[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 112
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- Date: Fri, 4 Sep 2015 14:13:07 +0200 (CEST)
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 112 del 4 settembre 2015
In questo numero:
1. L'11 settembre la "Marcia delle donne e degli uomini scalzi"
2. Verso la Giornata internazionale della nonviolenza
3. Bozza di lettera agli istituti scolastici
4. Bozza di lettera agli enti locali
5. Bozza di lettera alle associazioni democratiche
6. Bozza di lettera ai mezzi d'informazione
7. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"
8. Verso la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
9. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
10. Annemarie Selinko
11. Anna Siemsen
12. Hilde Spiel
13. Margarete Susman
14. Ruth Tassoni
1. INIZIATIVE. L'11 SETTEMBRE LA "MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI"
L'appello promosso da personalita' della solidarieta', della cultura e dello spettacolo affinche' l'11 settembre si manifesti in tutte le citta' d'Italia in solidarieta' con i migranti e contro il razzismo merita di essere accolto e sostenuto, quali che ne siano i limiti.
Facciamo ovunque dell'11 settembre un giorno di testimonianza e di impegno.
*
E riproponiamo ancora una volta quello che occorre veramente fare.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.
Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
2. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA
Occorre fare del 2 ottobre una manifestazione mondiale contro tutte le guerre e contro tutte le uccisioni.
La Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi, e' infatti la migliore delle occasioni per far emergere nitida e forte la volonta' dell'umanita' cosciente che chiede pace, disarmo, smilitarizzazione, democrazia, giustizia, solidarieta', rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, tutela dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
La nonviolenza ci convoca ad assumerci le nostre responsabilita'.
In ogni citta', in ogni paese, in ogni consesso civile, in ogni scuola, il 2 ottobre si celebri la Giornata internazionale della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
3. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ISTITUTI SCOLASTICI
Egregio dirigente scolastico,
come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente la invitiamo a voler promuovere presso il suo istituto scolastico le iniziative di studio, di riflessione e di testimonianza che riterra' opportune.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
4. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AGLI ENTI LOCALI
Egregio Sindaco del Comune / Presidente della Provincia / Presidente della Regione,
come gia' sapra' il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente la invitiamo a voler promuovere le iniziative che riterra' opportune per celebrare l'evento.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
5. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA ALLE ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE
Cari amici, egregi signori,
come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente vi invitiamo a voler promuovere le iniziative di studio, di riflessione, di testimonianza e/o di mobilitazione che riterrete opportune.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
6. MATERIALI. BOZZA DI LETTERA AI MEZZI D'INFORMAZIONE
Egregi signori,
come gia' saprete il 2 ottobre ricorre la Giornata internazionale della nonviolenza, indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi.
Con la presente vi invitiamo a darne notizia ed a segnalare le iniziative che istituzioni, scuole, associazioni realizzeranno per l'occasione.
Vogliate gradire distinti saluti,
Firma
Luogo e data
Mittente, recapito postale, telefonico, e-mail
7. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"
[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]
Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
8. INIZIATIVE. VERSO LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".
Ovunque si realizzino iniziative.
Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.
Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.
Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.
9. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.
10. PROFILI. ANNEMARIE SELINKO
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Nasce a Vienna il primo settembre 1914. Dopo gli studi liceali studia storia e lingue straniere alla facolta' di lingue ma lavora come giornalista gia' durante gli anni universitari, diventando corrispondente dall'Austria per la rivista francese "L'Intransigeant".
Ancora giovanissima, scrive la sua prima storia breve Ich war ein haessliches Maedchen, con la quale manifesta il suo talento letterario e il suo stile, da molti paragonato a quello di Vicky Baum. Il romanzo e' tradotto in dodici lingue e adattato in una versione cinematografica.
Nel 1937, mentre e' a Ginevra per un'intervista politica partecipa a una conferenza studentesca e vi conosce Erling Kristiansen, un diplomatico danese che sposa l'anno successivo e con il quale vive dapprima a Kopenhagen, poi a Stoccolma, Parigi e Londra. In quegli anni appaiono i romanzi Morgen wird alles besser (1939) e Heut heiratet mein Mann (1940).
Sebbene Annemarie abbia acquisito con il matrimonio la cittadinanza danese, quando le truppe tedesche invadono la Danimarca nel 1943, a causa della sua partecipazione al movimento della resistenza viene arrestata dalla Gestapo. Riesce a scappare con il marito in Svezia a bordo di un peschereccio e a Stoccolma lavora dapprima presso un'agenzia di stampa e in seguito come traduttrice e volontaria nella Croce Rossa. Nel 1948 nasce il figlio Michael.
Il suo ultimo romanzo, Desiree, del 1951, basato sulla figura di Desiree Clary, prima fidanzata di Napoleone e poi regina di Svezia, riscuote successo su scala internazionale: viene infatti tradotto in ben 25 lingue straniere e nel 1956 ne viene anche girata una versione cinematografica, che l'autrice dedica alla sorella Liselotte, uccisa dai nazisti.
Annemarie Selinko muore il 28 luglio 1986 a Copenhagen.
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Opere: Ich war ein haessliches Maedchen, romanzo, 1937; Morgen ist alles besser, romanzo, 1938; Heut heiratet mein Mann, romanzo, 1940; Desiree, romanzo, 1951.
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Traduzioni italiane: Era una brutta figliola, Milano, 1939; Tutto andra' meglio domani, Milano, 1939; Desiree. Il primo amore di Napoleone, Milano, 1979.
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Critica: Polt-Heinzl, Evelyne, Annemarie Selinko (1914-1986), in "Literatur und Kritik: oesterreichische Monatsschrift", 39, 2004, pp. 381-382; Ead., Weltruhm schuetzt vor Rufmord nicht oder: Wer war Annemarie Selinko?, in "Oesterreich in Geschichte und Literatur", 48, 2004; Ead., Zeitlos, neun Portraets. Von der ersten Krimiautorin Oesterreichs bis zur ersten Satirikerin Deutschlands, Wien, 2005.
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Sitografia: www.exil-archiv.de; www.nebula5.org; http://home.snafu.de; www.wienerzeitung.at
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Filmografia: Ich war ein haessliches Maedchen, 1955; Heute heiratet mein Mann, 1956; Desiree, 1954.
11. PROFILI. ANNA SIEMSEN
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Nasce a Mark, un piccolo paese della Vestfalia, il 18 gennaio 1882, in una famiglia di pastori evangelici. Dopo la scuola e la formazione da insegnante, che si conclude a Muenster nel 1901, impartisce lezioni private. Nonostante l'ancora vigente divieto allo studio universitario per le donne, tra il 1905 e il 1911 inizia a studiare germanistica, filosofia e latino tra le citta' di Monaco, Muenster e Bonn. Nel 1909 termina il suo percorso di studi, supera l'esame di stato per l'insegnamento e lavora come docente liceale nelle citta' di Detmont, Brema e Duesseldorf.
Durante il primo conflitto mondiale si distingue per il suo attivismo pacifista e socialista che si esprime in particolar modo nell'ambito della lotta per la democratizzazione del sistema educativo. Entrata a far parte del partito dell'USPD nel 1929 lo rappresenta, l'anno seguente, ricoprendo una carica politica nel consiglio cittadino di Duesseldorf nel campo dell'amministrazione scolastica. Una mansione, questa, che svolge anche nella citta' di Berlino a partire dal 1921. Nel 1923 e' a Jena, dove le viene assegnata una cattedra da professore ordinario di pedagogia all'Universita'. Negli stessi anni viene anche incaricata dalla regione della Turingia di occuparsi di una riorganizzazione complessiva del sistema della scuola media superiore. Il tentativo tuttavia non ha buon esito perche', con le nuove elezioni in Turingia, il partito socialista perde il potere e Siemsen resta esclusa dal ciclo di riforme attuato dai nuovi reggenti conservatori.
Esclusa da incarichi politici di rilievo, Siemsen si dedica alla scrittura. A partire dal 1923, e per pochi anni a seguire, pubblica una grande quantita' di brochure e libri a tema politico o pedagogico, ma anche letterario e femminista, riflesso del suo impegno in numerose organizzazioni femministe e per la difesa dei diritti umani. In seguito alle divisioni interne sorte in seno al partito socialista nel 1921, il suo impegno politico confluisce nelle attivita' della SPD, anche se in piu' di un'occasione Siemens esprime il suo disaccordo con certe posizioni del partito in merito alla questione femminile. Alla fine del 1932, il ministro degli interni Frick Waechtler le toglie il titolo di professore ordinario a causa della simpatia che Siemsen aveva mostrato nei riguardi del professor Elil Julius Gumbel, perseguitato a causa delle sue idee politiche. Il 15 marzo del 1933, per sfuggire alla cattura in seguito alla presa di potere nazionalsocialista, Anna Siemsen fugge in Svizzera. Proprio in Svizzera, nel 1934, sposa, per pura convenienza politica, Walter Vollenweider, segretario della gioventu' operaia. Grazie alle nozze Siemsen acquista la cittadinanza svizzera e sfugge cosi' alla rigida normativa che impediva ai rifugiati in quel paese di potervi lavorare, nonche' di partecipare alla vita politica. Tra il 1934 e il 1935 completa il suo trattato Die gesellschaftlichen Grundlagen der Erziehung, poi pubblicato ad Amburgo nel 1948. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, Anna Siemsen vola in Spagna al seguito di una spedizione di un ente assistenziale svizzero.
Tra gli incarichi importanti che Anna Siemsen ricopre in Svizzera ricordiamo il lavoro alla sezione per l'educazione e la formazione del Partito socialdemocratico svizzero, nonche' la direzione del quotidiano femminile "Die Frau in Leben und Arbeit". Nel 1946 pubblica un'analisi molto acuta degli eventi politici mondiali, che reca il titolo Zehn Jahre Weltkrieg.
Anna Siemsen fa ritorno in Germania nel 1946, decisa a collaborare in modo definitivo alla costituzione di un ordinamento democratico del sistema tedesco dell'istruzione. Tuttavia, ostruzionismi di natura politica e burocratica le impediscono di assumere non solo cariche politiche, ma anche di riottenere il ruolo di docente universitario. Siemsen impiega gli ultimi anni della sua vita dando lezioni di pedagogia e di teoria della letteratura e lavora, su commissione del governo inglese, all'organizzazione di corsi per la formazione di maestri di scuola elementare. Muore ad Amburgo il 22 gennaio 1951.
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Opere: Erziehung im Gemeinschaftsgeist, saggio, 1921; Die Kunst des Erzaehlens, saggio, 1921; Stilproben, saggio, 1922; Literarische Streifzuege durch die Entwicklung der Europaeischen Gesellschaft, saggio, 1925; Beruf und Erziehung, saggio, 1926; Weltliche Kultur und weltliche Schule, saggio, 1927; Das Buch der Maedel, saggio, 1927; Politische Kunst und Kunstpolitik, saggio, 1927; Religioeses Kulturgut und weltliche Schule, saggio, 1927; Daheim in Europa. Unliterarische Streifzuege, saggio, 1928; Menschen und Menschenkinder aus aller Welt, saggio, 1928; Selbsterziehung der Jugend, saggio, 1929; Religion, Kirsche und Sozialismus, saggio, 1930; Auf dem Wege zum Sozialismus, saggio, 1932; Deutschland zwischen Gestern und Morgen, saggio, 1932; Spanisches Bilderbuch, saggio, 1937; Diktaturen oder europaeische Demokratie?, saggio, 1937; Sozialismus und sozialistische Bewegungen, saggio, 1943; Der Weg ins Freie, biografie, 1943; Zehn Jahre Weltkrieg. Eine Chronik in monatlichen Berichetn von Januar 1935 bis Mai 1945, saggio, 1946; Frau und Sozialismus, saggio, 1946; Einfuehrung in den Sozialismus, saggio, 1947; Frauenleben in drei Jahrtausenden. Maerchen der Wirklichkeit, saggio, 1948; Kunst und Politik. Ein Wort zu unserer Zeit und ihren Verpflichtungen, saggio, 1948; Das Buch der Freiheit. Stimmen der Voelker und Nationen aus vier Jahrtausenden, saggio, 1956.
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Critica: Hirscher, Elke, Anna Siemsen. Daheim in Europa, o. O., 1992; Lacaita, Francesca, Anna Siemsen. Per una nuova Europa. Scritti dall'esilio svizzero, Milano, 2010; Mayer, Christine, Anna Siemsen, in F. Kopitzsch - D. Brietzke (Hg.), Hamburgische Biografie. Personenlexikon, Bd. 1, Hamburg, 2001; Mevius, Ludolf, Anna Siemsen. Eine sozialistische Paedagogin, in U. Hochmuth u.a. (Hg.), Hamburg. Schule unterm Hackenkreuz, Hamburg, 1983; Pilz, Elke (Hg.), Das Ideal der Mitmenschlichkeit. Frauen und die sozialistische Idee, Wuerzburg, 2005; Reutter, Monika, Vom egoistischen 'Mein' zum solidarischen 'Unser'. Paedagoginnen zwischen Frauenbewegung und sozialistischer Revolution; Therese Schlesinger, Anna Siemsen, Alice Ruehle-Gerstel, in K. Ruf (Hg.), Bildung hat (k)ein Geschlecht, Frankfurt am Main, 1998, pp. 149-153; Rothe, Valentine, "Wir sehen das Ziel, wir suchen den Weg dahin". Zur Lebensgeschchte Anna Siemsen, eine Bonner Studentin, in Aspekte der Geschichte, Goettingen u.a., 1990, pp. 135-143; Schmoelders, Ralf, Anna Siemsen - sozialistische Paedagogin in der Weimarer Republik, in I. Brehmer (Hg.), Muetterlichkeit als Profession? Lebenslaeufe deutscher Paedagoginnen in der ersten Haelfte dieses Jahrhunderts, Band 1, Pfaffenweiler, 1990; Id., Personalbibliographie Anna Siemsen (1882-1951), hg. vom Archiv der Arbeiterjugendbewegung, Oer-Erkenschwick, 1992; Schmoelders, Ralf, Personalbibliographie Anna Siemsens (1882-1951), Oer-Erkenschwick, 1992; Schoppmann, Claudia (Hg.), Im Fluchtgepaeck die Sprache. Deutschsprachige Schriftstellerinnen im Exil, Berlin, 1991; Siemsen, August, Anna Siemsen. Leben und Werk, Hamburg-Frankfurt, 1951; Thielkind, Sigrid, Gute Europaerinnen. Anna Siemsen und Ruth Koerner im Exil, Essen, 2001; Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933- 1945, Giessen, 2004.
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Sitografia: www.uni-due.de/imperia/md/content/ekfg/sigrid_thielking_europaerinnen.pdf; www2.erzwiss.uni-hamburg.de/aktuell/Siemsen2.pdf; www2.erzwiss.uni-hamburg.de/aktuell/Siemsen.pdf; www.uni-hamburg.de/Dienste/anna_siemsen_e_print.html; www.europa.clio-online.de/site/lang__de/ItemID__395/mid__11428/40208214/default.aspx; www.arbeiterjugend.de/news/anna_siemsen.html; www2.uni-jena.de/erzwiss/stadtspaziergang/siemsen.htm
12. PROFILI. HILDE SPIEL
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Nasce a Vienna il 19 novembre 1911 in una famiglia di ebrei benestanti, assimilata da generazioni e convertitasi al cattolicesimo prima ancora della sua nascita. Il padre, l'ingegnere Hugo F. Spiel, era stato ufficiale dell'esercito austroungarico durante la prima guerra mondiale. Hilde Spiel riceve un'educazione laica e liberale. Dopo aver conseguito la maturita' presso la famosa scuola fondata dalla femminista Eugenie Schwarzwald (la "Schwarzwald-Schule"), studia filosofia, germanistica e psicologia all'Università di Vienna, dove segue le lezioni di Karl Kraus, di Karl Buehler e del filosofo Moritz Schlick, il rinomato rappresentante del neopositivismo logico che nel 1936 verra' ucciso con uno sparo da un suo ex studente davanti all'edificio dell'Universita'.
Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo Kati auf der Bruecke per il quale riceve l'ambito premio letterario "Julius Reich". Il romanzo ricostruisce l'ambiente degli intellettuali austriaci che negli anni Venti e Trenta gravitava intorno al "Caffe' Herrenhof", non lontano dalla "Schwarzwald-Schule". Punto d'incontro di scrittori, artisti, giornalisti e di ragazzine precoci come Kati, il microcosmo del Caffe' riproduce il dinamismo e insieme le tensioni di quegli anni attraverso uno spaccato su un milieu che era ben noto alla giovane scrittrice. Ancora nel 1933 Spiel entra a far parte del Partito Socialdemocratico e inizia a collaborare con la "Wirtschaftspsychologische Forschungsstelle" (Istituto di Ricerca di Psicologia dell'Economia) dell'Universita', finche', nel 1934, l'Istituto viene chiuso. Scrive racconti brevi che pubblica sulla "Neue Freie Presse" o sul "Neuer Wiener Journal" e altri quotidiani viennesi di orientamento liberale e, pertanto, relativamente aperti ai contributi femminili. Tra i suoi autori preferiti si contano Hugo von Hofmannsthal, Arthur Schnitzler, Virgina Woolf, Lev Tolstoj e Fedor Dostoevskij. Nel 1934, poco dopo l'assassinio di Dollfuss, si fidanza con lo scrittore tedesco Peter de Mendelssohn che sposa due anni dopo. Nel 1936 consegue anche la laurea in filosofia col massimo dei voti. La politica antisemita del governo austriaco, insieme all'omicidio di Moritz Schlick, spinge la coppia ad emigrare in Inghilterra nell'autunno di quello stesso anno. Prima pero' Hilde Spiel si reca in Italia con un amico, molto piu' anziano di lei, una specie di mentore che nelle memorie chiama sempre "il mago". Nonostante Mussolini prepari l'esercito per la guerra civile in Spagna e il fascismo costituisca la dolorosa realta' politica del paese, Spiel non si lascia distogliere dalla sua "Kunstreise" che dura varie settimane. Visita Venezia, Firenze, Perugia, Roma, infine Capri dove fa la conoscenza di Alberto Moravia, col quale rimarra' poi in contatto epistolare.
Quando si stabilisce con de Mendelssohn nella capitale britannica, la venticinquenne Hilde Spiel ha gia' al suo attivo poesie, racconti e tre romanzi. Il secondo, intitolato Der Sonderzug e ispirato da un breve viaggio a Parigi nella primavera del 1933, viene rifiutato a causa dei suoi contenuti politici dalla casa editrice Zsolany, che subisce le pressioni della dittatura austrofascista. Der Sonderzug non sara' mai pubblicato. Il terzo romanzo invece era uscito a Vienna nel 1935 col titolo Verwirrung am Wolfgangsee (ripubblicato nel 1961 col nuovo titolo Sommer am Wolfgangsee). Floete und Trommeln, quarto romanzo della serie, e' stato scritto in parte nel Salzkammergut, dove Spiel trascorre le ultime settimane prima di emigrare, in parte a Londra, e si ispira alle impressioni raccolte dall'autrice durante l'esperienza italiana. Floete und Trommeln rappresenta infatti il confronto letterario di Hilde Spiel col fascismo italiano. Anche se il manoscritto e' in tedesco, il testo esce in una prima edizione in lingua inglese nel gennaio del 1939, presso la Hutchinson & Co. di Londra col titolo Flute and Drums. La versione tedesca, invece, viene pubblicata a Vienna nel medesimo anno.
Durante l'esilio scrivere diventa per Spiel una vera e propria professione, anche se, nonostante la fama che presto si guadagna come giornalista e saggista, preferisce dedicarsi ai romanzi. Nel 1938 nasce la figlia Christine, futura traduttrice in lingua inglese di alcuni tra i libri piu' importanti della madre, nel 1944 il figlio Felix. Divenuta rapidamente padrona dell'inglese, Spiel lavora come corrispondente di guerra per il quotidiano "New Statesman" ed e' in questa veste che nel 1946 fara' ritorno in Austria. Nel frattempo, nel 1941, aveva ottenuto la cittadinanza britannica. A Vienna conosce il critico Hans Weigel, anche lui rimpatriato dall'esilio. Rientrata a Londra, il 7 marzo 1946, Hilde Spiel comincia a scrivere nella forma del resoconto di viaggio l'esperienza del ritorno in patria. Il testo uscira' nel 1968 col titolo Rueckkehr nach Wien.
Dalla fine del 1946 fino al 1948 vive a Berlino, dove ha accompagnato il marito che e' stato richiamato in Germania per contribuire alla ricostruzione della stampa. Qui Spiel lavora anche come critica teatrale per il quotidiano "Die Welt", di cui de Mendelsssohn e' redattore capo, e diviene presto una delle protagoniste della vita culturale della citta' divisa.
Nell'estate del 1948 fa ritorno a Londra e scrive come corrispondente per le pagine culturali di diverse testate tedesche come la "Weltwoche" o la "Sueddeutsche Zeitung". Welt im Widerschein (1960) e' il primo dei volumi che raccolgono gran parte degli articoli e saggi scritti da Spiel, il secondo uscira' molti anni dopo col titolo In meinem Garten schlendernd (1981). Nonostante le tiepide reazioni della critica, compreso il futuro amico Reich-Ranicki che all'uscita del romanzo Lisas Zimmer non le risparmia giudizi severi, Spiel tiene molto di piu' alla sua attivita' creativa che a quella giornalistica, nella quale eccelle e per la quale ancora oggi si ricorda. Nel 1961 esce il suo romanzo piu' famoso e piu' tradotto, col titolo The darkened Room. Ispirato da un viaggio compiuto negli Usa nel 1952, scritto nel 1958 e tradotto in tedesco dalla stessa Spiel nel 1965, Lisas Zimmer, titolo della versione tedesca, e' un "Emigrantenroman", nel quale si rappresenta la situazione degli esuli tedeschi e austriaci a New York dopo la seconda guerra mondiale.
Durante gli anni Cinquanta acquista una casa di vacanza presso il Wolfgangsee nel Salzkammergut, dove coltiva contatti e amicizie con scrittori come Alexander Lernet-Holenia, suo vicino di casa, o il promettente Thomas Bernhard. Nel 1961 esce il volume di memorie Die hellen und die finsteren Zeiten. Erinnerungen 1911-1946 (ripubblicato poi nel 1989) e nel 1962 la biografia Fanny von Arnstein oder die Emanzipation. Ein Frauenleben an der Zeitenwende 1758-1818, che Reich-Ranicki ha sempre ritenuto uno dei suoi libri migliori, anche se meno conosciuto. Intanto Spiel si afferma come una delle piu' quotate giornaliste e critiche letterarie del dopoguerra. Decisivo e' il contributo che ha dato in questa veste alla popolarita' dello scrittore Heimito von Doderer.
Nel 1963 si stabilisce definitivamente a Vienna, dove continua a lavorare come corrispondente per la "Frankfurter Allgemeine Zeitung", oltre che per la "Weltwoche" di Zurigo, per "Theater heute" o per "The Guardian". Tra i suoi saggi piu' famosi si ricordano: Das vertauschte Werkzeug. Schriftsteller in zwei Sprachen (1973), sul forzato bilinguismo degli scrittori in esilio, e il testo della conferenza Psychologie des Exils tenuta a un convegno sull'esilio organizzato a Vienna nel 1975. Dopo il divorzio da Peter de Mendelssohn, nel 1971 sposa in seconde nozze lo scrittore Hans Flesch-Brunningen, che purtroppo morira' solo dieci anni dopo. E' stata Segretario generale del PEN-Club degli scrittori austriaci dal 1966 al 1971, anno in cui ne diviene Vicepresidente. Quando poi, nel 1972, viene fortemente ostacolata nella candidatura a presidente, Spiel abbandona il gruppo ed entra a far parte del PEN-Zentrum della Repubblica Federale Tedesca. Contemporaneamente e' attiva anche per il P.E.N.-Club internazionale. Insieme a Heinrich Boell si batte per la liberazione degli scrittori incarcerati per dissidenza. E' anche membro della "Deutsche Akademie fuer Sprache und Dichtung" di Darmstadt.
Negli anni Ottanta riceve vari premi letterari tra cui nel 1988 il "Grosser Literaturpreis der Bayerischen Akademie der Schoenen Kuenste". Continua a scrivere racconti come Mirko und Franca, ambientato a Trieste (1980), romanzi come Die Fruechte des Wohlstands (1981), piccoli drammi come Anna und Anna (1988) e un secondo volume di memorie intitolato Welche Welt ist meine Welt? Erinnerungen 1946-1989 che vede uscire poco prima della morte avvenuta a Vienna il 30 novembre 1990.
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Opere: Kati auf der Bruecke, romanzo, 1933; Verwirrung am Wolfgangsee, romanzo, 1935; Floete und Trommeln, romanzo, 1939 (ingl. Flute and drums, 1939); Sir Laurence Olivier, saggio, 1958; Welt im Widerschein, antologia di saggi, 1960; Die hellen und die finsteren Zeiten. Erinnerungen 1911-1946, memorie, 1961 e 1989; Fanny von Arnstein oder Die Emanzipation, biografia, 1962; Lisas Zimmer, romanzo, 1965 (ingl. The darkened room, 1961); Rueckkehr nach Wien, resoconto di viaggio, 1968; Mirko und Franca, racconto, 1980; Die Fruechte des Wohlstands, romanzo, 1981; In meinem Garten schlendernd, raccolta di saggi, 1981; Englische Ansichten. Berichte aus Kultur, Geschichte und Politik, reportages, 1984; Ortsbestimmung. Weilheimer Hefte zur Literatur, saggi, 1984; Der Mann mit der Pelerine und andere Geschichten, racconti, 1985; Der Baumfrevel Neues Kapitel Aus Einem Ungeschriebenen Buch, 1987; Anna und Anna, dramoletto, 1988; Venedig, Theater der Traeume, saggio, 1988 (con Giosanna Crivelli e Thomas Klinger); Welche Welt ist meine Welt? Erinnerungen 1946-1989, memorie, 1990; Die Daemonie der Gemuetlichkeit. Glossen zur Zeit und andere Prosa, saggi, 1991; Das Haus des Dichters. Literarische Essays, Interpretationen, Rezensionen, saggi, 1992; Hilde Spiel - die grande dame. Gesprach mit Anne Linsel in der Reihe "Zeugen des Jahrhunderts", interviste, 1992; Briefwechsel, carteggio, 1995.
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Edizioni: England erzaehlt, Frankfurt a. M., 1960; William Shakespeare, Koenig Richard III, Frankfurt a. M. et. al., 1964; Der Wiener Kongress in Augenzeugenberichten, Duesseldorf, 1965; Die zeitgenoessische Literatur Oesterreichs, Zuerich et. al., 1976.
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Traduzioni in italiano: La camera di Lisa, Milano, 1968; Mirko e Franca, Trieste, 2003.
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Critica: Bellaria, Marta, L'opera pubblicistica di Hilde Spiel, Milano, 1993-94; Critchfield, Richard D., Hilde Spiel's "Die hellen und die finsteren Zeiten 1911-1946": The Struggle for Self-realization and the Crisis of Multiple Identities, in Id., When Lucifer Cometh. The Autobiographical Discourse of Writers and Intellectuals Exiled During the Third Reich, New York et. al, 1994, pp. 91-99; Everding, August, Menuette der Gefuehle. Matinee mit Hilde Spiel, "Literatur in Bayern", 18.XII.1989, pp. 6-9.; Howells, Christa Victoria, Heimat und Exil ihre Dynamik im Werk von Hilde Spiel, Ann Arbor, 1998; Klinger, Kurt, Bekenntnis zu Hilde Spiel, in Id., Theater und Tabus. Essays, Berichten, Reden, Eisenstadt-Wien, 1984, pp. 205-214; Kraus, Candida, [recensione di Mirko und Franca], "Literatur und Kritik", 16, 1981, p. 153; Kricheldorff, Hans, [recensione di Die Fruechte des Wohlstands], "Neue deutsche Hefte", 28, 1981, 2, pp. 377-378; Kruntorad, Paul, Hilde Spiel. Prosa in Oesterreich seit 1945, in Die zeitgenoessische Literatur Oesterreichs (2 voll), Frankfurt am Main, Fischer, 1980; Lietzmann, Sabine, Chronistin zweier Welten. Hilde Spiel zum 60. Geburtstag, "FAZ", 19.10.1971; Pabisch, Peter, Hilde Spiel. Femme de Lettres, MAL, 19, 1979, 3/4, pp. 392-421; Id., Hilde Spiels "Rueckkehr nach Wien", eine besondere Thematik des Exils, in Exil. Wirkung und Wertung. Ausgewaelte Beitraege zum fuenften Symposium ueber deutsche und oesterreichische Exilliteratur, a cura di D. G. Daviau e L. M. Fischer, Carolina, Camden Huse, 1985, p. 173-183; Reich-Ranicki, Marcel, Laudatio auf H. Spiel zum 70. Geburtstag, "Boersenblatt f. den deutschen Buchhandel", 38, 1982, 5, pp. 148-151; Id., Ueber Hilde Spiel, Muenchen, 1991; Id., Reden auf Hilde Spiel, Muenchen, 1991; Strickhausen, Waltraud, Im Zwiespalt zwischen Literatur und Publizistik. Deutungsversuche zum Gattungswechsel im Werk der Exilautorin Hilde Spiel, "Exilforschung. Ein internationales Jahrbuch", 7, Muenchen, 1989, pp. 166-183; Ead., "Das Exil ist eine Krankheit". Zu Hilde Spiels Darstellung der psychischen Auswirkungen des Exils, in Zwischenwelt 4. Literatur und Kultur des Exils in Grossbritannien, a cura di S. Bolbecher et. al. Wien, 1995, pp.141-158; Ead., Die Erzaehlerin Hilde Spiel oder "Der weite Wurf in die Finsternis", New York-Washington-Baltimore-San Francisco-Bern et. al., 1996; Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Zeller, Eva, Nicht Figur geworden. Laudatio auf Hilde Spiel, "Jb. Der Dt. Akademie f. Sprache und Dichtung", 1981, 2, pp. 63-66; Zimmer, Heidi, Hilde Spiel, in Neues Handbuch der deutschprachigen Gegenwartsliteratur seit 1945, Muenchen, 1990, pp. 1040-1042.
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Sitografia: www.fembio.org; www.literaturepochen.at/exil/a5075.html; http://diepresse.com/home/kultur/literatur/546125/Hilde-Spiel
13. PROFILI. MARGARETE SUSMAN
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Margarete Susman nasce il 14 ottobre 1872 e cresce tra Amburgo, citta' natale, e Hannover, ma gia' all'eta' di 10 anni si trasferisce con l'intera famiglia a Zurigo, dove completa gli studi primari e liceali. Il padre le impedisce di continuare gli studi all'universita' e cosi' Margarete rimane a casa, dove prende lezioni di pittura e inizia a scrivere le poesie raccolte nel volumetto Gedichte, apparso nel 1892.
Con la precoce morte paterna, nel 1894, la famiglia ritorna a Hannover. Margarete studia pittura tra Hannover e Parigi e filosofia tra Monaco e Berlino. Grazie all'amica Gertrud Kantorowicz ha il privilegio di conoscere Georg Simmel, che proprio a lei dedica il famoso testo Die Religion, uscito nel 1906. Durante le lezioni che Simmel tiene a Berlino Susman fa la conoscenza di Martin Buber, Georg Lukacs ed Ernst Bloch, con il quale stringe una lunga e salda amicizia. In quegli anni scrive anche le poesie raccolte nel volume Mein Land.
Nel 1906 la scrittrice sposa il pittore Eduard von Bendemann, che ha conosciuto a Parigi tre anni prima. La coppia si trasferisce dapprima in Svizzera, nelle vicinanze di Zurigo e poi nuovamente in Germania, a Saeckingen.
Nel 1907 Margarete Susman pubblica il volume di poesie Neue Gedichte e comincia la sua attivita' di giornalista scrivendo recensioni per la "Frankfurter Zeitung"; tutti questi articoli, a carattere prevalentemente culturale, convergono nel 1910 nel volume Das Wesen der modernen deutschen Lyrik.
Nel 1928, dopo il divorzio dal marito, Susman si trasferisce a Francoforte, dove comincia anche il suo impegno politico: al fianco di Andre' Gide e numerosi altri noti esponenti della cultura a lei contemporanea si batte a favore della comunicazione tra tedeschi e francesi e tra cristiani ed ebrei.
Nel 1933, con l'avvento al potere del partito nazionalsocialista, la scrittrice lascia la Germania e, dopo aver peregrinato tra la Svizzera, l'Inghilterra e l'Olanda, nel 1934 si stabilisce definitivamente a Zurigo. In quella citta' entra a far parte del circolo di intellettuali raccolti intorno alla figura del teologo e pacifista Leonhard Ragaz e due anni piu' tardi comincia a scrivere per la rivista da lui pubblicata, "Neue Wege".
In risposta alle critiche che vengono mosse al suo impegno politico e intellettuale, nel 1936 tiene una conferenza dal titolo Die geistigen Tragkraefte des Faschismus und ihre Bekaempfung. L'ardore e l'ardire del discorso della scrittrice vengono puniti con il divieto di pubblicazione impostole dal regime nazionalsocialista quello stesso anno.
Tra le sue opere piu' famose restano le poesie, le trattazioni a tema religioso o letterario e gli studi Das Buch Hiob und das Schicksal des juedischen Volkes del 1946 e Deutung einer grossen Liebe. Goethe und Charlotte von Stein del 1951.
Nel 1959 alla scrittrice viene conferita la laurea ad honorem della Freie Universitaet di Berlino, nel 1964 appare la sua autobiografia Ich habe viele Leben gelebt.
Margarete Susman muore a Zurigo, patria d'elezione, il 16 gennaio 1966.
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Opere: Gedichte, poesie, 1892; Mein Land, poesie, 1901; Neue Gedichte, poesie, 1907; Das Wesen der modernen deutschen Lyrik, poesia, 1910; Vom Sinn der Liebe, poesie, 1912; Die Liebenden, poesie, 1917; Die Revolution und die Frau, raccolta di saggi, 1918; Lieder von Tod und Erloesung, poesie, 1922; Das Kruzifix, novella, 1922; Frauen der Romantik, biografie, 1929; Das Buch Hiob und das Schicksal des juedischen Volkes, saggio, 1946; Deutung einer grossen Liebe: Goethe und Charlotte von Stein, saggio, 1951; Aus sich wandelnder Zeit, poesie, 1953; Gestalten und Kreise, raccolta di saggi, 1954; Deutung biblischer Gestalten, raccolta di saggi, 1955; Die geistige Gestalt Georg Simmels, saggio, 1959; Ich habe viele Leben gelebt, autobiografia, 1964; Vom Geheimnis der Freiheit, raccolta di saggi, 1965.
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Traduzioni italiane: Il libro di Giobbe e il destino del popolo ebraico, Firenze, 1999; Il senso dell'amore, Reggio Emilia, 2007.
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Critica: Alexander, K., Margarete Susman, "Wege des Zionismus", in "K. C. Bll." (Monatsschr. des Kartell-Convent-Verein), 7, 1917; Budke, Petra - Schulze, Jutta (Hg.), Schriftstellerinnen in Berlin, 1871 bis 1945. Ein Lexikon zu Leben und Werk, Berlin 1995; Goldschmidt, Hermann L., Leben und Werk Margarete Susmans, in "JbAKH", 1965; Joachimi-Dege, Marie, Margarete Susman, "Frauen der Romantik", in "N. Lit." 31, 1930; Kroeger, Ute, Zuerich, du mein blaues Wunder. Literarische Streifzuege durch eine europaeische Kulturstadt, Zuerich, 2004; Nordmann, Ingeborg, "Nicht verlockt: entschlossen und mit der Lyra". Die Essaystin Margarete Susman (1874-1956), Manuskript einer Sendung des WDR, 8.2.1991; Sonino, Claudia, Margarete Susman, un destino ebraico-tedesco, in R. Ascarelli (a cura di), Oltre la persecuzione: donne, ebraismo, memoria, Roma, 2004, pp. 33-42; Steer, Martina, "... da zeigte sich: der Mann hatte ihr keine Welt mehr anzubieten": Margarete Susman und die Frage der Frauenemanzipation, Bochum, 2001; Ueckert, Charlotte, Margarete Susman und Else Lasker-Schueler, Hamburg, 2000; Wall, Renate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004; Zudrell, Petra (Hg.), Der abgerissene Dialog: die intellektuelle Beziehung Gertrud Kantorowicz - Margarete Susman oder die Schweizer Grenze bei Hohenems als Endpunkt eines Fluchtversuchs, Innsbruck-Wien, 1999.
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Sitografia: www.nadir.org; www.ursulahomann.de; www.luise-berlin.de; www.exil-archiv.de; http://home.arcor.de; www.recensionifilosofiche.it
14. PROFILI. RUTH TASSONI
[Dal sito "Esilio, espatrio, migrazione al femminile nel Novecento tedesco" (www.exilderfrauen.it) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica curata da Stefania De Lucia]
Ruth Domino nasce a Berlino il 3 dicembre 1908, figlia di un funzionario prussiano e di madre ebrea. Frequenta il primo ciclo di studi a Berlino, ma durante il periodo della prima guerra mondiale vive con la madre in una piccola cittadina del nord della Germania.
Negli anni Venti la famiglia si trasferisce ad Amburgo, dove Ruth consegue il diploma di maturita'. In seguito si sposta a Vienna dove studia letteratura tedesca e storia all'universita', conseguendo anche il grado di dottore di ricerca con una tesi sull'espressionismo. Durante gli anni di studio si guadagna da vivere lavorando presso un orfanotrofio per bambini ciechi. Nel 1933 sposa il medico Fritz Jensen e acquista la cittadinanza austriaca. Dal marito si separa gia' nel 1937 e l'anno successivo, in seguito all'annessione dell'Austria alla Germania, emigra a Parigi come rifugiata. Nella capitale francese, proprio a causa di questa sua condizione di profuga, non puo' lavorare e per mantenersi scrive e vende i suoi primi racconti, che escono su riviste destinate agli emigrati, tra le quali ricordiamo "Das Wort".
Quando le truppe naziste giungono in Francia, nel 1941, la scrittrice fugge negli Stati Uniti d'America e si stabilisce nella colonia di artisti denominata "Yaddo", presso Saratoga Spring, a New York.
A partire dal 1943, Ruth Tassoni inizia la sua collaborazione, in lingua inglese, con la rivista mensile "Austro American Tribune" che, fondata dal medico viennese Wilhelm Gruendorfer, viene stampata a New York dal 1942 al 1948.
Nel 1950 Ruth sposa Mario Tassoni, professore di filosofia italiano, combattente partigiano durante la guerra e giunto in America, al termine del secondo conflitto mondiale, come studente di scambio.
La coppia si trasferisce in Italia, a Bergamo. Qui la scrittrice lavora come lettrice per la casa editrice Mondadori e pubblica i suoi scritti in giornali e riviste anche di critica letteraria, continua inoltre la sua collaborazione con riviste culturali statunitensi. Dopo una breve incursione nella lingua italiana con la pubblicazione di una raccolta di poesie, si dedica a una serie di sperimentazioni linguistiche, che abbandona su consiglio di un amico, per ritornare all'utilizzo del tedesco. La prima opera nata da questa riconversione alla lingua madre e' la raccolta di racconti Erinnerungskapsel, pubblicata nel 1987. Nel 1990, pubblica Lichtpunkte. Autobiographische Splitter, nel quale raccoglie i ricordi di una vita.
Ruth Tassoni muore a Bergamo il 14 novembre 1994.
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Opere: Deutsche Kinder spielen, racconto, 1942; Sole di solitudine, poesie, 1976; Erinnerungskapsel, racconti, 1987; Lichtpunkte, Autobiograpische Splitter, schizzi autobiografici, 1990; Der unerforschte Garten, racconti, 1994.
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Critica: Hackl, Erich, Angst, Hast, in "Die Zeit", 7, 1988; Id., Sturz durch die Schauplaetze der Erinnerung, in "Die Presse", 19.11.1994. Id., Ueber Abgruende hinweg, in "Mit der Ziehharmonika", 11, 1994, 4, 3f; Id., Zwischen Ottakring und Chicago, Salzburg-Wien, 1993; Forlani, Monica et. al. (a cura di), Ruth Domino Tassoni, Bergamo, 1996; Wall, Renate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Giessen, 2004.
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Sitografia: www.literaturepochen.at; www.exil-archiv.de
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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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