agire

come si deve, da uomini veri,

di certo altri vi mandero' elenchi -

mi pare sia un presunto talebbano

quel Littel Tony Bler, quel Giorgio Busce,

e visto che ce so', pure Billade.

 

Gradiscano i saluti piu' distinti

e se ci fosse possibilita'

di comparire alla televisione

io sono sempre disponibile, anche

per qualche gioco a premi, e so cantare

e ballo il tango e il tuiste e gioco a bocce.

 

*

 

I morti libanesi

 

Tu

produci e vendi armi

cooperi affinche' con la violenza

sia retto e rotto il mondo e oppressi i popoli

mandi eserciti dove servirebbero case e scuole e ospedali

aiuti gli assassini

 

e ti stupisci

che gli assassini uccidano.

 

*

 

Due forme della rassegnazione

 

Il muselmann che cede, il denudato

che il cekista porta al plotone, il torturato

che recita a richiesta il calendario.

 

E quello che accettando il fascismo

ha fatto carriera ed e' oggi ministro.

 

*

 

Da un cantare del presunto talebano

 

Il presunto talebano

e' dovunque, e' ubiquo, e' immenso:

per disinfestarne il mondo

prima il napalm, poi l'incenso.

 

Il presunto talebano

e' feroce come un orco:

lo mitraglio da lontano

poi cadavere lo afforco.

 

Il presunto talebano

e' scorretto e indisponente:

tu lo ammazzi e quando muore

si traveste da innocente.

 

Il presunto talebano

e' un vigliacco sopraffino:

lo bombardi, e fatto a pezzi

si traveste da bambino.

 

Il presunto talebano

e' piu' furbo di un serpente:

tu gli spari una granata

e lui si dissolve in niente.

 

Il presunto talebano

e' dovunque, e' un'onda, e' un mare:

per disinfestarne il mondo

l'ora e' ormai del nucleare.

 

*

 

In cammino verso Tebe

 

Tu sai che la sfinge sei tu.

Che e' te stesso che devi contrastare.

 

Ogni uccisione la stessa uccisione.

Ogni persona l'intera umanita'.

 

Ogni colpo che affonda nelle carni

un diluvio di sangue che sconvolge

e terra e cielo.

 

Nulla salva il mondo

se non la scelta della nonviolenza.

 

*

 

Notte di Valpurga alla taverna di Auerbach

 

Gli assassini fanno un meeting

i bombardamenti continuano.

 

Gli assassini fanno un meeting

continua il traffico di eroina.

 

Gli assassini fanno un meeting

continua il femminicidio.

 

Gli assassini fanno un meeting

il terrorismo cresce.

 

Tutto va bene, dunque.

E adesso un coffee-breack.

 

*

 

Ultime notizie dal fronte della civilta'. Parla ora il portavoce della Nato

 

Cosi' composte nei loro sudari

dal commosso compianto circondate

dovrebbero esserci le vittime grate

di averle rese civili

da selvaggi straccioni che erano.

 

*

 

6 agosto

 

Dopo Hiroshima semplice e' la scelta.

La pace, o la fine della civilta' umana.

La nonviolenza, o la morte.

 

*

 

Quando

 

Quando tu cedi a un orrore

un altro subito ne segue.

 

Cosi' non chiedere quando sia il momento

di iniziare a resistere. Il momento

e' adesso.

 

*

 

Assisi alla mensa degli assassini

 

Assisi alla mensa degli assassini

gli arresi non credono piu'

che si debba e si possa resistere al male.

 

*

 

Di questo

 

L'oggi che oggi e' oggi

domani sara' ieri.

 

Per te restera' oggi

ucciso dai bombardieri.

 

*

 

La voce delle vittime

 

Se tu avessi l'udito piu' acuto

certo la sentiresti la voce delle vittime

 

e non esiteresti allora a chiamare

assassini gli assassini che le uccidono.

 

*

 

Sinfonietta dei diritti umani

 

"Oh poverini

che duro lavoro e' il loro

di assassini"

(Nefasio di Panopoli)

 

I diritti umani

si sa, per tutti valgono

ma non per quei pezzenti degli afgani.

 

La democrazia

a chi somministrarla, e quanto, e come

lo sa la Cia.

 

La dignita' umana

ha bianca la pelle

maschio il sesso ed e' solo cristiana.

 

La civilta'

gliela insegnamo noi a staffilate

a quelli la'.

 

A suon di bombe

i barbari finiscan nelle tombe.

 

Ah che fatica, e che soddisfazione

essere i grandi del mondo insetticidi

e chi non e' d'accordo: nel bidone.

 

Per tutti vigono, si sa, i diritti umani

ma non per quei pezzenti degli afgani.

 

*

 

Verra' un tempo

 

Verra' un tempo penoso, odioso

di piu' cupe, piu' dure menzogne

verra' il tempo degli scalini liquefatti

dello sgretolarsi dei pensieri

delle carni disfatte in sabbia e fumo.

 

Verra' un tempo furioso, oltraggioso

di piu' nere, piu' atroci oppressioni

nessuna maschera avra' piu' nessun volto

e nessun volto avra' piu' vera carne

nessuna carne avra' piu' soffio vivo.

 

Verra' un tempo, il tempo del sangue

a rovesci di pioggia, a pallottole

che perforano i sacchi ed i grembi

se le srotoli e gli occhi vi figgi

tu vi leggi bestemmie indicibili.

 

Verra' il tempo, quel tempo e' venuto

queste bombe queste mine queste raffiche

ne fan semina in questa terra afgana

europei, americani. Figliuolo

tu ricorda e prepara giustizia

tu ricorda e prepara la pace.

 

*

 

Fermare la guerra

 

Fermare la guerra occorre.

Solo la nonviolenza puo' farlo.

 

*

 

E poi

 

E poi c'e' la guerra dei ricchi contro i poveri

che non finisce mai.

Ed ogni giorno uccide.

 

*

 

Il sangue degli afgani

 

Il sangue degli afgani e' troppo scolorito

perche' si muova un dito

a che le stragi cessino.

 

Le grida degli afgani, e troppo son lontane

perche' le ascolti un cane

e ne provi pieta'.

 

Le vite degli afgani non sono nell'agenda

di chi per la prebenda

la madre venderebbe.

 

Ma il voto agli assassini

lo diano gli assassini.

Noi poveri meschini

piangiamo i nostri morti.

 

*

 

In un mondo fatto cenere

 

E crudelmente il sangue degli afgani

spargeste a piene mani, e speravate

di farvi cosi' accetti cortigiani

dell'ultimo vassallo delle armate

 

onnivore imperiali, che di brani

di carne umana nutre scatenate

le torme dei suoi lupi e dei suoi cani

e il mondo fa deserto, e le stellate

 

notti colme dei fuochi delle bombe

e fracassando va le carni tenere

e dove erano case ora son tombe

 

e tutto ha Marte, e nulla piu' e' di Venere.

Ed ecco del giudizio gia' le trombe

risuonano in un mondo fatto cenere.

 

*

 

Di un nuovo galateo

 

Chi dice che la guerra e' criminale

e' proprio inelegante

e crepi pur l'afgano, che e' povero e ignorante.

 

Chi dice assassino all'assassino

e' certo un gran cafone

e crepi pur l'afgano, la barba da caprone.

 

Chi dice del razzista che e' razzista

e' certo un impudente

e crepi pur l'afgano, che tanto non val niente.

 

Chi dice che e' golpista chi e' golpista

impenitente e' un veteromarxista

e crepi ognor l'afgano, e quello che l'avvista.

 

Chi dice la parola veritiera

e' certo un gran villano

e crepi ancor l'afgano, mane e sera.

 

*

 

Frattanto

 

Mentre le stragi, le stragi sono in corso

delle stragi i mandanti e i complici delle stragi

si irritano alquanto

con chi dichiara assassini gli assassini

e contro la guerra chiama ancora alla lotta.

 

*

 

Brevissima parabola del bicchiere

 

Il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Di sangue.

 

*

 

Una lieve cabaletta

 

Il parlamento degli assassini

ama i bagliori delle battaglie

purche' distanti, e ridotti a frattaglie

siano i corpi di altri meschini.

 

Il parlamento degli assassini

ama il clamore delle fanfare

purche' a morire, a cadere, a immolare

le loro vite sian altri tapini.

 

Il parlamento degli assassini

vota zelante il riarmo e la guerra

purche' a macchiare di rosso la terra

sia sempre il sangue di altri omarini.

 

Il parlamento degli assassini

lindi, azzimati, sportivi, eleganti,

callidi, pingui, voraci briganti,

dall'altrui morte trae lauti bottini.

 

*

 

Qualche misero ottonario

 

Al servizio della guerra

tanti cadono asserviti

ne son ben retribuiti

dai signori della guerra.

 

Nella gora della guerra

tanti cadono stecchiti

fiera offa ai laidi riti

dei signori della guerra.

 

Delle vittime di guerra

menan vanto assai impettiti

sulle salme e sui detriti

i signori della guerra.

 

E dei frutti della guerra

tra i cadaveri anneriti

i profitti son graditi

ai signori della guerra.

 

*

 

La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul

 

Traduco nella lingua di noi plebei

le lunghe concioni dei prominenti

dinanzi alle gelide tombe degli assassinati:

morire vi abbiamo lasciati morire

a morire e ad uccidere vi abbiamo mandati

noi siamo ancora vivi.

Quanto e' bella la luce del mondo.

 

*

 

Sulla strada dell'aeroporto

 

Sulla strada dell'aeroporto

attende sbigottito il cacciatore

nel buio attende franco il cacciatore

sulla strada dell'aeroporto.

 

E tu non sai che sei la selvaggina.

 

Sulla strada dell'aeroporto

attende nel buio la nera

signora che parla rafficando

e riga i volti di lacrime di sangue.

 

E non c'e' ombrello che fermi questa pioggia.

 

Sulla strada dell'aeroporto

la guerra terrorista ti raggiunge

la guerra, che e' sempre terrorista

il terrorismo, che nella guerra culmina.

 

Denti di drago seminava Giasone.

 

Sulla strada dell'aeroporto

dove tu sei la selvaggina

dove l'alito del male ti fa cenere.

 

Ah buon Nicola, che salvavi il mondo,

tu, buon amico della nonviolenza.

 

*

 

Alcuni altri omissis da un rapporto

 

La notte era assai buia

l'auto aveva quattro ruote

i nostri ragazzi sono impetuosi

gli italiani e' difficile distinguerli

dagli arabi, dai terroristi, dai cani.

 

La notte era assai buia

sparano i mitra, servono a questo

ve lo avevamo detto mille volte

di starci dietro, dietro e non di fronte

di starvene accucciati, come tutti.

 

La notte era assai buia

per questo mancammo gli altri due.

 

*

 

Questo sappiamo, questo diciamo

 

Questo sappiamo: che la guerra uccide.

Ne' v'e' maggior delitto della guerra:

ogni vita e virtu' soffoca e irride

tutto travolge, acceca, spezza, atterra

 

nessuno scampa dalle sue corride

nulla si salva di cio' ch'essa afferra

son le sue imprese sempre fratricide

brucia e devasta sia cielo che terra.

 

Questo diciamo: che nella coscienza

di ogni persona e' incisa quella legge

che afferma "non uccidere". Sapienza

 

che reca vita e ogni speranza regge.

Chiamiamo questa scelta: nonviolenza.

Felice chi a sua massima la elegge.

 

*

 

Chi vota per la guerra e' un assassino

 

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"

(Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 11)

 

Chi vota per la guerra e' un assassino

razzista, imperialista, disumano.

Nessuno spezzi il pane o beva il vino

alla sua mensa, o stringa la sua mano.

 

Il voto per la guerra e' artiglio, uncino

che tutto sgarra, strazia, rende vano

annienta anime e corpi, lana e lino

per sempre macula d'orrore arcano.

 

La guerra dell'umanita' e' nemica

come puo' un parlamento darle il voto?

la legge chiede si spezzi la sica,

 

la legge che contrasta ogni mal coto,

la legge della pace nuova e antica:

le vite salva dall'orrendo vuoto.

 

*

 

Una lettera del 1914

 

"Yo os aconsejo, mas bien, una posicion esceptica frente al escepticismo"

(Antonio Machado, Juan de Mairena, XVII)

 

Ricordo ancora, Aristo, quel morale

discorrere tra noi nell'altro inverno:

dicevi che la guerra e' sempre un male

e che le armi recano l'inferno

 

nulla si salva dall'orgia mortale

di guerra, tutto e' rotto in sempiterno

la guerra e' il crimine piu' colossale.

Cosi' dicevi. Ed ora sei al governo

 

e dici che la guerra e' buona e giusta

le nostre armi benedette, i morti

modico prezzo al trionfar del nostro

 

dominio su quei barbari, e la frusta

l'emblema e lo strumento di noi forti.

Specchiati Aristo, il tuo volto ora e' un rostro.

 

*

 

O la guerra o la pace

 

O la guerra o la pace, la pretesa

di uccidere e sanare, di recare

aiuto e insieme morte, e' bieca offesa

a chi gode del ben del ragionare.

 

Chi alle vite vuole offrir difesa

cominci allora con il disarmare,

chi vuole costruir dialogo e intesa

rinunci all'aggressione militare.

 

O il fascismo o la democrazia:

un parlamento che vota la guerra

s'asserve alla barbarie, all'anomia

 

ogni diritto umano vi sotterra

s'arrende del terrore alla follia.

E questo sa ogni mente che non erra.

 

*

 

Prime ed ultime risultanze di un'inchiesta privata sulla strage di Nassiriya

 

1. Queste sono le certe risultanze

di un'inchiesta privata sulla strage

di Nassiriya.

 

2. Ci siamo chiesti: sul luogo del delitto

chi trasse le vittime e le espose

all'agguato?

 

Ci siamo chiesti: quando una strage

in una sequenza si colloca di stragi

e' leggendo la sequenza che si coglie

chi muove i pezzi, li prende e li sacrifica

per quale piano, per quali vantaggi.

Quale partita si sta giocando qui?

Chi usa vite umane come scacchi?

 

Ci siamo chiesti: le vittime di guerra

di chi sono vittime?

Ci siamo chiesti: la guerra che uccide,

chi la scatena, chi ne trae frutto, chi

ne gode i profitti irrorati di sangue?

 

3. Abbiamo voluto ascoltare il coro dei morti.

Dei vivi il frastuono non ci ha distratto.

Sappiamo che sul luogo del delitto

torna poi l'assassino e con le fanfare. Sappiamo

che chi fa morire gli altri poi pretende

pronunciarne funebre l'elogio. Sappiamo

che chi altri fa morire, per cupo lucro,

per ideologia bestemmiatrice, per algida ignavia,

altri ancora continuera' a far morire

se non lo si ferma.

 

4. E questo abbiamo concluso:

quali siano stati i sicari ci e' ignoto, non cosi'

i mandanti.

E chi abbia mandato i sicari ci e' ignoto, non cosi'

chi ha mandato le vittime a morire.

 

E anche questo abbiamo concluso:

prima che altri debbano morire

quei mandanti possiamo arrestare:

da se stessi si sono smascherati

ora essi devon essere arrestati.

 

5. Era illegale mandare italiani in armi

nell'Iraq in guerra. Tutti

sapevamo che era illegale, sapevamo che era criminale.

 

Perche' si e' permesso al governo e al parlamento

di condannare questi innocenti a morte?

 

Perche' il presidente della Repubblica Italiana

non ha loro salvato la vita? Era suo dovere,

era in suo potere. Morire li ha lasciati.

 

Perche' nessun magistrato ha impedito quel crimine

che e' all'origine di questa strage ancora?

 

Era illegale mandare italiani in armi

nell'Iraq in guerra. Ora tornano essi nelle casse

non piu' vivi, inerti, per sempre

privati della luce dei giorni.

 

6. Perche' non abbiamo saputo salvarli?

Perche' non abbiamo voluto salvarli?

 

7. Questa relazione inviamo alle piu' alte

cariche dello stato italiano, poiche' hanno diritto

di sapere di cosa li accusiamo.

 

Questa relazione inviamo ancora

ai magistrati cui gravoso incombe

ed urgente il dovere di perseguire

i mandanti italiani a tutti noti

della famosa strage di Nassiriya.

 

Questa relazione inviamo inoltre

a tante persone amiche e a tante

che amiche non sono ma che hanno

parimenti il diritto e il dovere

di conoscere questi risultati

della nostra inchiesta privata,

di valutare se meritino ascolto,

di decidere cosa sia in capo a loro fare.

 

Questa relazione inviamo infine

ai sopravvissuti,

e ai colleghi, agli amici, ai familiari

delle vittime, il loro dolore

tra tante cose dopo la strage avvenute

e' l'unica cosa degna, l'unica cosa umana:

in quel dolore e in null'altro noi troviamo

la nostra patria: la comune umanita'.

 

*

 

L'autista

 

Non c'e' altro deserto che il deserto

ne' altra vita oltre la muraglia.

 

Chi uccide nel nome del bene

ogni bene ha ucciso per sempre.

 

Lo stesso rogo si leva da Troia, dagli autodafe'

da Auschwitz, da Hiroshima, da Falluja.

 

Dal pozzo tirammo su' la luna

pesante come fosse d'argento.

 

Nessuno pianse per la morte dell'autista.

 

*

 

Ancora un foglio, una foglia nel vento

 

"E gia' la luna e' sotto i nostri piedi:

lo tempo e' poco omai che n'e' concesso,

e altro e' da veder che tu non vedi"

(Inf., XXIX, 10-12)

 

Poiche' in questa storia sempre solo vincono

gli assassini, voi assassini non dovete diventare

e un'altra storia e' ancora da inventare.

 

Poiche' nei governi solo siede chi e' disposto

a mangiare carne umana, nei governi

voi non potete ancora trovar posto.

 

Poiche' ogni persona deve fare la sua scelta

e voi scegliete di ripudiare le uccisioni:

e ripudiando le uccisioni voi dovete

opporvi alle guerre, agli eserciti, alle armi. Dovete

salvare le vite, non sopprimerle.

 

*

 

La rosa

 

Quando il partito del proletariato

voto' la guerra, Rosa non si arrese:

organizzo' la lotta per la pace

per il pane, il diritto, l'internazionale

futura umanita' e presente.

 

Quando i governi decretarono i corpi

degli esseri umani non altro fossero

che carne da cannone, allora Rosa

non si arrese: continuo' la lotta

per la dignita' e i diritti di ogni essere umano,

per la liberazione di tutti gli oppressi,

perche' l'unico mondo che abbiamo cessasse di essere

vulcano, fornace, inferno

e fosse invece un luogo in cui abitare

libere, liberi, tutti.

 

Quando molti si arresero alla menzogna che uccide

allora resisteva Rosa Luxemburg:

nella sua cella soltanto vi era liberta'

tutta la verita' serbava nel suo cuore

tutta l'umanita' quella donna salvava.

 

Quando la uccisero e nel canale la gettarono

da quel canale la sua voce, il suo volto

tutti i mari raggiunse e tutti i cieli:

ci convoca ancora alla lotta la Rosa rossa

per la pace, la liberazione

la responsabilita' che di ogni persona

si prende cura ed ogni oppressione contrasta.

 

Questo chiamiamo nonviolenza in cammino.

 

*

 

Il valletto

 

"Mentre allo specchio s'aggiusta la cravatta

benevolo sorride l'assassino"

(Le buone maniere spiegate ai governanti e ai cortigiani, fr. I)

 

Il valletto

che furbetto

l'occhio e il labbro stretto stretto

dal suo pero in mezzo ai rami

sbuffa, ghigna e guarda in giu'

 

E che audace

si compiace

della guerra eppero' pace

preferisce la si chiami

e non se ne parli piu'

 

quel valletto

meschinetto

come puoi credergli tu?

 

*

 

Il paese dei passi perduti

 

Passeranno queste ore, questi giorni

e qualcuno sara' morto per sempre.

Passeranno i mesi e gli anni

e forse di nuovo c'incontreremo

e ci ricorderemo di adesso e ci diremo

tu votasti la guerra, tu facesti

morire tanti innocenti

e nulla varra' piangere ora insieme.

 

*

 

Chi vvota pe la guerra, pe la morte

 

Chi vvota pe la guerra, pe la morte

vota, e condanna a mmori' ammazzati

'na massa de pori ciuchi

che nun so' peggio d'esso.

 

Chi vvota pe la guerra e' un mascarzone

che ppe gusto je va' de sfragne all'antri

le zucche loro che ccome la sua

so' vvote e de bbrutti penzieri bullicheno.

 

Chi vvota pe la guerra e' 'n'assassino

je pozza pija' 'n corpo che je secchi

quela manaccia quanno s'arza a di' ammazzamole.

 

*

 

Misero ai voti il prezzo della carne

 

Misero ai voti il prezzo della carne

umana, e lo trovaron conveniente:

un ministero, qualche comparsata

televisiva, fondi e posti pubblici.

 

Votarono di uccidere gli afgani

(che tanto e' gente povera e lontana)

e qualche giovane in divisa se va male.

 

Votarono di uccidere. La guerra

votarono. Di uccidere votarono.

Per sempre

si resero assassini.

 

*

 

Un'epigrafe a "Contro la pena di morte (e per la correzione fraterna)"

 

"Anche il carnefice non lesinava

il di' di festa la sua lacrimuccia"

(Triboletto Senzaveri, Cose inaudite ed altre strambe ancora, I, 1)

 

*

 

Solo

 

Solo la pace ferma la guerra.

Solo la democrazia sconfigge il terrorismo.

Solo il disarmo riduce le uccisioni.

Solo la nonviolenza contrasta la violenza.

Solo la giustizia invera la liberta'.

Solo il dialogo riconosce umanita'.

Solo la misericordia fonda la convivenza.

 

*

 

Occorre

 

Smilitarizzare i conflitti occorre.

L'umanita' e la guerra sono incompatibili.

 

*

 

Pochi stupidi ottonari in ricordo di K. V.

 

"Chi vuol esser lieto, sia,

di doman non c'e' certezza"

(Lorenzo de' Medici, Canzona di Bacco)

 

Questo Curzio che ora giace

non si diede giammai pace

finche' visse rise e amo'

guerra e stragi contrasto'

 

contrasto' i fascisti tutti

le cui gesta grondan lutti

mai volle esser della corte

dell'impero della morte

 

della morte e del dolore

mai volle essere cantore

delle fabbriche di esequie

fu nemico senza requie

 

senza requie e senza inganni

via strappava agli orchi i panni

smascherando eccidi e borie

della storia e nelle storie

 

nelle storie che inventava

la menzogna denunciava

nelle fiabe sue beffarde

la pieta' perenne arde

 

arde e illumina la via

della pace e tuttavia

non si diede giammai pace

questo Curzio che ora giace.

 

*

 

Le regole d'ingaggio

 

Qui vi ricordo le regole d'ingaggio:

mirare al cuore, predare i telefonini

bruciare al semaforo il lavavetri

bere, vestire, inalare profumo

parlare con voce di cane, di topo

uscire dal folto nelle notti senza stelle

cucinare a fuoco lento gli asini

 

che nessuno esca vivo da Falluja.

 

*

 

Ceux qui

 

"Ceux qui tricolorent"

(Jacques Prevert, Tentative de description d'un diner de tetes a' Paris-France)

 

Quelli che si opponevano alla guerra quando al governo c'erano altri partiti

quelli che si opponevano alle stragi quando non avevano un ministero

quelli che erano per il disarmo prima di avere una presidenza

quelli che erano antimilitaristi prima d'imparare a sbattere i tacchi

 

Quelli che tutto il potere ai gulag

quelli che l'uomo e' uomo

quelli che i nostri ragazzi

quelli che la nostra civilta'

 

Quelli che o Francia o Spagna

quelli che non e' un pranzo di gala

quelli che mors tua vita mea

quelli che la guerra vinciamola noi

 

Quelli che Dio riconoscera' i suoi

quelli che Parigi val bene una messa

quelli che non vedono l'ora di metterti spalle al muro

quelli che non vedono l'ora di metterti al muro

 

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Guido Nicastro, Metastasio e il teatro del primo Settecento, Laterza, Roma-Bari 1979, pp. 120.

 

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

8. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2182 del 30 novembre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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