[Nonviolenza] Verso il 2 ottobre. 28



 

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VERSO IL 2 OTTOBRE

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Per la Giornata internazionale della nonviolenza

Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 28 del 5 settembre 2015

 

In questo numero:

1. L'Esodo

2. I compiti dell'ora

3. L'umanita' in cammino

4. Verso la Giornata internazionale della nonviolenza

5. Bozza di lettera agli istituti scolastici

6. Bozza di lettera agli enti locali

7. Bozza di lettera alle associazioni democratiche

8. Bozza di lettera ai mezzi d'informazione

9. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

10. Verso la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

11. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

12. Christa Winsloe

13. Victoria Wolff

14. Hermynia Zur Muehlen

 

1. EDITORIALE. L'ESODO

 

Soccorrere tutti gli esseri umani.

Accogliere tutti gli esseri umani.

Assistere tutti gli esseri umani.

Salvare le vite.

*

Cessare di fare la guerra.

Cessare di uccidere.

Cessare di perseguitare.

Cessare di opprimere.

Condividere i beni.

Condividere il bene.

Una sola umanita'.

Un unico mondo vivente.

Salvare le vite.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

La nonviolenza e' in cammino.

Salvare le vite.

 

2. QUID AGENDUM. I COMPITI DELL'ORA

 

Ripetiamo ancora una volta quali siano i compiti dell'ora.

Ripetiamo ancora una volta quali siano i nostri doveri.

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. INIZIATIVE. L'UMANITA' IN CAMMINO

 

A Venezia e in tutta Italia l'11 settembre la "marcia delle donne e degli uomini scalzi".

Di seguito l'appello che la promuove ed i primi firmatari.

"E' arrivato il momento di decidere da che parte stare. E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo e' sempre piu' complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia e' necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorita' per poter prendere delle scelte.

Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identita' per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di la', in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.

Sono questi gli uomini scalzi del XXI secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma e' incivile e disumano non ascoltarle.

La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civilta'. E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non e' in alcun modo accettabile fermare e respingere chi e' vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.

Non e' pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.

Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le liberta' di tutte e tutti.

Dare accoglienza a chi fugge dalla poverta', significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

Venerdi' 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre citta' d'Italia e d'Europa.

Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:

1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature;

2. accoglienza degna e rispettosa per tutti;

3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;

4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.

Perche' la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

L'appuntamento e' venerdi' 11 settembre alle 17 a Lido S. Maria Elisabetta a Venezia".

Primi firmatari: Lucia Annunziata, don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, don Armando Zappolini (Cnca)

 

4. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

 

Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.

La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.

In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ISTITUTI SCOLASTICI

 

Egregio dirigente scolastico,

come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente la invitiamo a voler promuovere presso il suo istituto scolastico le iniziative di studio, di riflessione e di testimonianza che riterra' opportune.

Voglia gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

6. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ENTI LOCALI

 

Egregio Sindaco del Comune / Presidente della Provincia / Presidente della Regione,

come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente la invitiamo a voler promuovere le iniziative che riterra' opportune per celebrare l'evento.

Voglia gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

7. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA ALLE ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE

 

Cari amici, egregi signori,

come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente vi invitiamo a voler promuovere le iniziative di studio, di riflessione, di testimonianza e/o di mobilitazione che riterrete opportune.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

8. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AI MEZZI D'INFORMAZIONE

 

Egregi signori,

come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.

Con la presente vi invitiamo a darne notizia ed a segnalare le iniziative che istituzioni, scuole, associazioni realizzeranno per l'occasione.

Vogliate gradire distinti saluti,

Firma

Luogo e data

Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail

 

9. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

10. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

11. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

12. PROFILI. CHRISTA WINSLOE

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Christa Winsloe nasce a Darmstadt il 23 dicembre 1888, figlia di un ufficiale. La sua prima gioventu' e' fortemente segnata dalla rigida educazione ricevuta in famiglia e dagli studi liceali, condotti presso numerosi collegi tra la Germania e la Svizzera. Nel 1909 intraprende gli studi di arte scultorea a Monaco. Nel 1913 sposa il barone Lajos Hatvani - un ricco fabbricante di zucchero ungherese - ma il matrimonio fallisce dopo poco tempo e Christa fa ritorno a Monaco, dove lavora come scultrice e scrive saggi per alcune riviste e quotidiani tra i quali "Querschnitt" e "Berliner Tageblatt".

Nel 1930, con il dramma Ritter Nerestan (che a Berlino ebbe il titolo di Gestern und Heute) ottiene un primo successo che si rinnova l'anno successivo con la versione cinematografica dello stesso, alla quale fu dato il titolo di Maedchen in Uniform. Nel 1934, il romanzo Das Maedchen Manuela che narra la storia - in parte autobiografica - dell'amore di un'educanda per la sua insegnante, viene inserito subito nella lista dei libri proibiti dal nazionalsocialismo.

Sebbene non sia in pericolo di vita, la scrittrice decide di lasciare la Germania. Uscire dal suo paese non era particolarmente difficile per lei grazie al passaporto ungherese che aveva acquisito con il matrimonio. La liberta' di muoversi dentro e fuori i confini della propria patria verra' sfruttata da Winsloe per aiutare i perseguitati nella fuga e nello scambio di informazioni e lettere. Durante le peregrinazioni europee che la portano in Italia, Austria, Ungheria conosce la corrispondente americana Dorothy Thompson - una delle prime giornaliste donne ad intervistare Adolf Hitler - di cui si innamora e per la quale decide di trasferirsi in America.

Nel 1938 torna a Parigi e compone la sceneggiatura di Jeunes filles en detresse per il regista Georg Wilhelm Pabst. Dello stesso anno e' anche il romanzo Passeggiera. L'anno successivo ospita, nella sua casa in Costa Azzurra, numerosi esuli sfuggiti alle persecuzioni nazionalsocialiste. Nel 1944 a causa del peggiorare delle condizioni politiche nel sud della Francia, ritorna in Germania. Il 10 giugno dello stesso anno, mentre si trova a Cluny in attesa di valicare il confine, un gruppo di cinque francesi la assale e la uccide insieme alla compagna, la scrittrice svizzera Simone Gentet.

Le ipotesi sul gesto tendono inizialmente a considerarlo una sorta di punizione per i contatti della scrittrice con gli ufficiali tedeschi, ma solo nel processo che si terra' alla fine della guerra verra' alla luce la natura puramente criminosa dell'omicidio. Molte delle opere di Winsloe sono rimaste inedite, tra queste il lavoro teatrale Heimat in Not. Tutti i suoi lavori sono segnati dall'esperienza autobiografica dell'omosessualita' e descrivono non solo sentimenti di donne, ma anche la necessita', per queste, di venire allo scoperto e manifestare apertamente la propria sessualita'.

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Opere: Der Ritter Nerestan, dramma, 1930; Schicksal nach Wunsch, commedia, 1932; Das Maedchen Manuela, romanzo, 1933; Life begins, romanzo, 1935; Passeggiera, romanzo, 1938; Jeunes Filles en detresse, sceneggiatura, 1939; Der Schritt hinueber, commedia, 1940.

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Critica: Bryant Wayne M., Bisexual Characters in Film: from Anais to Zee, Haworth Press, 1997; Rohlf Sabine, Exil als Praxis - Heimatlosigkeit als Perspektive? Lektuere ausgewaehlter Exilromane von Frauen, Muenchen, 2002; Ruby Rich B., Chick Flicks - CL: Theories and Memories of the Feminist Movement, Durham, 1998; Schoppmann Claudia, Im Fluchtgepaeck die Sprache. Deutschsprachige Schriftstellerinnen im Exil, Berlin, 1991; Stuerzer Anne, Dramatikerinnen und Zeitstuecke. Ein vergessenes Kapitel der Theatergeschichte von der Weimarer Republik bis zur Nachkriegszeit, Stuttgart, 1993. Wall, Renate, Lexikon der deutschen Schriftstelllerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004.

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Sitografia: www.culturagay.it; www.url.it; www.lesbengeschichte.de; www.lespress.de; www.dykesvision.com; http://kommentare.zeit.de; www.bo-alternativ.de; http://users.ox.ac.uk; www.ejumpcut.org

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Filmografia: Maedchen in Uniform, 1931.

 

13. PROFILI. VICTORIA WOLFF

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Gertrude Victoria Victor nasce il 10 dicembre 1903 in una famiglia ebrea di Heilbronn e consegue il diploma di scuola superiore nel 1922. Seguendo le indicazioni paterne intraprende lo studio delle scienze naturali, che pero' interrompera' per dedicarsi alla scrittura, sua passione fin dai tempi del liceo. Gia' negli anni Venti aveva infatti iniziato la carriera giornalistica pubblicando reportage per il quotidiano locale, la "Neckar-Zeitung", attivita' seguita da collaborazioni piu' importanti con riviste come "Frankfurter Zeitung", "Koelnische Zeitung", "Stuttgarter neue Tageblatt" e "Die Dame", e dalla trasmissione di storie brevi per l'emittente radiofonica Sueddeutschen Rundfunk.

Nel 1932 pubblica il suo primo romanzo Eine Frau wie du und ich, utilizzando il cognome Wolff, ovvero quello del marito, un fabbricante di tessuti che ha sposato in quegli anni e dal quale ha avuto due figli. Alla comparsa di questa prima opera segue, l'anno successivo, quella di altri due romanzi, pubblicati con grande ritardo a causa della concomitante ascesa al potere del partito nazionalsocialista. Per impedire che i suoi figli debbano frequentare una scuola "ariana", il primo aprile 1933 Victoria Wolff lascia Heilbronn, senza il marito.

Il primo asilo di Victoria e dei suoi bambini e' la citta' di Ascona, in Svizzera. E' un periodo molto produttivo per lei: in questi anni compone, infatti, ben sei romanzi, tra i quali il principale, Gast in der Heimat. Secondo una chiara matrice autobiografica, vi si racconta l'esperienza dell'avvento del nazionalsocialismo in una piccola cittadina sveva e dell'emigrazione in Svizzera. Quando il libro viene pubblicato, nel 1935, finisce immediatamente nell'indice dei libri proibiti dal regime: ne consegue un divieto di pubblicazione che Wolff infrange scrivendo contributi per la stampa svizzera, in parte anonimi, in parte firmati con lo pseudonimo Trude Wolf. Denunciata alla polizia della confederazione elvetica, Wolff e' costretta all'espatrio. Dopo due brevi soggiorni a Nizza e a Lisbona, riesce a scappare negli Stati Uniti d'America.

Nel 1945 si separa dal marito e dopo quattro anni sposa in seconde nozze il cardiologo berlinese Erich Wolff, che gia' dagli anni Quaranta esercitava la propria professione presso la colonia di emigranti stabilitasi a Los Angeles. Grazie al marito, entra in contatto con altri emigranti tedeschi in America tra i quali Feuchtwanger, Thomas Mann, i coniugi Werfel, Ludwig Marcuse e Fritzi Massary. Di questi e di altri personaggi Victoria Wolff scrive piccoli ritratti, pubblicati periodicamente sulla rivista "Aufbau" di New York. In quegli stessi anni, mentre continua a scrivere, esordisce come sceneggiatrice e lavora, fra l'altro, per la 20th Century Fox e la Mgm. Alla fine della seconda guerra mondiale fa spesso ritorno ad Heilbronn, ma non ritorna mai definitivamente in patria e muore a Los Angeles il 16 settembre 1992.

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Opere: Eine Frau wie du und ich, romanzo, 1932; Maedchen wohin?, romanzo 1933; Eine Frau hat Mut, romanzo ,1933; Die Welt ist blau, romanzo, 1934; Gast in der Heimat, romanzo, 1935; Glueck ist eine Eigenschaft, romanzo, 1937; Drei Tage, romanzo, 1937; And seven shall die, novella, 1943; Spell of Egypt, novella, 1943; Koenig im Tal der Koenige, romanzo, 1951; Das weisse Abendkleid, romanzo, 1951; Keine Zeit fuer Traenen, romanzo, 1954; Stadt ohne Unschuld, romanzo, 1956; Ein anderer Mann, romanzo, 1962; Braeute fuer Amerika, romanzo, 1962; Mutter und Tochter, romanzo, 1964; Luegen haben lange Beine, romanzo, 1964; Liebe auf Kap Kennedy, romanzo, 1970.

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Traduzioni in italiano: La relazione, Bologna, 1967.

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Critica: Heimberg, Anke, Emigration ist eine Entziehungskur - Leben und Werk der Exilschriftstellerin Victoria Wolff, in J. Spalek -K. Feilchenfeldt - S. Hawrylchak (Hg.), Deutschsprachige Exilliteratur seit 1933, 3, Zuerich-Muenchen, 2005; Hirschmann, Rudolf, Victoria Wolff, Bern, 1976; Wall, Ranate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004.

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Sitografia: www.stadtarchiv-heilbronn.de; http://de.wikipedia.org; www.exil-archiv.de

 

14. PROFILI. HERMYNIA ZUR MUEHLEN

[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]

 

Nasce il 12 dicembre 1883 a Vienna, in una famiglia di alto lignaggio. Si chiama Contessa Hermine Maria Folliot de Crenneville-Poutet, in quanto figlia del diplomatico Viktor Conte Folliot de Crenneville-Poutet. Cresce nel Salzkammergut godendo dei privilegi di un mondo, quello dell'aristocrazia dell'impero austroungarico, condannato di li' a poco al tramonto. Viaggia molto, fin da piccola, accompagnando il padre nelle missioni diplomatiche all'estero. Ha soggiornato, tra l'altro, a Costantinopoli, Lisbona, Milano e Firenze, imparando molte lingue straniere. Riceve un'educazione privata, poi, ad Algeri, dove si trova col padre, frequenta la scuola del Sacre Coeur. Una volta tornata in patria viene iscritta ad un istituto per signorine di buona famiglia a Dresda. Nel 1901 prende il diploma di insegnante (Volksschullehrerin) a Ebensee, in Austria. A partire dal 1905 lavora in una tipografia e nel 1907 sposa, contro la volonta' dei genitori, il nobile baltico Victor von zur Muehlen e lo segue nella sua tenuta a Eigstfer, oggi Eistvere, nell'attuale Estonia. Un'unione infelice che la spinge al divorzio nel 1913. A causa della tubercolosi, di cui soffre fin dal 1914, e' costretta a numerosi soggiorni di cura a Davos, in Svizzera. Nel frattempo traduce molto, romanzi e racconti della letteratura russa, francese, inglese e americana. Con l'adesione al partito comunista e la scelta di vivere come intellettuale indipendente Hermynia Zur Muehlen abbandona definitivamente e in ogni senso la classe sociale d'appartenenza. Col secondo marito, il giornalista e traduttore viennese di origini ebraiche Stefan Isidor Klein (1889-1960), si stabilisce nel 1919 a Frankfurt am Main.

Negli anni Venti comincia a scrivere romanzi e fiabe e a pubblicare su riviste all'avanguardia e politicamente impegnate come "Die rote Fahne", "Die Weltbuehne", "Die Erde", "Der Revolutionaer", collabora con la casa editrice Malik e diviene famosa come scrittrice di fiabe "rivoluzionario-proletarie" a sfondo didattico, delle quali la piu' famosa, Was Peterchens Freunde erzaehlen, esce nel 1924. Nel 1932, consapevole degli orrori dello stalinismo e delusa dalla politica comunista, abbandona il Kpd per abbracciare, come scrive in una lettera, un ideale individualista di stampo cristiano. Nel 1933, davanti alla preoccupante ascesa del partito hitleriano, Hermynia Zur Muehlen lascia Francoforte e ripara a Vienna, una patria che diventa, per poco tempo, terra d'esilio. Scrive e pubblica, tra l'altro, il romanzo a sfondo autobiografico Reise durch ein Leben, che Klaus Mann recensisce nella rivista "Die Sammlung". A questo seguira' Unsere Toechter, die Nazinen che esce nel 1935. Le sue opere finiscono immediatamente sulla "lista degli scritti nocivi e indesiderati" (Liste des schaedlichen und unerwuenschten Schrifttums), il suo nome negli elenchi dei soggetti pericolosi e ricercati. Tali circostanze la spingono prima a Bratislava poi a Piestany (1938), dove si sposa con Isidor Klein. Da qui la coppia emigra poi, nel 1939, in Inghilterra. Stabilitasi a Londra, vivra' in condizioni difficili e precarie. Hermynia Zur Muehlen continua a scrivere, sia in inglese che in tedesco, traduce molto, ma non ottiene grande successo. Con l'esilio si apre una nuova fase nella sua carriera letteraria, sia nel senso di un radicale rinnovamento dello stile di scrittura, sia nel senso di un declino inarrestabile della sua fama. Si ricordano We Poor Shadows e Came the Stranger, prima e ultima parte di un ampio progetto che prevedeva il racconto dei destini di una famiglia aristocratica austriaca dal Congresso di Vienna fino all'invasione nazista della Cecoslovacchia. Le parti centrali mancano, probabilmente perche' non furono mai scritte.

I romanzi nati durante l'esilio saranno presto dimenticati insieme a Zur Muehlen stessa che dopo la guerra non fara' mai piu' ritorno in patria. Muore il 20 marzo 1951 a Radlett, nella contea dello Hertfordshire, dove si era trasferita insieme al marito nel 1948.

La riscoperta di Hermynia Zur Muehlen inizia nella Ddr degli anni Settanta proprio grazie alle fiabe didattiche e filocomuniste che rendono la scrittrice gradita alla cultura ufficiale. Sulla scia della pubblicazione delle fiabe, piu' tardi, nel decennio successivo, escono in nuova edizione anche i romanzi. La critica letteraria sull'opera di Hermynia Zur Muehlen e' piuttosto giovane e per nulla unanime. Alcuni la ritengono "la piu' importante delle autrici austriache del XX secolo che sono state dimenticate", per altri la sua prosa appartiene a una tradizione ottocentesca ormai superata.

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Opere: Was Peterchens Freunde erzaehlen, fiabe, 1921; Der Tempel, romanzo, 1922; Licht, romanzo, 1922; Das Schloss der Wahrheit. Ein Maerchenbuch, fiabe, 1924; Schupomann Karl Mueller, racconto, 1924; Der rote Heiland, novelle, 1924; Die weisse Pest. Ein Roman aus Deutschlands Gegenwart, romanzo, 1926; Ende und Anfang. Ein Lebensbuch, autobiografia, 1929; Das Riesenrad, romanzo, 1932; Nora hat eine famose Idee, romanzo, 1933; Reise durch ein Leben, romanzo, 1933; Unsere Toechter, die Nazinen, romanzo 1935; Ein Jahr im Schatten, romanzo, 1935; Fahrt ins Licht, racconti, 1936; Ewiges Schattenspiel, romanzo, 1939; We Poor Shadows, romanzo 1943 (versione inglese di Ewiges Schattenspiel); Kleine Geschichten von grossen Dichtern, racconti, 1944; Little Allies, racconti, 1945; Came the Stranger, romanzo, 1946; Als der Fremde kam, romanzo, 1947 (versione tedesca di Came the Stranger); Eine Flasche Parfuem, romanzo, 1947.

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Critica: Altner, Manfred, Hermynia Zur Muehlen. Einmal verfemt, immer verfemt?, in "Boersenblatt fuer den deutschen Buchhandel", 157, 1990, 20, pp. 386-388; Id., Biographische Notizen zu Victor von zur Muehlen und Stefan I. Klein, in "Zwischenwelt 3. Literatur in der Peripherie. Jahrbuch der Theodor Kramer Gesellschaft" (Wien), 3, 1992, pp. 218-232; Id., Hermynia Zur Muehlen. Eine Biographie, Bern, 1997; Bohlbecher, Siglinde, Hermynia zur Muehlen, in "Zwischenwelt 3. Literatur in der Peripherie. Jahrbuch der Theodor Kramer Gesellschaft" (Wien), 3, 1992, pp. 207-250; Bortenschlager, Sigrid Schmid, Frauenliteratur in der Zwischenkriegszeit, in "Ariadne", 31, 1997, pp. 10-15; Fliedl, Konstanze, Noblesse und Gesinnung. Zwei Romane von Hermynia Zur Muehlen, in "Literatur und Kritik", 1997, pp. 85-86; Frakele, Beate, "Ich als Oesterreicherin...". Hermynia Zur Muehlen (1883-1951), in J. Holzner (u.a.) (Hg.), Eine schwierige Heimkehr. Oesterreischische Literatur im Exil 1938-1945, Innsbruck, 1991, pp. 373-383; Ead., Reise durch das Leben, in "Zwischenwelt 3. Literatur in der Peripherie. Jahrbuch der Theodor Kramer Gesellschaft" (Wien), 3, 1992, pp. 207-217; Gauss, Karl Markus, Hermynia zur Muehlen oder kein Weg zurueck aus Hertfordshire, in Id., Tinte ist bitter. Literarische Portraits aus Barbaropa, Klagenfurt, 1988, pp. 160-173; Gheri, Paola, "Schrecklich buergerlich". Il racconto della storia nei romanzi di Hermynia zur Muehlen, in A.M. Carpi - G. Dolei - L. Perrone Capano (a cura di), L'esperienza dell'esilio nel Novecento tedesco, Roma, 2009, pp. 153-166; Hammel, Andrea, Politisches Schreiben als Frau. Hermynia zur Muehlen als proletarisch-revolutionaere Schriftstellerin, in S. Neuhaus (Hg.), Engagierte Literatur zwischen den Weltkriegen, Wuerzburg, 2002, pp. 192-204; Ead., Imagining the Future through the Past: Austrian Women Exile Writers and the Historical Novel, in C. Brinson et. al. (Hg.), "Immortal Austria"? Austrian in Exile in Britain, Amsterdam, 2007, pp. 149-164; Ead., Everyday Life as Alternative Space in Exile Writing: The Novels of Anna Gmeyner, Selma Kahn, Hilde Spiel, Martina Wied and Hermynia Zur Muehlen, Bern, 2008; Humel, Elisabeth, Hermynia Zur Muehlen. Die Kriminalromane, Dipl.-Arb. Univ. Wien, 2006; King, Lynda, The Woman Question and Politics in Austrian Interwar Literature, in "German Studies Review", 6, 1983, pp. 75-100; Ead., From the Crown to the Hammer and Sickle. The Life and Works of Austrian Interwar Writer Hermynia Zur Muehlen, in "Women in German Yearbook", 4, 1988, pp. 125-154; Kreuzer, Helmut, Geschichte zwischen Licht und Dunkel, zwischen Tag und Nacht. Drei Hoerspielmanuskripte von Hermynia Zur Muehlen, in A. Neuhaus-Koch (Hg.), Literarische Fundstuecke Wiederentdeckungen und Neuentdeckungen, Heidelberg, 2002, pp. 320-332; Matt, Susanne, Hermynia Zur Muehlen (1883-1951). Von der proletarisch-revolutionaeren Schriftstellerin zur Unterhaltungsliteratur-Autorin, Dipl.-Arb. Univ. Wien, 1986; Muessener, Helmut, "Wir bauen auf, Mutter". Wie man sich "draussen" das "Drinnen" vorstellte. Zu Hermynia zur Muehlens Roman "Unsere Toechter, die Nazinen", in E. Koch - F. Trapp (Hg.), "Realismuskonzeptionen der Exilliteratur zwischen 1935 und 1940-'41. Tagung der Hamburger Arbeitsstelle fuer deutsche Exilliteratur 1986, Exil. Forschung-Erkenntnisse-Ergebnisse", Sonderband, 1, 1987, pp. 127-143; Patsch, Sylvia M., Hermynia Zur Muehlen, in Oesterreichische Schriftsteller im Exil in Grossbritannien. Ein Kapitel vergessene Oesterreichische Literatur, Wien-Muenchen, 1985, pp. 102-113; Rabitsch, Barbara, "Entzueckend war auch die Idee mit dem Sichtvermerk". Satirische Entlarvung des Buergertums in Zur Muehlens Roman "Unsere Toechter, die Nazinen", in V.J. Benay et. al. (Hg.), Oesterreichische Satire. Exil-Remigration-Assimilation, Bern, 2003, pp. 145-167; Scheriau, Barbara, Die Entwicklung des Frauenbildes im Werk der Schriftstellerin Hermynia Zur Muehlen, Dipl.-Arb. Univ. Wien, 1996; Siegel, Eva Maria, Zeitgeschichte, Alltag, Kolportage oder ueber den "Bourgeois in des Menschen Seele". Zum Exilwerk Hermynia Zur Muehlens, in C. D. Krohn (Hg.), Frauen und Exil, Muenchen, 1993, pp. 106-125; Ead., "Unsere Toechter, die Nazinen". Jugendliche im Werk Hermynia zur Muehlen, in "Zwischenwelt 3. Literatur in der Peripherie. Jahrbuch der Theodor Kramer Gesellschaft", 3, 1992, pp. 233-245; Ead., "Junge Leute laufen jedem nach, der die Trommel schlaegt. Warum kann das Gute kein Trommel schlagen?". Ueberlegungen zu einem Roman Hermynia Zur Muehlens und ihrem Weg in das britische Exil, in "Zwischenwelt 4. Literatur und Kultur des Exils in Grossbritannien Jahrbuch der Theodor Kramer Gesellschaft", 4, 1995, pp. 129-140; Staud, Herbert, Zum 100. Geburtstag von Hermynia Zur Muehlen, in "Weg und Ziel", 42/4, 1984, S. 154-156; Vietor-Englaender, Deborah, Hermynia Zur Muehlen's Fight against The 'Enemy Within: Prejudice, Injustice, Cowardice and Intolerance' in V. C. Brinson et. al. (Hg.), Keine Klage ueber England? Deutsche und oesterreichische Exilerfahrung in Grossbritannien 1933-1945, Muenchen, 1998, pp. 74-87; Wiemann, Dirk, "Salvation trough the cross". Hermynia Zur Muehlens "Came the Stranger", in Id., Exilliteratur in Grossbritannien 1933-1945, Opladen, 1998, pp. 103-135; Weymann, Ulrike, Polyperspektivische Wirklichkeitsdarstellung. Zeitgeschichte und Fiktion in Hermynia Zur Muehlens "Unsere Toechter, die Nazinen" (1935) und "Manja" (1938) von Anna Gmeyner, in "Literatur fuer Leser", 32, 2009, 3, pp. 191-209.

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Sitografia: www.berlin.de/rubrik/hauptstadt/verbannte_buecher/; www.literaturtv.at/literaturhaus_hermynia/videos.php?id=7

 

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VERSO IL 2 OTTOBRE

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Per la Giornata internazionale della nonviolenza

Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

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Numero 28 del 5 settembre 2015

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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