[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 347



 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 347 del 29 novembre 2015

 

In questo numero:

1. Contro la guerra e le stragi, la scelta della nonviolenza

2. Alcuni volantini contro la guerra a cura di Benito D'Ippolito

3. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

4. Hic et nunc, quid agendum

 

1. EDITORIALE. CONTRO LA GUERRA E LE STRAGI, LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA

 

Occorre opporsi al terrorismo. E la guerra cos'altro e' se non il terrorismo alla sua massima potenza?

La guerra infinita che gli eserciti regolari d'America e d'Europa da decenni continuano a condurre ed alimentare nei continenti rapinati in combutta con poteri mafiosi e regimi dittatoriali, non e' terrorismo che altro terrorismo semina e alimenta?

Cosa aspetta l'Italia a promuovere iniziative nonviolente di pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti, promozione concreta dei diritti umani?

Solo nella pace e nella cooperazione internazionale e' possibile avviare le necessarie operazioni di polizia (anche internazionale, sotto la guida dell'Onu) adeguate a contrastare e sconfiggere il terrorismo, con la forza della legalita' e della democrazia.

Abolire le guerre salva le vite.

Abolire gli eserciti salva le vite.

Abolire le armi salva le vite.

*

Il feroce razzismo che connota la retorica, l'ideologia e la prassi delle attuali guerre euroamericane nei continenti lungamente colonizzati e rapinati, non e' forse un crimine contro l'umanita'? Il feroce razzismo che ancora sussiste anche nel nostro stesso paese (fino all'infamia della schiavitu', fino all'infamia dei campi di concentramento, fino all'infamia delle deportazioni), non e' forse un crimine contro l'umanita'? Non e' violenza e violenza che altra violenza genera?

Non e' razzista la nostra cecita' per le innumerevoli vittime delle guerre (e delle dittature, e del terrorismo) che il governo statunitense e molti governi europei hanno portato e sostenuto in tanti paesi d'Africa e d'Asia? Non e' razzista la nostra cecita' per la persecuzione dei migranti? Non e' razzista la nostra cecita' per l'oppressione schiavista imposta dai poteri politici ed economici dominanti a continenti interi?

Cosa aspetta l'Italia ad abrogare tutte le infami misure razziste che ci rendono complici dell'orrore?

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

*

E la ferocia maschilista che ogni giorno fa strage di donne nel mondo ed impone e mantiene ovunque un potere che nega la dignita' umana e l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani; la ferocia maschilista che insanguina il nostro stesso paese con uno stillicidio la cui frequenza configura una strage di immani dimensioni; la violenza maschilista non e' anch'essa un crimine contro l'umanita'?

E non e' evidente che occorre contrastarla rompendo ogni complicita' con tutti i poteri - politici, ideologici, economici - che la sostengono?

Cosa aspetta l'Italia a promuovere iniziative internazionali umanitarie che inverino ovunque gli impegni da ultimo ribaditi nella convenzione di Istanbul, che e' anche legge del nostro stato?

La violenza maschilista e patriarcale e' la prima radice di tutte le altre violenze.

*

Il primo dovere di ogni ordinamento giuridico democratico e' salvare le vite.

Per salvare le vite occorre innanzitutto abolire le guerre, e gli apparati delle guerre, e gli strumenti delle guerre.

Occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.

Il disarmo a tutti i livelli: delle persone come degli stati.

La smilitarizzazione di tutti i conflitti: gestendoli e risolvendoli con le risorse civili. Promuovendo subito ovunque la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, l'aiuto umanitario, il dialogo e la legalita' che rispetta e salva le vite.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

 

2. REPETITA IUVANT. ALCUNI VOLANTINI CONTRO LA GUERRA A CURA DI BENITO D'IPPOLITO

[Riproponiamo questa breve raccolta di versi gia' pubblicata nel 2011, e nuovamente ringraziamo il nostro buon amico Benito D'Ippolito per aver recuperato, scelto e messo insieme questi testi di varie firme, gia' piu' volte apparsi sul nostro notiziario nel corso degli anni]

 

Poiche'

 

Poiche' i razzi e le bombe non crescono sugli alberi

qualcuno li produce e li fornisce

a chi li usa.

 

Poiche' aggiustare una macchina e' facile

ma riportare in vita gli ammazzati invece no

dovrebbe esser chiaro cio' che ne consegue.

 

Poiche' ogni persona a non essere uccisa ha diritto

ne deriva un reciproco dovere

e chiunque sa quale sia.

 

Nel frigorifero i teschi surgelati

dalla lattina aperta spuma sangue

e dalla televisione sempre e solo

parlano gli assassini.

 

Non affondarla tu la lama nella gola.

Non spingerlo tu il bottone del telecomando

che toglie il respiro.

Non dargli fuoco tu alla carne viva.

 

Tu opponiti a tutte le guerre

a tutti gli eserciti opponiti

tu opponiti a tutte le armi.

 

Vi e' una sola umanita'. E solo

la nonviolenza puo' tutti salvarci.

 

*

 

Mille cadaveri e di mosche un pugno

 

Un sangue nero fumigante scola

un volto nero e' come legno attorto

non esce dalla gola una parola

il vivo e' arrovesciato e fatto morto.

 

Qui mira la scintilla e qui la mola,

come dal cielo piovve giu' sull'orto

di bronzo e fiamma l'orrida carola,

qual bastimento giunse infine in porto.

 

Dall'alto della rocca catafratto

chi tesse questa trama si protende

a contemplar che resta di tal bugno

 

e calcolare il prezzo del misfatto

e compitar quali frutto' prebende:

mille cadaveri e di mosche un pugno.

 

*

 

Ed i massacri della guerra afgana?

 

Ed i massacri della guerra afgana?

su quelli ancora l'omerta' prevale

giacche' l'Italia in quella si' lontana

terra e' tra quanti seminano il male

 

e fan raccolto della disumana

messe di sangue e d'odio, un infernale

rosario di delitti che si sgrana

e che s'irradia e il mondo inonda e assale.

 

Non e' anche quella una guerra stragista?

Non sono le sue vittime persone?

Non alimenta l'orgia terrorista?

 

Non muovono quei morti a compassione

l'illustre movimento pacifista?

Nessuno a questo crimine si oppone?

 

*

 

Parole

 

Le stragi "difensive", l'ammazzare

"umanitario", il massacrare masse

"collaterale effetto", le piu' basse

imprese sa la lingua mascherare.

 

Se solo per un'ora si lasciasse

la finta lingua che non fa pensare

altre sarebbero da pronunciare

parole amare in gravi e tristi lasse.

 

Questa menzogna che corrompe tutto

questa ferocia che tutto devasta

quest'empia pira d'infinito lutto

 

e questo fumo che tutto sovrasta

di carni umane che la fiamma ha strutto:

cos'altro ancora occorre per dir basta?

 

*

 

Una tenzone

 

I. A parla a B

Sempre credetti soltanto nelle spade

e nelle candele.

Le spade che rossa traggono dalle carni acqua

le candele che piangono e fanno luce

divorate dal fuoco.

Sempre credetti solo nella morte.

 

II. B risponde ad A

Come la notte volli esser tutto orecchio.

Solo silenzio, solo respiro.

Solo la voce del mare e delle foglie.

Solo il ritorno del giorno e delle tenebre.

E la vita, la vita infinita.

 

III. Questo specchio

Questo vetro e' un cavallo di pietra.

Questo vetro non sa benedizioni.

Uno solo sono i due volti

i due lati sono un lato solo.

 

IV. A Gaza

Era tuo figlio che bruciava il tuo fuoco.

Era tua madre che si scioglieva in sangue.

La tua arma squartava le tue carni.

Finche' non cessi di uccidere uccidi

te stesso. Amico mio assassino,

unico nostro volto.

 

*

 

Cantata dell'Internazionale dei morti di fame

 

Non le catene, ma il fiore vivo.

Non la barbarie: la civilta'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera le parole pane e rose.

 

Siam la sinistra degli sfruttati

che sa che la vita non e' la morte

sa che la forza di tutte piu' forte

e' sempre e solo la verita'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: giustizia e misericordia.

 

Siam la sinistra degli storpiati

che sa che la vita e' una lotta infinita

e questa lotta e' la gioia stupita

cui diamo nome di fraternita'.

 

Abbamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: uguaglianza di diritti.

 

Siam la sinistra dei carcerati

che sa che la morte e' comune nemica

e contrastarla e' suprema fatica

ma e' la nostra unica liberta'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: a ciascun secondo i suoi bisogni.

 

Siam la sinistra dei fucilati

che sa che resistere occorre al male

ed aiutare il piu' debole e frale

e' la speranza della pieta'.

 

Abbiamo scritto sulla nostra rossa

bandiera: salvare le vite.

 

Non le catene, ma il fiore vivo.

Non la barbarie: la civilta'.

 

*

 

Di cedimento in cedimento

 

Di cedimento in cedimento

senza un sussulto, senza un lamento

i nonviolenti di complemento

hanno accettato la guerra e il tormento,

il povero ucciso, il debole spento,

dell'armamento il potenziamento

e delle stragi ingente l'aumento

all'ingrosso e al minuto, con cuore contento.

 

A produrre un mutamento

tanto spinto e si' spietato

certamente avra' aiutato

qualche buon finanziamento.

 

*

 

Superstite un distico

 

Sempre bizzarra mi parve la pieta'

per gli uccisori e mai per gli uccisi.

 

*

 

La stagione

 

Cominciarono erigendo nuovi campi.

Consegnando il fuggiasco all'aguzzino

tra le risa. Anni passarono.

 

Poi l'ingresso nel paese al fischio del padrone

la schiavitu' sui bordi delle strade

le salme in pasto ai pesci

le mazzate dei caporali

il sangue che si mischia ai pomodori

gli asfissiati scaricati dai Tir tra le immondizie.

 

Infine

Il dottore con le manette

la tassa sulla persecuzione

la colpa di non avere un tetto

le squadre hitleriane ridipinte.

 

Deve morire il povero cristo

e' aperta la stagione di caccia.

 

*

 

Al telefono. Una palinodia

 

Sempre con questo muso lungo una quaresima

mi dicono gli amici di non poterne piu'.

 

Ma si', facciamoci due risate

davanti alla televisione.

 

Mentre i ragazzi sistemano i terroni

con un po' di benzina alla stazione.

 

Mentre le ronde dei casalesi

fanno un salto in tintoria.

 

Mentre ogni uomo che e' uomo fa sentire

alla sua donna i pugni quanto pesano.

 

Mentre il dottore pugnala il suo paziente

e il vigile tortura il senzatetto.

 

Mentre portiamo ai pecorai afgani

la civilta' squarciandogli le carni.

 

Mentre il governo ci offre altri spettacoli

migliori assai di quelli di Nerone.

 

Ma si', facciamocele due risate

davanti alla televisione.

 

Ora vi lascio, che bussano alla porta

con tanto impeto che quasi me la sfondano.

Arrivo, arrivo.

 

*

 

L'ammazzatoio. Un proclama ministeriale

 

In questo livido braccio di mare

l'arte piu' antica esercitiamo ancora:

in nome della legge dalla prora

scaraventiamo giu' chi e' da affogare.

 

Ed io che sono di tutti il carnefice

non vesto acri stracci da scafista

candidi indosso panni di batista

ed alle dita le opre dell'orefice.

 

Cosi' a Schengen fieri decidemmo

la mala sorte di quegli africani:

Schiavi per sempre, o in pasto ai pescecani.

E voi voleste cio' che noi volemmo.

 

Giacche' voi ci eleggeste all'alto seggio

sapendo la ferocia che avevamo:

or vi accorgete di esser presi all'amo?

ora capite che al mal segue il peggio?

 

*

 

In epigrafe a "Gli assassini e i loro complici"

 

Non possono piu' chiedere pieta' gli assassinati

e muto e' d'essi il coro.

Furenti la pretendono invece gli assassini

mentre continuano ghignanti l'opra loro.

Chi gli assassini serve le lor vittime ancide

e nulla giova poi tardivo ploro.

 

*

 

In epigrafe a "La rimozione"

 

- Geronte: Solo restasti?

- Tetragono: Con il vero solo.

E con le vittime di tanta strage.

- Geronte: Non solo dunque..."

 

*

 

Da Capitini, a quarant'anni dalla scomparsa

 

Da Capitini ho imparato questo:

che adesso e' l'ora che devi resistere,

non aspettare che comincino altri

sii tu a dare inizio a cio' che e' giusto.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che vince chi non cessa di persistere

nel vero, il giusto, il buono e non dimentica

che la misericordia salva il mondo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che tutto e' da salvare e che mai nulla

di cio' che e' buono e' inutile o va perso

il bene resta bene eternamente.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che quel che conta e' mettersi in cammino

e la buona battaglia ovunque attende

te, proprio te; non perdere altro tempo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

le molte vie, le molte lingue, i molti

diversi volti ad una stessa cosa

convocan tutti: al dono della pace.

 

*

 

Per il 4 novembre giorno di lutto

 

Fini' quell'inutile strage

giurarono i superstiti: mai piu'.

 

Altre ne vennero poi

ed oggi ancora.

 

Non vi sara' salvezza per l'umanita'

se non si aboliscono le armi

se non si aboliscono gli eserciti

se non si ripudia per sempre la guerra.

 

*

 

Poiche' le armi

 

Poiche' le armi servono a uccidere

tu a tutte le armi opponiti sempre.

 

Poiche' gli eserciti servono a uccidere

tu a tutti gli eserciti opponiti sempre.

 

A tutte le guerre, a tutte le stragi

tu opponiti sempre. Opponiti sempre.

 

*

 

Per la giornata del dialogo

 

Da questo si potrebbe cominciare:

cessar le guerre, smettere di uccidere.

 

*

 

I pacifisti parastatali

 

I pacifisti parastatali

quando lo stato ha in corso una guerra

stanno buonini, garbati, curiali

ne' fan pipi' ne' sputan per terra.

 

I pacifisti parastatali

mentre lo stato massacra la gente

son servizievoli e fin serviziali

non si scompongono manco per niente.

 

I pacifisti parastatali

basta a tenerli tranquilli ed inerti

qualche soldino e due cerimoniali

modico e' il prezzo con cui li perverti.

 

I pacifisti parastatali

sono una gioia, sono un giulebbe:

ciechi alle gesta ferine e ferali

quale governo non li apprezzerebbe?

 

*

 

Del futuro, se vi sara'

 

Altre ed altri verranno, migliori di noi,

dei nostri sordidi segreti rideranno.

Non ruberanno il pane all'affamato

non calcheranno il piede sopra i volti.

Sapranno dire le parole vere

sapranno dire le parole buone.

Ci guarderanno come statue di sale

forse di noi avranno compassione.

 

*

 

La lavatrice

 

Eravamo cosi' poveri che guardavamo

la televisione nelle lavatrici

dietro la vetrina della lavanderia.

Le matte risate ricordo

ricordo lo sguardo sgomento

dei passanti che ci condannavano:

Sono poveri, si sa, sono stupidi.

 

Poi al bar dello sport una sera guardando

la televisione mi accorsi che anch'essa

altro non era che una lavatrice

in cui i panni degli assassinati

del sangue venivano lavati

e quelli che li avevano indossati

dimenticati erano per sempre.

 

*

 

Il Presidente latra sui cadaveri

 

Proclama il presidente che il paese

e' unito nel sostegno ai militari

che nella guerra afgana a tante imprese

d'arme e di gloria s'appalesan pari.

 

Ahilui che le sonanti, alate, accese

parole di discorsi si' preclari

e della propaganda il lustro arnese

non bastano a nascondere gli amari

 

frutti del crimine: le genti uccise,

le stragi infami, il mare di dolore

l'umanita' straziata e resa niente

 

e sul deserto altro deserto e intrise

di sangue spoglie ovunque, e ovunque orrore.

E sulle spoglie latra il presidente.

 

*

 

Resurrectio mortuorum

 

Poi viene livida la luce ed e' domani.

 

E quando li ripesca il pescatore

ormai irrigiditi ormai gonfiati

dall'acqua, immobili, non fanno piu' paura.

 

Sono tornati ad essere

esseri umani.

Che triste sorte

esser persone solo dopo morte.

 

*

 

Una canzoncina da incarto di caramella

 

In un mondo interconnesso

vi e' una sola umanita'

 

l'altro e' specchio dello stesso

che riceve quel che da'

 

o pieta' prevale adesso

o ciascuno morira'

 

in un mondo interconnesso

vi e' una sola umanita'.

 

*

 

La socievolezza di Sbrindellone

 

Ah quanto costa ammazzare la gente.

Facciamo di grazia finta di niente.

 

*

 

Il silenzio e il suo silenzio

 

Quei pacifisti che per ben due anni

hanno applaudito all'empia guerra afgana

e agli assassini reso omaggio e ricevuto

dagli assassini l'obolo previsto

per chi degli assassini si fa complice,

certo che tacciono ora

certo che ora anche se gridassero

sarebbe come se tacessero, la loro

parola ormai per sempre e' solo nulla.

 

*

 

Alla deriva e sotto il riflettore

 

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio

gelido ed empio delle telecamere.

Morivano tra i flutti e sotto l'occhio

vacuo e lubrico delle telecamere.

 

Chi a sopravvivere s'era azzardato

veniva posto in gabbia per la colpa

di essere ancor vivo, di aver volto

e voce e cuore e fiele e carne umana.

 

Chi poi riusciva tra i piu' crudi stenti

ad arrivare a terra ed a sfuggire

ai mastigofori delle galere

ridotto a fame e a preda, alla paura

ed alla schiavitu' veniva. Questo

in quel paese detto del tramonto

in quegli anni accadeva.

 

In quel paese in cui l'umanita'

vaniva in cieco carcere, in oscura

selva d'orrore, coro di fantasime.

 

*

 

Eis eauton

 

La guerra e chi la guerra ha consentito

la guerra e chi la guerra ha sostenuto

la guerra e chi la vita altrui ha venduto

la guerra e chi la vita altrui ha rapito.

 

La guerra in cui si uccide con un dito

la guerra in cui si uccide stando muto

la guerra e come disfa ogni tessuto

la guerra ed il deserto suo infinito.

 

E cosa hai fatto tu per contrastarla?

E cosa hai fatto tu per salvar vite?

Eri distratto dalla vacua ciarla?

 

Eri sedotto dal vile sorite?

Eri ingannato da chi sempre parla?

Degli assassini ormai complice mite.

 

*

 

L'umanita' dopo Hiroshima

 

Ora sappiamo che ci basta il cuore

di fare cenere del mondo intero.

 

Ora sappiamo che l'intelligenza

sa esser piu' feroce di ogni bruto.

 

Ora sappiamo di avere lo strumento

che eradica ogni seme e tutti i sogni

che dell'intera umanita' sa fare

un unico falo', un silenzio immenso,

l'ultima notte senza piu' respiro:

 

ed e' questo strumento l'obbedienza.

 

*

 

Dopo Hiroshima l'umanita'

 

Elenco adesso i compiti dell'ora:

sii vigile, abbiamo un solo mondo.

 

Sii vigile, da quell'azione astieniti

che toglie altrui la luce e la parola.

 

Sii vigile, alla guerra sempre opponiti

opponiti agli eserciti e alle armi.

 

Sii vigile, la dignita' difendi

di ogni essere umano, una e' la carne.

 

Sii vigile. E misericordioso.

 

Dopo Hiroshima ogni persona deve

sapersi responsabile di tutto.

 

*

 

Come

 

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il riarmo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il militarismo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il nazionalismo?

Come si puo' contrastare la guerra

se non si contrasta il razzismo?

 

Come si puo' costruire la pace

se non si contrasta la guerra?

 

Se non si contrasta la guerra

come si puo' difendere la democrazia?

 

*

 

Se dell'orrore

 

Se dell'orrore si provasse orrore

e del dolor dolore si sentisse

ogni tuo sforzo e tutte le tue ore

daresti a far cessar queste empie risse.

 

Ma nulla piu' ti scuote dal torpore

ne' la morale legge ne' le fisse

stelle sai piu', che divorato il core

t'hanno gli inganni dei potenti, e scisse

 

ormai sono del nosse, il posse, il velle

le facolta', e l'anima e' gia' stanca

gia' al sol sentir si' rie novelle e felle:

 

cupa un'eclisse tutto involve e abbranca.

Ma tu resister devi alle procelle

e reca aita e di' con voce franca.

 

*

 

Declinando un invito

 

Che me ne frega della guerra afgana?

Io sto scrivendo un denso e acuto saggio

su nonviolenza ed etica cristiana:

fermar le stragi e' fuori del mio raggio.

 

L'Italia e' in guerra? Si', pero' e' lontana,

a un popolo barbarico e selvaggio,

e finira' anche questa di buriana,

la civilta' esige il suo pedaggio.

 

E poi adesso ho in corso un importante

progetto di ricerca finanziato

dal ministero sulle opere sante

 

di chi alla salvaguardia del creato

alla giustizia, ed alla pace tante

dedico' cure. Son troppo impegnato.

 

*

 

Consigli di saggezza

 

Contro la guerra afgana protestare?

Ma dura da una vita, e' fuori moda,

certo dispiace che ogni giorno esploda

qualche povero fesso, e bombardare

 

convengo che non sia degno di loda.

Ma se siam li' bisogna pur ballare

e ci son cose dolci e cose amare

e giocoforza e' che chi fa s'imbroda.

 

Adesso protestar contro la guerra

mi pare - posso dirlo? - da cafone,

e che figura fai in televisione?

 

il solito strillone zappaterra...

Suvvia, perche' vuoi farti dar la baia?

Stattene zitto e buono in piccionaia.

 

*

 

Le stragi afgane

 

Le stragi afgane. Gia', le stragi afgane.

Come riesci a non pensarci tu?

 

*

 

Pane e vino

 

Vorrebber l'ex ministro e il caudatario

che discutessimo di pace e guerra

come si fa tra gente del bel mondo

pacati, eleganti e fra i sorrisi.

 

No. Noi non sediamo

alla mensa degli assassini,

noi non siam complici degli assassini,

noi non chiudiamo gli occhi sulle vittime.

 

Siam gente vecchia, dalla testa dura,

chiamiamo massacro un massacro

chiamiamo assassino l'assassino, noi

non ci siamo mai prostituiti al carnefice.

 

Sono una cosa il pane e il vino

un'altra il sangue e la carne.

 

*

 

Nulla si dica della guerra afgana

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Quei morti non son morti, quei massacri

non sono stati, quegli orrori mai

si sono dati. E chi se ne preoccupa

certo e' un fellone, e mente per la gola.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non ci disturbino nei nostri riti

certe notizie sordide e penose,

dobbiamo concentrarci sui problemi

veri: la forfora, il deodorante.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non si faccia l'elenco dei partiti

che hanno votato per le stragi, il ghigno

contratto di chi gode del potere

di togliere la vita, di ammazzare.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Ne' si faccia l'elenco dei solerti

pretesi pacifisti e nonviolenti

d'un subito arruolatisi giulivi

a fare propaganda allo sterminio.

 

Nulla si dica della guerra afgana.

Non si disturbino gli assassini

che qui in Italia quegli orrori hanno

voluto, e votato, e sostenuto.

Perche' mai rovinarci le vacanze?

 

*

 

Esercizi di ipocrisia

 

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi

ed infischiarsene delle stragi in corso.

 

Pretendersi pacifisti e nonviolenti

ed esser complici della guerra afgana,

aver votato per la guerra afgana,

avere fatto propaganda per la guerra,

e sui cadaveri degli assassinati

sputato sentenze peggiori del catarro.

 

Non capire che proprio il cedimento

alla guerra assassina ha aperto il varco

alla vittoria anche nel nostro paese

del razzismo piu' cupo e feroce,

del potere fascista e mafioso.

 

Cianciare a vuoto dei massimi sistemi

ed infischiarsene delle stragi in corso.

 

*

 

Non ti chiede il potere assassino

 

Non ti chiede il potere assassino

di afferrare libro e moschetto.

Il potere assassino ti chiede

di adagiarti davanti allo schermo

di lasciargli eseguire il lavoro

di non disturbare

il manovratore.

 

Il potere assassino riduce

a suoi servi a suoi complici a succubi

tanti un tempo - un tempo - avversari

non chiedendo che indossino nera

la camicia marciando sudati

ma imponendo la ciarla infinita

ed a tutti i massacri la resa.

 

Il potere assassino e' ben lieto

che invochiate la pace e l'amore

e si associa alle vostre preghiere

basta solo che non disturbiate

le manovre del manovratore

il lavoro che esegue sapiente.

 

Il potere assassino non vuole

il tuo plauso, soltanto la tua

comprensione, la tua rilassata

indulgenza alle stragi che compie.

 

La sa lunga il potere assassino

lo sa fare il lavoro che estingue.

 

3. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

4. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 347 del 29 novembre 2015

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