[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 23



 

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 23 del 15 luglio 2015

 

In questo numero:

1. Una proposta di azione contro il razzismo

2. Modelli di quattro lettere ai Comuni

3. Modelli di quattro lettere al Parlamento

4. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

5. In memoria di Walter Benjamin, di Nicola Abbagnano, di Jacques Derrida

6. Anna Bravo: Nota introduttiva all'appendice di testi di Primo Levi ed altri contenuti nel libro "Raccontare per la storia / Narratives for History"

 

1. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI AZIONE CONTRO IL RAZZISMO

 

E' necessario e urgente un impegno contro il razzismo in Italia. Ed invero vi sono gia' molte iniziative in corso. Quella che vorremmo proporre potrebbe essere agevole da condurre e produrre qualche risultato.

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Un ragionamento

Due sono gli obiettivi: il primo: ottenere, se possibile, risultati limitati ma concreti che vadano nella direzione del riconoscimento dei diritti fondamentali per il maggior numero possibile di esseri umani almeno nel nostro paese; il secondo: contrastare con le nostre voci e la nostra azione il discorso e la prassi dominanti, che sono il discorso e la prassi dei dominatori razzisti e schiavisti, dei signori della guerra e della barbarie.

L'idea e' di provare ad attivare alcune risorse istituzionali per contrastare il razzismo istituzionale.

La proposta e' di premere sui Comuni e sul Parlamento con una progressione degli obiettivi.

Alcuni provvedimenti - quelli che proponiamo ai Comuni - sono agevolmente ottenibili se si creano localmente dei gruppi (persone, associazioni, rappresentanze istituzionali...) capaci di premere nonviolentemente in modo adeguato e con la necessaria empatia e perseveranza; e sono agevolmente ottenibili perche' molti Comuni d'Italia li hanno gia' deliberati e realizzati, e quindi nulla osta in via di principio al fatto che altri Comuni li adottino a loro volta.

Le cose che chiediamo al Parlamento sono meno facilmente ottenibili, ma la nostra voce puo' comunque contribuire se non altro a suscitare una riflessione, a promuovere la coscientizzazione, a spostare i rapporti di forza, ad opporsi a ulteriori violenze smascherando la disumanita' delle scelte razziste e indicando cio' che invece sarebbe bene fare.

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Un metodo

Noi suggeriremmo a chi ci legge e condivide questa proposta di cominciare scrivendo di persona agli amministratori comunali ed ai parlamentari; poi proponendo ad altre persone di fare altrettanto; poi se possibile coinvolgendo anche associazioni e media ed attraverso essi sensibilizzando e coinvolgendo altre persone ancora; poi chiedendo incontri con i rappresentanti istituzionali; e perseverando.

Non vediamo bene un'iniziativa piramidale con un "coordinamento nazionale" e le modalita' burocratiche che ne conseguono. Preferiremmo un'iniziativa policentrica, in cui ogni persona possa agire da se', e meglio ancora con le persone con cui sente un'affinita', e meglio ancora se si riesce ad organizzare un coordinamento locale, ma tra pari e senza deleghe ed in cui le decisioni si prendono con la tecnica nonviolenta del metodo del consenso.

Una sola condizione poniamo come preliminare e ineludibile: la scelta della nonviolenza.

Proponiamo di cominciare e vedere cosa viene fuori. Comunque non sara' tempo sprecato.

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Ed ecco le proposte:

1. Quattro richieste ai Comuni:

1.1. affinche' il sindaco - qualora non lo abbia gia' fatto - informi, inviando loro una lettera, tutte le persone straniere diciottenni residenti o domiciliate nel territorio del Comune che siano nate in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice, rapida e meno dispendiosa di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto;

1.2. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli);

1.3. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune";

1.4. affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".

2. Quattro richieste al Parlamento:

2.1. affinche' legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti;

2.2. affinche' legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati;

2.3. affinche' legiferi l'abolizione di tutte le ulteriori misure palesemente razziste ed incostituzionali purtroppo tuttora presenti nell'ordinamento;

2.4. affinche' legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.

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Naturalmente

Sono naturalmente disponibili alcuni modelli di lettera (e molti materiali di riferimento) per ognuno di questi punti, che chi vuole prender parte all'iniziativa puo' riprodurre e adattare.

 

2. MATERIALI. MODELLI DI QUATTRO LETTERE AI COMUNI

 

Vi proponiamo i modelli (che naturalmente potrete adattare come meglio riterrete) di quattro lettere che potreste inviare ai Comuni per proporre alcuni atti amministrativi utili per contrastare il razzismo e per promuovere la democrazia, la solidarieta' e il rispetto dei diritti umani.

E precisamente:

1. un modello di lettera affinche' il sindaco - qualora non lo abbia gia' fatto - informi, inviando loro una lettera, tutte le persone straniere diciottenni residenti o domiciliate nel territorio del Comune che siano nate in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice, rapida e meno dispendiosa di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto;

2. un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli);

3. un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune";

4. un modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti".

Suggeriamo di inviare le lettere ai sindaci, agli assessori, ai consiglieri ed alla segreteria comunale (gli indirizzi di posta elettronica sono abitualmente segnalati nei siti istituzionali di cui ogni Comune dispone), ma anche ai mezzi d'informazione locali ed agli altri interlocutori che riterrete interessati a recepire e sostenere l'iniziativa.

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1. Modello di lettera affinche' il sindaco - qualora non lo abbia gia' fatto - informi, inviando loro una lettera, tutte le persone straniere diciottenni residenti o domiciliate nel territorio del Comune che siano nate in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice, rapida e meno dispendiosa di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto

Al Sindaco del Comune di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: proposta che il Comune di ... invii a tutti gli stranieri diciottenni residenti o domiciliati a ... che siano nati in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta' una lettera con cui li informi che la vigente legislazione prevede che nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno la possibilita' di ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza con una procedura alquanto piu' semplice e rapida di quella ordinaria per tutte le altre persone aventi diritto.

Signor Sindaco,

le segnaliamo che ai sensi della vigente normativa gli stranieri che siano nati in Italia ed in Italia legalmente residenti senza interruzioni fino al compimento del diciottesimo anno di eta', nel lasso di tempo tra il compimento del diciottesimo ed il compimento del diciannovesimo anno di eta' hanno facolta' di richiedere la cittadinanza italiana semplicemente facendone richiesta davanti all'Ufficiale di Stato Civile del Comune di residenza e che il Sindaco del Comune emette l'attestazione dell'acquisto della cittadinanza italiana entro 120 giorni dalla data di ricezione degli atti ricevuti dall'Ufficiale dello Stato Civile.

E' possibile che molti giovani che ne hanno diritto ignorino la norma e l'opportunita' che essa offre; sarebbe quindi cosa buona che il Comune provvedesse motu proprio ad informarli di quanto la legislazione dispone.

Le proponiamo quindi che il Comune di ... invii una lettera a tutti i giovani stranieri residenti o domiciliati nel territorio comunale che si trovino tra il diciottesimo ed il diciannovesimo anno di eta' nati in Italia ed in Italia residenti con cui li si informi di questa opportunita' e della procedura e degli adempimenti relativi.

Voglia gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

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2. Modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - attribuisca la cittadinanza onoraria alle bambine e ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa (ovvero a) tutte le bambine e tutti i bambini nate e nati nel territorio comunale da genitori non cittadini italiani; b) tutte le bambine e tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono nel territorio comunale; c) tutte le bambine e tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono nel territorio comunale ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli)

Al Sindaco del Comune di ...

Al Presidente del Consiglio comunale di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: proposta di delibera per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunità locale ha una relazione significativa e quindi impegnativa

Signor Sindaco,

signor Presidente del Consiglio comunale,

vi inviamo la seguente proposta di delibera.

Il Consiglio Comunale di ...

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone umane, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che la citta' di ... vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunita' di ... fanno parte tutte le persone che a ... nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a ... si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche in questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alla civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;

- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento Italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione di ... e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di ...:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a ... da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a ...;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a ... ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione delle figlie e dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunita' cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento Italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nate, nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di ... di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

Vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

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3. Modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la "Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune"

Al Sindaco del Comune di ...

Al Presidente del Consiglio comunale di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: Istituzione della Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune

Signor Sindaco,

signor Presidente del Consiglio comunale,

vi inviamo la seguente proposta di delibera.

Il Consiglio Comunale di ...,

premesso che il Comune di ... riconosce l'importanza della partecipazione della popolazione ai processi decisionali attraverso cui l'ente locale assume gli atti di sua competenza relativi all'amministrazione della citta';

considerato che della comunita' cittadina di ... fanno parte a pieno titolo le persone immigrate da altri paesi e regolarmente residenti ovvero domiciliate nel territorio comunale ma che non hanno la cittadinanza italiana;

riaffermato l'impegno a promuovere il dialogo e il confronto democratico fra la popolazione tutta e l'amministrazione comunale valorizzando anche il ruolo delle associazioni quali componenti essenziali del processo di coinvolgimento della popolazione nei procedimenti decisionali;

ritenuto doveroso promuovere interventi adeguati al fine di garantire la partecipazione popolare all'attivita' amministrativa e alla vita pubblica nel suo complesso;

delibera

di istituire la Consulta comunale delle persone straniere residenti nel Comune.

Essa sara' regolamentata secondo le modalita' previste ai sensi e per gli effetti del regolamento per l'istituzione delle Consulte Comunali tenuto conto delle ovvie specificita'.

Vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

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4. Modello di lettera affinche' il Comune - qualora non lo abbia gia' fatto - istituisca la presenza in Consiglio Comunale dei "consiglieri comunali stranieri aggiunti"

Al Sindaco del Comune di ...

Al Presidente del Consiglio comunale di ...

e per opportuna conoscenza:

a tutti gli assessori comunali

a tutti i consiglieri comunali

alla segreteria generale del Comune

Oggetto: proposta di istituzione dei consiglieri comunali stranieri aggiunti

Signor Sindaco,

signor Presidente del Consiglio comunale,

nel territorio del Comune di ... vivono e lavorano persone straniere che contribuiscono con la loro presenza, il loro lavoro ed i loro tributi al bene comune della citta'; ma queste persone non avendo la cittadinanza italiana non vedono riconosciuto il loro diritto a prendere parte alle decisioni pubbliche che tutte le persone riguardano;

mentre prosegue la pluridecennale iniziativa affinche' il Parlamento italiano finalmente renda effettivo il fondamentale diritto democratico "una persona, un voto" con una legge ordinaria che riconosca l'elettorato attivo e passivo agli oltre cinque milioni di immigrati regolarmente residenti in Italia perlomeno per quanto riguarda le elezioni amministrative comunali e regionali (per le elezioni politiche occorrerebbe verosimilmente una modifica costituzionale), in vari Comuni d'Italia gia' da alcuni decenni e' stata istituita la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", proprio per consentire a rappresentanti dei residenti stranieri - eletti dagli stessi stranieri residenti nel territorio comunale - di partecipare ai lavori dei consigli comunali e delle commissioni consiliari con pieno diritto di parola, quand'anche senza diritto di voto deliberativo.

Si propone pertanto che il Comune di ... istituisca la figura del "consigliere comunale straniero aggiunto", prendendo a modello una o piu' delle deliberazioni a tal fine assunte gia' da molti anni da vari Comuni d'Italia.

Vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

 

3. MATERIALI. MODELLI DI QUATTRO LETTERE AL PARLAMENTO

 

Vi proponiamo i modelli (che naturalmente potrete adattare come meglio riterrete) di quattro lettere che potreste inviare ai parlamentari per proporre alcuni atti legislativi utili per contrastare il razzismo e per promuovere la democrazia, la solidarieta' e il rispetto dei diritti umani.

E precisamente:

1. un modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia;

2. un modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati;

3. un modello di lettera affinche' il Parlamento abolisca tutte le misure palesemente razziste ed incostituzionali presenti nell'ordinamento;

4. un modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.

Suggeriamo di inviare le lettere ai parlamentari ed anche per conoscenza ai ministri (gli indirizzi di posta elettronica sono segnalati nei siti istituzionali della Camera, del Senato e del Governo), ma anche ai mezzi d'informazione locali e nazionali ed agli altri interlocutori che riterrete interessati a recepire e sostenere l'iniziativa.

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1. Modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia

Alle ed ai parlamentari della Repubblica

Oggetto: richiesta che il Parlamento italiano legiferi il diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia

Egregie ed egregi parlamentari,

vi scriviamo affinche' il Parlamento italiano legiferi il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative per tutte le persone residenti in Italia.

Risiedono regolarmente in Italia oltre cinque milioni di persone straniere che con la loro presenza, la loro cultura, il loro lavoro, i loro tributi, la loro umanita', i loro figli che in Italia crescono e studiano, arricchiscono il nostro paese sotto tutti i punti di vista.

Ma a queste persone e' assurdamente negato il diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che riguardano anche le loro vite; e' negato il diritto di voto finanche nelle elezioni amministrative. E con questo si nega il cardine stesso della democrazia, espresso nel classico motto "Una persona, un voto".

Ebbene, mentre per il riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni politiche, essendo legato alla cittadinanza, occorrerebbe forse una modifica costituzionale, per quanto riguarda l'esercizio dell'elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali e regionali nulla osta all'approvazione di una legge ordinaria che lo riconosca sulla base del mero requisito della residenza.

Con questa lettera siamo quindi a pregarvi di volervi impegnare in tal senso, presentando una proposta di legge ad hoc e promuovendo l'impegno delle altre e degli altri parlamentari solleciti a un tempo del pubblico bene, della democrazia, della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

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2. Modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati

Alle deputate ed ai deputati

alle senatrici ed ai senatori

Oggetto: proposta che il Parlamento legiferi l'abolizione dei Cie e di tutte le forme di detenzione di persone che non hanno commesso reati

Gentili deputate e deputati, gentili senatrici e senatori,

sono ancora presenti in Italia campi di concentramento in cui sono detenute persone che non hanno commesso alcun delitto: i Centri di identificazione ed espulsione (in sigla: Cie).

E' sufficiente averne notizia per rendersi conto che essi sono incompatibili con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

Voi ne avete notizia. Voi siete le legislatrici ed i legislatori del nostro paese.

Fate cessare questa barbarie. Ne avete il potere, ne avete il dovere.

Grazie fin d'ora per il vostro impegno: che sia concreto, che sia efficace.

Distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

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3. Modello di lettera affinche' il Parlamento abolisca tutte le misure palesemente razziste ed incostituzionali presenti nell'ordinamento.

Alle ed ai parlamentari

e per conoscenza alle ministre ed ai ministri

Oggetto: invito al Parlamento affinche' legiferi l'abolizione di tutte le misure palesemente razziste ed incostituzionali purtroppo tuttora presenti nell'ordinamento italiano

Gentili parlamentari,

gentili ministre e ministri,

da anni sono vigenti in Italia misure scandalosamente razziste e palesemente incostituzionali, misure che violano i diritti umani di persone perseguitate solo perche' straniere e povere.

Misure scandalosamente razziste e palesemente incostituzionali che favoreggiano i poteri criminali, la riduzione in schiavitu', violenze inaudite a vittime innocenti.

Queste misure criminali e criminogene vanno abolite.

Chiediamo al Parlamento di tornare al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, al rispetto della Dichiarazione universale dei diritti umani, alla civilta', all'umanita'.

Vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

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4. Modello di lettera affinche' il Parlamento legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia

Alle ed ai parlamentari della Repubblica italiana

Oggetto: richiesta che il Parlamento legiferi il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia

Gentilissime deputate e gentilissimi deputati,

gentilissime senatrici e gentilissimi senatori,

vi scriviamo per chiedervi una decisione impegnativa, una scelta di civilta'.

Voi sapete che i migranti che muoiono nel tentativo di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in fuga dalla fame, dalle guerre, dai disastri e dagli orrori, hanno pieno diritto di cercar di salvare le loro vite, ed hanno pieno diritto d'asilo nel nostro paese ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 10 inequivocabilmente afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".

Voi sapete che nessuna di queste persone morirebbe lungo il viaggio se fosse loro consentito di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Voi sapete che il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite, ed a maggior ragione questo e' il primo dovere di ogni istituzione, di ogni stato di diritto, di ogni sistema democratico, di ogni paese civile.

Nel nostro paese voi siete i detentori del potere di fare le leggi, ed attraverso una semplice legge voi potere salvare le vite di tanti esseri umani innocenti.

Una semplice legge che riconosca il diritto di tutti gli esseri umani di giungere in modo legale e sicuro in Italia.

Una semplice legge della quale potrete essere orgogliosi per il resto dei vostri giorni.

Omettere questo atto di umanita' comporterebbe il perdurare di un iniquo, crudele, disumano stato di cose che condanna alla sofferenza e alla morte tante persone innocenti.

Siate saggi, siate umani. Sappiate essere legislatori. Fedeli alla Costituzione, fedeli all'umanita'.

Ringraziandovi per l'attenzione, confidando sul vostre retto intendimento e sulla vostra volonta' buona, vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA

LUOGO E DATA

RECAPITO POSTALE, TELEFONICO ED E-MAIL DEL MITTENTE

 

4. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

5. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI WALTER BENJAMIN, DI NICOLA ABBAGNANO, DI JACQUES DERRIDA

 

Ricorre oggi, 15 luglio, l'anniversario della nascita di Walter Benjamin (Berlino, 15 luglio 1892 - Portbou, 26 settembre 1940), l'anniversario della nascita di Nicola Abbagnano (Salerno, 15 luglio 1901 - Milano, 9 settembre 1990), l'anniversario della nascita di Jacques Derrida (El Biar, 15 luglio 1930 - Parigi, 8 ottobre 2004). Tre illustri filosofi impegnati per la dignita' umana.

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Nel ricordo di Walter Benjamin, di Nicola Abbagnano, di Jacques Derrida, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

6. LIBRI. ANNA BRAVO: NOTA INTRODUTTIVA ALL'APPENDICE DI TESTI DI PRIMO LEVI ED ALTRI CONTENUTI NEL LIBRO "RACCONTARE PER LA STORIA / NARRATIVES FOR HISTORY"

[Ringraziamo Anna Bravo per averci messo a disposizione la seguente nota estratta dal suo libro Raccontare per la storia / Narratives for History, Einaudi, Torino 2014, pp. VI + 216, euro 18, traduzione inglese di Jonathan Hunt, pubblicato per iniziativa del "Centro internazionale di studi Primo Levi" (sito: www.primolevi.it).

Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Tra le opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008; (con Federico Cereja), Intervista a Primo Levi, ex deportato, Einaudi, Torino 2011; La conta dei salvati, Laterza, Roma-Bari 2013; Raccontare per la storia, Einaudi, Torino 2014.

Primo Levi e' nato a Torino nel 1919, e qui e' tragicamente scomparso nel 1987. Chimico, partigiano, deportato nel lager di Auschwitz, sopravvissuto, fu per il resto della sua vita uno dei piu' grandi testimoni della dignita' umana ed un costante ammonitore a non dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Le sue opere e la sua lezione costituiscono uno dei punti piu' alti dell'impegno civile in difesa dell'umanita'. Opere di Primo Levi: fondamentali sono Se questo e' un uomo, La tregua, Il sistema periodico, La ricerca delle radici, L'altrui mestiere, I sommersi e i salvati, tutti presso Einaudi; presso Garzanti sono state pubblicate le poesie di Ad ora incerta; sempre presso Einaudi nel 1997 e' apparso un volume di Conversazioni e interviste. Altri libri: Storie naturali, Vizio di forma, La chiave a stella, Lilit, Se non ora, quando?, tutti presso Einaudi; ed Il fabbricante di specchi, edito da "La Stampa". Ora l'intera opera di Primo Levi (e una vastissima selezione di pagine sparse) e' raccolta nei due volumi delle Opere, Einaudi, Torino 1997, a cura di Marco Belpoliti. Opere su Primo Levi: AA. VV., Primo Levi: il presente del passato, Angeli, Milano 1991; AA. VV., Primo Levi: la dignita' dell'uomo, Cittadella, Assisi 1994; Marco Belpoliti, Primo Levi, Bruno Mondadori, Milano 1998; Anna Bravo, Raccontare per la storia, Einaudi, Torino 2014; Massimo Dini, Stefano Jesurum, Primo Levi: le opere e i giorni, Rizzoli, Milano 1992; Ernesto Ferrero (a cura di), Primo Levi: un'antologia della critica, Einaudi, Torino 1997; Ernesto Ferrero, Primo Levi. La vita, le opere, Einaudi, Torino 2007; Giuseppe Grassano, Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze 1981; Gabriella Poli, Giorgio Calcagno, Echi di una voce perduta, Mursia, Milano 1992; Claudio Toscani, Come leggere "Se questo e' un uomo" di Primo Levi, Mursia, Milano 1990; Fiora Vincenti, Invito alla lettura di Primo Levi, Mursia, Milano 1976. Cfr. anche il sito del Centro Internazionale di Studi Primo Levi (www.primolevi.it)]

 

Gli insegnamenti di Primo Levi alla storiografia riguardano deportazione e genocidio, guerra e resistenza, le vicende e le culture dell'ebraismo italiano, ma sono un invito al coraggio intellettuale e alla chiarezza applicabile a ogni campo di ricerca. Piu' numerosi di quelli presenti nella mia lezione, questi insegnamenti si trovano, oltre che nei Sommersi e i salvati, in racconti, poesie, riflessioni. In questa appendice abbiamo raccolto alcune parti dei Sommersi e altri scritti di Levi, per dare a chi legge l'opportunita' di risalire dagli spunti contenuti nel mio discorso ai testi (a una selezione piu' ampia dei testi citati) da cui quegli spunti sono nati. Abbiamo aggiunto brani di altri autori e autrici che affrontano gli stessi temi di Levi, in termini a volte molto simili, a volte opposti.

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Primo Levi, La perversione razionale nei campi di sterminio; Hannah Arendt e Joachim Fest, da Eichmann o la banalita' del male. Intervista, lettere, documenti.

I primi due testi sono una recensione di Levi, La perversione razionale nei campi di sterminio, pubblicata nell'aprile 1952 in "Resistenza. Notiziario Gielle" (e solo da poco riemersa), e alcuni scorci di una conversazione radiofonica fra Hannah Arendt e Joachim Fest, avvenuta nel 1964, nel pieno della polemica intorno al resoconto sul processo Eichmann dell'autrice, accusata con inaudita violenza di aver criticato la condotta di alcuni Consigli ebraici e di aver sminuito i crimini nazisti con l'espressione "banalita' del male": il suo reportage e' nel volume La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme, uscito in inglese nel 1963 e in italiano l'anno successivo. Fest era un grande storico tedesco, autore fra l'altro di Io no. Ricordi d'infanzia e gioventu' (2006, trad. it. Garzanti, Milano 2007), in cui racconta il rifiuto categorico (pagato a caro prezzo) del padre di mischiarsi in qualsiasi modo con il regime - il che vale a confutare la tesi dell'irresistibile "potere di seduzione" del nazismo, invocato da intellettuali tedeschi di spicco per autoassolversi dalle proprie compromissioni.

E' interessante che lo sconosciuto giovane chimico italiano e una pensatrice politica di primissimo piano negli Stati Uniti e in Europa si incontrino nell'indicare i pericoli dell'intreccio fra mito dell'efficienza e burocratizzazione, insistano sulla mancanza di immaginazione dei criminali (non "angeli neri", ma pagliacci, dementi, clown), denuncino la scandalosa stupidita' dei loro seguaci, che li rende sordi e ciechi di fronte al male. La sintonia deve molto al comune rifiuto della speculazione astratta, e all'attaccamento alla verita' anche a costo di alti prezzi personali.

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Primo Levi, I sommersi e i salvati: brani scelti dai capitoli "La zona grigia" e "La vergogna"; Levi, Il superstite, da Ad ora incerta.

In questi brani dei Sommersi e i salvati si esprime al massimo l'impegno di Levi a contrastare le semplificazioni e le generalizzazioni indebite ancora oggi diffuse. Dopo un'analisi minuziosa della zona grigia, Levi riflette sulla contraddizione fra il senso di colpa e di vergogna del superstite e la sua consapevolezza di non aver danneggiato i compagni. Il senso di colpa (non la colpa) e' un dato reale, su cui e' pero' necessario distinguere. Una cosa e' il dolore nel ricordare un compagno o il rimorso per qualcosa che si e' fatto o si e'

omesso di fare. Altra cosa la vergogna per aver subito oppressione e umiliazioni, una sofferenza che le vittime, tutte le vittime, conoscono. E altra cosa e' la vergogna che il giusto prova davanti alla colpa altrui, cui non ha potuto opporsi. Altra cosa ancora e' il senso di colpa universale che e' il prezzo dell'incredibile fortuna di essere rimasti in vita in mezzo alla morte di massa, un sentimento che non e' esclusivo degli ex deportati: lo si trova fra i sopravvissuti di Hiroshima e di catastrofi naturali, eventi che si consumano in tempi cosi' stretti da rendere impossibile qualsiasi spiegazione diversa dal caso - il che non cancella il pensiero di essersi salvati "al posto" di qualcuno o di molti. Altra cosa sono infine l'angoscia e insieme il compiacimento per essere vivi, che, come scrive Elias Canetti, si possono provare anche quando la morte avviene in condizioni di normalita'.

All'interno del tema della zona grigia, Levi introduce l'esempio piu' drammatico, il lavoro delle "squadre speciali", di cui descrive i compiti e la peculiarita' del rapporto con gli aguzzini nazisti, sfidando chi legge a immaginarsi al posto di questi prigionieri.

La poesia Il reduce (1984) e' una sorta di faccia a faccia con il senso di colpa, ed e' dedicata all'amico e compagno Bruno Vasari; il ricorrere anche qui di volti coperti di polvere grigia richiama l'episodio del "nosismo", descritto con folgorante brevita' nei Sommersi.

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Primo Levi, Epigrafe e Partigia, da Ad ora incerta; Italo Calvino, Oltre il ponte, musica di Sergio Liberovici.

Le due poesie di Levi e la canzone di Calvino sembrano riferirsi a due storie differenti. Partigia (1981) racconta i resistenti in vecchiaia, dopo una vita di ordinaria piattezza, li invita a ritrovarsi per fermare il nemico, e subito si chiede: "Quale nemico? Ognuno e' nemico di ognuno, / Spaccato ognuno dalla sua propria frontiera, / La mano destra nemica della sinistra". Qui la resistenza non e' l'epopea capace di unire idee e persone le piu' diverse, e' contraddittoria, dolorosa - non per la durezza delle condizioni materiali, ma per i costi umani. Epigrafe (1952) suggerisce di quali costi possa trattarsi. Tutte e due le poesie sono lontanissime dalla retorica celebrativa, meste, quasi severe.

Calvino offre invece (nel 1959) un'immagine luminosa di audacia, coesione, spirito di avventura, sacrificio - e gioventu'. I partigiani hanno vent'anni, sono "scalzi e laceri eppure felici", fiduciosi nel futuro. Il protagonista racconta questa esperienza "estatica" a una ragazza che all'epoca non era nata, e che ha il ruolo di specchio accogliente per "tutto il bene del mondo" - incarnato senza chiaroscuri dalla resistenza.

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Lilia Davite, La testimonianza di un ex deportato in una scuola elementare della cintura torinese.

A partire da quale eta' e in che forme sia possibile comunicare la storia della deportazione e del genocidio e' tuttora oggetto di discussione. Di solito e' nelle scuole medie e superiori che i protagonisti dell'antifascismo, della resistenza e della deportazione sono piu' spesso chiamati a intervenire.

Questo testo racconta un'esperienza (forse la sola in Italia) condotta nel giugno '86 nelle quinte classi della scuola elementare "Don Milani" di Nichelino, per iniziativa di una insegnante e ricercatrice che aveva partecipato alla raccolta di storie di vita di deportate e deportati promossa dalla sezione piemontese dell'Associazione nazionale ex deportati (Aned), e alla loro pubblicazione. Davite illustra il percorso della sperimentazione, dalle notizie di massima sul nazismo e sui Lager fornite dalle docenti ai bambini fino ai due incontri con un testimone di grande talento narrativo, Ferruccio Maruffi. Riflette sulle difficolta' e i possibili equivoci, come l'assimilazione delle sofferenze del campo a quelle quotidiane. Giudica positive la tendenza spontanea dei bambini a pensare il Lager in termini di bene e di male, e il loro stupore di fronte alla crudelta'. Non idealizza gli scolari, ne' le altre docenti, ne' il testimone, e neppure la storia orale. Oltre che un importante termine di confronto per iniziative simili, il saggio e' dunque un utile controcanto all'attuale tendenza a ritenere "salvifico" il racconto dei protagonisti (o il viaggio scolastico ai Lager), e ad accreditare ai giovani in quanto giovani una particolare ricettivita'.

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Primo Levi, Agli amici, in Altre poesie.

Agli amici (fine 1985) e' una testimonianza forte e limpida della concezione leviana di soggettivita': non un'essenza immutabile chiusa in se stessa, ma il frutto mutevole dell'interazione con gli altri. E' anche una testimonianza della sua etica, fondata sulle relazioni piu' che sui principi generali. L'augurio di una stagione "lunga e mite" si puo' estendere a tutte le eta' della vita, e al mondo.

 

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 23 del 15 luglio 2015

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, centropaceviterbo at outlook.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/