[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 723



 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Numero 723 del 29 giugno 2015

 

In questo numero:

1. Scorciatoie

2. Lettera enciclica "Laudato si'" di papa Francesco sulla cura della casa comune. Capitolo sesto: Educazione e spiritualita' ecologica

3. Lettera enciclica "Laudato si'" di papa Francesco sulla cura della casa comune. Conclusione: Due preghiere

4. In memoria di Giacomo Leopardi, Paul Klee, Antoine de Saint-Exupery, Henri Lefebvre, Aldo Ellena, Margherita Hack

 

1. EDITORIALE. SCORCIATOIE

 

L'Europa e' la Grecia, non gli usurai.

L'umanita' sono le persone, non le casseforti.

Abolire le guerre, salvare le vite.

Cancellare i debiti, salvare le vite.

Ogni essere umano e' un essere umano.

Ogni essere umano e' un valore infinito.

Una sola umanita', un unico mondo vivente.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

2. TESTI. LETTERA ENCICLICA "LAUDATO SI'" DI PAPA FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE. CAPITOLO SESTO: EDUCAZIONE E SPIRITUALITA' ECOLOGICA

[Dal sito http://w2.vatican.va riprendiamo il capitolo sesto (nn. 202-245) della versione italiana della lettera enciclica del 24 maggio 2015 "Laudato si'" di papa Bergoglio]

 

202. Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto e' l'umanita' che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un'origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge cosi' una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implichera' lunghi processi di rigenerazione.

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I. Puntare su un altro stile di vita

203. Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l'essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo e' il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. Accade cio' che gia' segnalava Romano Guardini: l'essere umano "accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita cosi' come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine normalizzate e, nel complesso, lo fa con l'impressione che tutto questo sia ragionevole e giusto" (144). Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finche' conservano una pretesa liberta' di consumare, quando in realta' coloro che possiedono la liberta' sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario. In questa confusione, l'umanita' postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di se stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identita' si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.

204. La situazione attuale del mondo "provoca un senso di precarieta' e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo" (145). Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria avidita'. Piu' il cuore della persona e' vuoto, piu' ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realta' gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nemmeno un vero bene comune. Se tale e' il tipo di soggetto che tende a predominare in una societa', le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano le proprie necessita'. Percio' non pensiamo solo alla possibilita' di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perche' l'ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potra' provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.

205. Eppure, non tutto e' perduto, perche' gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all'estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di la' di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a se stessi con onesta', di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera liberta'. Non esistono sistemi che annullino completamente l'apertura al bene, alla verita' e alla bellezza, ne' la capacita' di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignita' che nessuno ha diritto di toglierle.

206. Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. E' cio' che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far si' che si smetta di acquistare certi prodotti e cosi' diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l'impatto ambientale e i modelli di produzione. E' un fatto che, quando le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo. Questo ci ricorda la responsabilita' sociale dei consumatori. "Acquistare e' sempre un atto morale, oltre che economico" (146). Per questo oggi "il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi" (147).

207. La Carta della Terra ci chiamava tutti a lasciarci alle spalle una fase di autodistruzione e a cominciare di nuovo, ma non abbiamo ancora sviluppato una coscienza universale che lo renda possibile. Per questo oso proporre nuovamente quella preziosa sfida: "Come mai prima d'ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio [...]. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilita', per l'accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita" (148).

208. E' sempre possibile sviluppare una nuova capacita' di uscire da se stessi verso l'altro. Senza di essa non si riconoscono le altre creature nel loro valore proprio, non interessa prendersi cura di qualcosa a vantaggio degli altri, manca la capacita' di porsi dei limiti per evitare la sofferenza o il degrado di cio' che ci circonda. L'atteggiamento fondamentale di auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e l'autoreferenzialita', e' la radice che rende possibile ogni cura per gli altri e per l'ambiente, e fa scaturire la reazione morale di considerare l'impatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di se'. Quando siamo capaci di superare l'individualismo, si puo' effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella societa'.

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II. Educare all'alleanza tra l'umanita' e l'ambiente

209. La coscienza della gravita' della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilita' ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell'ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.

210. L'educazione ambientale e' andata allargando i suoi obiettivi. Se all'inizio era molto centrata sull'informazione scientifica e sulla presa di coscienza e prevenzione dei rischi ambientali, ora tende a includere una critica dei "miti" della modernita' basati sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole) e anche a recuperare i diversi livelli dell'equilibrio ecologico: quello interiore con se stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio. L'educazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un'etica ecologica trae il suo senso piu' profondo. D'altra parte ci sono educatori capaci di reimpostare gli itinerari pedagogici di un'etica ecologica, in modo che aiutino effettivamente a crescere nella solidarieta', nella responsabilita' e nella cura basata sulla compassione.

211. Tuttavia, questa educazione, chiamata a creare una "cittadinanza ecologica", a volte si limita a informare e non riesce a far maturare delle abitudini. L'esistenza di leggi e norme non e' sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti, anche quando esista un valido controllo. Affinche' la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi e' necessario che la maggior parte dei membri della societa' l'abbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale. Solamente partendo dal coltivare solide virtu' e' possibile la donazione di se' in un impegno ecologico. Se una persona, benche' le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di piu', abitualmente si copre un po' invece di accendere il riscaldamento, cio' suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell'ambiente. E' molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed e' meraviglioso che l'educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L'educazione alla responsabilita' ambientale puo' incoraggiare vari comportamenti che hanno un'incidenza diretta e importante nella cura per l'ambiente, come evitare l'uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potra' mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e cosi' via. Tutto cio' fa parte di una creativita' generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell'essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, puo' essere un atto di amore che esprime la nostra dignita'.

212. Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella societa' che sempre produce frutti al di la' di quanto si possa constatare, perche' provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l'esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignita', ci conduce ad una maggiore profondita' esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo.

213. Gli ambiti educativi sono vari: la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi, e altri. Una buona educazione scolastica nell'infanzia e nell'adolescenza pone semi che possono produrre effetti lungo tutta la vita. Ma desidero sottolineare l'importanza centrale della famiglia, perche' "e' il luogo in cui la vita, dono di Dio, puo' essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui e' esposta, e puo' svilupparsi secondo le esigenze di un'autentica crescita umana. Contro la cosiddetta cultura della morte, la famiglia costituisce la sede della cultura della vita" (149). Nella famiglia si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio l'uso corretto delle cose, l'ordine e la pulizia, il rispetto per l'ecosistema locale e la protezione di tutte le creature. La famiglia e' il luogo della formazione integrale, dove si dispiegano i diversi aspetti, intimamente relazionati tra loro, della maturazione personale. Nella famiglia si impara a chiedere permesso senza prepotenza, a dire "grazie" come espressione di sentito apprezzamento per le cose che riceviamo, a dominare l'aggressivita' o l'avidita', e a chiedere scusa quando facciamo qualcosa di male. Questi piccoli gesti di sincera cortesia aiutano a costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda.

214. Alla politica e alle varie associazioni compete uno sforzo di formazione delle coscienze. Compete anche alla Chiesa. Tutte le comunita' cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Spero altresi' che nei nostri seminari e nelle case religiose di formazione si educhi ad una austerita' responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla cura per la fragilita' dei poveri e dell'ambiente. Poiche' grande e' la posta in gioco, cosi' come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli attacchi all'ambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di educarci l'un l'altro.

215. In questo contesto, "non va trascurata [...] la relazione che c'e' tra un'adeguata educazione estetica e il mantenimento di un ambiente sano" (150). Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non e' strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli. Allo stesso tempo, se si vuole raggiungere dei cambiamenti profondi, bisogna tener presente che i modelli di pensiero influiscono realmente sui comportamenti. L'educazione sara' inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all'essere umano, alla vita, alla societa' e alla relazione con la natura. Altrimenti continuera' ad andare avanti il modello consumistico trasmesso dai mezzi di comunicazione e attraverso gli efficaci meccanismi del mercato.

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III. La conversione ecologica

216. La grande ricchezza della spiritualita' cristiana, generata da venti secoli di esperienze personali e comunitarie, costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare l'umanita'. Desidero proporre ai cristiani alcune linee di spiritualita' ecologica che nascono dalle convinzioni della nostra fede, perche' cio' che il Vangelo ci insegna ha conseguenze sul nostro modo di pensare, di sentire e di vivere. Non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualita' al fine di alimentare una passione per la cura del mondo. Infatti non sara' possibile impegnarsi in cose grandi soltanto con delle dottrine, senza una mistica che ci animi, senza "qualche movente interiore che da' impulso, motiva, incoraggia e da' senso all'azione personale e comunitaria" (151). Dobbiamo riconoscere che non sempre noi cristiani abbiamo raccolto e fatto fruttare le ricchezze che Dio ha dato alla Chiesa, dove la spiritualita' non e' disgiunta dal proprio corpo, ne' dalla natura o dalle realta' di questo mondo, ma piuttosto vive con esse e in esse, in comunione con tutto cio' che ci circonda.

217. Se "i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perche' i deserti interiori sono diventati cosi' ampi" (152), la crisi ecologica e' un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticita', spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l'ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell'incontro con Gesu' nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell'opera di Dio e' parte essenziale di un'esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell'esperienza cristiana.

218. Ricordiamo il modello di san Francesco d'Assisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro. I Vescovi dell'Australia hanno saputo esprimere la conversione in termini di riconciliazione con il creato: "Per realizzare questa riconciliazione dobbiamo esaminare le nostre vite e riconoscere in che modo offendiamo la creazione di Dio con le nostre azioni e con la nostra incapacita' di agire. Dobbiamo fare l'esperienza di una conversione, di una trasformazione del cuore" (153).

219. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo attuale. I singoli individui possono perdere la capacita' e la liberta' di vincere la logica della ragione strumentale e finiscono per soccombere a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale. Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali: "Le esigenze di quest'opera saranno cosi' immense che le possibilita' delle iniziative individuali e la cooperazione dei singoli, individualisticamente formati, non saranno in grado di rispondervi. Sara' necessaria una unione di forze e una unita' di contribuzioni" (154). La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo e' anche una conversione comunitaria.

220. Tale conversione comporta vari atteggiamenti che si coniugano per attivare una cura generosa e piena di tenerezza. In primo luogo implica gratitudine e gratuita', vale a dire un riconoscimento del mondo come dono ricevuto dall'amore del Padre, che provoca come conseguenza disposizioni gratuite di rinuncia e gesti generosi anche se nessuno li vede o li riconosce: "Non sappia la tua sinistra cio' che fa la tua destra [...] e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompensera'" (Mt 6,3-4). Implica pure l'amorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dell'universo una stupenda comunione universale. Per il credente, il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro, riconoscendo i legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli esseri. Inoltre, facendo crescere le capacita' peculiari che Dio ha dato a ciascun credente, la conversione ecologica lo conduce a sviluppare la sua creativita' e il suo entusiasmo, al fine di risolvere i drammi del mondo, offrendosi a Dio "come sacrificio vivente, santo e gradito" (Rm 12,1). Non interpreta la propria superiorita' come motivo di gloria personale o di dominio irresponsabile, ma come una diversa capacita' che a sua volta gli impone una grave responsabilita' che deriva dalla sua fede.

221. Diverse convinzioni della nostra fede, sviluppate all'inizio di questa Enciclica, aiutano ad arricchire il senso di tale conversione, come la consapevolezza che ogni creatura riflette qualcosa di Dio e ha un messaggio da trasmetterci, o la certezza che Cristo ha assunto in se' questo mondo materiale e ora, risorto, dimora nell'intimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con la sua luce. Come pure il riconoscere che Dio ha creato il mondo inscrivendo in esso un ordine e un dinamismo che l'essere umano non ha il diritto di ignorare. Quando leggiamo nel Vangelo che Gesu' parla degli uccelli e dice che "nemmeno uno di essi e' dimenticato davanti a Dio" (Lc 12,6), saremo capaci di maltrattarli e far loro del male? Invito tutti i cristiani a esplicitare questa dimensione della propria conversione, permettendo che la forza e la luce della grazia ricevuta si estendano anche alla relazione con le altre creature e con il mondo che li circonda, e susciti quella sublime fratellanza con tutto il creato che san Francesco d'Assisi visse in maniera cosi' luminosa.

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IV. Gioia e pace

222. La spiritualita' cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualita' della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. E' importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che "meno e' di piu'". Infatti il costante cumulo di possibilita' di consumare distrae il cuore e impedisce di apprezzare ogni cosa e ogni momento. Al contrario, rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realta', per quanto piccola possa essere, ci apre molte piu' possibilita' di comprensione e di realizzazione personale. La spiritualita' cristiana propone una crescita nella sobrieta' e una capacita' di godere con poco. E' un ritorno alla semplicita' che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilita' che offre la vita senza attaccarci a cio' che abbiamo ne' rattristarci per cio' che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piaceri.

223. La sobrieta', vissuta con liberta' e consapevolezza, e' liberante. Non e' meno vita, non e' bassa intensita', ma tutto il contrario. Infatti quelli che gustano di piu' e vivono meglio ogni momento sono coloro che smettono di beccare qua e la', cercando sempre quello che non hanno, e sperimentano cio' che significa apprezzare ogni persona e ad ogni cosa, imparano a familiarizzare con le realta' piu' semplici e ne sanno godere. In questo modo riescono a ridurre i bisogni insoddisfatti e diminuiscono la stanchezza e l'ansia. Si puo' aver bisogno di poco e vivere molto, soprattutto quando si e' capaci di dare spazio ad altri piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nell'arte, nel contatto con la natura, nella preghiera. La felicita' richiede di saper limitare alcune necessita' che ci stordiscono, restando cosi' disponibili per le molteplici possibilita' che offre la vita.

224. La sobrieta' e l'umilta' non hanno goduto nell'ultimo secolo di una positiva considerazione. Quando pero' si indebolisce in modo generalizzato l'esercizio di qualche virtu' nella vita personale e sociale, cio' finisce col provocare molteplici squilibri, anche ambientali. Per questo non basta piu' parlare solo dell'integrita' degli ecosistemi. Bisogna avere il coraggio di parlare dell'integrita' della vita umana, della necessita' di promuovere e di coniugare tutti i grandi valori. La scomparsa dell'umilta', in un essere umano eccessivamente entusiasmato dalla possibilita' di dominare tutto senza alcun limite, puo' solo finire col nuocere alla societa' e all'ambiente. Non e' facile maturare questa sana umilta' e una felice sobrieta' se diventiamo autonomi, se escludiamo dalla nostra vita Dio e il nostro io ne occupa il posto, se crediamo che sia la nostra soggettivita' a determinare cio' che e' bene e cio' che e' male.

225. D'altra parte, nessuna persona puo' maturare in una felice sobrieta' se non e' in pace con se stessa. E parte di un'adeguata comprensione della spiritualita' consiste nell'allargare la nostra comprensione della pace, che e' molto piu' dell'assenza di guerra. La pace interiore delle persone e' molto legata alla cura dell'ecologia e al bene comune, perche', autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacita' di stupore che conduce alla profondita' della vita. La natura e' piena di parole d'amore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dell'apparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocita' per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto cio' che hanno intorno a se'. Questo incide sul modo in cui si tratta l'ambiente. Un'ecologia integrale richiede di dedicare un po' di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in cio' che ci circonda, e la cui presenza "non deve essere costruita, ma scoperta e svelata" (155).

226. Stiamo parlando di un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a cio' che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesu' ci insegnava questo atteggiamento quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, "fisso' lo sguardo su di lui" e "lo amo'" (Mc 10,21). Lui si' che sapeva stare pienamente presente davanti ad ogni essere umano e davanti ad ogni creatura, e cosi' ci ha mostrato una via per superare l'ansieta' malata che ci rende superficiali, aggressivi e consumisti sfrenati.

227. Un'espressione di questo atteggiamento e' fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti. Propongo ai credenti che riprendano questa preziosa abitudine e la vivano con profondita'. Tale momento della benedizione, anche se molto breve, ci ricorda il nostro dipendere da Dio per la vita, fortifica il nostro senso di gratitudine per i doni della creazione, e' riconoscente verso quelli che con il loro lavoro forniscono questi beni, e rafforza la solidarieta' con i piu' bisognosi.

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V. Amore civile e politico

228. La cura per la natura e' parte di uno stile di vita che implica capacita' di vivere insieme e di comunione. Gesu' ci ha ricordato che abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. L'amore fraterno puo' solo essere gratuito, non puo' mai essere un compenso per cio' che un altro realizza, ne' un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo e' possibile amare i nemici. Questa stessa gratuita' ci porta ad amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benche' non si sottomettano al nostro controllo. Per questo possiamo parlare di una fraternita' universale.

229. Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilita' verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Gia' troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell'etica, della bonta', della fede, dell'onesta', ed e' arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialita' ci e' servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l'uno contro l'altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudelta' e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell'ambiente.

230. L'esempio di santa Teresa di Lisieux ci invita alla pratica della piccola via dell'amore, a non perdere l'opportunita' di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia. Un'ecologia integrale e' fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell'egoismo. Viceversa, il mondo del consumo esasperato e' al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma.

231. L'amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, e' anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore. L'amore per la societa' e l'impegno per il bene comune sono una forma eminente di carita', che riguarda non solo le relazioni tra gli individui, ma anche "macro-relazioni, rapporti sociali, economici, politici" (156). Per questo la Chiesa ha proposto al mondo l'ideale di una "civilta' dell'amore" (157). L'amore sociale e' la chiave di un autentico sviluppo: "Per rendere la societa' piu' umana, piu' degna della persona, occorre rivalutare l'amore nella vita sociale - a livello, politico, economico, culturale - facendone la norma costante e suprema dell'agire" (158). In questo quadro, insieme all'importanza dei piccoli gesti quotidiani, l'amore sociale ci spinge a pensare a grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado ambientale e incoraggino una cultura della cura che impregni tutta la societa'. Quando qualcuno riconosce la vocazione di Dio a intervenire insieme con gli altri in queste dinamiche sociali, deve ricordare che cio' fa parte della sua spiritualita', che e' esercizio della carita', e che in tal modo matura e si santifica.

232. Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla societa' fiorisce una innumerevole varieta' di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l'ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che e' di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Cosi' una comunita' si libera dall'indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un'identita' comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualita' della vita dei piu' poveri, con un senso di solidarieta' che e' allo stesso tempo consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato. Queste azioni comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in intense esperienze spirituali.

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VI. I segni sacramentali e il riposo celebrativo

233. L'universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi c'e' un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero (159). L'ideale non e' solo passare dall'esteriorita' all'interiorita' per scoprire l'azione di Dio nell'anima, ma anche arrivare a incontrarlo in tutte le cose, come insegnava san Bonaventura: "La contemplazione e' tanto piu' elevata quanto piu' l'uomo sente in se' l'effetto della grazia divina o quanto piu' sa riconoscere Dio nelle altre creature" (160).

234. San Giovanni della Croce insegnava che tutto quanto c'e' di buono nelle cose e nelle esperienze del mondo "si trova eminentemente in Dio in maniera infinita o, per dire meglio, Egli e' ognuna di queste grandezze che si predicano" (161). Non e' perche' le cose limitate del mondo siano realmente divine, ma perche' il mistico sperimenta l'intimo legame che c'e' tra Dio e tutti gli esseri, e cosi' "sente che Dio e' per lui tutte le cose" (162). Se ammira la grandezza di una montagna, non puo' separare questo da Dio, e percepisce che tale ammirazione interiore che egli vive deve depositarsi nel Signore: "Le montagne hanno delle cime, sono alte, imponenti, belle, graziose, fiorite e odorose. Come quelle montagne e' l'Amato per me. Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di dolci acque. Per la varieta' dei loro alberi e per il soave canto degli uccelli ricreano e dilettano grandemente il senso e nella loro solitudine e nel loro silenzio offrono refrigerio e riposo: queste valli e' il mio Amato per me" (163).

235. I Sacramenti sono un modo privilegiato in cui la natura viene assunta da Dio e trasformata in mediazione della vita soprannaturale. Attraverso il culto siamo invitati ad abbracciare il mondo su un piano diverso. L'acqua, l'olio, il fuoco e i colori sono assunti con tutta la loro forza simbolica e si incorporano nella lode. La mano che benedice e' strumento dell'amore di Dio e riflesso della vicinanza di Cristo che e' venuto ad accompagnarci nel cammino della vita. L'acqua che si versa sul corpo del bambino che viene battezzato e' segno di vita nuova. Non fuggiamo dal mondo ne' neghiamo la natura quando vogliamo incontrarci con Dio. Questo si puo' percepire specialmente nella spiritualita' dell'Oriente cristiano: "La bellezza, che in Oriente e' uno dei nomi con cui piu' frequentemente si suole esprimere la divina armonia e il modello dell'umanita' trasfigurata, si mostra dovunque: nelle forme del tempio, nei suoni, nei colori, nelle luci e nei profumi" (164). Per l'esperienza cristiana, tutte le creature dell'universo materiale trovano il loro vero senso nel Verbo incarnato, perche' il Figlio di Dio ha incorporato nella sua persona parte dell'universo materiale, dove ha introdotto un germe di trasformazione definitiva: "Il Cristianesimo non rifiuta la materia, la corporeita'; al contrario, la valorizza pienamente nell'atto liturgico, nel quale il corpo umano mostra la propria natura intima di tempio dello Spirito e arriva a unirsi al Signore Gesu', anche Lui fatto corpo per la salvezza del mondo" (165).

236. Nell'Eucaristia il creato trova la sua maggiore elevazione. La grazia, che tende a manifestarsi in modo sensibile, raggiunge un'espressione meravigliosa quando Dio stesso, fatto uomo, arriva a farsi mangiare dalla sua creatura. Il Signore, al culmine del mistero dell'Incarnazione, volle raggiungere la nostra intimita' attraverso un frammento di materia. Non dall'alto, ma da dentro, affinche' nel nostro stesso mondo potessimo incontrare Lui. Nell'Eucaristia e' gia' realizzata la pienezza, ed e' il centro vitale dell'universo, il centro traboccante di amore e di vita inesauribile. Unito al Figlio incarnato, presente nell'Eucaristia, tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l'Eucaristia e' di per se' un atto di amore cosmico: "Si', cosmico! Perche' anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l'Eucaristia e' sempre celebrata, in certo senso, sull'altare del mondo" (166). L'Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che e' uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico "la creazione e' protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l'unificazione con il Creatore stesso" (167). Percio' l'Eucaristia e' anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l'ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato.

237. La domenica, la partecipazione all'Eucaristia ha un'importanza particolare. Questo giorno, cosi' come il sabato ebraico, si offre quale giorno del risanamento delle relazioni dell'essere umano con Dio, con se stessi, con gli altri e con il mondo. La domenica e' il giorno della Risurrezione, il "primo giorno" della nuova creazione, la cui primizia e' l'umanita' risorta del Signore, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realta' creata. Inoltre, questo giorno annuncia "il riposo eterno dell'uomo in Dio" (168). In tal modo, la spiritualita' cristiana integra il valore del riposo e della festa. L'essere umano tende a ridurre il riposo contemplativo all'ambito dello sterile e dell'inutile, dimenticando che cosi' si toglie all'opera che si compie la cosa piu' importante: il suo significato. Siamo chiamati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che e' diversa da una semplice inattivita'. Si tratta di un'altra maniera di agire che fa parte della nostra essenza. In questo modo l'azione umana e' preservata non solo da un vuoto attivismo, ma anche dalla sfrenata voracita' e dall'isolamento della coscienza che porta a inseguire l'esclusivo beneficio personale. La legge del riposo settimanale imponeva di astenersi dal lavoro nel settimo giorno, "perche' possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero" (Es 23,12). Il riposo e' un ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri. Cosi', il giorno di riposo, il cui centro e' l'Eucaristia, diffonde la sua luce sull'intera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri.

*

VII. La Trinita' e la relazione tra le creature

238. Il Padre e' la fonte ultima di tutto, fondamento amoroso e comunicativo di quanto esiste. Il Figlio, che lo riflette, e per mezzo del quale tutto e' stato creato, si uni' a questa terra quando prese forma nel seno di Maria. Lo Spirito, vincolo infinito d'amore, e' intimamente presente nel cuore dell'universo animando e suscitando nuovi cammini. Il mondo e' stato creato dalle tre Persone come unico principio divino, ma ognuna di loro realizza questa opera comune secondo la propria identita' personale. Per questo, "quando contempliamo con ammirazione l'universo nella sua grandezza e bellezza, dobbiamo lodare tutta la Trinita'" (169).

239. Per i cristiani, credere in un Dio unico che e' comunione trinitaria porta a pensare che tutta la realta' contiene in se' un'impronta propriamente trinitaria. San Bonaventura arrivo' ad affermare che l'essere umano, prima del peccato, poteva scoprire come ogni creatura "testimonia che Dio e' trino". Il riflesso della Trinita' si poteva riconoscere nella natura "quando ne' quel libro era oscuro per l'uomo, ne' l'occhio dell'uomo si era intorbidato" (170). Il santo francescano ci insegna che ogni creatura porta in se' una struttura propriamente trinitaria, cosi' reale che potrebbe essere spontaneamente contemplata se lo sguardo dell'essere umano non fosse limitato, oscuro e fragile. In questo modo ci indica la sfida di provare a leggere la realta' in chiave trinitaria.

240. Le Persone divine sono relazioni sussistenti, e il mondo, creato secondo il modello divino, e' una trama di relazioni. Le creature tendono verso Dio, e a sua volta e' proprio di ogni essere vivente tendere verso un'altra cosa, in modo tale che in seno all'universo possiamo incontrare innumerevoli relazioni costanti che si intrecciano segretamente (171). Questo non solo ci invita ad ammirare i molteplici legami che esistono tra le creature, ma ci porta anche a scoprire una chiave della nostra propria realizzazione. Infatti la persona umana tanto piu' cresce, matura e si santifica quanto piu' entra in relazione, quando esce da se stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. Cosi' assume nella propria esistenza quel dinamismo trinitario che Dio ha impresso in lei fin dalla sua creazione. Tutto e' collegato, e questo ci invita a maturare una spiritualita' della solidarieta' globale che sgorga dal mistero della Trinita'.

*

VIII. La Regina di tutto il creato

241. Maria, la madre che ebbe cura di Gesu', ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Cosi' come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesu', ora ha compassione della sofferenza dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano. Ella vive con Gesu' completamente trasfigurata, e tutte le creature cantano la sua bellezza. E' la Donna "vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo" (Ap 12,1). Elevata al cielo, e' Madre e Regina di tutto il creato. Nel suo corpo glorificato, insieme a Cristo risorto, parte della creazione ha raggiunto tutta la pienezza della sua bellezza. Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesu', che "custodiva" con cura (cfr Lc 2,19.51), ma ora anche comprende il senso di tutte le cose. Percio' possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi piu' sapienti.

242. Insieme a lei, nella santa famiglia di Nazaret, risalta la figura di san Giuseppe. Egli ebbe cura e difese Maria e Gesu' con il suo lavoro e la sua presenza generosa, e li libero' dalla violenza degli ingiusti portandoli in Egitto. Nel Vangelo appare come un uomo giusto, lavoratore, forte. Ma dalla sua figura emerge anche una grande tenerezza, che non e' propria di chi e' debole ma di chi e' veramente forte, attento alla realta' per amare e servire umilmente. Per questo e' stato dichiarato custode della Chiesa universale. Anche lui puo' insegnarci ad aver cura, puo' motivarci a lavorare con generosita' e tenerezza per proteggere questo mondo che Dio ci ha affidato.

*

IX. Al di la' del sole

243. Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l'infinita bellezza di Dio (cfr 1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell'universo, che partecipera' insieme a noi della pienezza senza fine. Si', stiamo viaggiando verso il sabato dell'eternita', verso la nuova Gerusalemme, verso la casa comune del cielo. Gesu' ci dice: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" (Ap 21,5). La vita eterna sara' una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occupera' il suo posto e avra' qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati.

244. Nell'attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci e' stata affidata, sapendo che cio' che di buono vi e' in essa verra' assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perche' "se il mondo ha un principio ed e' stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che e' il suo Creatore" (172). Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza.

245. Dio, che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le forze e la luce di cui abbiamo bisogno per andare avanti. Nel cuore di questo mondo rimane sempre presente il Signore della vita che ci ama tanto. Egli non ci abbandona, non ci lascia soli, perche' si e' unito definitivamente con la nostra terra, e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove strade. A Lui sia lode!

*

Note

144. Das Ende der Neuzeit, Wuerzburg 1965 (9), 66-67 (ed. it. La fine dell'epoca moderna, Brescia 1987, 61).

145. Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 1: AAS 82 (1990), 147.

146. Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 66: AAS 101 (2009), 699.

147. Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, 11: AAS 102 (2010), 48.

148. Carta della Terra, L'Aja (29 giugno 2000).

149. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (primo maggio 1991), 39: AAS 83 (1991), 842.

150. Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 14: AAS 82 (1990), 155.

151. Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 261: AAS 105 (2013), 1124.

152. Benedetto XVI, Omelia per il solenne inizio del ministero petrino (24 aprile 2005): AAS 97 (2005), 710.

153. Conferenza dei Vescovi Cattolici dell'Australia, A New Earth. The Environmental Challenge (2002).

154. Romano Guardini, Das Ende der Neuzeit, 72 (trad. it.: La fine dell'epoca moderna, 66).

155. Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 71: AAS 105 (2013), 1050.

156. Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.

157. Paolo VI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1977: AAS 68 (1976), 709.

158. Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 582.

159. Un maestro spirituale, Ali Al-Khawwas, a partire dalla sua esperienza, sottolineava la necessita' di non separare troppo le creature del mondo dall'esperienza di Dio nell'interiorita'. Diceva: "Non bisogna dunque biasimare per partito preso la gente che cerca l'estasi nella musica e nella poesia. C'e' un 'segreto' sottile in ciascuno dei movimenti e dei suoni di questo mondo. Gli iniziati arrivano a cogliere quello che dicono il vento che soffia, gli alberi che si piegano, l'acqua che scorre, le mosche che ronzano, le porte che cigolano, il canto degli uccelli, il pizzicar di corde, il fischio del flauto, il sospiro dei malati, il gemito dell'afflitto..." (Eva De Vitray-Meyerovitch [ed.], Anthologie du soufisme, Paris 1978, 200; trad. it.: I mistici dell'Islam, Parma 1991, 199).

160. In II Sent., 23, 2, 3.

161. Cantico Espiritual, XIV, 5.

162. Ibid.

163. Ibid., XIV, 6-7.

164. Giovanni Paolo II, Lett. ap. Orientale lumen (2 maggio 1995), 11: AAS 87 (1995), 757.

165. Ibid.

166. Id., Lett. enc. Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003), 8: AAS 95 (2003), 438.

167. Benedetto XVI, Omelia nella Messa del Corpus Domini (15 giugno 2006): AAS 98 (2006), 513.

168. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2175.

169. Giovanni Paolo II, Catechesi (2 agosto 2000), 4: Insegnamenti 23/2 (2000), 112.

170. Quaest. disp. de Myst. Trinitatis, 1, 2, concl.

171. Cfr Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae I, q. 11, art. 3; q. 21, art. 1, ad 3; q. 47, art. 3.

172. Basilio Magno, Hom. in Hexaemeron, 1, 2, 6: PG 29, 8.

 

3. TESTI. LETTERA ENCICLICA "LAUDATO SI'" DI PAPA FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE. CONCLUSIONE: DUE PREGHIERE

[Dal sito http://w2.vatican.va riprendiamo la conclusione (n. 246) della versione italiana della lettera enciclica del 24 maggio 2015 "Laudato si'" di papa Bergoglio]

 

246. Dopo questa prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme, propongo due preghiere, una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente, e un'altra affinche' noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesu' ci propone.

*

Preghiera per la nostra terra

 

Dio Onnipotente,

che sei presente in tutto l'universo

e nella piu' piccola delle tue creature,

Tu che circondi con la tua tenerezza

tutto quanto esiste,

riversa in noi la forza del tuo amore

affinche' ci prendiamo cura

della vita e della bellezza.

Inondaci di pace, perche' viviamo come fratelli e sorelle

senza nuocere a nessuno.

O Dio dei poveri,

aiutaci a riscattare gli abbandonati

e i dimenticati di questa terra

che tanto valgono ai tuoi occhi.

Risana la nostra vita,

affinche' proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,

affinche' seminiamo bellezza

e non inquinamento e distruzione.

Tocca i cuori

di quanti cercano solo vantaggi

a spese dei poveri e della terra.

Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,

a contemplare con stupore,

a riconoscere che siamo profondamente uniti

con tutte le creature

nel nostro cammino verso la tua luce infinita.

Grazie perche' sei con noi tutti i giorni.

Sostienici, per favore, nella nostra lotta

per la giustizia, l'amore e la pace.

*

Preghiera cristiana con il creato

 

Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,

che sono uscite dalla tua mano potente.

Sono tue, e sono colme della tua presenza

e della tua tenerezza.

Laudato si'!

Figlio di Dio, Gesu',

da te sono state create tutte le cose.

Hai preso forma nel seno materno di Maria,

ti sei fatto parte di questa terra,

e hai guardato questo mondo con occhi umani.

Oggi sei vivo in ogni creatura

con la tua gloria di risorto.

Laudato si'!

Spirito Santo, che con la tua luce

orienti questo mondo verso l'amore del Padre

e accompagni il gemito della creazione,

tu pure vivi nei nostri cuori

per spingerci al bene.

Laudato si'!

Signore Dio, Uno e Trino,

comunita' stupenda di amore infinito,

insegnaci a contemplarti

nella bellezza dell'universo,

dove tutto ci parla di te.

Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine

per ogni essere che hai creato.

Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti

con tutto cio' che esiste.

Dio d'amore, mostraci il nostro posto in questo mondo

come strumenti del tuo affetto

per tutti gli esseri di questa terra,

perche' nemmeno uno di essi e' dimenticato da te.

Illumina i padroni del potere e del denaro

perche' non cadano nel peccato dell'indifferenza,

amino il bene comune, promuovano i deboli,

e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.

I poveri e la terra stanno gridando:

Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,

per proteggere ogni vita,

per preparare un futuro migliore,

affinche' venga il tuo Regno

di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.

Laudato si'!

Amen.

 

Dato a Roma, presso San Pietro, il 24 maggio, Solennita' di Pentecoste, dell'anno 2015, terzo del mio Pontificato.

 

Franciscus

 

4. IN MEMORIA DI GIACOMO LEOPARDI, PAUL KLEE, ANTOINE DE SAINT-EXUPERY, HENRI LEFEBVRE, ALDO ELLENA, MARGHERITA HACK

 

Ricorre oggi, 29 giugno, l'anniversario della nascita di Giacomo Leopardi (29 giugno 1798 - 14 giugno 1837), l'anniversario della morte di Paul Klee (18 dicembre 1879 - 29 giugno 1940), l'anniversario della nascita di Antoine de Saint-Exupery (29 giugno 1900 - 31 luglio 1944), l'anniversario della morte di Henri Lefebvre (16 giugno 1901 - 29 giugno 1991), l'anniversario della nascita di Aldo Ellena (29 giugno 1922 - 21 dicembre 1999), l'anniversario della morte di Margherita Hack (12 giugno 1922 - 29 giugno 2013), maestri della nonviolenza in cammino.

*

Nel ricordo di Giacomo Leopardi, Paul Klee, Antoine de Saint-Exupery, Henri Lefebvre, Aldo Ellena, Margherita Hack, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; per il disarmo e la smilitarizzazione; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione da tutte le oppressioni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 723 del 29 giugno 2015

 

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