[Nonviolenza] Telegrammi. 2097
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- Date: Fri, 4 Sep 2015 22:31:22 +0200 (CEST)
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TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2097 del 5 settembre 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com
Sommario di questo numero:
1. L'11 settembre a Venezia ed ovunque in Italia la "marcia delle donne e degli uomini scalzi"
2. In memoria di Sebastiano Timpanaro
3. Verso la Giornata internazionale della nonviolenza
4. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
5. Verso la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Gabriele Tergit
8. Lisa Tetzner
9. Else Ury
10. Susanne Wantoch
11. Martina Wied
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. L'11 SETTEMBRE A VENEZIA ED OVUNQUE IN ITALIA LA "MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI"
L'appello promosso da personalita' della solidarieta', della cultura e dello spettacolo affinche' l'11 settembre si manifesti in tutte le citta' d'Italia in solidarieta' con i migranti e contro il razzismo merita di essere accolto e sostenuto.
Facciamo ovunque dell'11 settembre un giorno di testimonianza e di impegno per salvare le vite.
*
Il testo dell'appello ed i primi firmatari
"E' arrivato il momento di decidere da che parte stare. E' vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo e' sempre piu' complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia e' necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorita' per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere. E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identita' per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di la', in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del XXI secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma e' incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civilta'. E' l'inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non e' in alcun modo accettabile fermare e respingere chi e' vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano.
Non e' pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le liberta' di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla poverta', significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Venerdi' 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi. In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica. Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre citta' d'Italia e d'Europa.
Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature;
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti;
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;
4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.
Perche' la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.
L'appuntamento e' venerdi' 11 settembre alle 17 a Lido S. Maria Elisabetta a Venezia".
Primi firmatari: Lucia Annunziata, don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, don Armando Zappolini (Cnca)
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Un'aggiunta nonviolenta
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.
L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
2. IN MEMORIA DI SEBASTIANO TIMPANARO
Ricorre oggi, 5 settembre, l'anniversario della nascita di Sebastiano Timpanaro (Parma, 5 settembre 1923 - Firenze, 26 novembre 2000).
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Anche nel ricordo e alla scuola di Sebastiano Timpanaro proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
3. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.
La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.
In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
4. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]
Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
5. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.
6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
7. PROFILI. GABRIELE TERGIT
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Elise Hischmann nasce a Berlino il 4 marzo 1894. Dopo aver frequentato il liceo e aver terminato il suo percorso di studi, nel 1919, si iscrive all'universita' di Berlino per studiare storia e filosofia. Nel 1925 consegue il dottorato all'universita' di Francoforte. Gia' durante gli anni dello studio scrive piccoli contributi per famosi giornali berlinesi, usando spesso lo pseudonimo maschile di Christian Thomasius. A partire dal 1923 scrive regolarmente reportage giornalistici su temi di tipo giudiziario per il "Berliner Tageblatt", usando spesso lo pseudonimo di Gabriele Tergit. I suoi articoli sono politicamente impegnati, spesso prendono posizione netta sulla questione femminile e sulla situazione politica della Germania di quegli anni.
Nel 1928 sposa l'architetto Heinz Reifenberg, noto per aver progettato l'universita' di Gerusalemme.
Il suo primo romanzo appare nel 1931, con il titolo Kaesebier erobert den Kurfuerstendamm, successivamente incluso nella lista dei libri proibiti dal nazionalsocialismo con l'etichetta di Asphaltliteratur. Il mattino del 4 marzo 1933, giorno del suo compleanno, il suo appartamento di Berlino viene perlustrato da una squadra di soldati mentre lei, miracolosamente sfuggita, fugge in Cecoslovacchia. Da li', insieme al marito, si dirige in Palestina, dove la coppia si stabilisce fino al 1938, anno in cui si trasferisce a Londra.
Proprio qui Tergit compone il suo nuovo romanzo ed entra a far parte del PEN club dell'esilio. Raccoglie lettere, biografie e bibliografie di suoi colleghi in esilio che riesce a pubblicare talvolta in piccole dispense.
Dopo la guerra fa piu' volte ritorno in Germania, dove viene anche insignita della croce federale al merito, ma decide di non restare, sebbene negli anni Sessanta venga colpita da gravi lutti familiari che le sottrarranno l'affetto e la compagnia del marito e del loro unico figlio, Peter.
Nel 1957, sempre a Londra, diviene segretaria del PEN-Zentrum degli autori stranieri, ruolo che ricopre per ben 25 anni, fino al momento della sua morte, avvenuta il 25 luglio del 1982. I suoi lavori, rimasti a lungo sconosciuti, ritornano alla ribalta a partire dai tardi anni Settanta.
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Opere: Kaesebier erobert den Kurfuerstendamm, romanzo, 1931; Effingers, romanzo, 1951; Das Buechlein vom Bett, saggio storico, 1954; Kaiserkron' und Paeonien rot, saggio storico, 1958; Das Tulpenbuechlein, saggio storico, 1965; Erinnerungen. Etwas Seltenes ueberhaupt, biografia, 1983; Blueten der Zwanziger Jahre, reportage, 1984; Atem einer anderen Welt: Berliner Reportagen, reportage, 1994; Wer schiesst aus Liebe? Gerichtsreportagen, reportage, 1999; Im Schnellzug nach Haifa, reportage, 1996; Der erste Zug nach Berlin, novella, 2000; Frauen und andere Ereignisse: Publizistik und Erzaehlungen von 1915 bis 1970, miscellanea, 2001.
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Traduzioni italiane: Piccola storia dei fiori, Firenze, 1962; Sul diretto per Haifa. Impressioni di viaggio in terra d'Israele, 1933-1938, Genova, 2000.
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Critica: Chambers, Helen, Eine ganze Welt baut sich im Gerichtssaal auf': Law and Order in the Reportage of Joseph Roth and Gabriele Tergit, Oxford, Wien u.a., 2005; Horsley, Joey, Gabriele Tergit, in S. Gretter - L.F. Pusch (Hg.), Beruehmte Frauen. 2. 300 Portraets, Frankfurt-Leipzig, 2001; Juerss, Jana, Ein Gaensebluemchen oder Mariannes Himmelpforte, in M. Stein (Hg.), Duenn ist die Decke der Zivilisation - Begegnungen zwischen Schriftstellerinnen, Koenigstein, 2007; Larsen, Egon, Die Welt der Gabriele Tergit. Aus dem Leben einer ewig jungen Berlinerin, Muenchen, 1987; Lumachi, Monica, "Chi mai stampa dinamite?". Gabriele Tergit in Palestina (1933-1938), in A. M. Carpi, G. Dolei, L. Perrone Capano (a cura di), La scuola dell'esilio. Riviste e letteratura della migrazione tedesca, Roma, 2009, pp.177-194; Mockel, Eva-Maria, Aspekte von Macht und Ohnmacht im literarischen Werk Gabriele Tergits, Aachen, 1996; Schueller, Liane, Vom Ernst der Zerstreuung: schreibende Frauen am Ende der Weimarer Republik: Marieluise Fleisser, Irmgard Keun und Gabriele Tergit, Bielefeld, 2005; Sutton, Fiona, Weimar's Forgotten Cassandra: The Writings of Gabriele Tergit in the Weimar Republic, Columbia, 2006.
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Sitografia: www.fembio.org; http://einestages.spiegel.de; www.literaturkritik.de; www.scheinschlagonline.de; www.freitag.de; www.scheinschlag.de; www.hagalil.com
8. PROFILI. LISA TETZNER
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Nasce a Zittau il 10 novembre 1894, in un famiglia borghese. All'eta' di 11 anni, dopo aver contratto la pertosse, una forte infiammazione ai legamenti del ginocchio sinistro le causa un irrigidimento totale dell'arto che la costringera' per anni a forti cure, lunghe degenze a letto e alla sedia a rotelle. Naturalmente la sua complessa situazione di degenza le impedisce di sviluppare amicizie e contatti con i bambini della sua eta', con conseguenze notevoli sul suo sviluppo sia fisico che psicologico.
Nonostante il parere contrario del padre, quando ha 19 anni frequenta una scuola femminile di Berlino, prende lezioni di fonazione e recitazione alla scuola di Max Reinhardt e si iscrive all'universita' di Berlino ai corsi del professore Emil Milan, che per primo scopre e sostiene il talento e la passione di Lisa per il genere del Volksmaerchen (fiaba popolare).
Tra il 1917 e il 1918 incontra l'editore Eugen Diedrichs, che e' attento alle nuove tendenze della letteratura di quegli anni e soprattutto al revival della fiaba come genere letterario.
Dopo essere entrata a far parte del gruppo dei "Wandervogel", Lisa Tetzner prende a viaggiare tra le regioni della Germania, organizzando degli spettacoli nei quali racconta le fiabe seguendo la sua passione e inclinazione artistica. Negli stessi anni, grazie al supporto di Diedrichs pubblica anche il suo primo libro, dal titolo Vom Maerchenerzaehlen im Volk.
Durante uno dei suoi viaggi in Turingia conosce Kurt Klaeber, scrittore e autore di libri per bambini, che sposera' nel 1924. Insieme la coppia lavorera' a piu' raccolte di racconti e al romanzo Die schwarzen Bruedern, pubblicato tra il 1940 e il 1941, che narra la storia di due contadini di montagna del Canton Ticino che per procurare il danaro necessario al sostentamento della propria famiglia vendono i loro figli come spazzacamini nella citta' di Milano. I giovani, ridotti in condizione di semischiavitu', non hanno altri ad essergli vicino che i loro stessi fratelli, compagni di lavoro dal volto e dalle mani anneriti dalla fuliggine.
Nel 1921 la scrittrice e' di nuovo costretta a un lungo periodo di degenza, il suo lungo e faticoso pellegrinaggio tra le regioni tedesche le ha infatti provocato una coxite alla gamba destra che la conduce a una sempre maggiore immobilita'.
Nel 1927 diviene direttrice della sezione per le trasmissioni per l'infanzia mandate in onda dalla radio di Berlino (Kinderstunde) e a partire dal 1932 e' responsabile dello stesso settore per altre emittenti. L'avvento al potere del partito nazista del 1933, la costringe all'esilio in Svizzera e intanto i suoi libri vengono iscritti nella lista dei testi proibiti dal regime.
A partire dal 1937, lavora come docente di fonazione, dizione ed esperta di favole nella citta' di Basilea. In questi anni comincia la stesura del ciclo di racconti Die Kinder aus Nr. 67, una delle pubblicazioni per bambini piu' famose nel panorama della letteratura dell'esilio; in essa si ritrova il tentativo, coerente con i nuovi sviluppi, contenuti e fini che la fiaba come genere letterario aveva acquisito dopo gli anni Venti, di indirizzarsi verso una tematica di interesse piu' sociale che meramente morale-didascalico.
Nel 1948 Lisa Tetzner diviene cittadina svizzera. Trascorre gli ultimi anni di vita lavorando come traduttrice, sia dall'inglese che dall'italiano, e scrivendo ancora numerose favole e racconti per adulti e bambini, spesso realizzandone i copioni per film o radiodrammi.
Muore a Corona (Lugano) il 2 luglio 1963.
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Opere: a) Libri per bambini e fiabe: Guckheraus, heisst mein Haus, 1925; Das Maerchen vom dicken, fetten Pfannkuchen, 1925; Der Gang ins Leben, 1926; Die sieben Raben, 1928; Hans Urian oder Die Geschichte einer Weltreise, 1929; Der grosse und der kleine Klaus, 1929; Vom Maerchenbaum der Welt, 1929; Der Fussball, 1932; Siebenschoen, 1933; Was am See geschah, 1935; Die Reise nach Ostende, 1936; Belopazue, 1938; Die schwarzen Brueder, romanzo, 1940-'41; Sugus Maerchenbuch, 1950; Die kleine Su aus Afrika, 1952; Su und Agalaei, 1952; Die schwarze Nuss, 1952; Das Toepflein mit dem Hulle-Bulle-Baeuchlein, 1953; Wenn ich schoen waere, 1956; Das Maedchen in der Glaskutsche, 1957; b) Serie "Erlebnisse und Abenteuer der Kinder aus Nr. 67" (serie di racconti): Erwin und Paul, 1933; Das Maedchen aus dem Vorderhaus, 1948; Erwin kommt nach Schweden, 1941; Das Schiff ohne Hafen, 1943; Die Kinder auf der Insel, 1944; Mirjam in Amerika, 1945; War Paul schuldig?, 1945; Als ich wiederkam, 1946; Der neue Bund, 1949; c) Servizi, reportage e opere teoriche: Vom Maerchenenerzaehlen im Volk, 1919; Auf Spielmanns Faehrten und Wandertagen, 1923; Im Land der Industrie, zwischen Rhein und Ruhr, 1923; Im blauen Wagen durch Deutschland, 1926; Das war Kurt Held. 40 Jahre Leben mit ihm, 1961; Das Maerchen und Lisa Tetzner. Ein Lebensbild, 1966; d) Opere pubblicate come curatrice: Deutsches Raetselbuch, 1924; Die schoensten Maerchen der Welt fuer 365 und einen Tag, 4 volumi; Daenische Maerchen, 1948; Englische Maerchen, 1948; Franzoesische Maerchen, 1948; Sizilianische Maerchen, 1950; Russische Maerchen, 1950; Negermaerchen, 1950; Indianermaerchen, 1950; Maerchen der Voelker, 1950; Japanische Maerchen, 1950; Tuerkische Maerchen, 1950; Indische Maerchen, 1950; Bunte Perlen. Kindergeschichten aus aller Welt, 1956; Das Maerchenjahr, 2 Baende, 1956; Europaeische Maerchen, 1958.
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Traduzioni in italiano: Hans gira per il mondo. Romanzo per ragazzi, Milano, 1932; Due ragazzi e un lago, Milano, 1938 e 1946; I ragazzi nell'Isola, Roma, 1947; I fratelli neri. Romanzo illustrato, Reggio Emilia, 2004 e 2011.
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Critica: Bolius, Gisela, Lisa Tetzner: Leben und Werk, Frankfurt am Main, 1997; Brauneck, Manfred (Hg.), Autorenlexikon deutschsprachiger Literatur des 20. Jahrhunderts, Hamburg, 1984; Gerber, D., Lisa Tetzner, in "Jugendschriften-Warte", 15, 1963; Killy Walther (Hg.), Literaturlexikon. Autoren und Werke deutscher Sprache, Guetersloh, 1991; Krueger, Dirk, Die deutsch-juedische Kinder- und Jugendbuchautorin Ruth Rewald und die Kinder- und Jugendliteratur im Exil, Frankfurt am Main, 1990; Kuemmerling-Meibauer, Bettina, Klassiker der Kinder- und Jugendliteratur. Ein internationales Lexikon, Stuttgart-Weimar, 1999; Loos, Anna, Vier neue Kinderbücher, in D. Richter (Hg.), Das politische Kinderbuch, Darmstadt, 1973; Moenckeberg, Vilma, Das Maerchen und unsere Welt, Duesseldorf, 1972; Wall, Renate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Weber, Inge, Lisa Tetzner: Hans Urian oder die Geschichte einer Weltreise. Ein Betrag zur proletarisch-revolutionaeren Kinderliteratur, in "Beitraege zur Kinder-und Jugendliteratur", 70, 1984; Weinert, Hans J., Humor und Satire in der proletarischen deutschen Kinderliteratur der zwanziger Jahre, in "Beitraege zur Kinder- und Jugendliteratur", 30, 1974.
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Sitografia: www.dieschwarzenbrueder.ch; www.friedenspaedagogik.de; www.verein-zivilcourage.ch; www.antolin.de; www.pantrova.ch
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Filmografia: Ferien in Tirol, 1955; Zaertliches Geheimnis, 1956; Die Kinder aus Nr. 67, 1980; Lisa Tetzner: Maerchenerzaehlerin, 1984; Romio no aoi sora, 1995 (In Italia Spicchi di cielo tra sbaffi di fumo, cartone animato in onda nel 1997); Die Kinder aus No. 67 oder: Heil Hitler, ich haett' gern 'n paar Pferdeaeppel, 2003.
9. PROFILI. ELSE URY
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Else Ury nasce a Berlino il primo novembre 1877 ed e' la terzogenita di un'antica famiglia ebrea di benestanti produttori tessili. I fratelli maggiori studiano da avvocato e medico, mentre Else e sua sorella Kaethe frequentano un liceo femminile, nel quale e' loro impartita un'educazione da buone madri, mogli e padrone di casa. Quando nel 1894 Else lascia la scuola perche' giunta all'ultima classe del percorso liceale, ancora non e' possibile per una donna accedere ai corsi universitari tedeschi. Mentre Kaethe intraprende una scuola di formazione per diventare maestra, Else rimane in casa, e gia' a partire dal 1904 scrive piccoli racconti e resoconti di viaggio spesso pubblicati, sotto pseudonimo, nell'inserto culturale della "Vossische Zeitung".
Nel 1905 appare Was das Sonntagskind erlauscht, una raccolta di favole per ragazzi che risponde a una moda letteraria molto diffusa durante gli anni Venti. Studierte Maedel, il suo secondo libro, apparso nel 1906 con grande successo di pubblico e critica, riporta le sue considerazioni sul fatto che l'istruzione univesitaria femminile non puo' in alcun modo costituire un impedimento al corretto espletamento dei doveri di donna e di madre. Il traguardo tanto agognato dalla scrittrice, ovvero l'apertura delle universita' tedesche alle donne, avviene dopo due anni, nel 1908. In quello stesso anno Ury pubblica Goldblondchen, una raccolta di fiabe e di racconti. Nel 1913 i suoi testi per ragazzi sono i primi testi femminili ad ottenere l'importante riconoscimento ufficiale denominato Die Jugendschriften-Warte. Poco prima della prima guerra mondiale, con il titolo Nesthaekchen und ihre Puppen, appare il primo volume della serie di racconti Nesthaekchen, che termina nel 1925 per un totale di 10 volumi. Ury pubblica numerosi altri libri fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Le vendite sono sempre molto alte e Else Ury diviene quindi una donna famosa e benestante. Colta dallo scoppio del conflitto mentre si trova nella casa di campagna di Krummhuebel, la famiglia Ury fa ritorno a Berlino.
Circa 10.000 ebrei si arruolano volontariamente tra le fila dei combattenti, tra questi anche il fratello di Else, medico, raggiunge il fronte francese, Else stessa si impegna nel serivizio infermieristico per i feriti di guerra. Durante gli anni del conflitto, la rivista "Das Kraenzchen" pubblica a puntate il suo romanzo Lieb Heimatland, nel quale, insieme alla tradizione, si difendono ideali come la fedelta' all'imperatore e il ripudio della guerra. Permeati dallo stesso spirito sono anche i racconti Eine kleine Heldin, del 1914, e Fluechtlingskinder pubblicato nel 1918.
Nel 1925 viene pubblicato l'ultimo volume della serie Nesthaekchen e gia' a partire dal 1923 la scrittrice lavora a un nuovo progetto editoriale che deve comporsi di cinque volumi, raccolti con il titolo Professors Zwillinge. Nei tardi anni Venti la sua popolarita', oltre che dall'enorme successo di vendita dei racconti viene accresciuta dalla sua costante presenza nei grandi ambienti e momenti della vita pubblica.
L'avvento al potere del partito nazionalsocialista non intacca la popolarita' della scrittrice, che proprio in quegli anni pubblica il romanzo Jugend voraus! il cui tono sciovinista, insieme agli stessi contenuti, sembra riecheggiare i messaggi della propaganda nazista. Ma il libro viene pubblicato negli stessi anni in cui importanti eventi della storia decidono la sorte del popolo ebraico: il boicottaggio contro i negozi ebrei del primo aprile 1933, il ritiro della licenza ai medici della mutua di religione ebraica, il rogo dei testi considerati estranei al regime. La difficile situazione in cui gli ebrei versano in quegli anni colpisce presto anche la scrittrice, che il 6 marzo 1935 viene espulsa dall'ordine degli scrittori: il provvedimento significa per lei l'impossibilita' di continuare a scrivere. Anche il tentativo di tradurre in inglese i racconti della serie che l'aveva resa celebre, fallisce nel 1937, perche' il genere dei romanzi adolescenziali e' scarsamente diffuso all'estero. Nel 1939 Else Ury fa ritorno per l'ultima volta nella sua casa in campagna che poco dopo le viene confiscata. Nonostante la morte della madre, non accetta mai di raggiungere la famiglia che si e' ormai stabilita tra Amsterdam e Londra.
Il 6 gennaio 1943 Else Ury viene condotta al punto di raccolta delle persone destinate alla deportazione organizzato presso la Grosse Hamburger Strasse a Berlino. L'11 gennaio dello stesso anno le vengono confiscati tutti i beni e le viene tolta la cittadanza tedesca. Il 12 gennaio viene deportata nel campo di sterminio di Auschwitz e il giorno successivo insieme ad altri 108 deportati viene uccisa. Nei registri del campo non ci sono tracce del suo arrivo, perche' la scrittrice aveva superato le visite mediche che attestavano la sua effettiva possibilita' di lavoro prima di arrivare al campo. Un segno della sua presenza rimane negli effetti personali che sono stati ritrovati nel 1995 tra le migliaia di quelli conservati nel campo di sterminio.
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Opere: a) serie Nesthaekchen: Nesthaekchen und ihre Puppen, 1913-18; Nesthaekchens erstes Schuljahr, 1915-18; Nesthaekchen im Kinderheim, 15-21; Nesthaekchen und der Weltkrieg, 1917-21; Nesthaekchens Backfischzeit, 1919; Nesthaekchen fliegt aus dem Nest, 1921; Nesthaekchen und ihre Kueken, 1923; Nesthaekchens Juengste, 1924; Nesthaekchen und ihre Enkel, 1924; Nesthaekchen im weißen Haar, 1925; b) serie Professor Zwilling: Professors Zwillinge Bubi und Maedi, 1923; Professors Zwillinge in der Waldschule, 1925-26; Professors Zwillinge in Italien, 1927; Professors Zwillinge im Sternenhaus, 1928; Professors Zwillinge - Von der Schulbank ins Leben, 1929; c) romanzi: Studierte Maedel, 1906; Goldblondchen, 1908; Baumeisters Rangen, 1910; Vierzehn Jahr' und sieben Wochen, 1911; Kommerzienrats Olly, 1913; Das graue Haus, 1914; Dornroeschen, 1916; Das Ratstoechterlein von Rothenburg, 1917; Fluechtlingskinder, 1918; Lieb Heimatland, 1919; Lilli Liliput, 1920; Haenschen Tunichgut, 1921; Lillis Weg, 1925; Studierte Maedel von heute, 1929; Das Rosenhaeusel, 1930; Wie einst im Mai, 1930; Klaeuschen und Maeuschen, 1933; Jugend voraus, 1933; d) raccolte di racconti brevi: Was das Sonntagskind erlauscht, 1905; Babys erstes Geschichtenbuch, 1910; Huschelchen, 1914; Lotte Naseweis, 1917; Jungmaedelgeschichten, 1923; Wir Maedels aus Nord und Sued, 1931; Fuer meine Nesthaekchenkinder, 1932; e) racconti brevi: Im Bahnhofsrestaurant Danziger Roess'l, 1898; Prinzessin Schneeflocke, 1906; Auf dem Schutthaufen, 1906; Aus Stein, 1996; In die weite Welt, 1906; Komoediantengretel, 1908; In der Rumpelkammer, 1908; Das Tanzstundenballkleid, 1908; Wie Spiele ich mit der kranken Schwester, 1908; Jungfer Ruehrmichnichtan, 1909; Das Liserl von der Alm, 1909; Die Leseratte, 1909; Ein Nordpolfest, 1909; "Ich gratuliere", 1909; Osterhase an der Arbeit, 1909; Ein Ereignis, 1909; Am Strande, 1909; Am Nordseestrand, 1909; Die Anglerin, 1909; Poesie und Wirklichkeit, 1909; Lieschen Vogelscheuche, 1910; Der erste Ausflug, 1910; Aus dem Arlberggebiet, Fuer Reise und Wanderung, 1910; Mutterfreuden, Morgenausgabe, 1910; Das neue Fraeulein, 1910; Die jungen Kuenstlerinnen, 1910; Lottes Meisterstueck, 1910; Margueriten, 1910; Morgenritt, 1910; Das Weihnachtsbaeumchen, 1910; In der Pflanzschule, 1910; Erntesegen, 1910; Vaters kleine Hexe, 1910; Mutterfreuden, 1910; Aus dem Alberggebirge, 1910; Huschelchen, 1911; Das Freibillet, 1911; Die erste Luege, 1911; Wasserratten, 1911; Am Strande, 1911; Ein gemuetliches Eckchen, 1911; Der Kaiser vom Bleisoldatenland, 1912; Fraeulein Professor, 1912; Die Letzte, 1912; Sommersingen, 1913; Haenschen Tunichtgut, 1913; Lotte Naseweis, 1913; Eine kleine Heldin, 1914; Kornblumentag, 1914; Weihnachtskotillion, 1914; Goldhaenschen, 1915; Ilses erster Geburtstag, 1915; Eine lustige Musikstunde, 1915; Eine Fahrt nach Kowno, 1915; Die kleine Samariterin, 1916; Eva, das Kriegskind, 1916; Haenschens Ritt zu Hindenburg, 1917; Die beste Freundin, 1917; Wie Rudi die kleinen Prinzen kennen lernte, 1918; Schwaebische Wanderfahrt, 1918; Kriegsmetall, 1919; Der zwoelfte Geburtstag, 1919; Maeuschens Weihnacht, 1920; Die zerbrochene Hochzeitstasse, 1920; Ruths Bruederchen, 1921; Die Kinderhirtin, 1921; Der Hertasee, 1922; Im Troedelkeller, 1922; Knecht Ruprechts Rundfunk, 1926; Nesthaekchenpost, 1927; Lising von der Waterkant, 1927; Camelia, das Fischerkind von Capri, 1927; Nesthaekchenpost, 1928; Marga la Tedesca, 1928; In der Leipziger Strasse, 1928; Nesthaekchenpost, 1929; Der schoene gruene Luftballon, 1929; Margot der Buecherwurm, 1929; Lores groesster Wunsch, 1930; Erika macht schlechtes Wetter, 1931; Tante Eilig, 1933; f) serie di radiodrammi Nesthaekchen: Nesthaekchen und ihre Puppen, 1975; Nesthaekchens erste Schuljahre, 1975; Nesthaekchen und ihre Puppen, 1983; Nesthaekchens erstes Schuljahr, 1983; Nesthaekchen im Kinderheim, 1983; Nesthaekchen 1, 2005; Nesthaekchen 2, 2005; Nesthaekchen 3, 2005; g) serie di radiodrammi Professors Zwillinge: Professors Zwillinge: Bubi und Maedi, 1978; Professors Zwillinge in der Waldschule, 1978; Professors Zwillinge in Italien, 1978; Professors Zwillinge im Sternenhaus, 1978; Professors Zwillinge: von der Schulbank ins Leben, 1978.
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Critica: Arnim, Gabriele von, Toedliche Liebe, in "Die Zeit", 15.1.1993; Asper, Barbara, Else Ury, in A. Baumgaertner, H. Pleticha (Hg.), Kinder- und Jugendliteratur. Ein Lexikon, Meitingen, 1995-2002; Brentzel, Marianne, Nesthaekchen kommt ins KZ. Eine Annaeherung an Else Ury 1877-1943, Zuerich-Dortmund, 1992; Ead., Mir kann doch nichts geschehen, Berlin, 2007; Grunenberg, Angelika, Die Welt war so heil - Die Familie der Else Ury. Chronik eines juedischen Schicksals, Berlin, 2006; Klotz, Aiga, Kinder- und Jugendliteratur in Deutschland 1840-1950, Stuttgart, 1990; Weber-Herfort, Christine, Nesthaekchens Ende, in "Freitag", 22.1.1993; Geils, Peter (Hg.), Gesamtverzeichnis des deutschsprachigen Schrifttums, Muenchen, 1979; Zahn, Susanne, Toechterleben. Studien zur Sozialgeschichte der Mädchenliteratur, Frankfurt am Main, 1983.
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Sitografia: www.juden-in-berlin.de; www.wdr.de; http://infos.aus-germanien.de; www.altekinderbuecher.de; www.mariannebrentzel.de; www.stkramer.de; www.literaturschock.de; www.ghwk.de; www.diplomarbeiten24.de; www.phil.uni-mannheim.de; www.beepworld.de
10. PROFILI. SUSANNE WANTOCH
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Susanne Wantoch nasce nella cittadina austro-ungarica di Trencin, oggi in territorio slovacco. Trascorre la sua infanzia tra Vienna, Amburgo e Colonia, e dal 1921 nel nord dell'Austria dove, appena quindicenne, si unisce a un'associazione di giovani comunisti. Dopo la formazione liceale si iscrive all'universita' di Vienna, dove studia inglese e francese. Dal 1936 al 1938 lavora come corrispondente con l'estero per una compagnia navale inglese con sede a Vienna e pubblica i suoi primi lavori. Nell'anno dell'annessione dell'Austria alla Germania sposa il medico Theo A. Wantoch, e insieme emigrano in Cina, dove lavora, da quello stesso anno e fino al 1946, come infermiera della Croce Rossa presso le province di Kueitschou e Honan. A partire dal 1941 insegna lingua tedesca e inglese in diverse universita' cinesi. Sei anni dopo, nel febbraio 1947, sulle pagine della rivista "Oesterreichischen Tagebuch" pubblica il suo scritto postbellico, intitolato Indienbilder, nel quale descrive il suo viaggio di ritorno dalla Cina, avvenuto attraversando l'India e l'Egitto. Tornata a Vienna lavora dapprima come insegnante e in seguito anche come segretaria corrispondente di uno studio legale e, a partire dal 1952, come libera giornalista, scrittrice e critica cinematografica per importanti riviste tra cui la "Oesterreichische Volksstimme", "Der Abend", "Stimme der Frau", "Oesterreichische Tagebuch" e "Tagebuch". All'inizio del luglio 1959, quando la scrittrice ha gia' 74 anni, perde la vita in una escursione in montagna, a Raxalpe, nella regione della bassa Austria. Il 6 luglio 1959 e' ritenuta, all'unanimita', la data del suo decesso.
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Opere: Indienbilder, scritto biografico, 1947; Nan Lu, romanzo, 1948; Das Haus in der Brigittastrasse, romanzo, 1955; Von Nichts zu Nichts ein eiserner Balkon, poesie, 1970.
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Critica: Hackl, Erich, Abgaengig seit Juli 1959, Zuerich, 1996.
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Sitografia: www.unitat.at; www.literaturepochen.at
11. PROFILI. MARTINA WIED
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Alexandrine Martina Augusta Schnabl nasce a Vienna il 10 dicembre 1882. Studia filosofia e storia dell'arte, e nel 1911 sposa il chimico Sigmund Weisl, dal quale ha un figlio, Hanno. A quel tempo Martina ha gia' intrapreso la carriera di scrittrice e molte delle sue prime poesie sono apparse, gia' durante gli anni della scuola, su riviste come "Der Simplicissimus" e "Die Jugend" con lo pseudonimo di Martina Wied.
A partire dal 1912, e' collaboratrice del periodico di critica letteraria "Der Brenner". Nel 1919 viene pubblicata la sua prima raccolta di liriche, Bewegung, per la quale, nel 1924, le viene conferito il premio letterario della citta' di Vienna. Nel 1929 sulla "Wiener Arbeiter Zeitung" compare la novella Das unruhige Herz. Un anno dopo il marito muore e Martina per mandare avanti la famiglia scrive articoli, inserti e racconti. Nel 1932, sempre sulle pagine della "Wiener Arbeiter Zeitung", pubblica il racconto Der Tuerkis Ring e nel 1933, il racconto Zwei Frauen und das Meer compare sulla "Neue Freie Presse".
Nonostante l'impellente bisogno di danaro per il sostentamento familiare, Martina rifiuta di scrivere per il nuovo regime nazionalsocialista. Per questo motivo il romanzo composto in quegli anni, intitolato Das Asyl zum obdachlosen Geist, non puo' essere pubblicato e nel 1934 viene ospitato, in una versione a puntate, sulle pagine della "Wiener Zeitung". Solo nel 1936 viene pubblicato il suo primo romanzo in volume, dal titolo Rauch ueber St. Florian.
Dal 1934 al 1947 vive in esilio in Gran Bretagna, lontana dal figlio che ha invece trovato asilo in Brasile. In Inghilterra Martina Wied lavora come insegnante e scrive ben quattro romanzi che verranno pubblicati molto piu' tardi. In tutti e quattro si considera la storia inglese nel suo rapporto con la seconda guerra mondiale. Die Geschichte des reichen Juenglings, scritto nel 1943 ma pubblicato solo nel 1952, e' considerato il suo capolavoro. Si tratta di un romanzo di formazione che nasconde, dietro la figura del rivoluzionario Iwanow, il ritratto letterario di Georg Lukacs, caro amico della scrittrice. Per questo e le altre sue opere, Martina Wied e' la prima donna ad esser insignita del Grosser Oesterreichischer Staatspreis fuer Literatur nel 1952. La scrittrice muore a Vienna il 25 gennaio 1957.
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Opere: Bewegung, poesie, 1919; Bruecken ins Sichtbare, poesie, 1952; Rauch ueber St. Florian, romanzo, 1937; Das Einhorn, romanzo, 1948; Kellingrath, romanzo, 1950; Das Kraehennest, romanzo, 1951; Die Geschichte des reichen Juenglings, romanzo, 1952; Bruecken ins Sichtbare: Ausgew. Gedichte 1912-1952, poesie, 1952; Der Ehering, romanzo, 1954; Das unvollendete Abenteuer, novella, 1955.
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Critica: Polt-Heinzl, Evelyne, Zeitlos: neun Portraets; Von der ersten Krimiautorin Oesterreichs bis zur ersten Satirikerin Deutschlands, Wien, 2005; Prokop, Hans Friedrich, Die Romane M. Wieds, Dissertation, Wien, 1972; Patsch, Sylvia M., Oesterreichische Schriftsteller im Exil in Grossbritannien, Wien-Muenchen, 1985; Wall, Renate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinne im Exil 1933-1945, Giessen, 2004.
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Sitografia: www.exil-archiv.de; www.literaturhaus.at; www.literaturepochen.at
12. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Umberto Eco, Vertigine della lista, Bompiani, Milano 2009, 2012, pp. 408.
13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
14. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2097 del 5 settembre 2015
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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